NOTE: questa fic rappresenta il vero inizio della complicata storia di Karim, prendete tutte quelle che ho scritto e metteteci davanti questa... naturalmente essendo io venuta a sapere solo ora di questa 'cosa' che Karim aveva già all'epoca con Zinedine ed essendo che ormai sono scritte tutte, pensate come che ci fossero riferimenti a quello che è successo e che narro qua. L'ho già accennato in Rivoluzione, qua ho voluto mostrarlo! Io ho amato Karim con tutti quelli con cui è stato, sia che fossero solo avventure sia che fossero storie serie. Io penso che la sua sia una storia molto comune a quella di molti altri, in realtà. Perchè anche se tendo a scrivere di coppie che durano nel tempo e che trovano l'amore subito e per sempre, poi in realtà è più facile che ci si trovi a rompere e cambiare. Di persone inquiete come Karim che passano da uno all'altro di continuo, fino a che trovano quello giusto, ce ne sono molte. Questo, ai miei occhi, lo rende particolarmente interessante ed intrigante. Ma a voi giudicare. Ho messo una canzone che ad orecchio mi dava l'idea dell'atmosfera che volevo per la fic, poi ho letto la traduzione ed in qualche modo mi ricorda Karim ed il suo gran casino... Buona lettura. Baci Akane
PS: è vero che Mourinho, nell'anno narrato e parlo 2011-2012, affidò Karim a Zidane e che Karim gli si è attaccato moltissimo, ha rivelato lui stesso che passava molto tempo con lui nel suo ufficio e parlavano tanto e di tutto, specie di calcio. Ha detto che oltre ad essere il miglior calciatore francese, Zidane è il suo idolo e modello. Insomma, che lo adora è vero e che quello è stato il suo anno migliore, è altrettanto vero.
Altra cosa vera è che, verso fine anno (sempre quello) Karim ha rivelato che il suo primo anno con Mourinho litigava di continuo (cosa che ricordo molto bene) e che poi al secondo qualcosa è cambiato in lui ed hanno cominciato ad andare d'accordo. Ha detto che è un ottimo allenatore e che è stato capace di tirare fuori il leone (io insisto a dire che è una tigre) che era in lui da gatto che era. Ha rivelato che il cambiamento è avvenuto perchè Mou era l'unico che gli teneva testa e che perdeva tempo a litigarci. Quindi la mia conclusione è quella che poi illustro nella fic, più o meno. Cioè Zidande da una parte e Mourinho dall'altra hanno tirato fuori il vero Karim. Che poi si sono contesi anche fra le coperte. Ma ora Mourinho è andato via mentre Zidane è tornato! :-)

PUNTO DI PARTENZA



"Ho capito come sarei dovuto essere 
quando ti ho sentita dire quello che mi hai detto 
ad ogni tizio in vista, sembra che tu 
stia preparandoti ad un pasto per la notte, controlla 
da allora mi sono seduto sul retro 
Sbirciando te, come ti comporti 
Era tempo di bere, uscire dalle righe 
E ti sto riportando al tuo posto 
Tutto va bene e tutto è figo 
Rimani al tuo posto, non essere sciocca 
andremo d'accordo stanotte 
Sembri la tipa che vuole provare a litigare 
È meglio essermi amico 
Non vuoi offendermi 
non so cosa dovrei fare"

/ben pearce - what i might do/

Come sotto un'influenza malefica totalmente fuori dal loro controllo. O, forse, completamente nel loro controllo. Troppo magari...
Era la sua fissa da un po' e lo era al punto che si era convinto di non avere speranze.
Per lui aveva messo in discussione la propria sessualità fino a chiedersi se gli piacessero i ragazzi, si era studiato i rapporti che aveva con gli altri, primo fra tutti Mesut. Poi chi della squadra poteva considerare carino e quindi sbattersi su un letto o sotto la doccia.
Fino ad andare con diverse persone, tutti uomini, e a cominciare quella complicata storia con José.
Però José era uno stronzo ed erano più le volte con cui ci litigava che altro. Non era raro che decidessero di chiudere e non si parlassero per un po'. In quel periodo si impegnavano molto per ferirsi a vicenda.
Fu una grande spinta, quella notte.
Il resto lo fece la consapevolezza che per Karim, Zinedine era stata la vera pietra miliare.
Karim idolatrava Zinedine, lo riteneva uno dei migliori giocatori di tutti i tempi ed il francese più forte, sognava di prendere la sua eredità, un giorno. Ovviamente quale calciatore francese non lo sognava?
Zinedine era diventato il suo tutore quell'anno che era passato a far parte dello staff tecnico, quindi avevano passato molto tempo insieme e Karim era stato al settimo cielo, essere affiancato dal miglior giocatore di tutti i tempi, dal suo punto di vista, era la cosa migliore che gli sarebbe potuta capitare.
Aveva cominciato a nutrire dubbi sulla natura di quel che provava per lui. Ammirarlo da lontano era un conto ma sentirsi al settimo cielo ogni volta che poteva stare con lui era un altro.
Lo aveva cercato insistentemente quasi ogni giorno con qualunque scusa, passava moltissimo tempo nel suo ufficio, ore a parlare di calcio e di cose inerenti a quel che facevano.
Karim voleva parlargli anche di altre cose, avere un avvicinamento serio, farci amicizia, ma Zinedine era un muro e l'unica cosa di cui osava parlargli era il calcio. Così siccome era una specie di tutor, tirava fuori ogni scusa possibile calcistica per parlargli e cercarlo.
Anche in campo, negli allenamenti, lo consigliava e gli stava tantissimo dietro.
Questo aveva lavorato positivamente sul suo umore. Ma oltre a questo si era cominciato a chiedere perchè fosse tanto felice di stare con lui e lo cercasse con tutte le scuse possibili.
Era solo un idolo di calcio?
O era ben altro?
“E se sono gay?”
Ecco la domanda.
Dopo l'ennesimo perdersi nel suo sguardo magnetico da pantera, nei suoi occhi così incredibili dal colore intrigante, si era deciso a guardarsi in faccia e a chiederselo.
Per rispondersi avrebbe fatto non pochi danni, guastato l'umore da record e fatto scendere 'in campo' il gran capo in persona, José.
José l'aveva affidato a Zinedine pensando che fra simili ci si intendeva. In effetti era stata una mossa geniale. Non tanto per la lingua che li accomunava quanto per il carattere. José sapeva che Zinedine da giovane era come Karim se non peggio.
Aveva avuto ragione. L'aveva aiutato, ma ad un certo punto era successo qualcosa. Era peggiorato nettamente.
Karim per rispondere alla propria domanda, se fosse gay, aveva cominciato a guardarsi intorno.
Aveva analizzato i propri rapporti, fra i quali era spiccato quello con Mesut. Era solo amicizia?
Perchè se aveva dubbi per Zinedine col quale comunque non aveva veri rapporti degni di questo nome, perchè non per Mesut?
E poi se gli piacevano i ragazzi si sarebbe dovuto eccitare per quelli davvero belli. Così aveva fissato insistentemente i belli della squadra, fra cui Cris, Riky, Sergio ed Iker in particolare, poi in generale un po' tutti.
Si era immaginato a fare cose con loro. Stava per chiedere un favore a Cris, ovvero se si poteva far fare un pompino, quando José l'aveva preceduto e si era messo in mezzo per sapere cosa gli era capitato.
Da quella volta era andato tutto fuori dal suo controllo perchè il provare con lui gli aveva fatto capire che era proprio quello il punto.
Era gay.
Dopo una breve prova segreta con un individuo esterno, aveva cominciato col sesso incontrollato continuo e malato e ne aveva fatto di diverso con diverse persone.
Fino ad ammettere che, forse, il migliore era con José. O forse non era il sesso migliore ma un rapporto interessante. Una sfida. Un occupazione degna di questo nome che gli stimolava adrenalina a volontà.
Le litigate non si erano sprecate, ma poi l'anno si era concluso bene.
Avevano vinto la Liga e lui aveva segnato molto, era stato il suo anno migliore.
Peccato che alla festa della Liga, Karim fosse in rotta con José, tanto per cambiare.
Karim aveva deciso di mandarlo a cagare e annegare i suoi problemi nell'alcool. Per quella notte magica a Madrid era concesso, così in molti avevano alzato il gomito.
C'erano quelli che reggevano, quelli che non bevevano e quelli che si distruggevano.
Karim era fra questi.
Dovendo stare lontano da José, si era inevitabilmente attaccato a quei pochi eletti che non lo urtavano. Eletti del calibro di Cris e Zinedine.
Cris, il grande conteso, dovette alternarsi un po' fra tutti quelli che lo richiedevano, così alla fine, ad un certo punto, fu lì proprio con Zinedine e basta.
Del resto era uno dei pochi che accettava accanto, ma soprattutto che non lo infastidivano.
Aveva avuto un sacco di pazienza, sapeva sempre tirare fuori le parole giuste, gli spiegava qualunque cosa gli chiedesse.
Zinedine era il solo che voleva accanto in un momento tanto delicato.
Felicissimo per la Liga, ma furioso con José.
Alla fine non era mai chiaro cosa volesse da lui né se volesse qualcosa, a volte sembrava solo che si divertisse e che poi quando diventava faticoso lo scaricasse con una facilità disarmante.
- Allora, contento? - Chiese Zinedine a Karim mentre tutt'intorno infuriavano i festeggiamenti dei compagni e dei tifosi giù dalla piattaforma.
La notte era in loro possesso e la sensazione più bella che avessero mai provato scorreva nelle vene di tutti i giocatori.
Karim sorrise annuendo, ormai la sua mente era già troppo annebbiata per avere il controllo della propria parola.
- Certo, perchè non dovrei? -
Zinedine si stupì di quella domanda difensiva.
- Niente, chiedevo... - Karim era abituato a non parlare prima di pensare anche senza alcool in circolo. Così era peggio.
- E' tutto perfetto, e lo sarà di più quando riuscirò a farmi una bella scopata! - Zinedine rimase basito dalla sua sincerità. Era la prima volta che gli diceva una cosa simile, di solito parlavano solo di calcio, lui non si confidava mai.
- In questi casi è il massimo del festeggiamento! - Disse provando a dargli corda per vedere dove andava a finire. Sicuramente aveva bevuto troppo come tutti.
Per cui niente di preoccupante sotto quel fronte.
- Qualcuno lo trovo, fosse l'ultima cosa che faccio, cazzo! - Zinedine aveva captato che fra Karim e José c'era una storia, ma sentendolo parlare così fu chiaro che dovessero essersi lasciati. Del resto fra due così quanto poteva durare? Non aveva mai creduto fosse nulla di serio.
- Non hai nessuno davvero? - Chiese indagando.
Karim lo guardò con uno scatto strano, sembrava chiedergli come osava.
Zinedine lo capì ed alzò le mani in avanti come per arrendersi subito, però il sorrisino era provocante.
- Non intendevo dire nulla, solo che credevo stessi con qualcuno... - Karim fece il broncio ma non abbassò lo sguardo né si allontanò. Sapeva decisamente di alcool. Molto.
Però per Zinedine non era un grosso problema, quanto poteva essere fuori? Il minimo per disinibirsi. Karim era molto chiuso di solito.
- Beh, no! Però faccio le mie scopate lo stesso! - Ora restava da appurare una volta per tutte se fosse veramente gay o no. Cosa che non era trascurabile.
Zinedine allora con sfacciataggine e senza mai distogliere lo sguardo acuminato dal suo un po' perso e imbronciato, chiese piano:
- Ti sei lasciato col tuo ragazzo? - Ora se gli diceva che non era gay poteva lasciar perdere, altrimenti sarebbe andato avanti. Karim però in quel caos non aveva capito, per cui si avvicinò, si prese alle sue braccia e attaccò il viso al suo per sentire.
- Che hai detto? - Zinedine non si tirò indietro ma non lo toccò a sua volta. Si limitò ad attaccare la bocca al suo orecchio.
- Ti sei lasciato col tuo ragazzo? - Karim pensò a José. Definirlo suo ragazzo serviva coraggio. Comunque al momento di certo non ci stava insieme. Poteva impiccarsi, per quel che gli importava.
- Sì e visto che non voglio guastarmi la serata, voglio uno che mi faccia festeggiare come si deve. - Quello lo disse guardandolo negli occhi sempre così vicino e tenendosi alle sue braccia. Era molto chiaro il suo messaggio, più di così lo poteva solo dire.
Zinedine non era uno che si faceva sfuggire le occasioni, aveva aspettato solo un segnale ed il segnale era arrivato.
Quel ragazzo lo ammirava e lo idolatrava, era stato il suo protetto per tutto l'anno, era stato convinto per tre quarti che sarebbe finito nel suo letto, se ne era convinto così bene che se l'era pregustato. Poi un giorno aveva capito che si era messo con José. La delusione era stata troppo grande, specie perchè con José in realtà aveva dei problemi lui stesso.
Sapere che si era lasciato con lui era stato molto soddisfacente.
Si leccò le labbra in un sorrisino eloquente e dopo averci riflettuto un nano secondo perso nel suo sguardo da gatto fuso, decise che era abbastanza grande per pensare a sé stesso da solo e per fare un po' di sesso anche con qualche bicchiere di spumante in corpo.
Sicuramente non era così fuori da non avere idea di che cosa faceva. E lui non era responsabile per nessuno.
Karim lo voleva, lui lo voleva. Erano disponibili. Il resto non contava.
- Andiamo via. - Disse allora prendendolo per la manica della maglia per evitare di perderlo.
Karim, tirato improvvisamente, si sbilanciò perchè era fortemente instabile, per cui si trovò a traballare. Zinedine si fermò e ridendo gli tolse dalla testa la bandiera del Real Madrid e gliela mise intorno al collo come una specie di sciarpa. Poi prese l'estremità e se lo tirò via.
L'eccitazione subì un picco in risalita del calibro di un proiettile in cielo.
Quella notte sarebbe stato suo.
Il solo pensiero di poter avere Zinedine, il suo Zinedine, l'idolo, quello che aveva sognato da sempre, quello che aveva sperato di diventare un giorno, lo eccitava incredibilmente.
Tutti sognavano di andare a letto con le loro star, ma chi ci riusciva?
Non solo lavorarci insieme e parlarci ma anche a letto insieme.
Per lui quello era tutto e si trovò a pensarlo perchè ormai era completamente andato, così ubriaco che avrebbe fatto e detto qualunque cosa.
Totalmente privo di controllo, senza speranza.
O forse era lì a fare esattamente l'unica cosa che dall'inizio di quell'anno aveva sperato di riuscire a fare sul serio.

Due francesi abituati a passare inosservati all'occorrenza e ad essere silenziosi, sapevano come non farsi notare se lo volevano.
Per cui sgusciarono via dai festeggiamenti come due anguille appena l'occasione era stata propizia, a quel punto giostrarsi in una capitale in fermento non era stato complicato.
Al primo albergo si erano infilati dentro e mentre Karim si nascondeva dietro un angolo aspettando che Zinedine si occupasse di tutto, questi allungò la classica mancia per il silenzio.
In ascensore rimasero zitti come se improvvisamente fosse tutto molto strano e pesante.
Karim pensò per un momento di essere un escort -non certo con quel termine- e si mise a ridere, Zinedine, uscito dall'ascensore, gli chiese cosa avesse. L'altro scosse il capo barcollando ed il più grande gli prese il braccio raddrizzandolo.
- Sei ubriaco del tutto? - Chiese sentendo ancora la puzza d'alcool come una nuvola tutt'intorno al giocatore.
Karim rise.
- No, è che mi sentivo la tua puttana! - Zinedine non rimase impressionato dal suo linguaggio e nemmeno dal fatto che lo pensasse. In effetti lo sembrava e senza smentirlo, fece un sorrisino che la sapeva lunga.
Arrivato alla porta lo lasciò per aprire, Karim si appoggiò con la schiena al muro e lo guardò roteando la testa di lato. Proprio come un ubriaco totale che non si reggeva nemmeno di un po'.
- Non smentisci? - Chiese ridacchiando lascivo. Zinedine gli lanciò una breve occhiata mentre cercava di aprire la porta con la chiave elettrica che non voleva collaborare.
- E perchè dovrei? È esattamente quello che sembri... - Karim normalmente se la sarebbe presa ed avrebbe reagito male spingendolo e andandosene, ma lì si eccitò, era così fuori che gli piaceva sembrare la sua prostituta.
Karim in risposta infilò una mano nei suoi pantaloni per avanti arrivando subito al suo inguine, trovò il suo non eccessivo rigonfiamento e Zinedine si irrigidì dalla sorpresa. Spalancò gli occhi, si guardò subito intorno per vedere se ci fosse qualcuno e appurato che erano soli gli prese il polso con forza e glielo tolse da dentro le proprie grazie. Poi lo spinse con decisione.
- Aspetta a dare spettacolo! -
Con questo aprì la porta. Karim ridacchiò con un che di erotico e si leccò le labbra. Zinedine entrò e vedendo che rimaneva piantato là fuori, lo chiamò.
- Non vieni? - Karim accentuò il suo sorriso eccitato e scivolò nell'apertura della porta che poi si richiuse appena fu dentro, rimase appoggiato al muro, all'interno.
Era una camera normale di un albergo di lusso, per cui comunque qualcosa di eccellente e comodo.
Dopo essersi sbarazzato degli oggetti fastidiosi Zinedine lo guardò sbieco. Non si muoveva da là, probabilmente non ci riusciva.
- Se ti stacchi cadi? Guarda che se sei troppo ubriaco per farlo non perdo tempo... - Fece per riprendersi le sue cose quando Karim allungò il braccio e gli prese il suo, l'attirò con brutalità a sé e l'abbracciò.
Zinedine ora gli stava davanti, le sue braccia al collo. Si appoggiò al suo bacino eccitato, lo sentiva duro e pensò 'di già?'
Karim lo guardò per qualche istante, mettendolo a fuoco per capire se fosse uno dei suoi famosi sogni erotici su di lui o se fosse vero.
Alla fine, completamente senza controllo, disse tutto quello che gli venne fuori.
- Lo desidero da mesi! Se te ne vai giuro che ti seguo fino a casa, pur di averti! - Zinedine provò un'insolita ondata di calore partire dalle parti basse. Non era normale eccitarsi solo per uno che lo voleva come tanti altri. Sapeva di essere una persona con un suo fascino e sapeva di poter piacere, in più c'era il mistero che girava intorno a lui ed il fatto che fosse un ex calciatore famoso che aveva fatto la storia del calcio.
- Lo vuoi così tanto? -
Avvicinò il viso al suo e Karim aprì la bocca per baciarlo, ma aspettava una risposta.
- Tantissimo... tu non sai cosa sei per me... - Voleva dire che aveva imparato a giocare a calcio guardando le sue partite, che aveva tifato per tutte le squadre in cui lui aveva giocato, che non aveva mai desiderato essere qualcuno come con lui.
Però Zinedine glielo impedì perchè non era narcisista come poteva sembrare, gli davano un po' fastidio quel genere di cose.
- E tu per me lo sai cosa sembri, ancora? - Karim capì a cosa alludeva nonostante la mente annebbiata e sogghignò arrivando al suo orecchio, gli tirò il lobo fra i denti e disse:
- La tua puttana? - Questo bastò ad eccitarlo definitivamente. Zinedine gli prese le braccia dal proprio collo e gliele alzò unendogli le mani sulla testa come per bloccarlo e mettere le cose in chiaro.
Che era suo.
Quello stronzo di José con manie di onnipotenza gli aveva affidato Karim dicendogli di tirare fuori la tigre che c'era in lui... e dopo che ci era riuscito se l'era preso. Comodo così. Non aveva capito che quando uno gli veniva affidato diventava suo e basta.
Lieto d'aver vinto su quel bastardo con cui non andava minimamente d'accordo, si impossessò delle sue labbra aperte, aveva già la lingua fuori per accoglierlo, Zinedine non lo deluse, gli andò incontro, l'accarezzò e poi aderì la bocca aprendola ed esplorandola. Lo dominò completamente ubriacandosi del suo sapore di buonissimo spumante pregiato.
Preferivano lo champagne in quanto francesi, ma la società aveva fornito spumante a fiumi e di quello ora potevano godere.
Oltre che di loro stessi.
Karim subì il classico colpo di grazia. Se all'alcool poteva resistere, a Zinedine no.
La testa cominciò a girargli per l'eccesso di adrenalina portata dal poterlo finalmente baciare. Aveva la sua lingua nella bocca, la sua lingua che giocava con la propria. Non poteva crederci che finalmente lo stava baciando.
Aveva passato le ore a pensare a lui, a come doveva essere farlo.
Quando si era trovato a perdersi sul suo viso dai lineamenti felini e lo sguardo ammaliante e a non ascoltare nemmeno mezza parola di quello che gli aveva detto, aveva capito che sicuramente Zinedine lo stimolava in altro modo, non solo per il calcio. Del resto quando passavano le ore nel suo ufficio a parlare di calcio e poi Karim usciva, non ricordava una sola parola di quello che lui gli diceva, ma era al settimo cielo.
Poter avere lui come allenatore personale era un sogno nutrito sin da bambino. E poter avere lui nel suo letto era un sogno nutrito sin da quando aveva capito che era gay. Cioè da un annetto o poco meno.
Prima la sua sessualità aveva dormito della grossa.
Non ci aveva mai provato convinto di essere rifiutato, spaventato da quello, ma ora era stato lui a prendere l'iniziativa. E che iniziativa.
Dopo che gli lasciò le mani per scendere sul suo corpo atletico, Karim fece altrettanto e velocissimo gli prese la maglietta e gliela tolse.
Separandosi dalla sua bocca, prima di tornare ad avventarcisi, si era tolto da solo la propria prendendosela da dietro il collo e tirandola su oltre la testa.
Zinedine si leccò le labbra e prima di poter riavere le sue, così pulsanti e di quella forma sensuale e morbida, Karim deviò dalla sua bocca, lo prese per la vita e l'attirò a sé.
Con la punta della lingua cominciò a leccargli leggero il collo, sul lato.
Scese fino alla clavicola, percorse anche quella e arrivato sul davanti risalì di nuovo sul collo centralmente. Zinedine aveva portato la testa all'indietro per dargli tutto l'accesso e giunto al mento, Karim glielo succhiò facendo poi la stessa cosa col labbro.
“Piccolo bastardo, come la usa bene la lingua!”
Pensò Zinedine sorpreso di quanta esperienza avesse solo per averlo fatto con José.
Non aveva idea di quanti avessero avuto la lieta occasione di esercitarlo, invece.
Si baciarono di nuovo e dopo un po' Karim tornò ad uscire con la lingua continuando il suo percorso erotico fin giù. Si staccò con uno scatto dal muro e lo girò in modo da appoggiarlo al suo posto, così scese lentamente leccandolo sul petto, succhiò i capezzoli dopo averli disegnati con la lingua. In quell'istante cominciò a tormentarlo fra le gambe, attraverso i vestiti.
Zinedine aveva l'impressione che lo stesse per violentare.
Quando sentì la sua mano sparire dentro i pantaloni come prima, gliele prese di nuovo, l'alzò e cominciò a spingerlo verso il letto. Con forza.
Karim non era molto stabile per cui non fu difficile. Quando lo buttò sopra senza troppa delicatezza, si raddrizzò e rimase a guardarlo mentre, a gambe aperte, aspettava che Zinedine si stendesse su di lui. Ma Zinedine preferì guardarlo per un po'.
Karim era un bel ragazzo ma non come Cristiano o David, lo era a modo suo, aveva un suo fascino. Non aveva dei lineamenti perfetti, il naso era un po' irregolare ma non era fastidioso guardarlo. Il punto di forza erano le sue iridi nere e penetranti da gatto e la bocca così carnosa nel labbro inferiore.
Quelle curve così eccitanti lo mandavano fuori di testa e lui se la leccava di continuo. Come poteva?
Aveva oltretutto un gran bel corpo.
Sarebbe stata una delle migliori scopate, si disse.
A volte andava con qualcuno che lo corteggiava in maniera assidua, bastava fosse un bel tipo... non era uno come il Cristiano dei primi anni al Manchester che aveva un amante diverso a notte e bastava respirassero.
Era diverso.
A volte aveva voglia e approfittava di chi aveva sotto mano, di solito sotto mano aveva qualche fan disposto a tutto per lui.
Con donne non ci andava mai, se aveva voglia di qualche donna andava con sua moglie. A modo suo l'amava, avevano anche molti figli come la loro tradizione voleva.
Però lei era casa e famiglia, era una sorta di insegnamento della propria vita difficile. Devi avere qualcosa a cui appartenere al di là di tutto.
Però a volte non si sentiva appartenere a lei.
A volte gli stava stretta.
Non sempre.
Quando sentiva questo forte desiderio di evadere in libertà, cercava dei ragazzi.
Con Karim il discorso era stato un po' diverso, non era in un periodo stressante, però era tutto l'anno che pensava gli spettasse di diritto.
Ora se lo stava prendendo e gli stava piacendo parecchio.
Si abbassò così i pantaloni. Non era tipo da fare spettacolo e torturare gli altri, però gli piaceva tenerli un po' sulle spine. Così rimase a fissarlo col suo sguardo felino che lo suddivise in tanti piccoli pezzi.
Karim si sentì smontato e così eccitato che era sicuro sarebbe venuto anche subito.
Zinedine si tolse anche gli slip, finalmente. Il suo fisico era perfetto, adulto, in forma e da sportivo. Sembrava giocasse ancora a calcio.
Sodo, tonico.
Karim si morse e si leccò in alternanza le labbra e andò a massaggiarsi da solo fra le gambe delineando alla perfezione la propria erezione sempre più dura.
Zinedine, nudo davanti a lui ancora in attesa, lo vide come si toccava e quando il piacere cominciò a crescere fino a fargli chiudere gli occhi e abbandonare la testa all'indietro, decise che era ora.
Gli prese i pantaloni da sotto e li tirò senza essere brusco ma nemmeno delicato. Quella via di mezzo perfetta.
Tirarli in quel modo fece abbassare anche i boxer fino al limite estremo dei suoi fianchi. Si vedeva quasi del tutto l'inguine ed il sedere. Karim alzò il bacino aprendo gli occhi e smettendo di toccarsi in basso, si strinse un capezzolo fra le dita e inarcandosi come un gatto, si mise un dito in bocca succhiandolo. Si inumidì ancora il capezzolo e poi tornò a succhiarsi il dito e leccarselo.
Era troppo.
Zinedine gli tolse anche i boxer ma con più calma, strisciando sulla pelle. Il suo membro uscì già duro, non aspettava altro che la sua bocca.
Karim appoggiò il bacino e Zinedine salì sul letto e su di lui strusciando lento e sensuale col corpo sul suo.
Fece la stessa cosa che aveva fatto prima con la lingua, solo che partì dal ginocchio, sfiorò la sua erezione tesa e salì l'addome, leccò i capezzoli e poi su sul collo e sul mento.
Karim non si tolse il dito e Zinedine gli leccò la mano infilando la lingua nella bocca aperta. Poco dopo fu Karim a toglierlo e a concentrarsi solo sulla sua bocca.
C'era una costante lotta per la supremazia di quei baci brucianti, ad entrambi giravano le teste, non si potevano fermare. Non potevano.
Karim lo voleva fino ad impazzire, la testa sempre più confusa e nella nebbia. Le mani sulla sua schiena, le unghie nella carne a tirare per averlo di più, schiacciarselo addosso.
A quei graffi, Zinedine rispose dandogli uno schiaffo leggero sulla guancia. Si guardarono con sfida smettendo di baciarsi, increduli che si fossero graffiati e schiaffeggiati.
- Stai buono! - Disse Zinedine dominandolo. O provandoci.
- Non sono il tuo gatto! - Si lamentò Karim. Zinedine però sorrise sensuale e malizioso e l'altro si eccitò tornando a carezzarlo, scendendo sui glutei, stringendo e facendosi strada fra di essi.
Zinedine si inarcò per aiutarlo nell'entrarci con le dita e scese con le labbra sul collo e sui capezzoli, si perse a succhiarli mentre i gemiti per le sue dita dentro gli diedero conferma che con José doveva essere lui l'attivo. Non aveva ancora idea che poi era stato attivo anche con tutti gli altri.
A Karim piaceva enormemente come la sua lingua lo stuzzicava e dopo aver infilato le dita si distrasse uscendo e graffiandolo sulle natiche di nuovo. Era come un marchio, come per dire che era suo, solo suo, irrimediabilmente suo. Non poteva essere di altri. Karim voleva lasciargli il segno e non solo interiore e figurato ma anche fisico, voleva che lo notasse, lo ricordasse per sempre. Per poi farlo tornare.
Però all'ennesimo graffio, Zinedine rispose mordendolo sul capezzolo, Karim gridò e stava per dargli una ginocchiata quando l'altro si alzò sulle braccia e lo fissò severo in procinto di attaccarlo.
- Stai attento ragazzino che non sai cosa posso farti... - Come sventolare un drappo rosso davanti ad un toro.
Zinedine capì tardi cosa aveva fatto nel dirglielo, Karim a quel punto aveva già la sua aria lussuriosa da chi desiderava troppo saperlo e provarlo.
- E cosa aspetti? - Stava per rimettergli le sue unghie addosso per spingerlo a mostrarglielo, quando Zinedine scuotendo il capo scese leccandolo sull'inguine. Lì Karim si spense lasciandosi completamente fare, mansueto come un gatto che faceva le fusa.
In effetti era talmente eccitato e fremeva al punto che sembrava più che altro in calore.
Karim spingeva il bacino nella sua bocca che succhiava stringendo sulla sua erezione, era così duro ed eccitato che a momenti sarebbe venuto, eppure spingeva in lui e schiacciava la sua testa addosso per averne ancora e di più e più forte.
Come glielo stava facendo? Come poteva mandarlo così fuori di testa fino a farlo gemere così forte?
Forse perchè era Zinedine.
- Cazzo, sto per venire... - Zinedine si alzò e smise di succhiare, lo guardò soddisfatto e malizioso mentre si imbronciava per l'interruzione.
Poi, invece di tornare sulla sua bocca, gli alzò le gambe e sparì col viso fra i suoi glutei, si occupò del suo ingresso con la lingua e poi, quando vide che Karim si teneva da solo le gambe alte, usò le dita.
Le leccava e le infilava muovendole con una certa agilità.
- Non l'hai mai preso? - Chiese. Karim non lo ricordava più, dovette pensarci perchè ne aveva fatto con troppi, stava per dire che con José lo dava sempre ma che forse con qualcun altro era capitato di prenderlo. Non ne era certo.
Zinedine lo prese per un no, così infilò anche un altro dito continuando a prepararlo in modo da non fargli troppo male.
Era tutta una questione di preparazione. Di norma se ne fregava, non aveva di queste attenzioni, ma gli venne spontaneo perdere tempo con lui.
Tempo che non fu davvero perso perchè Karim tornò ad eccitarsi in modo incontrollato, era maledettamente piacevole quello che gli stava facendo e si stava masturbando da solo perchè.
Fra gemiti e sospiri, Karim gli disse che doveva entrare ma Zinedine non era ancora soddisfatto, per cui per zittirlo si spostò al contrario su di lui, gli si stese sopra e si mise a cavalcioni sul suo viso.
Karim, preso alla sprovvista, lo tenne per i fianchi e se lo condusse nella bocca. Si adattò subito alla nuova posizione.
Eccolo il suo membro duro.
Prima l'aveva solo toccato, ora era davvero nella sua bocca.
Lo alzava, lo leccava e se lo conduceva bene in dentro e poi lo rialzava e ricominciava. Zinedine collaborava mentre continuava a prepararlo per dietro. Si distraevano a vicenda e si distrassero così bene che smisero più volte i propri lavori per gemere e chiamarsi.
Karim era molto bravo anche in quello.
- Quanto diavolo hai scopato? - Chiese Zinedine tutto inarcato all'indietro, seduto sulla sua bocca, mentre sentiva che stava per venire.
Karim affondò le dita sulle sue natiche e Zinedine si morse la bocca completamente abbandonato al piacere, stava davvero per raggiungere l'orgasmo, ma aveva trovato un punto perfetto, così perfetto da succhiare e leccare... fra le parti intime e il suo ingresso, lì c'era quella parte che lo faceva delirare. Era la prima volta che qualcuno glielo leccava e stava per venire.
Dovette fare appello a tutto il suo controllo per alzarsi e farlo smettere. Naturalmente Karim si lamentò. Zinedine però si spostò e si girò sistemandosi davanti a lui, fra le sue gambe. Se le avvolse intorno alla vita e si chinò sul suo viso con un'aria di chi aveva di nuovo tutto in mano, ogni controllo.
- Usi quella lingua come un esperto... - Karim sorrise compiaciuto per poi aprire la bocca e sospirare forte nel sentirlo entrare.
Zinedine non gli tolse gli occhi dal viso, lo guardò mentre si contraeva e smetteva di gemere. Però dopo un po' la contrazione calò, lo sentì stringere di meno, si stava abituando. Così chiuse gli occhi, si inarcò all'indietro e si lasciò andare cominciando a muoversi.
Si sentiva stringere fortissimo sotto e mentre entrava ed usciva, era sempre più eccitato, quell'ondata elettrica aumentava ed i gemiti si unirono nell'aria pieni di 'sì' e di 'ancora'.
Una spinta, due, tre. Sempre più a fondo, sempre più veloce. Sempre di più.
E di più fu.
Ad ogni spinta i gemiti ed il piacere aumentava, anche Karim cominciava a provare più piacere di prima, le fitte erano meno dolorose e quando usciva si sentiva ricoperto di brividi mentre il calore si espandeva.
Fu una mescolanza perfetta fra piacere e dolore, fra bene e male. Ed in quel caos che gli mandava letteralmente in corto circuito il cervello sovraccarico di troppe sensazioni contrastanti, Karim andò in delirio.
Tirava il lenzuolo sotto di sé e con voce sempre più presa, gli occhi chiusi e la nebbia completa ad avvolgerlo, mormorò l'unica cosa che non avrebbe mai e poi mai dovuto dire.
- Oh José... Oh sì... così... - Zinedine si fermò e Karim che era passato a stimolarsi da solo, trovò l'apice del proprio piacere, gli schizzi sul suo ventre riattivarono Zinedine che ormai era vicino all'orgasmo e non potendo semplicemente spegnersi, riprese a muoversi con più forza e violenza, come per punirlo e risvegliarlo. Era lui, non era José. Voleva dargli una lezione indimenticabile e fargli anche male, magari, ma ormai per Karim c'era solo piacere e caos e in quel suo totale completo abbandono, Zinedine trovò il massimo del proprio piacere. Anche se fu un piacere amaro, rabbioso e addirittura pieno di una furia pericolosa, così pericolosa che si sentì investire dalla familiare vecchia sensazione.
Uscì da Karim e lo guardò mentre si rilassava beato sotto di sé, gli occhi ancora chiusi e l'aria di chi era in paradiso.
Non aveva idea di cosa era successo alla fine o forse sì. Non sapeva se se ne fosse accorto, se fosse in sé, se fosse davvero così ubriaco.
“Uno completamente ubriaco da non sapere che fa, non riesce a venire e a farmi venire così. Sa cosa fa!”
Per questo, con la netta voglia di picchiarlo sul serio, bruciando di odio per un momento d'umiliazione cocente, si alzò, si rivestì e vedendo che addirittura si addormentava, se ne andò senza dire mezza parola, nemmeno un saluto.
Karim e José potevano impiccarsi insieme, doveva andarsene da quel posto prima di rovinarsi del tutto. Non era un ambiente sano, non faceva per lui.
Ma per quante scuse si potesse raccontare, la verità era che non poteva rimanere lì con loro due che stavano chiaramente insieme.
Non era una seconda scelta, non era un ripiego, non era un modo per ferire l'altro e tornare insieme. Se lo poteva scordare.

Karim il giorno dopo si svegliò in quella camera sconosciuta, sporco di sperma incrostato sia sulla pancia che fra le gambe, il sedere maledettamente dolorante così come i fianchi.
Karim aveva la testa che batteva la nona di Beethoven, ogni muscolo gridava vendetta e la nebbia gli impediva di capire e ragionare.
Non ricordava assolutamente nulla, sapeva solo due cose.
Aveva i postumi di una sbronza colossale ed aveva fatto sesso con qualcuno.
Qualcuno che se ne era andato, a quanto pareva.
Cercò di ricordare la sera prima, i festeggiamenti della Liga e poi... e poi il buio. Ricordava Zinedine, ricordava Cris, ricordava qualcun altro intorno a lui e poi ancora più niente.
Sospirò imbronciato.
Chiunque fosse stato avrebbe potuto aspettare il suo risveglio... rimanere col dubbio sarebbe stato alquanto fastidioso. Ma un giorno sarebbe riuscito a scoprire il mistero. Un giorno. E a risolvere tutti i problemi nati involontariamente da quella misteriosa notte strana.
Però la sensazione d'aver ottenuto qualcosa che aveva desiderato da tempo, l'avrebbe accompagnato per diverso tempo.

FINE