NOTE: ai tempi di Gonzalo al Real ho shippato parecchio l’argentino con Karim. Ho scritto anche diverse fic. A dire il vero ho shippato Karim con tantissima gente, però rivedendo ora alcune foto e gif del passato, mi è venuta la nostalgia. Erano una bella coppia, secondo me, e penso che la loro relazione (nel mio universo di slash) li abbia influenzati in tutte le loro relazioni successive. Gonzalo con Dries da cui poi è scappato ed ora con Paulo col quale non sa se sia il caso, Karim con Zizou, col quale non osa, e James, col quale dura finché è facile.
Perciò la situazione è questa: Karim e Gonzalo erano insieme, si sono lasciati, Gonzalo è andato al Napoli, ha avuto una storia con Dries (Mertens) che ha interrotto ed ora è in procinto di iniziarne una con Paulo (Dybala). Ma un sms di Dries lo destabilizzerà molto e quando si ritroverà al telefono con Karim, per puro caso, finalmente potranno avere la giusta chiusura che non hanno mai avuto. Comunque i dettagli sono nella fic. Buona lettura. Baci Akane
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RITORNO AL PASSATO



‘Pensavo che fossi diverso.’
Il suo sms mi arriva come uno sparo, insieme alla nostra ultima conversazione.
Beh.
Litigio.
Sospiro rumorosamente mentre nella mente risuonano parole troppo grosse urlate nel peggior dei modi.
- Tutto bene? - Chiede Paulo mentre si spoglia per farsi la doccia.
Ci siamo trattenuti per degli allenamenti extra, volevamo provare azioni goal in combinazione per affinare la sincronia. Con la scusa volevo saltargli addosso.
Non l’ho ancora fatto, l’ho cucinato un po’, ho tastato il terreno ed è chiaro che a Paulo piacerebbe molto. Aspetta che mi decida e pensavo di volerlo oggi.
Ma poi il suo sms mi arriva e rovina tutto.
Non è un semplice sms dell’ex. In reazione dovrei volerci andare con il successivo nell’immediato.
Ma la verità è che è diverso.
Quello che mi scrive Dries mi trapassa come un treno. Perché Dries non mi ha mai scritto, da quando abbiamo discusso e ci siamo lasciati. Mai.
L’ho fatto da stronzo e l’ho fatto di proposito. Per non farlo soffrire nel tempo, l’ho fatto soffrire sul momento, per liberarlo in un certo senso. Una relazione a distanza non funziona mai, logora e appesantisce. Ho voluto liberarlo.
E poi stava diventando troppo stretta, la cosa. Troppo.
Non potevo continuare.
Ma questo sms arriva dopo mesi ed è il primo ed è davvero chiaro.
Dopo tutto questo tempo ci pensa ancora? Ero sicuro che fosse andato oltre, che l’avesse superata, che stesse con qualcun altro…
Guardo il suo messaggio e mi mordo la bocca incapace di muovermi, di spogliarmi.
- Gonzalo? - Chiama con il suo tono di voce tenero. Mi fa trasalire e lo guardo senza vederlo, fatico a metterlo a fuoco.
- Sì? -
- Tutto bene? - Chiede notando che sono perso e turbato.
- No io… a dire il vero non molto… - Rispondo sinceramente. Mi sento perso e lui lo vede e forse è la prima volta che lo mostro. Che lo sono.
- Mi dispiace, posso fare qualcosa? - Chiede sedendosi accanto a me togliendosi i calzini. È in mutande ed aspetta solo me. Ho flirtato molto, con lui, ho giocato molto eccitandolo fino ai limiti estremi e sa che a momenti succederà.
Ma forse oggi è presto.
Mi passa completamente la voglia.
Chiudo gli occhi, il viso dolce e sorridente di Dries che somiglia nel modo di essere a quello di Paulo, si sovrappone e non riesce a togliermisi.
Ci ho messo pochissimo tempo a conquistarlo. Ci ho messo altrettanto a spezzargli il cuore. Ma non ha mai detto nulla.
- È complicato. - Rispondo solamente. Paulo annuisce. Non risponde. Finisce di spogliarsi e si alza prendendo le cose per lavarsi.
- Se vuoi raggiungermi, io vado avanti. - Inghiotto a vuoto e non rispondo. Rimasto solo negli spogliatoi, il rumore della sua doccia dall’altra parte del muro e degli armadietti.
Riguardo il suo messaggio. Cosa dovrei dire?
Sospiro e mi asciugo in fretta e furia, mi metto la prima cosa che mi capita e me ne vado senza aspettare Paulo. Se si tratta di fare lo stronzo, sono il numero uno.

A casa mi decido a chiamarlo. Forse non dovrei, forse dovrei ignorarlo. Forse dovrei fare finta di nulla, ma sapere che ci pensa ancora, che sta ancora male per me nonostante il freddo totale fra noi, mi fa star male.
Così lo chiamo. O per lo meno è quello che credevo di star facendo.
Quando una voce che non è la sua mi risponde, per un momento penso che sia in compagnia, che abbia davvero un ragazzo e che mi abbia scritto quel messaggio per qualche strano senso di colpa, per avermi dimenticato, perché odiandomi è più facile andare avanti.
Ma poi riconosco l’accento francese nella parola spagnola. La voce corposa, bassa, borbottante.
Ed un altro flash mi colpisce come se mi dessero un pugno alla bocca dello stomaco. Guardo subito il display per vedere chi diavolo ho chiamato, e rimango senza parole nel realizzare che lì non c’è scritto ‘Dries’, ma ‘Karim’.
Per un momento ho l’istinto di chiudere, per un momento proverbiale.
Poi però lui torna a parlare:
- Gonzalo? Sei tu? - Deve aver visto il mio nome. Mi mordo la bocca ed impreco, poi alzo la testa in alto e rispondo.
- Sì, sono io… credevo… credevo di aver chiamato qualcun altro… - Dico subito spiegandomi. Non è che ci siamo lasciati benissimo. Per colpa sua, però. Non mia.
Ed il flash mi assale più precisamente.
Nel nostro caso lui ha fatto con me quello che io ho fatto con Dries. Precisamente.
Il karma?
- Oh, mi spiace… beh… come… come stai? - Chiede imbarazzato. Credo che gli faccia strano come fa strano a me, parlare insieme.
Lo stomaco è chiuso in una morsa di ferro e per poco non inciampo cadendo come uno scemo.
Mi siedo nel divano e appoggio la testa all’indietro, chiudo gli occhi e me lo immagino mentre fa una cosa simile. Lui, i suoi capelli sempre corti prechè se li fa crescere sono ricci ed incolti, la piccola cicatrice all’attaccatura dei capelli che si è fatto da ragazzo in una brutta rissa con la quale si è conquistato la fiducia di certa brutta gente, la barba sul viso di un paio di giorni, la sua bocca dalle curve morbide, il labbro inferiore pieno ed imbronciato. Stringo gli occhi mentre il calore sale.
- La verità? Non bene. - Silenzio.
- Mi spiace anche di questo… - Non è mai stato un bravo conversatore, parlavo io per lui ed era questo a funzionare, oltre al sesso.
Sorrido ripensandoci.
- Sai… è curioso che io abbia chiamato proprio te per sbaglio, volevo chiamare il mio ex. Ed ho chiamato l’ex-ex… - Rimane in silenzio a tradursi la mia frase dallo spagnolo al francese. Sorrido ancora immaginando la sua faccia corrucciata.
- Hai rotto con qualcuno? - Non ci mette molto a capire.
- È complicato. - Rispondo anche a lui così e qua scoppia a ridere. La sua risata mi coglie di sorpresa e ci rimango di stucco. - Beh? - Chiedo aprendo gli occhi e raddrizzando la  testa.
- Mi rubi le battute? È una piccola vendetta? - Poi capisco e lo accompagno nel ridere. Che strano ridere con lui. È sempre stato bello tutte le volte che ci riuscivamo, molto spesso in realtà.
Bellissimo.
Ho ancora la maglietta del Real Madrid firmata da tutti i ragazzi dove lui mi ha scritto ‘mi casa es tu casa’. Sorrido intenerendomi, mi ammorbidisco e mi rendo conto che sto meglio, che strano.
Per anni ho evitato qualsiasi cosa potesse riguardarlo, lui non si è mai fatto vivo ed è sempre andata bene così. Per anni.
Ed ora… ora lo sento per sbaglio e mi sento così meglio. Quanto è incredibile?
- Era la tua risposta preferita quando non avevi voglia di parlare di qualcosa. Cioè all’80 percento delle volte! - Karim ride ancora ed ho una voglia matta di rivederlo ridere, gli si illumina tutto il viso, diventa un’altra persona.
Meglio che siamo lontani, va.
La mano libera scende ad allargare gli slip sotto la tuta, non mi sono ancora lavato e cambiato ma questo non mi ferma.
- Quindi di cosa non vuoi parlare ora? - Chiede lui rigirandomi le parole. Avevamo problemi di comunicazione, alla fine. Perché lui ha iniziato ad allontanarmi e non mi voleva dire cosa avesse, così io ho deciso di prendere le cose nelle mie mani ed andare oltre. Visto che stare separati in casa era impossibile ed è stata una tortura, me ne sono andato proprio da Madrid.
Se non fosse stato per lui, forse avrei vissuto diversamente la situazione a calcio, avrei lottato per conquistare il posto da titolare, avevano cambiato allenatore… certo, il secondo in comando era Zidane e tutti sanno quanto lo adorava, però avevo possibilità. Ho deciso di andarmene io e non per una questione di calcio come ho fatto intendere a tutti.
Bensì perché con lui non ce la facevo più. Non ce la facevo proprio.
- Sai, ho passato gli anni con te a combattere per farti aprire, per convincerti a legarti, a fidarti… per poi essere io quello che non si lega e non si fida più. Le mie relazioni sono tutte a metà, io faccio quello che facevi con me e non riesco ad aprirmi bene. Tanto che quando le cose si sono fatte serie, con il mio attuale ex, sono scappato usando di nuovo scuse di calcio. Gli ho detto che non credo nelle relazioni a distanza e che volevo che lui si rifacesse presto una vita, che era per il suo bene. Che io non ero fatto per i legami duraturi e seri. -
- Cazzo, Gonzalo… - Mi interrompe shoccato. Annuisco, so perché lo dice.
- Lo so, è quello che mi hai detto tu quando abbiamo troncato la prima volta e poi quando me ne sono andato ed ho fatto un ultimo tentativo. - Con lui ci ho provato tante volte, in tutti i modi, fino a divorarmi, fino a consumarmi. Non ne avevo proprio più.
- Mi dispiace, mi dispiace davvero… se avessi saputo che ti avrei segnato tanto io… non avrei mai nemmeno iniziato niente, con te. - E lo so. Lo so bene come ragiona lui.
- So che non ferisci gli altri intenzionalmente e che non vuoi farlo. - Ad alcuni non frega proprio. Lui è diverso. Lui davvero non vuole far del male. E quando lo fa, chiude tutto. Quando capisce che l’altro sta male con lui, lui chiude e basta. Per proteggere, per impedire che l’atro sia ancora più male.
Io non riuscivo ad arrendermi, abbiamo avuto molti alti e bassi.
- Ma lo faccio comunque. - Dice poi amareggiato. Si sente che non voleva tutto questo ed io ora arrivo a rovinargli un bel quarto d’ora.
- Non importa come è andata. Ne è valsa la pena. - Dico poi cercando di tirarlo su, di non sputare su tutto quello che c’è stato fra noi.
Anche se il nostro ultimo dialogo non è stato edulcorante.
‘Mi hai rovinato, Karim! Mi hai fatto a pezzi! E dopo che mi hai calpestato, hai continuato a farlo!’
‘Sei tu che ti sei fatto calpestare! Io non ho mai voluto ferirti! Dovevi lasciarmi perdere la prima volta che te l’ho detto! Non sono fatto per queste cose!’
‘Non potevo, non potevo…’
‘Ed ora è peggio per te! Perché adesso mi odi ed odi quel che è stato fra noi e vorresti che io non fossi mai esistito!’
‘Ti ho amato tanto, Karim! E ti amo ancora. Cosa pretendi che dica?’
‘Niente, Gonzalo… niente… solo che non voglio che stai ancora così male. Perciò non sentiamoci più. Le cose a distanza non durano, io non ci credo. Non sono fatto per queste cose, non lo sarò mai. Vivi la tua vita, innamorati di un bravo ragazzo. Lasciami perdere. Io non sono fatto per le storie serie.’
‘Vorrei non averti mai fatto entrare, quella sera.’
La notte in cui siamo finiti a letto insieme la prima volta, era venuto da me a cercare compagnia. Dovevo dargli lezioni di spagnolo, perché non riusciva a capire bene certe cose e visto che io parlo il francese, era venuto per quello. E poi abbiamo fatto sesso. Il più bello della mia vita.
Queste sono state le nostre ultime parole.
Mi mordo il labbro, gli occhi bruciano, mi sembra di essere lì, tornato indietro nel tempo, a quando ce lo siamo detti.
Fa male allo stesso modo, solo che vorrei non averlo detto.
- Quel giorno non la pensavi così. - Dice infatti abbattuto, non duro.
- Lo so, ma stavo male. È stata difficile, per me. Molto. Andarmene è stato arrendermi ed io ti amavo come non ho mai amato nessuno. - Karim sospira.
- Non volevo che andasse così. - So che è sincero.
- Nemmeno io. - Forse se quel giorno ci fossimo detti queste parole, avrei vissuto diversamente la storia con Dries.
- Che cosa non ha funzionato? - Chiedo poi, come se questo discorso fosse in sospeso da troppo, come se per chiuderlo dovessi proprio parlarne ancora.
Capisco la frase di Dries. Se non chiudi davvero con qualcuno, non riuscirai mai ad andare avanti sul serio. Lui ha bisogno di una chiusura vera, chiudo se ne parli, svisceri, capisci, ti perdoni.
- Io non ho funzionato. Lo sai. - Scuoto la testa e sospiro strofinandomi la faccia.
- No, non basta a far andare male una storia. Si è in due quando va male.  - Karim ne rimane colpito, lo capisco dal suo silenzio.
- Lo credi davvero? - Sorrido dolcemente, vorrei averlo qua ma so che è meglio se non c’è.
- Sì. - Poi aggiungo. - Io credo che non fosse il momento giusto. Se ci incontrassimo ora, adesso andrebbe bene, adesso sarebbe perfetto. Eravamo troppo immaturi, troppe poche esperienze… - Lo capisco solo ora. Adesso molte cose che ho fatto con lui, non le farei.
Adesso che sono io quello che scappa dalle relazioni serie, capisco perché lui lo faceva e so cosa dovrei fare per non farlo scappare. Ci sono dentro, ma ci sono solo per quello che abbiamo vissuto noi due.
- Ne abbiamo passate tante, nel mezzo, è vero… - Ammette piano.
- E ci hanno fatto crescere tutte, ci hanno cambiato. - Continuo con lo stesso tono io.
- Però io ancora ora non riesco a vivere nessuna storia al cento percento e scappo quando stringono troppo. - Replica poi. Sospiro.
- Se ti consola, anche io. -
- Ma tu prima ci riuscivi, a viverle al cento percento. Lo volevi. Sono io che ti ho rovinato. È colpa mia. Non dovrei più permettere a nessuno di entrare. - Il cuore mi si stringe. Se io sto male, come può stare lui?
Consapevole di quel che mi ha fatto, specie ora dopo questa telefonata. Io forse dopo starò bene, ma lui?
Che ne sarà di lui? Mi sento un’egoista.
- Stai con qualcuno? - Karim ride.
- È più qualcuno che sta con me… - risponde spontaneo. Così rido immaginando che cosa intenda. - James cerca di stare con me, ma io passo i momenti in cui devo isolarmi e scappo. Come facevo con te. Io lo faccio ancora. -
Però è stato bello, quando si stava insieme. Meraviglioso.
- Karim, è stato così bello quando stavamo insieme, che non riuscivo a rinunciare mai. Qualunque cosa tu mi facessi, non riuscivo a lasciar perdere. Ed è stato così incredibile che tutt’ora non ho ancora ritrovato la stessa cosa, la stessa emozione. Dries è fantastico, Paulo è sicuramente meraviglioso. Però io ho ancora indelebile la nostra storia, per quanto sofferta sia stata… Karim, sei stato indimenticabile. Tu lo sei ancora. Pretendi di non esserlo, non vuoi esserlo. Ma devi capire questo. Tu non sarai mai dimenticabile, perché dai un piccolo pezzo di te e poi ti tieni il resto e quando fai così con qualcuno, questo lo manda fuori di testa. Non c’è un punto di ritorno. Paradossalmente se ti dessi al cento percento subito, non creeresti questa dipendenza. - Karim mi ascolta in silenzio mentre parlo a ruota libera dicendo cose che non avevo nemmeno idea di pensare. Però sono vere.
Rimaniamo un po’ in silenzio a rifletterci.
- Mi do al cento percento solo a Zizou. - Dice infine. La cosa mi sconvolge, spalanco gli occhi sentendolo ed il cuore batte fortissimo.
- Stai con lui? - Che stia con due contemporaneamente non è una novità. Quando stava con me mi ha tradito perché voleva allontanarmi. Ora fa la stessa cosa? No, con Zizou non può.
- No… però abbiamo un rapporto a 360 gradi, ad eccezione che per il sesso ovviamente. Ci diciamo tutto, parliamo di tutto, stiamo sempre insieme. Siamo uno il mondo dell’altro. Ma non oso andare oltre anche se vorrei e così uso James per sfogare quegli istinti che devo trattenere ed intanto lui si è preso. E James è diverso da tutti gli altri, è dolcissimo, è un raggio di sole, il raggio di sole che a me manca, ma non posso, non voglio rovinarlo. E poi lui non è Zizou e… - Ed in un attimo mi spiega tutti i suoi casini, io ascolto attentamente mentre mi sento infinitamente geloso, ma non glielo faccio sentire. - E poi se vuoi venire da me, stanotte, sarai qua in due ore circa. Ed io sono solo, oggi. - E questa conclusione me lo fa venire definitivamente duro. Mi immagino cosa succederebbe e so che sarebbe meraviglioso.
Non è che non può cambiare, non vuole. Lui fa così perché è sicuro di non legarsi a nessuno, ha il terrore dei legami e credo che solo con Zizou sarebbe disposto a rischiare, perché credo sia la persona della sua vita, ognuno ne ha una, lui ha Zizou. Però non osa, ha troppo paura di rovinare tutto, come ha sempre rovinato ogni altro rapporto. Così continuerà in questo modo per sempre. A prendere chiunque, a dare di sé un assaggio e a chiudersi facendo impazzire gli altri.
Mi strofino l’erezione pensando che forse dovrei andare. Forse.
Ma so che è meglio di no.
- Rifarei tutto, Karim. Nonostante tutto, lo rifarei. Cercherei solo di capirti meglio e di non soffocarti. Questa è la sola cosa che cambierei. - Dico alla fine cercando di non far sentire con la voce che mi sto facendo.
- Anche io. Anche se mi dispiace averti ferito tanto. - Sospiro e ci ripenso.
- Ci si prova, si fallisce, si riprova e poi se non c’è verso si chiude e si passa oltre. Ci si rovina, si cambia, proviamo a raddrizzarci e facciamo del nostro meglio. Non importa cosa è stato, cosa è andato bene e cosa male. È andata così. Ho passato gli anni ad odiarti, ma alla fine… alla fine mi bruciava solo che comunque la nostra fosse la storia che mi è rimasta nel cuore. Perciò pazienza, Karim. È andata male, mi hai rovinato. Però è stato bellissimo lo stesso. -
Ha il respiro corto, ma non perché si fa una sega, come stavo facendo io. Ce l’ha perché l’ho commosso.
Sorrido dolcemente placando il calore nelle parti basse, prolungo un piacere che avrò fra poco comunque, chiudo gli occhi ed il suo viso emozionato me lo immagino davanti a me, dolce che appoggia la testa sulle mie gambe e silenzioso non dice nulla, ma si rilassa quando lo tocco.
Il gatto.
- A modo mio ti ho amato. E non ti dimenticherò mai. - Dice infine, togliendomi il respiro. Ora è il mio turno di avere gli occhi lucidi.
Questa è la conversazione che avremmo dovuto avere tre anni fa.
- E tu a modo tuo ami James, nonostante Zizou. - Non posso dirgli cosa dovrebbe fare, con chi andare, come comportarsi, su chi puntare. Però posso togliergli uno dei pesi.
E così, dopo tre anni, tolgo me stesso.
- Grazie, Gonzalo. - E mentre mi asciugo una lacrima traditrice, sorrido e mi sento maledettamente leggero.
Ecco, adesso sono pronto.
- Stammi bene, Karim. -