CAPITOLO XXXIII:
ESSERE O APPARIRE

Bene, lo devo ammettere.
Il piccolo, che poi è più grande di me di due anni, mi sorprende.
Ha le voglie ma riesce ancora ad avere una specie di controllo sulle cose grosse mentre poi cede su quelle piccole.
Io continuo a forzare un po' la mano e ad esagerare ma cerco di non oltrepassare una certa linea perchè poi ho paura di perderlo e non voglio.
E lui mi ricompensa per queste piccole attenzioni che nota.
È come l'asino, il bastone e la carota insomma, ma è più complicato perchè ce lo facciamo a vicenda.
Io lo spingo a soddisfare almeno un po' i suoi istinti ed in compenso non lo obbligo a fare certe altre cose che so poi lo manderebbero in confusione. Questo gli distende i nervi e lo lascia nella pace dei sensi -ovviamente dopo gli orgasmi è così- e siccome sta bene ricambia con dei gesti affettuosi.
Però prima mi rifiuta, quindi prima quando ci provo dice di no, poi visto che non insisto troppo ma che scendo a dei compromessi accettabili, mi abbraccia, mi carezza, mi dà dei baci innocenti sulla guancia...
Stiamo facendo lo stesso gioco ma in modo diverso... a cosa porterà, alla fine?
Ci stiamo assicurando che l'altro rimanga e non si stufi, è questo che serve il bastone e la carota, ma è assurdo che ce lo facciamo a vicenda!
Il mattino porta consiglio riguardo a tutto questo ingarbugliato momento.
Ho passato parte della notte a bearmi delle sue braccia, so che mentre dorme abbraccia chiunque o qualunque cosa abbia accanto, non è una cosa voluta. Però inconsciamente cerca affetto, ne ha un gran bisogno ma non ha senso perchè essendo una persona dolce e splendida tutti gli danno di continuo tutto l'affetto che vuole. Allora come è possibile che ne voglia ancora di più?
Forse non è proprio affetto che cerca inconsciamente ma semplicemente gli manca qualcosa.
Ma che ne so. Non sono uno psicologo!
Resta comunque che penso proprio che è strano.
Ci ho pensato molto, insomma.
E se provassi un'altra strategia?
Lo so, le strategie non sono da me. Io preferisco andare e prendermi subito ciò che voglio. Sono un attaccante. Infilo in rete senza pensarci.
Le tattiche di solito sono dei centrocampisti che si fanno paranoie e tirano fuori strategie per ogni cosa.
I difensori tendono a partire prevenuti su tutto e pensano prima al peggio e poi si sciolgono dopo, con difficoltà. Ognuno ha la sua caratteristica nella vita a seconda del ruolo in campo. Anche chi non gioca a calcio si divide in queste categorie.
Poi ci sono gli allenatori che nella vita normale sono quelli che dirigono ogni cosa, che comandano sempre e comunque.
Io sono un attaccante. Essendo un'ala tendo ad avere un minimo di pazienza, anche se è davvero scarsa. Ci sono le punte pure che non hanno nemmeno quella e si prendono subito ciò che vogliono, se vedono che non possono usano la forza e se vengono rifiutati si arrabbiano e fanno casino.
Gran brutto carattere le punte pure.
Così, anche se non è proprio da me pensare a strategie, stavolta credo che potrei fare un'eccezione.
E se provassi ad assecondarlo?
Lui vuole che proviamo ad essere solo amici almeno fino a che non si sistema e non si rilassa, una volta che avrà messo tutto a posto e che il panico ed il caos per il trasferimento gli sarà passato, potrebbe prendere in considerazione 'noi'. Fino ad allora vuole solo che siamo amici, che ci sforziamo e che evitiamo le altre cose da 'extra'.
Io però non ci sono mai stato a questa cosa perchè sono spontaneo e se voglio farmi una sega me la faccio. Cerco sempre di stuzzicarlo un po' per vedere quando sarà pronto e lui è preso davvero male ma non durerà a lungo.
Però... e se provassi ad accontentarlo e fingessi che mi va bene di essere solo amico?
Mi sforzo e mi controllo.
Insomma, basta che vado in bagno a farmi le seghe e che non gli faccia fare certe cose per un po'. Lui penserà che finalmente riesco a controllarmi. In realtà ce la posso fare è solo che mi secca, tutto qua. A me piace fare ciò che voglio.
Però potrei provare questa cosa, chissà come reagirebbe?
Potrebbe essere lui quello che cerca i contatti. Perchè è chiaro che gli piacciono queste cose. Che le vuole. Gode come un matto quando succede.
Proviamo a giocare un po' così. Teoricamente mi limito ad accontentarlo, né più né meno.
Proviamo a dargli ciò che pensa di volere, lo assecondo. Sicuramente questo porterà a qualcosa a mio favore. Basta che ogni tanto me ne esca con qualcosa di attento. Un piccolo sfiorarlo che sembra fatto per puro caso, un spogliarmi davanti a lui disinvolto... e vediamo chi la dura, alla fine. Perchè lui ha un disperato bisogno di queste cose. Di sfogare gli istinti. Solo che con la testa non vuole. Ha questa grande lotta fra testa ed istinto.
Vediamo che succede assecondando la sua testa e non il suo istinto.
Prima o poi quest'ultimo esploderà se lo aiuto a reprimerlo invece che sfogarlo. E quando esploderà sarà definitivamente mio. Ne sono certo.
Questo gioco mi piace. Sento che fa per me.


Come da me programmato non faccio niente di strano, non ci provo più e per tutto il giorno sono un bravo bambino, cosa che non sono mai stato in realtà.
Da subito mi ha guardato stupito di vedere che mi vestivo in bagno e che non lo toccavo più. Non ho fatto davvero nulla e sebbene mi abbia fissato come se non fossi più io, non ha detto nulla.
Siamo andati ad incontrare l'arredatore che è super gay. Per evitare qualche scenata di gelosia che non mi dispiacerebbe, evito di fare troppo l'amico con questo essere che effettivamente sfiora il checchismo.
Alla fine mi fa ridere, non riuscirei a provarci con uno così ma mi divertirei molto ad uscirci insieme.
Riky lo fissa come se fosse una creatura rara, non ha mai incontrato una checca?
Gestisco tutto io, mi fa vedere i cataloghi e le varie proposte, scelgo tutto quello che mi riguarda e poi Chico, che nome fantasioso, passa a Riky che ancora non sembra capace di reagire.
Al secondo 'cosa vorresti?' che sembra tanto un 'cosa ti piace a letto?', do un calcio a Riky da sotto il tavolo perchè lo fissa a bocca aperta come se fosse ET... allora lui si riprende ed espone quello che lui e sua moglie desideravano. Lieto che riescano a parlare di casa e non di posizioni a letto. Riky sarebbe morto.
Alla fine chiama Carol e la ragazza parla direttamente con lui mentre Riky si gira verso di me bordeaux in viso ed io rido un sacco cercando di non farmi notare, cosa davvero da premio oscar!
Quando ci mettiamo definitivamente d'accordo in modo che lui si occupi di riempirci e sistemarci le case al lato pratico, è ormai ora di pranzo inoltrata e gli stomaci di tutti e tre brontolano un sacco.
Chico ci guarda speranzoso prova ad accalappiarsi la nostra regale presenza, se accettassi mi divertirei ma Riky non reggerebbe oltre. Per qualche motivo è sconvolto da lui.
Così lascio perdere e declino l'invito.
Penso di non essermi mai divertito di più ed appena la checca se ne va, Riky sbatte le mani sul tavolino e mi si avvicina con mille colori in viso.
- Ma era davvero... - Sembra un evento! Io ovviamente rido perchè non posso farne a meno.
- Ma non ne hai mai incontrato uno? - Lui scuote la testa energicamente e sembra davvero sconvolto, finisce che mi vengono le lacrime agli occhi.
- Di solito stanno in televisione ed io penso che siano esagerati! Mi ricordavano Jack di Will e Grace! - Oddio non posso resistere a questa esclamazione! È dannatamente vero!
Sbatto la fronte sul ripiano e mi copro con le braccia perchè non lo dice per prenderlo in giro, lui è convinto ed è sconvolto da questo incontro!
Gesù!
- Smettila di ridere! Io non pensavo che potessero essere così... così... - Siccome non trova la parola ci penso io.
- Checche? - Lui mi copre la bocca con la mano svelto, imbarazzato.
- Dai, non si dicono queste cose! Se ci sentono? - Sgrano gli occhi sconvolto.
- E che male c'è? - Chiedo senza arrivarci davvero, continuo a ridacchiare ma meno marcato di prima così mi lascia la bocca.
- Che male c'è? Nessuno! Ognuno può essere come vuole, ma la gente lo prenderebbe ferocemente in giro e mi dispiacerebbe! - Ok, ok... fermi tutti. Questa non riesco proprio a concepirla nemmeno se mi impegno. Metto le mani aperte sul tavolino, fra di noi, e corrucciato cerco di venirne a capo.
- No scusa un attimo... perchè dovrebbe dispiacerti se uno che non conosci viene preso in giro? Oltretutto pensi che la gente non se ne accorga da sola che quello è una checca? Se lo è non gli importa del giudizio degli altri o si tratterrebbe! - E' logico!
Lui mi fissa cercando di capire se io dica cose sensate, storce la bocca e poco convinto espone la sua idea.
- Si ma lo stesso a nessuno fa piacere essere presi in giro. Lui è così, non lo fa! Può trattenersi fino ad un certo punto! Prenderlo tanto in giro noi, poi, non è per niente carino! E se qualcuno ci ha sentito e lui torna e passa dei guai per questo? Bisogna stare attenti a cosa si dice e a come ci si comporta in pubblico! - Sbuffo, questo discorso mi innervosisce perchè sa di ipocrisia.
- Ma cosa te ne importa! Ognuno è come è! Non bisogna vergognarsi! Guarda me! Vado per locali gay e tutti pensano che io lo sia e non me ne importa! Insomma, lo sono! Sì, mi criticano e mi prendono in giro, mi chiamano frocio, ma sono loro che hanno problemi, non io! Non mi cambio e non mi nascondo solo perchè loro hanno problemi col fatto che mi piacciono i ragazzi! Cosa gliene importa? Non è mia la vita? - E' una posizione netta e precisa che ho deciso di assumere quando sono diventato un personaggio pubblico. O mi dannavo la vita nascondendo ogni cosa di me e dando quindi una di quelle immagini che potevano piacere al pubblico, o me ne fregavo e facevo l'onesto fino in fondo! Ho deciso di sbattermene e non me ne pento. Questo mi rende forte. Ad ogni insulto io divento più forte perchè riesco ad ascoltarli senza stare male!
Però lui questo non lo può capire, è così diverso da me.
- Tu hai ragione, Cris. Però non puoi negare che, ci piaccia o no, viviamo in una società che ha dei limiti precisi. E questi limiti sono i pregiudizi! Farsi la guerra col mondo perchè non si vuole limitarsi un po' lo trovo un dispendio inutile di energie. E poi andiamo... il mio privato resta il mio privato! Non lo devono sapere gli altri, che vita è? Non è privata ma pubblica! Diventa una questione fra me, il mio privato ed il mondo. Non è privato. Non si vive bene e serenamente così. Sempre messi in piazza, sempre alla prova in qualche modo, sempre a rispondere di quello che si fa, sempre a ricevere giudizi. Nessuno vive bene sotto costante giudizio! Puoi essere forte e riuscire a non starci male ma non dirmi che vivi bene come uno che non è nessuno, semplicemente fa quel che vuole ed è lasciato in pace! -
Anche il suo punto di vista è molto preciso e totalmente opposto al mio, ma riconosco che è comunque validissimo e sensato. Onestamente non so... cioè non l'ho mai vista come lui e quindi non condivido però non posso dire che abbia torto. Dopotutto è vero, la gente è crudele ed è anche vero che io comunque ci faccio la guerra alla maggior parte di quelli.
Se mi facessi vedere con una ragazza in giro -come ogni tanto mi capita- sarei lasciato in pace ed apprezzato molto di più, lo so. Però quello è essere ipocriti e falsi!
Ora come ora non mi va la ragazza, sono in fissa con Riky, cazzo! Che male c'è?
Non capisco!
Solo per poter vivere in pace la mia vita privata? E allora? Che me ne faccio poi se devo reprimermi e stare sempre a pensare a cosa dire e cosa fare in pubblico?
No, sono convinto che ho ragione io...
Gli insulti rafforzano, sono cose che si possono sopportare e fare la guerra agli altri alla fine diventa un'abitudine che non ti fa più né caldo né freddo, è il prezzo per essere veri e sé stessi e per me è ciò che conta di più.
Lui ha solo paura di vivere, di vivere sé stesso e di vivere con gli altri. Non sa accettarsi, figurati se si lascia andare in mezzo alla gente. È normale che pensi a come porsi, però poi diventa paranoico. Non è pace nemmeno quella, andiamo!
- E per te è pace stare sempre attenti a come ci si comporta in pubblico per non far pensare male agli altri ed evitare che ti offendano e ti facciano la guerra? Non è pace quella, Riky! Stare sempre attenti, misurare tutto... no... alla lunga ti logora! Meglio essere sé stessi e basta, ci si accetta e si accettano le conseguenze, qualunque esse siano. Ma almeno sei te stesso. Per me è quella la pace! Poter baciare un ragazzo allo stadio se ne ho voglia! - Ne sarei davvero capace, se mi girasse!
Riky sospira e scuote la testa ancora convinto della sua.
- E combattere per poter essere te stesso quando vuoi è pace? Dove c'è lotta non ci può essere pace. Ti senti bene con te stesso perchè sei onesto e non menti a nessuno, questo te ne do atto, è vero. Però la vera pace è poter essere sé stessi ed essere accettati dagli altri senza quindi dover combattere per poterlo essere. Però è un'utopia impossibile, perchè nessuno è così perfetto da essere accettato e basta. Se ti mostri per quel che sei, mostri anche i difetti, qualunque essi siano. O comunque cose che ad altri non andranno bene, perchè non esiste la perfezione, nessuno andrà bene a tutti al cento percento. Per questo si nascondono i difetti o le cose che non vanno. O che sappiamo non vanno agli altri. Cose come l'omosessualità. Perchè metti tutto su una bilancia e lo fai con realismo. La pace verso te stesso o la pace verso gli altri? Vivere bene con te stesso ma non con gli altri o l'opposto? Cosa ti fa stare meglio? Se fossi un eremita potresti scegliere la prima e fregartene ma non ci sono eremiti, qua. Tanto meno noi, personaggi pubblici che più pubblici non si può.
Tu puoi dire quanto vuoi che te ne freghi e che sono cose che ti rendono forte. Però alla fine è sempre una lotta e non può essere veramente piacevole. Io non sono uno da lotte quotidiane contro il mondo. Basta un piccolo accorgimento e vivi in pace. Si tratta di accettare che non siamo gente qualunque, che abbiamo costantemente occhi puntati addosso. Quella bilancia pende sicuramente da una parte. - E' davvero chiaro ed esauriente. Comunque non si esporrà mai e poi mai.
È un suo diritto e lo rispetto. Lo capisco anche. Ma per ora non sono stanco di combattere, ho un carattere diverso. Io sono alimentato da queste cose. Queste guerre. Forse un giorno mi stuferò e mi sposerò con una donna che non amo ma con cui mi diverto un sacco per poter essere lasciato in pace, come dice lui, e di nascosto mi scoperò il ragazzo che amo davvero.
Però per il momento voglio essere fedele a me stesso.
- Per me nascondermi equivale a vergognarmi di me stesso. Ed io non mi vergogno di me stesso. Io mi piaccio così come sono. Non dico che sono perfetto, ho mille difetti ma li accetto tutti dal primo all'ultimo. So che sono egocentrico, capriccioso ed anche molto narcisista e stronzo! Però mi sta bene! Posso cercare di migliorare ma sono questo. E sono gay. Sono gli altri che hanno problemi con me, non io. Io non ne avrò mai con me stesso. - Il sottinteso che non so se coglie è che lui, al contrario, ne ha molti con sé stesso perchè non si accetta e quindi si vergogna di sé.
Abbassa lo sguardo e sembra capirlo, mi dispiace averlo fatto rimaner male, ma è una cosa che penso e lui deve cominciare a rifletterci davvero.
Il suo approccio sarà normale e condivisibile ma non è giusto, non dovrebbe essere così. Se la gente la pensasse più come me che come lui, non ci dovremmo tutti nascondere dietro delle maschere false che fanno pensare che la maggior parte sia secondo degli standard prestabiliti.
Etero, sposati, figli, famiglia e cose così.
Se ci mostrassimo per come siamo e basta, la maggior parte della gente diventerebbe... beh, varia! E la smetterebbero di pensare che il normale è quello che va per la maggiore perchè per la maggiore andrebbe di tutto e di più!
Se ci fosse meno mania di 'vivere in pace' e più 'vivere bene con sé stessi', allora sarebbero molto diverse le cose.
Con amarezza e scontentezza chiudo il discorso. Non voglio coccolarlo indorando la pillola perchè ci è rimasto male dalla mia presa di posizione così nettamente contro di lui, è giusto che pensi a qualcosa di utile, per una volta.
È un argomento che mi sensibilizza molto perchè mi dà sui nervi questa falsità. Io capisco che sia per quieto vivere personale, è una cosa legittima, ma come dice lui c'è una bilancia e non dovrebbe essere che conta più vivere bene con gli altri. Dovrebbe essere che conta di più vivere meglio con noi stessi. Allora se tutti ci accettassimo la gente aprirebbe gli occhi e capirebbe che il mondo va diversamente da quello che pensavano. E forse, un giorno, ci si accetterebbe anche a vicenda, dopo aver cominciato ad accettarsi da soli.
Ma sono discorsi utopistici perchè non succederà mai una cosa simile.
Mai.
Dopo che passa diversi minuti a guardarsi le mani e a pensare, io mi sono imparato a memoria il menù anche se non ho molta fame.
Alla fine ordino una paella e Riky si riscuote ricordandosi che dovremmo pranzare. Sta per dire che non vuole mangiare ed io ordino una paella anche per lui, poi gli tiro un calcio da sotto il tavolo affinchè mi guardi. A volte ho dei modi davvero da killer.
A volte...
Riky sorpreso alza lo sguardo che non osava posare sul mio di nuovo ed io lo fisso severo.
- Dai, ognuno la pensa come vuole, chi se ne frega? Avrai tempo per cambiare idea! - Lo dico perchè è tipico mio pensare che saranno gli altri ad adattarsi a me e non viceversa. Ora come ora ne sono fermamente convinto che vincerà questo mio modo di vedere le cose, almeno fra noi due.
Non contemplo minimamente che invece sarò io ad abbracciare il suo modo di vedere le cose.
Beh, per lo meno a scendere a dei compromessi.
Fa un debole sorriso ed io gli faccio l'occhiolino per sdrammatizzare, alla fine accentua il sorriso e mi ringrazia senza dire niente perchè ho chiuso il discorso e basta.
Dopo pranzo, però, e dopo aver parlato di tutt'altro, Riky beve il caffè e se ne esce con qualcosa che sembra direttamente collegato.
- Sono una persona ipocrita? - Eccolo, lo sapevo. Sospiro e boccheggio, mi guardo intorno, un paio di persone cominciano a guardarci, si chiedono se siamo davvero noi così alla fine sbuffo e gli dico di andarcene. Me lo trascino fuori e facciamo due passi ma cambiamo presto idea visto il gran caldo di queste ore del primo pomeriggio.
Allora saliamo in macchina e senza ancora aver risposto alla sua domanda, guido verso l'hotel dove potremo riposare e pensare al piano di partenza. Alla fine abbiamo fatto tutto quello che dovevamo a Madrid, quando ci chiameranno per le presentazioni e cose varie, torneremo. Ma per il momento abbiamo finito qua.
In macchina gli rispondo perchè continua a non dire una sola parola. È amareggiato all'idea di esserlo, probabilmente non ci aveva mai pensato, non credeva di esserlo.
Per lui sarebbe brutto rendersi conto di esserlo ma capita. È inevitabile. Ci si scontra con la realtà prima o poi.
- Non penso che tu sia ipocrita ma hai una dannata paura di te stesso. Devi solo accettarti. Poi è un tuo diritto cercare di vivere bene con gli altri e quindi porti nel modo che credi migliore e sensato. Ma dopo che ti sei guardato in faccia e che hai visto esattamente come sei. - Non so da dove mi esca, forse è davvero duro dirgli una cosa simile.
Non si aspettava tutto questo da me, ma alla fine non sono uno che finge. Non lo sarò mai.
Continua a guardare in basso le sue stesse mani, è così piccolo, ora. Ed io mi sento un verme anche se so di essere nel giusto. Non volevo fare niente ma penso che dopotutto fra amici certe cose siano concesse. Non lo so.
Non smetto di guidare, solo gli metto una mano sulla coscia e basta, senza malizia. Solo per confortarlo.
- Hai tutto il tempo del mondo per farlo. Prima o poi ci riuscirai. - Mormoro piano e sicuro. A questo pare aggrapparsi e mi prende istintivamente la mano e la stringe. Guido così, con la mano nella sua. Non me la lascia. È lui che la vuole tenere ma non c'è niente di erotico in tutto questo.
Io penso che al di là del sesso e del suo lato gay e dell'attrazione fatale per me, lui abbia veramente bisogno di un amico, ora. Sta affrontando troppe cose grandi tutte insieme e non è poi così forte. Penso proprio che gli serva anche un amico e non solo un amante.
Così eccomi qua, sarò tutto quello che gli serve.
Lo decido mentre svolto l'angolo e lo porto a riposare in albergo.
Abbiamo tempo per diventare chi dobbiamo, adesso possiamo anche concederci il lusso di essere chi vogliamo, per una volta.”

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E' vero che...
Come ho detto molte volte, Cris prima del Real era stato visto frequentare locali gay con compagnie gay, quando gli veniva posta la domanda non negava e non affermava. Diceva che erano affari suoi e risposte così. Come per dire 'sì ma non vi interessa'.
Il suo modo di pensare è chiaramente questo espresso nella fic anche se naturalmente non lo ha mai esposto così precisamente. Dal tipo che è, dal modo in cui si comporta si capisce che la sua filosofia, almeno all'epoca, era questa. Ora le cose sono un po' cambiate e si vede, ha messo la testa a posto, ha la ragazza fissa (che sia per interesse o per amore poco importa), frequenta posti comuni a quelli di tutti, diciamo che si è parecchio conformato al mondo. Quindi si deduce che abbia acquisito la mentalità da 'sicurezza' per vivere bene con gli altri , come Riky.