CAPITOLO XLIV:
UN DOVUTO CHIARIMENTO



Tengo Luca in braccio e lo stringo convulsamente, lui ricambia senza motivo. Mi circonda il collo con le sue braccia esili e mi schiaccia la guancia morbida contro la mia, guarda nella stessa direzione e sembra che se me ne separo uno dei due muore.
Mi fermo all'ingresso del soggiorno e lui è là.
Il cuore comincia a martellare nel petto. Non ero pronto. Sale nella gola. Perchè non mi ha avvertito che passava? Sulle orecchie. Poteva scrivermi.
La confusione mi pervade. Sto qua in piedi immobile e lo fisso e spero vivamente che la mia espressione sia decente. Ma Luca mi stringe tanto che divento paonazzo e Carol, ridendo, me lo prende di braccio.
Lui grida e vuole tornare con me e così lo riprendo, loro ridono ed io cerco di imitarli anche se non so bene perchè.
Quando torna in braccio con me anche io mi calmo di nuovo.
Come posso vivere senza mio figlio?
- Ciao... non mi aspettavo che venissi... - non ho idea di come la prenda lui il vedermi dopo tanto tempo, so che gli mancavo, quando me l'ha scritto mi ha fatto una tenerezza infinita.
Mi sono sentito meschino anche con lui oltre che con Carol.
Ed ora li trovo qua a parlare insieme.
Qualcuno mi spiega cosa dovrei fare?
Perchè non lo so proprio...
- Lo so, ma non ho resistito. E poi casa mia è quasi tutta a posto... posso dare una mano? - Carol dice subito che non serve assolutamente, ma lui insiste e penso che sia una scusa per poter parlare con me subito prima che... prima che tutto inizi.
Qualunque cosa sia.
In realtà non ha torto perchè dobbiamo mettere in chiaro subito cosa saremo, penso che glielo devo.
Solo che ancora non ne ho idea.
Stare senza di lui è una cosa, rivederlo... ora sono nel panico, non ricordo nemmeno se ero arrivato ad un punto, dopotutto!
Penso proprio di no!
Credo di essermi fatto mille domande senza nemmeno una risposta.
Sospiro e sorrido.
- Certo, dai... aiutami con la mia stanza... - Inarca un sopracciglio e Carol ride.
- Sì, il principe ha bisogno di una stanza tutta sua per isolarsi quando è depresso! - Mi prende in giro, ma a conti fatti è così. Passo molti momenti no anche se da fuori non sembra. Siccome non voglio mai parlarne con nessuno, mi isolo. Quella è la mia camera.
Sono me stesso solo lì dentro. Immagino che lui ci entri di diritto visto che è una parte vera di me.
Forse la più vera.
- Le tue scatole sono già là sotto, dammi Luca. - Faccio per darglielo ma lui si attacca ancora a me, urla e strepita. È raro che faccia questi capricci, penso che sia per Cris. In qualche modo è intimidito o... o forse sente che è diverso dai miei amici.
- Ma dai, è quasi geloso! Ma amore, il papà deve lavorare... - Luca fa no con la testa e nasconde il viso contro il mio collo.
- Dai, va bene, non ci disturberà... - Anche se non so proprio come penso di lavorare con lui in braccio.
Carol ridendo ci lascia andare e intanto spiego che Luca è la mia ombra ed è difficile si stacchi quando decide di starmi in braccio così.
- Siete stupendi insieme... - Fa spontaneo una volta che ci chiudiamo nella mia stanza.
Non ci sono letti, solo un comodo divano a tre piazze. Libreria, tavolino, televisione, play, stereo con la mia musica.
È tutto da sistemare. Sono i libri, gli album di foto, i CD ed alcune altre cose mie.
- Davvero? - Chiedo sorpreso della sua esclamazione. Lui ci fissa perso come se fosse in adorazione, gli brillano gli occhi.
- Certo... non ho mai visto niente di più bello. - Forse per la sua pace spirituale di questo momento, Luca spunta con il viso e si fa rivedere. Cris si avvicina e lo saluta.
- Ciao campione, sono Cristiano. Mi puoi chiamare Cris. - Chissà se un giorno sarà 'zio Cris'.
È un pensiero strano. Significherebbe che ci frequenta molto.
- Sei molto dolce. - Mi esce spontaneo e lui alza gli occhi su di me, per salutare mio figlio si è avvicinato ed ora siamo vicini anche noi. Il cuore torna a galoppare e Luca stringe le braccia di nuovo.
Sente tutto di me.
Forse lo tengo per impedirmi di fare qualche cavolata, ma vorrei farla. È per questo che non posso lasciare Luca.
Ma non è una soluzione.
Dio mio, io non ho ancora deciso niente.
Forse nemmeno dopo tutto il tempo di questo mondo, sarò capace di decidere.
- Allora... come stai? - Mi chiede piano. Con Luca non può fare niente, me lo ripeto e rispondo sorridendo vago ed in imbarazzo.
- Strano. Non so dirlo. Sono disorientato. Quando mi allenerò con altre persone penso che subirò un'altra botta emotiva. Però... - Cerco di cambiare argomento prima ancora di affrontare quello giusto.
Cris prova a prendere la manina di Luca e lui gliela lascia, gli stringe il dito e si studiano con gli sguardi. Sono entrambi belli, per motivi diversi però lo sono.
- Io intendevo anche per l'altra cosa. - Non parla chiaramente ma si fa capire. Inghiotto. Lo so che è qua per questo. - Dobbiamo parlarne prima di cominciare questa nuova vita, non credi? Devo saperlo, ne ho il diritto. - Non ha un tono duro o accusatore, quindi diciamo che mi agita meno di quel che potrebbe fare.
Mi mordo le labbra, questi due cominciano a fare amicizia e Luca si tira su dal mio collo, resta sempre in braccio a me ma non mi stritola più. Ora è dritto e guarda Cris che gli sorride.
- Saresti bravo con un figlio. - Dico così senza pensarci. Non ha senso dirlo a lui che è gay. Beh, anche io lo sono. Cambia poco.
- Sarei un pessimo padre, ma grazie! -
- Che sciocchezze... -
- Non sono portato per farlo, non saprei da dove cominciare... -
- Si impara facendolo. Hai l'istinto per il padre, sei riuscito a piacergli subito. Guarda che è molto possessivo con me e con gli estranei è timidissimo. Specie quelli che si intromettono fra lui ed il suo papà. - Questa me la sono cercata.
Lui sorride malizioso.
- E' molto empatico allora... - Non dice altro e lo ringrazio. Stiamo ancora in piedi in mezzo alla stanza ed io non ho ancora idea di che cosa dirgli, ma lui non si dimentica.
- Cosa hai pensato in questi giorni? Sei arrivato ad un punto? -
Devo dirgli qualcosa, devo. È giusto.
- Non... non lo so, Cris. Pensavo di riuscirci ma sono più pieno di dubbi di prima. Non lo so... ho bisogno di altro tempo. Ed ormai ci vedremo ogni giorno e non so cosa dirti, sai... penso che improvviserò un po'. Forse cercherò di mantenere un rapporto professionale normale. Amici e basta. Finchè non sarò sicuro di cosa fare. Finchè non sarò pronto. - Fa un'espressione davvero piena di... di tutti i sentimenti che gli vorticano dentro. Mi investono. Gli occhi si spalancano e diventano lucidi, non sa trattenere le sue emozioni, io ci riesco bene perchè sono abituato a controllare tutto di me. Salvo i momenti in cui scoppio.
Lui però non si trattiene mai e non sa come si fa.
Ed ora è qua che... sta per piangere?
Mio Dio, che ho fatto.
Ed ora?
Stava così male? Lo sapevo, sono una pessima persona, così egoista...
- Cris... - Comincio ma non so cosa dire.
- Così non c'è una risposta ancora... - Annuisco colpevole.
- Mi dispiace. Speravo di trovarla ma... non è facile. Più ci penso e più arrivano domande... - mi sento così in colpa. Con lui ho sempre la sensazione di sbagliare tutto.
Fortunatamente Luca non capisce quello che sto dicendo, ha un anno fatto da poco. Però vede ed imita, quindi non possiamo fare niente di fisico.
-Amici? Per ora dobbiamo fare solo gli amici finchè tu non sai cosa fare? - La mette giù come se fosse impossibile per lui e forse è così. Più che altro è egoista. Lo sento quasi spezzarsi, in un certo senso. Sono tremendo. Sono orribile. L'ho ferito. Nel disperato tentativo di non ferire Carol che non c'entra, ferisco lui. Nemmeno lui c'entra.
Non ci penso quando lo dico.
Lo dico e basta, di slancio. Pensandolo davvero.
- Questo sono io. Io mi porrò in questo modo, tu puoi fare quello che ritieni opportuno. Ognuno è libero di agire come crede. Alla fine io... io sono così egoista pensando solo a quello che voglio io che... che non penso mai a quello che vuoi tu. Siamo in due, non è giusto che si rispetti solo la mia volontà. Vedo che stai male anche tu ad aspettare e trattenermi. Non è giusto, no? - Non so nemmeno cosa sto dicendo. Gli sto dando un po' via libera per fare quello che vuole. No, non va bene, sono matto? - Però io agirò secondo la mia, di volontà. Finchè non sarò sicuro cercherò di mantenere una linea di amicizia, se... se tu vuoi altro... fa come credi... cosa... cosa posso dire? Non ho una risposta, non ho una verità... - Forse gli sto stendendo un tappeto rosso, ma quando lo vedo sorridere disteso e gli occhi che gli si illuminano, mi sento leggero e sollevato. In qualche modo so di avergli dato, per il momento, la risposta giusta.
Allora accade di nuovo qualcosa di assolutamente imprevedibile.
Felice come non l'avevo ancora visto, ma soprattutto veloce più del pensiero, copre gli occhi a Luca con una mano e si protende verso di me, mi lascia un velocissimo bacio sulle labbra, niente di esagerato ed invasivo. E poi ci lascia facendo un passo indietro.
Ma ride contento e anche se sono sotto shock ed ancora devo capire che quello che batte la samba nel mio petto è il mio cuore, è bello che lui sia così contento.
Prima era tutto teso e strano, non era sé stesso. Ora così lo preferisco anche se andrà a mio scapito.
Luca si fa mettere giù per terra, è ricoperto di moquette.
Così io e Cris ci mettiamo a svuotare le scatole.
- Ma non è giusto che stai qua col mio trasloco. Avrai il tuo... - Sorride.
- Vorrà dire che mi aiuterai... - Questa cosa non mi lascia molto tranquillo...
- Coi libri... - Preciso.
- Non ho libri. Le uniche scatole che ho sono di effetti personali, quindi vestiti, cappellini, accessori e scarpe. - Questo ha un sottinteso molto pericoloso.
Preferisco non rispondere e lui si mette a rovistare fra la mia roba.
I libri li ignora, non gli piacciono, passa ai CD e rimane stupito di quello che mi piace. Non avevo dubbi.
- Rock! Ti piace il rock! - non se ne capacita.
- Certo! Non sono tipo da rock, vero? Comunque apprezzo anche il gospel ed altri generi come la pop... - Scuote la testa shockato.
- No per niente... pensavo fossi più... musica leggera... tua moglie canta, no? - Annuisco.
- Sì, canta. Le ho anche scritto un testo per una canzone, una specie di preghiera-promessa matrimoniale o qualcosa di simile... però io preferisco questi gruppi... -
- Ma dai, chi l'avrebbe detto? - Continua ad elencarli tutti mano a mano che li tira fuori ed io li metto nella libreria. Li metto in ordine di genere, di anno e per lettera. Faccio un gran lavoro per cui mi prende in giro ma fa nulla. Mi aiuta fino in fondo e ad un certo punto Carol bussa. Benedetta ragazza.
Spunta con della limonata fresca e viene a vedere come ce la caviamo.
Luca si è addormentato sui cuscini.
Quando ce lo porta via torniamo ad essere soli ed il cuore torna a battere, però sembra abbia altro per la testa, Cris.
Sta lì a guardare tutta la mia collezione, è come se avesse fatto la scoperta del secolo e non calcola più il fatto che siamo soli. Un po' mi delude, un po' ne sono contento.
- Cosa c'è? -
- Mi fai sentire la canzone che hai scritto per lei? - Disorientato da questa richiesta strana, cerco il CD di Carol e lo metto sullo stereo.
http://www.youtube.com/watch?v=B80OrbV2-YQ
Prima di farla andare faccio una premessa.
Non so se sia una buona idea. Perchè deve sentirla?
Si fa del male... ma non lo sa ancora...
- Ascolta, l'ho fatta per il matrimonio. Come regalo speciale. Ero nel periodo della piena convinzione, la vedevo come la persona perfetta mandata da Dio e... ed io... insomma, ho voluto ringraziarlo per avermi indicato la via tanto chiaramente. - Penso che non capisca perchè lo dico.
- Dai, falla andare. - Sospiro poco convinto e la metto su.
È in portoghese ed appena sente la mia voce esclama come una cornacchia.
- Ma la canti tu! - Io rido.
- C'è anche lei poi... -
La fa ripartire e seduto sul divano ascolta le parole concentrandosi bene.
Io ho cercato lei sull'altare di Dio
Ho ricevuto lei dalle mani di Dio
Io ho cercato lei sull'altare di Dio
Era più di quanto avessi sognato, eri parte di Lui.
Quante preghiere ho fatto
Chiedendo qualcuno come te per me
Poi, ho ricevuto molto di più
Di quello che avevo sognato per me
Il tuo amore mi rende desiderio
Per essere una colonna di sostegno, per avere una casa e una famiglia
Per vedere il Signore e, in Lui, per trovare la strada
Per avere te per sempre come il portatore della sua parola nella nostra casa
La vita ci mette alla prova, ma ci riusciamo
Il Signore ci ha preparato
Oggi, siamo qui, davanti a Lui Chiedendo la sua benedizione alla nostra casa
Ovunque tu vada, andrò con te
Ovunque tu andrai, ci sarò e non mi fermerò
La tua fede sarà la mia fede
E il tuo Signore, sarà il mio Signore”
Sembra che ho fatto delle previsioni. Mi mette la pelle d'oca risentirla ora e mi sento in colpa ad avergliela fatta sentire. Non è giusto perchè lui prova qualcosa per me ed io sono così confuso e... e mi sento davvero...
Quando la musica si ferma tutto torna silenzio e mi siedo anche io nel divano con lui, molto lentamente.
In questo momento vorrei avere la forza di definirlo amico, ma non ce la faccio perchè mi sento una persona terribile e comincio a scendere. A scendere. E a scendere.
- Non sono stato capace di resistere alle prove. Sono caduto. - E' una cosa che non dovevo dire.
Lui alza lo sguardo e mi osserva come se fossi blasfemo. Mi ferisce questo sguardo e solo ora capisco cosa ho detto, i suoi occhi diventano lucidi ed io per un momento mi chiedo perchè ha voluto ascoltarla.
- Non intendevo dire che... -
- Sono stato una prova che ti ha fatto cadere ed ora sei pentito di questo, pensi che la tua strada, la strada giusta sia lei perchè te l'ha portata Dio ed io sono il diavolo tentatore che ti ha fatto cadere! È questo che pensi! - è partito in quarta, quando è ferito attacca ed io mi sento con le spalle al muro e non voglio che pensi queste cose.
Alzo le mani e cerco di fermarlo agitato.
- No, no Cris non volevo dire... - Ma tutto sale, anche la sua voce che non mi fa parlare, gesticola e vedo che sta per piangere.
- Sì che lo volevi dire! Lo pensavi eccome! Sei caduto! Sei pentito di tutto! Sono io il diavolo! Allora mi chiedo perchè non sai cosa fare. Lo sai benissimo! Non mi vuoi accanto a te! - L'idea di non vederlo -cosa comunque impossibile visto che siamo compagni di squadra ora- mi manta in tilt e succede come quando sono troppo sotto pressione. Tengo tengo tengo e scoppio.
Ed io, forse, avevo solo troppa voglia di stare solo con lui, di rivederlo, toccarlo, parlargli. Sentirlo.
Sentirlo sotto le mie stesse mani.
Gliele prendo e stringo le dita fra le mie, le intreccio e lo costringo a fermarsi ma nega, scuote la testa e cerca di allontanarmi per andarsene, però uso forza, tutta la forza che posso, e lo tengo qua.
Lo tengo visto che non smette di dire di no lascio e le mani e gli prendo il viso, poi l'attiro a me e glielo nascondo contro il mio collo. Il suo è il mio rifugio e mi manca. Mi manca incredibilmente.
Lo sapevo che succedeva.
Lo sapevo.
Tutto si ferma di nuovo. Sale, sale e poi si ferma.
Noi sospesi in questa tempesta.
Non saremo mai capaci di gestirci. Mai.
- Mi dispiace. - Finalmente si zittisce. - Non volevo dirlo. Ripensavo a come mi sentivo quando ho scritto quella canzone. Ero convinto che lei fosse mandata da Dio e di dover superare prove e di dover farcela con lei per tutto. Rispetto a quello che pensavo all'epoca potrei dire che non ho resistito alle prove e sono caduto. Però è diverso. Non è vero. Perchè semplicemente non sono caduto, ma mi sono guardato allo specchio, cosa che non avevo mai fatto per paura. Capisci? Non nascondo che sono in una crisi personale coi fiocchi, ma mi sto guardando, sto affrontando me stesso. Però è difficile. -
Cris si ammorbidisce, finalmente, respira con calma e mi mette le mani sui fianchi, lascio che rialzi il viso e mi guardi da vicino.
È così bello.
Mi era mancato. L'ho visto in televisione alla presentazione e basta. Mi mancava.
È perfetto. Come posso dirlo diversamente?
Il suo viso l'ho sognato così tante volte che potrei anche disegnarlo, se ne fossi capace.
Mi fa venire mille tuffi al cuore. C'è una tale differenza fra lui e lei. Lei non mi ha fatto mai impazzire così. È sempre stato tutto così gestibile e calmo, con lei.
Dolcezza in ogni forma ma... ma basta... con lui è tutto!
- Te lo posso dare, il tempo, ma io non ti garantisco un controllo al cento percento. Tu però non dire più che io sono la causa del tuo malessere... perchè è brutto per uno che prega di poter stare con te. -
Apro la bocca e sto per baciarlo perchè voglio farlo, ma per miracolo riesco a dire qualcosa.
- Non lo dirò più. Mi sono espresso male... scusami... -
Mi carezza il viso ed è così delicato, scaturisce tutto il suo desiderio nei miei confronti. Tutto.
Immenso.
Torna a sfiorarmi le labbra ed il mio cuore fa nuove capriole. Mi sento un adolescente al primo amore.
Chiudo gli occhi e mi lascio andare. Non dovrei provare a combatterlo almeno un po'?
Sono in casa con lei.
Dio mio, c'è lei e c'è Luca.
Spalanco gli occhi di scatto e lo spingo delicatamente.
- Non posso lasciarmi andare così... anche se lo vorrei tantissimo... -
Annuisce e gli sta bene. Mi scioglie ed io mi alzo camminando per la stanza, lui ripensa alla canzone mentre metto via i libri.
- Sei bravissimo, comunque. -
- A cantare? -
- Anche... hai una voce dolcissima e sei pure intonato! Io sono una campana! Però intendevo con le poesie. Me la farai una canzone, un giorno? - Mi cadono i libri e lui ride.
- Per te? - Si alza e me li prende, così torniamo uno avanti all'altro. Mi fa sempre finire così. Gelatina nelle sue mani.
- Per me. Me la farai, quando avrai scelto cosa fare? - Mi sta per baciare di nuovo, se non gli dico di sì è finita.
- Va bene. Quando sarà tutto chiaro in me te la farò! - Lui avvicina ancora le labbra ed io non respiro più.
- Promesso? -
- Promesso! - Però mi faccio del male. Non è che ho scelta. Ormai è mio compagno di squadra. Sono in un guaio enorme. Se non lo vedessi potrei tornare sulla retta via, giusta o non giusta ormai lei è mia moglie, ho un figlio.
Però sono qua e Cris è il mio compagno di squadra.
Non riesco proprio a vedere delle soluzioni. Non so come ho fatto, eppure all'epoca, e la canzone non mente, ero così convinto di lei, così sicuro che fosse quello che Dio voleva. Cercavo una come Lui che mi facesse camminare sicuro nella mia fede e... e lei era perfetta!
Come può essere che Dio avesse altri piani per me?
Del resto la mia natura non mente.
E la natura viene da Dio.
Penso che non troverò mai risposte. Mai.
Però intanto Cris è qua e non mollerà.”

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E' vero che...
Riky ha scritto quella promessa matrimoniale per Carol che poi hanno inciso e cantato insieme, lei è una cantante in patria ma penso che sia da un po' che non fa più niente, non lo so bene.
La questione dei gusti musicali di Riky è particolare perchè ricordo d'aver letto e sentito che lui parlava di gruppi sul rock, non un rock pesante. Però in giro si scrive che gli piace il gospel (solo perchè si collega alla religione penso). Lui comunque qualche tempo fa aveva fatto una specie di cosa (che chiara che sono) non ricordo se fosse pubblicità (no non era pubblicità) o cosa di preciso, per cui ha detto e fatto capire che gli piace il rock. Però in ogni caso ogni tanto pubblica la canzone che ascolta ed è pop per cui credo che semplicemente sia eclettico. Però so per certo che aveva annoverato i Genesis fra i suoi gruppi preferiti. Insomma, il rock lo ascolta! Basta!