*ecco il nuovo capitolo. Qua Riky passa il famoso brutto periodo, quando ha pensato di lasciare il calcio. Chi lo ha seguito per bene lo sa, chi non lo ha seguito sappia che non è una mia esagerazione. E vediamo come ne esce. Nel prossimo capitolo approfondisco 'il lavoro di Cris' dietro a questa resurrezione che non è stato poco. Lo metterò sabato. Buona lettura. Baci  Akane*

CAPITOLO XCVIII:

FORZA MENTALE




Quanto voglio mollare.
Sarebbe peccato?
E se è questo il vero messaggio di Dio?
Se con tutti questi infortuni mi sta dicendo che è ora di smettere, di fermarmi?
In tanti si son dovuti fermare presto per problemi fisici. Cosa dovrei fare?
Andare avanti tutto il resto della carriera così? Sempre fermo per infortuni, con l'angoscia e lo stress che salgono e mi fanno venire un fegato enorme?
Perchè dovrei combattere quando è tutto contro, tutto, tutto, tutto?!
Cris è grandioso, è unico e non so cosa farei senza di lui perchè insiste, non molla, lotta al mio posto, ma io giorno dopo giorno mi sto lasciando andare perchè... perchè semplicemente non ci sto più credendo...
Perchè sopporti una, sopporti due, sopporti tre, ma alla quarta... eh, credimi che alla quarta non ce la fai.
- Tesoro, il mister è venuto a trovarti! - La voce di Carol mi raggiunge dalla porta dopo che ha bussato, non ha aperto perchè sa che non voglio che entri quando sono qua.
Ci credono che siamo una coppia bellissima? Lei è brava con quei suoi post nei social network e quegli stati tutti romantici, basta mettere qualche foto dove noi sorridiamo dolcemente e tutti si convincono?
Davvero funziona così?
Lei dice di sì, io non me ne interesso, ma se sapessero che in casa non può entrare nella mia stanza privata e che fra noi c'è il muro di Berlino, vorrei proprio vedere.
Ora come ora non ho la forza di affrontare la nostra crisi matrimoniale, specie perchè non ho voglia. Amo Cris, non amo lei. Per quel che mi riguarda possiamo rimanere così a vita.
Non riesce ad importarmi più di niente. L'unico pensiero va a Luca, non voglio che soffra ed infatti i soli momenti in cui mi sforzo è quando c'è lui.
È per lui che non la lascio e non le dico di Cris. È per lui. Perchè lei mi lascerebbe, scoppierebbe un qualche scandalo anche solo per il fatto che noi, la coppia perfetta e di fede, divorzia e Luca soffrirebbe.
Riesco a fare solo questo ragionamento.
Così è meglio lasciare che lei gestisca la nostra finzione fuori di casa nostra e per internet e che qua si crei l'artico.
Mi sorprende l'arrivo di Josè, lo faccio accomodare nel divano della mia stanza privata, è sorpreso che io ne abbia una.
- Non pensavo che esistesse una camera simile! È il tuo rifugio? - Chiede stupito.
- Sì, perchè? - Carol porta subito da bere e poi toglie il disturbo, lui sorride e ringrazia per poi rispondere.
- Perchè dall'esterno sembri uno che condivide tutto con la famiglia e che quindi non ha bisogno di spazi vitali personali. -
Alzo le spalle, che pensi quel che vuole come tutti. È la conferma che il teatrino di Carol funziona.
- Ho bisogno del mio regno come tutti. - Lui mi guarda con uno sguardo molto penetrante.
- Tutti hanno bisogno di isolarsi, tu però mi sembra che lo fai spesso. Chi lo direbbe? Senza conoscerti bene non sembra che sei così! - Me lo dice in faccia, mi sta dando della persona falsa, dovrebbe importarmene, dovrei prendermela, ma alzo ancora le spalle e mi siedo. Poco dopo lui fa altrettanto e sorseggia quello che ha portato Carol.
- Cosa posso fare per te? - Sono sempre molto gentile, ma è una pura abitudine. Comunque il mio carattere è cordiale.
- Vorrei che mi dicessi la verità, Riky. - Corrugo la fronte e comincio ad irrigidirmi, lui lo nota, ma non cambia una virgola della sua postura.
- Sul ginocchio? Pensi che menta? - Sono già sulla difensiva e lui lo nota.
- No, non penso che menti, ma sei bravo a nascondere la verità. Sei la faccia da poker migliore che abbia mai incontrato, nemmeno Cris è così ed è il miglior attore del club! - Cris è un attore nato in quanto adora i riflettori, ci sa stare sotto, sorride radioso o accattivante, fa battute in ogni situazione, tiene su conversazioni di ogni tipo, è un animale da compagnia, ci sa stare con tutti.
Però è vero quel che dice, mi sono sempre biasimato per questa mia capacità di saper nascondere le cose... e a volte anche mentire.
Abbasso gli occhi e penso a Carol. Mento molto bene.
- Non sono perfetto come pensano... solo perchè sono mite e riservato e sembro una persona dolce e buona, non significa che non abbia dei difetti. - Rispondo un po' seccato da non so nemmeno io bene cosa. Mi sta stuzzicando e ci riesce benissimo.
- Lo so, sono d'accordo. Perchè nessuno è perfetto e se uno lo sembra significa solo che è bravo a nascondere i propri difetti! - Però dovrebbe essere un offesa o cosa? Forse è solo un dato di fatto, ma mi secca. Mi secca e non so perchè.
Se è così che fa con Karim capisco perchè ci litiga sempre. Ha un modo di fare... di tirare fuori le cose che vuole dagli altri che è... semplicemente insopportabile!
So che lo fa apposta per stimolare una reazione, ma deve stare attento che ci sono persone e persone.
- Però preferisci le persone schiette e dirette? - In effetti lui è molto diretto e dice sempre quel che pensa, come lo pensa, ad ogni costo. Spesso i suoi problemi con gli altri derivano da questo. Ha la faccia tosta. Poi penso al tipo di persone che preferisce e mi rendo conto che sono tutte così come lui, con questa caratteristica di essere dirette e schiette e spesso criticate.
Cris un po' lo è, Ibra che lo adorava lo è... anche Drogba... cerco di far mente locale sui suoi giocatori preferiti e mi sembra di vedere un quadro.
Anche Karim è così, solo che deve tirare fuori questo suo lato. È chiuso, ma quando parla dice quello che pensa ,come lo pensa. Dovrebbero piacersi, come mai litigheranno? Forse sono nella fase intermedia... José lo provoca per stimolare una reazione e svegliare la tigra addormentata e Karim ancora non lo sopporta. Appena si sveglia penso scoppierà l'amore.
Poi ci penso ancora meglio.
Io non potrò mai piacergli.
Sono il tipo di persona che non dirà mai quello che pensa se non è qualcosa di carino e gentile. Perchè è così che mi hanno insegnato ad essere, diplomatico, a modo, educato. Non posso far rimanere male gli altri, non si fa. Per cui evito di dire certe cose o fare certe cose... o mostrarle.
Questo forse è ipocrita, dipende dai punti di vista. Cris dice che è educazione e che se fossero tutti così, il mondo sarebbe migliore. Sicuramente senza inutili guerre. Non ha torto.
Però credo che per José sia un segno di ipocrisia. Ma Cris mi ama, José non credo mi consideri qualcosa.
- Voglio che tu sia sincero, per una volta. - Questo mi fa accendere, mi sento investire da un'ondata caldissima di lava che sta per eruttare dalla mia bocca, ma mi trattengo e faccio violenza su me stesso. Non si fa. Lui è il mister.
E comunque c'è sempre un motivo per non farlo.
- Lo sono. -
- Dunque hai davvero male? Davvero escludi la possibilità che sia psicosomatico e che tu in realtà stia bene? - Respira, Riky. Respira. Sii educato. Lui è il tuo allenatore. Non puoi mancargli di rispetto.
- So quello che sento. Voglio stare bene e giocare più di qualunque altra cosa! Però non ci riesco! E se lo capite e mi date il permesso di farmi vedere da altri dottori, capirete che ho ragione! -
Sono seccato, ma alla fine il tono è contenuto, sono bravo a trattenermi.
José mi fissa con un sopracciglio alzato, strafottente. Sorpreso che non l'abbia mandato a quel paese. Sa che vorrei farlo ma che mi impongo il contrario.
- Facciamo così. Prenditi il tempo che ti serve, fai quello che devi fare e non preoccuparti di nulla. Torna quando starai bene, quando sarai sicuro. Ma torna una volta per tutte. - Questa sua risposta mi sorprende, sapendo che con Karim urla di continuo pensavo mi vietasse di farlo, che mi dicesse che sono io pazzo e di svegliarmi, sarebbe il suo stile. Però questa sua disponibilità è quasi miracolosa. Infatti lo fisso ebete e lui sogghigna in quel suo tipico modo.
- Non guardarmi così! Ho capito che tipo sei! Devi fare le cose a modo tuo o non le fai, non esistono altri sistemi. Se in questo modo starai meglio, fa così. Però lascia che ti dica una cosa. - Ecco, ora lo riconosco. Non è che mi dice che ho ragione, dice solo di fare come meglio credo. È comunque sensazionale, non penso darebbe mai questo permesso ad altri se non la pensasse allo stesso modo.
- Dimmi... - Dico infatti osservandolo con attenzione. Mi fissa diretto nel suo tipico modo e mi punta col dito, ha la stessa mania di Cris.
- Io penso che, anche se c'è davvero qualcosa al tuo ginocchio, tu hai comunque un blocco mentale. C'entra il modo in cui affronti qualcosa. Non dico che tu non hai niente, non lo so. Però in ogni caso tu rallenti la tua guarigione, ti appesantisci da solo perchè sei pieno di paranoie e complessi, sei emotivo e negativo quando stai male e ti convinci che andrà male, che è la fine. Questo non aiuta il tuo fisico a riprendersi. E, se il tuo fisico non ha niente, si ammala lo stesso. Devi lavorare tanto sul corpo quanto sulla mente. Devi smetterla di pensare che sei finito, che sei stato punito o qualunque altra cosa tu pensi. Devi pensare positivo, devi essere forte mentalmente, devi essere ottimista e convincerti che guarirai subito e tornerai meglio di prima. In ogni situazione in cui ti troverai... è così che devi ragionare. Questo ti farà guarire prima. Rafforzare la mente è importante quanto rinforzare il corpo. Hai capito? - Lo dice con sicurezza e calma al tempo stesso, mi sorprende. Penso che Cris sarebbe d'accordo con queste parole. Annuisco a bocca aperta, catturato dal fatto che ha ragione.
- So che non è facile farlo da un momento all'altro, si tratta di cambiare un tratto caratteristico importante, però se cominci ora un giorno riuscirai ad arrivare a quello stato mentale per cui anche se ti farai male, invece che guarire in un mese ci metterai la metà del tempo. E tutto grazie a questo! - Dice poi puntandosi il dito alla tempia, intendendo la forza mentale e la convinzione.
Ha ragione, è vero. Però è vero che c'è chi è predisposto a questo genere di cose. Cris lo è. È fortissimo mentalmente parlando.
Io no, però penso che devo sforzarmi di diventarlo, devo provarci. Perchè è vero che la chiave del guarire prima è questa.
La mente è potente... come lo è la fede. È il credere in qualcosa che lo rende reale, non la realtà dei fatti.
Con questo lo ringrazio sorpreso e lo saluto, se ne va e quando rimango solo scrivo a Cris se possiamo vederci.
Mi ha dato il permesso di assentarmi per il tempo che mi servirà e di fare i miei accertamenti. Penso andrò in Brasile dal mio medico di fiducia e mi farò fare un check in completo come si deve. Se lui mi dirà che sto bene basta, ci crederò. Però so, sono sicuro di avere qualcosa che non va. Lo sento, non è mentale. È fisico.


I giorni passano, all'inizio ho provato a farmi forza, a convincermi che sarebbe andato tutto bene, che sarei tornato presto.
Ma lentamente le cose scivolano via. Scivolano come la mia forza mentale che è sempre più debole. Cosa devo fare?
Penso che forse non c'è una soluzione.
In Brasile mi sento dire che avevo ragione, che ho un infezione al ginocchio. Non mi fa sentire meglio, ma almeno so che non ero pazzo.
Ora è questa che devo affrontare.
Mi dà una serie di analisi, cure ed esercizi e torno a Madrid.
Rivedo Cris splendido che gioca ad un gran ritmo, vedo Karim come al solito che litiga con José e che non gioca per questo, vedo Mesut sempre meglio inserito in squadra.
Non riesce ad importarmene. Che forse mi sta prendendo il posto.
Non so.
Non... non riesce più a contare come prima.
Non ho la paura e l'angoscia di non farcela, di non essere in tempo.
Ma non è perchè sono sicuro di riuscirci.
Io... davvero, credo che forse alla fine le cose vanno come devono andare.
Un'altra infezione al ginocchio operato già due volte.
Ha senso continuare così?
Forse sarà così per sempre.
Forse devo solo guardare in faccia la realtà.
Ho giocato così poco in quella squadra che non la sento nemmeno mia, non sono geloso del posto di Mesut che era mio ed ora sembra sempre più suo.
Non sono geloso di Cris che gioca con altri che non sono io.
Cris è mio a prescindere dal campo, perchè lo era quando eravamo a Londra e a Milano.
Cris è un'altra cosa.
È bello giocare con lui, ma non è essenziale.
È essenziale averlo nella mia vita e l'avrò sempre, dipende da me, da come gestisco la nostra relazione. So che mi ama, mi ama più di sé stesso. Mi starà sempre vicino qualunque cosa io faccia.
Così provo ad immaginarmi senza calcio, mi immagino io che vengo allo stadio e guardo lui, magari che torno anche a guardare il Milan, faccio diversi viaggi anche in Brasile, faccio consulenze di qualche tipo, non lo so... e poi io che sto con Cris senza che nessuno lo sappia, perchè ormai non gioco più, non sono importante, non mi stanno dietro come ora. Non devo stare attento in modo ossessivo a noi.
Posso viaggiare quanto voglio e fermarmi dove voglio che non lo sapranno, e non sapranno che io e Carol siamo due separati in casa che stanno insieme formalmente per i figli.
Mi immagino questa mia nuova vita e non mi sembra male, penso di poterla fare. Un giorno la farò insomma...
Ragiona, Riky.
Prima o poi.. se è ora... dopo tutti questi infortuni pensi che non sia ora? Andrai avanti così per quanto? A fermarti e a riprendere?
No, dai... non è così... non si può vivere così.
C'è un limite alla sopportazione umana e questo è il mio.
Evidentemente quello che potevo dare l'ho dato.
Evidentemente ora basta.

Quando Cris mi vede entrare da lui, mi guarda subito con estrema attenzione, assottiglia gli occhi e dice a sua madre, al telefono, che questa sera non riesce a passare e di scusarlo col piccolo. Di chiamarlo quando va a dormire che gli dà la buonanotte.
E' raro che rinunci a vedere suo figlio per me, riesce sempre a conciliare le due cose specie perchè di fatto ho anche io il mio di figlio.
Non ho fatto o detto nulla, ho solo riflettuto, ma so di essere bravo a tenere le mie cose dentro e a mostrare espressioni normali.
O almeno penso...
Quando mette giù con sua madre, mi fissa con la testa piegata di lato e la sua aria attenta. Non gliela posso fare. Ha capito che macino qualcosa.
Mi tengo occupato e faccio il thé, però solo mentre alzo il bollitore mi rendo conto che tremo, così lo metto giù di scatto, mi appoggio al lavandino, stringo le mani e abbandono la testa in avanti chiudendo gli occhi, respiro a fondo.
Forse è più difficile di quel che pensavo.
Cris aspetta, ha capito che ho qualcosa che non va, come sempre in queste settimane, ma non mi invade. Aspetta che sia io.
Il Riky di settembre l'avrebbe allontanato per star male da solo, ma questo Riky... questo Riky da solo non ce la può fare, perchè lui continua ad essere la mia sola luce.
- Cris, ho bisogno di te. - Dico alla fine in un mormorio tremolante. Non pensavo fosse così, non pensavo uscisse così. Non... non pensavo proprio... eppure eccomi qua a dire la verità.
Lui si alza e mi cinge dolcemente da dietro, torno a respirare, smetto un po' di tremare e mi giro verso di lui. Fra le sue braccia. Mi tiene a sé, mi accoccola la testa sulla sua spalla, nascondo il viso contro il suo collo, prendo forza da lui, da lì. Mi aggrappo alla sua maglia, sulla schiena. Chiudo gli occhi e lo dico.
- Penso di lasciare il calcio. - Questo ha il potere di uno sparo.
Lo sparo più secco che si sia mai sentito, forte, assordante e sconvolgente.
Per me che lo dico, ma anche per lui che lo sente.
Immediatamente mi prende per le braccia, mi separa e mi guarda. È pallido e sconvolto e mi dispiace per lui, ma appena i suoi occhi mi chiedono cosa io stia dicendo, dai miei scendono le lacrime e scuoto la testa tornando dove ero prima, nascosto.
- Ho bisogno di te per affrontare questo, però non posso andare avanti così. Un infortunio dietro l'altro, nel momento più importante della mia carriera che potrebbe segnare la svolta. Se sto ancora fermo sono finito comunque... e continuerò così, l'hai visto, da quando sono a Madrid non mi è andata bene una, una! E non ho nemmeno chiesto io di venire! Sono felice con te, ti amo e sei la mia sola luce qua in questa foresta oscura. Però... non ce la faccio più. Per me sta diventando angosciante. Non ce la faccio. Non ci riesco. Non ne sono più in grado, non è possibile. Ti prego. Ti prego, aiutami ad affrontarlo. È ora di capirlo, di accettarlo. È finita. Tutto qua. Ma stammi vicino. - Gli chiedo di aiutarmi a mollare il calcio, penso che nessuno potrebbe farlo davvero, ma so che lo farebbe se non fosse convinto che sto sbagliando. Per un momento mi chiedo cosa farà davvero.
Mi ama al punto che mi accontenterebbe, però so anche che farebbe sempre e solo ciò che ritiene mi possa fare felice. E questo non è di certo quella cosa.
Però ora come ora non riesco a vedere altro che questo.
Così.
- Riky, sei sconvolto, sei in un momento terribile, è l'ennesimo duro colpo, ma non è la fine! Guarirai e sarà la volta buona! Questa volta farai le cose come vanno fatte... e non ti succederà più! -
Scuoto la testa.
- No, no lo so che tu vuoi aiutarmi, ma mi aiuti di più accettando che sono finito. Io non posso andare avanti ad infortuni al ginocchio! Basta! Non reggo... - Le lacrime continuano a scendere copiose. Dio solo sa quanto è difficile per me dirlo, accettarlo, ammetterlo.
Però non ne posso più.
Fa così male.
Il calcio è sempre stata la mia passione e la tua passione ti rende vivo, ti fa stare bene, ti fa sentire realizzato, ti dà la felicità.
So che nella mia vita ho anche altre soddisfazioni. Mio figlio, Cris... per questo penso che ce la potrei fare, grazie a loro. Non da solo. Prima di Cris sarebbe stato impensabile.
Cris scuote il capo e mi tiene a sé, mi stringe e mi carezza.
- Ascoltami... tu ora sei sconvolto e non sei lucido. Datti il tempo di guarire, torna a giocare a calcio e finisci la stagione, vedrai da solo che ho ragione. Non sei finito. È solo l'ultima prova. Vedrai che poi andrà bene. Vedrai. Una volta che riprenderai a giocare sarà diverso. Andrà meglio. Non ci saranno paragoni. -
Scuoto la testa sempre tenendomi a lui, mi sento come aggrappato alla mia unica ancora di salvezza.
- Ti sbagli. Devo accettare la realtà. È finita. È dura. Mi brucia. Mi fa un male che non ti dico, ma se non mi lasci solo ce la posso fare a superarlo. -
- E lo supererai, ma tornando a giocare! Non sei finito! Ti devi fidare di me. Hai detto che ero la tua via, la tua luce, la tua sicurezza. Fidati di me. Dammi questi mesi, se quest'estate sarai ancora preda di infortuni allora ti sosterrò. Devi ascoltarmi. Devi fidarti. Devi seguire quello che ti dico. Dipende dal modo in cui vivi una cosa. Devi diventare forte nella tua testa, solo così poi sarai invincibile, non ti farai più male e anche se ti capiterà guarirai subito. - Questo discorso è la seconda volta che me lo fanno e non ho idea di come si faccia, non ne sono capace, ci ho provato e son finito a pensare di mollare il calcio!
- Non ci riesco, Cris! Non so come si fa ad essere forti in testa fino a guarire prima! Non riesco! - Cris stringe la presa, non mi molla, penso che piuttosto si farebbe uccidere. Mi trasmette tutto il suo grandissimo amore ed è questo che mi fa andare avanti davvero, che non mi fa mollare.
Mi tengo ancora lui, letteralmente e figuratamente.
- Amore. Ti insegnerò io. Ti aiuterò io. Fidati di me che non sarà più così. Non sarà più così. Segui me, ascolta me. Ce la faremo. Vedrai. -
La sua sicurezza granitica, la certezza che non mi lascerebbe comunque mai andare, non mi permetterebbe mai di mollare.
La consapevolezza che se esiste una persona sulla faccia della Terra di cui mi posso fidare, questo è proprio lui.
Lo so. Ed è questo il mio atto di amore.
Annuisco e gli bacio il collo smettendo di singhiozzare, ci provo.
- Sono nelle tue mani. - Mormoro senza saper che altro dire.
A questo punto, lo sono davvero.


E le sue mani non mi mollano.
Giorni e giorni, ore ed ore passate insieme, da soli e con gli altri a distrarmi, farmi ridere, tirarmi su e poi a farmi capire qual è questo mio modo di pensare e di fare che non va.
Ore passate a farmi vedere la sua mentalità, il modo in cui devo prendere le cose.
Ore passate dietro a me, con me, solo per me.
In ogni modo, in ogni forma Cris si è occupato di me. Come tante sedute psicologiche accompagnate dall'amore più grande e dolce di questo mondo.
Lui che mi abbraccia ogni istante, che mi bacia, che mi ricopre di sms quando non stiamo insieme, che mi rende partecipe.
Lui che mi spiega, mi parla, mi ascolta, mi fa parlare e poi mi risponde.
Come ci si fa a non sentirsi nelle sue mani?
E mi sento protetto, nel posto giusto, con la persona giusta.
Tutto quello che fa lui per me, tutto quello che fa... nessuno mai l'aveva fatto e nessuno potrà.
Mi ha caricato sulle sue spalle e mi ha trascinato in giro per il mondo, completamente di peso, ha vissuto per me, ha respirato per me.
Ed ora tornare a giocare a buoni livelli, a quei livelli persi... quei livelli che ero convinto di non poter più avere...
Ora sentirmi fisicamente bene, mentalmente forte, felice, Dio, così felice, così sicuro.
Non arriva subito il goal però gioco bene, si vede, lo sento, lo vedono. Non sbaglio i passaggi e quando faccio questo assist da manuale d'oro, un assist lungo, alto, elegante e pennellato che finisce sul piede di Cris che segna al volo, con una coordinazione splendida. Quando lo faccio mi sento bene, mi sento tornato. Sento che aveva ragione, che ho fatto bene a non mollare, che andava bene così, che aveva ragione.
Lo sento. E l'energia mi fa tremare tutto, mi fa avvampare e vorrei spaccare il mondo. Non sono mai stato meglio di ora. Ho la certezza che non sono finito come giocatore, che aveva ragione. Che era la testa a rallentarmi.
Convincendomi che sto bene e che sono tornato, gioco sempre meglio.
Quando tutti gli altri lo lasciano, lo raggiungo con il sorriso più bello di questi ultimi tempi, lui mi vede e vorrei baciarlo, stringerlo, gridargli che lo amo, che è la mia vita, che gli devo tutto, che lo adoro, ma mi limito a dirgli:
- Avevi ragione! - E lui sa per che cosa. Infatti ricambia il sorriso, mi mette la mano dietro la nuca e mi piega in avanti con esuberanza dicendo:
- Hai visto? - Mi spettina i capelli ed io mi aggrappo a lui, gli circondo il busto con entrambe le braccia e lo stringo forte trasmettendogli tutta la mia gratitudine. Chissà se capisce, se sente quanto lo amo.
Cosa posso fare per lui?
Saprò renderlo felice come merita?
Se il mondo sapesse cosa ha fatto per me, che persona è.
Splendido.
- Ti amo. - Dico piano mentre gli sono aggrappato in questo modo infantile, puro e spontaneo. Lui lo sente e ride più luminoso e dice:
- Anche io. - Me lo godo. È il momento perfetto. Non so cosa sarà a calcio, se tornerò bene, se sarò comunque la metà di quel che ero... non so niente. Ma so una cosa.
Continuerò a qualunque costo, terrò duro in ogni situazione, qualunque, non importa cosa.
Farò del mio meglio. Non sarò mai vinto. Lotterò.
Per Cris, per me.
E non lascerò mai il mio amore. Il mio unico e vero amore.
Mai. Mai. Mai.
Saremo sempre io e lui, non importa come e dove e a quale costo. Ogni ostacolo, ogni situazione, ma saremo sempre insieme. Comunque.
Cristiano ormai è la mia sola vita.”

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E' vero che...
Proprio in quel periodo, fine inverno inizio primavera 2011, Riky ha seriamente pensato di lasciare il calcio, questo lo ha rivelato lui stesso in autunno dello stesso anno. Poi per fortuna ha tenuto duro, rivelando che comunque dopo quel durissimo periodo era cambiato fisicamente come calciatore e che ha dovuto adattarsi a quel nuovo Riky che gioca più di classe ed esperienza che di energie.
Cris gli è stato molto vicino, Riky lo dice sempre che quando lui stava male ed era infortunato lui era fra quelli che si prodigava di più per farlo ridere e tirarlo su.
Quando è tornato a giocare a fine stagione è stato più splendido che mai, quell'assist per Cris, quella combinazione goal, è stata incredibile ed era tornato a giocare da poco, poi Riky lo ha abbracciato in quel modo dolcissimo.