NUOVO NON E' BRUTTO

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CAPITOLO I:
L'ULTIMO ALLENAMENTO

Per Cris era stata molto dura affrontare l'ultimo allenamento insieme.
Dalla risolutezza con cui Riky stava portando avanti la situazione, era abbastanza certo che alla fine sarebbe andato via davvero, che questa era la volta buona.
Per cui anche se nel suo cuore sperava che qualcuno facesse saltare tutto e lui restasse e si ricredesse sull'avere posto e l'essere all'altezza del Real, sapeva che doveva arrendersi e abituarsi.
Quando prima di cominciare si erano riuniti tutti intorno a lui e Carlo aveva detto che Riky aveva una cosa importante da dire, il suo cuore aveva cominciato a battere così forte che aveva pensato di avere un infarto.
Quando cominciò a parlare lo stomaco si contorse dandogli la nausea, resistette e a poca distanza da lui lo guardò e lo ascoltò, si impresse bene ogni istante, ogni parola, ogni respiro, ogni battito di ciglia.
Riky era molto sereno e risoluto, ringraziava tutti dal profondo del suo cuore ma spiegava che sarebbe stato l'ultimo allenamento insieme.
Si era trovato bene con tutti, adorava tutti dal primo all'ultimo, ma per poter raggiungere il suo obiettivo finale calcistico, il mondiale del 2014, doveva assolutamente giocare con più regolarità ed in un club così fornito di campioni titolari era cosciente che non era possibile. Era una questione obiettiva. Non meritava di giocare più di altri e siccome i posti erano pochi e i giocatori troppi, doveva pensare al proprio bene.
Ed al bene della squadra che si ritrovava in esubero di titolari. Serviva spazio, uno spazio che non c'era. Così lui era disposto a darlo.
Non disse che era convinto di non poter più raggiungere il livello voluto dal Real, che aveva paura di deludere tutti.
Non disse nulla di quello. Però li ringraziò e siccome Riky aveva chiesto a Carlo di non renderla commovente e di farli correre prima di un abbraccio di gruppo, quando lo guardò questi fischiò e ordinò di cominciare coi giri di campo.
Cris stava sempre peggio.
L'ultima corsa con lui?
L'ultimo allenamento?
Perchè doveva far così male?
Non era possibile... non era giusto.
Dopotutto non si stavano lasciando, si sarebbero visti e sentiti. Prima di unirsi al Madrid erano amici, erano complici di un rapporto nato diversi anni prima senza mai giocare insieme.
Ora sarebbero tornati a quella volta con la differenza che erano fidanzati e quindi avrebbero fatto di tutto per vedersi di più.
Stava già trattando per un jet, in un'oretta o poco più poteva essere a Milano.
Non aveva idea se fosse stato Milano o Londra. Anche a Londra andava bene.
Si obbligava a non pensarci, però era normale che se andava al Manchester United, lui avrebbe potuto raggiungerlo con un po' di fortuna. Magari a Gennaio o a Giugno.
Stare insieme ancora un pochino.
Cris era ossessionato da quest'idea, però sapeva che era più Milan che altro. Era la squadra che Riky voleva.
Comunque non sarebbe cambiato il piano.
Sapeva anche che lì senza Riky non sarebbe stata la stessa cosa, sarebbe voluto andare via presto, si conosceva, ne era cosciente. Stare nel posto in cui aveva amato e vissuto la storia più importante della sua vita senza di lui? Senza il suo amore?
Come poteva farcela?
Almeno cambiare aria lo obbligava a non avere più quei ricordi... i ricordi di quando al mattino era spesso nel suo letto, quando poteva. O i ricordi di quando lo incontrava uscendo di casa perchè era vicino a lui. O i ricordi in cui si trovavano al club e si baciavano. O i ricordi in cui erano a correre insieme e parlavano come ci fossero sempre mille cose da dirsi che non potevano aspettare. Passare tutto il tempo a parlare e parlare come non ne avessero mai abbastanza. Ridere insieme, scherzare anche con gli altri del gruppo... e poi andare via insieme, passare il resto della giornata insieme.
Quando Carol e la famiglia era a casa ovviamente il tempo diminuiva, ma spesso lei stava molto in Brasile, per cui Riky era suo e solo suo.
Si prendeva il proprio piccolo cucciolo e passava il tempo con l'altro cucciolo grande.
Erano giornate tranquille e trascorrevano tutte uguali, serene, dolci.
Non sarebbe più stato così.
Avrebbe dovuto andare al jet, volare per un'ora o poco più, raggiungerlo e passare il tempo da subito dopo gli allenamenti a subito prima quelli successivi del giorno dopo. E poi godere nei giorni di riposo. Assorbire tutte le vacanze.
I pieni c'erano.
E quando non poteva raggiungerlo usare il telefono, il computer e i loro giochi erotici.
Ce la potevano fare ovviamente... era solo un cambiamento nel vivere il loro rapporto, andava bene lo stesso.
Però sul momento era tragico, era duro. Era duro da digerire.
La mano di Iker si posò sulla sua schiena mentre si allontanavano dal campo dopo aver concluso l'ultimo allenamento con Riky.
- Sarà dura solo i primi tempi, poi ti abituerai a questo nuovo vivervi e ti piacerà... riuscirai a goder di lui in modo diverso e ti piacerà. In un certo senso godrai di più! - Normalmente avrebbe fatto una battuta sconcia, ma in quel momento il suo umore rasentava l'erba per terra.
Sospirò e scosse il capo senza la forza di guardarlo.
- Preferivo dovermi abituare il più tardi possibile. Non dopo essermi illuso che il calvario fosse finito! -
Iker non sapeva come aiutarlo, sapeva che nessuno avrebbe potuto, per cui gli spettinò i capelli che comunque rimasero perfetti sotto il gel, e lo superò negli spogliatoi.
Riky si era trattenuto a parlare con Carlo e Zinedine per dirgli che se i piani fossero andati storti, si sarebbero rivisti lì dentro mentre al contrario sarebbe stato l'ultimo allenamento insieme. Così li abbracciò, gli chiesero ancora una volta se ne fosse sicuro, Riky disse di sì molto calmo e a Carlo, nell'abbracciarlo, gli vennero gli occhi lucidi. Più forte fu Zinedine, il quale comunque era meno coinvolto.

Cris era appena uscito dalla doccia quando Riky arrivò, ma nessuno se ne era andato, erano rimasti tutti ad aspettarlo per abbracciarlo a turno e dirgli che gli dispiaceva.
Riky era sentimentale ed emotivo e sapeva di finire in lacrime nel fare ciò, aveva sperato di evitarlo.
Però onestamente poteva?
Uno ad uno lo strinsero, da quelli che conosceva di meno a quelli che conosceva di più.
- Sai che non basterà, vero? Che ci saranno altri che manderanno via... - Disse duramente Mesut il quale sapeva dell'aria di trasferimento per lui.
Riky strinse le spalle sorridendo.
- Lo so ma io la mia parte la sto facendo. È sia per voi che per me. Anche se risparmio la partenza ad uno solo e gli altri cinque vanno lo stesso, almeno quell'uno sta dove vuole stare. - Riky guardò automaticamente Karim senza farlo di proposito, era vicino ed aveva sentito la sua frase.
Non ci voleva un genio per capire che Carlo inseriva in campo o lui o Riky perchè i suoi schemi erano fatti così. Se usava Karim giocava con il tridente, se usava Riky giocava con le due ali senza punta ed un trequartista dietro le ali. Era quello il suo schema.
Quindi Riky per Karim. Sia Mesut che Karim lo capirono e Mesut tornò ad abbracciare Riky.
- Gli vuoi così bene? - Riky strinse le spalle.
- Non è per lui, è una cosa che si aggiunge. Ma è vero che siamo troppi a meritare il posto ed io forse non tornerò più al livello da Real Madrid. Anche se migliorerò. Per cui è giusto così. Però vedendola in quest'ottica sì, sto aiutando lui. E gli voglio bene. Sono contento se lui resterà perchè io vado via. -
Mesut era convinto che nessuno potesse essere veramente così altruista, però sapeva che al di là dell'amore c'erano dei rapporti d'amicizia così forti da permettere a certe persone così altruiste e buone come lui, di farlo. Un piccolo sacrificio.
Sicuramente non era solo quello, ma era un incentivo.
Quando toccò a Karim lo abbracciò, tutti avevano detto qualcosa ma lui non riusciva a dire nulla, aveva il broncio e lo fissava con aria torva.
Dopo aver sentito Riky in cerchio, aveva chiesto a Zinedine se fosse vero e se se ne sarebbe andato davvero.
Non gli parlava da giorni perchè ci aveva litigato.
Ci riparlava ora per chiedergli di Riky.
Era il suo modo di ammettere che era sconvolto, ma dalla sua espressione si capiva. Era ancora incredulo nella sua cupezza.
- Ci pensavo da molto al di là di te, Karim. Però quando ho realizzato a chi avrei lasciato il posto, ho capito che, conoscendo Carlo, l'avrei lasciato a te. Quindi sono contento. Ma me ne vado per lasciare spazio in generale e per non deludere nessuna aspettativa. Devo avere più sicurezza di giocare. Qua siamo in troppi che vogliono la stessa cosa ed è impossibile che tutti possano accontentarsi. Anche se io torno ad un buon livello, non cambia la cosa. Siamo lo stesso in troppi e la matematica vuole che comunque io non possa giocare quanto desidero. Punto al mondiale, Karim, ed ho solo questo anno per arrivarci. -
Sperava d'averlo convinto ma non era molto sicuro.
Ancora era rigido fra le sue braccia e non diceva niente ma lo stringeva.
Così Riky appoggiò la testa alla sua e mormorò:
- Vieni domenica? - Karim alzò un sopracciglio e si staccò per guardarlo.
- Dove? -
- Io ed Irina abbiamo convinto Cris a fare un barbecue a casa sua dopo la partita... - Karim si irrigidì:
- L'addio a te? - Riky arricciò il naso.
- Se tutto va come deve andare sì, altrimenti è solo una grigliata fra amici e basta! Ci vieni? -
Karim annuì.
- Ovvio che sì! -
Avrebbe cercato di risollevarlo in quel giorno. Aveva ancora un po' di tempo.
Con Iker però non fu così bravo perchè fece il primo piantino. Ne avrebbe fatto un altro domenica pomeriggio a casa di Cris.
Era legatissimo ad Iker, era qualcosa di incredibile il sentimento nato con lui perchè non c'era attrazione, amore o quant'altro dietro, come con Cris. Era un puro e semplice sentimento d'affetto che superava però quello che provava verso molti altri.
Iker adorava Riky, si rivedeva in lui i primi anni, poi lui si era un po' complicato nello stare con David e far funzionare quella storia difficile, però Riky anche se era maturato molto ed era diverso a sua volta dai primi anni, era rimasto fondamentalmente lui.
Iker non riusciva a vedere quanto anche lui stesso fosse così.
Non si dissero nulla, avevano abbondantemente parlato perchè Riky si era confidato con lui appena aveva cominciato a pensarci.
Si abbracciarono e Iker gli baciò la guancia dolcemente. Riky così partì a piangere e quando l'altro capì che stava piangendo, fece la stessa cosa.
Senza bisogno di dirsi nulla.
Era stato bene con loro, benissimo.
Ma con lui era stato speciale.
Alla fine con Cris si sarebbero visti e sentiti ed il rapporto non si sarebbe perso ma rafforzato, però con gli altri era realistico pensare che il tutto si sarebbe un po' lasciato andare. Concentrare tutte le proprie forze nel tempo libero per vedere Cris toglieva ovviamente quello per gli amici, ma quelli speciali li avrebbe visti ancora. Sentiti almeno.
Poi vedeva Andriy che da quando aveva finito di giocare a calcio era più il tempo che passava in giro a trovare amici, club e chiunque volesse, che a casa. Andriy forse non aveva una casa. David idem.
Sicuramente quando avrebbe finito di giocare, avrebbe fatto la stessa cosa e lontano dai fotografi avrebbe potuto fare quel che voleva, quanto voleva, senza dover diventare matto a nascondersi e mascherarsi.
Però mancavano ancora degli anni per arrivare a quello stato.
Nel frattempo si sarebbe prodigato per far tutto e non lasciare nessuno indietro. In effetti non avrebbe avuto nemmeno tempo per deprimersi e piangersi addosso, avrebbe passato ogni minuto ad amministrare le proprie ore libere per vedere e sentire tutti e non deludere nessuno.
Iker e Karim li doveva vedere e sentire ancora. Così come Marcelo, Pepe e Fabio. Cris ogni tanto avrebbe dovuto organizzare qualcosa con loro, doveva arrendersi.
Pensò di parlargliene subito e quando finalmente poté entrare a farsi l'ultima doccia del club, all'uscita trovò Cris ad aspettarlo. Non c'era nessuno, era un gran silenzio.
Cris aveva le gambe allungate davanti a sé ed era seduto in punta sulla panca, le spalle appoggiate dietro, le braccia conserte e l'aria imbronciata, pensierosa.
Riky ebbe un deja vu con uno dei primi giorni lì dentro. Non il primo, però era il primo ricordo che aveva di lui effettivo.
Un giorno era rimasto ultimo per una serie di motivi, così si era lavato e quando era uscito l'aveva trovato ad aspettarlo lì in quella posizione, con quella faccia.
Aveva sorriso sorpreso e gli aveva chiesto cosa ci facesse ancora lì, lui aveva alzato le spalle e semplicemente aveva detto che lo aspettava.
Era stata la prima volta che erano rimasti soli lì dentro e Cris l'aveva fissato in silenzio mentre si cambiava, proprio come ora. L'aveva assorbito con sguardo bruciante fino a farlo sentire gelatina ed eccitarsi.
Ora lo sguardo era malinconico, ma lo fissava ancora mentre si spogliava e asciugava per rivestirsi.
Quella volta poi Riky si era dovuto avvicinare perchè Cris si era messo ad aspettarlo vicino al suo borsone. Fece altrettanto.
Aveva preso il cambio pulito, si era tolto l'asciugamano e Cris l'aveva guardato nelle parti intime in modo così sfacciato da togliergli il fiato. Riky aveva esitato di riflesso senza sapere perchè, poi Cris si era leccato le labbra e Riky aveva sentito caldo lì sotto, si era guardato preoccupato e si era affrettato a mettersi i boxer. Cris aveva riso come uno scemo. Aveva riso di lui e del suo imbarazzo.
Riky non aveva avuto idea del perchè e di cosa stesse accadendo però Cris sì e gli aveva detto che si erano visti nudi molte volte, di non imbarazzarsi.
Riky aveva squittito che non era imbarazzato ma che lui l'aveva guardato in modo strano.
Cris si era alzato e gli era andato dietro fino a sfiorarlo col petto e gli aveva detto 'come questo?' e Riky si era girato per vederlo. Si erano quasi baciati, Cris era rimasto vicino così com'era. Riky era indietreggiato rimanendo comunque troppo vicino e l'altro aveva sorriso malizioso al suo sussurrato 'sì'.
'E' uno sguardo che apprezza...' Riky non aveva avuto il coraggio di dire nulla. In silenzio si era rivestito e se ne era andato con le palpitazioni a mille.
Riky ora si infilò i boxer e sorrise ricordandolo. Cris non rammentando la stessa cosa, lo guardò e gli chiese cosa avesse.
- Ricordavo quella volta di 4 anni fa che eravamo rimasti soli negli spogliatoi... e che tu mi hai guardato in quel modo... - Cris ricordò subito e sogghignò.
- Quando ci ho provato seriamente con te la prima volta e tu sei scappato a gambe levate con un'erezione bella evidente fra le gambe? - Riky gettò la testa all'indietro lasciando perdere i pantaloni, poi lo puntò col dito.
- Ma sentilo! Mi stavi per saltare addosso! Mi hai guardato... ma ti ricordi come mi hai guardato? - Cris lo ricordava bene, infatti si alzò e si mise nella stessa posizione di quella volta.
Attaccato a lui.
- Ero alle tue spalle, tu ti sei voltato e ti ho fatto questa faccia. - Mormorò imitando la sua tipica espressione lussuriosa.
Riky annuì senza spegnere il sorrisino divertito. Gli occhi gli brillavano mentre quella volta erano terrorizzati.
- Mi guardavi sempre così! - Cris inarcò le sopracciglia sorpreso e gli mise le mani sui fianchi, Riky si lasciò attirare a lui del tutto lasciando giù i pantaloni.
- Ora non lo faccio più? - Riky sorrise ancora senza staccare gli occhi dai suoi.
- Ora il tuo sguardo è diverso... -
- E come? - Cris ora era curioso.
- Prima mi desideravi, mi volevi, mi seducevi, mi mangiavi con gli occhi. C'era elettricità in ogni cosa che facevamo, anche quando mi carezzavi i capelli. -
- Ora? -
- Ora c'è complicità, consapevolezza, amore, dolcezza, maturità. Quella volta mi desideravi perchè non ero ancora tuo e quando lo sono diventato pensavi che potessi scapparti. Ora sai che sono tuo e lo sarò per sempre in ogni caso. Per cui sei sereno, sei rilassato. Prima volevi fossi tuo e lo fossi sempre. Ora sai che lo sono. È uno sguardo diverso. -
Cris ci rifletté, non ci aveva mai pensato e passò qualche istante a perdersi nel suo che era come diceva lui. Maturo, consapevole, dolce e complice. C'era un amore che i primi tempi di certo non c'era stato.
- E poi? Poi quando non vivremo più insieme che sguardo sarà? - Chiese piano e suadente ma con un pizzico di malinconia. Riky si strofinò le labbra e si fece più serio pensandoci. Poi rispose.
- Sarà tutti e due. Ci desidereremo come i primi tempi ma saremo complici e consapevoli perchè sapremo che siamo uno dell'altro e lo saremo sempre. Però avremo voglia, voglia di noi, di tutto, come se fossero sempre delle prime volte. Saranno sguardi preziosi. Ci guarderemo come quella cosa rara mai avuta prima fra le mani, da non perdersi per niente al mondo. -
Cris fu soddisfatto di questo quadro che riuscì ad immaginare e si sentì più leggero.
Come sempre era il solo ad avere quel potere.
- Mm... mi piace... - Disse quindi con un sorrisino compiaciuto.
Quando lo baciò pensò per un attimo che sarebbe stato l'ultimo lì e pensò al primo sempre lì dentro.
Un'altra volta che erano rimasti soli, Cris aveva fatto in modo di fare la doccia con lui da solo. Si era prodigato molto per riuscirci. Era stato proprio bravo. L'aveva sedotto lavandosi sotto la doccia, a Riky era venuta di nuovo l'erezione, aveva fatto per scappare imbarazzato, lui l'aveva inseguito, l'aveva preso per il braccio e l'aveva fermato girandolo dicendogli che andava tutto bene e che erano cose normali. Riky spaventato aveva cercato di sfuggirgli e non lo guardava mentre rispondeva che non erano normali. E Cris, in risposta, con dolcezza e sensualità aveva rafforzato la presa sul braccio e l'aveva attirato a sé, i corpi caldi e bagnati erano scivolati uno sull'altro, Riky era quasi svenuto ed era stato peggio quando con l'altra mano gli aveva alzato il viso fino a guardarlo.
Il suo sguardo era come l'aveva descritto prima.
Pieno di desiderio bruciante.
Riky si era sciolto.
'Può non essere normale, può essere nuovo, ma è bellissimo...' e l'aveva baciato. Riky sconvolto non aveva reagito subito ma poco dopo la sua lingua si era mossa nella sua bocca con dolcezza e timidezza. E poi era stato suo del tutto, si era fatto gestire completamente fino a che, le mani di Cris, erano scese ai fianchi e sull'inguine e l'avevano fatto venire.
Riky era morto di vergogna, si era vestito in fretta ed era scappato.
Tempo di record.
Quel ricordo percorse le menti di entrambi e si sorrisero per poi darsi i sapori con amore, cogliere quell'ultimo bacio lì dentro con una sensazione nuova. Quella che comunque il prossimo bacio sarebbe stato diverso,
“Ma bellissimo lo stesso...” Si citò Cris da solo.
Era vero. Era così sempre per tutte le novità, si aveva paura per questo, però poi quanto ti arrendevi capivi quanto scemo eri stato.
Era solo un'altra fase della loro vita. Quanto era cambiato per Riky in quattro anni? Per poter essere degno di lui. Quanto?
Tantissimo.
Adesso era pronto per una nuova fase ed un nuovo sé stesso, la fase successiva.
Sapeva che se era per Riky e con Riky sarebbe andato tutto bene.
In quel bacio, Cris lasciò andare la speranza di stare in qualche assurdo modo insieme al Manchester United.
Non contava dove e come, contava che sarebbe comunque stato. In qualsiasi modo.
Ed ora ne era certo.
Poteva farcela.
Solo la prima partita da solo sarebbe stata difficile.
Il primo allenamento da solo.
Il primo tornare a casa da solo e non averlo lì ma doverlo chiamare con skype od il telefono.
Solo il primo sesso virtuale e telefonico.
Le prime cose diverse da prima.
Ma poi sarebbero state eccitanti e belle.
Era così e basta.