CAPITOLO II:
GIORNATE DA SOGNO

Il mattino fu dolce come ogni altro mattino da lì a qualche giorno.
Da quando Carol era partita coi figli per il Brasile.
Per molti una presa di posizione molto strana ed incomprensibile, per loro una naturale conseguenza di un rapporto per niente facile fra lei ed Irina.
La scusa del lavoro di lei era andata bene e presto si sarebbe sparsa la voce, ma per il momento andava bene così.
Il primo ad alzarsi fu Cris. Non riusciva a dormire, aveva passato molto tempo della notte sveglio a pensare a cosa fare, poi le prime luci del giorno l'avevano rischiarato.
Sarebbe andata bene. Il suo Riky era sempre lì con lui.
Sgattaiolò fuori dal letto con l'intenzione di preparargli la colazione, quindi si prodigò in un macello consueto che per miracolo non si concluse con l'esplosione del fornello. Cris a casa aveva sempre qualcuno che cucinava per lui e se non c'era, ordinava per asporto.
Quando finì ciò che poteva ritenersi commestibile, abbandonando il caos si rituffò in camera e con uno sguardo che in pochi potevano dire di avergli mai visto, posò il vassoio sul comodino per poi gattonare sul letto.
La persiana era aperta un po' sul fondo e faceva penetrare della luce, quella necessaria per vedersi. Accese comunque l'abat-jour sul comodino e gli sfiorò il viso rilassato con un dito.
Probabilmente per star dietro a lui ora Riky sarebbe stato meglio in un certo senso... fu un pensiero molto fugace che ebbe.
- Amore? - Lo chiamò piano. L'avrebbe guardato dormire molto volentieri ma dovevano alzarsi, voleva passare tutta la mattina libera con lui, poi nel pomeriggio avrebbero avuto raduno tattico, niente di faticoso.
Riky mugolò. Poteva morire quando lo faceva.
Svegliarsi con lui tutte le volte che voleva. Quale regalo più bello? Sperava vivamente che José la smettesse di fare lo stronzo e lo trattasse bene facendolo giocare decentemente. Così il suo angolo di paradiso sarebbe stato completo e perfetto. Riky trattato con rispetto che faceva quello che gli piaceva, lui che faceva la stessa cosa, loro che la facevano insieme e poi a casa a vivere come una vera coppia. Non avrebbe mai potuto chiedere di più... eppure per come stavano andando le cose sembrava tutto destinato ad andare a quel paese. Non poteva crederci.
Quando i suoi occhi finalmente si aprirono, le nuvole si rischiararono e sospirò. Passava dal cupo al sereno con un battito di ciglia. Come fosse incinta!
- Buongiorno. - Riky sorrise subito appena lo vide e questo fu abbastanza. Cris si chinò e lo baciò con dolcezza, uno stampo sulle labbra per non rovinare il sapore del suo risveglio.
- Buongiorno... - Rispose piano l'altro stiracchiandosi come un gatto sinuoso. A Cris venne un altro tipo di fame ma decise di lasciar perdere per il momento. Prima occorreva la colazione, poi il bagno insieme ed allora Riky sarebbe stato veramente tutto suo.
Quella quotidianità era la cosa più bella che avesse mai vissuto.
- Ti ho fatto la colazione. - Riky non ci pensò molto...
- Devo preoccuparmi? - Disse infatti.
Cris finse di offendersi e fece il broncio tirandosi su a sedere con le gambe sotto di sé.
- Ehi! La cucina è ancora intera. Più o meno. - Se con intera si considerava che non era esplosa...
Riky lo sapeva bene ma decise di non indagare. Era stato molto dolce a svegliarsi prima e a fargli la colazione. Normalmente era un compito che spettava a lui... Cris... Cris di preciso non aveva veramente compiti, non alzava un dito in casa ma si occupava del suo compagno ed al compagno in questione andava più che bene.
Gli presentò il vassoio e lo mise nel mezzo, quindi si sistemò bene come il re di una volta che mangiava steso e imitato dal principino Riky in una posizione simile, cominciarono ad intingere i biscotti nel caffé-latte... il classico. Ormai era la loro colazione.
Cris intingeva prima quello di Riky imboccandolo, come se non fosse capace di farlo da solo. Dopo un po' che Riky sembrava un po' più reattivo, Cris cominciò a pomiciare con le dita e a soffermarle di più nella bocca dell'altro. Come se cercasse di dargli un chiaro messaggi. Messaggio reso ancor più chiaro dal suo sguardo sempre più malizioso.
Se ne rendeva vagamente conto del potere che Riky aveva su di lui... no anzi, se ne rendeva conto di preciso. Gli bastava fare qualcosa con lui, una qualunque, e tutti i problemi del calcio passavano in secondo piano.
Anche un risveglio così ogni tanto gli sarebbe potuto bastare... quando c'era Carol e vivevano ognuno a casa propria facevano così. Rubavano il tempo.
Era combattuto fra una situazione e l'altra ma poi divenne impossibile continuare a pensarci troppo.
Vivere insieme era insuperabile ovviamente, ma ci si poteva accontentare anche di vivere separati e rubare il famoso tempo. Si godeva diversamente.
“Quello che conta è che adesso me lo posso prendere quanto voglio, poi sarà quel che sarà!”
Perchè, comunque, l'idea di proteggerlo andandosene lui per primo era persistente. In caso estremo quella sarebbe stata la sola soluzione.
Sperava di non arrivare a tanto.
Finita la colazione Cris decise che il bacio al spore dolciastro di biscotti e latte poteva starci più che bene e allungandosi gli diede il secondo bacio, uno vero. Si gustò quella specie di biscotto e si rilassò scacciando di nuovo ogni pensiero.
L'aveva lì con lui. Stava bene. Il resto si risolveva.
- Cosa vuoi fare? - Chiese Riky con quel suo sorriso perennemente tenero ed un tocco d'infantile. Quell'infantile puro.
Lo sguardo di Cris si dipinse di malizia pura ed il brasiliano seppe cosa aveva in mente, non ci voleva comunque un genio...
- Un'idea in effetti ce l'ho... - Fece sempre con lo stesso sguardo baciandolo sulle labbra piano: - Mi vedo con mia madre e il mio piccolo per pranzo, fino ad allora posso stare con te... avevo in mente un bagno, che dici? - Riky arrossì. I suoi bagni erano sempre così spinti... non era per quel che faceva ma per quel che gli faceva dire...
"Il solito..." ma la parola 'porco' o 'maiale' non osava nemmeno pensarla, figurarsi dirla... gli pareva male. Solo Cris riusciva a tirargli fuori certe parole niente male...
- Direi che è un'ottima idea... - Rispose sempre carico d'imbarazzo. Cris ebbe l'istinto di prenderselo seduta stante ma evitò. Si alzò e con un'occhiata allusiva delle sue, gli intimò di aspettarlo mentre preparava la vasca.
Aveva quella mania di preparare i giochini erotici... nel senso, quando in vista c'era un momento erotico lui spariva a sistemare qualcosa, anche solo delle lenzuola di seta... aveva la fissa che tutto doveva essere perfetto in quei momenti. Riky invece si preoccupava di cose più utili come cibo e casa... toccava a lui far sì che non morissero di fame o sotto la sporcizia!
Funzionavano bene, proprio come una vera coppia.
La fortuna era comunque d'avere un garage molto ampio, entravano con entrambe le auto i cui finestrini erano semi oscurati, dall'esterno si vedeva poco dentro e loro comunque uscivano sempre imbacuccati quando dovevano andare a casa. Quella che loro consideravano la vera casa.
Di conseguenza nessuno sapeva che lì abitavano loro, nessuno li vedeva arrivare o andare via.
Cris tornò dopo una ventina di minuti e profumava già di suo. Sicuramente aveva riempito il bagno di un qualche profumo essenziale afrodisiaco. Come se ne avessero bisogno...
Riky sorrise divertito per poi, nel guardarlo bene, diventare affamato. Si umettò le labbra e non lo fece nemmeno apposta.
Cris si era messo quella sua vestaglia di raso nera. Era da uomo, in teoria, ma nessun indumento di raso sembrava molto da uomo.
A lui stava divinamente.
O forse a Riky piaceva in ogni caso, non lo sapeva.
Il laccio alla vita non era stretto e la vestaglia corta fino alle cosce si apriva sul petto scivolando parzialmente sulle spalle. Sapeva l'effetto che faceva su Riky.
Camminò verso di lui sinuoso e lento ed il sotto s'aprì appena facendo capire che si era già tolto i boxer stretti che per decenza si era messo per cucinare.
Cucinare era una parola grossa.
Riky si alzò e si fece prendere per mano, Cris gliela baciò facendolo sentire una principessa e sorridendo sornione se lo portò in bagno.
Come sempre era tutto perfetto. Non avevano petali di rosa ma c'erano candele a volontà, un po' già consumate, un po' nuove.
La luce era unicamente quella, soffusa e d'atmosfera. Il piccolo stereo ad angolo rimandava suoni d'arpa greca d'un tempo e dava l'idea di essere in un giardino di babilonia... sapeva creare il momento, Cris era unico in questo.
L'odore dell'olio essenziale usato quella volta era rosa. La rosa era un olio essenziale afrodisiaco tendenzialmente per donne, ma Cris non era famoso per avere gusti da uomo... non sempre... la rosa apriva e rafforzava il cuore, rilassava l'anima e attivava la disposizione alla tenerezza e all'amore, sviluppava la pazienza, la devozione e l'autostima, donava gioia e scacciava i pensieri negativi equilibrando emozioni negative provocate da collera, gelosia e stress!

Ultimamente lo sceglieva spesso specie per l'ultimo motivo.
Riky si rilassò immediatamente. Come se di più fosse possibile...
Fece subito un'espressione a dir poco beata ed osservò lascivo Cris mentre si snodava il laccio per aprirsi la vestaglia. Riky era già nudo, aveva dormito così come ogni notte. 
Il raso scivolò subito dalla pelle, come avesse voluto fare quello sin dall'inizio, e Cris lasciò che frusciasse a terra. Per non sembrare effeminato e ridicolo doveva avere una padronanza di sé fuori dall'ordinario e Riky si scaldò immediatamente nell'osservare i movimenti sinuosi e felini, sicuri di sé. Un semplice gesto aveva un erotismo senza pari. 
Continuava a strofinarsi le labbra ed il fiato era sempre più corto e profondo.
Voleva inginocchiarsi e farlo suo ma Cris aveva i suoi riti. Le sue fisse. Lo lasciava fare sempre.
Lo prese così per mano, di nuovo, e gli baciò le labbra. Il sapore fresco del suo alito gli fece capire che si era lavato i denti. Altra fissa. Sorrise. Lui sapeva ancora di colazione ma a Cris non importava. 
Scivolò sul suo collo e lo fece rabbrividire, poi, quando ebbe gli occhi chiusi per catturare quel risveglio tremendamente dolce, si sentì trascinare con calma verso la vasca, allora li riaprì e l'assecondò entrando nell'acqua con lui.
La vasca era molto grande ed era quello che tutti avrebbero sempre sognato.
Niente schiuma per non rovinare ciò che poi erano lì per fare. L'olio profumava e lavava senza dare fastidio. 
Adorava quell'odore, Cris lo sapeva. 
L'acqua li avvolse con dolcezza e dopo essersi incastrati l'uno nell'altro come avessero a disposizione solo due centimetri e non così tanto spazio nella yakuzi, Riky si rilassò fra le sue braccia, la schiena contro il suo petto, le gambe larghe intorno alle proprie, la nuca ancora asciutta sulla sua spalla. Gli occhi chiusi. Era tutto così splendido. Poteva fare quella vita, solo quella vita, fino alla fine dei suoi giorni. Arrivava a non importargli più nemmeno di giocare a calcio. Non come un tempo.
E comunque lui, come un tempo, non lo era più.
Era lui eppure era diverso. Fisicamente era diverso, non riusciva più a fare le cose di prima... ne faceva altre, ma doveva ancora conoscersi meglio... era strano, a trent'anni, riscoprirsi in quel modo. Ricominciare.  (*)
E non era così essenziale giocare a tutti i costi e far vedere a tutti il dono di Dio.
Ora come ora, il dono di Dio, per lui, era Cris. E lo stava stringendo fra le braccia. Era perfetto, non contava altro. Il resto era un contorno che poteva esserci o meno ma la vera felicità, quella che contava realmente, erano i sentimenti portati dalle persone. Ciò che ci sarebbe stato per sempre. 
La carriera di calcio finiva prima o poi, dopo cosa rimaneva? 
L'amore. L'amore che c'era sempre stato.
Si doveva vivere per quello perchè poi era ciò che dava la vera felicità. Riky ormai era deciso a farlo.
- Amore... ma non te ne vai davvero no? - Cris riusciva a sciogliersi ogni singola volta che lo sentiva chiamare così!
- Hai paura che me ne vada ora che tu rimani? -
Riky annuì senza esitare. Guardava davanti a sé e con le mani giocava con quelle di Cris sul proprio petto... era davvero rilassante! 
- Spero di non dover arrivare a tanto ma...se sarà necessario me ne andrò davvero. Non importa dove e a che prezzo. Se continuano a trattati così non resto passivo a guardare. - Riky rabbrividì all'idea di cosa un esasperato ed infuriato Cris potesse arrivare a fare per il suo compagno. Aveva imparato ad amare senza riserve.
- Ma io vorrei stare qua insieme a te a questo punto...poi magari a gennaio riesco a tornare davvero a Milano e... insomma non ne vale la pena di fare questa confusione! E poi non è veramente detto che ottieni qualcosa con questa crociata! Può essere che tu vai via davvero e per niente perché non mi usa lo stesso! Anzi tu immagina il mister quanto furioso sarebbe con me se tu te ne andassi per colpa mia! Cioè il suo pupillo! Se ora ce l'ha con me pensa cosa sarebbe in quel caso! -
Stava cercando di farlo desistere in tutti i modi ma Cris era ormai convinto che era l'unica cosa da fare. Nessuno gli avrebbe mai fatto cambiare idea. Nemmeno Riky!
- Ascolta tesoro... sono il solo che può fare qualcosa ed ottenere risultati! Non dico di essere infallibile ma sono onestamente il più importante della squadra. Non possono permettersi di perdermi. Piuttosto mi accontentano nei miei capricci. Finora è successo così infatti! Faranno di tutto per non farmi andare e non trapeleranno mai le mie condizioni. Mai. Se falliscono significa che non c'è niente da fare! Ma è ora che la smettano di trattare la gente come merde! L'hanno fatto una volta di troppo! -
Riky capì che non l'avrebbe mai convinto. Allora pregò che Dio vedesse di lui senza farlo esagerare. Era vero che si amavano e sarebbero rimasti comunque insieme ma era anche vero che più vicini si poteva stare e meglio era. E poi era diverso perché Riky ormai voleva andarsene di suo, Cris voleva rimanere li in realtà. Non era giusto che mettesse da parte questo suo desidero solo per aiutarlo... lui se la sarebbe cavata. A gennaio quasi sicuramente sarebbe andato via.
- Fa come vuoi ma ricorda che per me conta solo che tu sia felice! -
- Anche per me quindi lasciami fare. Sto facendo quello che tu faresti per me. -
- Bè ma cerca di non far capire che lo fai per me... - Sapeva che non voleva che sapessero in molti... certo fare una crociata in suo favore con discrezione sarebbe stato un problema, ma era certo che in qualche modo sarebbe riuscito.

Sancì quella specie di patto con un bacio. Riky voltò la testa in modo da porgergli le labbra e Cris se le prese con delicatezza. A volte aveva paura di fargli male. Sapeva che era forte, non era una questione fisica... era più una questione interiore.
Si sentiva interiormente smielato nei suoi confronti infatti poi recuperava quando usciva e stava con gli altri... però con Riky era più forte di lui.
Separato per qualche millimetro, Riky riaprì gli occhi e lo guardò con candore ed intensità.
Quasi dedizione, in un certo senso...
- Se chi ti critica e ti giudica sempre male ti vedesse in questi momenti, quando sei solo con me... - Cris avrebbe dato tutto affinchè tutti potessero vederli. Ma non per dimostrare un lato personale che nessuno se non lui aveva visto. Solo perchè così avrebbe potuto essere sé stesso al cento percento e viversi completamente anche con lui.
Cioè al di fuori.
Era importante ma lo era di più non far capire quanto si amavano.
Cris gli carezzò il viso con una mano mentre lo contemplava come fosse un'opera d'arte. Era anormale il modo di stare insieme di quei due ed obiettivamente se ne rendevano conto ma era come se una forza invisibile più forte di loro gli imponesse di viversi con una tale pienezza... in modo assoluto.
Come fosse vitale amarsi a questi livelli.
Che poi potrebbero essere le ultime volte che stiamo così... cioè... so che non me ne andrò mai da qua, potrebbe sempre succedere per carità. Ma con realismo so che non me ne andrò. Non ora. Riky forse a Gennaio, chi lo sa. O a Giugno. È da quando è qua che rischia sempre di andarsene e noi lottiamo per farlo restare. Però potrebbe andarsene, lo vedrei di meno, quest'incanto finirebbe. Dovremmo fare i salti mortali per vederci. Vivendo da soli sarebbe più facile e se mi prendo davvero il jet privato è una passeggiata però... insomma... questa magia... la magia di poter aprire gli occhi ogni giorno e vederlo e chiuderli alla stessa maniera. Ogni notte. Insomma, è un regalo che voglio godermi per tutto il tempo che posso averlo perchè so che comunque non sarà così per sempre. Anche nel caso che lui questi anni che gli restano da giocare li faccia qua, poi ha detto che finirà la carriera al San Paolo in Brasile e penso che potrebbe restare là a meno che non si mette ad allenare in Europa... o che poi comunque si trasferisca lo stesso. Ci sono così tante cose da considerare che pensare 'sarà sempre così' è da illusi. Ora è così. Potrebbe essere per sempre con un po' di fortuna, oppure a lungo, sempre con fortuna. O per poco. In ogni caso me lo godrò come non mai e niente me lo toglierà. Però farò tutto ciò che è in mio potere per aiutarlo a vivere come merita questi anni di calcio perchè è il suo dono, è quello che vuole fare e nessuno glielo impedirà. Nessuno sa la difficoltà che ha passato.
Ha dovuto riscoprirsi del tutto all'età di 30 anni... tutti questi infortuni l'hanno cambiato drasticamente, non è più il giocatore di prima ed ora deve reinventarsi da cima a fondo e dimostrare di nuovo da capo chi è e che può dare ancora. Ed io ne sono sicuro ma se c'è qualche scettico non gli rende di certo la vita facile. E quello stronzo ora si mette in testa che non ha più niente da dare. Dopo due anni a sostenerlo dice che è finito? Che si fotta, non è finito! Io l'aiuterò perchè lo merita ed è giusto, lo farei anche se non fosse il mio ragazzo ma visto che lo è lo farò con maggior intenzione! Non è giusto quello che gli stanno facendo, non sanno quello che ha passato perchè pensano che non possa lamentarsi di niente. Però io lo so... stare fermo 2 anni fra un problema e l'altro... e tornare poi in campo scoprendo che non si riesce più a fare come prima... affrontare la paura di essere finiti come giocatori... non lo può capire chi non è da questa parte della barricata. Io lo capisco. Ma lui è qua e non si è arreso ed andrà avanti e se qualcuno osa impedirglielo passerà sul mio cadavere. Qualunque cosa sarà, conta che ora io ci sono e stiamo vivendo un regalo splendido. Me lo prenderò fino all'ultimo goccio, spremerò via tutto.”
L'altra mano scese sfuggendo alle sue dita intrecciate per accarezzarlo in una zona più intima e tiratosi su meglio lo prese per i fianchi e se lo girò in modo da posizionarlo davanti, di viso. Riky smise di baciarlo per mettersi come voleva, a cavalcioni su di lui. L'acqua schizzò fuori per i movimenti, poi tornò tutto quieto. La musica uno sfondo lontano, le candele ed il profumo anche... ora contava la pelle.
Il tatto che gli regalava tanto.
Scivolò su di lui ed i bacini furono a contatto. Cris lo teneva per la vita e se lo muoveva sopra come fosse la sua bambola mentre riprendeva a giocare con la sua lingua un po' fuori ed un po' dentro la sua bocca.
Se lo strofinò sopra in modo da eccitarsi con quel semplice gesto e Riky completamente abbandonato a lui sentì l'erezione di entrambi, a contatto in quel modo, salire a dismisura.
Detestava venire dentro la vasca ed anche Cris.
Pensandolo prima ancora di farlo capire al compagno che si lasciava fare di tutto, scivolò con le mani dietro di lui e raggiunte le sue natiche si fece strada con un dito che, dopo avergli stuzzicato l'apertura con esperienza, deciso affondò. Rimase fermo un istante per poi muoversi lentamente nel sentirlo rilassato. Le dita non godevano, servivano solo a dare piacere a chi le riceveva, per questo ci teneva a farlo sempre bene. Il suo amante doveva essere più che soddisfatto, non era solo un modo per prepararlo alla parte più grossa di sé.
Riky cominciò a gemere nel sentirlo muovere il medio con quel suo crescendo caratteristico. Sapeva come fare... a quello si aggiunse l'indice veloce e languido, quasi non se ne accorse per la velocità.
Si mosse avanti ed indietro con entrambe le dita e quando lo sentì più che disposto a procedere e a concedersi, quando ormai la sua testa era gettata all'indietro e non lo baciava più affondando anzi le unghie sulle spalle, se lo riprese per i fianchi e se lo sistemò ancora meglio.
Era troppo eccitato, non necessitava un'ulteriore preparazione personale... averlo seduto sopra e sentire la sua erezione sulla propria era già un incentivo piuttosto sicuro.
Gli entrò in quel modo che sapeva sempre più d'intimo. Raggruppati fra loro, stretti, vicini, raggomitolati si prendevano e si davano.
Riky puntò i piedi davanti a sé, ai lati di Cris e affondando ancora di più le unghie nella sua carne liscia e tonica, cominciò a muoversi aiutato dalla presa del compagno sui fianchi che se l'alzava e lo riabbassava sempre più in fretta e deciso.
Veloce e profondo.
Quella posizione era davvero devastante perchè Cris riusciva a penetrarlo in profondità e raggiungere quel punto di piacere che mandava in delirio Riky.
La sua voce si levò subito nell'aria, era dolce mentre gemeva. Dolce alle sue orecchie.
Schiuse gli occhi e si eccitò ulteriormente. Adorava vederlo abbandonato al desiderio. Il suo piccolo angelo che cadeva dal Paradiso scontrandosi con un demone senza scrupoli. Lo sporcava. Lo dannava. E si prendeva la sua luce per poter meritarsi un giorno il suo stesso Paradiso.
Unì i gemiti ai suoi e ben presto furono incontenibili mentre Riky lo graffiava incontrollato inarcandosi e spingendo a sua volta sul compagno.
La stretta e l'affondo finale furono di chi ne voleva di più e non ce la faceva a resistere, sull'orlo della follia. Considerava tutto così poco... così limitante... così fugace... ne voleva di più, si diceva Riky con Cris dentro.
Molto di più.
Più forte. Più veloce. Più grande.
Quando arrivava a pensare a questo si vergognava di sé e se ne vergognava al punto da venire l'istante successivo... perchè pensava anche che Cris fosse esattamente come voleva.
Perfetto.
Il piacere mentale oltre che fisico.
Questa volta vennero insieme e se Cris raggiunse l'orgasmo in Riky, questi finì per averlo in acqua. Gli ci volle un po' per rendersene conto. Quando ormai era crollato su Cris di nuovo, con il viso contro il suo collo, le braccia contro i petti, piccolo su di lui eppure grande e prestante.
I respiri finalmente mescolati, i battiti di nuovo insieme, umani, comprensibili.
E le mani di Cris sulla schiena del suo compagno.
La dolcezza.
Cris non era dolce in nessun campo e mai ma con Riky sì. Solo con lui ci riusciva.
Riky era tenero, era diverso. Spesso anche dolce, ovviamente. Ma per lo più tenero.
Insieme erano comunque sempre un tutt'uno. Senza riserve.
E di riserve non se ne sarebbero mai dati.
- Amore, ma non dovevamo in acqua... - Mormorò piano e carico di vergogna verso sé stesso, come se un orgasmo nella vasca fosse terribile.
Cris rise aspettandoselo e se lo strinse ulteriormente:
- Vorrà dire che ci facciamo anche una doccia, ora! -
A questo Riky commentò sommesso contro il suo collo.
- Sei proprio un maniaco! - E 'maniaco' era anche troppo da dire, per lui!
La risata di Cris lo riscaldò. Era un suono poco armonioso però lui lo adorava. Gli dava una gioia immediata.
- E tu sei solo mio! - Esclamò dandogli conferma che contava di fare altre 'cose da maniaci' sotto la doccia.
Del resto Riky lo conosceva troppo bene, sapeva com'era e così sarebbe sempre stato.
Scuotendo il capo si alzò dal suo collo ma uno sguardo di rimprovero non durò molto perchè si ammorbidì finendo per dargliela vinta già di partenza. Alla fine la risposta era sempre quella.
'Tutto quello che vuoi.' Una risposta che si adattava a tutto e che Cris avrebbe sempre ricevuto da lui.

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Da sapere:
Successivamente Riky ha fatto un'intervista dove spiega il concetto di dover ricoprirsi a trent'anni, dice che ci sono molte cose che non riesce più a fare, che non è quello di prima ma che si sta reinventando per essere comunque un buon giocatore, si impegna molto ed è come se ricominciasse da capo a trent'anni.