CAPITOLO C:
OLTRE QUELLO CHE SI ERA

"E' come se mi staccassero i fili e il mondo sparisse.
La vedo e non ci credo, il cervello si sconnette e affondo le unghie nella schiena di Cris che stringo convulsamente, gli faccio male, si lamenta e così mi rendo conto che siamo nella realtà.
Non è uno dei miei incubi. Avevo sognato questo momento, proprio così come si è verificato.
Sono stato sciocco a stare qua con lui.
Carol è sulla porta e ci guarda gelida, immobile, di pietra.
Sembra una statua, ha la carrozzina dietro di sé, ma non fa un passo avanti od indietro ed ora ecco qua.
Ora ecco qua la resa dei conti.
Ci siamo, Riky.
Tutto quello da cui sei scappato è riassunto in questo istante.
Ma è vero che non lo volevi?
È vero che speravi non succedesse mai o in cuor tuo l'attendevi speranzoso?
Perchè così ti si toglie dall'impaccio, no?
Cris si scioglie, è il primo a reagire. Fosse per me rimarrei così immobile per sempre a rifiutare la realtà dei fatti.
Ma la realtà è che Carol è arrivata e ci ha beccato in pieno a fare l'amore.
Quando si alza e si infila i boxer veloce, mi rendo conto che siamo macchiati, così mi pulisco in fretta con la maglietta e la do a lui che faccia altrettanto, lui invece mi dà i miei boxer ma non riesco a metterli, tremo tutto come un matto, non ho le mani ferme, non li posso raddrizzare. Così lo fa Cris.
È fermo. È molto fermo. Me li mette in mano aperti come li devo infilare e questo è anche peggio, perchè Carol sta vedendo quanto io dipenda da lui.
Ma è così, non ci posso fare nulla. Alla fine in qualche modo doveva venire fuori e penso che non c'era un modo migliore dell'altro. Certo questo è atroce.
Mi dà anche i pantaloni, sempre aperti e alla dritta. Li infilo, ma tremo e non riesco ad allacciare il bottone, così lo lascio aperto. Non posso mettermi la maglietta perchè è quella con cui ci siamo puliti dallo sperma.
Dio mio, adesso cosa faccio?
Sono nel panico più completo, non mi ero mai immaginato una cosa simile. La sognavo ed era sempre un disastro, ma ragionarci lucidamente su cosa le avrei detto no... non so, non riesco a capire cosa vada detto, come la debba affrontare. Non ne ho idea proprio.
Cris è vestito, ma non se ne va, si fa in parte, guarda entrambi e col suo sguardo serio, incoraggiante e di chi sa quanto sia dura e delicata la situazione, aspetta.
Non mi lascerebbe mai solo ora, nemmeno se lo volesse Carol.
La guardo, è ancora ferma sulla porta, la bambina è fuori.
- Carol... - Ma cosa diavolo si dice in questi casi?
Cosa?
Non ho la più pallida idea.
Dio, aiutami, so che forse non lo merito però dammi solo la forza di trovare le parole giuste.
Lei si riscuote ed entra, cammina e si muove così lentamente che fa impressione.
Chiude la porta con delicatezza e si fa più avanti, ha gli occhi grandi e sbarrati, la mascella contratta.
Non doveva tornare oggi, non doveva.
Avevamo ancora qualche giorno.
Perchè è qua?
- E così è questo il motivo per cui non mi ami. - Dice finalmente. Non so se sia un bene che parli così calma, come se dicesse che oggi il cielo è bello.
È molto cauta, si sforza di non fare una piazzata isterica.
Non riesco a penetrare la sua mente, non riesco a capire cosa prova. Non reagisce. Mi fissa ed io fisso lei e accanto a noi Cris aspetta.
Cosa devo dire?
Cosa?
Non lo so proprio.
Alla fine abbasso la testa e penso che dopotutto non ci sia molto fra cui scegliere.
- Mi dispiace, Carol. - Rigida e sempre con una lentezza che ho visto solo nei film quando rallentano l'immagine per i momenti tragici, si fa avanti fino ad un passo da me. Sembra che non se la stia prendendo, ma questo è il preludio ad uno scoppio, me lo sento.
Il cuore martella e mi assorda, lo stomaco si contrae e sto per vomitare, ma mi sforzo e mi trattengo.
- Da quanto va avanti? - E' una bella domanda. Ci penso mentre mi fisso i piedi nudi.
Ufficialmente ci siamo messi insieme dall'estate del 2009, nel ritiro col Real. Però ci siamo scambiati le prime serie promesse da fidanzati quest'inverno.
Ma se devi dire le cose come stanno, Riky, sii uomo e fallo come si deve.
Prendo un profondo respiro, stringo i pugni e tendo i muscoli, poi facendo violenza su di me alzo la testa completamente e le rispondo piano, cauto, come ha parlato lei stessa.
- Ci siamo messi insieme col primo ritiro del Real, ad Agosto del 2009. Abbiamo stretto il rapporto sul serio quest'inverno. Ma ci siamo innamorati nella premiazione dove ho vinto il premio della Fifa. Erano i primi di gennaio del 2008. -
A questo punto, livida, cadaverica, contratta e rigida, con gli occhi pieni di lacrime, ma senza nemmeno una smorfia o qualche inclinazione che indichi quanto furiosa o quanto male stia, mi tira uno schiaffo fortissimo e poi con la stessa mano si copre la bocca e lascia che le lacrime escano.
Isabella si mette a piangere, nemmeno sentisse che i suoi genitori stanno rompendo.
Ora so cosa succederà e devo affrontarlo da uomo. Questo era il minimo. Pensavo in qualche scenata, ma non sarebbe da lei. Così composta e trattenuta che fa quello che gli altri si aspettano, quello che vogliono vedere.
Non la tocco perchè so che sarebbe peggio.
Ancora calmo e con un tono di voce basso, mormoro facendomi forza, senza vacillare, prendendomi sorprendentemente tutte le mie responsabilità come, dopotutto, non vedevo l'ora di poter fare.
È una liberazione, non lo posso negare.
È come se l'ultimo peso se ne andasse. Ed era un peso enorme. Mi dispiace che così lei stia male, però è andato tutto da sé.
- Io lo amo, Carol. Ho provato a fare la cosa giusta, non l'ho cercato. Non ho cercato niente. Però le cose si sono sempre messe da sole in un modo che... alla fine non sono più riuscito a continuare a combattere ciò che provavo per lui. Lo amo così tanto che sono disposto ad affrontare il mondo intero, se necessario. Però ti ho sposato in buona fede, credendo di conoscere il vero amore. Mi dispiace, Carol. Non sai quanto. Saremo comunque sempre sposati agli occhi di Dio, però la mia natura è omosessuale e mi ha portato ad amare Cris, su questo non esistono dubbi. Dio mi ha fatto così. Non posso andare contro la mia natura. Accetterò qualunque scelta farai. Se mi lascerai e dirai al mondo la verità, affronterò le conseguenze. Sono disposto anche a questo. Solo... non dubitare che mi dispiaccia. -
Lei non mi guarda, è di spalle a me e a Cris e vedo la sua schiena scuotersi, sta davvero male.
Mi dispiace, mi dispiace enormemente, però cominciare a dirlo mi ha come tolto un blocco, il panico è scemato e sentivo dentro di me che dopo anni io stavo facendo la cosa giusta.
- Ero incinta di Luca e tu ti innamoravi di lui... - Mormora solamente fra i singhiozzi non riuscendo a dire altro.
Non voglio che stia così, non voglio. Ma c'era un modo per fare la cosa giusta senza farla soffrire?
No.
Se continuavo a nasconderle tutto sarebbe stato sbagliato, ma non soffriva.
Dirglielo era giusto, ma l'ha fatta soffrire.
Dopotutto è Dio che ha scelto mandandola qua in questo preciso istante proprio ora. Lei doveva tornare fra qualche giorno, non mi ha mai fatto sorprese di questo tipo.
Posso solo pensare che, anche se ora sta male, questa sia la volontà di Dio.
Così l'accetto e la seguo, come ho sempre fatto con ogni cosa, anche quando mi ha messo Cris sul mio cammino in quel modo così incredibile e pazzesco.
- Quando starai bene e se lo vorrai, ti racconterò tutto, ogni cosa. Tutto ciò che vorrai sapere. Accetterò la tua decisione qualunque essa sia. Penso che ora tu preferisca rimanere sola. Sono da Cris, chiamami quando vuoi. E fallo anche per farmi sapere come stai, quando va meglio. -
Non posso non essere preoccupato. Mi dispiace, ovviamente. Però è questo il mio modo di affrontare le cose. Anzi, il nostro.
Niente sceneggiate, non saremmo stati noi.
Cris forse al mio posto avrebbe fatto cose esagerate, chi lo sa.
Io non potevo che dirle la verità con calma, perchè era da tanto che volevo farlo.
Mi chino e bacio Isabella che si calma sentendomi, poi la lascio, prendo un'altra maglietta, mi infilo le scarpe, prendo il borsone di calcio ed alcune quattro cose indispensabili come telefono e caricabatteria e vado via con Cris, silenzioso, in punta di piedi.
Forse se l'avessi affrontata da solo non avrei trovato le parole giuste, il mio panico sarebbe durato di più. Ma averlo lì mi ha ricordato come stavano le cose, quello che dovevo dire.
Non so come dovrei sentirmi, ma so che per la prima volta non mi sento la persona peggiore del mondo.
Sono leggero, forse è peccato, ma è così.
Adesso ho affrontato tutti i miei fantasmi. Dal primo all'ultimo. Non me ne restano altri.
A casa di Cris torno a tremare come una foglia rendendomi conto di cosa è appena successo, come se fossi uscito dalla trance. Lui mi vede e mi prende in tempo prima che le ginocchia mi si pieghino. Mi abbraccia, mi sorregge e mi stringe forte baciandomi la testa. Non dice altro. Sta solo con me così. Solo così.
- Sono orgoglioso di te, amore. - Questo lo sussurra dopo un tempo infinito passato a stringermi e non ho nemmeno idea se io abbia pianto o meno.
Penso di essere sotto shock.
Però queste sue parole mi fanno tornare. In qualche modo è sempre lui a riportarmi alla realtà. È sempre lui la mia via.
La chiave di tutto.
Non potrei vivere senza di lui. Posso vivere senza ogni altra cosa, ma non senza di lui.
- Stammi vicino. - Mormoro come quando sto male e sono confuso.
- Sempre. - Risponde lui piano, allo stesso modo.

Quello che mi chiedo è con che coraggio sono qua sul letto con Cris, abbracciato e nudo, stretto a lui.
Si occupa di me e non mi forza a fare nulla, nemmeno a parlare o a reagire. Mi lascia i miei tempi ed io resto così, incantato a fissare il muro, con la testa sul suo petto, la fronte contro il suo collo.
Non mi capacito di quel che è successo, volevo dirglielo io al momento giusto, ma dopotutto quel momento non sarebbe mai arrivato. Ci sarebbe sempre stato un motivo per evitarlo.
- Non penso che mi sarei mai deciso, per cui Dio ha fatto la cosa migliore al posto mio. - Alla fine mi rispondo così ed ho quasi sollievo nell'ammetterlo a voce, Cris mi sta carezzando lentamente la schiena con le dita leggere. Abbiamo fatto l'amore e mi ha fatto sentire amato, ho sentito tutto quel che prova e che provo per lui, come se mi ricordasse perchè è successo.
L'avevamo fatto prima, ma ho avuto bisogno di rifarlo, di sentirlo meglio.
Poi una doccia, poi il letto ed ora noi, solo semplicemente noi, silenziosi.
Il telefono è acceso e vicino, ma non suona, penso non suonerà. Vorrei sapere come sta, ma non so come fare, non posso invaderla.
- Lo credo anche io. - Dice Cris concorde.
- Pensi che mi lascerà? - Si stringe nelle spalle.
- La conosci meglio di me, lo farà? - Ci penso per un secondo, penso a cosa comporterebbe e a tutte le varie conseguenze. Non è che sia facile una cosa del genere.
- Se fossimo una coppia qualunque... o se non fossimo così credenti... abbiamo tante cose da considerare... io detesto dirlo, però le nostre vite non sono completamente nostre. Se agissimo come vogliamo dovremmo essere pronti alle conseguenze portate dal resto del mondo che ci fissa ossessivamente ed io, onestamente, non credo che lei ne sia in grado. - Cris capisce perfettamente cosa intendo e questa volta mi sorprende perchè so come la pensa. Ricordo uno dei nostri primi dialoghi, quando lui disse che si doveva essere come volevamo, come siamo, senza pensare agli altri che ci spiano. Essere veri.
Io dissi che non ero d'accordo perchè non vivevamo da soli, eravamo personaggi pubblici che ci piacesse o no, questo ci portava obblighi e responsabilità per poter vivere in pace.
Infatti lui viveva come gli pareva, però non ha mai avuto la pace dalla sua, il mondo gli ha fatto la guerra con critiche e giudizi negativi. Non è un buon vivere. Io e Carol siamo sempre stati amanti della pace e per questo bisogna pensare che non viviamo noi da soli e basta. Per quanto possa sembrare ipocrisia... se la priorità è la pace personale, bisogna per forza fare questo tipo di ragionamento.
Cris, così immaturo all'epoca, non fu per nulla d'accordo.
- Penso che hai ragione. - Con questo mi sorprendo e mi alzo sui gomiti, lo guardo e lui, anche se scompigliato perchè viene dalla doccia e non si è sistemato a dovere come fa sempre, mi guarda con una serenità che gli invidio, ma che però sa trasmettermi. Perchè è così che viviamo noi due, in simbiosi.
- Davvero? Non lo eri una volta! - Lui fa un sorrisino consapevole e poi continua.
- Lo so, ma ero piccolo e vivevo per me stesso, non avevo niente da proteggere, niente di così importante... ora ho te, ho mio figlio. Dopo che ho fatto la guerra ai paparazzi per impedire di fotografarlo, ho capito cosa vuol dire vivere per la pace personale. Per un personaggio pubblico come me e come te, significa considerare il resto del mondo, cosa che prima mi rifiutavo di fare per una sorta di egoismo. Questo non significa fare ciò che gli altri vogliono io faccia, significa solo non dar troppo materiale a loro per ferirti e ricoprirti di merda. - Ripenso alla sua grande evoluzione di questi due anni e rimango basito realizzandolo.
Vivendoci insieme non te ne rendi conto, però se ti fermi e guardi con distacco te ne accorgi.
I passi avanti che ha fatto sono sorprendenti.
Piego la testa e lui si accorge che lo osservo con uno strano sguardo, così interrogativo mi chiede che cosa ho.
Sorrido sornione.
- Sei cresciuto tantissimo. Hai messo la testa a posto. Non esci più per i locali che ti piacciono con i tuoi amici, fai una vita seria e a posto, hai ufficialmente la ragazza con cui ti fai vedere ogni tanto, sempre la stessa e sapete convincere di essere una coppia. Hai un figlio di cui ti prendi cura facendoti aiutare da tua madre per non fargli mancare assolutamente nulla. Non fai scandali di alcun tipo, nessun colpo di testa, le dichiarazioni shockanti o provocatorie sono sempre di meno... dai sempre meno materiale per criticarti e fare scoop. - Lui sorride orgoglioso che l'abbia notato, gongola e brilla ed io mi illumino con lui, adoro quando fa così.
- Te ne sei accorto? Ho lavorato tanto da quando sono con te... per renderti fiero di me, per evitare scandali che potessero collegarti a me, per proteggere mio figlio... sai, ho pensato che il modo migliore per proteggerlo, fosse migliorare il più possibile la mia immagine. La questione di Irina è particolare, due anni fa non l'avrei mai fatto. Non è una cosa da me... -
- Lo so... ma ho capito perchè la fai e sono d'accordo. -
Lo fa perchè così il mondo sa che ha messo la testa a posto avendo la ragazza fissa. Questo giova alla sua immagine e di conseguenza a suo figlio, che viene protetto dal fatto che il padre non è più tanto al centro di scandali. È sempre criticato in qualche modo, ma per lo meno solo per motivi calcistici.
- Avere Irina mi permette di migliorare la mia immagine pubblica, non me ne importava prima di Junior. Lei c'è solo per lui. E poi ha un forte istinto materno, dice che non si sposerà mai e non farà mai figli, però adora i bambini e quando sta con Junior gli fa da mamma, stanno bene insieme. Quindi sono contento per questo. Lei c'è proprio per lui. Per evitare scandali intorno a me. - Cris è cambiato davvero tanto. Credo che il mondo piano piano se ne accorgerà.
È più posato, anche se fa i suoi colpi di testa ogni tanto, ma sono parte della sua personalità. Così come provocare a destra e a sinistra. Mi sono innamorato anche delle sue sparate megalomani.
- So perchè lei c'è... - Lo rincuoro, forse il fatto che non ne parliamo mai molto, gli fa pensare che mi dia fastidio, ma non è così. - E dopotutto è a posto perchè non si atteggia, non finge di essere qualcun altro. Voglio dire... recitate una relazione, però state comunque bene insieme. Tu sei a posto, lei è a posto, siete uguali, vi divertite insieme, vi capite... a modo vostro siete una coppia... più d'amici e complici, che di innamorati... però mi piace, te lo dico sinceramente... - Infatti non sono mai stato veramente geloso di lei. Sono uno che lo diventa facilmente, però con lei non è successo. Forse perchè di fatto Cris è troppo gay per potersi innamorare di una ragazza. Specie se lei è lesbica!
Poi rifletto di riflesso su di me.
- Ed io? Anche io sono cambiato? - Ovviamente sì, ma lui è cambiato in meglio... però io? Sarò cambiato in meglio?
Per un momento mi oscuro pensando a me e a com'ero primo. Puro, ingenuo, a modo, facevo contenti tutti, non mancavo di rispetto a nessuno, facevo quello che tutti si aspettavano facessi, seguivo tutti i miei principi ed i miei valori alla lettera.
Ora i miei valori sono cambiati, li ho calpestati completamente. Adesso è nell'amore per Cris che credo sopra ogni cosa, ho tradito Carol, per lui.
Non ho fatto cose di cui vado fiero, ma è sempre stato tutto per amore.
Se Dio mi ha messo Cris nel mio cammino, penso che fosse giusto così.
Ed è vero che con Carol ho sbagliato su tutta la linea, dal primo giorno all'ultimo, però Dio ha di nuovo fatto in modo di sistemare le cose per me. Io non mi decidevo mai ed ecco qua.
- Sì che sei cambiato... ma per me in meglio. Ora sei consapevole di te, ti conosci sul serio, ti vivi per davvero. Dall'esterno sembri quello di sempre, ma chi ti conosce veramente lo sa... sei cambiato, è inevitabile quando vivi certe esperienze così forti. Però per me sei più vero, sei migliore. Non hai paura di te stesso, della vita, del mondo. Vivi tutto a testa alta, affronti ogni prova, la più ardua, ed anche se vacilli e non sei perfetto, vinci sempre. La tua grande bellezza, il tuo pregio più grande, ora come ora, sono i tuoi difetti che finalmente hai visto, hai portato a galla ed hai accettato. - Queste cose potrebbero offendere, ma io so quanto sono vere e belle. So cosa significa e dette da lui sono dei complimenti.
Se lui ti dice che sei vero, è come se io ti dicessi che sei ricco di spirito.
Mi brillano gli occhi e sto meglio di prima, quando mi sono steso.
- Lo penso anche io. Prima ero piccolo, ora mi sento uomo. Guardare dentro sé stessi, scoprire i difetti e accettarli. Affrontarli. Conviverci. Ho sposato Carol, ho sbagliato. E poi non le ho mai detto che non l'amavo e che stavo con te. Però ho imparato a convivere con questo ed ora... ora sto affrontando anche quest'ultimo nodo di me stesso. Tutto viene al pettine, così come prima era la mia sessualità che soffocavo. Nascondevo la testa sotto la sabbia, ma ora grazie a te ho imparato a conoscermi. E Dio mi spinge sempre a migliorare. Oggi mi ha portato Carol nell'unico istante in cui ci avrebbe scoperti. L'unico modo per affrontare questa situazione. Sono fortunato, sono pieno di persone che mi aiutano a crescere e a migliorare, giorno dopo giorno. - Lui mi guarda incredulo che queste parole siano uscite da me e mano a mano che le dicevo, mi sentivo sempre più sicuro e convinto, come se il sacro rotolo della bibbia si rivelasse a me.
È così che stanno le cose.
- Fino a qualche mese fa non avresti mai detto una cosa simile, te ne rendi conto? - Sorrido radioso, contento di essere arrivato a quello stadio che agognavo. Prima quando stavo male diventavo pessimista, depresso e allontanavo tutto e tutti, ora vedo il lato positivo e guardo le cose per quello che sono.
Prima avrei detto che Cris era il mio errore, ora dico che è Carol. Prima avrei detto che farmi scoprire da Carol in questo modo era una tragedia, ora dico che è la cosa giusta.
In effetti è vero. Sono diverso.
- Penso sia inevitabile cambiare... - Piega la testa di lato a queste mie parole ed è come se ci riflettesse sul serio solo ora.
- Penso che... penso che sia diverso. Penso che più che altro si cresca. Prima o poi succede. - Questa sua risposta da ragazzo maturo mi fa capire quanto sia andato avanti, ma anche io lo sono, mi sento al suo fianco, mi sento a posto. Al posto giusto.
Forse sono egoista ed incosciente, ma penso che ero prima ad essere veramente egoista. Ora sono giusto, semplicemente me stesso, sono vero, insomma.
Lo bacio e lui ricambia subito accogliendo le mie labbra, risale con le dita sulla nuca, fra i miei capelli spettinati. Li carezza e intrecciamo le nostre lingue scambiandoci i sapori che ci rilassano.
Ci sentiamo, ogni parte del nostro corpo, la nostra pelle a contatto, i battiti, il calore. Tutto di noi comunica uno all'altro quanto amore c'è.
Mi separo e sulle sue labbra, guardandolo da questa vicinanza ubriacante, glielo dico.
- Sono sicuro di tutto. - Penso che questo sguardo significhi 'vittoria'.
Ha lottato duramente per farmi rinascere, per ricostruirmi e farmi diventare così sereno, positivo ed ottimista. Sembra strano, ma prima lo ero solo quando le cose andavano bene. Facile, no?
Adesso, in qualche modo, le cose andranno bene perchè saprò affrontarle.


Per lei è stata molto dura, son passati giorni senza che si facesse viva, l'ho chiamata ma non si è fatta viva.
Con il mister del Brasile e del Real abbiamo deciso che non era il momento adatto per affrontare la Coppa America, così ho saltato la chiamata.
Il mister della Seleçao non era convinto perchè sono tornato in campo da poco, per cui ha chiamato Mourinho per un parere tecnico, il quale ha chiamato me. In tre abbiamo parlato fuori dai denti. Appena Mourinho mi ha visto in faccia, ha capito subito che avevo qualcosa che non andava, così non ha avuto bisogno di altre consultazioni. Ha detto che era meglio che quest'estate mi riposassi. Sono stato d'accordo.
Io per rinunciare al Brasile devo essere davvero messo male, perchè per niente al mondo rinuncerei.
Quando siamo rimasti soli, mi ha chiesto cosa avessi e gli ho detto che ho problemi con mia moglie, lui ha capito subito di cosa si trattava perchè sapendo che sto con Cris, i problemi possono essere solo quelli. Mi ha detto di risolvere bene tutto per l'inizio del ritiro estivo e di staccare la spina da tutto il mondo del calcio.
Così sono tornato a casa e davanti al mio cancello, mi sono chiesto cosa dovevo fare.
Sto vivendo con Cris che mi impresta tutto e da un lato è bellissimo, ma è da tanto che non vedo Luca perchè lui era partito con Carol in Brasile, quando doveva partorire. Mi manca.
E poi io e lei dobbiamo parlare.
Che vacanze dovrei fare?
Che cosa dovrei programmare?
Qualcosa con Cris, in gran segreto dal mondo, o un bel nulla?
Sono completamente disorientato, non lo so.
Logicamente mi lascerà, però non è sicuro visto che ci tiene all'immagine. Fa sempre molta attenzione a ciò che il mondo percepisce e vede, questi mesi di separati in casa è riuscita a far credere che fossimo ancora la coppia perfetta. Io le ho lasciato fare tutto, però non so se sarebbe disposta a far così per sempre. Per cosa? Per i figli? Per vivere in pace?
E dentro? Dentro casa come sarebbe?
Tutto diverso da come apparirebbe all'esterno.
Onestamente non so proprio cosa augurarmi. So solo che voglio stare coi miei figli.
Sospiro e mi decido ad entrare con le mie chiavi.
È ora di affrontare la verità.
Ma quando entro in casa, è tutto vuoto. Il cuore mi si stringe in una morsa fortissima, mentre percorro l'ingresso ed il soggiorno. Di lei non c'è traccia. Vado in camera. Nulla. I vestiti mancano.
Se ne è andata senza dirmi nulla.
Mi siedo sul letto e sospiro.
Forse è normale.
Forse è meglio così. Forse... ma non ne ho proprio idea.
So solo che voglio rivedere Luca e Isabella. È tutto ciò che conta. È mentre rivedo le loro foto sul telefono che decido cosa va fatto ora ed è come se un fuoco mi si accendesse dentro, risoluto, esplosivo.
È suo diritto decidere se lasciarmi o meno, ma è mio diritto pretendere delle cose specifiche.
Come ad esempio che non mi porterà via i figli e che non metterà in piazza che io sto con Cris. Poi, per il resto, la scelta spetta a lei.
Con questo apro il mio armadio e comincio a raccogliere le mie cose.
Una volta sarei rimasto a piangermi addosso, ma adesso è diverso. Adesso vado e lotto per ciò che voglio. Senza colpi di testa e sceneggiate, non sarebbero da me, ma le parlerò fino a che non mi ascolterà e non l'avrò convinta. Non ci andranno mai di mezzo i nostri figli, impedirò.
È ora che mi ascolti sul serio.”

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E' vero che...
Quell'estate, 2011, c'è stata la Coppa America e l'allenatore del Brasile chiamò Mourinho per avere un parere su Riky, che era tornato l'ultimo mese di campionato giocando bene. Poi lui ha chiamato anche Riky e tutti e tre insieme han deciso che era meglio che Riky si riposasse e si riprendesse meglio.