CAPITOLO XXI
PIU' CHE PALETTI

Una volta dentro con lui, chiuse la porta e senza troppi complimenti sbuffò togliendosi la maglia dal collo.
- Certo che avrà anche aspettato tanto prima di fare la sua mossa, ma cazzo! Una volta che scende in campo si nota! - non potei certo trattenere le risate, impossibile a quel punto. Mi sedetti sulla panchina e mi presi il viso fra le mani ridendo come un cretino. Che modi erano quelli?
Una persona normale quando era geloso faceva qualcosa di eclatante per mettere a posto l'invasore, lui era il più discreto possibile e si limitava a salvarmi dalle sue grinfie!
- Credi di aver risolto qualcosa? Jese non sospetta di noi, non ha alba che questo è il tuo 'giù le zampe!' - Ma stavo godendo troppo del suo scatto di gelosia e non potevo chiedere di meglio.
- Se avessi visto come ieri ti guardava il culo non parleresti così! - Asserì seccato. Sempre più un capolavoro.
- Così come? - Chiesi spogliandomi mentre mi sorgeva il dubbio di come potevo vestirmi se le mie cose erano di là.
- Così come se lo stessi difendendo! - Risi più forte scocciandolo molto.
- Sebbene ti ami particolarmente quando sei geloso, fidati che preferisco rincorrere che essere rincorso! - Zizou, nudo, si fermò mentre stava per entrare nelle docce e mi guardò interrogativo, così aggiunsi. - Odio quando mi corteggiano! - A questo punto toccò a lui ridere scuotendo il capo.
- Ora sei tu che non sei normale! - Con questo entrò nel locale delle docce e lo sentii aprire l'acqua di una. Io, indispettito, lo seguii di corsa nudo a mia volta. Non mi sprecai ad aprirne una mia, mi misi sotto la sua stessa spingendolo poco gentilmente, lui non se la prese perchè ero io.
- Cos'è che non è normale di me, si può sapere? - Grugnii offeso senza capire.
- Tutti amano essere corteggiati! Piace a tutti! Me l'ero presa di nuovo in questi giorni per questo. Pensavo tu lo facessi apposta a farti corteggiare! - Alzai un sopracciglio fermandomi mentre mi spingeva a sua volta per bagnarsi con l'acqua.
- E quando mi sono fatto corteggiare? -
- Mi sembrava accettassi troppo il dialogo con Jese... - Rispose minimizzando la cosa.
Ovviamente me la presi e mi accesi come un fiammifero.
- Ah ma andiamo! Avevo normali conversazioni! Mi faceva domande e rispondevo! Cosa sono, un mostro? Ma per chi mi prende la gente? Non sono uno che cerca il dialogo, ma se me lo impongono non lo rifiuto! - Zizou rideva, ero lieto di divertirlo, ma avevo voglia di sparargli adesso. Perchè la gente mi vedeva così! Per calmarmi mi passò il sapone sulla testa rasata come la sua e questo funse da anestetico perchè smisi proprio di parlare.
- Dai Karim... tu rispondi a monosillabi a tutti quelli che non ti piacciono, mentre conversi a lungo con chi ti piace. Ora capisco che non tutti quelli che ti piacciono te li vuoi scopare... ad esempio parli molto con Rafa e Cris e so che con loro non lo faresti. Ma può venire a tutti il dubbio nel vederti parlare a lungo con un Jese, no? Dopotutto non hai rapporti con lui e vederti parlare tanto non è normale! - Ora mi stava sconvolgendo per due motivi. Uno era che mi stava spiegando bene il suo ragionamento e l'altro era che mi stava lavando la testa. Volevo godermi il momento, ma dovevo rispondergli, era importante quello che mi stava dicendo e col broncio lasciai le braccia lungo i fianchi.
- Va bene, ok, però mi conosci... se uno non mi dà motivi per essere respinto, non lo demolisco. Jese non lo conosco, non è mai stato fastidioso per cui semplicemente gli rispondevo... -
Zizou fece una strana espressione e mi guardò scendendo lentamente con le mani insaponate sul collo, mi carezzò lavandomi anche lì ed io ancora fermo mi sentivo sempre più alla sua mercé.
Volevo lasciarmi andare e nemmeno mi rendevo conto di cosa succedeva. Eravamo io e lui nudi sotto la doccia. La nostra prima doccia insieme.
E non solo.
Lui mi stava lavando.
- Sì ma a volte interpretarti è difficile... - Disse basso e suadente.
- Pensi di essere più facile, tu? - Con questo mi conquistai il diritto alle sue labbra.
Non disse più nulla, tornammo ai nostri soliti silenzi e mentre le labbra combaciavano lentamente alle mie, le sue mani con la schiuma scendevano sulla mia schiena arrivando velocemente sui miei glutei. Li percorse la prima volta superficialmente fino ad afferrarli prepotente e attirarmi a sé.
Questo mi tolse il fiato e mi eccitò immediatamente.
Solo qua realizzai cosa stava succedendo e per un momento non raggiunsi subito l'orgasmo alla sola idea di che cosa stavamo facendo.
Sentii il suo cazzo contro il mio, lo sentii schiacciato addosso e sentii la sua enorme voglia di entrarmi dentro e farmi suo. Voleva marchiarmi, non aveva mai avuto questo desiderio così forte come ora.
Mi presi e mi appoggiai a lui, le mie mani sui suoi fianchi, sulla sua vita, risalii e lo strinsi a me. Non volevo lasciarlo andare, non potevo. Sentivo il suo corpo insaponato velocemente prima che scivolava sotto le mie dita, questa cosa mi elettrizzò. Mi strofinai su di lui con una facilità sconcertante e dopo averlo carezzato con tutto me stesso, lo spinsi sotto il getto dell'acqua senza smettere di baciarlo.
Finimmo contro la parete di piastrelle mentre l'acqua lavava via la schiuma accompagnata dalle nostre mani che non si separavano da noi. Incapaci di smettere, di assaporarsi con ogni centimetro di noi stessi, uscii con la lingua dalla sua bocca e assaggiai il resto del suo viso, il suo orecchio, il suo collo. Sentii le sue mani sulla mia testa gestirmi a piacimento e poi con prepotenza spingermi verso il basso.
Lui contro il muro ed io davanti, scivolai lentamente sempre più giù mentre la mia bocca beveva dal suo corpo l'acqua che veniva dall'alto. Succhiai i suoi capezzoli, delineai i suoi muscoli affusolati e di nuovo prendendolo per la vita stretta, spinto da lui che mi teneva ancora sulla testa, mi inginocchiai e raggiunsi il suo inguine.
Leccai e bevvi da lì, lo sentii sussultare e carezzai le sue cosce scivolose prima di afferrargli il cazzo e muoverlo davanti al mi viso.
Lo guardai con una sete incredibile, aprii la bocca e l'accostai alla sua punta. L'acqua dall'alto scendeva e percorreva la sua lunghezza creando una piccola cascata che concludeva nella mia bocca. Bevvi fino a che tirai fuori la lingua e lo stuzzicai, continuai sulla lunghezza, circondai la base con le labbra, glielo strinsi interamente fra le mani e poi risalii di nuovo sempre con la bocca di lato.
Una volta sopra, l'avvolsi del tutto e lo misi dentro succhiando.
In breve ero lì a muovere la testa su e giù, aiutata dalle sue mani che mi gestivano il capo a piacimento, virile spingeva il bacino contro di me mettendomelo sempre più in dentro.
La voglia che aveva di me era incredibile, sentivo quanto mi voleva possedere, quando lo voleva mettere in un'altra parte di me.
Stringevo con la bocca per soddisfarlo e mano a mano che lo sentivo crescere ed indurirsi, la mia stessa mano lavorava sul mio cazzo eccitato.
L'idea di quel che stavamo facendo, che era lui, il mio ragazzo, colui che desideravo come un matto, mi scioglieva completamente.
Venne prima lui, lasciai che il suo sperma mi scivolasse sul viso e lo sentii portare via dall'acqua. In questo venni anche io e appoggiando la fronte sulla sua coscia, ansimai guardando il resto del mio orgasmo andare via insieme all'acqua.
Rimasi inginocchiato davanti a lui, aggrappato alle sue gambe, ansimante e privo di forze. Non so dopo quanto mi prese i polsi e mi alzò su di peso, non so come mi trovai contro la parete con lui appoggiato su di me, le sue carezze, il suo sguardo, il suo viso felino che mi piaceva da impazzire.
Le sue mani, oh, sempre le sue mani addosso.
E poi sulle mie, alte ai lati del mio viso, intrecciò le dita ed io strinsi le sue con bisogno.
- Ero gelosissimo. - Disse di nuovo piano e contro la mia bocca. Sapeva quanto adoravo sentirglielo dire. Sorrisi con erotismo e soddisfazione e ci baciammo. Rimanemmo a baciarci per molto, non ho idea di quanto. Quando ci separammo, chiudemmo l'acqua e senza dire niente tornammo di là, mi diede un asciugamano intorno al quale mi avvolsi, rimasi ad osservarlo per un po'. C'era andato vicinissimo questa volta.
Lo voleva. Ho sentito quanto lo voleva e forse era molto turbato da questo. Non so cosa lo spaventava e lo frenava, ma avrei fatto di tutto per non perderlo.
- Vado a vestirmi... ci vediamo domani? - Zizou annuì, ma prima di farmi andare via alzò lo sguardo, mi afferrò il polso, mi attirò a sé e mi baciò ancora. Fu un bacio strano. Come una conferma.
Credo che fu lì che facemmo un effettivo ulteriore passo in avanti come coppia. Con lui si era obbligati ad andare piano, perchè se si faceva un passo falso non si poteva rimediare. Per cui era meglio evitare di correre e non sbagliare.
Ma ormai ero sicuro che ne stesse valendo davvero la pena.

Riflettei seriamente su come pormi con Jese, stava diventando un problema.
Non l'avevo mai respinto, non avevo mai messo paletti e distanze come con Bale, per cui alla fin fine cambiare così di punto in bianco sarebbe stato strano, così tanto che mi sarebbe venuto a chiedere cosa io avessi ed era esattamente quello che volevo evitare.
Non mi andava di parlarne, di essere chiaro e smontarlo.
Però sapevo che dovevo fare qualcosa. Ingelosire Zizou era bello, ma non mi piaceva essere corteggiato.
Alla fin fine Bale si stava conquistando il diritto di vivere, ogni tanto mi lasciavo andare a qualche chiacchiera con lui, niente di che ovviamente. Lo vedevo felice, la cosa mi infastidiva ma lo lasciavo fare. Insomma, non mi dava fastidio che fosse felice, mi dava fastidio che sperasse in chissà cosa. Per contro dopo quelle volte me ne scappavo un po'.
Comunque diciamo che visto che non rompeva troppo in generale, gli concedevo un po' la mia presenza, non che facessi il prezioso ma riconoscevo il fatto che fossimo compagni di squadra, non potevo evitare di legare con lui. Non volevo fare grandi amicizie, ma un piccolo passo in avanti.
Così successe e successe che nei goal, specie quelli in combinazione, finì per spolparmi tutto felice di poterlo fare. Del resto nei goal ci si abbracciava, che facevo, scappavo a gambe levate? Non aveva senso.
Diciamo che bilanciavo un po' le cose, se esagerava un po' da un lato, lo frenavo poi da un altro. Cercavo di mantenere un certo livello anche se mi sentivo sempre i suoi occhi fastidiosamente addosso.
Questione Bale a parte, c'era la questione Jese ben più complessa.
Non avevo mai messo distanze e lui mi aveva studiato con cautela per capire come poteva approcciarsi a me, siccome non mi aveva mai dato molto fastidio, gli avevo dato indirettamente corda senza rendermene conto.
Ovvero.
Se io ignoravo qualcuno significava che doveva starmi alla larga perchè non mi piaceva. Se invece gli parlavo quando l'occasione lo voleva, significava che era a posto.
Essendomi io comportato così con Jese, lui aveva capito che non mi dispiaceva la sua esistenza ed aveva visto in questo il via libero per provarci, cosa che era avvenuta anche se non troppo apertamente.
Sostanzialmente era una situazione complicata perchè se ora mi mettevo ad ignorarlo si capiva che avevo qualcosa contro di lui che prima non avevo, lui sarebbe venuto a chiedermi spiegazioni ed io mi sarei dovuto esporre. Odiavo espormi.
Però non potevo nemmeno continuare come prima, lui pensava che andasse bene provarci ogni tanto ma se poi ci metteva a farlo più seriamente? Non volevo né che lo facesse, né avere casini con Zizou.
Anche perchè poi io sapevo quanto era controindicato farlo arrabbiare!
Evitai di chiedere consigli a destra e sinistra, erano sempre consigli di merda, però rimasi in una specie di sospensione con Jese, non gli tolsi il saluto ma nemmeno mi misi a rispondere troppo alle sue domande.
Il dilungarmi nei dialoghi indicava che qualcuno mi piaceva, ovviamente non si intendeva quasi mai che mi piacesse in quel senso, c'erano anche gli amici.
Non dovevo illudere Jese che invece si era illuso.
Così provai a rispondergli nelle occasioni che si creavano, anzi che si creava da solo, ma senza dargli troppa corda, parlando poco e a monosillabi.
Provai questo sistema ed un giorno, al centro sportivo, dopo le varie sessioni odierne ed in attesa della cena, mi avvicinò mentre ero perso in una rivista sportiva dove si parlava di moto, una delle mie grandi passioni.
Jese si avvicinò sfacciato e mi si sedette accanto, dopo di che si mise a guardare il giornale con me.
Ora. Questa cosa io la odiavo. Che qualcuno mi leggesse sopra o guardasse quello che facevo.
Solo Zizou poteva.
Mi fermai cercando di non respirare in quel modo da 'cosa cazzo vuoi'. Restava che mi dispiaceva un po' tramortirlo. Di suo era sorprendentemente a posto, però doveva stare attento che stava camminando su una linea molto sottile.
- Vuoi leggerlo? - Chiesi sorprendentemente educato. Anche questo forse era una cosa fraintendibile detta da me. Poteva pensare che fossi gentile e quindi che avessi un'attenzione verso di lui.
Jese mi guardò e scosse il capo con un sorriso.
- No! - Lo guardai con le sopracciglia inarcate in attesa.
- E allora? -
- Allora... aspettavo che finissi per parlarti, non volevo interromperti. - Ci siamo, mi dissi tragicamente fra me e me. I miei sforzi erano stati vani, ora mi avrebbe chiesto cosa avessi, proprio quello che volevo evitare.
Beh, non potevo scappare anche se volevo farlo.
Mi trattenni a stento da una libera esclamazione e mi rassegnai. Meglio essere chiari ed evitare casini.
Chiusi la rivista e la misi sul tavolino, quindi congiunsi le mani sulle gambe e dissi paziente.
- Dimmi. - Jese si guardò intorno e tornò a me con un'aria speranzosa.
- Qua? - Più che altro imbarazzato.
Ecco, ancora peggio. Era proprio una cosa personale.
Volevo sospirare ma ancora una volta mi trattenni e mi alzai senza dire nulla, lui mi seguì e di nuovo si presentò il problema del dove portarlo. L'altra volta Bale aveva pensato volessi provarci, in bagno.
Il bagno andava evitato.
Andava evitata qualunque stanza chiusa che potesse dare troppa intimità.
Così guardai fuori. Non era caldo proprio per nulla, ma potevo sopportare un po' di freddo se mi aiutava a raffreddare i bollenti spiriti di qualcuno.
- Facciamo due passi fuori? - Chiesi avviandomi senza aspettare la risposta.
Ma Jese a quanto pare era un attaccante di ruolo e di fatto e si oppose senza farsi troppi problemi.
- Ecco... speravo in un posto raccolto... ti dispiace se andiamo un attimo in camera? - Ok, stava per scoppiare il putiferio, me lo sentivo.
Non potevo dirgli che non ci pensavo proprio ad andare in camera con lui. Rassegnato ci andai sapendo cosa mi aspettava, la cosa davvero grave fu che ovviamente Zizou ci vide passare ed io lo fissai con un'aria da 'aiutami ti prego' che Jese non notò.
Zizou però non fece nulla ed in quel momento lo odiai.
Forse voleva mettermi alla prova. Lo vidi controllare l'ora. Forse mi avrebbe cronometrato.
Qual era il tempo accettabile per scaricare qualcuno senza far pensare che ci stessimo facendo?
Non ne avevo idea.
Quando arrivammo nella sua camera, una delle ultime, entrammo e si chiuse la porta alle spalle.
Rimasi fermo lì vicino pronto ad andarmene subito, lui non fece molti passi distanti da me, mi studiò un po', poi fece un gran respiro e me lo chiese.
- Ho fatto qualcosa che non va? - Sgranai gli occhi. Decisamente un attaccante.
- Cosa? - Chiesi spaesato di tanta schiettezza.
- Sì... ultimamente hai fatto come retromarcia ed io mi chiedo se... ho fatto qualcosa che non va? - Era in effetti proprio quello che era successo. Avevo fatto retromarcia per dargli un muto messaggio che speravo fosse chiaro. Evidentemente non lo era.
Mi grattai la nuca in difficoltà senza saper cosa dire di preciso, alla fine provai a rimanere vago.
- No beh... non è che tu abbia proprio... - Jese a quel punto cominciò ad avvicinarsi e fra me e me pensai 'allarme rosso'!
- Devi essere onesto e chiaro! Voglio la verità! - Anche lui lo era ed era ammirevole. Aveva le idee chiare, era anche un bel ragazzo, sapeva il fatto suo, era sveglio e brillante e pieno di buone qualità. Mi ricordava molto Cris, solo che era meno narcisista. Forse. Ma probabilmente anche in quello sarebbe presto esploso.
- Non hai fatto niente di particolare, non ce l'ho con te... è solo che... - un altro passo in avanti, lo sguardo ostinato sul mio. Troppo vicino. Dovevo metterlo a posto.
- Solo che? - Sospirai spazientito e mi decisi, mancava poco perchè mi toccasse, non volevo essere eccessivo, ma non mi stava per lasciare scelta.
- Solo che mi è sembrato che tu ci provassi con me, forse ho frainteso ma nel dubbio ho voluto mettere i paletti. Non sono interessato in quel senso. In qualità di compagni di squadra quanto vuoi, ma non altro! - Forse questo gli diede comunque speranza, ma più chiaro di così ci voleva solo un pugno ed un brusco 'gira al largo pidocchio' e non volevo davvero essere così scorbutico. Non se lo meritava.
Se era un Cris in miniatura andava coltivato.
Jese rimase fermo e basito per un attimo e tirai un respiro di sollievo fra me e me.
- Oh... - Fece sorpreso e senza parole. Poi però le trovò. - Non volevo giocarmela male, ho cercato di capire se ci fosse terreno fertile e mi è parso di sì, in ogni caso ho provato a non essere troppo invadente perchè ho capito che non ti piacciono quelli pressanti. Ho agito male? - Chiaro. Più chiaro di così si moriva. Era proprio Cris, solo che Cris si era preso per Riky. Perchè Jese non si prendeva per uno più buono di me?
- No, non hai agito male. Hai capito bene, cioè non mi piacciono quelli pressanti e non sei stato invadente. Saresti stato perfetto se... - Ma non mi fece finire la frase perchè pensò che fosse un via libero.
Sì sì, proprio Cris! Un carrarmato, quando partiva!
Ed era tanto che si era preso tempo per studiarmi!
Cris con Riky non aveva fatto nemmeno questo.
Mi arrivò addosso per non so nemmeno fare cosa ed io lo presi per le spalle e lo allontanai, lo tenni fermo per impedirgli di rifarlo e lui rimase con le mani aggrappate alla mia maglia cercando di arrivare a me. Poi con durezza, mentre lui era smarrito e sorpreso, dissi:
- Non sono interessato, Jese. Saresti perfetto se io fossi interessato, ma non è così. Ok? Non provarci più! - Vidi i suoi occhi riempirsi di lacrime e mi sentii anche una merda. Era proprio questo che volevo evitare!
Mi morsi la bocca e sospirai pentendomi di esistere. Lui però non si allontanò, rimase a guardarmi paralizzato.
- Non... non posso più avvicinarti e nemmeno parlarti? - Oh Signore, i giovani erano così assolutisti. Io avevo pochi anni di più ma mi sentivo vecchio!
Non c'erano le sfumature. O si stava insieme o non ci si parlava.
- Ma che dici, siamo compagni di squadra! È impossibile non parlarsi! -
- Ma... ma posso avvicinarti se ho bisogno di qualcosa o anche solo per uno scambio sereno di chiacchiere? - Io e le chiacchiere non eravamo mai andati d'accordo, ma annuii per levarmelo di torno. Ora cominciava ad essere pesante, cosa che fino ad ora non era mai stato in modo eccessivo.
- Ma certo! Se dietro non hai secondi fini va bene! Ora che sai che non sono interessato, regolati. In amicizia tutto quello che vuoi, non oltre. - E dire che usavo anche quel termine con molta parsimonia. Ma ormai questi qui usavano amici e amore con tanta facilità... che ci potevo fare?
Mi sentivo vecchio.
Comunque lo vidi illuminarsi e mi sfuggì dalla presa per abbracciarmi, mi prese in contropiede e non mi rimase che aspettare che si staccasse.
Gli battei imbarazzato la mano sulla schiena e dopo un po' si scrostò.
- Ok, non serve fare pubblicità su tutto questo! Odio che si parli di me! In qualunque modo! - Jese annuì tutto contento d'avere un segreto con me.
Beh, che segreto... bah!
In ogni caso riuscii ad uscire, mi sentivo strano, era la prima volta che avevo davvero rifiutato qualcuno, con Bale non era stato proprio un rifiuto alla fine.
Jese... se era vero che somigliava a Cris non avrebbe mollato, però speravo che la mia chiarezza fosse stata sufficiente.
Quando tornai di là, era ora di mangiare ed entrando in sala mensa passai accanto a Zizou che ricontrollò l'ora, poi mi guardò di sbieco e sottile, come se mi minacciasse.
Io a disagio inghiottii a vuoto, ma fui bravo a non fare nulla. Jese era poco dopo di me e mimai senza farmi vedere un 'dopo'.
Ovviamente dopo gli avrei detto tutto. Basta Zizou geloso. Poteva arrivare ad uccidermi.
Però in effetti forse era tardi, a giudicare dallo sguardo che mi aveva lanciato.
A quel punto cominciai a pregare. Mi bastava rimanere vivo.
Ma perchè, mi dissi. Perchè dovevo avere rogne? Ero una persona tranquilla, non avevo pretese se non giocare a calcio, dormire e scopare. Già l'ultima non la facevo da mesi! Perchè il mondo si accaniva contro di me?
Perchè non potevano lasciarmi vegetare in pace?


Raggiunsi Zizou in camera come ormai era consuetudine, lui era già a letto e come al solito controllava delle cose del suo lavoro di dirigente sportivo. So che nel suo tablet aveva delle schede tecniche su tutti i calciatori del Real e li aggiornava quasi ogni giorno, non so quali dati fossero, non avevo mai guardato e non intendevo farlo ora.
Non ero nemmeno curioso di sapere cosa c'era scritto su di me, magari parlava male.
Lui chiuse e mise sul comodino in attesa che lo raggiungessi. Ero passato dalla mia camera per mettermi il pigiama, non potevo condividere davvero la sua.
Ovviamente c'era il discorso da fare, più che discorso dovevo raccontargli tutto e subito. Cercai di capire che tipo di espressione fosse e non lo capii. Mi osservava mentre mi avvicinavo al letto e salivo dal fondo lasciando le ciabatte al contrario, gattonai fin su e poi mi infilai sotto le coperte raggomitolandomi contro di lui che si stese, chiuse la luce e mi circondò col braccio.
Solo quando fece quest'ultima cosa, mi calmai.
Non ce l'aveva davvero con me, però era sicuramente stato di nuovo geloso, solo che aveva capito dai suoi errori. Ovvero non avrebbe più fatto scenate di alcun tipo. Scenate... beh, per i suoi canoni lo erano.
L'arte di Zizou era quella di terrorizzare anche senza fare nulla, tutto questo era dovuto al duro lavoro di anni e anni di irascibilità dove aveva seminato il panico in chiunque l'aveva incrociato.
Era sempre stato uno sulle sue, ma oltre a questo era stato anche uno dallo scatto facile. Con scatto si intendevano cose pericolose.
Adesso era cresciuto e si controllava ma era anche vero che non giocando più non si metteva nelle condizioni di dover scattare, tranne nelle partite quando non giocavamo come dovevamo. Lì allora lo vedevi scattare di nuovo dietro al mister e gridare come un invasato, cosa unica e rara.
Per il resto si limitava a fissare serio, concentrato e vagamente corrucciato. Questo terrorizzava. Perchè a quel punto erano tutti lì in attesa del famoso scatto tremendo che a volte veniva, altre no.
L'arte di Zizou, la chiamavo io.
Nessun altro aveva questa capacità.
Poteva essere calmo e sereno, bastava uno sguardo e tutti si fermavano.
Poi magari sorrideva e le gambe tremavano perchè si aveva scampato il pericolo. La vera sorpresa veniva quando si dimostrava spiritoso e faceva battute, non era la sua dote principale ma capitava lo facesse ed erano sempre tutti a pendere da lui, in quei momenti.
Comunque quel che contava era che fosse mio.
Prima di cominciare il racconto, lo baciai.
- Jese è sempre più spaventosamente simile a Cris. Una volta che attacca lo fa per bene ed in modo estremamente chiaro e schietto, senza mezzi termini. Mi sa che è uno che non molla l'osso! -
Zizou non fece una piega, lo vedeva alla penombra della camera dove i miei occhi si erano abituati a vedere. Occhi da gatto, diceva qualcuno. In effetti i miei si abituavano prima degli altri.
- Ci ha provato con te? - Chiese però.
- Mi ha chiesto cosa avessi con lui in questi giorni, perchè avevo fatto marcia indietro, se aveva sbagliato qualcosa. Così io ho cercato di prendere tempo per capire cosa fosse il caso di dire. Alla fine visto che non mollava sono stato sincero. Ho detto che pensavo ci avesse provato con me e quindi volevo mettere i paletti perchè in quel caso non ero interessato! - Zizou allora inarcò le sopracciglia e mi guardò di sbieco per la posizione in cui eravamo, incredulo. Io sorrisi divertito rilassandomi.
- Sì certo! Cosa dovevo fare? Lui continuava a chiedermi se avessi problemi con lui... allora mi ha detto che mi aveva studiato per capire che tipo fossi e come porsi con me, ha capito che sono uno che odia chi pressa troppo e quindi ha cercato di essere meno insistente. Però sostanzialmente è vero che ci ha provato, solo che ha cercato di farlo nel modo più adatto a me. Pensava che fossi interessato, dal fatto che rispondevo ai suoi input e ci parlavo, cosa che non faccio con tutti, credeva fossi interessato. - Dovevo ammettere che aveva ragione Zizou quando mi aveva detto che ero io fraintendibile.
Alla fine era successo.
Lui però non fece più espressioni, ma rimase a guardarmi attento ed interessato.
- Gli ho detto chiaro e tondo che il sistema era giusto perchè non era stato pressante ed invadente, cosa che mi andava bene, ma che non ero interessato. Gli ho detto che come amici quanto voleva, ma niente di più. - Poteva bastare.
Sapevo che dirgli che mi aveva abbracciato era troppo, ma lui evidentemente sapeva che c'era dell'altro.
- E? -
- E come fai a dire che c'è altro? - Chiesi dandomi la mazza sui coglioni da solo.
- Perchè se l'hai paragonato a Cris un motivo ci sarà! - Sospirai. Proprio un idiota!
- Beh, lui era contento in qualche modo del nostro dialogo. Forse perchè non gli ho detto di non parlarmi più ma di rimanere amici, non lo so. Però mi ha abbracciato. Comunque me lo sono staccato subito cercando di non essere troppo brutale e siamo venuti via. È stata la cosa più fottutamente faticosa che io abbia mai fatto! - Conclusi infervorato e seccato.
Mi aspettavo mi allontanasse ma sorprendentemente non lo fece, si mise a ridere di me e delle mie fatiche per poi commentare.
- Sei sempre unico! La gente di solito è lusingata quando ci provano ed anzi tendono a dare false speranze perchè gli piace se ci provano ancora. Tu no! Tu non vuoi davvero! Non hai messo paletti, hai messo delle querce vere e proprie! - Dal momento che era divertito, mi rilassai anche io contro di lui e mi misi a pancia in giù appoggiandomi sul gomito mentre l'altro braccio rimaneva sul suo petto. Picchiettai leggero con le dita sul suo mento per farlo smettere di prendermi in giro.
- Ehi! Che vuoi? Sono così! Voglio essere lasciato in pace! Se mi piaceva Jese me lo sarei fatto subito! Mi faccio immediatamente quelli che mi piacciono, nemmeno perdo tempo a provarci o lavorarmeli! Salto i preliminari! - Zizou però si mise una mano sulla faccia ridendo più forte, poi quando riuscì a parlare rispose:
- Allora io cosa sono? L'eccezione che conferma la regola? Mi hai lavorato un bel po' prima di attaccare! - Mi resi conto che aveva ragione, non contemplavo mai lui ma perchè era completamente diverso.
- Tu sei un caso a parte, Zizou. Con te ho perso la testa, con gli altri è sempre solo una questione di sesso. Mi tira, mi va con loro, vedo che ci stanno e lo faccio. Stop. Non c'è mai altro. Però con te è altro... ho perso proprio la testa. Io sono innamorato di te! - Lo dissi con più facilità delle altre volte, lui rimase colpito e smise di ridere e divertirsi su di me, l'atmosfera cambiò drasticamente e si fece intima, seria. Bella.
Rimase con un sorrisino meravigliato sul viso, stupito da quel che a volte dicevo. Mi piaceva come mi guardava.
- Sono contento di esserlo. Essere il tuo caso a parte è davvero bello. - Non si sbilanciava mai troppo, arrivava a dire cose quasi sentimentali che per lui erano grandi dichiarazioni, ma mai nel vero senso del termine.
Non mi diceva che era innamorato ma mi cercava sempre. Sapevo che se non lo fosse stato, non mi avrebbe cercato. Ma la paura che finisse tutto c'era sempre. Dopotutto continuava a non riuscire a scopare con me.
- Non sei geloso questo giro? Io penso che Jese tornerà all'attacco, somiglia molto a Cris! - Zizou fece un sorrisino come prima e mi mise una mano sulla nuca attirandomi a sé, mentre mi veniva incontro alzando la propria dal cuscino.
Schiuse le labbra, carezzò le mie che aprii allo stesso modo, prima di tirare fuori la lingua ed intrecciarci, disse:
- Io sono sempre geloso. Solo che nascondo tutto bene! - Questo ovviamente mi fece un piacere immenso e con una gioia incontrastata, risposi andandogli incontro con la lingua, trovai la sua, unimmo le labbra, ci fondemmo e tutto sparì, ogni discorso, ogni Jese, ogni frase non detta.
Mi bastavano queste piccole cose che su di lui erano immense, grandissime, speciali.
Mi faceva sentire comunque felice.