NOTE: ambientata all'inizio di questi mondiali, Cristiano è arrivato già con problemi al ginocchio e nelle partite si è visto che stava male, in altri casi non avrebbe giocato.
Nello stesso periodo, Riky sta predisponendo il suo ritorno al San Paolo e poi il trasferimento all'Orlando City e riflette inevitabilmente sulla sua carriera e su cosa l'abbia effettivamente segnata in negativo. Questo non può che portare a discutere con Cris circa le sue condizioni al ginocchio che, continuando a sforzare, potrebbe finire per ripercorrere i suoi stessi fatali errori.
Per cui non è niente di porno o di demenziale, tutt'altro!
In ogni caso... sempre con Cris (e Riky ma quello è scontato...)
Buona lettura.
Baci Akane

PER IL TUO MEGLIO


La luce della luna riflette sulla sua pelle abbronzata evidenziando le linee armoniose del suo corpo affusolato e atletico.
Negli anni di sport si è irrobustito, ma non in modo eccessivo.
Amo molto il suo corpo perchè è perfetto.
È steso a pancia in giù sul letto, appoggia i gomiti e tiene le spalle e la testa alte, lo sguardo rivolto verso di me che torno dal bagno dopo essermi pulito, questa volta sono finito per macchiarmi io, di solito cerchiamo di fare attenzione ma quando una goccia è finita sul mio petto lui poi è come andato di testa e si è acceso come fosse in un film porno.
Rallento guardando nella penombra della camera come la luce della luna gioca con la sua pelle, baciandolo sulla esse naturale della schiena e poi sul sedere e le cosce, le gambe sono incrociate e mi aspetta che torni da lui. Piego la testa di lato e mi imprimo questo momento, è bello così.
Coi capelli un po' lunghi, tutti spettinati, un po' sudato, la barba di qualche giorno.
È bello da togliere il fiato.
Io faccio di tutto per essere bello e passo ore allo specchio, mi piace presentarmi in modo perfetto, piacere, essere apprezzato. Tutti lo vogliono.
Però a lui non importa nulla, non si cura più del minimo indispensabile ed a volte nemmeno quello ed è stupendo.
È bello in modo naturale, io lo sono in modo costruito anche se lui dice sempre, perdendosi nel guardarmi, che ho dei lineamenti da dio greco. Per non parlare del corpo!
Mentre io sono immerso in questo mondo di perfezione e bellezza, lui nota che cammino caricando il peso sulla destra. Figurati se poteva non notarlo. Quando sono con lui sto sempre attento a come cammino, ma a volte mi rilasso e non ci penso.
Increspa la fronte e guardandomi il ginocchio sinistro, quello gonfio a cui ho problemi, mi dice:
- Ti fa male? -
Alzo le spalle e mi stendo con lui, mi metto a pancia in su, Riky alza un braccio e mi fa infilare sotto di lui, mi si appoggia sopra per metà corpo, le dita giocherellano con la mia pelle, sul torace, percorre leggero i muscoli e tormenta i capezzoli. Lo sguardo serio, intenso, mi penetra dritto negli occhi in attesa di una verità che sa benissimo e che devio sempre ogni volta che se ne parla. Sono sempre evasivo e lui sa che lo sono e sa perchè lo sono, ma sa anche che in certi casi deve lasciarmi perdere.
Sa, invece, quando si può insistere.
Ora sono rilassato, abbiamo fatto sesso, ci siamo coccolati, è tutto perfetto, sto bene.
E ne può parlare.
- E' sopportabile, solo che se non carico sempre inutilmente il peso, guarisce prima! - Sospira e scuote la testa. Aria contrariata da principe seccato. Amo quando fa così e ridacchio, lui però resta serio.
- Non c'è niente da ridere! - Esclama allora dandomi un colpetto sul petto.
- No ma sei delizioso! - Stringe gli occhi facendo l'arrabbiato, cerca di mettermi serio ma quando sono con lui, e qua ai mondiali è praticamente ogni sera e giorno libero, è proprio difficile.
- Cris! Sul serio! Quanto ti fa male? Guarda che lo so, eh? - Riprende in tono perentorio. Io sospiro e mi decido a fare il serio.
Mi guarda e aspetta, così lo ammetto. Ovviamente l'ho detto solo a lui.
- Abbastanza, ma questi mondiali sono troppo importanti per me, posso sopportare. - Ed ecco quello che lui voleva sentirsi dire, che già sapeva.
- Cris non devi scherzare con queste cose! -
Lui però è sempre più serio e so cosa presagisce questo tono. Da un lato amo quando si preoccupa per me, ma dall'altro io so che non cederò.
- Non scherzo, Riky. E tu meglio di tutti dovresti sapere cosa sto passando e perchè non posso cedere! - Lui allora si alza a sedere, tira sotto di sé le ginocchia e mi guarda dall'alto, io resto steso e lascio andare la mano che stava giocando con la sua schiena.
- Cris, proprio perchè lo so te lo dico. Mi è costata cara quella scelta, molto più di quello che pensavo! Non avevo veramente idea di quello che facevo, di cosa sarebbe successo dopo! Ma tu hai me da prendere ad esempio, hai me per proteggerti e devi farlo! - Qua mi scattano i cinque minuti, io odio litigare con lui ma non resisto proprio. Mi alzo di scatto anche io e seduto lo fronteggio torvo, arrabbiato, il cuore che va a mille per quel che stiamo dicendo, quel che intende. Perchè stiamo discutendo!
- Cosa stai dicendo? Che dovrei rinunciare a giocare? Che dovrei mandare tutto a puttane, lasciare che il Portogallo esca dai gironi? Gironi passabili? - Sospira, stringe le labbra, tiene i muscoli facciali seri e tesi, non vorrebbe dire quello che pensa perchè sa che mi farebbe infuriare, ma è quello che voglio. Che dica la verità.
E lo fa.
- E' quello che dovresti fare! È quello che mi sono pentito di non aver fatto a mio tempo! - Scuoto la testa e mi alzo cominciando a zoppicare furiosamente per la camera, lui resta seduto dritto sul letto e mi fissa mentre furibondo scarico tutto quello che ho dentro. Mi ci voleva così poco? Forse questo nervoso per le mie condizioni era molto peggiore di quel che osavo pensare io stesso!
- Tu ti saresti pentito di più di non giocarlo, quel mondiale! L'hai fatto contro tutto e tutti! Nessuno è stato capace di farti cambiare idea! Saresti stato impossibile da sostenere, ti saresti odiato! Saresti andato in depressione! L'hai giocato sapendo che avresti peggiorato di molto le tue condizioni e che forse non avresti giocato comunque bene, ma l'hai fatto! Poi hai affrontato le conseguenze, peggiori di quel che pensavi, ma ne sei uscito! Tu sai perchè non posso tirarmi indietro! Per me questo anno è il più importante, l'ho iniziato alla grande, ho vinto 2 trofei importanti di club, ho fatto record di goal in 2 campionati! Se faccio bene il mondiale mi confermo ancora il migliore! E comunque ci tengo a far andare bene il Portogallo ai mondiali almeno una volta nella mia carriera! Agli Europei ho sfiorato l'impresa, se arrivavamo in finale potevamo farcela, l'Italia era sfinita per aver affrontato la Germania, potevamo farcela! La squadra è sempre la stessa, possiamo farcela! Se io ci sono, mi impegno e do tutto quello che posso, ce la possiamo fare! È importante, mi pentirei di non aver fatto nulla con la nazionale! - Riky scuote il capo e si strofina il viso passandosi le mani fra i capelli ripetutamente, quando finisco con lo sfogo, risponde mantenendo la calma, parla piano.
- Cris. Quel mondiale mi è valso l'intera carriera! Ero in un momento chiave, come lo sei tu ora. Sapevo che quello poteva essere il MIO mondiale e ci tenevo un sacco alla nazionale, lo sai. Tu c'eri, hai cercato di convincermi. Sai perchè ho sbagliato. Ed ora me ne rendo conto. La mia carriera è finita il giorno in cui ho deciso di giocare lo stesso col ginocchio in quelle condizioni! Il prossimo passo sarà farti le infiltrazioni, giocherai comunque male, questo peggiorerà il tuo stato d'animo, vivrai tutto malissimo, il Portogallo non ce la farà e tutto il tuo sacrificio sarà inutile! Tornato a Madrid ti opererai, starai fermo sei mesi e quando tornerai non sarai più quello di prima! Mai più! -
Il cuore va a mille, lo stomaco è contratto in una morsa di ferro, mi mordo la bocca e e scuoto la testa, gli occhi mi bruciano, mi bruciano come matti ma io sia dannato se piango.
Stringo le mani ai fianchi, poi quando penso di poter parlare, lo faccio. Il tono è basso e paurosamente controllato.
- Questo è quello che è successo a te, il mio corpo è più forte e resistente del tuo, ho sempre recuperato presto. E poi anche se dovessi operarmi, io avrei un allenatore capace di aiutarmi! A te ti ha chiuso la carriera Mourinho e lo sai! - Riky si alza dal letto, è arrabbiato ed ora si vede, altera il tono, l'espressione contrariata.
- Mourinho ci ha dato un calcio, alla mia carriera, ma se io non mi fossi rovinato il ginocchio al mondiale a quel modo, non sarebbe successo! Lo sappiamo tutti! È stata colpa mia! Tornato dalla lunga riabilitazione, finito tutto il calvario, io non ero più quello di prima! Ho perso per sempre qualcosa! Me ne sono pentito, Cris! E te ne pentirai anche tu! - Io scuoto ancora irascibile e convinto la testa puntandolo col dito, odio quello che sta succedendo, ma la testa esplode e sono fuori di me, indignato!
- No che non me ne pentirò! Non sono te! Siamo diversi! Sono più forte fisicamente e mentalmente ed ho una situazione di club diversa dalla tua! Non puoi riversare i tuoi rimpianti su di me! -
Mentre lo dico a Riky salgono le lacrime agli occhi, si riveste e sta per piangere, non vuole farlo ed io non voglio che pianga perchè sarebbe la mia fine.
Io sono convinto di quello che dico e non si può risolvere sempre tutto piangendo!
Riky si veste ed io mi infurio nacora di più perchè mi fa anche sentire in colpa!
Odio quando piange per colpa mia!
- Sai cosa spero? - Dice alla fine sulla porta. Io muso duro.
- Cosa? -
- Che il Portogallo perda subito le sue partite, così sarete fuori dai mondiali e tu potrai fermarti in tempo! Ecco cosa spero! Pregherò per questo! - Con questo esce e sbatte la porta.
Rimango di merda, non ci posso proprio credere.
Sono anni che sto con lui e lo conosco, abbiamo litigato molte volte, anche in modo vivace, ma non se ne è mai andato sbattendo la porta... ma soprattutto dicendo che spera che io perda!
È la prima volta e ne sono maledettamente sconvolto, specie per quel che significa sul serio tutto questo.
Che non ce l'ho dalla mia parte. Non questa volta. Proprio quella più importante.
Sto male, non ce la faccio, ci tengo come un dannato e forse non basterà, ma non posso mollare e ci proverò e lui... lui non mi sostiene!
Rimango immobile in piedi in mezzo alla stanza a guardarlo, incredulo che sia successo. Poi realizzo che dovrò giocare senza il suo sostegno, senza le sue interminabili chiacchierate al telefono, senza rivederlo la notte come infiltrato speciale al ritiro...
non ha idea di quanto sia importante il suo sostegno per me, non ce l'ha!
È sempre stato essenziale sentirlo il momento prima di scendere in campo, sentire la sua voce che mi fa gli auguri e mi distrae.
Ora non ce l'avrò ed è proprio ora che ne avrei più bisogno.
Stringo i pugni e li riapro a ripetizione mentre respiro affannato, credo d'avere una crisi di panico, apro la bocca, cerco più aria ma non la trovo, così mi giro e mi precipito tremando alla finestra, la apro.
Non può andarsene.
Mi appoggio e mi chino in avanti, ho un cedimento fisico, non mi reggo in piedi, scivolo giù e mi accascio al pavimento, la fronte al muro, poco sopra la finestra aperta, un po' d'aria afosa entra da fuori.
Dio mio... Dio mio, ti prego... riportamelo... riportamelo a qualunque costo.
Non posso farne a meno.
Io questa cosa la farò comunque, so che la posso fare, so che posso reggere, sono diverso da lui, fisicamente, mentalmente. Io la posso fare, posso superarla... e la farò perchè è troppo importante, è un momento chiave della mia carriera, ci tengo. Può essere l'unica grande occasione rimasta.
Devo. Farlo.
E Riky lo sa.
E mi serve, mi serve lui accanto a me, mi serve...
la mia vita, qualunque cosa, non prescinde da lui, ogni cosa è collegata a lui, al suo sostegno anche a distanza, anche solo sapere che lui è comunque con me anche se non può dirmelo, anche se in quel momento non posso parlarci, io so che lui è dalla mia.
Non può negarmelo.
Non può.


Il mattino dopo ho un'aria terribile, non ho dormito un cazzo e sono di pessimo umore, tutti se ne accorgono e solo Fabio e Pepe osano avvicinarsi.
Sanno che passo le notti con Riky, per cui dovrei essere al settimo cielo come spesso lo sono stato.
Vedermi così è davvero strano, me ne rendo conto, ma grugnisco qualcosa e loro capiscono che è successo qualcosa con loro.
- Hai litigato? - Chiede Pepe senza spirito di conservazione.
- Non voglio parlarne! - Dico bruscamente tirando dritto.
Ovviamente mangio l'indispensabile a colazione, ho lo stomaco chiuso e la giornata va sempre peggio, perchè il dolore al ginocchio mi fa anche lasciare prima gli allenamenti.
Porca di quella puttana. Porca di quella puttana.
Ha pure ragione!
Passo giornate che penso di potercela fare ad altre che non riesco nemmeno a correre e me ne devo andare con la borsa del ghiaccio sul ginocchio di merda ed io non so dove sbattere la testa.
Sento i pareri dei medici e mi dicono che giocare è comunque un rischio a prescindere dalla prestazione che posso dare. Poi qualcuno dice che sicuramente non giocherò al mio cento percento e la cosa mi sta parecchio sui coglioni.
Come se tutto questo non bastasse, ho Pepe che mi ripete che cazzo ho e quando sono così mi devono solo lasciare in pace!
All'ennesimo sbotto.
- Mi fa male il ginocchio, non giocherò al mio massimo, forse non basterò per aiutare la squadra, probabilmente finirò col peggiorare di molto la situazione tanto da potermi dover operare e fermare la mia stagione per mesi e come se non bastasse Riky non mi parla perchè prega che il Portogallo perda, così io sono costretto a riposare! Ti basta? -
Nei paraggi c'è ance Fabio e Pepe rimane senza parole, cosa unica e rara. La condizione dura poco, subito sta per parlare ma Fabio se lo trascina via saggiamente. Lui sa cosa e quando fare con me.
Sospiro e scuoto la testa.
Voglio gridare, sparare, uccidere, ma non servirebbe.
Fanculo tutto.
Fanculo tutti.
Fanculo Riky, cazzo!
Che non mi parli, che preghi per quel cazzo che gli pare, che faccia tutto quella merda che vuole!
Porca puttana!
Anche lui!
Lui che l'ha vissuta esattamente così mi viene a dire a me che non dovrei farlo? Me l'aspettavo da tutti ma non da lui.
Mi conosce, sa che ce la posso fare, sa quanto ci tengo!
Come può?

Non faccio che pensarci e ripensarci, ci rimetto la preparazione alla prima partita.
La Germania vincerebbe comunque, è la favorita di questo torneo, però io mi sto preparando di merda e già comunque non sono al mio massimo. Così finisco per dare meno di quel che potrei!
Mi irrita tutto, mi irritano tutti e non so per quale motivo non rispondo male a tutti.
Vorrei demolire il mondo.
E sto qua negli spogliatoi con le cuffie e la musica all'orecchio sperando di calmarmi e concentrarmi, quando invece è impossibile riuscirci perchè penso a lui.
Sono pronto e aspetto di entrare e guardo il telefono.
A questo punto o mi chiama o mi scrive un sms, cerca sempre di farmelo avere e quando non può proprio, io so che lui è con me lo stesso.
Ora no, ora il telefono è muto e so che non è dalla mia.
so.
come vorrei solo averlo qua.
Lentamente la rabbia svanisce lasciando il posto alla delusione e all'insofferenza.
Vorrei sentire la sua voce, cosa darei per sentirla.
Riky, perchè?
Ti prego, tu mi devi capire.
Tu devi.
Sospiro ed alzo lo sguardo, mi chiamano ed io mi tolgo tutto e mi accingo ad andare, incontro Mesut e Sami e tanti contro cui ho giocato molte volte.
Abbraccio entrambi, cerco di farmi vedere come sempre, sicuro di me. Non è difficile recitare una parte. Mi riesce sempre. Quello che è difficile, è giocare bene con il fastidio costante al ginocchio.
Giochiamo per limitare i danni, per fare qualche rete ed io personalmente per provare a fare almeno un goal. Sappiamo che perderemo molto probabilmente, ma la mia testa è in costante tensione, sono nervoso molto più di quel che dovrei, non sono proprio presente.
Ho l'ordine tassativo di non spingere mai, di non correre, troppo, di non fare le mie solite cose ma di aspettare la palla in avanti e tentare qualche azione, più che altro lanciarle possibilmente. Mi sono vietati i contropiedi di cui sono specialista. Ho molte limitazioni. E se sento male, devo uscire subito.
Certo che sento male, ma figurati se lo dico!
Comunque gioco al risparmio come mi è stato detto, non sono un deficiente, so che non posso esagerare.
Però alzo gli occhi fra il pubblico chiedendomi se è lì lo stesso, guardo le videocamere e mi chiedo se invece è a casa ma mi sta guardando.
Certo che mi sta guardando e scuote la testa scontento sapendo che sto male e che peggiorerò.
Perchè non potevi tenerti tutto per te e sostenermi comunque?
Questa non me la dovevi fare, Riky.

Gioco sottotono per i mille motivi che si sapeva, cerco di fare del mio meglio che è comunque meglio di quello che fanno gli altri, ma non è sufficiente. Mi bastava essere più forte e sereno in testa, se avessi avuto quella mia tranquillità solita ce l'avrei fatta. Solo un goal. Si poteva fare. Avrebbero preso coraggio, si sarebbero messi a giocare meglio. La squadra è così, si carica se si inizia a segnare.
Sospiro uscendo sconfitto dal campo, il dolore al ginocchio è acuto ed è peggio quello che sento dentro.
Come vorrei far sparire tutto.
Riky per primo.
Farlo sparire dal mio cuore, dalla mia testa, dalla mia anima, dalla mia pelle.
Vorrei solo estirparlo da me ed essere davvero la macchina che tutti dicono, mi chiamano The Machine perchè sono una macchina inarrestabile, secondo gli altri.
Dovrebbero sapere quanto rottame mi sento ora.
Abbiamo perso finendo la partita in 10 e Fabio si è fatto male.
Peggio di così non poteva andare. Nemmeno un goal. Nemmeno mezzo.
Voglio sparire.


Mai come stasera ho sperato di arrivare presto in camera.
Non ce la faccio più, muovermi è un supplizio, rispondere a domande, farmi vedere sereno anche se scontento, non dar da pensare nulla a nessuno, pensare sempre alle apparenze in qualche modo. O così o guai, se scopro il fianco mi demoliscono. Ricamano, fanno storie su storie ed in qualche modo passo dalla parte del torto. Ma tanto che ne sanno di me?
Mi trascino in camera e sprofondo nel letto così come sono, nemmeno mi svesto.
Sono stanco, mi fa un male cane il ginocchio e sto come uno straccio.
Premo la faccia contro il cuscino e stringo le lenzuola sotto di me, vorrei gridare e piangere, ma non mi riesce nulla.
Sono mentalmente ed interiormente sfinito, non riesco più a fare nulla. Non ce la posso fare.
È impossibile.
Vorrei piangere, vorrei solo piangere perchè mi manca e mi sembra come se mi avesse lasciato sul serio.
So che non è mai sul serio, ma questa volta pesa, brucia.
Se l'avessi avuto dalla mia parte sento che sarebbe stato diverso, io lo so.
E prego in un miracolo, che mi bussi, che entri, che arrivi, ma non succede nulla.
Mi addormento e mi pare di essere in un incubo.
Riky, come puoi avermi fatto questo?


I giorni scorrono, mi faccio vedere poco in giro con la scusa delle riabilitazioni e dei riposi e delle visite. Tassativamente ordino a tutti di non divulgare le mie reali condizioni e di dire semplicemente che sto bene e basta. Che tanto non importa a nessuno come sto sul serio, vogliono solo mangiarmi vivo.
Così mi aggiro facendo attenzione a chi incontro e a come mi pongo.
Mi dicono che effettivamente potrebbe avere un peso sulla mia carriera se faccio un passo falso ora col ginocchio e non posso che ripensare alle sue parole.
Io so che posso farcela, ma senza di lui l'impresa titanica diventa davvero suicida.
Solo con lui dalla mia parte è fattibile.
Lui questo non lo capisce.

- Hai sentito di Riky? - Pepe usa le parole prima di azionare il cervello.
Sa che sono in rotta con lui, per cui secondo il suo cervello bacato, dire se ho sentito di lui è corretto visto che di sicuro non lo so da fonte diretta.
Ma il fatto che io non sappia da fonte diretta qualcosa che lo riguarda mi manda ancora più in bestia.
- Cosa?! - Ringhio con la curiosità di sapere di cosa si tratta.
- Lascia il Milan e va all'Orlando City passando per il San Paolo! - Scuoto la testa ed alzo le spalle.
- L'aveva programmato da quando ha lasciato il Real. - Con questo me ne vado, ma lui mi segue per saperne di più sconvolto da questa rivelazione che gli spiego per togliermelo di torno. Voglio bruciare il mondo, lasciami in pace.
- Sì, aveva deciso le sue tappe di fine carriera. Andandosene dal Real era questo che faceva. Sta concludendo la carriera. - Pepe mi guarda non ancora soddisfatto, per cui le elenco con le dita sbrigativo. - Milan, San Paolo ed Orlando City! -
Che io lo sapessi non lo stupisce, forse lo stupisce che io non sia sconvolto. Cazzo, se lo sapevo già che mi devo stupire?

E così si sparge la voce nel mondo di una cosa che lui aveva deciso da un anno se non più.
'Via dal Real sarà per concludere la carriera ed ho tre tappe, Milan, San Paolo ed Orlando City.'
La sua voce mi rimbomba nelle orecchie come se la sentissi ora e non fosse solo un ricordo.
Ha fatto la clausola per poter lasciare il club dopo un anno anche se lui aveva il contratto per due. Più chiaro di così che aveva già programmato tutto.
Sta dicendo addio al calcio, è stanco. Me l'ha detto quando ha deciso di andarsene dal Real.
Era davvero stanco.
Al Milan ha ritrovato la gioia di giocare che si era perso per colpa di Mourinho e di tutto quello che era successo, ma questo non toglie che lui ha deciso e che si sente arrivato.
Non mi dispiace che lo faccia perchè da questa parte del mondo avrà più tempo, pur giocando a calcio.
A Milano era vicino e ci bastavano due ore per vederci e lo facevamo spesso, ma era stancante, ci si faceva delle tirate pazzesche e non rinunciavamo.
Ora ci vedremo di meno, ma lui con queste squadre avrà molto più tempo libero e verrà a trovarmi. Di meno, ma sarà più rilassato e meno di corsa.
Poi comunque si tratta di poco ormai, perchè una volta che finirà, finirà e potrà fare quello che vorrà. Starà con me, impegni familiari e pubblici permettendo.
Starà a Madrid con me, od ovunque io sarò.
E così ci penso ancora. In un modo o nell'altro ci penso sempre.
So perchè ha reagito così. Lo so bene.
Pensare a queste cose, alla fine della sua carriera, me lo fa capire. Però io sono diverso da lui, questo lo deve capire.

L'ennesima sera, conto i giorni che mi separano dalla prossima partita ed il nervoso torna a salire.
Vorrei solo sentirlo, chiedergli come si sente, come sta.
Vorrei che la sua voce mi riempisse delle sue solite paranoie e dei discorsi su Gesù.
Vorrei le nostre consuete tre ore al telefono giornaliere.
Vorrei la sua buonanotte, da quando siamo in Brasile per i Mondiali era diventata di nuovo una dolcissima abitudine.
Lui che veniva in camera come se fossimo a casa a Madrid.
Dio, che bello quel periodo.
Resterà il più bello della mia vita.
Avrò vinto poco, in quel periodo, ma ho avuto la cosa più importante.
Lui, l'amore. Quello vero.
Finita la cena resto poco con gli altri, vado subito in camera appesantito.
Ogni giorno è sempre peggio, penso che sarà peggio della partita con la Germania.
Ho bisogno di lui.
Ho bisogno solo di lui.
Entro in camera e mi aggiro come un'anima in pena col ghiaccio sul ginocchio, ne tengo quanto più posso, non mi fa male con tutto il trattamento che faccio, ma so che quando lo sforzerò sarà male.
Devo tenere duro, anche se mi isolo un sacco, non voglio stare con nessuno e a momenti non voglio nemmeno più giocare a calcio.
Devo tenere duro.
Non posso piangere. Non posso cedere.
Ho passato cose peggiori.
Lui tornerà e sarà tutto come prima.
Ed io supererò ogni cosa. Come sempre.
Mi spoglio e mi appresto a dormire anche se so che sarà l'ennesima notte insonne.
Mi rigiro subito nel letto, nel buio della camera, con la luce della luna che entra dalla finestra. Colora d'argento alcune parti della stanza, mi ricorda quella notte.
Non posso che ripensarci.
Gli ho detto delle cose dure, ma anche lui me le ha dette. Siamo stati entrambi ingiusti. O forse troppo giusti.
Non so nemmeno cosa pensare, alla fine.
Però vorrei fosse qua, non me ne fregherebbe più di niente. Di niente.
Quando mi bussano alla porta, penso sia Pepe o Fabio per vedere come sto, ogni tanto passano.
Sbuffo ma vado ad aprire, altrimenti non mi lasciano in pace.
E poi il mondo si ferma, il fiato mi viene bruscamente tolto, il cuore smette di battere.
Dio, non penso di essermi sentito così da molto.
Tengo la mano sulla porta, irrigidisco i muscoli, mi faccio livido e gli occhi bruciano.
Dio mio, come bruciano gli occhi.
Chiudo e apro un paio di volte, cerco di ricacciare il bruciore ma poi lui, serio, quasi solenne, mormora piano se può entrare.
Io ebete mi faccio da parte e penso che sto sognando di nuovo.
Richiudo la porta, rimango fermo davanti, lui cammina nella penombra fino ad arrivare davanti alla finestra.
Si muove piano e lentamente, movimenti affettati.
Arriva nel fascio di luce argenteo e come quella sera, si fa baciare da essa.
Lo vedo con la barba lunga ed i capelli scomposti, mi fa impazzire così.
Resto immobile, non respiro ancora, non oso nulla.
Forse romperà del tutto.
Forse mi darà il colpo di grazia. Non lo so.
Nel silenzio che è quasi mortale, un silenzio dove non ci siamo detti ancora nulla, dove io penso di svenire da un momento all'altro, lui parla piano.
- Sto ufficializzando la mia partenza da Milano. Non è certo paragonabile alla prima o a quella da Madrid. Però è dura e mi sta facendo pensare molto. - Lo so che ci ha pensato molto. Pensa sicuramente che ha ragione. - Avrei dato tutto per poter trionfare a Madrid con te. Quest'anno hai vinto la Decima ed io non ero al tuo fianco, con la stessa maglia, ad alzarla con te. Non sai quanto mi ha bruciato. È stato straziante lasciare il Milan la prima volta, ma a Madrid nonostante la fatica iniziale, ho trovato te ed io ad un certo punto desideravo solo che a calcio tornasse tutto. Tutto quello che mi sentivo d'aver perso. Quando ho capito che ormai era perduto per sempre tu lo sai quanto è stata dura. Se ne sono uscito è stato solo per te. Ma io ho chiuso col calcio nel 2010. Poi ho giocato ma non ero più io. Lasciare ora di nuovo il Milan per continuare le mie tappe di fine carriera, continua a farmi pensare. Io dovevo trionfare al Madrid con te, dovevamo essere primi e secondi di ogni classifica e record, dovevamo conquistare il mondo insieme. Era il mio massimo desiderio, dopo che mi sono messo con te. Invece l'hai fatto da solo. Questo è il rimpianto più grande della mia vita. Ho 32 anni e sto avviando la fine della mia carriera quando ci sono giocatori che a 36, 37 anni giocano ancora e sono anche piuttosto buoni. Capisci? Io sono finito nel 2010 a 28 anni. Non voglio che ti succeda la stessa cosa. Sarebbe la cosa peggiore. Tu devi splendere fino a 37 anni nel trono dei più grandi e conquistare qualunque cosa, anche se certe volte devi cedere il passo non importa, pensa al futuro. Sarai sempre immenso. Io l'altro giorno mi sono espresso male, forse. Ma voglio che tu sia consapevole che la tua vita non è qua, ora e basta. La tua vita è molto oltre questo momento. Pensa in grande come hai sempre fatto, Cristiano. Volevo dirti questo e dirtelo in questo modo. E poi concludere dicendoti anche che, nonostante tutto, ti sosterrò al cento percento in ogni caso. Qualunque cosa tu farai. Io sarò sempre con te. E mi dispiace non esserci stato in questi giorni, ma dovevo passare un piccolo calvario per rendermi conto di cosa ti avevo fatto andandomene. Non dovevo. Perdonami. - E poi uno non deve piangere!
Perchè lui arriva dopo giorni di inferno dove penso peste e corna e mi dico che appena lo rivedo lo demolisco, non cederò, resisterò e gli darò quello che merita, che questa volta ha passato un segno e... e poi mi dice quello che mi dice e tutto crolla.
Tutto quanto.
Perchè lui è lui e saprà sempre tutto di me.
Ci mette un po', è sempre stato così. Non è mai stato veloce nelle cose. Però poi quando capisce arriva dritto e sparato all'obiettivo e demolisce.
Così le lacrime scendono ed io penso che davvero non scorderò mai questa notte.
E qualunque cosa succederà in questi maledetti mondiali e dopo, l'affronterò con lui. E se trionferò sarà sempre con lui.
Muovo i passi che mi separano da lui, febbrile gli getto le braccia al collo e nascondo il viso contro il suo. Trattengo il fiato mentre piango e lui mi circonda.
Tutto si scioglie. I nostri muscoli tesi, i nostri corpi, i nostri sorrisi fra le lacrime.
Continua a dirmi di perdonarmi mentre mi bacia la testa ed io scuoto e nego di doverlo fare, poi dopo dei singhiozzi incredibili mi alzo fino a guardarlo, i nostri occhi si incrociano identici, bagnati.
- Non ti devo perdonare perchè hai ragione. Ma io ce la farò Riky. Perchè io sono forte ed in ogni caso anche se dovessi cadere saprei rialzarmi alla grande. Perchè ho te! E so che ce la farò! - Lui sorride finendo per piangere ancora di più, così ci baciamo.
Dolci le nostre labbra si incontrano, si fondono insieme, le lingue si danno pace, i respiri si placano ed i cuori tornano ad una velocità umana.
Le mani si carezzano donandoci serenità e calma.
- Ho capito perchè l'hai detto e l'hai fatto. Però io so... io so che ce la farò in un modo o nell'altro. Forse non sarò la stella dei mondiali, come volevo. Forse il Portogallo non ce la farà. Ma io alla lunga ne uscirò sempre. Ce la farò. - Lui sorride ancora, mi carezza il viso e mi asciuga le lacrime che smettono di scendere.
Sospira sicuro, sereno, rilassato. Come se avesse un enorme peso in meno.
- Davvero non sei come me... ed è di questa forza assoluta mentale che mi sono innamorato tanto. Sei unico in questo credere in te! Non cambiare mai! - Sorrido e lo bacio leggero.
- Sono così perchè chi amo crede in me. È questo il mio segreto. - E' sempre stato così. La mia famiglia mi ha comunque sempre sostenuto lo stesso, gli amici, gli allenatori. Ed ora lui.
Il mio amore. Unico. Grande. Eterno.
Lo bacio e mi perdo in lui, nel suo sapore dolce. Il mondo torna al suo posto, l'aria è respirabile, è tutto leggero e la forza che mi scorre in corpo è intramontabile.
Andrà sempre tutto bene.
Se cadrò mi rialzerò subito, non sono mai stato solo, mai lo sarò.
Intreccio le dita alle sue e stringo la presa, i brividi mi percorrono.
Lui farà sempre la differenza per me.

FINE