CAPITOLO XIII:
UNA SERATA A SORPRESA





Iker e David occuparono una camera da soli, così Sergio cominciò a fare talmente tanto baccano perché ora era da solo, che decisero di tenergli la bocca chiusa portandoselo in giro.
Il giorno dopo l'avevano libero, Cris era stato richiesto come ospite d'onore per una partita di baseball, Yankees contro Dodgers. Per cui alla fine avevano deciso di permettere a tutti di girare per Los Angeles liberamente. Andava da sé che anche la sera l'avevano avuta eccezionalmente libera.
I ragazzi si divisero in gruppi e visitarono amici e ristoranti, non avevano in mente niente di particolare.
Le coppiette ne approfittarono, Sami e Mesut chiesero come al solito il membro di copertura. Karim si rifiutò categoricamente.
Di solito accettava e stava benissimo con loro, non gli importava di essere il terzo incomodo anche perchè loro due non erano di quelli svenevoli. Però ultimamente era particolarmente insofferente verso le coppie, per cui declinò l'invito.
Cris e Riky nemmeno glielo chiesero. O meglio. Riky per gentilezza lo fece, però la faccia di Cris era 'provaci ad accettare e ti uccido'.
Alla fine Karim aveva rifiutato perchè loro erano ancor più coppia di Sami e Mesut.
Uno dei gruppi fu PortoSile -così l'unione dei portoghesi e dei brasiliani veniva chiamata-, e quindi Marcelo, Pepe, Fabio ed il neo acquisto Casemiro... il quale come prima cosa aveva chiesto 'ma Riky e Cris?'. Nessuno gli aveva risposto, avevano solo riso. La voglia del ragazzino era stata quella di spararsi.
Karim non era un membro del club PortoSile, era francese. A parte questo poteva unirsi a loro, capitava passasse del tempo con loro, però preferiva Mesut e Sami. Solo che ora era in fase allergia da coppia.
Con questi due andò Luka.
L'altro gruppo era quello degli spagnoli. Quindi Sergio, Xabi, i due Alvaro, il conteso Isco, il piccolo Nacho ed in generale i vari nuovi giovani spagnoli. Normalmente anche Iker, quando non era occupato col suo moroso. Karim non era parte nemmeno di quel club. Non aveva niente contro di loro, non è che non ci andasse d'accordo, però preferiva altre compagnie meno casinare, aperte e folli, tutto lì.
Raphael solitamente era la compagnia di Karim nel caso in cui non gli andasse di unirsi a nessuno ed era stato anche l'alternativa a Gonzalo e José nell'ultimo anno, quando Karim litigava con tutti e due, andava con Raphael. Ci era scappato qualcosa, ma niente di troppo. Raphael si era contenuto, non gli piaceva fare la riserva della riserva.
Ora era lui che cercava di mantenere un po' le distanze. Si era preso per Karim, ma sapeva che lui non provava nulla, quindi siccome non era masochista, quando c'era da passare del tempo da soli, lui scappava con molta abilità.
Raphael si unì al gruppo dei rimanenti, tutti quelli che non erano in uno degli altri gruppo. Pochi ma buoni.
Karim, sostanzialmente, rimase da solo.
Era stata una scelta fatta di proposito, appena aveva saputo che avrebbero avuto una serata ed una giornata libera, aveva deciso che l'avrebbe passata solo per cercarsi una volgarmente detta scopata.
Per cui se era in gruppo non poteva.
Il suo umore non era male, però andava in ribasso quando vedeva le coppie ed ormai sembravano accoppiati ovunque.
“Se non combino qualcosa stasera non la combino più! Ed io ho bisogno di farmi qualcuno! La gente che parla e dà tanti buoni consigli non sa cosa significa fare astinenza sessuale per uno che scopava con chiunque continuamente!”
Era anche tanto che si sforzava di non sedurne uno della squadra.
Fu così che cercò su internet qualcosa nelle vicinanze e trovato un locale interessante privato, chiamò un taxi e ci andò. Rigorosamente da solo e rigorosamente di notte.
Quando scese nel parcheggio per dirigersi dentro, qualcuno ebbe la malaugurata idea di fargli delle foto e da che aveva il suo sguardo normale -quindi corrucciato- a che divenne insofferente e cupo, per non dire desideroso di uccidere.
Il nervoso che gli salì fu tale che si fermò dal camminare per respirare profondamente e decidere cosa fare.
Ora sarebbe stato ossessivamente seguito anche dentro e nel caso in cui fosse riuscito a trovare qualcuno, cosa ovvia, sarebbe stato di nuovo fotografato.
Era un club privato ed in teoria queste cose non dovevano verificarsi, ma si sapeva che alla fine succedevano sempre puntualmente.
Per cui si morse il labbro e imprecando scosse il capo sospirando insofferente, perchè la gente non si faceva i fatti propri? Quelle maledette foto l'avrebbero rovinato, ma non era quello il problema. Camminava da solo per un parcheggio, non si capiva dove fosse. Il problema è che dentro avrebbero continuato a seguirlo.
Cosa fare?
Lui voleva solo concludere una sveltina, niente di scabroso. Non avrebbe fatto orge o cose del genere. Non aveva il diritto di fare un po' di sano, sanissimo sesso?
No?
Indeciso effettivamente su cosa fare, e miracolo che si fosse fermato a pensarci, il telefono decise per lui.
Una telefonata lo sorprese.
Quando lesse il suo nome per poco non gli cadde di mano, però rispose quasi col cuore in gola. Si odiava per questo. Perchè si sentiva così.
Era solo l'ansia perchè lo teneva sulle spine, se ci fosse già andato a letto di sicuro non sarebbe stato così ansioso.
- Che c'è? - Chiese in francese con poca gentilezza tipica sua, specie perchè era stato fermato nel suo piano geniale ormonale.
- Dove sei? - Anche Zinedine non si perdeva in convenevoli.
- Che te ne frega? Io mica ti faccio il terzo grado! - Rispose seccato che lo controllasse e poi non gli concedesse più di un bacio ogni tanto.
- Puoi per cortesia rispondere e basta? -
Karim fondamentalmente si rese conto di vergognarsi di dirgli dove era realmente, quindi fu generico.
- In giro... -
- Ma con chi? - Karim sbuffò.
- Cazzo Zizou! Cosa vuoi?! - Era la prima volta che lo chiamava col soprannome, quando aveva sentito David ed Iker chiamarlo così si era ingelosito, ma ovviamente non l'aveva dato a vedere. O così a lui era parso.
Adesso gli era venuto spontaneo chiamarlo così. Non poté vedere Zinedine sorridere.
- Perchè non mi puoi mai rispondere? - Disse fingendosi insofferente.
Karim capì d'aver esagerato, dopotutto voleva solo sapere con chi fosse e cosa facesse, forse voleva passare del tempo con lui... sarebbe stato un miracolo, si disse calmandosi.
- Sono solo, stavo per andare in un posto che mi avevano consigliato di vedere, però sono stato fotografato e verrò seguito ed odio quando lo fanno... - Disse brontolando e facendo dietro front. Poteva sempre cambiare posto finchè non trovava la sua sacrosanta scopata.
- E che devi fare da solo in un posto che non puoi essere spiato? - Karim si fermò dal camminare e guardò concentrato fisso davanti a sé per capire che diavolo avesse detto, ora la sua testa era troppo agitata per capire bene i concetti al volo.
- Eh? - Zinedine rise e a Karim fece anche piacere.
- Ti ho chiesto... come mai ti serve privacy in un... dove? Locale? Che devi fare di tanto privato!? - Karim capì che stava davvero indagando e a questo punto si sentì al settimo cielo.
Con un cambio d'umore netto e repentino, si trovò a sorridere malizioso.
- Sei geloso? Mi vuoi controllare? - Zinedine tagliò corto.
- Senti, volevo solo sapere dove eri e, se eri solo ed in zona, se potevamo cenare insieme... tutto qua! Stavo facendo cose per lavoro e mi sono ritrovato in albergo solo come uno scemo... scusa se ho pensato a te! - Karim avrebbe potuto polemizzare dicendo che non è che lui fosse un piano di riserva o cose così, però alla fine gli faceva piacere che avesse pensato a lui.
Così prima di sentirlo attaccare, si affrettò a rispondere.
- Arrivo subito, se mi aspetti. Odio essere seguito ed ormai qua sembro l'attrazione principale... cazzo, non pensavo di essere riconosciuto a Los Angeles! Che ne capiscono di calcio, qua? - Karim salì sul taxi e si lamentò di questo per tutto il tempo, facendo ridere Zinedine che si godette i brontolii del micio.

Quando fu in albergo, mise giù la conversazione rendendosi conto di aver parlato con lui per tutto il tempo.
Era stato talmente bello da non aver nemmeno capito che era successo.
Ora, stordito di quell'evento che lo elettrizzava, cercò di calmarsi nel riempire la distanza che li separava.
Zinedine lo aspettava nella sala riservata alla squadra che loro chiamavano zona relax o sala comune.
Su uno dei tavolini bassi in mezzo ad un paio di divanetti e poltroncine, c'era un sacchetto con la cena che si era fatto portare. Il ristorante dell'albergo prenotato unicamente dal Real Madrid era chiuso, quella sera, poiché tutti erano usciti.
Karim si guardò intorno realizzando che erano davvero da soli ed il cuore cominciò a galoppare come un novellino alle prime armi.
“E' questo che sembra... un primo appuntamento... che non ho mai avuto con nessuno! Ai primi appuntamenti ci scopo! Non restano primi appuntamenti ma prime scopate!”
Karim si sentiva spaesato e strano nonché piacevolmente stordito.
- Ciao... - Disse Karim attirando la sua attenzione con un certo impaccio.
Zinedine era in piedi davanti alla grande porta finestra chiusa.
Di sera faceva fresco a Los Angeles in quel periodo.
Non che non si potesse uscire...
Zinedine si voltò, aveva le mani nelle tasche della tuta e con un portamento estremamente elegante e minimale, gli fece un cenno e gli sorrise.
- Da quanto! - Disse ironico.
- Da due minuti... - Rispose cercando di fare qualche battuta per sdrammatizzare. Non era il suo forte.
- Hai già ordinato? - Chiese riferendosi al cibo sul tavolino. Zinedine si strinse nelle spalle e si diresse lì.
- Sì, spero che ti piaccia... di solito ha successo il giapponese... - Karim alzò le spalle.
- E' uno dei pochi cibi che ci son permessi perchè sono leggeri e sani! -
- Riso bollito e pesce... - Commentò Zinedine sedendosi su una poltrona e cominciando a tirare fuori le vasche di sushi misto.
Karim rimase in piedi rigido ad osservarlo, era ancora impacciato ma la sua bocca elaborò una domanda prima ancora che la sua testa glielo facesse notare.
- Eri al telefono con me, quando hai ordinato? -
Zinedine non arrossì, non sarebbe stato da lui, però evitò il suo sguardo con quella di impegnarsi a distribuire il tutto.
- L'avevo ordinato prima. Pensavo di trovare qualcuno a farmi compagnia... poi ho visto che ero solo e ho provato a chiamarti... - Karim voleva approfondire specie perchè aveva l'impressione che fosse un po' imbarazzato. Così si sedette, attese qualche secondo durante il quale lo fissò per bene riuscendo a domare un po' la tensione provata prima, e poi gli chiese di nuovo.
- Volevi passare la serata con me senza farla passare per un appuntamento? - Meno drastica di così non avrebbe potuto metterla. Del resto lui il tatto e la furbizia non sapeva cosa fossero.
Zinedine imprecò, stava facendo la figura dello sciocco e decidendo di rigirarsi il tutto in suo favore, evitò di dirgli che aveva agito d'istinto quando aveva capito di essere lì solo. E soprattutto evitò di dirgli che aveva ardentemente sperato fosse nei paraggi. In realtà era stato presuntuoso poiché sicuro che sarebbe venuto.
Però alzò lo sguardo che divenne magnetico, lo fissò e sorrise indecifrabile, poi composto disse:
- Sì. Siccome non sei sentimentale e che soprattutto siamo in fase di rodaggio, cercavo un compromesso... - Era vero, ma dirlo in quel modo ammaliante e provocatorio, fece arrossire Karim che non disse più niente.
Attaccò il cibo come un gatto faceva col pesce e Zinedine si mise a ridere di gusto.
- Sei proprio un gatto! -
Karim inarcò le sopracciglia senza capire.
- Ti piace il pesce! - L'altro annuì continuando ad ingozzarsi. Ormai sapeva che lo chiamavano gatto e gli piaceva.
- Tu che animale sei? - Chiese come se fosse una domanda normale da appuntamento. Visto che l'avevano impostato come tale, anche se era un po' alternativo, tanto valeva farlo fino in fondo.
Zinedine ci rimase per un istante, non lo sapeva.
- Non ci ho mai pensato, non mi hanno mai dato un animale così come a te hanno dato il gatto... non so... che animale sono secondo te? - Karim masticando lo fissò pensieroso vagliandone un paio, per capire chi gli facesse pensare.
Quando arrivò alla sensuale e predatoria pantera, più che altro per lo sguardo affilato e felino e le movenze eleganti ma virili al tempo stesso, per non dire anche regale, si strozzò col cibo e cominciò a tossire.
La pantera era un gran bell'animale. Dire ad uno che era una pantera era come fare un gran complimento.
Zinedine lo fissò scettico in attesa, quando Karim riuscì a non morire per un chicco di riso, si trovò il suo sguardo in attesa. Non avrebbe mollato.
- A che animale hai pensato? È così buffo? - Karim si maledì. A quel punto doveva rispondere.
- Pantera. - Zinedine capì subito il motivo, però volle farselo spiegare.
- Come mai? - Ora faceva quel sorrisino compiaciuto e curioso. Karim lo trovò sensuale e si maledì, preferì evitare di mangiare.
- Sei elegante e accattivante come una pantera. - Sperò gli bastasse ma l'altro aspettava ancora, così si fece forza e continuò: - hai lo sguardo da pantera. I modi da pantera. E sei virile ma regale. - Ok, si disse. Se continuava gli diceva che se lo sarebbe anche scopato, non come una pantera ma come un ragazzo.
Il suo.
Zinedine sorrise soddisfatto e colpito dalla bella descrizione.
- Grazie! - Sapeva che li avrebbe presi per dei complimenti. In effetti lo erano. Karim sospirò ed alzò le spalle sperando bastasse, così attaccò ancora il cibo.
Aveva un altro sushi in bocca quando glielo disse:
- Mi è piaciuto che mi hai chiamato Zizou. - Karim tornò a tossire ma preferì continuare a mangiare, non sapeva cosa dire per non passare per idiota.
- In quale locale eri, comunque? - Chiese sempre fingendo una conversazione generica del tutto normale.
Karim imprecò, tossì ancora, si soffocò, vide la morte e buttò seccato le bacchette decidendo di rinunciare alla cena.
Zinedine lo guardò sorpreso.
- Non ti piace? -
- O mangio o ti rispondo! Mi fai delle domande che... - L'altro si limitò a sorridere consapevole e Karim scosse il capo insultandolo fra sé e sé.
“Sadico bastardo!”
Gli piaceva proprio per quello.
Zinedine finì la cena ed anche quella di Karim, poi si appoggiò allo schienale della propria poltrona davanti a quella del ragazzo e aspettò.
- Allora, dove eri? -
Non si chiese perchè lo volesse sapere, gli rispose e basta.
- Senti, volevo scopare, ok? Ho cercato un club privato! Però sono stato beccato e non volevo che dentro mi seguissero, poi mi inibivo! - Zinedine ci rimase di stucco, a quello non avrebbe mai pensato.
- Cosa volevi fare? - Chiese incredulo.
Karim si alzò seccato e cominciò a camminare nervoso senza il coraggio di guardarlo.
- Scopare! S c o p a r e! Ok? Che palle! Ho deciso di non portarmi a letto nessuno della squadra perchè incasino le cose, però sono umano e sono abituato a farlo un sacco e mi piace! Mi distende i nervi! Così avevo bisogno di farlo e non so con chi! Che soluzione ho? Ho colto l'occasione della serata libera! Cazzo! - Alla fine si sentiva un perfetto idiota, però era legittimo aver bisogno di fare sesso. Era grande e vaccinato.
Zinedine si controllò molto bene e rimase seduto a seguirlo con lo sguardo ed un'espressione che aveva del misterioso, non si capiva cosa pensasse.
- Puoi fare quello che vuoi... ne hai il diritto. Sei grande e libero. - Disse quella parola di proposito per vedere la sua reazione.
Karim pensò subito al discorso fatto con Riky qualche giorno fa.
- Libero... - Era la sua caratteristica principale. Anzi. La loro. -Anche tu lo sei... anche a te piace questo senso di libertà! - Evitò 'a detta di Riky'.
Zinedine alzò le spalle e annuì semplice.
- Sì certo... siamo simili in questo... tu vuoi fare quello che vuoi, odi le costrizioni, poi magari non vuoi fare niente di particolare, però se sai che non puoi lo fai solo per il gusto di farlo. Perchè tu devi potere se vuoi. - Karim ci era stato dietro perchè stava pensando la stessa cosa. Così si fermò con le spalle alla finestra e lo guardò mentre si alzava dalla poltrona per camminargli davanti. Molto ma molto lentamente. E languido.
“Pantera...” Commentò fra sé e sé.
- Per cui odio non poter fare qualcosa quando la voglio fare! - Disse riferendosi al sesso. Zinedine lo capì subito.
Era davanti a lui, ora. Lo sguardo era serio e ammaliante, lo attraeva in ogni modo possibile, si sentiva rivoluzionato, con lui.
Era sempre così strano e sconvolgente.
- Se vuoi fare sesso fallo. Chi te lo impedisce? Potevi dirmi che eri impegnato ed andare in quel locale... - Lo provocò.
- Ero stato beccato e fotografato! Anzi, domani saranno tutti a parlarne... Karim Benzema in un night! - Si scanzonò da solo infastidito da quello che sarebbe scoppiato. - Odio quando mi seguono e mi vedono! -
Zinedine fece un sorrisino.
- Ed ora che farai? Ti è rimasta la voglia ed il bisogno, no? -
Karim sospirò cercando di non dare la risposta più ovvia, ovvero che voleva saltargli addosso.
Alzò le spalle.
- Mi rompe di più che si parlerà di dove ero... - Zinedine a quel punto prese in mano il telefono e lo impostò sulle foto, prima di avvertirlo gliene stava facendo una!
Karim, impreparato, venne con lo sguardo strafottente tipico.
- Ehi! - Sbottò, Zinedine rise.
- Pubblichi una foto di te in albergo e nessuno ci pensa più! Camminavi in un parcheggio, non facevi nulla! Hai passato la notte a rilassarti in albergo! - Zinedine stava trafficando per passargli la foto affinché Karim la pubblicasse, però il ragazzo gli si appoggiò addosso per vederla.
- Ehi aspetta, è venuta male! Dai! - Zinedine lo fissò così a quella vicinanza e sorpreso.
- Sei vanitoso! - Disse come lo scoprisse per la prima volta e lo trovasse sensazionale.
- No però odio quando mi fanno foto di merda! - Brontolò prendendogli il telefono per cancellarla. Zinedine se lo riprese e lo spinse via.
- Dai mettiti in posa, modello! Mi sembri David! - Disse scherzando. Karim aveva superato quella gelosia dopo aver visto che stava ancora con Iker.
Alla fine si sedette in un angolo e si fece fare la benedetta foto che poi si fece spedire per blutooth e pubblicò su internet nel suo profilo.
Zinedine avrebbe tenuto sia quella che la foto rubata. La sua tipica espressione da 'che cazzo hai' era un capolavoro, si disse.
Zinedine allora lo guardò piegando la testa.
- Ed ora che fai? Non hai sfogato gli ormoni e la prossima serata libera sarà chissà quando... - Karim fece il broncio e guardò da un'altra parte. In imbarazzo e seccato si alzò e riprese a camminare, tornò alla finestra ma questa volta rivolto verso fuori, guardando il paesaggio notturno che non si distingueva molto.
- Diventerò intrattabile! Probabilmente seguirò il consiglio di Gonzalo... porno e vibratore. Non ho un vibratore, userò la mano... che palle, cazzo! Volevo solo scopare! È il mio modo di distendere i nervi! Che male c'è? -
- C'è che ragioni con quella parte di te e poi non riesci a percepire il resto... la testa, il cuore... ti perdi delle cose importanti... devi imparare a non usare sempre il sesso per tutto... per fare pace, per allontanarti, per sfogarti... - Zinedine aveva parlato piano e suadente. E da dietro di lui.
Karim si irrigidì subito, ovviamente non si girò.
Gli era proprio dietro.
Le mani nelle tasche e la voglia di appoggiarsi a lui.
Sentiva il suo fiato sul collo, significava che era proprio proprio lì.
Si strofinò le labbra sentendosi male. Il desiderio crebbe fin quasi a non controllarsi più. Poi abbassò la testa chiudendo gli occhi, respirò a fondo cercando di controllarsi.
- Io voglio farlo con te. - Disse alla fine basso e penetrante.
Zinedine non si mosse da lì.
- Sì? -
- Sì... -
- E perchè non lo fai? - Karim soffiò ironico.
- Sei tu che controlli questa cosa. Sei tu che decidi quando! - Zinedine non era d'accordo.
- Io non ti obbligo. Se tu volessi potresti fare quello che vuoi... non ti impedisco nulla... sei tu che cerchi di seguire questa saggia strada. - Karim però non era aiutato dalla sua presenza dietro di sé e dalla sua voce così confidenziale.
Tanto meno dal suo respiro.
Karim era tesissimo, le spalle larghe e contratte. Voleva girarsi e baciarlo di nuovo.
- Però mi consigli di non farlo. - Zinedine annuì.
- Certo. Se vuoi la mia opinione... -
- E mi vuoi dire che se invece mi giro e comincio tu non mi allontani? - Zinedine voleva vedere quanto sarebbe rimasto di spalle.
- Voglio farlo anche io. Solo che aspetto che tu abbia le idee chiare, che sia pronto e che un giorno non te ne penti. Detesto essere messo in parte perchè le cose vanno male... devi essere sicuro. Non voglio ripensamenti. Odio i ripensamenti. - Aveva parlato piano e scandendo bene, ma era quasi una proposta oscena. Karim stava faticando un sacco e si era eccitato di nuovo.
- Io non so cosa sto aspettando e non so come farò a capire qualcosa che per me è un mistero... non ho la più pallida idea di che cazzo voglio e che cazzo aspetto, capisci? So solo una cosa. - Di nuovo teso, di nuovo senza respirare. - Voglio fare l'amore con te. - E si diede dell'idiota per averlo detto così. Non scopare. Non sesso.
Zinedine sorrise. Stava resistendo bene, dopotutto.
- Anche io. - Karim inghiottì. - Però hai paura che bruciando le tappe rovini tutto come hai sempre fatto fino ad ora con le altre storie. - Karim si sentì di nuovo capito e sconvolto anche da questo, oltre che dalla sua enorme voglia ed eccitazione, alla fine si girò di scatto e si perse nel suo sguardo. Quello sguardo da pantera, si disse. Voleva perdersi.
Non poteva dimenticare che lui era stato quello che gli aveva messo i primi dubbi sulla propria sessualità.
Senza di lui non se lo sarebbe mai chiesto.
Mai.
Per questo era tormentato da questa storia e da Zinedine.
E se era lui?
E se era sempre stato lui?
- Quando cazzo lo capirò? - Zinedine sorrise addolcito al suo grande tormento. Lo inteneriva quel ragazzino nel quale si rivedeva tantissimo.
- Non lo capirai, però un giorno ti butterai perchè non resisterai più. Puoi solo sperare che sarà la cosa giusta ed il momento giusto. - Karim si oscurò.
- Quindi sto aspettando per nulla? Comunque agirò d'istinto? - Zinedine sapeva che era così e lo sapevano tutti.
- Un animale selvatico rimane un animale selvatico. Sempre. Potrà provare ad addomesticarsi. Ma resterà selvatico. - E questo eccitava come non mai Zinedine che in realtà voleva perdersi in lui e possederlo fino a non averne più. E poi riprenderlo e ricominciare tutta la notte.
Gli stava facendo qualcosa anche lui, solo che era più bravo a controllarsi.
Karim faticava.
Alla fine decise di prendersi almeno una piccola libertà, felice che comunque almeno fosse chiaro il discorso con lui.
Zinedine lo voleva. Era questo che contava.
Poi se provasse qualcosa o perchè lo volesse non era chiaro, ma lo voleva e questo era sufficiente.
Aprì le labbra, lo prese per i fianchi, l'attirò a sé e sulle sue disse piano:
- So solo che ti voglio con certezza. -
- Un bacio non è bruciare le tappe... - Tornò a dire il concetto dell'altra sera e Karim, come aspettasse solo quello, aderì e lo baciò.
Non poteva farne a meno. Era come un incantesimo. Non riusciva a staccarsi da lui, dalla sua bocca. Una volta che l'aveva doveva possederlo.
Sapere che anche lui lo voleva era deleterio.
Le lingue si intrecciarono nelle bocche aperte, si fusero e si presero. Prima o poi, non gli sarebbe bastato solo quello.
Karim lo sapeva quanto Zinedine, ma questo lo rendeva ancor più eccitante. La consapevolezza che sarebbero andati oltre, un giorno.
Quello era un gioco, oltre che una terapia. Ed era il modo in cui piaceva giocare a Zinedine.
Karim ci si stava perdendo del tutto.