CAPITOLO XXII:
FESTA DI COMPLEANNO

Sono a dir poco sconvolto, non ci posso credere davvero che ho fatto una cosa simile.
Dio Santo, ora come faccio? Ho bisogno di una chiesa, devo pregare.
Perchè so che ci ricadrò, è un circolo vizioso.
Dovrei smettere di chiamarlo quando ne ho bisogno... finchè si tratta di amicizia va benissimo, ma quando facciamo... quello... no... no che non va bene... non devo chiamarlo quando sento d'averne bisogno.
Ma come faccio?
Io non so come uscirne.
È la mia natura, dopotutto. Non posso combatterla a lungo.
Ma sono sposato davanti a Dio ed io ci credo. Credo in Dio. Per me sarebbe atroce lasciarla o tradirla. Così è come tradirla e non va bene lo stesso, ma alla pratica non lo faccio davvero.
Uso Cristiano per sfogarmi, uso la sua voce, le sue parole... la sua immagine... il modo in cui mi dice le cose... i suoi gemiti... ok Ricardo smettila subito!
Comunque lo uso per sfogare il mio lato omosessuale.
Fin qua ci siamo tutti.
Non è che vada bene ma non è un vero tradimento quindi ci può stare alla fine...
sospiro. Non va bene.
È un tradimento mentale.
Però io devo fare in qualche modo.
Se non faccio niente divento matto ed intrattabile, finisce che non riesco a stare con nessuno e non lo sopporto.
I miei amici mi guardano sempre come se fossi matto, quando sbuffo.
Io che sbuffo?! Insomma, non è possibile!
Mi fa stare male rispondere male.
A volte litigo perfino. Cioè sono dei principi di litigio.
Ed evito la doccia con gli altri perchè se vedo i loro corpi nudi è peggio, ma non è una soluzione.
Non so cosa dire.
È tutto così assolutamente sbagliato.
Io sto bene qua con loro, li amo, li adoro.
Milano e Milanello sono casa mia, voglio vivere qua per sempre, invecchiare e fare ancora tanti figli. Sì perchè anche se non sono eterosessuale completo e non sono proprio proprio innamorato di Carol, voglio essere ancora padre.
È una cosa bellissima. È l'unico momento in cui sto bene. Tranne che quando ho gli ormoni impazziti ed allora anche Luca è tabù per me.
Sto male, sto malissimo.
Non andrò avanti per sempre e non ho idea di che soluzione io possa trovare. Non esiste. Non credo.
O lascio Carol o resto con lei. Due sono le cose. Se la lascio posso dedicarmi ai miei impulsi liberamente e totalmente, se resto con lei no, non posso.
Però poi si tratta più di... Dio o non Dio?
Se la lascio posso anche scordarmelo.
Lui resterà sempre con me ma il punto è che sono io che non sarò meritevole di Lui. Mi sentirò io lontano da Lui anche se forse non sarà veramente così.
Penso di dover arrendermi a qualcosa. Ad uno dei due aspetti. Dio o natura?
Dio è natura, quindi se la mia natura è gay ok, Dio lo vuole e mi accetta.
Ma sono sposato. Sono sposato davanti a Lui.
Non posso dire 'scusa non avevo capito' e cancellare. Non si cancella. Lei resta.
Sospiro insofferente mentre la pace fisica dei sensi mi rilassa. Ho appena fatto qualcosa che mi lascerà tranquillo per un po'.
Ma per quanto?
Sono pietoso.
La porta si apre in questo momento e dovrei essere nel mondo dei sogni ma vedendo la figura silenziosa di Andriy rientrare non so cosa fare. Trattengo il fiato e resto steso. È buio, forse non vede che ho gli occhi aperti. Potrei chiuderli e fingere ma non riesco, sono calamitato da lui.
Non so cosa fare nemmeno per lui, vorrei aiutarlo, ci tengo tantissimo ma penso di non poterlo fare. Penso di non avere nessuna capacità per lui.
Si ferma davanti al mio letto, io alzo lo sguardo, sa che sono sveglio, ci osserviamo a vicenda. Si china su di me ed io mi irrigidisco. Non voglio ritrarmi, lo ferirei e l'ho già fatto molto. Non posso poi dirlo con certezza ma penso abbia pianto.
Mi stringo il lenzuolo sotto il mento, il cuore batte fortissimo. Ora sto bene, non ho bisogno di niente. Ti prego, fa che vada via.
Non voglio respingerlo.
Alla fine non dice niente, mi lascia solo un bacio sulla fronte ed è molto delicato.
Così lo lascio fare. Silenzio.
Va nel suo letto e si volta dall'altra parte.
Non oso immaginare lo stato in cui si trova.
Non oso davvero.
E sono sincero se dico che mi dispiace molto. Vorrei che fosse tutto diverso.


Il mio compleanno arriva traumatico. Traumatico perchè sembra che tutti abbiano dei giorni liberi per venire a festeggiarmi.
Cosa gli salta in mente?
L'arrivo di Roby e Luis mi spaventa come poche cose in vita mia mi hanno spaventato.
È il 22 aprile del 2009, ho passato mesi a ripetere di continuo che non voglio andarmene dal Milan anche se ricevo molte offerte vertiginose da tutti.
Davvero molto vertiginose. Sono tutti club fantastici ma io non ci penso proprio a muovermi da qua ed il fatto che tutti mi chiedano di continuo cosa voglia fare, cosa mi succederà e cosa sarà di me mi innervosisce molto.
Io non voglio andarmene e non so come dirlo ma non dipende da me, se il Presidente decide che devo andare è così che sarà. La cosa non mi preoccupa molto, Berlusconi non mi ha ancora detto niente in merito, io ho detto a Galliani che non voglio andarmene a nessun costo ed ho ripetuto il concetto a mio padre che è il mio agente. Spero che mi accontentino ma so bene che in questo mondo niente è detto.
Io in pratica sono nato e cresciuto qua, si può dire. Non esiste nulla che possa farmi spostare.
Però i media non fanno che associarmi ad altri club. Ultimamente è tornato di moda il Real Madrid.
Club storicamente pazzesco, super prestigioso che non vince niente di importante da un po' nonostante i titoli passati.
Beh, grazie ma no.
Quindi lotto giornalmente contro tutto e tutti che mi vedono già via, non mi danno tregua, non mi lasciano in pace.
Il mio nervoso ed il mio stress non sono per niente a posto.
Lo stato d'animo è questo.
Ed è da un mesetto che non sfogo nemmeno gli ormoni. Quindi son tornato a non guardare i miei compagni sotto la doccia ed a scattare ad ogni sfioramento intenzionale di Andriy.
Lui non mi lascia in pace anche se non è eccessivamente insistente, resta dolce in un certo modo. Mi piace, è una grande persona, sto bene con lui. Non voglio litigarci quindi cerco di gestirlo come posso e lui non è davvero insopportabile. Però nello stato in cui sono tutto è molto più... più... più...
Beh, fra ormoni e stress non so dove sbattere la testa, è un momento davvero teso per me e questi matti dei miei amici arrivano a Milano per festeggiarmi.
In combutta coi miei compagni di squadra fanno una gran bella festa in un club privé, cosa che mi preoccupa perchè solitamente in questi club qualcuno degenera sempre ed a me tocca o risolvere o scappare.
Spero che non esagerino ma le forze congiunte di Luis e Roby mi spaventano.
Per non dire di gente del calibro di Rino ed altri.
Che paura.
Comunque l'atmosfera è bellissima e molto allegra.
Comincio a pensare che era quello che mi ci voleva per rilassarmi e non pensare a niente.
Sono tutti felici e la cosa rende felice me per primo. In molti vengono a farmi gli auguri e mi danno il loro regalo, è una serata divertente ma non esagerata finchè a turno i più svitati fra i miei amici mi danno da bere.
Dicono che sono analcolici. Dicono.
Non ho motivo di dubitarne se non che l'euforia mi prende. Quando chiedo a Roby cosa ci ha messo nel mio cocktail lui angelico dice 'niente'. Qua capisco che deve averci messo qualcosa.
- Perchè? - Chiede fintamente innocente.
- Perchè hai quella faccia da 'ora ti faccio fesso!' - Inarca le sopracciglia sentendomi. Non lo direi mai in casi normali. - E perchè sono troppo euforico! - Dico ridendo.
Lui allora mi circonda le spalle col braccio coi suoi soliti modi coinvolgenti.
- E allora che male c'è? - già, che male c'è?
È solo che ho un ricordo strano legato al bere e festeggiare.
Si chiama Cristiano Ronaldo, il mio ricordo. Ed al mattino mi sono trovato nudo a dormire abbracciato a lui. Nudo come me.
Quando mando giù ancora di riflesso il suo intruglio, sgrano gli occhi ricordandomi il resto con un certo trauma strano.
Oddio ma è quando mi sono reso conto di essere gay perchè poi in realtà la notte ci eravamo baciati ed avevamo fatto la doccia nudi e... ok basta o mi viene un'erezione.
Oh Dio non direi mai erezione, lo vedi che sono ubriaco?
Non riuscirò a trattenermi ancora per molto. Roby mi ha portato in pista fra la folla che ancora mi saluta e mi parla e mi coinvolge a non so che fare, la testa mi gira molto perchè ci sono in troppi che mi parlano. Non so.
E la musica è forte, non riesco a pensare.
Mi appoggio a lui per parlargli all'orecchio.
- Ho bisogno di un po' d'aria, vado fuori per dietro! -
Roby allora mi accompagna.
- Dai posso andare da solo, continua a fare festa... - Gli dico biascicando.
- Ma che dici, sono venuto per te, mica conosco tutta questa gente... - Luis ovviamente è defilato con un'altra donna.
Accetto di buon grado il suo aiuto, se non altro così cammino dritto.
Una volta fuori riesco a rilassarmi e respirare, l'aria fresca ma non troppo mi accarezza il viso e mi asciugo il sudore. Mi siedo su un muretto, è tutto tranquillo qua dietro e la musica resta dentro, al di là delle porte.
- Ascolta... - Fa Roby a questo punto sedendosi. Non so dove abbia tirato fuori il sacchetto.
- E quello da dove viene? Me l'hai già dato il regalo! -
- Sì, non è mio. Sono un fattorino, ora. Mi aveva detto di dartelo quando saresti stato brillo! -
- A-ha! Sapevo che mi avevi messo dell'alcool! - Dico ridendo come uno scemo. Sì, appunto, sono brillo. Lui ride perchè così è naturale.
- Ma da parte di chi è? - Me lo dà e comincio ad aprirlo, non so perchè non risponda subito, la cosa mi incuriosisce ed alla fine apro mentre lui lo dice.
E lo lascio cadere a terra convinto che sia maledetto. Urlo anche.
Roby ride.
E lui ride.
Ma cosa ridi disgraziato?
Fisso traumatizzato prima il regalo aperto per terra e poi lui che piegato piange. Forse ho una faccia strana.
- Chi cavolo me lo manda? -
Fra le risa dice il suo nome e per un momento vedo tutto nero, il mondo gira di più e sto per scivolare giù. Che reazione assurda.
- Cristiano! - già, lui!
- Ti ha dato un vibratore come regalo per me! - Lui annuisce continuando a ridere. Non ci crederò mai.
- Dai. È uno scherzo tuo! Riprenditelo, non lo userò mai! - Dico deciso mentre la lingua si impappina. Non riesco nemmeno più a parlare e nemmeno a stare dritto, roteo come un idiota.
Lui lo prende, lo mette nel sacchetto e tira fuori il biglietto porgendomelo.
- Questa è la prova che è suo! -
Apro la busta con molta difficoltà perchè non è facile quando hai bevuto contro la tua volontà. Nemmeno se vuoi bere è facile.
Il biglietto ha una scritta a mano, è la sua, immagino. Non certo quella di Roby. Mi pare di ricordare che si firma così, fra l'altro. Dovrebbe coincidere.
'Al mio amico speciale. Per le sue voglie speciali. So che ti sarà d'aiuto.'
Arrossisco, me ne rendo conto molto bene.
Roby sta ancora ridendo. Boccheggio.
- Ora girala! - Dice sempre ridendo. Giro il biglietto e penso che il mondo finisca, non lo so bene.
Perchè qua c'è Cris in foto. In pantaloncini corti, dopo una partita. Col suo corpo da favola più in mostra che mai.
In quello stato che vorrei solo leccarlo.
Oh Signore Altissimo, fermami che qua finisce male!
Giro la foto di scatto diventando come l'arcobaleno e Roby continua a ridere.
Gli do una gomitata senza rifletterci, esasperato.
Se mi trattengo sempre prima o poi esplodo.
Ok, ma adesso sono ubriaco. Un po'.
Boh...
Scuoto la testa e metto via tutto in fretta.
- Sei uno scemo integrale, Roby! - E' forse la prima volta che insulto qualcuno ma è lui e non sono grossi problemi. Lui non smette di spanciarsi.
- Come ti è saltato in mente di andare da lui e farti dare il regalo? Questo poi! Ed ora che ne faccio? -
- Ah, io un'idea ce l'ho, se vuoi te la mostro! - Lo spingo di nuovo perchè mi sta prendendo il sacchetto ed allora lui si alza continuando a ridere.
- Smettila, voglio andare a casa! - Poi realizzo che ho qualcosa che decisamente non va e non è il caso. - Meglio in un albergo! - E questa come mi esce, poi? Mah...
Roby sempre ridendo mi aiuta ad alzarmi e quasi gli cado addosso, mi tiene su.
No, non posso farcela.

Ringrazio il cielo che davvero mi porta in un albergo qua vicino. In questo caso forse posso farcela.
Non so a far cosa ma l'importante è riuscirci.
Capisco meno di prima, non ho la minima idea di che cosa io stia facendo e quando Roby dice che deve andare a cuccare, sue testuali parole, io scuoto la testa e lo saluto dicendo di tornare domani mattina a riprendermi per dirmi dove sono.
Dubito che si ricorderà di me e di dove mi ha lasciato.
Pazienza.
Una volta solo provo a fermare tutto questo che corre e gira ma non riesco, mi lascio andare sul letto ed il sacchetto cade a testa in giù, lo tiro su ed ovviamente il contenuto esce.
Mi blocco di nuovo. Perchè una cosa simile?
È un pene finto. Dicasi vibratore.
Non so nemmeno come funziona!
Sospiro e metto tutto sul letto mentre mi apro la camicia, sto soffocando. Mi metto a gambe incrociate e prendo il telefono.
Di solito se mi fanno dei regali ringrazio.
Anche se il suo è discutibile.
Cosa gli sarà saltato in mente?
È matto...
Sono ancora euforico e confuso quando lo chiamo, altrimenti non lo farei mai...
La sua voce la trovo come sempre erotica.
Sì, ciao Riky. Forse non è il caso di parlargli ora.
Sei fuori.
- Me l'hai fatto davvero? - Chiedo in fretta e furia senza salutarlo nemmeno. Sono un maleducato.
- Riky? - Ha la voce assonnata. No, ti prego non avere quella voce. Mi fai morire.
Mi stendo a pancia in giù con la sua foto mezzo nudo e sorridente davanti al mio naso. Il suo pene poco più in là.
- Ciao... scusa... dormivi? Non riesco a capire bene... mi... mi hanno fatto bere con l'inganno ed ora... - Sento che sorride.
- Sì dormivo ma non sono problemi, per te va bene. - E' sempre così tenero e disponibile con me.
- Scusa... - Mormoro piano.
- Cosa succede? - Chiede allora, lo sento muoversi sul letto.
- Niente, Roby mi ha dato il tuo regalo. È tuo, vero? - Per un momento penso che sia davvero uno scherzo di quel fenomeno ma fortunatamente mi dà conferma. Fortunatamente. Sono andato.
- Sì certo che è mio! Chi potrebbe farti una cosa simile? - E' divertito dal fatto che ho bevuto?
- Nessuno... nemmeno tu! Ma cosa ti è saltato in mente? - Chiedo sconvolto e fuori di me. Ride e mi piace la sua risata, trovo che sia sensuale.
- Sei simpatico così brillo... -
- E mi regali un vibratore perchè sono simpatico? - Chiedo senza rifletterci. Lui continua divertito.
- No, te lo regalo per i nostri giochi... - Mi fermo. Tutto si ferma. Tranne il mio stupido cuore che comincia a galoppare.
Ecco, sono in quello stato dove c'è stress ed ormoni e lui arriva con una foto sua mezzo nudo, un vibratore, la sua voce e mi parla di questo.
Faccio proprio un tuffo, dentro di me, mentre mi tiro su a sedere con le gambe larghe.
- Ti è piaciuta la mia foto? - E' sensuale ed allusivo, così malizioso, mi piace quando è malizioso.
Ed io non riesco a controllarmi stasera.
- Sì... - Sussurro piano.
Stiamo ricominciando.
Fisso la foto terrorizzato dal vibratore però mi rendo conto che è lì e che lo useremo. Lo so.
- Vorrei poterlo fare io ma so che non vorresti. Così rispetto la tua scelta usando un piccolo trucco. È per te. Perchè so che ne hai bisogno. Vedrai che quando lo userai sarà tutto diverso. Andrà meglio. - Non capisco perchè parla come se non dovesse farlo con me. Ha senso questa frase?
Inghiotto e lo prendo in mano per la prima volta. Cioè con intenzione. Lo fisso e mi sento male, è tutto veloce, di nuovo. Cuore e respiro. L'adrenalina va che è una meraviglia.
- Non lo fai con me? - Chiedo senza nemmeno accorgermene.
- Vuoi? - E' la prima volta che glielo chiedo così esplicitamente.
- Sì... io... io vorrei fosse il tuo... - Cosa mi salta in testa?
Dio Santo, sono ubriaco. Dovrei fermarmi ma va contro la mia capacità. Non voglio fermarmi per niente.
- Vorrei anche io essere lì e farlo davvero. - Non dice che un giorno lo faremo, in qualche modo mi rispetta anche se con questo caos non capisco bene.
- Spogliati. - Mi dice allora suadente. Quella sua voce. Mi tiene in suo potere.
Metto il viva voce perchè so di essere solo e tranquillo.
Mi spoglio e quando sono nudo sul letto, con la sua foto bella in vista, riprendo in mano il giocattolo.
- Ci sei? - Mi chiede.
- Sì... sono sul letto. -
Così comincia. Ed io non pensavo mai, un giorno, di arrivare a fare certe cose. Certo, non sono molto in me, ma ho la sensazione che arriverò ad usarlo anche quando lo sarò, invece.
Non so.
- Ciao, Riky, sono tornato. - Dio, quando dice così mi fa impazzire. - apri la bocca, ho una gran voglia di baciarti. - Lo faccio sperando di sentire la sua lingua, questa volta. La vorrei. - Ti infilo le dita in bocca. - mi succhio le mie come fossero le sue e posso immaginare che lo siano e non so perchè mi manda tanto fuori di testa questa cosa. - mi strofino su di te, il mio corpo, le mani... - Mi carezzo. - e poi il mio bacino. - trattengo il fiato. - Prendi il vibratore, Riky. - Lo dice in un modo che non posso oppormi. Così lo prendo. - Senti che sembra carne vera? Prendi il tuo in mano, sono simili, vero? Il tuo è caldo e quello è meno elastico però sembra vero lo stesso. Immagina che lo sia. Riesci a pensare che è il mio? - Che domande.
- Se continui a parlare sì... - Dico allora.
- Accarezzati col mio cazzo, Riky... portatelo ovunque. - Mi carezzo il petto e poi il collo. - Carezzati il viso. - la guancia, gli occhi. - sulle labbra. - non posso non farlo. - aprile. Aprile e leccalo. Provalo. Assaggialo. Non spaventarti. - In questo momento sono tutto tranne che spaventato. È davvero come uno vero anche se non so... non l'ho mai provato. - è bello? Ti piace il mio cazzo? Leccalo e poi mettilo tutto in bocca. Succhia bene, piccolo. Succhia. Così... vai in fretta... - aumento la velocità. È la sensazione più assurda mai provata perchè non ho mai fatto una cosa simile di persona a nessuno però penso a lui e mi sembra quasi di stare facendoglielo davvero. - Oh, sì... sei così bravo... continua... - Sembra che goda per me. Sospira e geme. Amo quando lo fa. Ha un modo di gemere che mi manda in delirio. Aumento come se dipendesse da me il suo sospiro.
- Ecco, ora smetti... toglitelo dalla bocca. - A malincuore lo faccio. - Accarezzati con quello bagnato sulla pelle. Fremi. Hai voglia. - è così. Sussulto al suo passaggio, è bagnato della mia saliva ed è strano. Mi eccita. Ma è la sua voce. - Torna a leccarti le dita, ecco ora vai sotto. Vai nel tuo piccolo buco. Mettici la saliva lì, rifallo finchè non lo senti bagnato. Ora entra. Entra con le dita. Sono le mie dita, tesoro. Le senti le mie dita che sicure entrano? Prima uno e poi l'altro. E vado dentro e fuori... lo senti? - Sospiro incontrollato, comincio a gemere. Questa cosa che mi fa fare è così incredibile. Più appagante della masturbazione normale. Non so perchè. Penetrarmi con le dita per dietro dovrebbe essere... oh, non so nemmeno io come... mi eccito più all'idea. L'idea di cosa sto facendo. Che me lo dica lui. - adesso togli le dita e mettici il mio cazzo. Vai piano ma sicuro. Fallo, non averne paura. Torna a bagnarlo con la saliva. - Lo faccio come ipnotizzato. Sono emozionato e fremo all'idea di cosa sto per fare ma non riesco a fermarmi, ormai è tutto andato troppo oltre. Troppo. E lo voglio. Ma voglio che sia lui.
- Vuoi che ti scopi, Riky? - Respiro veloce, ansimo, sono col vibratore pronto per entrare e lui me lo chiede. Io sono eccitato e stravolto e lui me lo chiede. Non può farlo ora così.
- Lo vuoi? - Torna.
Sono sconvolto e fuori di me, lo voglio, lo voglio da matti come non ho mai voluto niente altro. Ti prego.
- Sì, entra.... entra che non ce la faccio... - E' una specie di gioco psicologico fra dominatore e dominato. Me ne rendo lontanamente conto mentre lui sorride, lo percepisco.
- Entro lento ma deciso, non esito. Vado con tutta la punta. - Lo faccio e mi sembra di venir lacerato. È più grosso di quando mi metto due dita, è quasi come averne tre e fatico di solito. Però lui riprende a parlare fra i gemiti. Si sta facendo anche lui.
- Il mio cazzo sta crescendo e non vede l'ora di andare tutto dentro. Insisti anche se ti fa male. Non fermarti. - Non penso che sia grande quanto un vero pene, lo trovo più piccolo di uno vero e forse questo mi aiuta ad abituarmi. Sono comunque molto eccitato e lo voglio fare. Lo voglio. O forse voglio lui.
- Oh Cris... Cris... ti prego non smettere... -
sento dei movimenti, lo sta facendo ed io continuo ad entrare ed uscire.
- Vado sempre più a fondo ad ogni colpo. Senti le mie spinte? Sempre più veloci. Sempre più dentro. Mi senti, amore? - E muoio quando mi chiama amore. Mi emozione. Mi scaldo. Vado a fuoco. Impazzisco. Chiamami ancora amore ti prego... oh ti prego fallo...
Sto impazzendo...
- Sì, ti sento... ti sento e ti voglio ancora... oh, non smettere... - e chiamami ancora amore...
Sono tutto steso con la testa all'indietro e le gambe alzate e piegate per aiutarmi, mi penetro e lui continua fra i miei gemiti. Continua a gemere come me e chiamarmi e dirmi di sì, ancora. Di più. Di più... senza smettere...
- Amore, sto per venire, posso venirti dentro? - Oh Signore, vorrei sentirlo venire davvero. Che mi venisse dentro... che...
- Sì, fallo... - l'altra mano è andata ovviamente a stimolare il mio membro, non me ne sono nemmeno accorto, non ha dovuto dirmelo ma mi basta sentire che la sua mano si muove, dalla sua parte, e tutto va. Va. Va oltre il mio controllo.
- Ecco... ecco qua... sì... oh.... Riky... -
Vengo poco dopo anche io quando capisco che è venuto a sua volta. Immagino averlo avuto dentro, immagino che sarei tutto caldo. Immagino che uscirebbe. Ed ora mi guardo il mio stesso sperma scivolarmi bianco e viscido sul ventre... il cuore è impazzito, non tornerà più normale.
Io non lo sarò. Non lo sarò più.
Non esiste. Non posso.
È cambiato tutto.
Lo desidero da matti.
Desidero Cris. Lo voglio.
- Cris ti voglio... - Dirlo ora, dopo l'orgasmo, dopo che dovrei essere tornato, è diverso. E lui lo sente. Per questo sta in silenzio. È sconvolto?
Forse sono ubriaco ancora. Non lo so.
Non... non so...
- Cris? - Chiamo spaventato che possa non parlare.
- Anche io ti voglio, Riky... tantissimo... - Questo calore mi accompagna. Mi tolgo il vibratore e lo faccio scivolare nel sacchetto, mi pulisco con un fazzoletto e mi giro a pancia in giù, resto nudo, fremo tutto, sono ancora ansimante e sudato.
Il telefono all'orecchio, ora. È ancora qua?
- Cris? - Chiamo.
- Ci sono... - Dice piano. È intimo.
- Sono steso... posso addormentarmi sentendo la tua voce? - Non so come vada interpretata questa cosa, non ne ho idea e penso che domani mattina mi ricorderò la metà di tutto e mi renderò conto che non ero io a parlare. O forse lo ero più che mai.
- Sì, piccolo... sono qua con te... ti sto abbracciando da dietro... accoccolati... senti le mie braccia? - Chiudo gli occhi e mi lascio andare, un sospiro e lui fa altrettanto. È così bello.
- Mmm... - Un mugolio è tutto quello che mi esce. Lui dice ancora qualcosa che non distinguo bene mentre mi lascio andare. Il mondo dei sogni mi avvolge e non ci giurerei ma mi pare che dica qualcosa a proposito di innamorarsi. Non lo so.
Sto dormendo ormai.
Ed io amo la sua voce così dolce che mi parla.
La amo...
amo...”

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E' vero che...
Ovviamente è vero che Riky fa gli anni il 22 Aprile del 2009 (il giorno dopo il mio papà, è destino). In quel periodo le cose stavano proprio come lui le descrive, ovvero molte offerte da molte squadre, alcune davvero grosse, ma ovviamente per il momento solo voci. Di conseguenza mentre tutti dicevano che se ne sarebbe andato e gli chiedevano cosa avrebbe fatto, lui diceva di continuo che se la sua volontà non fosse stata di restare al Milan, non avrebbe rinnovato il contratto (l'aveva rinnovato da poco se non sbaglio...). Ha detto in lungo ed in largo che se dipendeva da lui non si sarebbe mai mosso.