CAPITOLO X:
PALO-GOAL

Karim chiuse la valigia e la spinse in un angolo del letto mentre col ginocchio cominciò a strofinargli l'inguine che non tardò ad eccitarsi.
Era tutta un'altra cosa dall'altra volta. Ora era dolce e sensuale.
Gonzalo continuava a succhiargli il dito e sentire allo stesso tempo l'eccitazione salire a dismisura. Non poteva resistere ancora. Karim allora gli diede il colpo di grazia alzandosi su, lo costrinse a sederglisi sopra come si doveva, sempre a cavalcioni, e a stare a sua volta dritto con la schiena, a quel punto il francese si levò la maglia restando a torso nudo. Gonzalo si leccò le labbra e si riempì di quella che considerava una splendida visione.
Dopo essersele inumidite le aprì aspettandolo e lui arrivò con le proprie già aperte, gliele leccò e le unì riprendendo col bacio mentre la mano lo stimolava attraverso la tuta.
Lo delineò con sicurezza, premendo sulle sue linee inguinali, lo sentì chiaro sotto il tatto venire più duro e salire ed alla fine glielo tirò fuori, lo spinse ad alzarsi ed una volta in piedi davanti a lui aprì le gambe, se lo mise in mezzo, lo agganciò alle proprie e tenendolo per i fianchi cominciò a succhiarlo.
Lo leccò e lo lubrificò fino a che non fu tutto bagnato, poi lo rimise in bocca e pompò veloce, sempre più forte, stringendo per poterlo sentire meglio mentre cresceva e dargli la sensazione di ingoiarlo.
Gli arrivò fino in gola e poi quando lo sentì che stava per venire, decise di separarsi per proseguire insieme.
Karim allora promettendo con uno sguardo decisamente erotico mille serate così, si appoggiò con le mani all'indietro, sul letto, e gli chiese silenziosamente di spogliarlo. Gonzalo era stralunato ed emozionato, non poteva crederci che lo stavano facendo in quel modo così lento e seducente. Quasi dolce. Aveva dovuto minacciare di andarsene?
Fu così, col cuore che gli pulsava in gola come un matto, che gli prese i pantaloni ed i boxer insieme e li tirò via. Karim alzò il bacino per aiutarlo e una volta che fu nudo sul letto, Gonzalo trattenne un gemito d'apprezzamento. Aveva una carica erotica naturale, per nulla studiata, ma al tempo stesso consapevole. Karim sapeva di avere dei punti di forza e premeva su quelli. Certe espressioni che evidenziavano le sue belle labbra, lo sguardo che sapeva essere maledettamente malizioso, il fisico atletico...
aprì le gambe di più e lo fissò accattivante, era un maledetto quando faceva così ma era il suo punto debole, non sapeva resistere, lo voleva tantissimo ed ora era lì e gli si dava. Gonzalo decise di farlo e basta, mise da parte dubbi ed incertezze riguardo il loro rapporto e si lasciò andare sul suo corpo da favola.
Allora si accucciò davanti a lui, gli prese le cosce sotto i palmi, l'accarezzò risalendo sull'inguine e prese a leccargli l'erezione. Lo sentì salire contro il palato e la lingua, diventare caldo e duro, pulsava sempre più vivo e per un momento credette di sentirlo già esplodere, ma la mano che prima l'accompagnava nei movimenti impetuoso, lo fermò e lo alzò.
Erano entrambi nudi e alzandosi lo fece stendere sotto di sé, gli si mise sopra e l'accarezzò col corpo trasmettendogli molti brividi. Passò a tracciargli tanti piccoli baci sul corpo mentre scendeva giù e sempre più giù.
Gli alzò le gambe e arrivò ai suoi glutei, li prese fra le mani e strinse aprendoglieli, lo leccò e fece altrettanto con le sue dita che cominciò ad inserire lentamente ma deciso. Sapeva come fare, l'aveva fatto molte volte.
Doveva prepararlo bene, come meritava.
Gonzalo ebbe un momento di paura ricordando la volta precedente. Pensò sarebbe stato di nuovo brutale e convinto di dover provare ancora dolore, si sorprese di quel piacere.
Non ci fu altro, solo un benessere che sfociò presto in godimento.
Quando le dita aumentarono Gonzalo gemette incontrollato inarcandosi e non si accorse del suo stesso primario bisogno di toccarsi. Quando se ne accorse lo stava già facendo e Karim si eccitò.
Mentre lo stava penetrando con le dita, lui si stava masturbando.
Cominciò a provare una voglia inaudita di entrargli, lo trovò bello a modo suo e sensuale. Lo voleva avere.
Non era uguale ma simile a ciò che sentiva quando lo faceva con José. I primi tempi era stato così.
La voglia di prenderselo, quel bisogno che lo faceva impazzire.
Spaventato dall'idea di essere di nuovo violento e di non riuscire a controllarsi, si morse la bocca e strinse gli occhi. Doveva riuscirci.
Quando si alzò e gli spinse le gambe per poter mettersi su di lui nella maniera più congeniale, lo guardò e Gonzalo ricambiò.
Pensò di provare paura ed invece si sentiva rilassato ed eccitato, la naturale conseguenza.
Continuò a masturbarsi e Karim l'aiutò unendo la mano alla sua, conscio che quel piacere lo doveva provare.
Si sporcò ma non se ne accorse. Il piacere che provò nelle loro due mani unite sul suo membro fu immenso e totale. L'orgasmo gli diede quella pace quasi immediata e sulle prime non lo sentì, quasi.
Piano.
Così piano non l'aveva mai fatto.
Estremamente piano.
Gonzalo nemmeno lo riconobbe rispetto all'altra volta, si stava sforzando di non gridare quanto Karim di non prendersi troppo.
Però era difficile. Gonzalo era così stretto ed era così piacevole perdersi in lui.
Il mondo svanì nei mille brividi che provava e fu la fine. I colpi aumentarono d'intensità ed affondò via via sempre più fino a che non vide nulla.
Non capiva quanto bene e quanto male gli stesse facendo, ad un certo punto perse tutto di vista.
Si perse letteralmente in lui e fu la cosa più incredibile e bella. Bella perchè finalmente non pensava a José. Non ci pensava veramente. Era stato spazzato via quell'attimo infinito e non era ancora successo.
Per Gonzalo fu diverso ma bello lo stesso a modo suo. Non c'era paragone con l'altra volta. Ora era davvero più dolce, ogni volta cercava di aspettare che si abituasse, poi andava più in dentro e gli faceva male, stringeva i denti ma ce la faceva, quando si sentiva meglio e rilassato tornava a rientrare. Era un altalena dove a volte sbatteva la testa ed altre volava.
Ad un certo punto volò e basta.
E fu un calore insostenibile.
Sparì ogni cosa e quando aprì gli occhi e lo vide così eccitato ed abbandonato in lui, provò il fortissimo desiderio di soddisfarlo. Quando lo pensò lo sentì venire.
Si liberò dentro di lui e per Gonzalo fu stranissimo.
Rimase sfinito immobile sotto di lui, concentrato su quello che sentiva.
Poi lento uscì dopo un po', crollò sulle braccia e si spostò per non franargli addosso.
Erano storti sul letto ma la voglia di mettersi sotto le coperte superò ogni stanchezza.
Si trascinarono entrambi e si raddrizzarono, quindi sistemati bene si abbracciarono sul fianco, uno di fronte all'altro.
Si guardarono. Erano annebbiati dal piacere e dal sesso appena fatto, ancora confusi.
Gonzalo fu il primo a sorridere.
- La considero la vera prima volta. - E ne era fiero... dolcemente fiero. Emozionato. Karim vi lesse tutto e non si sentì un verme, non se ne capacitava ma era così. Era orgoglioso di ciò che aveva fatto, del piacere che gli aveva dato, dell'emozione che gli aveva innescato.
Sapeva che era sbagliato ma per qualche motivo ne era contento.
Gli sfiorò le labbra e senza dire nulla si lasciò cullare dal sonno e dalle sue braccia che se lo tenevano stretto.
Era piacevole.
Era davvero piacevole.


Karim era sempre più rilassato, era evidente il cambiamento d'umore di quei giorni.
Gonzalo non era più partito ma non avevano parlato.
Avevo solo cominciato a crederci. Da un lato si diceva che si stava illudendo, dall'altro quegli atteggiamenti possessivi di Karim erano molto chiari. Non poteva esserlo se non gli importava e se era così allora una speranza, seppure vaga, c'era. Doveva esserci. 
Il suo tempo era diviso fra la riabilitazione e Karim, le volte in cui provava a non vederlo e non sentirlo era lui che si faceva vivo seccato accusandolo di sparire.
Lentamente si stava innescando un meccanismo davvero curioso.
Karim si stava comportando da fidanzato, senza nemmeno accorgersene né tanto meno volerlo. 
Facevano sesso regolarmente, ormai. Completo. Ogni giorno. Karim ne aveva fame e Gonzalo riconosceva che il detto 'più ne fai più ne faresti' era vero. Ma sapeva che dipendeva anche da lui. Era Karim che lo rendeva così dipendente, però non usava mai parole d'amore, continuava sulla linea del 'siamo solo amici di letto'. 
Gonzalo aspettava paziente. 

Era in palestra ad usare degli attrezzi come da ordine del fisioterapista che incontrò Fabio. 
Fabio era lì dall'anno prima ma lentamente si era amalgamato a tutti, ormai era parte integrante del gruppo e piaceva ad ognuno. 
Si parlava bene con lui perchè era tranquillo e sapeva ascoltare, poi dava dei consigli davvero sensati. Aveva una cotta sia per Cris che per Riky ma più che per loro -che li ammirava come persone- l'aveva per il loro rapporto. Era di quello che era innamorato. Aveva uno strano qualcosa con José Callejon ma non era ancora amore né un vero rapporto, era più una specie di prova e di compagnia reciproca piacevole. Stavano bene e si piacevano ma non c'era quello che Fabio sognava, quello che Cris e Riky avevano.
Oltretutto tutti nella squadra ammiravano Fabio perchè Cris lo 'usava' in buona fede per deviare le voci che fra i media giravano fra lui e Riky. 
Bastava digitare sul web Cristiano Ronaldo gay o omosessuale e venivano fuori immagini sue con Riky mano nella mano... era davvero pericoloso e il brasiliano era sempre più preoccupato. Così da qualche mese, quando c'erano le telecamere in campo durante gli allenamenti, o nei pulmini, Cris faceva i dispetti a Fabio per deviare l'idea che stesse con Riky. Fabio era troppo buono e si lasciava fare, al di là delle videocamere era tutto normale, amici come sempre e come con tutti gli altri. 
- Ehi che fai qua? - Chiese Gonzalo salutandolo con un sorriso radioso. 
- Faccio un po' di palestra, lavoro di rinforzamento! - 
Fabio si avvicinò subito a lui con scarsa voglia di mettersi a faticare subito, Gonzalo ne approfittò per una pausa. 
- Come va? - Chiese essendo da un po' che non lo vedeva. 
- Bene dai... forse rientrerò un po' dopo il previsto... però non posso lamentarmi credo... - 
Fabio colse subito la nota stonata ma poteva notarla solo lui poiché era molto attento a chi aveva intorno.
-Ti sento giù però... qualcosa al di là del calcio? - Non sapeva nemmeno lui perchè l'avesse detto.
Gonzalo si morse il labbro, ci pensò, soppesò l'idea di confidarsi con lui. Non l'aveva fatto con nessuno ancora, aveva pensato di parlarne con Marcelo ma lui era matto ed era capace di andare da Karim a dirgli chissà cosa. Non gli sembrava sensato.
Guardò Fabio con una certa intensità, dall'esterno si sarebbero potuti fraintendere.
Era uno di cui fidarsi, dava sempre buoni consigli e soprattutto non era idiota. Era allegro e felice, si divertiva ma in modo normale, non come Marcelo, Pepe e Cristiano che insieme erano delle calamità naturali.
- No no niente... io... bè, magari mi puoi dare un parere esterno e sincero. Io non riesco a capire... - Fu così che gli raccontò tutto e se mentre sulle prime aveva pensato sarebbe stato difficile, proseguendo si rese conto di quanto facile fosse.
Le parole scivolavano fuori dalla bocca facili come fiumi in piena, era così piacevole. Era davvero bello, pensò, riuscire a parlarne con qualcuno.
Era la prima volta che lo faceva.
Non era uno che aveva il migliore amico a cui diceva tutto, Marcelo un po' si avvicinava, parlava benissimo anche con Riky perchè con lui ci parlavano tutti bene, ma siccome era tanto amico anche di Karim non aveva voluto rischiare. Anche perchè era in una situazione davvero complicata col mister.
Invece ne aveva bisogno, si disse concludendo con sorpresa non sapendo comunque cosa potesse fare per lui ora.
Fabio rimase stupito, non si era mai aperto tanto con lui, avevano avuto buoni rapporti ma sempre nella norma. Rimasto interdetto per un po', si lasciò andare ad un'esclamazione spontanea:
- Ne avevi di cose! - Gonzalo arrossì rendendosene conto.
- In effetti sì... - Disse grattandosi imbarazzato la nuca.
Fabio sorrise e si sedette in una cyclette lì davanti, al contrario, per poterlo guardare. Ci pensò facendosi serio, non sapeva cosa poteva dire e rifletté con attenzione.
- Io non so, sai... dall'interno penso di poter sbagliarmi ma... mi pare di piacergli un po' troppo. - Era ansioso mentre glielo chiedeva e Fabio si intenerì. Si strinse nelle spalle e cercò di fare mente locale sulle volte in cui erano insieme, Karim era molto criptico come persona, era difficile capire le sfumature. Si capiva bene solo chi amava e chi odiava, poi c'era una serie numerosa di persone che gli erano indifferenti. Ora, ad esempio, odiava José Mourinho mentre amava Mesut e Sami. Anche Cris e Riky li adorava. Era vero che ultimamente passava più tempo con Gonzalo ma era una cosa di quell'ultimo periodo, poi si era infortunato e non aveva notato niente.
Ma distinguere quella simpatia che lui aveva per Gonzalo era complesso. Forse solo Mesut poteva dirlo, in assoluto il suo migliore amico.
- Dovresti parlare con Mesut, lui saprebbe dirti... - Disse onesto Fabio. Gonzalo si spompò deluso.
- Mesut e Sami sono off limits! Così come Cris e Riky! - Fabio lo guardò interrogativo. - Ci va lui da loro! Non posso andarci anche io. Certo che loro sanno ma non è corretto metterli in mezzo per facilitarmi la vita. Devo capirlo da solo... - Sospirò capendolo. Sicuramente ci aveva sperato in una illuminazione e a Fabio dispiacque non potergli essere d'aiuto.
-Non so... se giocaste insieme potrei dirtelo ma ora che tu fai l'allenamento a parte per il recupero e non vi vedo molto insieme non lo so. Se vuoi posso parlargli ma... - Gonzalo si alzò subito di scatto con le mani avanti.
- No no no per carità! Non fare niente! Non sono tipo che mette in mezzo gli altri, l'avrai capito! È la prima volta che ne parlo con qualcuno. E l'unica penso. - Fabio sentì d'aver sbagliato qualcosa e mordendosi il labbro lo guardò andarsene con le spalle ricurve. Era davvero in difficoltà.
- Ehi! - Lo chiamò per dirgli un'ultima cosa e lo fece senza rifletterci, con un sorriso incoraggiante molto caldo che rischiarò Gonzalo: - non posso dirti che lottare per i tuoi sentimenti sia sempre la cosa giusta, perchè ci sono molte cose da considerare in una guerra, sempre. Però posso dirti questo, anche se è banale è vero. Se sono rose fioriranno. Ci sarà sicuramente qualcosa che ti farà capire qual è la cosa giusta... se lui sia preso o no... vedrai. -
Parole profetiche le sue.
Quando Gonzalo si infilò sotto la doccia, stava respirando leggero.