CAPITOLO IV:
LA CAREZZA
 

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Come ci si potesse allenare senza staccare un istante gli occhi di dosso da qualcuno nello specifico, solo Cristiano sapeva. Era una specie di rarità, quel ragazzo. Riusciva a dare un’eccellente prestazione in campo durante gli allenamenti e al tempo stesso a rimanere incollato con ogni parte di sé -o quasi- a Ricardo, l’unico di cui pareva gli interessasse più della sua persona.
Il suo leggendario narcisismo era qualcosa che nessuno era mai stato in grado di pareggiare, eppure ormai da quando era arrivato al Real Madrid pareva che il brasiliano fosse in grado di surclassarlo ed il bello era che nemmeno se ne rendeva conto.
Da quando erano approdati insieme al club madrileno erano diventati amici nel giro di un istante e per Cris era stato una specie di colpo di fulmine.
Non che ci avesse mai creduto a quelle cavolate, per di più lui era super religioso e super sposato, però i propri ormoni non era ancora capace di controllarli e non era stato in grado di mettere a cuccia le voglie che di giorno in giorno, allenandosi con lui, crescevano a dismisura.
Era consapevole che continuando così prima o poi sarebbe finito per soddisfarsi e non usando un ripiego, bensì prendendosi esattamente colui che voleva nel modo esatto in cui lo desiderava.
Però fino a che sarebbe riuscito a resistere, sarebbe andato avanti così.
Guardarlo di continuo, toccarlo per ogni scusa, parlare di tutto con lui, farlo ridere e scherzarci insieme… stava lentamente riscoprendo certe parti di sé che nemmeno pensava di aver mai avuto e se ne stupiva, però non sapeva che farci se non accettarsi.
Ricardo gli piaceva, punto e basta.
Era completamente il suo opposto e sicuramente non ci sarebbe mai stata storia, però per lui che non si poneva mai limiti e barriere era certo che tutto fosse possibile, ecco perché non si chiudeva mai alcuna strada e non si frenava.
Incollato a lui come le api col miele -come sempre- lo guardò compiere il suo esercizio e subito dopo gli andò appresso facendolo a sua volta, quindi completato tornarono indietro insieme.
Gli occhi corsero sul suo fondoschiena che purtroppo non era molto ben evidenziato vista la tenuta comoda per allenarsi, quindi la visione che preferiva la rimandò a dopo, negli spogliatoi.
Salì con occhi maliziosi e percorse concentrato la schiena dritta ed il collo ricurvo in avanti, la pelle chiara era lucida per il sole che si rifletteva sulle piccole goccioline di sudore che lo percorrevano staccandosi dai capelli corti e l’indomabile impulso di toccarglieli ed immergervi le dita non fu più capace di frenarlo.
Così lo fece, perché lui non conteneva mai niente di sé.
Cinse il collo del ragazzo con la mano, dopo di che rallentò di un soffio per potergli stare dietro e nel movimento fluido risalì con le dita sulla nuca, stringendo deciso le ciocche umide e tirando senza fargli male, in un gesto affettuoso e intimo che sorprese non poco Ricardo che si limitò comunque ad alzare la testa e guardare dritto con un certo stupore nello sguardo.
A volte quel tipo era imprevedibile ed incomprensibile persino per lui…
- Sei tutto sudato… - Disse con faccia tosta mentre lo lasciava andare seppure a malincuore, visto che avrebbe voluto scendere sulla schiena ed anche più giù…
Riky non seppe cosa dire, totalmente spiazzato sia dal suo gesto che dai molteplici brividi di piacere che lo percorsero a quel contatto strano, per cui proseguì facendo finta di niente mentre dentro di sé si trova a dover decifrare un assurdo batticuore da ragazzini.
Cristiano, a sua volta, lo seguì ancora senza permettergli di allontanarsi troppo, continuando a guardarlo con quel suo sguardo divoratore che avrebbe messo in soggezione chiunque.
“Tanto prima o poi ti avrò!”  Concluse il portoghese con sicurezza ghignando inquietante fra sé e sé.