CAPITOLO IV:
GOAL DI RAPINA

Karim e Gonzalo non si parlarono al mattino, si alzarono ed in perfetto silenzio si prepararono. Karim aveva le proprie cose con Sami e Mesut, quindi dopo essersi lavato, uscì senza proferire parola.
Nemmeno con José si parlò e giocò infatti solo nel secondo tempo.
Non era una punizione, un po' era una motivazione tecnica. Sapendo del suo stato d'animo immaginava non fosse dell'umore per giocare, era un'attenzione nei suoi confronti, non una punizione od una vendetta, ma Karim la percepì tale e le cose con lui peggiorarono esponenzialmente. 
Ormai era convinto che lo stesse punendo e niente gli avrebbe fatto cambiare idea.
Fu così che anche il rapporto, un tempo davvero buono, con Gonzalo, peggiorò e precipitò sempre più.


Se da un lato fra loro le cose non andavano per niente bene, fra Cris e Riky andavano a gonfie vele. Meglio di così si moriva. Con il mister non si era risolto nulla ma Cris sembrava improvvisamente fiducioso ed ottimista e poi faceva il pettegolo come prima di quei problemi che l'avevano visto incupirsi. 
Anche ad altri della squadra andava piuttosto bene, doveva dire... Fabio e Callejon si erano messi sorprendentemente insieme ma con fare molto riservato, Mesut e Sami erano sempre più legati anche a costo di andar contro il mister, Sergio era impossibile da abbattere, Iker vegliava sempre. Insomma, fra alti e bassi si andava avanti. Qualcuno aveva degli alti buoni, altri dei bassi tremendi, ma ci si muoveva.
Nessuno batteva Karim, ad ogni modo. Se a Riky le cose andavano male da un punto di vista professionale, a Karim ci andavano anche da un punto di vista personale. Praticamente la sua vita era a pezzi, ormai, e non voleva sfruttare le amicizie per stare meglio, era una sua fissa. Pensava di rompere le scatole e di dover lasciarli in pace... proprio perchè amici e non si meritavano niente di male!


Il fondo José e Karim lo toccarono quando nel trofeo Barnabeu considerata alla stregua di un'amichevole, aveva fatto giocare titolare Riky e Gonzalo e molti altri riservisti fissi ma non lui. Karim era stato inserito successivamente, come ultima ruota delle ultime ruote. 
Ci aveva messo una pietra sopra ed aveva deciso di seppellirlo ben in profondità, per sempre.
Non poteva andare avanti con lui, proprio non poteva. Non c'era un modo, c'era solo una chiusura. Basta.


Anche Riky aveva ripreso a giocare, con l'Ajax in Champions era stato l'eroe ed il migliore, aveva tirato fuori il suo gioco e dato a tutta la squadra un assetto che in molti avevano preferito a quello delle altre partite. Certamente non riusciva a fare novanta minuti ma la gran parte sì ed era bene. Sembrava che José si fosse convinto e vederlo così sicuro di Riky e contrario verso lui, per Karim era davvero un duro colpo.
Chiuso sempre più in sé stesso, evitò tutti ed arrivata la nazionale poté tirare un respiro di sollievo.
Non ce l'avrebbe fatta a vederlo ancora...
Respirò davvero solo in quelle due settimane ed al ritorno tutto fu come sempre.
Nonostante avesse chiuso e ne fosse convinto, continuava sempre ad aspettarsi qualcosa da li. Non era proprio una speranza di ritorno ma un'aspettativa normale.
"Dopo tutto quello che c'è stato, è finita così e basta?"
A quanto pareva sì.


Il vero problema per Karim si presentò con le camere.
Appena successo tutto era riuscito ad evitare Gonzalo facendo cambio con altri e separando crudelmente coppie fin troppo pazienti, ma al ritorno dalla nazionale, questi non erano stati per niente disposti a sacrificarsi per lui. Specie perchè continuava a piantare il muso a tutti.
Fu così che stufo di sentirli rimbrottare e chiedergli cosa gli succedeva, per non dover rispondere si decise a tornare con Gonzalo. Almeno non gli parlava e poteva stare in pace!


Gonzalo si era convinto di non essere mai stato niente per Karim ed ora meno di sempre pensava che contasse qualcosa.
Prima avevano avuto una bella amicizia, l'aveva stupito con quella dedica sulla maglietta ma poi il comportamento aveva cozzato completamente con quella splendida dimostrazione d'amicizia.
'Mi casa es tu casa' gli era entrata dentro in modo inspiegabile, aveva passato ore a rimirarsi quella scritta sulla sua maglietta. Perchè tanta felicità per una semplice dedica e poi tanta delusione per quell'allontanamento repentino, brusco e sconvolgente?
Gli bruciava.

Oltre a questo c'era un altro pensiero che gli ricorreva di continuo.
In realtà ricorreva ad entrambi quando si pensavano a vicenda. A Gonzalo sempre.
Quella specie di bacio che gli aveva dato.
Era come se avesse una frenesia in quel periodo. Quella di baciare uomini.
Non l'aveva mai fatto, non aveva mai avuto rapporti omosessuali ma vedeva i suoi compagni averne con facilità e si chiedeva cosa fosse lui, come dovesse considerarsi, se ci sarebbe riuscito. Non gli faceva schifo l'idea, era molto curioso di provare. Come se dentro sapesse già di essere predisposto.
Quando aveva perso la testa con José, quella sera, l'aveva baciato.
E poi con Karim la stessa cosa.
Però con Karim era diverso.
Quando pensava a quella specie di bacio ripensava anche alle volte in cui, giocando insieme -pochissime- avevano segnato sostenendosi a vicenda e si erano abbracciati strettissimi. Elettricità pura. Gli era piaciuto abbracciarlo, essere importante per lui, sostenerlo, farlo segnare o segnare grazie a lui. Era salito in alto fra le stelle.
Perchè non potevano giocare altre volte insieme?
Perchè per forza o uno o l'altro?
José aveva questa fissa... e non se la spiegava proprio...
Gonzalo ripensava così di continuo a quei due baci e agli abbracci con Karim e si soffermava molto su di lui. A quel punto, con tutto quel tempo per pensare che si era preso, aveva cominciato a chiedersi se non gli bruciasse tanto l'accusa di Karim proprio perchè in realtà gli piaceva.
Sentirsi dare della 'puttana' non era mai piacevole ma se la persona che te lo diceva era importante, magari, era insopportabile proprio come lo era per lui.
E poi non lo voleva.
Aveva detto che casa loro era la stessa però non lo voleva. Lo considerava un'opportunista doppiogiochista, in pratica. Che gli soffiava l'uomo, per di più, pur di un posto da titolare!
Come poteva pensarlo?
Quando si sistemarono in albergo per poco a Gonzalo non venne un colpo nel vederlo venirgli dietro una volta presa la camera.
- Che diavolo fai? - Disse sorpreso. Era la prima volta che si parlavano dopo quella notte.
Karim alzò lo sguardo buio e lo mutò in feroce, poi a denti stretti, in francese poiché lui lo capiva, rispose:
- Smetto di rompere i coglioni agli altri! - Da quello avrebbe dovuto capire perchè da che non gli parlava più decideva di mettersi in camera con lui!
Gonzalo lo vide avanzare e gli guardò la schiena ampia, indurì la linea delle labbra e sbuffò. Perchè non poteva esprimersi con qualche parola in più?
- Devo indovinare il senso di questa uscita? - Gonzalo l'affiancò e decise per l'ironia.
Karim nemmeno spostò lo sguardo su di lui, lo mantenne duro in avanti.
- No, devi solo lasciarmi in pace! - Aumentò il passo per superarlo ma Gonzalo dopo un altro sguardo esasperato si impuntò e lo raggiunse ancora per parlargli. Continuava anche a guardarlo!
- Senti, ti metti in camera con me e mi dici di lasciarti in pace! Lo capisci che non ha senso? Sei tu quello che mi deve dire qualcosa! -
Aveva ragione il punto era questo.
Karim sbuffò insofferente.
- Senti, non posso separare le altre coppie per i miei fottuti comodi, visto che tu saresti teoricamente il mio compagno di camera, ripristino la cosa e basta! Non c'è niente altro! - E cosa doveva esserci? Magari un modo per far pace?
Gonzalo ci aveva sperato ma si fece bastare quella spiegazione composta da qualche parola in più!
Decise di dargli tregua e seguirlo in camera.
Del resto non sapeva bene nemmeno lui come comportarsi, l'aveva ferito con quelle parole, quella sera. Non poteva scusarsi e spiegare l'equivoco. O forse magari era proprio quello che doveva fare... però restava che Karim pensava quelle brutte cose di lui.
Che poteva giocare da titolare solo se si portava a letto il mister. Questo comunque sottintendeva che anche lui aveva giocato perchè era stato il suo compagno per mesi... più ci pensava più non trovava un'uscita.
In camera continuarono in silenzio ognuno perso nei propri pensieri e quando tornarono ad uscire per la cena con gli altri, si misero in tavoli separati.
Karim con Sami e Mesut parlò della sistemazione che aveva scelto, non voleva rompere le palle agli altri e Gonzalo era il suo legittimo compagno di camera, alla fine...
Gonzalo non proferì parola con nessuno e tenendosi tutto dentro si trovò a spingere un coperchio che ormai si chiudeva a stento...

In camera lo stato d'animo non era dei migliori, anzi.
Il giorno dopo avrebbero giocato e probabilmente avrebbe fatto lui il titolare... si sarebbe attirato delle ire assurde ma non erano tanto quelle a preoccuparlo quanto la consapevolezza che Karim pensava ancora che lui andasse a letto con José.
- Senti, se vuoi andare da José vacci, non me ne fotte un cazzo! - Disse mentre si preparavano per dormire.
A Gonzalo per poco non venne un colpo nel sentirglielo dire e sgranando gli occhi lo guardò come fosse matto.
- E perchè dovrei andare da lui? - Dal punto di vista di Karim era una situazione assurda. Pensava che l'ex di José fosse in camera con l'attuale amante. Non era normale.
La cosa comica era che Karim continuava a credere che José comunque amasse veramente solo Cristiano. Era davvero epica!
- Perchè te lo scopi, no? So bene che le altre volte ci andavi, dai! -
Gonzalo cominciò a ribollire e a torso nudo lo fissò mentre si toglieva i pantaloni della tuta. Nemmeno lo fissava. La strafottenza di Karim era odiosa.
- E come fai a dirlo? Mica eri qua con me! - Karim sbuffò stufo di quel discorso e lo guardò con durezza:
- Andiamo, lo conosco! Ammetto che pensavo di conoscere anche te e che invece mi hai stupito, ma capito come sei e sapendo che vi fate per passatempo, lo so che le altre volte ve la spassavate! - Gonzalo si morse il labbro e lasciò perdere i propri vestiti per gesticolare nervoso verso di lui, voleva cavargli gli occhi!
- Ed invece non hai capito un cazzo! - Ancora quel discorso! Karim andò di nuovo su tutte le furie e buttando i pantaloni a terra con un gesto di stizza disse secco:
- Andiamo, non prendermi per il culo! L'hai detto tu che te lo fai! - Gonzalo voleva raggiungerlo e prenderlo a sberle ma capì che doveva chiarire. Era il momento.
Solo che non sapeva come fare per essere chiaro. Certamente se la sarebbe presa e non avrebbe capito comunque.
- Non hai capito niente invece! Ok, io mi sono espresso male ma non ci sono mai andato a letto! Io quella sera ero fuori di me, arrabbiato e shockato e quando ti ho visto ho pensato in qualche modo a darti la colpa per stare meglio! Pensavo davvero che José non mi usasse perchè tu te lo scopavi e... insomma, non ragionavo ma non ci siamo mai fatti! Cioè, nella foga del momento, nell'ira l'ho baciato ma non è successo altro e soprattutto mai più! - Karim alzò un sopracciglio scettico. Era la spiegazione più idiota che avesse mai sentito.
- Chi ci crederebbe? - Disse spontaneo schernendolo.
- Nessuno! - Ammise Gonzalo ancora preso. - Ma è vero! - Karim rise.
- Ma piantala, non sono idiota! Vi siete fatti! Te lo sei scopato per il posto da titolare! Visto che l'hai ottenuto posso anche dirti ottimo lavoro! Alla fine probabilmente scopi meglio di me dato che continua! Chi l'avrebbe mai detto? Non sembra a guardarti ma devi avere molta sostanza... del resto hai un bel corpo, insomma... sei predisposto per qualche bella scopata fra uomini! - Non sapeva cos'era il tatto e la gentilezza, non gli era mai nata. Karim parlava a ruota libera con l'unico intento di ferirlo perchè così lui si sentiva quando li pensava insieme.
E Gonzalo non ci vide di nuovo più.
Ci aveva provato a spiegargli, non gli aveva creduto ed anzi lo insultava ancora.
Fu così che tornò come quella sera. Come sempre. Quando si sentiva alle strette reagiva male, attaccando nel peggiore dei modi. In quel caso in un modo molto strano... forse per accontentare sé stesso e basta.
Annullò la distanza dicendo basso e penetrante:
- Lo vuoi vedere quanto sono bravo? - Karim fece in tempo a fermarsi e a chiedere di ripetere convinto d'aver capito male, ma quando gli prese la zip della maglia e gli abbassò la cerniera aprendogliela con uno scatto imprevedibile, ci fu poco da fraintendere.
Karim si incupì subito diventando quasi feroce.
- Ne parli sempre, mi pare proprio che sei invidioso, più che geloso... vuoi provare dove mi sei inferiore? Allora ti accontento. - così dicendo, senza per niente pensare tutto quello, fece ciò che avrebbe voluto da giorni.
Gli tolse la maglia facendola scivolare con gesti secchi dalle braccia, gliela lasciò ai polsi e risalì velocissimo sul petto avvolto da una canottiera troppo stretta.
Lo faceva impazzire quella canottiera.
Premette e gli prese il viso prima che Karim potesse ribellarsi, doveva approfittare del suo shock perchè poi sarebbe stato impossibile continuare.
Lo baciò e lo fece con prepotenza e passione. Gli aprì la bocca e si infilò con la lingua. Karim non rispose così uscì sul mento e glielo succhiò.
Karim gli mise le mani ai fianchi per allontanarlo senza successo.
Gonzalo aveva molta forza. Scese con la bocca sul collo e lo morse.
L'altro allora imprecò minacciandolo rabbioso.
- Smettila o ti distruggo! - Gonzalo usò ancora più forza e lo spinse giù, Karim non aspettandoselo si trovò seduto sul letto e l'argentino accucciato davanti gli allargò le gambe nude per poi abbassargli gli slip quel tanto per tirargli fuori l'erezione. Riuscì a fare solo questo perchè Karim gli prese i capelli e tirò alzandolo.
Poi ringhiò furioso.
- Se non la smetti ti prendo a calci! -
Gonzalo rise allo stesso modo in cui prima aveva fatto lui e finì per essere dannatamente sensuale.
- Dai che lo vuoi! Ogni volta vai lì a parare ed è perchè vuoi provare! - Ormai ne era certo, o voleva esserlo.
Le mani libere continuarono l'opera e si mossero sul suo inguine, lo strinsero e andò su e giù mentre Karim aprì la bocca per insultarlo ancora.
La voce gli tremò con un sospiro di mezzo. Non era un respiro. Era un sospiro.
- Piantala subito! -
Gonzalo sogghignò con una luce di follia insolita.
- Lo vedi che ti piace? Era questo che volevi.. - Karim allentò la presa involontariamente ai capelli e Gonzalo si liberò scendendo col capo fra le gambe. Sostituì la lingua alla mano e lo leccò sulla punta per poi scendere su tutta la sua lunghezza. Cominciava ad eccitarsi, lo sentiva duro sotto il palmo.
L'avvolse con le labbra e lo mise tutto in bocca. Lo succhiò e Karim si sconnesse.
Fu una cosa strana.
Gonzalo cominciò a pompare con energia e foga e per un momento Karim chiuse gli occhi e pensò che fosse José.
E si rilassò lasciandolo fare.
Fu un momento. Poi si ricordò che si erano lasciati, ma ormai l'eccitazione era salita molto e gli piaceva, stava già godendo e sospirando. Si appoggiava con le mani dietro di sé e teneva le gambe ben larghe per dargli tutto l'accesso possibile.
Lo vide con gli occhi a fessura, perso in quel piacere elettrizzante e sconvolgente.
Era Gonzalo, non José.
Cosa gli stava facendo?
Gli stava facendo un pompino, ecco cosa!
Come osava?
Osava... per umiliarlo o provocarlo o non sapeva più... gli stava dimostrando qualcosa ma cosa?
La nebbia lo invase specie quando la sua mano si mosse da sola e andò sulla sua nuca ad accompagnargli i movimenti con ancor più forza.
Fino a che completamente preso da lui gemette un lungo e roco 'oui' che mandò in estasi anche Gonzalo.
Gonzalo che intanto aveva cominciato a soddisfarsi da solo con la sua stessa mano fra le gambe.
Si era tirato fuori un'erezione che non stava più dentro ai pantaloni e si era mosso allo stesso ritmo della propria bocca.
Così sentendolo parlare in francese e chiamarne ancora, sentì l'orgasmo vicino e dovette separarsi dal suo membro. Non si controllò, stava godendo anche lui, aveva bisogno di abbandonarsi e si lasciò cadere all'indietro, seduto per terra davanti a lui.
Karim aprì gli occhi e lo vide che si masturbava e così finì il lavoro da solo.
Si prese il suo sesso ormai bagnato della sua saliva ed eccitato e continuò e continuò guardandolo fare la stessa cosa, ai suoi piedi.
Fu sconvolgente.
Sconvolgente e splendido nonché dannatamente liberatore in un modo impensato.
Raggiunsero l'orgasmo insieme anche se ognuno nella propria mano.
Ma vennero e si dimenticarono di tutto, anche di loro stessi e di essere in lite.
Ansimarono a lungo prima di togliersi le mani di dosso, guardarsi, rendersi conto di come erano e di coprirsi.
Poi, sempre col fiatone ed eccitati ed una sorta di pace dei sensi pazzesca, si guardarono sorpresi senza capire come avessero potuto.
Gonzalo andò nel panico, l'aveva fatto di nuovo... non si era controllato...
Karim invece non sapeva proprio cosa dire e cosa fare, a quel punto.
- Sentì... dormiamo... - Non aveva la minima idea di cosa dire o fare, aveva bisogno di pensare, di dormire, di staccarsi totalmente da tutto quello.
Gonzalo colse la palla al balzo e decise per una volta di accontentarlo. Quindi si alzò, pulì in fretta per terra dove avevano sporcato ed andò in bagno a rinfrescarsi. Quando tornò Karim era immerso sotto le coperte e girato dall'altra parte.
Sospirò insicuro.
Come doveva interpretare tutto quello?
Era positivo o negativo?
Avevano avuto un orgasmo guardandosi... forse era un passo in avanti?
Aveva provato a spiegarsi ma poi aveva peggiorato tutto, però aveva ottenuto un po' di vera intimità con lui. Forse ci poteva lavorare su in qualche modo.
Forse.
Doveva pensare. Doveva riflettere. Doveva vederci bene.