*Ecco il nuovo capitolo. Continua la lenta introduzione al momento più out di Riky. Stiamo avendo dei primi assaggi ma il peggio deve ancora arrivare. Ah, gli emotivi... quanto sanno essere distruttivi loro, nessuno può! La parte con Carol è una cosa molto comune a molte coppie, mi sono rifatta alle esperienze di amici che conosco, per cui so che sono cose che accadono davvero e non stento a credere che possa essere andata così. Credetemi, non è un'esagerazione. Per il resto, il nuovo capitolo lo metto sabato e il lento crescendo continua. Buona lettura. Baci Akane*

CAPITOLO LXXXIV:

MOMENTI FATIDICI

Durante il primo mese vengono molti a trovarmi e molti mi telefonano, tanti ex compagni di squadra mi fanno gli auguri di pronta guarigione e mi sostengono dicendomi che sono cose che capitano, ma di tenere duro e di non buttarmi giù.
Alla fine arrivo alla conclusione che anche se sono sempre più convinto che sarà il mio colpo di grazia, posso solo aspettare di vedere come guarisco.
Pregare che andrà tutto bene, che io torni e recuperi subito tutto e di poter riprendere da dove ho interrotto.
Cris mi chiama ogni giorno, lui ora è in America per il tour estivo, hanno una serie di amichevoli classiche fra cui quella coi Galaxy, Iker era felicissimo di rivedere David, era al settimo cielo.
Vorrei essere l'ottimista di sempre che si convince che andrà tutto bene, mi aggrappo al pensiero di Dio e della fede e come dice Cris se non ci credo non guarirò davvero bene.
Devo crederci, ma la mia paura è grande perchè ho avuto un anno brutto e sono rimasto indietro e ogni giorno penso a questo insistentemente, ossessivo.
Pregare mi risolleva e mi risolleva vedere Luca, Carol però non riesco a guardarla. Non ce la faccio. Devo, ma è un'altra cosa, distolgo subito lo sguardo e trovo sempre qualche scusa per evitare di stare troppo con lei.
Sono al capolinea anche con lei?
Sono in un momento delicatissimo professionalmente e dal momento che sono costretto a casa, fermo immobile, passo tanto tempo con lei. Di solito trovavo il modo di scappare. Di solito.
Sospiro.
Il calcio era la mia evasione dal mio matrimonio falso, dal mio completo fallimento come uomo e marito e forse anche come padre. Amo mio figlio, sto tantissimo tempo con lui e stiamo benissimo insieme, ma fingere di dargli una famiglia perfetta che non è, non fa di me un gran padre, dopotutto.
È vero che evito tutto per non togliergli la serenità che gli spetta di diritto per nascita, però è anche vero che non ho il coraggio di affrontare la situazione con Carol.
So che devo, so che un giorno lo farò, però adesso non ce la faccio.
Avrei il calcio come rifugio, lo dirò quando potrò rifugiarmi nello sport. Perchè so che qualunque decisione prenderà lei, sarà pesante affrontarla.
Però lo sarebbe nei confronti del mondo a cui non gli importa sul serio di noi.
Ci amano ed il giorno dopo ci odiano. Tutti i tifosi milanisti che facevano quel coro fantastico per me allo stadio, ora mi gridano traditore e mi odiano. Non è di loro che mi deve importare.
Solo ora me ne rendo conto.
È il modo di pensare di Cristiano, l'ho sempre ripreso per queste sue idee drastiche. Però alla fine aveva ragione.
È così, no?
Siamo noi, non loro. Noi che dobbiamo vivere le nostre vite perchè a loro non importa davvero. Per cui anche se noi vivessimo una vita falsa, non dobbiamo niente a nessuno!
Anche nell'utopistico caso in cui sapendo tutto Carol decidesse di rimanere con me per la facciata, avremmo le nostre ragioni, a chi importerebbe?
Vivremmo insieme, davanti al resto della gente ci faremmo trovare sorridenti, abbracciati ed innamorati e lo faremmo anche per Luca. Ma poi in casa amici e basta. O estranei. Quante coppie sono così, specie popolari? Troppe!
Penso a lei.
Non siamo estranei. Ci conosciamo benissimo, come le nostre tasche. Siamo uguali, proviamo le stesse cose, abbiamo le stesse ideologie, la stessa mentalità. Solo ora mi rendo conto di cosa questo significa.
Se ne sarà accorta di questo mio stato?
Che sono cambiato?
Che amo un altro?
Forse si è accorta che non amo lei...

Come evocata dai miei pensieri, di notte prova a fare l'amore con me.
Comincia consolandomi per tirarmi su, mi ha visto teso e cupo tutto il giorno ed io mi sono sforzato di apparire sereno, ma lei sa che non lo sono.
Così mi ha preso fra le sue braccia, nel letto, e mi ha baciato la fronte, il viso e poi le labbra.
Ho dovuto baciarla, ma mi sono teso più di prima. Lei è scesa sul mio collo ed io non ho provato nemmeno un brivido. Il collo è uno dei miei punti deboli.
È scesa alzandomi la maglietta ed ha continuato.
Niente.
Niente.
Niente.
L'insensibilità più completa.
La dovrei respingere?
Non siamo mai stati una coppia passionale, non abbiamo mai cercato molto il sesso, da quando sono a Madrid ho tirato un sacco di scuse... prima ero depresso, poi ero con la squadra, poi ero infortunato, poi avevo problemi a calcio, poi ero via, poi ero stanco.
Ho tirato un sacco di scuse ed ora penso che possiamo considerarlo un problema.
Se me ne parlerà che le dirò?
O ne approfitto e glielo dico ora o mi sforzo e lo faccio.
A volte ci abbiamo provato, ma era sempre andata male, non riesco a prendermi da altri sessualmente. Solo Cris. Ho solo lui in testa.
Non esistono altri.
Sessualmente non mi attira nessuno, nemmeno lei. Anzi. Soprattutto lei.
È una donna bellissima, ma non è sensuale, ci sono donne seducenti. Forse con loro potrei farcela.
Però con Carol... ma ho due opportunità.
Carol ci prova ancora come altre volte, potrei dire che ho male al ginocchio, che non ho voglia. Sarei giustificato, ma ho paura che mi chieda che succede, di parlarne. Non posso. Non voglio. Ho il panico se ci penso. Non sono pronto. Ora ne ho troppe a cui pensare.
Penso alla mia carriera, al calcio, al mio infortunio, a Cris... dovrei smetterla di essergli un peso? Di farlo soffrire sempre in qualche modo? Ha sempre qualcosa per colpa mia... non sono una relazione felice.
Certo, i momenti sereni li abbiamo passati, fra un'angoscia e l'altra.
Sto pensando a troppe cose, ne sto affrontando troppe.
È che poi l'unico a farmi ridere quando non ce la faccio più è sempre lui, Cris arriva e spara battute a raffica ed io rido e rispondo a tono e tutto va meglio.
Però tenerlo legato a me per egoismo, perchè sto bene solo con lui, non è giusto.
E lui sta bene con me?
Perchè tutta questa insicurezza?
Perchè?
Perchè non posso semplicemente essere sicuro e basta?
Che c'è?
Dio, aiutami.
Aiutami, ti prego.
Cosa devo fare?
Glielo devo dire, ma ora ne ho così tante... il respiro diventa affannato mano a mano che lei continua a farlo con me, io non reagisco, non riesco ad attivarmi, non riesco a fare nulla. Ansimo, ma non di piacere, forse lei pensa che sia di piacere, ma credo sia una attacco di panico o qualcosa di simile.
Riky calmati, calmati.
Non conta che non provi nulla e che non ti piace.
Non conta.
Pensa solo che a momenti finisce. Pensa solo a quello.
Dio Santo, mica mi sta violentando! Come penso di fare?
Non è che finisce quando lei è soddisfatta. La devo soddisfare io, ma se sto impalato non succederà mai e soprattutto... fare l'amore presuppone l'orgasmo di entrambi.
Stringo gli occhi e penso a Cris, mi rifugio in lui, nel suo corpo divino, negli spettacoli che mi fa attraverso la web cam.
Va un po' meglio, smetto di ansimare e Carol risale arrendendosi. Non è seccata o arrabbiata ma dispiaciuta.
- Mi dispiace... - Dico amareggiato, mi vergogno molto e lei lo capisce infatti mi abbraccia e mi bacia dolcemente.
- Non fa niente... va bene... va bene lo stesso... non era il momento adatto... volevo solo confortarti un po', coccolarti... ti vedo così giù, sei sempre più chiuso in te stesso. - Lo sta per dire. C'è qualcosa che non va fra noi? Sì, noi!
Anzi no, io!
Io che amo Cris!
Ecco cosa c'è!
Devo dirglielo, se me lo chiede devo farlo.
Ma come posso? Come?
Proprio ora?
- Scusami... è un momento molto brutto... ma passerà... lo sai che quando ho tante cose e preoccupazioni per la testa, sono lontano e mi passa la voglia. Non sono molto focoso nemmeno quando sto bene... ti sei trovato un marito che è un pessimo elemento a letto! - Cerco di scherzare, ma lei mi carezza il viso e mi accoccola la testa sul suo seno morbido. Non mi trasmette nulla, sono così freddo e a disagio.
- Va bene, non devi sforzarti, piano piano... - Sospiro e cerco di lasciar cadere l'argomento. Dopo un po' che mi percepisce ancora sveglio, lei torna a parlare piano. - So che forse non è il momento ma... sai, pensavo al nostro piano... te lo ricordi il nostro piano, quando ci siamo sposati? - E' intimidita. Non ha paura di farmi arrabbiare, credo non sia mai successo. Però è una cosa difficile da dire per qualche motivo.
- Due figli? Preferibilmente un maschio ed una femmina? - Lei annuisce.
- Era il nostro sogno. Una famiglia, due figli... ricordi quanto ne parlavamo? Luca ha 2 anni, è la differenza perfetta, non credi? Li volevamo vicini d'età perchè così fossero legati... erano i nostri piani... - Sospiro. I nostri piani.
Come faccio a dirle che all'epoca ero convinto di amarla e di essere etero? Come posso dirglielo e distruggerla? Sono gay, amo Cris, non riesco a pensare a fare sesso con una donna, nemmeno con lei. Come faccio?
È una tragedia.
La distruggerò.
- Forse ti aiuterebbe in un momento del genere. Ricordi quanto eri contento quando sono rimasta incinta? Tutto il tempo della gravidanza e poi quando è nato. Hai avuto degli strani alti e bassi, ma ti bastava appoggiare la testa sulla mia pancia gonfia e stavi meglio. Luca è stato il tuo sostegno e lo è tutt'ora. Non pensi che... che ti aiuterebbe a godere della bellezza della vita? Ora stai male per via del calcio, hai paura che sia finita, che sia la volta decisiva... sei pieno di insicurezze e di cose che ti fanno vacillare e vedi tutto nero, ma ci sono cose bellissime, nella vita. Dei doni che ti possono far sorridere ed aiutare. Non è finita. C'è ancora un mondo di bene di cui godere... non ti va di provare ad avere un altro bambino, Riky? - Credo ci pensasse da mesi e credo che sia perchè mi vede e mi sente sempre più distante.
Se ora le dico che non mi sembra il momento dovremmo parlarne e non sono pronto. Non ce la posso fare. E non merita di stare male come la farei stare.
Però dirle di sì significherebbe sforzarmi di avere un orgasmo in lei, di farlo come si deve e di farlo fino a che non succede. Ed in teoria... andiamo, Riky!
Siamo marito e moglie! A meno che non ammetto che c'è un problema fra noi, come posso pensare che basti farlo quando la devo mettere incinta e basta?
È assurdo!
Se le dico di sì devo fare sul serio il marito e nel mio piano c'è in conto di dirle che amo Cris.
Devo dirglielo ora. Devo essere sincero ora. Devo.
- Forse ti ho preso contropiede e sei in un momento delicato e caotico, non rispondermi subito, non è una cosa che deve essere decisa su due piedi. Ma pensaci. Volevamo avere un altro bambino, questo secondo me è il momento migliore. Riflettici con calma. -
Ma per qualche ragione mi sa che mi sto per scavare la fossa da solo.
Eppure a questo punto credo che potrei affrontare l'inferno senza la minima cura.

Il ritiro del Real è finito, per cui il giorno dopo Cris viene a trovarmi. Viene ogni giorno, non è una cosa strana perchè abita vicino a me e siamo amici molto stretti, agli occhi di Carol. Sarebbe strano se così non fosse.
Scherza sempre dicendo che fa volontariato e va a trovare i malati!
Mi porta sempre qualche cosa da mangiare che mi piace, io ovviamente lo odio perchè non posso muovermi e mi fa ingrassare, ma dice che mangiare è sano ed io ribatto sempre che ha le visioni.
Dopo i primi convenevoli soliti, si siede sul divano con me, mi fa accomodare le gambe sulle sue e mi carezza dolcemente le cosce e leggero leggero il ginocchio che comunque è fasciato.
- Amore, cosa succede? Sei più cupo di ieri... - Mi dice infatti con una delicatezza di chi sa che potremmo affrontare un argomento scomodo da un momento all'altro.
Lo guardo, guardo la sua bellezza, penso che sia splendido e perfetto e mi scaldo, mi rilasso. Mi rilasso ancora di più con il suo sguardo pieno d'amore e d'attenzione e le sue mani che mi carezzano.
Come posso ingannarlo?
E non posso ingannare nemmeno Carol.
- E'... è che... - A lui non potrò mai nascondere niente, lo so bene. Per cui non si pone il problema. Si pone solo la sofferenza.
- Puoi dirmi tutto, me l'hai promesso. Qualunque cosa. - Chiudo gli occhi che mi bruciano e lui vede che sono lucidi e che fatico e che sto per piangere. Lascia una mano per prendere la mia sullo stomaco, la tira verso di sé e la stringe.
Sospiro un paio di volte, quanto è difficile?
- Carol mi ha chiesto di fare un figlio. Era il nostro piano quando ci siamo sposati, il nostro sogno. Due figli, vicini d'età, magari maschio e femmina. E siccome Luca mi ha aiutato l'altra volta, è convinta che ora un altro figlio mi aiuterebbe. Mi vede depresso e negativo e la gioia di essere padre mi farebbe capire che c'è ancora di che gioire ed essere felice. Capisci? Discorsi che hanno senso dal suo punto di vista. E poi ce lo siamo sempre detti. Due figli... e tutto il resto! - Taglio corto a disagio con questo argomento. Lui è molto serio, mi osserva ma non fa espressione specifiche e la cosa mi manda fuori di testa.
- Cosa le hai risposto? - Stringo le labbra e le spalle.
- Niente. Ma ha detto di pensarci. È una bella cosa essere genitori, lo sai... specie per noi che abbiamo questa predisposizione naturale... Luca è un dono incredibile. Quando sto male e tu non ci sei stringo lui ed è tutto di nuovo bello. Non nego che potrebbe essere un aiuto per stare meglio, ma... insomma, io le devo dire di noi, non alimentare una falsa speranza. Non so nemmeno se ha capito che non la amo più! È come me, dovrebbe averlo capito, mi conosce bene! -
Ascolta i miei sfoghi... o piagnistei... e dopo un po', sempre calmo e senza espressioni particolari, risponde.
- Ha senso che te lo dica ora, sai... - Alzo la testa per guardarlo meglio.
- Perchè? -
- Perchè se ti sente distante ed ha capito che avete problemi di coppia, la prima cosa che fa una donna per risolverli è fare un figlio! Lei ha bisogno della tua collaborazione perchè tu non sei uno che si accende facilmente se nemmeno ci prova o lo vuole. Per cui fa quello che può! - Questo mi toglie il fiato e mi sconnette per un momento. L'ha capito in un istante. Sono così fuori che non riuscivo a vedere la cosa che è talmente evidente!
Credo di impallidire.
- Oh Dio, hai ragione... è logico... ha capito e cerca di risolvere così? - Si stringe nelle spalle.
- E' una cosa normale delle donne con il matrimonio in crisi. Fare un figlio o unisce o divide del tutto, sono due le cose. E lei ci tiene così tanto che è disposta a rischiare. È sicura che non potete separarvi e che questo vi torni ad unire. - Ma cosa pensa lui? Cosa prova? Perchè non lo condivide? Perchè non me lo fa capire?
Dice le cose come stanno per tutti, ma per sé... e di solito mi parla sempre di sé!
Perchè ora non lo fa?
Mi tiro su a sedere e mi avvicino a lui, se volessi potrei baciarlo, ma dobbiamo parlare di questa cosa.
Dobbiamo.
- Ascolta. Cosa pensi tu? Cosa provi? Mi stai dicendo cosa pensa Carol e perchè lo vuole, ma tu? - Cris mi guarda come se non capisse.
- Riky, non ha importanza. Sei tu quello che deve decidere! - Non è vero perchè lo conosco, se quello che dico ora non gli piace farà una scenata e litigheremo ed io non posso litigare con lui, è la sola persona che mi fa stare bene. O lui o Luca.
- Sì però tu fai parte della mia vita, sei la persona più importante. Mi devi dire cosa ne pensi! - Scuote la testa testardamente.
- Tu cosa ne pensi? Cosa le dirai? Dovrai risponderle! Che farai? - Ecco, si sta agitando. È contrariato da questa storia, non gli piace. È normale.
Il cuore mi va forte, è un crescendo inconcepibile. La testa comincia a battere i tamburi e gli stringo convulsamente la mano come spaventato che possa lasciarmi.
- Non lo so, sono confuso, non credo sia il momento giusto per prendere una decisione tanto importante! Perchè me l'ha chiesto ora? -
- Perchè sei infortunato, stai male ed hai bisogno di pensare ad altro, questo ti distrarrebbe e ti farebbe felice a prescindere da quello che provi per lei. Solo che lei è convinta che vi unirebbe di nuovo! - Lo precisa con molto puntiglio mentre il tono si altera, si sta sforzando di rimanere calmo, ma non è molto bravo. Come lui capisce tutto di me, io capisco sempre tutto di lui.
So che non gli piace e non vuole. A chi potrebbe piacere, al suo posto?
- Ma io ora non so cosa dire! Da quando sono tornato con te definitivamente ho deciso che un giorno glielo avrei detto, non è facile, specie perchè penso a Luca. E se divorziamo? Scoppierebbe anche una guerra mediatica sulla nostra falsità o cosa ne so io! In queste cose ci vanno sempre di mezzo i figli! E se le dico che amo un'altra persona scommettici che finisco per dirle che sei tu! Potrebbe uscire uno scandalo di proporzioni bibliche! Sarebbe un disastro! Se lei reagisse male... se... io non riesco ad immaginare scenari positivi, ora! Ho il terrore di dirglielo! Ci penso da tutto l'anno e non la vedo mai positivamente! L'ho tirata per le lunghe anche perchè aspettavo di stare bene a calcio. Volevo rifugiarmi nel calcio, quando glielo avrei detto. E ho avuto problemi tutto l'anno, quasi, e poi ora di nuovo. Fino a non so quando. Forse per sempre. Se non ho il calcio dove rifugiarmi, se reagirà male, se... - alza le mani e mi ferma, lascia la mia ed è brusco, vorrei che mi abbracciasse e mi rassicurasse ma è arrabbiato, si vede bene. Il panico diventa triplo, ora.
Lo guardo terrorizzato. Lo ero di mio ora lo sono anche per lui.
Il cuore non si placa, è sempre peggio ed ho una paura immensa di tutto, che tutto crolli, che tutto vada male.
- Riky, Riky! - Mi ferma. - Non puoi sapere come andrà! È inutile pensarci tanto e fasciarti la testa, non sai come reagirà! Può andare bene o male, ma non è il calcio il tuo rifugio. Non sarà il calcio in ogni caso! - Sgrano gli occhi senza capire cosa sta dicendo, così addolcisce la voce e aggiunge con uno strano sguardo che non so decifrare. Forse è spaventato. Non è felice. Non sta di certo bene. Non è sereno. - Sono io il tuo rifugio. Sarò sempre io. Ed io non mancherò mai, se deciderai di dirglielo. Qualunque reazione avrà, qualunque cosa succederà! - La cosa mi risolleva, mi risolleva perchè so che ha ragione. So che deve essere così. Lui.
Però non riesco a non avere paura.
Sospiro spaventato e tuffo il viso contro il suo collo e mi cinge dolcemente. Le mani fra i miei capelli. Come amo le sue mani fra i miei capelli, il suo collo sicuro, il suo corpo forte, tonico, muscoloso, la sua perfezione. Amo tutto di lui. Ed amo che mi calma appena lo tocco, appena lo guardo. Ha un potere immenso su di me.
Ma io? Io che potere ho su di lui?
Come lo faccio stare?
Non è felice.
- Cris, come stai? - E' una domanda totalmente priva di senso.
- Che c'entro io? Stavamo parlando di te... - Dice infatti.
- Appunto, parliamo sempre di me! Io ed i miei infiniti problemi! Ma tu? Tu come stai? - Capisce che voglio arrivare ad un punto preciso... sempre per il fatto che mi conosce bene.
Per cui mi prende per le spalle e mi allontana per guardarmi accigliato in viso.
- Cosa stai cercando di dirmi, Riky? - Leggerà sempre così bene in me. Sarà sempre il più bravo in questo. Nemmeno Carol sarà più brava di lui.
- Sei felice con me? Sii sincero... -
Il bisogno di una sua risposta onesta è tale che ne rimane spiazzato. Ti amo. Lo devi capire. Lo devi capire che ti amo... e che non sei solo tu che ami me... per cui lasciami fare una cosa per te. Lasciamela fare.”