CAPITOLO XVI:
PICCOLI PASSI, UN GRANDE OBIETTIVO



Karim non era un mastino e tanto meno un cane da guardia, il suo 'tenere d'occhio' o 'tenere lontano da' consisteva nel chiamare l'interessato ogni tanto e fare qualcosa insieme che non comprendesse il conversare. Per cui in campo era facile trovare la scusa giusta, al di fuori era un altro paio di maniche. Per cui se non aveva niente, non chiamava Casemiro. Il che poi non era un grande aiuto per Pepe il quale, notando il meccanismo, brontolò fra sé e sé dicendosi che era stata una pessima idea chiedere aiuto a lui.
“Che tipo!” Pensò infatti.
Alla fine disse tutto a Marcelo e Fabio i quali caddero dalle nuvole in quanto Fabio aveva pensato, come Cris, che Cas fosse interessato a Riky... infatti Cris aveva spedito a volte proprio Fabio da Riky per tenerlo d'occhio al suo posto. Marcelo non si era proprio accorto di nulla.
- Ma sei sicuro? Cris è convinto che punti a Riky, è la sua ombra... - Pepe era certo come la morte.
- Mi ha chiesto se Cris era gay, non se stessero insieme! - L'equivoco che si era creato era enorme, ma a conti fatti il suo piano comunque aiutava a che la situazione non degenerasse per nessuno.
Cris vedendo sempre qualcuno con Cas e Riky si calmava, Cas non si illudeva nello stare solo con Riky -perchè in effetti non ci stava più- e nessuno ci poteva provare con nessuno. Né venir deluso. Insomma, il piano andava bene in ogni caso, solo che lo stavano facendo per la convinzione sbagliata.
- In ogni caso è questo che va fatto! - Tagliò corto Pepe per poi aggiungere imbronciato: - Avevo chiesto aiuto a Karim, quello ha fatto dei passaggi oggi con Cas e basta! Che aiuto del cazzo è? Ci deve diventare amico, parlare, far sì che Cas si attacchi un po' anche a lui... finiti i passaggi ognuno per i cazzi suoi! Quell'essere è inutile! - Brontolò facendo ridere Fabio e Marcelo.
- Sei scemo, cosa chiedi a lui! Ora è tutto preso da Zinedine, figurati! - Disse Fabio infatti. Pepe e Marcelo lo guardarono cadendo dalle nuvole.
- Dici davvero?! Benz e Zizou?! - Karim aveva molte abbreviazioni o soprannomi, a seconda di chi lo chiamava. Loro tendevano per il Benz, altri, come Sergio, per leone o gatto a seconda della personalità che tirava fuori. Poi c'erano anche i semplici Monsieur di molti altri.
- Benzizou! - Esclamò Marcelo!
- Benzizou? - Chiesero Pepe e Fabio non capendo.
- Benzizou! Il soprannome della coppia! È geniale! - Disse convinto. Al che Pepe puntualizzò.
- Però se ho capito bene il nome della coppia va composto a seconda di chi è attivo e chi è passivo... l'attivo va prima... quindi per loro dovrebbe essere... - Pepe ci pensò un attimo poi si illuminò: - Zizema! -
Fabio scosse il capo e Marcelo gli diede man forte.
- Zizema in effetti sarebbe più corretto, allora, però Benzizou suona meglio, è così carino... - I due proseguirono a parlare del nome migliore per loro, finchè Fabio non li interruppe pensando che altrimenti non avrebbero più smesso.
- Ma scusa Pepe... come fai a sapere queste cose sui nomi delle coppie? - Ovviamente tutti sapevano dei Criska, l'argomento era esaurito.
- Sai, quando ho trovato per caso i criska, ho cercato anche altri nomi. Ci sono i Samisut o Samzil, dipende, poi ci siamo noi, i Marcepe. -
- Vedi, qua ad esempio sei tu l'attivo! - Ne parlavano come fosse una cosa normalissima e comune, come se sciorinassero nozioni sul calcio.
- Sì però perchè il contrario non suona bene... Pemar? Pecelo? No insomma... se il contrario suona male alla fine si sceglie quello più carino... però nel caso di Zizema e Benzizou, suona bene anche Zizema ed è più giusto! - Pepe si era di nuovo perso e Fabio tornò a chiedere come sapesse quelle cose.
- Sì scusa... ho trovato così un sito in inglese pieno di storie inventate con queste coppie protagoniste. Storie sui criska, storie sui becksillas, storie su... - stava per dire tutte quelle che aveva letto e trovato ma Marcelo di nuovo lo interruppe con aria sognante.
- Le storie becksillas sono così belle! - Fabio ora aveva gli occhi fuori dalle orbite.
- Le avete anche lette?! -
Era chiaro chi fossero i Becksillas... ed era anche chiaro perchè il nome fosse quello e perchè esistesse...
- Certo! Guarda che alcune sono fantastiche! Hanno una fantasia che non ti dico! Certe sono scritte così bene... per non dire anche eccitanti! -
Fabio ora era paralizzato, era convinto scherzassero, così ne tirarono fuori una dal telefono, tramite internet.
Era in inglese ed era una criska.
- Questa è una delle mie preferite, è super hot... leggitela e vedrai! - Gli lasciò il telefono e Fabio si isolò un istante per leggere la famosa storia. Si trovò ad arrossire persino lui che non si impressionava facilmente. Poi ad un certo punto chiuse subito.
- Cosa mi fai leggere queste cose che poi me li immagino! E tu ti leggi porcherie sui tuoi amici? È come guardarsi un porno su di loro se hai una buona immaginazione! Ma sei malato, Pepe! - Fabio quasi gridava scandalizzato e Pepe rideva, così rispose per lui Marcelo.
- Guarda che quando cominci non finisci più! Sono mitiche queste cose, non sono porcherie! -
Fabio si strofinò il viso.
- Non dirmi che hanno scritto anche su di me... -
- A te di solito scrivono che sei perso per Cris e cose così... qualcuno vi accoppia pur riconoscendo che in effetti la coppia canonica è la criska... poi beh, hai il tuo gruppo di seguaci che dice che anche se Cris sta con Riky nella realtà, a loro piace di più quando sta con te... - Fabio era paralizzato. In effetti una cotta per lui l'aveva avuta appena arrivato in squadra. Inghiottì a vuoto.
- Mica avete letto anche quelle. - Marcelo e Pepe annuirono in sincronia ed erano anche molto felici di questo.
- Ma certo! Però non ti prendono molto come carattere... ti immaginano come il ragazzino buono, tenero e coccoloso... in realtà sei un ex ragazzaccio e addirittura fumi! -
- Che fumo non è certo un problema! - Puntualizzò.
- No però sei un atleta... gli atleti che fumano lo stesso indicano che hanno un caratterino niente male. Tu lo mascheri perchè hai un viso tenerone, ma sotto sotto sei tosto! - Era vero che aveva un passato burrascoso e tendeva all'inquietudine, ma la maggior parte dei suoi problemi li aveva più o meno risolti.
- Va bene... però voi che li leggete e date i nomi alle coppie siete malati! - Con questo chiuse e se ne andò sconvolto dalla notizia appresa.
Pepe e Marcelo si guardarono ridendo attirando così l'attenzione di Karim, nei paraggi.
- Oh proprio tu! - Esclamò Pepe.
Karim lo fissò aspettandosi qualcosa di catastrofico, il ragazzo portoghese si avvicinò e lo puntò col dito.
- Non puoi dire 'ti aiuto' e poi limitarti a quattro passaggi messi in croce! O ci stai o non ci stai! -
Karim stava per rispondere 'inculati se non ti va bene quel che faccio', ma Marcelo si inserì di nuovo.
- Capisco che sei preso da Zizou... a proposito, preferisci Benzizou o Zizema? Noi siamo indecisi... l'attivo dovrebbe essere... - Karim decise di estraniarsi e non ascoltare i loro deliri, per cui si limitò a scuotere il capo ed andarsene prima di capire di che diavolo parlassero.
Solo quando fu fuori dalla sala relax diretto verso la sala mensa, capì che qualcosa non tornava. E lo disse ad alta voce.
- Che cazzo sanno loro di me e Zizou? E soprattutto... Zizema?! Benzizou?! Ma sono sciroccati? - Era una scoperta così sconvolgente, che lo disse ad alta voce.
Solo troppo tardi si accorse che lì c'era il diretto interessato.
- Karim, dai i numeri? -
Karim prima di attivare il cervello rispose.
- In caso do i nomi! Comunque non ti riguarda! - Così andò dritto per evitarlo. Voleva fare l'arrabbiato, solo per giocare un po' con lui. Prima in campo aveva fatto il geloso e poi aveva negato dicendo di non sfidarlo! Ma chi si credeva di essere?
Ovviamente gli era piaciuto tantissimo, però doveva mantenere la sua linea. Zinedine non era più forte di lui!
Lui pensava di gestire il tutto ma poteva farlo solo perchè alla fine glielo permetteva.
- In realtà mi riguarda visto che pasticciavi anche col mio nome! - Disse Zinedine seguendolo disinvolto.
- Non seguirmi! - Rimbeccò Karim non sapendo che rispondere sui nomi. Tecnicamente aveva ragione.
- Non ti sto seguendo, sto andando a mangiare... come te, suppongo! - Karim imprecò. Aveva di nuovo tecnicamente ragione.
- Beh guarda, te lo dico subito... non intendo isolarmi di nuovo solo per non farti ingelosire! So che ti ho abituato bene perchè le prime settimane ero di pessimo umore e quando sto così mi isolo, però sappi che quando il mio umore viaggia nella norma, mi piace stare anche con gli altri! La cosa forse ti sconvolge però è così! E non voglio battute al veleno solo perchè sei geloso e poi nemmeno lo ammetti! -
uno chiunque si sarebbe chiesto se fosse matto a dire cose del genere proprio a lui. E probabilmente era proprio così.
Zinedine gli lanciò un'occhiata a dir poco fulminante. Il secondo dopo erano chiusi nei bagni che erano proprio lì nel corridoio.
Zinedine chiuse a chiave e lo lasciò contro la porta a cui lui appoggiava solo con una mano, l'altra l'aveva al fianco e lo fissava da davanti, dove non intendeva muoversi.
Karim sorpreso da questo gesto trattenne il fiato e non mosse un muscolo, le braccia abbandonate in attesa di respingerlo o trattenerlo a sé. Non si toccavano e non era una posizione eccessivamente provocante ma nemmeno neutrale. Poteva essere tutto e niente.
Zinedine lo fissò dritto negli occhi coi suoi color nocciola, penetranti e affilati come lame d'acciaio.
Se l'era chiaramente presa e questa volta non gliel'avrebbe fatta passare liscia.
Respirava a fondo, cercava di calmarsi per non dargli una delle sue famose testate.
Karim decise di provocarlo ancora un po'. Forse manteneva tanto controllo perchè non faceva mai niente di particolare.
- Se non hai niente da dirmi vado a mangiare, ho fame! - Stava per far scattare la serratura, quando Zinedine mise l'altra mano sul petto di Karim. L'adagiò lì, aperta. Non lo afferrò però era pronto per farlo e chiudere le dita intorno al suo collo.
Karim trattenne il fiato e questa volta si zittì capendo che forse c'erano. Il cuore tornò a battergli speranzoso.
Da un lato voleva seguire le tappe come si doveva, però dall'altro sperava che Zinedine gli saltasse addosso, lui lo voleva sempre di più.
E poi Karim in generale non era pane per ostie. Se si sentiva troppo gestito, anche se era esattamente quello che cercava, doveva ribellarsi per partito preso.
Come un animale selvaggio che vuole essere addomesticato ma poi non resiste e scappa.
La lotta fra l'essere solo ma libero e l'appartenere a qualcuno ma legato.
- Stai tirando troppo la corda, ragazzino. - Disse piano, sempre tagliente come il suo sguardo. Avvicinava il viso lentamente.
- Forse te lo meriti... - Karim non aveva ancora bene le idee chiare, stava andando ad istinto. La sua mente si rifiutava di attivarsi, era impossibile ora. Gli ormoni sparati di nuovo nel corpo che fremeva a quella semplice vicinanza.
A Zinedine piaceva da morire la sua incosciente provocazione ed al tempo stesso voleva metterlo a posto.
Era combattuto su cosa fare.
- E perchè secondo te lo merito? - Disse provocante. Le labbra quasi sulle sue. Non si sarebbero unite.
- Perchè decidi sempre tutto tu, ma io non sono la tua bambola! - A Zinedine piacque anche quella risposta, solo che doveva sistemarlo. Non andava bene dargli tutta quella libertà.
Salì piano con la mano al collo, strisciando sulla pelle, fino a raggiungerlo e stringerglielo. Non gli faceva male, Karim fremette di nuovo. Sentiva la giugulare battere impazzita proprio dove premeva col pollice.
Sogghignò spontaneo e l'altro si scaldò ulteriormente.
- E' esattamente quello che vuoi essere. -
Karim inghiottì, si stava sciogliendo, a momenti non si sarebbe retto in piedi. Essere gestito, essere surclassato, essere dominato a quel modo era talmente eccitante che lo sconvolgeva. Mai in vita sua avrebbe pensato che messo spalle al muro e preso per il collo si sarebbe potuto scaldare tanto. Ed il resto del corpo ancora non si toccava.
- Essere la tua bambola? - Chiese Karim con un filo di voce, disperato. Voleva che facesse qualcosa. Doveva.
Zinedine a quel punto portò la bocca al suo orecchiò e lì attaccato ad esso mormorò provocante.
- Avevo pensato ad un altro termine, ma forse ti offendi... - Karim capì che intendeva 'puttana' e questo fu il colpo di grazia, perchè chiudendo gli occhi e schiacciandosi all'indietro, prese respiro a pieni polmoni, allargò le braccia sulla porta e si morse il labbro.
Poi scivolò giù come se le ginocchia gli cedessero.
Zinedine si sorprese di quel gesto veloce e lascivo, poi capì cosa stava facendo.
Non era svenuto.
Si era accucciato davanti a lui, sempre contro la porta, ed ora trafficava coi pantaloni della sua tuta.
Velocissimo glieli abbassò insieme ai boxer.
“Ora ti faccio vedere io...”
Disse Karim col cervello sempre ben disattivato. Stava andando totalmente ad istinto e Zinedine si raddrizzò guardandolo sorpreso e sconvolto.
Non si era aspettato una cosa del genere, pensava l'avrebbe baciato e basta.
Stava per dire qualcosa, allontanarsi e riprendere il controllo, però la sua bocca fu più veloce.
Quando sentì la mano sulla base della propria erezione muoversi e la lingua leccare la punta, per Zinedine era tardi.
Si appoggiò in avanti e lo lasciò fare.
La sua bocca era morbida ed in quel momento la sentì anche più carnosa del solito.
Dio, se lo sapeva fare.
Aveva solo potuto ricordare, ma da quella volta era migliorato molto.
Si vedeva che aveva fatto molta pratica.
Era quasi un altro.
Karim succhiava la sua erezione con sempre maggiore intensità, spingendoselo contro il palato con la lingua, poi ogni tanto smetteva per leccarlo meglio su tutta la sua lunghezza e guardarlo, vedere quanto fosse più grande di prima.
Zinedine si stava eccitando troppo e quando Karim riprese a succhiare più veloce, stringendo e portandoselo fino in fondo alla gola, perse il suo famoso controllo.
Aveva lavorato molto per non perderlo di nuovo facilmente, però a volte era difficile.
A volte non si poteva.
Alla fine spinse nella sua bocca e siccome non era ancora abbastanza, gli prese i capelli con una mano e se l'attirò a sé schiacciandoselo contro.
Con la mano se lo teneva e col bacino spingeva come se lo stesse penetrando.
Abbandonò la testa indietro e sospirò più forte mentre raggiungeva l'orgasmo inondandogli la bocca. Delle gocce uscirono e scivolarono sul mento e sul collo. Karim si pulì col dorso del polso. Zinedine guardò in basso e vide che anche lui era venuto dopo esserselo tirato fuori ed essersi masturbato da solo.
La macchia era proprio per terra fra i suoi piedi aperti.
Osservò ansimante la sua espressione aspettandosi uno sguardo malizioso e vittorioso. Ma rimase male.
Karim non sogghignava né nulla.
Era cupo, sconvolto. Come che avesse ricordato qualcosa o che non gli tornasse qualcosa di importante.
Zinedine indietreggiò e si sistemò senza toccarlo né abbassarsi. Lo lasciò a sé stesso ma non gli tolse gli occhi di dosso. Karim ricambiava torvo, troppo per aver avuto una piccola vittoria del genere.
- Che hai? -
Karim però scosse il capo, si alzò faticosamente e vedendo che barcollava ancora per l'orgasmo avuto, lo aiutò istintivamente.
Questo calmò il ragazzo che scacciò la strana sensazione avuta.
Di nuovo un deja-vu, ma questa volta davvero forte. Quasi una certezza.
“Io l'ho già fatto, l'ho già fatto a lui! Ma non è possibile! Non ricordo niente!”
Zinedine gli mise una mano sulla guancia, lo appoggiò al lavandino e aprì il rubinetto. Karim ci era quasi seduto sopra, era sfinito e non riusciva a ragionare e muoversi. Era ancora sconvolto ed incerto, però ora si stava sconvolgendo di più dalla sua premura. Zinedine gli sciacquò il mento ed il collo dove prima l'aveva sporcato.
Una mano intorno alla sua vita. L'altra a carezzarlo sul viso con l'acqua, gli occhi fissi nella sua bocca.
Aveva una voglia matta di baciarlo, ma era andato oltre e doveva frenarsi.
“Sì, e questo è frenarsi? Mi ha fatto un pompino ed io ho apprezzato molto bene!”
però un bacio ora sarebbe stato intimo. Anche se lo era pure pulirlo.
Chiuse il rubinetto e rimase davanti a lui a guardarlo, ora negli occhi. Karim era confuso e Zinedine non capiva il motivo.
- Te ne sei pentito? Vedi che dovevi darmi retta e lasciarmi fare? Io lo so meglio di te quando sarà ora... - Karim scosse il capo.
- No non è questo. Sono convinto di quello che ho fatto... per me potremmo farlo subito. Sono sempre più sicuro che ti voglio. Mi... - Abbassò lo sguardo imbarazzato. - Mi sto perdendo in te... - Era impensabile dire una cosa simile, però andava detta.
Zinedine non capiva.
- Allora cosa c'è che non va? - Chiese alzandogli il viso con l'indice con cui l'accarezzava piano. Era dolce. Karim era sconvolto da tutto quello che scopriva di lui.
Tornò a guardarlo e tornò a morire. Però c'era quella sensazione.
Deja-vu.
Doveva capire di cosa si trattava, però dirgli 'mi sembra d'aver già fatto queste cose con te', l'avrebbe fatto sembrare un ragazzino innamorato perso e voleva evitare di perdere ancora di più la faccia.
Era contento d'averla spuntata. Zinedine non voleva fare sesso orale, Karim sì ed aveva vinto. Però c'era qualcosa...
- Niente... è... è stato bello... e mi chiedo quando potremo fare il resto... perchè no... perchè non ora... io sono sempre più sicuro... - Stava comunque dicendo cose vere, ma non era quello il motivo della sua confusione.
Zinedine non era certo che pensasse a quello, però decise di assecondarlo.
- Non ancora... fidati di me... - Aderì le labbra ma non completamente, in quel modo disse il resto: - Ti fidi? - Karim come poteva negarglielo? Dopotutto stava avendo dei progressi generici sotto molti punti di vista ed erano evidentissimi. A calcio andava sempre meglio, era sereno, era tornato a stare con gli altri, ad interessarsi ad altre cose. E gli piaceva conquistarsi quelle piccole cose con lui. Non stava rovinando una cosa potenzialmente bellissima. Stava imparando l'arte della pazienza. Si godeva ogni piccolo gesto che gli concedeva come fosse grandissimo. Stava imparando a conoscere lui ed anche sé stesso. Stava cominciando a guardare ai sentimenti, si chiedeva se quel calore non fosse solo desiderio ma anche qualcos'altro. Aveva voglia di parlarne, che Zinedine si accorgesse di lui, stare insieme ogni secondo, scherzare insieme, giocare in coppia. Aveva voglia di tutto. Era un processo lento però coinvolgeva ogni aspetto di sé ed era progressivo.
Doveva lasciarlo fare.
Così mise da parte quella sensazione strana e annuì.
- Mi fido. - Anche in passato quando l'aveva fatto gli aveva regalato il suo anno migliore. Poteva fidarsi davvero.
A quel punto fu premiato da un bacio da parte di Zinedine, aprì e infilò la lingua alla ricerca della sua, la trovò subito, gli venne incontro e premendosi contro di lui si aggrappò alle sue spalle iniziando un bacio che sapeva di dolcezza, più che di erotismo e passione.
Era come che Zinedine si stesse prendendo cura di lui, a modo suo.
Sotto un certo punto di vista era il gioco del padrone con lo schiavo, gioco di dominazione. Quelli veri includevano principalmente il controllo mentale, anche nella vita quotidiana, nelle piccole cose. Non si intendeva il legarlo al letto tutto il giorno o tenerlo al guinzaglio nudo per casa. Quelle cose erano estreme e prettamente stupide.
Il vero gioco di dominazione era sottile e fine ed era quotidiano e non si notava dall'esterno, era qualcosa di vivo e tangibile solo all'interno della coppia.
Quel obbedire ed essere premiati, quel disobbedire ed essere puniti. Ma non solo in chiave erotica. Spesso anche in chiave naturale, quotidiana.
Rispondere bene ad una domanda e ricevere un bacio dolce od una carezza.
Non provarci con altri e ottenere del tempo da passare con lui, una chiacchierata, un appuntamento serio.
Fare di testa propria e vedersi negare la presenza dell'altro.
Provocarlo e ricevere sguardi gelidi.
Cose piccole ma che incidevano nel comportamento, nei sentimenti, nella fiducia che si sviluppava, nel piacere che si otteneva. In ciò che poi si provava. Nel rapporto che, alla fine di tutto, si creava.
Piccoli passi, un grande obiettivo.
Un sistema di dominazione per ottenere non solo fiducia e piacere ma anche amore, una storia vera, qualcosa che durasse tutta la vita e fosse per sempre. Sentirsi realizzati.
La felicità.
Ma solo un altro animale selvaggio poteva dominarne uno. E poi domarlo. E poi conquistarlo. E tenerselo con sé a lungo.
Forse inizialmente era stata solo una sfida, uno sfizio. Qualcosa di poco duraturo. Poi era diventato sempre di più. Sempre di più. Più grande. Più sentito. Più intimo.
Fino a sfuggire di mano ad entrambi.
Zinedine ora era pronto a giurare a sé stesso che ci sarebbe riuscito. Dopo aver visto concretamente quanto ne valesse la pena.

Sconvolto per primo dalla sua intraprendenza che superava di gran lunga le sue aspettative, Zinedine andò a pranzo con Carlo il quale aveva subito notato qualcosa di diverso dal solito.
Era pensieroso e quasi sognante. Non l'aveva mai visto così.
Quando gli chiese cosa avesse, Zinedine scosse il capo.
In realtà cominciava ad aver bisogno di parlarne, ma non poteva farlo con lui. Guardò così Riky vicino al quale era seduto già Karim.
Sicuramente anche lui si sarebbe consultato col brasiliano.
Magari parlare con lui sarebbe stato particolarmente giusto, quella volta.
Karim lo sconvolgeva perchè era incredibilmente forte e bruciante, aveva una voglia matta di usare violenza su di lui, lo domava a stento ed in effetti quel giorno non ci era riuscito del tutto.
Però ormai il rapporto e le cose si stavano muovendo piuttosto bene, quindi poteva pensare a qualcosa per premiarlo, anche se prima si era un po' ribellato.
Stava pensando a questo, quando Carlo gli ripeté la domanda attirando la sua attenzione.
- Pare che Karim si sia liberato di qualche sassolino! - Sentendo il suo nome, Zinedine sussultò chiedendosi cosa sapesse, in teoria Carlo era ingenuo però forse qualcosa ogni tanto la capiva anche lui.
- In che senso? -
- Perchè è molto più rilassato e sereno di come era all'inizio! -
Zinedine annuì concordando.
- Sì è vero... penso stia meglio. Gioca anche meglio! -
- Credo che soffrisse della presenza di Gonzalo! - Zinedine sputò il boccone prima che gli ostruisse le corde respiratorie.
Carlo lo guardò preoccupato e sorpreso.
- Che ho detto ora? - Zinedine scosse il capo.
- Spiegati meglio! -
- Sì... doveva dividere il suo posto con Gonzalo, ha giocato pochissimo per questo. Quando ha visto che forse non andava via deve aver pensato 'ecco, un altro anno di merda!' o qualcosa del genere... mentre ora che è andato via ha capito che finalmente era tutto a posto. Ora se la sta godendo! - Carlo aveva fortunatamente pensato solo al lato calcistico.
Si era ristabilito l'ordine naturale. Non aveva capito una sega come sempre. Cioè a livello calcistico captava tutto, era davvero bravo in effetti. Ma nelle cose interpersonali fra giocatori era un disastro. Per questo c'era lui e facevano un bel duo!
Zinedine tornò a mangiare.
- Sì, è vero, penso fosse così. - Carlo a quel punto si fermò capendo che però Zinedine non pensava a quello. Allora lo fissò insistente, fece una smorfia che indicava che stava pensando e poi esclamò impallidendo sconvolto.
- Non dirmi che stavano insieme anche loro e che si erano lasciati e che è per questo che era girato così male! - Zinedine si mise a ridere perchè la cosa era fortemente comica, in realtà.
Carlo non capiva mai di quegli intrecci, il fatto che ora ci fosse arrivato indicava che Madrid cambiava davvero tutti. Come era già successo ad Iker a suo tempo... poi a Riky ed ora a Karim. Era come che aprisse un nuovo mondo!
Carlo a sua volta si rese conto d'averci preso, quindi mise giù le posate incrociando le braccia al petto arrabbiato.
- Non è possibile! Tutti stanno con qualcuno od hanno casini sentimentali fra gay! Cazzo! Ma sono tutti così? Ora mi è passata la fame! - Zinedine sapeva che Carlo non era omofobo, ma sapeva anche che era impossibile che la fame gli andasse via!
- Non prendermi in giro! - Carlo infatti guardò il suo piatto di pasta che aveva ordinato fornendo anche la ricetta precisa e tornò a mangiare.
- No dicevo per dire! Ma questi casini sentimentali mi rovineranno il tenore della squadra! Se ogni volta che una coppia litiga poi giocano male... - Cominciò a spiegare Carlo. Zinedine fu lieto di vedere che era solo questo. Una preoccupazione normale per un allenatore.
- Allora dovremo agire anche a livello privato! - Esclamò semplicisticamente.
Carlo lo fissò come avesse detto una battuta.
- Hai visto quanti sono? -
- Ma non tutti hanno delle storie fra di loro! - Con questo Carlo sospirò. - Molti le hanno con altri giocatori che sono in altre squadre! - Carlo mise giù la forchetta ed andò a farsi un breve giro per farsi tornare la fame.
Zinedine, intanto, era riuscito a ridere e rilassarsi così tanto che decise che non gli sarebbe servita nessuna consulenza. Riky poteva lasciarlo a Karim, per quella volta. Ne aveva più bisogno, evidentemente.
“Sono proprio padre e figlio, forse nemmeno se ne rendono conto che in qualche modo aiutano l'interlocutore a stare meglio!”
Pensò infatti il francese riferendosi a Riky e Carlo.