CAPITOLO LXI:
VITA DA MADRIDISTA






Non avevo appuntamento con nessuno, quindi mi stupisce il campanello che suona di buon mattino.
Impreco e rotolo giù dal letto, mi trascino stancamente all'ingresso in boxer e guardo nel citofono.
Sono mezzo addormentato ma appena vedo il suo viso sorridente mi sveglio subito e vispo gli rispondo.
- Riky amore! Ma che bella sorpresa! - Si guarda intorno come un ladro terrorizzato dall'idea che lo vedano.
- Fammi entrare! -
Per un momento penso che abbia detto tutto a Carol e che l'abbia buttato fuori di casa!
Che bello sarebbe!
Però ovviamente è un pensiero egoista. Dandomi dell'idiota gli apro e aspetto trepidante che entri.
Quando varca la soglia dopo qualche minuto, sa stupirmi ancora più di quanto non abbia appena fatto.
Penso che sia la sua dote principale.
Non mi saluta nemmeno, mi butta le braccia al collo con un gran bisogno. Lo sento trattenere il fiato e stringermi il collo stretto stretto.
Nasconde il viso contro il mio collo, come quando gli si agita l'impossibile dentro.
Ormai capisco al volo ogni cosa di lui.
Gli circondo la vita dopo aver chiuso la porta e gli carezzo la nuca, fra i capelli mossi e neri. Lo sento rilassarsi via via e appoggiando la guancia contro la sua testa, sussurro baciandolo leggero.
- Cosa ti succede? - Scuote la testa.
- Mi sei mancato! - Sorrido.
- Anche tu. Ma questo va al di là della normale mancanza. Poi ci siamo visti ieri. - Dico paziente. Sebbene sia bellissimo sapere che gli mancavo, so che non è proprio così.
Lo separo un poco da me, gli prendo il viso fra le mani e lo guardo con dolcezza aspettando che si decida. I suoi occhi neri sono grandissimi in questo momento e mi fissano colpevole.
- Con Carol mi sento così in colpa... e mi sento in colpa perchè riesco benissimo a fare la parte che dovevo. La parte del marito. È come tutti gli altri anni prima che succedesse tutto questo. Come se non fosse cambiato nulla, capisci? Così mi sento... non so... perso... non mi riconosco più, sono pieno di dubbi e domande. E mi è venuto un attacco di panico stamattina con lei. Perchè stava andando di nuovo tutto benissimo. E prima di scoppiare e dire tutto sono uscito dicendo che passavo da te perchè oggi abbiamo un intervista insieme. Avevo bisogno di vederti subito, stringerti. Solo con te mi sento meglio. Mi sento a posto. Sai... - Abbassa lo sguardo colpevole. - E' come se mi ricordassi perchè lo faccio. Non lo dimentico mai, ma dopo un po' arrivo al punto che ho bisogno di te, della tua forza, di stringerti e toccarti per tornare in pace. Per non esplodere. Per restare calmo. - Sorrido con fermezza, dolcemente, mentre l'ascolto e mi scaldo alle sue parole. È agitato ed allarmato, sicuramente in uno stato d'animo non molto positivo. Ma è splendido che abbia bisogno di me per tornare sereno. Per stare bene.
- Stai meglio ora? - Dico solo, semplicemente. Lui sorride ed annuisce timidamente.
- Sì... grazie... - Gli bacio le labbra con leggerezza.
- Non ho fatto niente. -
- Ci sei. Hai pazienza. Mi ascolti. Riuscirò a ripetere queste cose mille volte e tu le ascolterai sempre, e mi abbraccerai e mi dirai le cose giuste. Sei importante. Sei importantissimo. Io non potrei affrontare questo momento se non ti avessi con me. Se dovessi affrontare una crisi matrimoniale, se mi fossi accorto di non amare Carol... e non fossi con te... penso che non ce la farei! Impazzirei! Non so come farei! Sei tu la mia forza in questo momento. Avevo bisogno di abbracciarti, l'ho fatto e sto bene. -
Mi vengono gli occhi lucidi sentendo queste cose bellissime, non mi ci abituerò mai.
È fantastico quando la persona che ami ti dice queste cose, ti fa sentire così amato, la sua forza, il suo mondo, il suo tutto.
È bellissimo e non so descriverlo.
È come quando ottieni una vittoria importantissima. Per me ogni giorno con lui è così.
Spero che vada avanti per sempre. Lo spero davvero.
Li nota e si scioglie, sorride, si intenerisce, diventa amore e mi prende il viso come sto facendo io con lui, mi bacia, apre le labbra e mi assorbe. Le lingue si trovano e tutto ritrova il suo equilibrio perfetto.
Possiamo affrontare tutto perchè siamo insieme, siamo vicini.
Lui si è accettato, sta facendo la commedia con Carol, si è messo con me ma solo perche siamo qua vicini. Se eravamo ancora in città diverse... non saremmo a questo punto.
Per noi la nostra forza è la vicinanza. Ho il terrore di quando ci separeremo. Saremo in grado di continuare?
Sono terrorizzato quando ci penso, però penso che per quella volta, fra sei anni, le cose saranno più solide fra noi.
Quando c'è quella solidità affronti tutto.
Scende con le mani sul collo e poi va giù sul petto. Sono praticamente nudo e sorridendo contro la sua bocca gli prendo le mani e faccio un passo indietro tirandolo con me. Ci separiamo un istante, mi guarda smarrito, assetato, quindi lo conduco al soggiorno e mi lascio cadere sul divano con lui sopra che si sistema seduto a cavalcioni.
Il mio angelo che prende il suo peccato quotidiano ed in cambio purifica il suo demone custode.
Siamo perfetti perchè ci completiamo, ci compensiamo.
Lui non è perfetto ed io non sono solo difettoso.
Ci diamo l'un l'altro ciò di cui abbiamo bisogno.
Lo tengo per la vita, sotto la maglietta, mentre lui si appoggia alle mie spalle e riprende a baciarmi.
Potremmo stare così anche tutta la mattinata, non ne avremo mai abbastanza, non sarà mai sufficiente.
Saremo sempre bisognosi di tutto questo.
Dopo un po' si strofina col bacino sul mio e fa spazio per infilare la mano nei miei boxer, mi prende l'erezione e muove la mano su e giù stringendo, mi masturba e sospiro contro le sue labbra, mi succhia la lingua ed è come se mi prosciugasse per un istante, come se fosse un vampiro ed io il suo umano preferito. Il suo sangue. Il suo sostentamento giornaliero.
Mi fa sentire come se fosse incapace di smettere, come se ne avesse bisogno sempre di più.
L'attrazione, il calore, il desiderio. Cresce tutto subito. Mi desidera come non ha mai desiderato niente, è come se fossi sua proprietà privata, come se mi marchiasse.
Gemo mentre mi dà piacere, riesce a stupirmi sempre la sua intraprendenza. Ci sono volte in cui sono io l'attivo, ma altre è come se avesse bisogno di prendermi a farmi suo. Non so dire bene la sensazione che mi trasmette. Ma mi fa sentire suo. Sento che mi vuole disperatamente.
Così aumenta il ritmo sentendo che mi eccito incredibilmente e non smette fino a che non vengo e non mi bagno l'addome. Abbandono la testa all'indietro ed ansimo preso da questo splendido orgasmo mattutino.
Mi bacia così il collo e scende sul petto, mi succhia un capezzolo ed alzo la testa per vedere se fa davvero quello che penso.
Quando lo fa mi dà la chiara visione di quanto mi desideri e mi voglia.
Supera i limiti che pensavo avesse.
Lecca un goccio di sperma sul mio stomaco ed è così che perdo il controllo e finisco per alzarlo e stenderlo accanto a me, nel divano. Gli salgo sopra e mi perdo fra le sue gambe dopo averlo spogliato velocemente, con foga, bruciandolo. E lo brucia anche la mia bocca che lo divora. Il suo cazzo cresce, la sua voce mi chiama e chiede ancora, mi chiede di non smettere, mi preme le mani sulla nuca, accompagna i movimenti della mia testa.
Ci desideriamo e cresce. Tutto cresce. Quando stiamo insieme è come se tutto il resto non contasse più.
Come se tutto sparisse.
Siamo solo noi due, i nostri amori, i nostri desideri.
E bevo il suo piacere mentre si perde nei gemiti e spinge contro la mia bocca, impazzito dal godimento.
Insaziabili, inesauribili. Infiniti.

Riky sta piano piano tirando fuori tutti i suoi lati nascosti che non immaginava di avere. E vorrei uscire e fare una conferenza stampa e dire a tutti che lo amo e stiamo insieme, vorrei mettere i manifesti, vorrei che fosse chiaro ad ogni essere umano che lui è mio e mi ama.
E guai a chi lo tocca e ci prova.
La gente mi critica eppure lui mi ama, com'è possibile? O lui è pazzo o magari in realtà sono una brava persona.
O forse ci sono delle sfumature di noi che nessuno conosce.
Non ha importanza.
Voglio vivermi questo paradiso raggiunto con fatica.
Passiamo la mattina pigramente sul divano a coccolarci, poi ci sciacquiamo velocemente e ci prepariamo per uscire, abbiamo un'intervista con tutti i nuovi membri di quest'anno e siccome è in un posto alto dove soffia un sacco di vento ci copriamo bene.
Lo facciamo insieme. Lui non vorrebbe farsi niente ai capelli mentre io sto mezz'ora solo per farli perfetti col gel. Quando finisco e lo guardo non li ha toccati nemmeno con la spazzola.
Scuoto la testa e lo prendo, così lui che stava parlando si ferma e mi fissa spaventato mentre vede che prendo il pettine.
- Che... che vuoi fare? I miei capelli vanno bene così! - Dice subito sulla difensiva.
Ridacchio e scuoto il capo.
- Hai un taglio antico! Devi fartene uno moderno! - Fa il broncio.
- I miei capelli stanno bene come stanno! - Esclama allora facendomi ridere. Mio malgrado gli ci metto mano e comincio con l'acqua e con un po' di gel glieli sistemo. Mi piacciono queste cose e ci tengo molto. Le capigliature, lo stile. Anche le sopracciglia, i peli!
Passo ogni settimana dall'estetista.
- Ci faranno delle foto oggi. Non voglio che sfiguri vicino a me! - Ovviamente scherzo e lui tira fuori la punta della lingua fingendosi offeso.
- Queste cose non contano e poi non saprei tenerli bene se li tagliassi in qualche modo strano! Non sarebbe da me! - Alla fine del mio capolavoro di parrucchiere sta molto meglio e allargo le braccia soddisfatto ammirandolo.
- Lo so, sei splendido come sei. Però ogni tanto se ti ritocchi non è mica brutto... - Lui sembra arrendersi, scuote la testa senza dire nulla e si guarda allo specchio.
Io mi appoggio alla sua schiena e metto il mento sulla sua spalla facendo capolino.
- Allora? - Chiedo in attesa di complimenti. Lui sa cosa voglio e ridendo mi prende in giro.
- Mmm... non male... pensavo meglio! - non gli ho fatto grandi cose, gli ho solo domato un po' la frangia ed i capelli che gli stanno incasinati intorno al viso!
- Ehi, sei un gran gnocco così! - Commento piccato raddrizzandomi.
Lui ride e si gira con un'espressione ironica.
- Come, prima ero brutto? - a lui non interessano queste cose, però mi piace che giochi. Lo adoro, ha un gran bel senso dell'umorismo.
Sa scherzare, sta a tutto.
Lo circondo con le braccia e infilo le mani nelle tasche dei suoi jeans, sul sedere.
Che palpeggio con cura.
- No, ma adesso sei più bello... - Dico basso e suadente ammiccando. Lui arrossisce e mi fa ridere che arrossisca dopo tutto questo tempo che faccio così.
Dopo aver gettato la testa all'indietro e aver riso, lo bacio e concludiamo il battibecco in un modo più congeniale.
Lo lascio andare ed esce dal bagno al che lo fermo incredulo.
- Ehi! - si gira.
- Che c'è? - La mia aria è 'non dimentichi niente?'
- Ed io? Sto bene? - Ovviamente ci tengo ai complimenti, sto ore a farmi bello! Mi piace che mi dicano che sto bene!
Lui ride e siamo così sereni e rilassati insieme, da soli. Il mondo fuori e nessun problema.
- Sei stupendo, tesoro. - Lo dice accondiscendente, ma mi piace il suo 'tesoro'. Così mi accontento. E poi so che lo pensa davvero.

Una volta fuori lui comincia a guardarsi intorno ed io lo sapevo.
È fatto così.
Fuori dalle sicure mura di casa mia diventa paranoico ed apprensivo e penso che sarà un dramma ogni volta.
- Ehi, siamo vicini di casa ed andiamo agli stessi appuntamenti per il club, è normale se ci vedono insieme... - Lui però è teso e stringe le labbra. Si mette gli occhiali da sole e non dice niente.
Ha il terrore che Carol lo veda.
Non penso che potrà andare avanti così per molto, prima o poi glielo dirà e scoppierà uno scandalo.
I due sposi perfetti che divorziano per misteriosi cause. Allora nessuno si salva!
Sempre che lei non accetti il matrimonio di facciata proprio per evitare lo scandalo... la cosa non mi stupirebbe. È raro che un santo sia veramente santo. Ci sono sempre delle dosi di demonio da qualche parte. Tutti ce l'hanno.
Nemmeno lei si salva.
Non si salva Riky, del resto...

Arriviamo comunque sani e salvi nell'edificio dell'intervista e ci troviamo con gli altri.
Il posto è un palazzo molto alto, saremo sul terrazzo. Le pareti sono in vetro e si vede fuori.
Siccome l'edificio è davanti al Santiago Barnabeu, noi staremo proprio qua per quello, per avere, nello sfondo, lo stadio del club.
Fra questi c'è anche Karim.
Siamo disinvolti e appena ci circondano gli altri, Riky è molto naturale e sorridente.
Siamo due attori consumati. Io lo so che se voglio posso esserlo. Non che abbia motivi per avere il muso e non sorridere. Va tutto alla grande.
Però Riky era preoccupatissimo appena è uscito di casa ed adesso è così rilassato appena ha incontrato tutta questa gente.
Specie quelli che ci faranno l'intervista.
C'è un giornalista, un camera men per delle riprese ed un fotografo.
C'è anche un agente del Real perchè ci consegnano le magliette per le foto.
Riky resta a suo agio, ha una capacità di dimostrare ciò che vuole che è incredibile.
Ride e scherza, si meraviglia del panorama mentre sale le scale e lo trovo delizioso, gli tocco la schiena ed anche a me vengono naturali questi gesti.
Teoricamente ci siamo incontrati da poco eppure mi comporto già come lo conoscessi da una vita. Perchè è così. Io e lui traffichiamo da molto più tempo di quanto la gente pensa e mi piace 'marcare il territorio', è una cosa che mi viene spontanea.
Una volta sul tetto, il sole ed il vento sono allucinanti e Karim attacca a lamentarsi, penso che non faccia altro che quello e la cosa mi fa ridere un sacco. Anche lui si trova bene con me e con Riky in modo particolare, ovviamente siamo quelli con cui ha avuto più contatti dall'inizio dell'avventura, ma c'è differenza da come siamo affiatati io e Riky e si vede molto bene. È quasi una scritta luminescente.
Quando si affaccia oltre la ringhiera per vedere quanto è alto lo prendo e lo riporto al sicuro col cuore che per un momento fa una capriola. Lo fa qualcun altro e lo guardo senza battere ciglio.
Non so se sia chiaro a tutti, ma per me conta solo Riky.

Dopo l'intervista ed il servizio fotografico dove Karim continua a lamentarsi dalla A alla Z, proponiamo il pranzo insieme perchè gli allenamenti sono nel pomeriggio, più tardi.
Però siccome gli altri sono andati, ci ritroviamo solo noi tre e così visto che non conosco ancora bene i posti di qua, propongo casa mia.
- Per me è uguale... - Dice Karim alzando menefreghista le spalle. Riky però obietta.
- No è meglio di no, se Carol mi vede da te si chiederà che ci faccio. -
Karim lo fissa stralunato.
- E che voi fare? Sei a pranzo con noi! - io rido, questo ragazzo è un mito!
Riky fa una smorfietta deliziosa.
- No è che... devo ancora abituarmi al rischio e... e capire cosa fare con lei... - Karim scuote il capo ed alza le mani in segno di resa.
- Dovremo farci portare dagli spagnoli in qualche ristorante interessante... - Dico senza aggiungere nulla sull'argomento delicato.
- Se volete casa mia è libera e lontano dalla vostra. Cioè non in culonia ma nemmeno di fronte! - Karim è polemico ma lo è in modo simpatico, quindi Riky ride e dopo rido pure io.
- E sia casa tua, allora! - Rispondo anche per lui che finalmente torna a rilassarsi all'idea di non sfiorare certi pericoli.
Sto contando i secondi. Quanto ci metterà a cadere?

Casa di Karim è come me l'aspettavo.
Vive solo in un super appartamento ed è un casino assurdo.
- Karim, da quanto sei qua? - Lui inarca le sopracciglia in quel suo tipico modo da 'eh?' ed io rido.
- E' un casino! Non puoi aver fatto sto casino in così poco tempo! - Lui sbadiglia e si butta sul divano scomposto, alzando i piedi sul tavolino.
- Qualche settimana! -
- La fai pulire da qualcuno, mi auguro... - Indago mentre Riky si guarda intorno sconvolto.
- Dovrei? - Chiede sorpreso della mia domanda.
Io mi piego in due e rido.
- Sei uno spasso! -
- Certo che devi farla pulire! Ma scusa, è la prima volta che vivi solo? - Chiede Riky preoccupato.
- Beh, certo! Prima in Francia ero con i miei, ma qua ho voluto venire da solo. -
- Significa che non hai niente da mangiare? - Chiedo passando alla parte successiva del problema.
- Ma come no! E come vive, di aria? Avrà del cibo... - Karim ci fissa di nuovo con quella faccia assente di chi non capisce che stiamo dicendo. - Karim, cosa mangi? - Riky è seriamente preoccupato, ora. Ed io mi sto divertendo un sacco!
- Ordino per asporto! - Mi metto le mani sul viso per ridere ancora e Riky lo fa, ma per disperarsi ancora di più, così il padrone di casa si raddrizza sul divano e se ne risente, finalmente. - Ehi, non so cucinare! Non è che ordino schifezze tipo fast food, eh? - Io ovviamente continuo a ridere, ma Riky è seriamente preoccupato.
- Sì ma non puoi vivere solo di questo! - Karim sminuisce la cosa e torna a buttarsi giù sul divano.
Un gatto bianco fa il suo trionfale ingresso e sale sullo stomaco di Karim ed io rimango di stucco.
Il capolavoro. Gatto e padrone hanno la stessa aria accidiosa ed annoiata, da non credere!
- Lo sapevo che aveva un gatto! -
- E a lui gli dai da mangiare in modo corretto o gli ordini i ravioli al vapore? - Chiede Riky che pensa davvero possa farlo.
Io mi siedo sulla poltrona e mi rassegno a ridere ancora. Riky mi fa morire e mi fa più morire Karim che lo fissa con quelle sue facce ovvie. Non capisce proprio dove sia il problema.
- Certo che no! Se lascio anche altro cibo gli faccio mangiare anche quello... -
Riky si copre di nuovo la faccia e sta per urlare.
- Dai, gli do pure le crocchette! Guarda che so come si tiene un gatto! Ne ho da quando ero piccolo! -
- Ora capisco perchè sei come loro! - Mi inserisco, Riky scuote la testa e va in cucina per vedere cos'ha e noi rimaniamo a parlare. Karim non capisce come mai tutti lo paragonino ad un gatto e mentre il micio gli strofina la coda sul viso e lui non fa una piega, io sogghigno e lo indico.
- Se avessi una telecamera ti filmerei e ti darei la risposta! Siete identici! Avete lo stesso modo di fare flemmatico e pigro! -
- Senti... invece di dire cagate... - Fa con il suo tono seccato e l'accento francese, la sua erre la amo.
- Come si chiama? - Lo ignoro ovviamente.
- Monsieur Leon! - Rimango stranito per il nome... che nome strano...
- Monsieur Leon ad un gatto?! - Lui mi fissa torvo.
- Che ha che non va, ora? Senti, da quando siete arrivati non avete fatto altro che criticarmi!- Comincia a lamentarsi, mi mancava, così alzo le mani e ridendo chiedo scusa.
- Niente, Monsieur Leon è fantastico! -
- Hai animali? -
- Sì! -
- Come si chiamano? -
- Non vuoi sapere cosa sono, prima? -
- E cosa sono?! -
- Due cani! -
- E come si chiamano? -
- E non vuoi sapere la razza? -
- Non me ne fotte un cazzo!
- Sono un labrador e un terrier! -
- E MI VUOI DIRE COME CAZZO SI CHIAMANO? - Il gatto salta via.
- Abelhinha e Marosca! -
- E TI SEMBRANO NOMI DA DARE A DEGLI ANIMALI?! - Questo lo doveva dire per partito preso però si capisce che lo pensa davvero, così scoppio di nuovo a ridere e mi butto indietro sulla poltrona dove sono affondato. Rido fino a piangere, perchè si è acceso un sacco e a momenti mi ammazzava! Ed alla fine ha pure ragione!
- Dai, hanno un bel significato! - Dico senza prendermela fra una lacrima e l'altra.
- E quale? Sacco e Merda? - E' un comico! Gli vengono così senza rifletterci. Le spara e basta. Sono spontanee e le dice così incazzato che mi fanno morire. Penso che non mi riprenderò più.
Rinuncio a dire cosa significa ed alla fine Riky viene a vedere perchè tutto questo chiasso, ci trova me che mi sbraco dal ridere e Karim col broncio e furioso.
- Ragazzi, calmatevi o chiamano la polizia! -
- E poi tua moglie deve prenderti alla centrale perchè ti arrestano per schiamazzi? - Karim quando è seccato spara a zero a random, l'acidume scende a valanghe ma se lo fa su di me è un conto, se lo fa su Riky è un altro.
Così gli salto addosso, gli metto il braccio intorno al collo e tiro strozzandolo mentre me lo rigiro a pancia in giù sotto di me.
Potrei anche ucciderlo.
- Chiedigli scusa! - Riky urla e si avvicina cercando di togliermi preoccupato.
- Fermati, così lo uccidi! - Ma in un secondo Karim mi ribalta letteralmente giù dal divano e non so come, ma finisce che mi spinge un ginocchio contro la nuca e mi tira il braccio in modo innaturale. Sta per rompermelo ed usa una forza incredibile.
A questo punto Riky, urlando di terrore, me lo toglie di dosso prima che mi ammazzi e la cosa mi stupisce perchè Karim usava una forza pazzesca e Riky non dovrebbe essere più forte di noi.
A meno che io non sia in pericolo, evidentemente.
- Adesso smettetela di fare i bambini! - Lo dice severo come un padre e ci punta coi diti. Per un momento mi sembra di essere tornato indietro a quando ero piccolo con Hugo che combinavo di cotte e di crude e mia sorella più grande ci sgridava. Quanto ci divertivamo...
E' bello avere questa sensazione. A parte che ho paragonato Riky a Katia, ma non fa nulla. Lui è un po' femminile. Un po' tanto.
Penso che sarà bello.
Anzi. Ne sono sicuro.”

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E' vero che...
L'intervista in questione, come notate, c'è stata davvero. Ed è anche vero che quando salivano gli infiniti scalini dell'edificio, Riky si era fermato per vedere fuori dalla vetrata e mentre gli altri son passati oltre, Cris si è fermato un attimo e gli ha accarezzato la schiena (se guardate il video su youtube lo trovate, dovete però arrangiarvi a trovarlo che ora non ho tempo di farlo io! :-P ). Karim si lamentava tutto il tempo del sole negli occhi e Cris per farlo stare zitto ad un certo punto gli ha dato i suoi occhiali da sole, ma Karim non li ha presi. Riky faceva foto a tutti a tutto andare, era come un bambino contento. Quando si è sporto oltre la ringhiera del tetto, Cris l'ha subito preso e rimesso indietro!
I cani di Cris, come ormai ben sapete, si chiamano davvero così. Karim ha un gatto bianco ma non so come si chiama!