CAPITOLO LIV:
FINO AL CULMINE


Si è trattato di una febbre perenne 
Un raffreddore con forti mal di testa 
Ho gettato le mani in aria e ho detto "mostrarmi qualcosa" 
Lui ha detto "se hai coraggio vieni un po’ più vicino" 
In tondo e intorno e intorno e intorno andiamo 
Oh ora dimmi ora dimmi ora dimmi ora che lo sai 
Non sono proprio sicura del modo in cui mi sento a riguardo 
C’è qualcosa nel modo in cui ti muovi 
Che mi fa sentire come se non potessi vivere senza di te 
Mi prende completamente, voglio che rimani qui 
Non è una gran vita quella che stai vivendo 
Non c'è solo da prendere, bisogna anche dare  

La ragione per cui resisto 
è che ho bisogno che questo buco vada via 
divertente se tutti hanno il cuore spezzato 
ma io sono l’unica che ha bisogno di essere salvata 
Perché quando non vedi mai la luce 
è difficile sapere chi di noi va in profondità 

- Stay – Rihanna -
http://www.youtube.com/watch?feature=player_embedded&v=JF8BRvqGCNs

E' come se tutto andasse a fuoco.
Perchè tutto sfugge.
È un istante, è così veloce da essere irripetibile. Non ho tempo per pensare, non me ne ha lasciato.
Ho passato tutto il giorno a riflettere a come dirglielo e cosa fare, io so solo che lo amo, non so altro... volevo capire cosa avrei fatto fuori di qua, ma se lui pensa che per me è... un passatempo... uno sfogo fisico... si sbaglia.
Dio, non voglio che lo creda, non può pensarlo davvero. È orribile da parte mia averglielo fatto pensare.
Non ragiono oltre e dopo che lo vedo aprire la porta ed uscire, le lacrime mi salgono insieme a questo grande fuoco che ho e mi succede come le altre volte quando, sotto pressione, partivo.
E parto.
Non so cosa faccio, so solo che non lo posso lasciar andare.
Allora scatto dietro di lui, nel corridoio, lo prendo per il braccio e lo trascino di nuovo dentro, lo spingo, chiudo a chiave e mi fermo un istante, un solo istante per capire cosa io debba fare.
Dio, non ne ho idea.
So solo una cosa.
Mi strofino gli occhi e mi rendo conto che sto già piangendo.
All'idea di perderlo, che non mi parli più, che se ne vada... non può abbandonarmi. Non può.
- Non andartene... ti prego... - Cris però sembra ancora arrabbiato, come se non mi credesse più.
Dio, non mi crede... cosa posso fare? Cosa posso dire?
L'ansia cresce fino a che penso che scoppierò. La testa mi batte impazzita.
- Io non so ancora cosa farò quando uscirò di qua... ma so solo una cosa... l'ho appena capita. Cioè la sapevo già, ma non avevo il coraggio di dirlo a me stesso... e poi Iker mi ha fatto capire che tanto era così lo stesso... e... ed io ieri sera ti ho guardato ed era vero... era così... - Cris scuote la testa amaro, gelido, si gira, mi dà ancora le spalle, non si muove. Tende i muscoli.
Non mi crede. Non mi crederà più.
Ho sbagliato tutto, tutto...
Mi avvicino tremante, terrorizzato. Non lasciarmi.
Devi credermi.
Come faccio a farmi credere?
Sentirà come è pazzo il mio cuore? Mi sta per uscire. È tutto così folle dentro di me e... lo senti?
Come fa a non sentirlo?
Arrivo dietro di lui e tremo più di prima, piangendo come uno sciocco.
Quando perdi qualcosa, ti accorgi che non puoi... non puoi permetterlo... ed io l'ho perso?
Trattengo il fiato, gli afferro le braccia e mi premo su di lui, il mio petto contro la sua schiena. Appoggio la fronte sulla sua nuca. Mi schiaccio più forte che posso per fargli sentire il mio cuore.
Lo sente?
Forse non lo sente, ho ancora la maglietta.
Scivolo indietro di mezzo passo, me la tolgo e gli vado davanti, non si muove. Lo guardo spaventato e disperato.
Ti prego, credimi.
Lui è ancora rigido e duro.
- Non lo senti? - Mormoro allora prendendogli la mano. Me la metto sul petto, la schiaccio e ancora non cede. Non fa niente. L'ho perso, l'ho perso. È finita.
Può essere l'ideale. Non devo scegliere.
Ma non può andare così. Non può.
Posso pensare di tradire Carol, la sto già tradendo. Posso sopportare di allontanarmi un po' da Dio. Posso sopportare qualunque cosa, ma non di perdere lui.
È così quando si ama.
Non lasciarmi.
Gli prendo allora l'altra mano e me la metto sul collo, senti come batte la giugulare?
Senti come è impazzita?
- Lo senti? - gli occhi ormai sono gonfi di lacrime, non riesco più a dire niente, così li chiudo e aspetto che mi creda, perchè non sono capace di fare altro. Niente fatti, niente parole. Se non gli basta questo non so proprio cosa fare.
Ti prego... ti prego, Dio... la cosa che voglio di più... la sola... lo amo... devi perdonarmi, ma io lo amo... e penso che tu lo sapevi che sarei finito per amarlo, o non me lo avresti portato. Quindi ti prego.
Se è giusto. Se è tu che lo vuoi.
Allora fa che capisca.
Ti prego.
Se è giusto... se...
E non riesco a fare un altro se, perchè finalmente le mie labbra tremanti vengono fermate dalle sue. Non mi tocca più il collo ed il petto, mi prende il viso e mi bacia con dolcezza, aspetta che io schiuda le mie labbra e ricambi. Aspetta che mi riprenda ed io sono troppo sconvolto per capire che sta andando bene.
Così lo prendo anche io per il viso come lo sta facendo lui, mi separo un istante, respiro, apro gli occhi che bruciano e lo guardo da vicino. È sereno, sorride calmo, pieno di consapevolezza e sentimento.
- L'hai capito che ti amo? - Finalmente lo dico ed è così liberatore.
Quando hai esitato a lungo spaventato e poi ti sei arreso... hai capito che era giusto e che dovevi farlo prima. Ma prima non eri pronto, quindi alla fine te la godi così come viene.
La conferma sono le sue lacrime.
È così dolce. Non voglio più fargli del male. Non voglio più.
Così torno sulle sue labbra, gliele schiudo ed infilo la lingua nella sua bocca.
Apriamo insieme, ci uniamo, mi viene incontro. È la cosa più bella che potessimo fare ora.
È così giusto. È così perfetto.
Non importa niente.
Siamo fatti per questo, non può essere sbagliato. È una cosa che ci fa stare troppo bene... che ci piace così tanto... così bella... così pura... pura...
Le mani vanno sulla sua nuca e poi gli circondo il collo con le braccia, il bacio continua, lo approfondiamo e ci fondiamo nelle nostre bocche, abbandonati l'uno all'altro. Completamente.
Questa volta non mi basta, non mi basterà mai più.
Febbrile scendo sul suo collo, lo bacio e l'assaggio, le mani giù sui boxer, senza pensarci glieli abbasso ed io vado giù con loro.
Non sono mai arrivato a questo ed è la cosa che mi tormenta.
Questa sarà la prova per lui che faccio sul serio.
Vedo che si ferma anche lui e mi guarda, il suo membro davanti al mio viso, per ora non è eccitato.
Ho desiderato mille notti questo momento, il modo in cui il suo corpo mi accende, il livello a cui arrivo quando lo desidero. Come voglio farlo mio, mio e basta. Come lo voglio marchiare. Come non deve essere di nessun altro.
Lo prendo fra le dita e mi muovo, è morbido ma non tarda a diventare duro e reagire, lo lecco e scendo sulla lunghezza, lo sento sospirare, penso che abbia abbandonato la testa all'indietro.
Non so se vado bene, mi butto. So che lo voglio fare.
L'avvolgo con la bocca e sento un assurdo orgoglio quando sospira e geme. Gli piace.
Poi le sue mani fra i capelli mi aumentano l'intensità.
È strano avere la sua erezione nella mia bocca, contro la lingua. È vagamente simile a quello finto che mi aveva regalato. Da quando sono con lui non l'ho più usato.
I gemiti salgono e mormora di stringere di più, così lo faccio e vado più veloce.
È duro, ora, lo sento più grande nella mia bocca. Così mi separa quando sta per venire e mi rialzo tornando alla sua bocca.
È qua che lo dico, perdendo di più il controllo di me stesso.
- Ti voglio. Ti voglio prendere... non voglio che tu sia di nessun altro... ho bisogno di prenderti, di sentirti come niente mai... voglio essere un tutt'uno con te... - non sono un vero esperto, non ho mai desiderato Carol a questo modo, ma credo che questo significhi una sola cosa.
Mi fa scendere i pantaloni corti insieme ai boxer e mi prende per i fianchi facendomi avvolgere le gambe intorno alla sua vita, le braccia intorno al collo, le bocche unite, mi tiene così e mi sento sempre meglio, come se lentamente le cose stessero andando a posto.
È la sola cosa che io abbia mai desiderato per davvero.
A questo livello.
Si siede poi sul letto e si stende, io gli salgo sopra e mi strofino su di lui, le nostre erezioni a contatto, mi muovo in modo che si eccitino da sole e mi succede abbastanza in fretta.
Mi appoggio con le mani ai lati del suo viso e lo contemplo.
È eccitato quanto me, sospiriamo ed è bellissimo. È così bello. Potrei stare ore a guardarlo.
Il suo viso perfetto.
E sentire le sue mani sui miei fianchi che mi indirizzano.
Un'esplosione continua di sensazioni, ho bisogno di più... ne voglio di più...
Lo dico a fior di labbra mentre mi muovo su di lui, così scende alzandomi leggermente per potersi sistemare in basso, fra le mie gambe. Apre la bocca e mi indirizza, la sensazione è devastante.
È devastante e basta.
Premo il viso contro il cuscino e lo mordo, poi stringo il lenzuolo.
Quello che mi sta facendo con la bocca non lo so nemmeno descrivere.
È pazzesco e basta.
Finisce che spingo il bacino sul suo viso e mi alzo sulle braccia per spingere meglio, però ne voglio di più, voglio qualcosa che mi inglobi in sé, ho bisogno di essere risucchiato in lui, devo sentire di più, di più.
Lo ripeto febbrile ed ubriaco di lui, di più.
Smette di succhiare per poi risalire, mi sposta ed io lo guardo sconvolto mentre si mette in posizione.
Era una cosa che non avrei mai previsto nemmeno fra un milione di anni, ma non so descrivere questo desiderio enorme di entrargli dentro. Quando ci sei e lo fai capisci che è quello che hai sempre desiderato e rifiutato, te lo sei negato per mille motivi ma una volta che lo provi e ci sei e senti, senti profondamente che è quello che volevi, che sei tu, sei così, è parte di te... non ti puoi fermare, non ce la faresti mai.
Ce l'ho dalla prima volta che si è abbassato nudo davanti a me. Il desiderio di entrargli.
Di prenderlo.
Si mette a carponi e abbassa la parte superiore del busto porgendomi quella inferiore.
Ho i suoi glutei sodi e perfetti verso di me, le sue splendide curve fatte per questo, per essere possedute, per dare piacere.
Così eccitato come non lo sono mai stato, sconvolto e annebbiato dalla voglia, mi chino sparendo con la bocca proprio lì, lo lecco e mi aiuto con le dita, noto che entro subito, non è difficile prepararlo. Forse come prima volta è meglio così, per me...
Sorrido mentre lo sento che mi chiama.
- Entra... entra subito... voglio sentirti... vieni... - Così lo faccio, non posso più ragionarci.
È come se non fossi io od anzi, se prima di ora io non fossi mai stato veramente me stesso. O completo. Ecco. Mi mancava qualcosa, qualcosa che mi spingesse ad essere più me stesso.
Non desideravo niente come ora desidero questo.
Mi accosto e scivolo silenzioso in lui, è così facile entrargli.
Lo penetro da dietro tenendolo per i fianchi e per un momento mi annullo.
Dio mio, era questa la sensazione che cercavo disperatamente.
Raddrizzo la schiena e butto indietro la testa mentre apro la bocca e trattengo il respiro.
Era proprio questo.
Lui che mi stringe così forte, mi avvolge e mi tiene in sé. Ed io che mi muovo perchè è così splendida questa sensazione... che ne voglio di più, più in fondo, meglio.
Ancora.
Non riesco a riconnettermi e controllarmi, la miccia ormai è accesa e brucia e sta per arrivare al cuore della dinamite.
E ci arriva con i suoi gemiti ed i suoi sospiri, Cris mi viene incontro mentre entro ed esco e rientro sempre più a fondo.
Ad ogni colpo lui mi incita e mi chiama. È come un'onda perpetua che cresce e poi diventa cavallone e poi uno tsunami.
Tutto si abbatte su di noi, su di me, in lui.
Ci investe insieme e non mi rendo più conto di nulla fino a che mi ritrovo teso scosso da scariche elettriche velocissime e violenti. Ed io vengo in un calore senza precedenti.
Era esattamente questo. Esattamente così.
Quello che cercavo. Che volevo.
Io dentro di lui in questo modo, fusi insieme. Lui mio, io suo.
Indissolubili, indivisibili. Marchiati.
Sarà mio, sarà solo mio, non può essere più di nessuno. Nessuno. Guai se va con qualcun altro. Non può.
Con questi pensieri impetuosi ed assoluti, crollo sul letto steso e lui, altrettanto sfinito, copre col lenzuolo la macchia che ha fatto venendo a sua volta. Gli è piaciuto mica poco... credo che in effetti sia più abituato con questi ruoli, pensavo che sarebbe stato l'inverso.
In effetti, però, spesso immaginavo di essere io.
Penso che non siano ruoli fissi, dipende dai momenti.
Proprio con questo, con Cris che mi si accoccola sopra e mi bacia dolcemente, mi rendo conto di una cosa che non mi sconvolge come pensavo.
Sto pensando che lo rifaremo e so che sarà così. E mi sta bene.
Penso che questo suggelli la fine del vecchio Riky, quello piccolo che cercava di far contenti tutti. Ora c'è l'inizio di quello nuovo, più adulto, che si prende ciò che desidera e non perde tempo in certi modi. Consapevole di chi è.
Mentre mi lascio coccolare dalle sue dita sui miei capezzoli e dalle sue labbra che mi baciano il collo di continuo, penso anche che poi domani avrò mille sensi di colpa e mille ne avrò quando vedrò Carol e non saprò mai di preciso cosa fare, cosa sarà giusto... avrò sempre ripensamenti, ma se continuerà ad essere più importante lui, credo che bene o male potrò superare tutto.
Lo spero.
- Ti amo anche io... - Lo dice piano, io alzo la spalla su cui poggia la testa e così si tira su e mi guarda, sono sorpreso. Me l'ha mai detto?
È come se lo facesse per la prima volta lo stesso. Ora è tutto cancellato.
- Ti amo... supereremo tutto... - Dico sapendo che di problemi ce ne saranno. Perchè sono complessato e pesante, ma se non mollerà lui, non mollerò nemmeno io.
Ho imparato in tutto questo tempo che posso avere dubbi su tutto, ma la costante sarà sempre una.
Io che torno da lui.
- Non mollare mai con me, Cris. Mai. Non lasciarmi mai perdere. Promettimi che non ti arrenderai mai. Tu sai che non devi mai smettere di lottare. - Ho l'ansia perchè mi conosco, però la sua serenità mi tranquillizza, mi sorride dolcemente, adulto, sereno, e mi bacia piano.
Se ora facessimo l'amore di nuovo, mi prenderebbe lui ma siamo sfiniti e ci lasciamo abbracciare l'uno dall'altro e poi il sonno ci prende.
Un sonno sereno e rilassante.
Penso di aver fatto la cosa giusta. Penso proprio di sì. In qualche modo lo è, perchè è da anni che non mi sentivo così a posto. Anni.”