CAPITOLO XXVI:
DESIDERIO DI EMOZIONE

/runaway - kanye west/
http://www.youtube.com/watch?v=Bm5iA4Zupek

Esattamente io non volevo venire. Poi sono venuto. Poi non volevo scendere a cercarlo ma sono venuto. Poi non volevo nemmeno restare a dormire qua ma sono rimasto. Alla fine non volevo comunque dormire e sono uscito. Non volevo chiamarlo e l'ho fatto. Non volevo incontrarlo e ce l'ho davanti. Non volevo entrare in camera con lui ma ci sono.
E non volevo toccarlo ma lo sto abbracciando.
Rendermi conto d'avergli fatto tanto male, vedere gli esiti. E vedere che comunque, al di là di tutto, soffre... non voglio che stia così, non voglio assolutamente... mi sento così in colpa. Così male per lui.
Arrivato al limite massimo di me stesso ho di nuovo agito senza pensarci più.
Ho passato un mese allucinante, la mia tensione è alle stelle e qualunque sistema io abbia usato alla lunga non ha più funzionato.
Quando mi sono reso conto che eravamo nella stessa città mi sono ribellato all'idea di non vederlo. Non potevo lasciarlo andare via in queste condizioni, sapevo che stava male.
Ma più semplicemente non volevo che andasse via...
Tutto qua.
Senza vederlo.
Come potevo?
Lo stringo e le scariche mi mandano in un delirio completo, è come se toccassi la corrente stessa. Non riesco a staccarmi. Non ce la faccio proprio.
Scendo con le labbra verso il lato del suo collo e risalgo sull'orecchio.
Oh Dio allontanami da qua, ti prego.
Allontanami. Non posso. Non posso assolutamente.
Stringo le mani sul suo petto, ha la maglia della tuta, cerco febbrile la cerniera che abbasso. Cosa sto facendo? La devo smettere.
- Mi dispiace... mi dispiace per tutto... e non so cos'altro dire... - Lo sento scaldarsi, lo sento respirare piano, i battiti gli vanno veloci, è emozionato quanto me. Io ansimo come se l'avessi dentro.
Le sue braccia sono abbandonate lungo i fianchi, non reagisce.
Le mie mani scendono sotto, alzano la sua maglietta e quando tocco la sua pelle per un momento ho un mancamento. È così caldo, così liscio, così... lui...
- La mia testa mi dice di fare una cosa ed il mio corpo ne fa un altro ed è così solo quando si tratta di te... - esco da sotto la maglietta e prendo le parti aperte della maglia e gliela faccio scivolare dietro, giù lungo le braccia.
Scendono sui suoi polsi e gliela tolgo.
Forse sono impazzito ma sto facendo la sola cosa che per mesi sono stato capace di sognare. Ed ora lo posso fare davvero.
C'è un modo per fermarmi?
Non lo so.
Apro le labbra e le appoggio sulla sua guancia, sta ancora immobile, non si muove ed io devo... devo avere... devo... torno sul davanti con le mani ed una sale sul suo viso, l'accarezzo alla cieca, l'altra guancia, il mento e poi le labbra, gli giro il viso verso di me, le mie labbra aperte lo stanno respirando in carezze sentite e se non mi prendo le sue... se non mi prendo le sue muoio...
I nostri occhi si incontrano, così vicini, così ubriachi. Aveva pianto, sono lucidi, sono belli. Ed io, alla penombra di questa stanza, posso riuscire a nascondermi in tutto quello che desidero di più al mondo.
Forse in questa notte posso essere il vero me stesso che ho sempre soppresso per l'incapacità di affrontarmi.
Non serve che mi affronti, posso essere chi sono. Nessuno mi farà domande.
Ora le nostre labbra, aperte, sono le une sulle altre ma non ci stiamo baciando, non ci siamo davvero uniti. È un soffio che ci separa ed i nostri occhi parlano così bene. Così perfettamente.
- Cosa vuoi da me, Riky? Si può sapere? - Se mi parla sulla bocca è una tortura. Rabbrividisco e gli prendo la maglietta, la stringo restandogli attaccato come fosse la mia ancora.
- Io voglio baciarti. Posso baciarti? - Sorride all'idea che glielo chieda.
- Cosa aspetti? - Non lo so nemmeno io ma basta che metta una mano sulla mia per accettare tutto questo in qualche modo, ed io finalmente mi unisco a lui.
Il labbro inferiore si perde fra le sue, me lo succhia e poi io faccio altrettanto.
Ci siamo mai baciati?
Sì che ci siamo baciati.
Una volta ero ubriaco e l'altra c'era così tanto caos da non poter capire davvero cosa succedeva.
Ora siamo entrambi presenti e siamo vivi, siamo veri.
Chiudo gli occhi a mi abbandono mentre schiudiamo meglio le bocche, giriamo le teste per combaciarci perfettamente ed in sincronia ci veniamo incontro con le lingue, ci troviamo e ci carezziamo così, in una specie di gioco di proposta e di ritiro.
È un bacio che sa di noi, sento la gomma da masticare che aveva prima, sa di menta. Io ho bevuto un sacco di acqua. Siamo noi.
Ed io nella sua bocca ci sto morendo, sento che non sarò più lo stesso quando mi separerò. Lo sento.
Perchè ripenso con emozione a tutte le volte che facevamo quelle cose per telefono e mi diceva 'eccomi sono arrivato' ed io fremevo all'idea di che cosa mi avrebbe fatto.
Quanto ho aspettato che me lo dicesse ancora.
Di persona.
Il bacio dura un'infinità di tempo e assaggio ogni cosa che mi propone, gestisce con una tale sensualità da sconvolgermi, è il bacio più dolce ed erotico che abbia mai avuto.
È questo un bacio allora.
È questo emozionarsi ad un bacio.
È questo bruciare e volerne di più.
Ora come ora starei tutta la notte solo a baciarlo. Non desidero altro, solo la sua bocca per sempre e basta.
Non so cosa mi abbia fatto, però qualunque cosa sia mi è entrato dentro e non se ne è più andato.
Anche se non ci vedevamo, anche se non ci sentivamo. Non abbiamo mai smesso. Mai.
Si gira fra le mie braccia e finalmente siamo uno davanti all'altro, non smettiamo di baciarci, le lingue continuano a giocare con la loro calma ma quando mi prende per i fianchi l'intensità cresce, a volte arriva a succhiarmi il labbro o la lingua ed io mi do completamente a lui.
Capisce che sono nella pace di me stesso e che mi basta tutto questo, però non rifiuterei niente. Non ne sarei capace.
Mi conduce con sicurezza verso il letto poco più in là e sapendo perfettamente cosa fa, smette di prendermi il fiato e mi fa stendere, si mette sopra di me e mi carezza il viso, i capelli, mi contempla con un tale amore, con una tale dedizione che mi emozione e mi vengono gli occhi lucidi. È felice, sta di nuovo bene. L'angoscia di prima è un brutto ricordo. Ero tutto ciò che voleva.
È possibile?
Sto cercando di capirlo che torna a baciarmi e tutto si annulla in me.
Non succederà altro ed è esattamente tutto quello che deve succedere.
Non so se accadrà ancora e non so come mi sentirò domani mattina, quando tornerò alla mia vita. Non so come andrò avanti. Non so niente.
Però so una cosa con sicurezza.
Non voglio smettere di baciarlo, adesso.
Quindi non so quanto stiamo a farlo, penso davvero tanto. È come avere una sete eterna.
Quando decide che il sonno si sta impadronendo di noi smette a malincuore, mi carezza ancora, mi bacia la punta del naso e poi gli occhi e la fronte e le guance.
Non posso desiderare altro, ora, se non che duri per sempre.
Non riesco a darmi risposte, non ne ho la capacità. So solo che se non mi arrendevo, almeno questa notte, sarei potuto impazzire. Ed il fatto che agissi contro la mia volontà razionale significa che ero davvero al capolinea.
- Ci sarai domani mattina? - Io annuisco con una serenità che è certezza.
Non so se sarò in grado di parlare, ma lo guarderò ed affronterò ciò che ho fatto.
Si accoccola su di me ed appoggia la testa sul mio cuore, coi miei battiti veloci ma sempre più tranquilli, si addormenta.
E l'accarezzo piano, mentre lo fa, cullandomi da solo.
Non so cosa sia tutto questo ma a volte non lo puoi combattere anche se sai che è sbagliato.
A volte puoi solo arrenderti.


Il risveglio è strano, lo ammetto.
È strano perchè nonostante sia la notte migliore da qui a molto tempo, mi sveglio con l'ansia. Non me lo sento addosso. Apro gli occhi e mi viene il terrore di essere stato lasciato qua da lui, poi però mi giro e lo vedo a pancia in giù, accanto.
Forse girandosi dormendo si è staccato.
Siamo ancora vestiti ma siamo intimi lo stesso.
Sorrido.
Non so proprio cosa succederà quando torneremo alle nostre vite, nelle nostre città, però qua, in questa città, possiamo ancora stare bene perchè siamo stesi nello stesso letto e siamo sereni e leggeri.
Penso che sia paradossale ed impossibile eppure è così.
Mi giro sul fianco e mi metto accanto a lui, gli carezzo il viso e la testa fino a che non si sveglia.
Penso che dovremmo parlare.
Anche se non so cosa dire, in realtà.
Apre gli occhi velati di sonno, pensa di sognare, mi sorride dolcemente e torna a chiuderli. È davvero sicuro di dormire.
- Buongiorno! - Dico piano cercando di essere delicato.
Apre gli occhi di nuovo ed è sorpreso di rivedermi, così io rido divertito.
- Sì, sono vero e sono ancora qua! -
il sorriso che mi regala penso che non lo potrò mai dimenticare.
Ha un che di infantile in questo momento. E puro, per l'assurdità che pare.
Cioè è a pancia in giù e si tiene la mano chiusa a pugno davanti alla bocca e mi guarda con occhi grandi, incredulo e felice. E tenero. Lui tenero?
Forse lo sembra solo a me.
- Hai dormito bene? - Annuisce. - Ti va se parliamo un po'? - Forse potrei aspettare che sia più attivo ma allunga un braccio, quello più vicino a me, e me lo mette addosso, mi circonda e mi attira a sé. Io rido e mi lascio stringere.
È così dolce.
- Ora possiamo parlare. - Mi ancora a sé, praticamente.
L'abbraccio a mia volta. Siamo qua. Va bene. Possiamo farlo.
Gli metto la sua testa sotto il mio braccio e l'altro glielo metto intorno al busto. Una delle sue mani è fra di noi e mi carezza il viso con un dito. Dolcemente.
Mi sento amato e sto enormemente bene.
- Io non sono arrivato a delle risposte e a delle conclusioni. È solo che ti avevo qua e sono andato come in crash, capisci? Non ce la facevo, io... io volevo incontrarti. Dal momento in cui l'ho fatto ho agito solo così come volevo. Lo sai? -
Cerco di essere chiaro ed onesto, cosa che non sempre coincide.
Annuisce.
- Adesso come farai? - Mi fa la domanda del secolo.
- Non ne ho idea. Però non voglio tornare a non sentirti più. Forse è egoistico da parte mia. Tu... tu come stai? Cosa dici? Devi essere sincero... se pensi che sia troppo brutto sentirmi lo stesso... - Mi ferma perchè son partito come un treno e mi mette un dito sulla bocca.
- Non sentirti mi ha portato a perdere anche l'unica cosa che mi sembrava di avere. Ho perso la pace, la serenità, la lucidità. Non è servito a stare meglio. Ora sai che io provo qualcosa per te e non mi tratterrò più, agirò così come desidero. Sarò sempre estremamente chiaro, con te. Nessun trucchetto, nessun gioco. Ok? E tu devi essere libero di dirmi tutto. La sapremo gestire in qualche modo, siamo grandi, dobbiamo riuscirci. - Sorrido per la sua sicurezza, sembra facile parlandone così.
- Quando saremo lontani ed alle nostre vite sarà diverso. Io non so quando tornerò a casa come mi sentirò e cosa vorrò fare. Ora ti dico sentiamoci lo stesso e non so nemmeno in quale senso lo dico. Non ho idea di che cosa provo e di cosa voglio. Non ti nascondo l'enorme caos che ho dentro. Quindi... sono sincero... potrebbe essere tutto... - Non so nemmeno a cosa alludere perchè non ne ho idea davvero.
- Lo capisco. Sono pronto a te che mi dici di smettere di sentirci. Sono pronto anche a te che mi dici di raggiungerti. Sono pronto a tutto. Ne parleremo di volta in volta, ci verremo incontro, risolveremo le cose come vengono. Anche se non capisci ora, un giorno capirai. Non possiamo evitarci. Questo l'abbiamo capito. - Mi fa sorridere la semplicità del suo discorso. Spero che sia davvero così facile. Sperare di riuscire a risolvere tutto è davvero un sogno, chissà se ci riusciremo davvero. Io ho l'assurda paura che una volta fuori da qua ci ritroveremo ad affrontare il momento più duro delle nostre vite, ma mi tengo queste paure per me, non penso abbia senso, dopotutto, parlarne.
- Sei pentito dei baci? - Mi chiede poi diretto.
Avvicina il viso al mio, sta per rifarlo?
Sospendo tutto per un attimo e aspetto.
- No. Non lo sono. È stata la prima cosa che ho fatto per me. Sono stato egoista però non ne sono pentito. Mi hanno dato una pace, per assurdo, che non posso pentirmene. Uscirò di qua e starò male ma non mi pentirò mai di questi baci. -
è così felice di sentirlo ed io vorrei poterlo fare felice sempre.
Cosa ci siamo fatti a vicenda? Quando è successo di preciso?
Capita così?
Non so... però mi abbandono a lui e tutto diventa bello quando mi sfiora le labbra di nuovo, solo questo, non fa altro.
Poi mi bacia la guancia e lo trovo un gesto così dolce e splendido.
- Buongiorno. - Chiudo gli occhi e sorrido, mi tengo tutto questo. Non lo lascerò andare davvero. Mi resterà dolcemente dentro. Qualunque cosa succederà una volta usciti.
- Un giorno parleremo di questo momento e vedremo tutto talmente chiaro che ci chiederemo come facevamo a non vedere... - Dico alla fine seguendo una strana illuminazione.
- Magari un giorno non molto lontano... - Dice lui, seguendone una sua.
Non replico. Fingo di stare con lui e che vada bene.
Per il momento va bene così.
Per il momento non esiste niente altro.”