CAPITOLO XIV:
UNA VOLTA PER TUTTE

 


Casemiro era riuscito a stare con Riky -e fortunatamente Marcelo- quando il giorno prima erano stati tutti liberi dalle attività del club. Cris era dovuto andare ospite speciale alla partita dei Dodgers contro gli Yankees, per cui non aveva potuto stare con il suo ragazzo. Però aveva goduto come un matto a fare la star, a conoscere gente famosa del cinema e del basket e a tirare palline da baseball dal diamante, in campo. Era stato emozionante, quella era una cosa prettamente americana così come il calcio era europeo. Se andavi a visitare l'America, non potevi non sognare di salire sul monte di lancio del campo a diamante, davanti a mille mila americani e tirare quelle palline ad un ricevente.
Era stato divertente ed esaltante ed aveva dato un po' di spettacolo a modo suo.
Si era divertito molto.
Poi era tornato in albergo ed aveva scoperto che Riky aveva passato molto tempo con Marcelo e Casemiro. Casemiro.
Ancora lui.
Quel piccoletto cominciava ad essere troppo presente nella sua vita. Come osava? Riky era proprietà privata.
Non litigò con Riky che però si accorse del suo broncio e cercò di rimediare.
Quando Cris gli parlò dei suoi sospetti su Casemiro, questi rise. Per poi scrivere subito un sms di aiuto a Thiago e Roby.
'Cris sospetta e penso che a questo punto avete ragione. Cosa devo fare?'
Riky era pessimo nel nascondere le cose. Specie a lui.
La cosa non si prospettava buona e il mattino seguente la faccia che aveva Cris aveva dell'incredibile.
Per andare dall'albergo al campo di allenamento usavano le solite macchinine, tipo dei golf car. Di solito lui saliva con Fabio e Pepe, mentre Riky andava un po' con chi capitava. Quella mattina e proprio quella mattina, con lui salì Casemiro. Così vide i due andare insieme ad altri nel loro maledetto macchinino e vide Casemiro tutto bello contento.
Ripensava alle foto viste su internet la notte al posto di dormire. Foto di Riky nel tempo libero con Marcelo, altra gente e... CASEMIRO!
Quella zecca. Quella zecca doveva stare molto attento.
Poteva rischiare la vita.

Quello di Karim fu un processo lento ma con un miglioramento costante, a livello caratteriale.
Sul piano calcistico subì un netto rialzo, lì fu molto più evidente, in effetti.
Contro i Los Angeles Galaxy andò decisamente alla grande segando una doppietta non dal primo minuto di gioco poiché subentrato successivamente.
Zinedine fece un'espressione fugace al secondo goal dimostrandosi impressionato. Non glielo avrebbe detto, però Riky e Cris che erano usciti dalla partita ed erano seduti vicino a lui, si protesero in perfetta concomitanza e, sempre sincroni come due fulgidi nuotatori acrobatici, dissero al suo orecchio:
- Certo che il lavoro dà i suoi frutti, eh? Complimenti! - Anche le parole furono le stesse. Zinedine, stordito per la stereofonia, guardò prima uno e poi l'altro con i sopraccigli alzati e l'ironia che si affacciò solo per un momento.
- Pensavate che non sapessi quello che facevo? - Chiese offeso.
- No! - - Sì! - Questa volta furono sincroni ma non dissero le stesse cose. Zinedine rise e scosse il capo, poi rimase girato verso il campo ad osservare il resto della partita mentre parlava con loro, tutti protesi in avanti sulle sue spalle.
- No, non è che lo pensavamo, però non sapevamo cosa avessi in mente e lo vedevamo sempre peggio, sempre più confuso e arrabbiato e non vedevamo una soluzione positiva per la situazione! - Riky era il solito diplomatico. Si beccò uno sguardo sbieco scettico da parte di tutti e due.
- Quando dico che ho un piano, ho un piano! - Asserì laconico Zinedine.
- Io ero scettico perchè non so che cosa sono i tuoi piani! E chi li conosce? Sei stato nello staff due anni fa, hai aiutato Karim ma insomma... non ti conosciamo da poter dire ok, ci fidiamo... guarda che lo stavi incasinando forte, dubitare era il minimo! - Cris aveva più la linguaccia lunga, ora gli sguardi se li beccò lui e se quello di Riky era un 'sei impazzito' spaventato, quello di Zinedine era effettivamente spaventevole. Una lama affilata.
- Il fatto che l'avessi aiutato quella volta non significava niente? - Poche ma incisive parole. Riky si scusò e prese Cris per la collottola attirandolo indietro nei sedili dove erano, per impedirgli di dire qualche altra cavolata!
Parlava a gesti ammonendolo, Zinedine ovviamente percepiva tutto e scuotendo il capo sospirò per poi girarsi e continuare.
- Karim va trattato diversamente dagli altri. E soprattutto non va aiutato solo a livello calcistico. Deve essere aiutato sotto tutti gli aspetti, ma nel suo caso migliori il carattere e tutti quei suoi modi di fare sbagliati, migliori così anche le sue prestazioni in campo! -
Spiegò semplice ma preciso ed esauriente. Cris e Riky lo guardarono ammirato, aveva ragione.
- Guarda che cambiargli il carattere è un impresa... puoi riuscire a non fargli fare certe cose, però il carattere... - Disse Cris il quale era convinto potesse sempre dire quello che pensava.
Riky era amico di Zinedine, ma subiva un po' il timor suo.
Gli diede una gomitata sorridendo che il francese notò ridacchiando.
- Non lo voglio cambiare caratterialmente, ma bisogna lavorare anche su quello. Deve modificare certe cose. Parte tutto da lì. - Zinedine sembrava uno psicologo, Riky immaginava che parlasse così perchè si rivedeva in lui e sapeva cosa andava fatto per quello. Cris non ci pensava proprio.
- Hai studiato psicologia o qualcosa del genere? - Sembravano provocazioni, ma se così fossero state, Zinedine gli avrebbe già fatto volare la testa. Era pura curiosità.
- No, ho studiato me stesso... dopo che ho finito la mia carriera in quel modo. - Fu sbrigativo e tagliente, in quel modo pose fine al dialogo e Riky tornò a dare una gomitata a Cris per cucirgli la bocca. Cris ci pensò e capì a cosa si riferiva.
Zinedine aveva finito dopo i mondiali del 2006. Dopo quel tragico evento in campo che l'aveva visto letteralmente abbattere un difensore avversario, tale Marco Materazzi, apparentemente senza motivo. Poi comunque il motivo l'aveva avuto ed era stato rivelato, però ugualmente era stato sconsiderato ed aveva sbagliato.
Zinedine lo sapeva.
Avrebbe dovuto giocare tutta la partita, vincere la coppa del mondo e quindi il Pallone D'Oro e poi beccare nel parcheggio o a casa sua quel tipo gonfiandolo di botte fino a fargli saltare tutti quei maledetti denti e quella linguaccia che si ritrovava.
Però alla fine non era stato in grado di controllarsi e ragionare e si era amaramente pentito. Non tanto per il titolo personale ma per quella coppa.
In quel campionato mondiale era stato il migliore con tutto che era uno dei suoi ultimi anni di gioco, quindi comunque era sul finale ugualmente.
Però da quella bruciante esperienza aveva capito che quando sbagliavi la pagavi amaramente e non si poteva rimediare. Per cui dovevi sforzarti con tutto te stesso per migliorarti finchè eri in tempo. Per non avere rimpianti.

Zinedine fu particolarmente lieto di vedere il premio di uomo del match nelle mani di Karim. Come se fosse il suo compagno.

Negli spogliatoi Carlo fece un discorso molto entusiasta ad alcuni elementi in particolare, fra cui Karim che nel meno che aveva giocato aveva fatto il meglio e addirittura due goal, Di Maria, uno dei migliori, poi lodò anche il piccolo Isco. Diede alcune dritte anche ad altri, naturalmente. Poi guardò prima Cris e poi Riky. A quel punto lo sguardo gli divenne strano. Era come avesse un enorme rospo da buttare fuori od ingoiare e non sapesse che far di esso.
Tutti lo guardarono in attesa del resto, poi alla fine lo disse scuotendo il capo quasi a non crederci lui stesso:
- Devo ammetterlo, ragazzi... al di là di tutto, giornate buone o brutte e miglioramenti vari ancora da fare... voi due insieme giocate molto meglio che separati! Vi ho provati in tutti i modi... il punto non è quando ma come. In coppia siete portentosi! Ragazzi! - Fece poi rivolto agli altri. - Voglio questa intesa fra tutti, ma soprattutto in attacco ed in centrocampo! Quando dico gioco veloce intendo quello, ma voglio anche efficienza, non mi basta che correte insieme. Quindi dovete conoscervi bene, indovinare le idee dell'altro, starvi dietro, essere pronti... quell'intesa, voglio. Poi non importa che alla fine non hanno messo a segno le buone occasioni create, ma lì ho visto proprio quello di cui parlo. Quel tipo di gioco, capirsi al volo, scattare, muoversi in sincronia senza dar respiro! -
Carlo proseguì a parlare e spiegare altre cose sull'argomento, ma Riky aveva quel sorriso ebete sulla faccia da 'amo mio padre'. Gli occhi gli brillavano e a momenti piangeva. Karim quasi scoppiò a ridere ma si trattenne e Cris, dietro di lui, gli diede un calcetto.
Non avevano fatto la loro personale migliore partita, non avevano segnato, Cris aveva fatto un assist ed in generale era andato meglio. Riky aveva il problema che era conosciuto meno dai nuovi e meno li conosceva lui stesso, per cui nel caso di un attaccante che doveva principalmente limitarsi a cogliere la palla e metterla dentro, il non conoscersi bene fra compagni non era un problema grosso. Ma nel caso di un trequartista o comunque di uno che per caratteristica creava il gioco per gli altri, era effettivamente un problema. Ora mano a mano che avrebbe conosciuto meglio gli altri e contemporaneamente migliorato il suo personale rendimento, le cose sarebbero andate meglio.
La questione era però che avevano giocato bene in coppia ed in combinazione, Carlo l'aveva notato e reso noto anche ai giornalisti. Era vero. Avevano creato diverse buone occasioni non andate a buon fine, però contava che le avessero fatte ma ancora di più che avessero quell'intesa che lui voleva fra tutti, non solo fra loro due.

Riky camminò sulle nuvole per tutto il tempo, mentre Casemiro cercava ancora di orientarsi e non sapeva bene se buttarsi da un ponte o avere definitiva conferma chiedendo a qualcuno cosa fossero quei due.
Dopo la sviolinata dell'allenatore, si era preso davvero male. Però li aveva notati anche lui. Avevano avuto una grande intesa in campo. Invidiabile. Era una cosa sciocca, capitava fra due che giocavano insieme da molto che arrivassero a quel livello, specie se comunque fondamentalmente erano entrambi fuoriclasse e giocavano in posizioni congegnali uno all'altro. Uno era un fantasista e l'altro un finalizzatore. Sembravano nati per giocare insieme, si disse dopo quella sera.
Però più che altro sembravano nati per stare insieme.
Ormai li notava, quando non c'erano fotografi o ficcanaso intorno. Non flirtavano, non si toccavano granché, però avevano un modo di parlottare fitto fitto e di guardarsi... per non dire di ridere insieme... era difficile equivocare, in effetti.
L'aveva disorientato quel loro stare attenti alla gente e ai curiosi, quel nascondersi ogni tanto. E poi il fatto che Riky avesse iniziato gli allenamenti speciali e quindi per forza di cose non si allenasse sempre con loro.
Ora però che aveva cercato di capire, era sempre più chiaro.
Casemiro era l'ombra di Riky e anche Fabio e Pepe stavano moltissimo con Cris. In generale il gruppo era quello dei portoghesi e dei brasiliani, ma magari capitava che se Cris e Riky fossero separati e quindi lui fosse con Riky, Cris normalmente stava o con Fabio o con Pepe. Marcelo era arrivato da troppo poco per farsi un'idea.
Riky con lui parlava, ma non a quei livelli, non in quel modo. E non era la stessa cosa nemmeno di quando Cris parlava con Fabio o Pepe. Era proprio diverso. Non c'erano gesti o cose particolari, ma li vedeva illuminarsi quando Cris e Riky parlavano fra di loro, mentre con altri erano cordiali, sorridenti e... fondamentalmente normali.
Fra di loro vedeva una scintilla diversa.
Ovviamente l'invidiava moltissimo, magari era un'amicizia speciale. Sapeva tutto di Riky, era il suo idolo e quindi sapeva che era molto religioso, che era sposato e che aveva due figli. Lui e Carol sembravano così innamorati... come faceva a tradirla, invece?
Certo, capiva che Cris era Cris dopotutto...
“Evidentemente le apparenze ingannano!”
Però volle provare lo stesso a chiedere... magari le apparenze erano quelle che lui stava fraintendendo ora.


Casemiro si chiese a chi fosse il caso di rivolgersi, non voleva essere invadente ed andare da Riky.
Finchè si trattava di seguirlo fedelmente era un conto, ma quando poi doveva provarci od essere intraprendente era tutta un'altra cosa.
Alla fine vagliò Fabio, Pepe e Marcelo.
Con Marcelo aveva un po' di rapporto, infatti aveva passato del tempo con lui e Riky ieri in un momento tranquillo. Riky e Marcelo erano insieme a parlare e lui si era avvicinato, lo avevano coinvolto subito. Riky era gentile e alla mano e magari lo aveva preso in simpatia, poi in realtà Riky poteva tranquillamente passare da un gruppo all'altro molto facilmente.
Marcelo era una forza della natura, probabilmente non esisteva uno che non gli piacesse.
Con Marcelo poteva essere facilitato, ma non sapeva bene in che rapporti fosse con loro, se sapesse, se potesse osare.
Alla fine Fabio sembrava quello che ispirava più alla confidenza, però ultimamente era insofferente, probabilmente aveva qualche problema personale.
Decise per Pepe il quale era il fratello non di sangue di Cris. Di questo ne era sicuro. Quindi magari poteva salvarsi. Se era il fratello di Cris non lo era di Riky e quindi non gli avrebbe detto nulla.
Casemiro aveva paura che con chiunque ora parlasse, poi avrebbe riferito a Riky. Non contemplava minimamente che il vero problema sarebbe potuto essere Cris.
Lui era l'idolatra di Riky. Stravedeva per lui. Era la sua ombra e non osava provarci con lui. Era come avvicinarti al tuo sogno di sempre... non riuscivi a fare niente. Solo guardarlo sognante.

Non sapeva cosa aveva fatto scegliendo lui.
Quando Casemiro con molta fatica riuscì a ritagliarsi un momento con Pepe, si sentì comunque così male dal chiedergli di Riky e Cris che gli venne il mal di pancia. Stava per cominciare il discorso come dovessero cavarsi un dente, quando impallidendo chiese scusa un attimo e corse al bagno.
Casemiro aveva invitato Pepe in camera sua mettendo in chiaro che doveva chiedergli una cosa privata.
Pepe comunque era aperto e disponibile.
Ci rimase male quando lo vide correre in bagno proprio mentre stava per cominciare a parlare.
Pepe era preoccupato. Rimase in camera ad aspettarlo e quando tornò capì che aveva avuto una scarica di dissenteria.
Si teneva la pancia ed era anche particolarmente sofferente.
- Tutto bene? Chiamo il medico? - Chiese amichevole. Casemiro scosse il capo convulsamente e si sedette sul letto, Pepe gli fece posto e gli mise anche una mano sulla schiena.
- Ma sei davvero pallido... cosa succede? Hai qualche problema? -
Casemiro non sapeva se dire di sì o di no, così decise di raccogliere tutto il suo coraggio e di sputare la montagna che aveva sullo stomaco e che lo stava per far tornare al bagno.
- Tu sei molto amico di Cris, quindi sicuramente sai... - Pepe inarcò le sopracciglia pensando che volesse chiedergli se era etero o gay. Era l'eterno dilemma che si aveva con lui. Perchè tutti sapevano che stava con quella gnocca di Irina, ma era anche evidente la sua quasi checcaggine. No ok, non era proprio checca, però era gay e si notava.
- Sì lo è! - Casemiro trattenne il fiato mentre un polmone collassava, Pepe lo vide davvero male. Forse stava per morire.
- Cris è.... - Disse faticosamente e titubante. Non ce la faceva proprio.
Pepe si avvicinò sempre più delicato, in effetti sembrava avesse a che fare con un disabile mentale.
- Sì... ma si vede bene... - Casemiro sospirò tragico, aveva voglia di piangere e sotterrarsi, era anche un misto fra il pallido cadaverico e l'imbarazzo totale, la pancia ormai si stava contorcendo in mille crampi e gli occhi erano anche lucidi.
Pepe si preoccupò.
- Ora chiamo il medico. - Poi si fermò e spontaneo disse: - O ti serve uno psicologo? Cioè voglio dire, magari hai bisogno di parlare... non sapevo avessi quel tipo di problema... -
Pepe aveva capito che Casemiro avesse problemi coi gay. Poteva essere uno di quegli idioti fobici del cavolo.
L'avrebbe ucciso.
Casemiro invece non capiva per niente.
- No non mi serve niente... no ma... che... che problema dici? -
Pepe si sentiva idiota a dirlo. Paura dei gay. Che cavolo di paura era?
- Problemi con quelli come Cris... - Casemiro spalancò gli occhi e capì che intendesse problemi con i morosi di quelli che gli piacevano.
Insomma, a Casemiro piaceva Riky e Pepe poteva aver paura che Casemiro ora avesse problemi con Cris. Cioè i morosi dei propri idoli.
Un equivoco peggiore non si sarebbe potuto creare, visto che Pepe intendeva tutt'altra cosa.
- No no ma che dici! No assolutamente! È solo che... non me lo aspettavo... o meglio l'avevo sospettato ma non avevo il coraggio di chiederglielo... - Pepe sapeva che sapere la sessualità di Cris era il passatempo preferito di tutti, ma ancora non capiva perchè uno dovesse sentirsi anche male per quello.
- Hai fatto bene a chiederlo a me, poteva risentirsi in effetti... dipende da come glielo chiedi e da come ti comporti. A volte se la prende, altre invece ci scherza su... - Casemiro stava facendo quadrare il discorso.
Spesso succedeva che gli chiedevano se lui e Riky stavano insieme e a seconda di come si comportavano, lui se la prendeva o no. Giusto, dopotutto.
- Io all'inizio, quando non ho molta confidenza, sono timido e chiederlo a lui sarebbe stato impossibile... però ci tenevo a saperlo... ho passato tutto il tempo a cercare di capirlo da solo ma sai... fra morose e quant'altro... - Per Pepe era proprio quello.
Casemiro era timido e si era lambiccato il cervello su chi si portasse a letto Cris. Maschi o femmine.
- Ma va, Irina è di copertura, si usano a vicenda... lei per la notorietà e lui perchè gli serve una copertura. - Anche quello aveva senso.
Coprire la relazione con Riky. Di conseguenza era la stessa cosa anche per Riky e Carol. Di loro era più stupito ma non l'avrebbe mai giudicato. Nella vita non si poteva sapere perchè si facevano determinate scelte. Sicuramente aveva ponderato bene.
Pepe sperava stesse meglio.
- Come stai tu? Mi hai preoccupato... - A Casemiro si riempirono gli occhi di lacrime, ma decise di scappare in bagno a piangere da solo.
Riky stava con Cris. Il resto non contava. Non voleva sapere niente della loro storia o cose così. L'aveva perso e basta.
Del resto non era tipo da rubare il moroso a qualcun altro.
Alla fine lo salutò, lo ringraziò ed andò in bagno a finire di distruggersi.
Pepe, allibito, se ne andò e solo a metà strada fra camera di Marcelo e camera di Casemiro, realizzò la soluzione dell'intricato enigma.
“Cavolo! Vuoi vedere che ha una cotta per Cris? Ho frainteso tutto! Non aveva problemi coi gay, voleva sapere se lo era perchè così magari ora ci prova con lui! Oddio no non può! Beh, Cris lo sistema in poco, è che mi dispiace se poi si traumatizza... se si fosse preso una cotta per Riky era meglio, Riky era dolce e gli diceva dolcemente che non era interessato, ma sai tu Cris in che modo glielo dice? Può sconvolgerlo!
Però pensavo che mi dovesse parlare di Riky, in effetti sta sempre dietro a lui. So che è il suo idolo e quelli che hanno l'imprinting con i loro idoli non si staccano... però che cazzo, mi ha chiesto di Cris... evidentemente pensava di lavorarsi Riky per arrivare a Cris! Ma dai, ma si vede che stanno insieme! Cazzo, devo capire che piano ha! Riky è tonto. Non capisce mai niente. Non ho certo paura che qualcuno li possa separare, figurati. Però voglio evitare catastrofi. Riky è tonto, Cris è barbaro... Casemiro finisce male! Sarà meglio che lo tenga d'occhio!”