CAPITOLO LXXX:
APRIRSI E FIDARSI

Mi si stringe il cuore. Se solo potessi togliergli questo peso, se solo potessi cancellare tutto e fare in modo che lui non sia costretto a dirglielo. Se solo potessi fare qualcosa per lui.
Invece sono qua seduto accanto a lui a tenergli la mano. Sono in ansia per lui. Ora dirà che sta con me, la cosa è chiara lo stesso anche se non lo dice.
Ma il modo in cui si sente me lo trasmette, non stava in questo stato da non so quanto, da sempre forse.
E prima la cosa con suo figlio ed ora questo.
È tutto in una volta.
È vero che prima o poi si cresce, ma così è un trauma.
Non oso immaginare cosa sia dichiararsi ai propri genitori.
Nascondi la cosa a tutti, noi personaggi pubblici al mondo intero, e poi ti ritrovi a dirlo ai tuoi genitori ed hai il terrore di come lo possano prendere.
Io non lo direi mai.
Io non lo dirò mai. Assolutamente.
Per me è fuori discussione, a maggior ragione ora che ho una famiglia.
A Carol? Un giorno a lei dovrò dirlo se continuo con Cris e non riesco ad immaginarmi a lasciarlo.
Però devo essere più sicuro di così, per dirglielo e rivoluzionarle la vita, ferirla a quel modo.
Ma se dovessi farlo, se un giorno dovrò farlo non immagino come dovrei stare.
Cris è terrorizzato ed io non so come aiutarlo. Mi sta facendo male alla mano.
Cerco di capire dal viso di sua madre come la sta prendendo, ma lei sta ferma e non fiata per un po', tiene gli occhi sgranati e lo fissa, ma non in modo diverso da qualche secondo fa.
Però non respira.
Non fa niente.
Non dice niente.
Come si dovrebbe prendere una notizia simile?
Tuo figlio, il tuo adorato figlio, ti dice che è gay da anni. Come la prendi?
- Ho fatto un errore con questa donna per questo motivo. - Si fa forza e glielo spiega. - Avevo rotto col mio ragazzo, ero furioso, stavo malissimo e sono andato con lei. Non ci ho più pensato. Poi sono tornato con lui e... ed ora questo... ho paura di come possa essere per mio figlio. Non sono come un classico padre. Ci sono i ragazzi padri, ma quanti sono gay? Io... - Più di quanto pensi, tesoro... più di quanto pensi... e spesso sono migliori di quelli etero!
Smette di parlare, la voce si incrina, stringe la sua mano e la mia, abbassa lo sguardo, sta per cedere, sta per mollare. È tutto troppo in una volta.
Troppe emozioni.
E lei continua a non dire niente. Lui aspetta, ma lei non dice niente.
Non so cosa dire, non so cosa fare.
C'è un silenzio mortale qua dentro, non è mai stato così orribile il silenzio.
- Mamma, mi dispiace non avertelo mai detto. - Mormora poi non riuscendo ad alzare lo sguardo, la voce è un mormorio, si sta spezzando. Non spezzarti Cris. Non sei un errore della natura. Nessuno lo è.
- E' che non volevo deluderti o vergognarti... - Ancora silenzio. Ancora lui che non osa guardarla. Ancora lei che non dice nulla. Sto per piangere io. È straziante. Lui che parla sull'orlo delle lacrime col cuore in mano e tanta angoscia. È questo dire a tua madre che sei gay?
È questo?
Voglio abbracciarlo, ma posso solo tenergli la mano.
- Ti prego, perdonami se ti sto deludendo ora... non volevo... - Ed è ora che piange e non ce la fa. Ha detto tutto quello che aveva dentro e credo che in certi casi in effetti il silenzio sia l'unica.
Parla meglio di noi.
Dice tutto.
Cris riesce a trovare la forza di alzare lo sguardo su di lei, gli fa vedere i suoi occhi tristi e angosciati, pentiti di un qualcosa che non è una colpa. Non ha mai pensato di esserlo però ora è così.
Lei lo vede, vede tutto il suo sentimento straziante e lui ritira la mano dalla sua pensando che non dice niente perchè si sta vergognando di lui, è sconvolta, è finita. Non lasciarle la mano finchè non te la lascerà lei.
Non lasciargliela.
Ma non regge e la lascia. Proprio mentre gliela sfila, lei rafforza la presa e la riprende.
A questo punto sono io che mi metto a piangere perchè capisco. Lei non dice niente, non dice assolutamente niente. Dopo minuti lunghissimi di silenzio lei si alza, fa il giro del tavolo e lo abbraccia con una dolcezza così materna che non so descrivere.
Lo circonda con le sue braccia un po' grosse e lui affonda il viso contro il suo collo, lo carezza sulla nuca.
Cris ovviamente lascia la mia mano e sorpreso la circonda e lo fa come un bambino, come il suo bambino. Come il bambino che con lei non cesserà mai di essere.
Perchè anche se oggi lui diventa grande e cresce, con sua madre sarà sempre un figlio.
E lei non gli volterà mai le spalle. Mai.
Non dice niente, solo lo abbraccia e piange con lui. Poi dopo un po' che lo fanno e che anche Katia è in un mare di lacrime come me, la sento dire piano e sommessa:
- Ma è da tutto questo tempo che pensi di essere una delusione per me? Solo perchè sei gay? Cri, ma tu sei mio figlio. Io ti amo. Se mi avessi detto che hai ucciso qualcuno ti avrei fornito un alibi per la polizia! Per te darei la vita, non pensarlo mai di deludermi. Non mi deluderai mai. Mai. -
Ok, ora non smetterò più di piangere. Starò in questo mare di lacrime a vita.
Cris piange ed io sento il suo stato d'animo devastante che investe tutti.
È molto più di quello che avesse osato sperare, non si riprende più.
Non è una cosa razionale. Quando ci pensi lucidamente sai che non è una colpa essere gay e che non è una cosa che delude, però quando si tratta di tua madre, la persona più importante della tua vita, hai il terrore di deluderla e la cosa ti devasta perchè sai che non è colpa tua se sei così, però pensi che la deluderesti lo stesso.
È una sofferenza atroce. Non è logica, ma perfettamente comprensibile.
La scena va avanti per non so quanto tempo, mi sento fuori luogo però se mi muovessi ora sarebbe peggio, così cerco di essere trasparente.
Quando si separano sorridono imbarazzati e sollevati, cercano di ricomporsi e Cris le spiega un po' la cosa dagli albori, con calma, bevendo dell'acqua al posto del caffè.
Poi arriva a spiegarle di me e mi imbarazzo un sacco. È la prima volta che parliamo di noi a qualcuno di esterno della squadra. È sconvolgente. Non oso guardarla, ma sento che mi scruta. Dopo che ha ascoltato tutto, e sembra proprio che dopo l'inizio Cris avesse davvero bisogno di liberarsi e dire tutto, lei mi scruta ancora un po'.
- Mi pare d'aver capito che sei credente... - Sicuramente per una di fede come lei è la prima cosa che cogli.
Annuisco e mi decido a guardarla, non mi sta accusando, sta solo cercando di capire.
- Sono cristiano evangelista. - Lei annuisce e sorride.
- Anche io sono molto credente, cristiana cattolica. Ho dato questo nome a Cri per questo. - E' dolce il modo in cui lo chiama. Cri.
- Beh, alla fine è una religione simile, non si scosta di molto... - Non so bene che dire, sono imbarazzato.
Detesto parlare di questa cosa mia e di Cris però so che è necessario. Spero di non doverlo mai più rifare con anima viva, ma temo che prima o poi a Carol dovrò dirlo.
- E come concili questo rapporto con lui con la tua fede ed il tuo matrimonio? - Naturalmente sa chi sono e sa che sono sposato.
Sospiro. È ora di parlarne anche per me al di là di amici e di Cris. Lui mi guarda interessato anche se sa come faccio, però non mi ha mai sentito parlarne.
Per me è la prima volta e mi sento strano.
Inghiotto e poi chiamando Dio a rapporto, prego di trovare le parole giuste. Non so perchè mi sembra sia importante.
Alla fine lo dico con molta più serenità di quel che pensassi e forse è questo che colpisce sua madre.
- E' stato molto difficile, difficilissimo. Ho fatto soffrire tanto Cris per questo motivo. Non riuscivo a conciliarlo. Perchè io ho ceduto per amore, ma non ero convinto che fosse sufficiente. Sono sposato in Chiesa davanti a Dio ed ho un figlio. È impensabile per me far convivere le due cose. - Lei annuisce capendo bene.
- Riky ha una grande fede, molto simile alla tua. Forse anche più grande... - Spiega Cris per me. Lei, sempre più incuriosita, continua.
- E come hai fatto allora? Da come sei corso qua prendendo un aereo di dieci ore solo dopo una sua telefonata, direi che non è una cosa tanto leggera e di passaggio. -
- Se lo fosse non avrei mai cominciato. L'ho fatto perchè lo amo. Non posso amarlo, vederlo ogni giorno, vedere che sta male per me e farlo soffrire. Stargli lontano. Quando c'è questo amore assoluto, vero e puro non puoi. Io non penso di essere un errore. Dio non fa errori. I gay non sono un errore. Dio è natura ed essere gay è natura. Dio fa nascere una persona in salute o malata, etero o gay... nessuno sa in base a cosa decida, ma è così. Non sbaglia. Per cui se siamo così va bene. Sono io che ho sbagliato a sposarmi. Ero giovane, confuso e terrorizzato. Stavo capendo di essere gay e l'ho rifiutato, spaventatissimo dalla cosa, sposandomi con chi ero convinto Dio volesse per me. Carol era l'incarnazione di Dio, per me. -
- Una splendida donna... -
- Fantastica. - Poi riprendo. - Per cui no, non sono un errore della natura, ma ho sbagliato a non accettarmi quella volta. Ora però ciò che ho fatto davanti a Dio resta, ho un figlio. Ma resta anche la mia natura e la mia natura mi ha portato ad amare seriamente Cris. Ho provato svariate volte a fare ciò che ritenevo giusto, ma alla fine... non puoi combattere contro il tuo cuore, la tua anima, la tua vita. - Non mi vergogno a dirlo, reggo il suo sguardo come se fosse Dio in persona a chiedermi conto di quel che ho fatto. E lei non ne resta delusa, non fa strane espressioni, ascolta tutto con molto interesse e mi fa molto piacere.
Alla fine sospira e mi prende le mani in questo suo modo molto fisico e materno, mi toglie il fiato e mi sorprende. Poi sorridendo con dolcezza, dice il responso.
- E' la cosa più difficile che riesco ad immaginare. Non c'è una vera soluzione, una vera cosa giusta da fare. L'unica cosa vera è che non puoi andare contro te stesso ed anche se cerchi di fare ciò che è giusto per la società o per la morale, per i valori, per la fede, per qualunque cosa tu creda... beh, la natura è la cosa più forte che esiste. Prima o poi ci finirai lì. D'altro canto il tradimento è un peccato e se tu ci credi, e tu ci credi, è una cosa che dovrai risolvere prima o poi. -
- Resterò sposato per sempre davanti a Dio anche se divorziamo. -
- Sì, però almeno non la inganni. Se è vero che ami Cri e mi pare sia così. Se per lui sei disposto ad andare contro tutto ciò che hai sempre pensato, se per lui ti stai rivoluzionando fino a questo punto... prima o poi dovrai dirglielo perchè non è una scappatoia momentanea. È una cosa seria. Per cui un giorno la guarderai e sarai onesto con lei. Rimarrai sposato, ma lei saprà. È questa l'unica cosa giusta che rimane nella tua situazione. Dio resta il tuo credo. Cri il tuo cuore. Ma lei non la puoi cancellare. Lei è la tua realtà. Prenditi il tempo che ti serve, ma entra nell'ottica di affrontarla. È giusto che tu lo faccia. Se Cri è il tuo cuore è così che devi fare. - Poi si rende conto di avermi parlato come se fosse un giudice e alza le mani scusandosi, come se si svegliasse da un ipnosi. - Scusa, ovviamente è solo il mio punto di vista. Tu devi fare ciò che ritieni giusto. Io voglio solo che non faccia soffrire mio figlio, come ogni madre. Per il resto lo aiuterò sempre in tutti i modi possibili. Non c'è niente, e dico niente, che non farei per la mia famiglia. - E' un sentimento che capisco perchè guardo Luca e penso che morirei per lui anche subito. Non c'è niente che mi prenda quanto lui. È parte di me. Posso sentire quando sta male e non è un modo di dire.
Quindi la capisco.
Colpito dal suo discorso annuisco, sorrido composto e la ringrazio.
- E' stato molto bello parlare con lei, non ho mai potuto farlo con qualcuno che abbraccia una fede al suo livello, simile al mio. E mi chiedevo come la vedesse una persona esterna che ci crede. Ci tenevo a saperlo. La ringrazio davvero, ora rifletterò su questo. Pensavo anche io che prima o poi glielo avrei dovuto dire. Mi chiedo quando sia il momento giusto... - Abbasso lo sguardo pensieroso.
- Pensi a tuo figlio? - Sospiro sconsolato. Avere delle risposte tanto importanti sarebbe fantastico, ma nessuno me le può dare. - Lo puoi dire solo tu. - Questa volta non dice nulla, nessun suggerimento. Solo un padre o una madre sanno quando e cosa è bene per il figlio. Poi un giorno questi deciderà da solo di sé e tu sarai lì pronto a sostenerlo quando avrà bisogno, perchè ne avrà. E allora ci sarai e farai tutto, darai tutto senza esitazione.
Darai anche un abbraccio nel momento d'angoscia massimo. La cura migliore.
È una situazione in generale complicata, però alla fine c'è sempre una soluzione. Sempre.
La troverò un giorno, spero presto, non lo so. Nel frattempo so solo una cosa.
Amo Cris e agirò sempre in base a questo. Punto.

Ovviamente ripartire ora è fuori discussione, Cris e sua madre mi offrono di restare quanto voglio però già domani è meglio che riparta, controllo i voli e per telefono prenoto uno sul pomeriggio.
- Puoi fermarti quanto vuoi... - Dice Cris steso a pancia in giù sul letto, nudo.
Sorrido addolcito a questa sua immagine che è un misto fra il tentatore ed il puro. A modo suo lo è.
Puro.
Nel modo in cui fa le cose spontaneamente, così come gli vengono, come vuole farle.
- Lo so, però sono in vacanza con Carol e Luca... quest'anno è stato tutto così strano a casa che ho paura che se sto qua troppo, poi lei cominci a chiedermi cosa succede... sai, finchè ho il problema del calcio lei non si intromette ma... - Cris tende il braccio sulla mia parte di letto e batte la mano indicandomi di stendermi con lui. Lascio giù il telefono sul comodino e mi stendo.
Nudo come lui.
Abbiamo appena fatto l'amore, lui era così scosso e spaventato, ancora.
Aveva così paura che fosse stato tutto un sogno.
Mi metto accanto a lui e lo ricopro con metà del mio corpo, lo bacio sulle labbra e appoggio la fronte alla sua. È una cosa che mi sa di intimo, adoro farlo.
- E' strano farlo in casa tua con i tuoi di là... - Sorride finalmente.
- Non dirlo a me... non pensavo andasse così... - strofino la fronte alla sua per carezzarlo mentre continuo leggero con le dita sulla sua schiena.
- Sei stato bravissimo. Hai fatto la cosa giusta. Tua madre è speciale davvero. - Si addolcisce quando mi dice:
- Lo so. -
Lascio un po' di silenzio, ci riflette ed io mi decido, bisogna parlarne, no? Cioè senza crisi di panico nel mezzo. Ora mi sembra abbastanza in pace.
- Sarai padre, Cris. - Sgrana gli occhi spaventato all'idea e così cerco la sua mano raggomitolata fra noi, lo prendo e lo stringo.
- Sono spaventato. Io penso che non sarà felice con me, non gli piacerò... - Sorrido intenerito a questa sparata che mi aspettavo.
- Sei solo emozionato. Quando lo stringerai... -
- Starò meglio? - Chiede speranzoso.
- No, avrai ancora più paura. Ma perchè il tuo massimo desiderio sarà proteggerlo da tutto. Non vorrai che gli capiti nulla. Starai attento a tutto quello che lo riguarda. Io penso sarai anche molto apprensivo, lo terrai lontano dal mondo in modo ossessivo. - sembra divertirsi alla visione che gli offro.
- Non voglio che i media lavorino sulla sua storia, farò di tutto per far sapere di lui il meno possibile. Ha una storia così brutta. Usato da una donna per manovrare il padre famoso. Se io mi fossi rifiutato avrebbe spiattellato la storia dipingendomi in modo terribile, ma l'avrebbe usato come mezzo per infangarmi. -
Inarco le sopracciglia sorpreso.
- Pensavo l'avesse dato in adozione. -
Scuote il capo.
- Avrebbe usato tutti i mezzi possibili per spillarmi soldi e nel caso in cui non ci fosse riuscita, avrebbe lasciato fare ai media. Sai il potere di quelli? -
Annuisco rattristato sia per il fatto che ci sia gente simile, sia perchè è colpa dei media se non si può vivere onestamente come si è.
- Se non fosse per loro, non ci sarebbero tutti questi problemi di nasconderci e mascherare il nostro rapporto. Potremmo essere più sciolti... - questo lo fa sorridere di nuovo.
- Non è che ora ci siamo limitati molto... - Rido.
- No però da ora voglio che stiamo più attenti. - Annuisce, ne abbiamo già parlato, ma penso che mi ritroverò a riprenderlo molte volte.
- Sono spaventato... mi aiuterai? - In risposta lo bacio e poi continuo carezzandogli il viso.
- Certo, amore mio. - Ora è calmo e capisce che gli sto dicendo.
- E' un bel sogno quello che stiamo vivendo. E nonostante i problemi che affrontiamo, ce la stiamo facendo. Voglio dire... noi due... - E' come una specie di pensiero fisso quando si presentano problemi di varia natura. La prima cosa che fa è vedere come vanno le cose fra noi. Ha una paura immensa di perdermi.
Strofino il naso contro il suo sorridendo.
- E' un sogno bellissimo. Ed è reale. - Quando glielo dico è ancora meglio perchè la luce torna nel suo sguardo confuso ed incerto. Sta sempre meglio.
- Scusami se quando ci siamo lasciati ho agito così da immaturo... - Torna a ripeterlo e lo circondo col braccio intorno alla schiena, risalgo sul collo e sulla testa e lo stringo a me nascondendolo col viso contro il mio petto, lui si intreccia a me, si accoccola, mi respira. Gli tolgo il fiato.
- Non dirlo mai più. Sei stato così male, quella volta... se solo ci ripenso mi viene da piangere. Ero così egoista e debole. Sei tu che devi perdonarmi. - Poi mi viene in mente una frase legata a Dio.
- Dio scrive dritto anche sulle righe storte degli uomini. - Cris riemerge dalle mie braccia e torna a guardarmi con la sua aria curiosa di chi vuole capire, allora sorridendo paziente glielo spiego.
- L'uomo è portato a sbagliare, ma poiché non è solo nel suo cammino, Dio raddrizza ogni errore. - Corruga la fronte. Non è mica difficile da capire. - Da ogni nostro sbaglio o momento negativo, riesce alla fine a trarre il bene ed il buono. -
Perchè è dal male che nasce il bene e dal bene che nasce il male, dicono in oriente.
A me piace pensare che Dio sia semplicemente più lungimirante di noi.
- Vuoi dire che dal dolore può nascere qualcosa di positivo? - Annuisco.
- C'è sempre un motivo per le cose, anche le più atroci. Sul momento non si può capire, ma dobbiamo fidarci del disegno divino. Un giorno capiremo... così come solo ora capisco perchè sono stato strappato dalla mia squadra del cuore, da casa mia, dai miei amici e sono stato messo in un'altra contro la mia volontà, soffrendo molto, tu capirai perchè da una specie di tradimento è nata questa situazione così difficile. - Però per me è così chiaro.
Cris protende molto dal suo lato gay, anche se è riuscito ad andare con delle ragazze. Temo possa precludersi la gioia di essere padre, ed è una gioia talmente immensa che ogni uomo dovrebbe avere la fortuna di provare.
Io penso che sia successo perchè è giusto lui sia padre. Perchè essere padre lo aiuterà, anche se lui pensa che porterà solo cose negative per questo bambino.
Penso che lo aiuterà a crescere e maturare e a diventare uomo e che con suo figlio andrà davvero bene. E penso che un giorno quel bambino sarà la sua ancora di salvezza.
Così come, giorno dopo giorno con lui, credo sempre più che dovevo venire qua per lui. Non so, ho quest'idea. Per aiutarlo, per farmi aiutare. Affrontare questo anno senza di lui... beh, ero pieno di amici a Milano, ce l'avrei fatta. La pubalgia mi avrebbe messo a dura prova. Ma ora? Ora con questo ginocchio? Starò fermo sei mesi, potrebbe essere anche più. Credo che abbia voluto mettermi vicino la persona più indicata per questo periodo che si prospetta molto difficile.
E poi... credo sempre più che sia amore vero, quell'amore della vita, quello che quando lo trovi, qualunque cosa passi, non lo lasci. Non è perfetto, è pieno di difetti e fa molte cavolate, è immaturo, sbaglia.
Ma anche io lo sono, diversamente da lui, in altre cose. Però non sono perfetto.
Penso che io manco in qualcosa che ha lui e viceversa. E che insieme potremo aiutarci a crescere, a diventare uomini.
Lo bacio con dolcezza, le sue labbra ferme abbandonate alle mie, la sua lingua mi riporta un sapore tipico suo che non so definire. È il suo sapore.
E comunque, amare la persona giusta, la persona della nostra vita, è una motivazione più che buona. Per tutto.
Un giorno capiremo cosa aveva in mente Dio. Fino a quel giorno dobbiamo fidarci e accettare tutto, il bene ed il male.
Dio ha i suoi piani per noi. Non preoccuparti, piccolo. Amore mio. Mio tesoro.
Quanto ti amo.
- Andrà tutto bene. - Mormoro tornando ad abbracciarlo, incapace di staccarmi da lui.
Lui si rilassa e sorride. Sta bene e così sto bene anche io. “