CAPITOLO XXIII:
LE REAZIONI INATTESE

Posso crederci o no però resta che è successo.
È capitato che quello sgorbio mi suonasse il campanello il 21 e mi dicesse che il giorno dopo sarebbe andato da Riky per il suo compleanno.
A quello gli ho chiesto chi fosse, poi mi sono ricordato che è uno dei suoi migliori amici, Robinho.
Bene, presto detto. Ci ho pensato poco. Ho agito così d'impulso che l'ho preso per la maglia e me lo sono trascinato al sexy shop per prendere il regalo per Riky. Un cazzo finto, di quelli realisti. L'ho scelto non molto grande perchè è vergine lì dietro, non voglio che si faccia troppo male.
Poi ho scaricato una foto mia da internet, di quelle mezzo nudo, e ci ho scritto dietro. Poi gliel'ho data.
Ricordo a stento il discorso che ho fatto con lui.
'Sai che non potrete andare avanti per sempre così?'
'Così come?'
'A scoparvi per telefono!'
'Non scopiamo.'
'A momenti sarà anche quello!'
'Per scopare bisogna avere la persona davanti, noi siamo divisi da qualche chilometro!'
'Per questo non potrete continuare così per sempre...'
'E dove diavolo vuoi arrivare?'
'Dovete trovare una soluzione. O vi vedete e fate tutto davvero o la piantate. Che senso ha questa cosa?'
'A te il cervello si è formato oppure nella pancia di tua madre è rimasto allo stadio primitivo?'
'Vaffanculo! Cosa vuoi dire?'
'Me lo sto lavorando piano proprio per poter farmelo di persona, se sei suo amico sai anche che non posso avere fretta! Prima di conoscermi non sapeva nemmeno di essere gay! Cazzo, quello prega Gesù dalla mattina alla sera ed è sposato e pure con un figlio! Se gli metto pressione me lo gioco e non intendo farlo!'
'Allora un piano ce l'hai!'
'Certo che ce l'ho, cazzo! Pensavi che agissi a caso?'
'Pensavo che non pensassi proprio!'
'Se tu non pensi non è che anche gli altri non lo fanno!'
'Certo che sei simpatico come un calcio nei coglioni!'
'E tu dici cose tanto intelligenti che meritano proprio!'
'Ok senti... se hai un piano allora va bene. Perchè non è che potete usare il telefono per tutta la vita!'
'A parte che siamo fisicamente lontani, non so se la cosa ti è chiara! Ma so cosa sto facendo!'
'Eh certo ma esistono i soldi e gli aerei, cosa che avete entrambi. Comunque a proposito che ne parliamo. A cosa punti? Vuoi solo scopartelo davvero o vuoi tutto? Perchè se è solo una scopata lo stai rivoluzionando per una stronzata e giuro che ti ammazzo! A volte mi chiama di notte perchè è in crisi esistenziale e mi parla di Dio ed io non è che sia molto ferrato in materia, mi addormento col suo Gesù!'
Ho riso perchè alla fine quello fa ridere e non puoi restarne indifferente.
'No, non è solo una scopata che voglio. Voglio la luna le stelle e tutto il firmamento. Chiaro? E l'avrò. Perchè sono abituato ad avere ciò che voglio, alla lunga. Perchè ci lavoro e mi impegno per averlo. Ora lasciami lavorarmelo!'
'Così sia fratello!' Ha asserito poi soddisfatto.
Quella del regalo era solo una scusa per sapere di persona una volta per tutte le mie intenzioni. Furbo, eh? Ma io non sono scemo.
Comunque è stato divertente parlare con lui.
Prima di scendere ricordo di avergli chiesto io una cosa.
'Senti ma pensi che abbia possibilità?'
Lui si è fermato, mi ha guardato come se fossi idiota a fargli una domanda simile, e poi mi ha risposto sicuro.
'Amico, state facendo porcate per telefono da tre mesi, tu davvero me lo stai chiedendo?'
Lì ho capito com'era fare le capriole in cielo. Non l'ho baciato perchè eravamo fra la gente, però è stato così soddisfacente che ho deciso non mi sarei dimenticato il suo nome!
Robinho!
Quello sì che merita!

Così ci siamo.
Gli ho fatto fare sesso telefonico, cioè la penetrazione c'è stata quindi tecnicamente si può parlare di sesso, no?
Non ci avevo pensato perchè non ero pronto ad un amico suo che faceva da fattorino... non avevo proprio pensato al suo regalo.
Così mi ero detto che non l'avrebbe nemmeno tenuto, pudico com'è.
Alla fine però era ubriaco e l'ha usato. La cosa che mi ha lasciato basito è che per la fine era meno brillo dopo tutti gli ormoni sfogati e dopo il tempo passato.
Era venuto, quando mi ha detto che mi voleva. E che voleva addormentarsi ascoltando la mia voce.
Era in sé, ne sono certo.
E magicamente non riesco a pensare ad altro che a questo.
A lui.
Devo pensare alla finale che è fra un mese e non riesco a pensare che a lui, lui e lui e basta.
Il calcio passa in secondo piano, come se non esistesse, come se non fosse tutta la mia vita.
Improvvisamente c'è Riky nella mia testa molto più di prima e sono agitato perchè dopo questa notte non so come comportarmi. È stato quasi come farlo davvero... non saprei. Lo devo chiamare? Devo aspettare che mi chiami lui?
È una situazione così strana che non so cosa fare.
Vorrei sentirlo. Vorrei dirgli che mi sta prendendo. Vorrei sapere cosa prova. Però so che non è pronto per ammetterlo anche se dentro di sé lo sa ed io pure non so fino a cosa sono disposto per lui. Dopotutto non siamo vicini...
Non so cosa pensare perchè ho iniziato impulsivamente, volevo solo scoparlo però lentamente è diventato di più. Tutto mi è scappato di mano, si è ingigantito e continua e non riesco a vedere una fine né in un senso né nell'altro.
Perchè non è solo voglia di scoparmelo, è... è che mi emoziona. E non mi è mai capitato in vita mia per una persona.
Cioè per mio padre ho pianto così tanto che poi non mi sono più legato a nessuno, non ho mai permesso a nessuno di emozionarmi così tanto da poter piangere per lui. Piango per il calcio, quando perdo in modo bruciante qualcosa che contava moltissimo.
Solo questo.
Mio padre era il mio Dio, ero legatissimo a lui, è morto d'alcolismo ed alla fine sono stato così male che ero inconsolabile.
La cosa comica è che mio fratello maggiore si drogava e sono stato io a disintossicarlo definitivamente.
È comico perchè sono cose che mi hanno segnato ed ora ho la fissa di una vita salutare e a posto.
Quando faccio festa mi capita di bere pochi bicchieri ed allungo tutto con l'acqua. Per lo più la mia è tutta scena, non arrivo mai ad ubriacarmi davvero, né ad esagerare o distruggermi. Mi piace sembrarlo perchè così mi lasciano in pace.
Perchè se c'è un occasione tale che richiede fiumi di alcool ed io sono sobrio e non bevo, mi rompono le palle finchè non lo faccio. Allora mando giù poco e faccio finta di essermi disfatto. Così è facile.
Per il resto sono benissimo capace di sembrare ciocco anche se sono sobrio.
E questo è il mio segreto.
Dopo mio padre non mi sono mai legato a nessuno. Certo, sono molto amico di Wayne che mi fa da fratello e al mister che mi fa da padre, ma è diverso... ora arriva Riky ed occupa i miei pensieri. E mi emoziona.
Sospiro. Ci penso troppo, non va bene.

Il mattino mi toglie ogni dubbio perchè anche se non sapevo cosa fare con lui, se chiamarlo o no, il telefono suona e sono felice di ritrovarmi la sua dolce voce assonnata che mi dà il buongiorno più timido che abbia mai sentito.
- Ehi, piccolo... come va stamattina? - Sono delicato, me ne rendo conto.
Chi mi riconoscerebbe?
Sembrerei così debole...
- Mal di testa e confuso. E non so dove sono... ho visto che l'ultima chiamata l'ho fatta a te. Mi ricordo d'aver fatto delle cose... imbarazzanti con te... erano vere? - Rido divertito come non mai, penso di essere anche sguaiato e rumoroso, poi alla fine mi asciugo le lacrime. Me lo vedo coi capelli sconvolti che non ha idea di dove sia.
- Sì è successo tutto! Devi chiamare Roby, ti ha portato lui lì. Non è tornato a prenderti? - Sospira con una specie di risatina.
- Roby... si sarà dimenticato dove mi ha lasciato... - Da lui mi immagino che sia possibile anche questo.
Sorrido mentre mi preparo per iniziare la mia giornata, guardo la stanza armadio e scelgo i vestiti. Dove ci sto per tutto il tempo della conversazione con lui perchè non riesco a decidermi.
- Penso sia un albergo vicino al posto della festa... -
- Sì... mi preparo e vedo di muovermi da solo, poi chiamo Roby... - Sembra tutto così normale, come se non fosse successo niente. Pensa davvero che sia stato un sogno?
Vediamo di metterlo un po' alla prova.
- Ti è piaciuto il mio regalo? - Sono allusivo e penso che questo rumore sia il telefono che gli cade di mano, ma finisce sul cuscino perchè il sirenetto è ancora nel letto.
- E' stato traumatico. - Dice subito vergognandosi. Ma non so bene a cosa di riferisca.
- Il regalo o l'uso che ne hai fatto? - Provoco e stuzzico e pure torturo. Del resto sono nato per questo.
Tossisce.
- Entrambi. - Sta un po' zitto, pensa a cosa dire ed io gli lascio il tempo, poi coraggioso riprende. - Senti io... ero un po' brillo. - Ecco che si giustifica. È la prima volta che parliamo del dopo.
- Del tutto? - Non sono deluso perchè mi aspettavo una cosa simile. Che usasse l'alcool come scusa.
- Non... non so... un po' io avevo bevuto quindi non ero del tutto in me... non so fino a che livelli... - Sorrido.
- Però ti ricordi di tutto... - Parlo piano e tranquillo per non agitarlo, non lo sto mettendo con le spalle al muro però gli dico quello che devo.
È incerto ed insicuro ma si fa forza e risponde a tutto in quel suo modo tenero.
- Sì... lo ricordo... -
- Allora forse non eri poi così andato... - Sospira arrendevole. - E' stato così terribile che preferisci pensare di non essere stato in te? Se vuoi puoi anche credere che non sapevi cosa facevi... - Non lo sto accusando, non sono polemico e lui si affretta a fermarmi.
- No no no... cioè non è proprio questo! Anzi! Mi... mi è piaciuto troppo... e penso che sia questo il problema... non è stato terribile, Cris... io... io non so come muovermi da qui in poi... - Alla fine lo dice. Con un po' di fortuna può ammettere anche il resto. Giocatela bene, Cris...
- Perchè? - Lo so bene ma ha bisogno di parlarne.
- Ecco io... io... ti ricordi cosa ho detto dopo? - Oddio e come lo dimentico?
- Che mi vuoi? - Sono felice di ricordarglielo e lui sussulta, poi riprende sempre arrendevole ed al tempo stesso in difficoltà.
- Sì... e volevo sentire la tua voce mentre mi addormentavo... - Che bel momento che è stato. È stato lì che mi sono emozionato.
- Sì... lo ricordo bene. - E' tutto impresso qua, nella mente. Non lo scorderò mai.
- Ero in me. E non mi sono controllato... - Silenzio. Non dico niente. Passano dei secondi infiniti fra noi ora che non intendo riempire, lo fa lui alla fine. - Per questo sono turbato e non so come muovermi, cosa fare... cosa pensare... - Io non posso aiutarti. Non so proprio cosa fare per te perchè vorrei solo poterti stringere ed è una cosa nuova anche per me.
- Hai tutto il tempo che vuoi per pensarci, non ci corre dietro nessuno. Non ci vediamo mai, non sei obbligato ad affrontarmi. Se non vuoi puoi anche non chiamarmi e chiedermi di non farlo. Sei sempre tu che mi chiami per primo... puoi scegliere la strada che preferisci. - Perchè gli dico queste cose? Sono matto? Si, penso di esserlo. Dovrei spingere diversamente...
Ne rimane colpito, lo sento, ed alla fine mi ferma di getto, senza pensarci meglio.
- Non... non dirlo nemmeno per scherzo! A me fa piacere sentirti, tu mi aiuti tanto, parlo di certe cose solo con te, sei tu che mi hai aperto gli occhi su chi sono ed io te ne sono grato! -
- Anche se sono stato io a metterti in crisi con te stesso, Dio, tua moglie ed i tuoi valori? - Se non fosse per questo staremmo già insieme.
Penso che il tono che uso sia l'ideale. Non lo fa scappare.
- Sì. Non si può vivere nella menzogna. Io non me ne ero mai reso conto. Ora che so... ora che so... - Non riesce a finire.
- E' meglio se non ci sentiamo più. Tu ora sai la verità su di te. Sei gay. Ok. Ora devi provare a far collimare questo con i tuoi valori e la tua vita. Il tuo matrimonio. Dio. Io ti porto sulla strada sbagliata, non ti sto aiutando davvero. Ti faccio perseguire il peccato. - Dico le cose che so lui pensa, perchè è questo che lui pensa. Non sono d'accordo ma è così.
- Cris, tu credi in Dio? - Che domanda a bruciapelo!
- Sì... non ai tuoi livelli... penso che nessuno ci creda ai tuoi livelli... però certo. -
- Non so cosa si aspetti Dio da me. Mi ha fatto con questa natura ed ora sono sposato. Cosa dovrei fare? Non ne ho idea. Ma se non avessi te penso che non riuscirei a portare avanti niente di quello che ho. Capisci? Io arrivo a livelli di non riuscire a vivere qua e portare avanti la mia vita normale. Finchè non sento te, mi sfogo in tutti i modi, mi dai consigli e poi... e poi fisicamente... sarà assurdo ma sono tutte cose che mi restituiscono la pace con me stesso e se sono in pace con me stesso, se sono calmo, riesco a tornare alla mia vita. Che è una menzogna e mi angoscia lo stesso, ma la posso sopportare se ho i nervi saldi. Tu mi aiuti a mantenere saldi i miei nervi. -
Mi lascia senza parole questo discorso. Non riesce a dire che prova qualcosa per me, però mi sta dicendo che sono così importante che non può fare a meno di me.
Gli occhi mi diventano lucidi e mi premo le dita in mezzo, li chiudo e respiro a fondo, cerco di non piangere. Vorrei solo poter stare con lui e basta. Mi sento così frustrato. Non riesco nemmeno a giocare sempre bene. Quest'anno ho fatto un campionato mediocre. Che è sopra la media per chiunque altro, ma non per me.
- Cris? -
Scuoto la testa.
- Io non ce la faccio. Per me è troppo. Non riesco ad essere un ripiego per saldare i tuoi nervi, mi accontento delle briciole e non sono tipo da accontentarmi delle briciole perchè non riesco a vivere con le briciole. Non ci riesco, capisci? Non ci arrivo... - Scuoto la testa, cosa sto dicendo? Non piangere, non piangere. Non fare il bambino. Non è una partita di calcio andata male. Non è il tuo moroso. Non ti stai lasciando con lui. Non era niente. Sii forte. Sei un uomo.
Faccio violenza su me stesso mentre mi rendo conto che la sua voce, il suo respiro trema. No, non fare così ti prego.
- Da...da...davvero ti sto facendo questo? Pe... perchè non me l'hai detto prima? Io... io... io non me ne sono reso conto... ero così concentrato su me stesso e sui miei problemi che cercavo di prendere tempo per capire cosa fare e... Dio, ti prego, perdonami. Ti sto facendo così male? - Glielo dovrei dire, ora. Che mi sto prendendo tanto e che non ce la faccio. Se parlo di sentimenti magari cambia qualcosa.
O magari no.
Lui ha Dio.
Ci tiene troppo.
Sospiro, apro gli occhi, sono risoluto, rimando tutto indietro. Ok, ce la posso fare.
- Non devi preoccuparti, tu devi pensare a risolvere i tuoi dubbi... prenditi il tempo che ti serve. Però io non posso più continuare così. Non ci riesco. Voglio di più e se non lo posso avere devo voltare pagina. E visto che non me lo puoi dare e non è giusto che ti metta fretta, mi faccio io da parte. Ora sai come fare per calmare gli ormoni quando sei troppo nervoso... andrà bene anche senza di me. - No perchè non è ciò che fa ma è il fatto che lo fa con me, ma non se ne rende conto e non glielo posso dire io.
Lui è sotto shock, non riesce a dire nulla anche se forse vorrebbe. Sto prendendo io le cose in mano, è vero. Non posso andare avanti così perchè ieri sera volevo solo poter essere lì con lui e stringerlo e lui non è pronto. Non posso essere uno zerbino e solo ora me ne rendo conto. Lui è egoista, non è giusto che si comporti così ma visto che lo sono anche io, agisco di conseguenza.
Ognuno per sé.
- Quindi... quindi non posso più chiamarti? - E' un tono così sottile e addolorato, è terrorizzato dall'idea. Digli di no, digli che ci sarai per sempre per lui.
No, non sono a questo punto.
Devo riprendere la mia vita in mano. Per lui penso di meno al calcio, gioco peggio. Non posso.
Assolutamente.
Sospiro.
- No, Riky. Sappi che... che sei una persona incredibile e... se tu fossi stato mio ti avrei reso l'uomo più felice del mondo. Però hai la tua vita ed è giusto che segui i tuoi ideali. Un giorno risolverai tutto. Spero tu sia felice. Lo spero davvero, Riky. -
Non riesco a salutarlo e chiudo mentre sento le sue lacrime, i suoi singhiozzi, lui che tira su col naso.
È come lasciarsi ma non siamo mai stati insieme. Ho troncato prima di finire per farmi più male. Era giusto, ne sono convinto.
Scuoto il capo e lascio andare il telefono su uno scaffale, mi accuccio e mi tengo il viso con le mani, premo i palmi sugli occhi. Non piangere, sii uomo. Non fare lo scemo. Piangere per una cosa del genere.
Hai fatto bene, non puoi accontentarti.
Non so poi da dove spunti Wayne, gli ho dato una copia di chiavi da usare in caso di emergenza. Non ho nemmeno sentito che suonava. Da quanto sono qua così?
- Ehi! - Esclama brusco. - Ma avevamo appuntamento per la colazione, ti sei dimenticato? - Quando mi vede accucciato nella stanza armadio che mi tengo il viso con le mani si zittisce.
- Cris che è successo? - Scuoto il capo, lo alzo e lo guardo sconfitto. Forse se non fosse lui e non dicessi nulla ce la potevo fare a non piangere.
- L'ho lasciato. Gli ho detto di non chiamarmi più perchè non posso accontentarmi di essere uno che sfoga gli istinti di un altro che non sa decidersi e forse non lo farà mai perchè è terrorizzato. Io non potevo continuare così perchè mi sto prendendo troppo e lui mi usa come confessionale... come rivista porno... come pungiball... io non posso. Non mi basta. Mi sta sfuggendo di mano. Non gioco nemmeno più a calcio come so! Sono troppo distratto! - Sgrana gli occhi mentre mi fissa come se fossi impazzito e non si trattiene dall'esclamazione:
- Davvero l'hai lasciato?! Ero convinto l'avrebbe fatto lui... - Sorrido amaro.
- Strano, vero? Eppure sono stato io... ho sorpreso tutti... perfino me stesso... non mi aspettavo di finire lasciandolo... - però ora le lacrime escono e lui si accuccia, non dice più niente e mi abbraccia. Senza aggiungere una sola parola.
Io mi aggrappo a lui, a quello che per me è un fratello, e piango. Sono un bambino ma non ce la faccio a trattenermi. Mi spiace.
Le lacrime scendono per quella che non dovrebbe essere una delusione d'amore ma che alla fine mi pare lo sia. Come odio queste cose. Non devo legarmi, non devo. Lo sapevo. Dannazione.
Perchè fa così male?”

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E' vero che...
Il padre di Cris è morto alcolizzato nel 2005 e qua siamo nel 2009. Cris era molto legato a lui (e fra l'altro ci somiglia tantissimo fisicamente). Suo fratello Hugo è stato in disintossicazione due volte, la seconda l'ha pagata Cris, però questo ha portato ad un'infanzia praticamente senza fratello, il positivo era che le due sorelle erano 'a posto' e gli stavano molto vicino. Di conseguenza si è legato molto a Wayne e Ferguson. La questione del bere è vero!