CAPITOLO XX:
DALLE STELLE ALLE STALLE



La partita col Chelsea di Mourinho sarebbe dovuta essere molto critica, ma la verità era che non avevano assolutamente nulla contro la squadra... fosse stato il Barcellona magari era diverso, però era il Chelsea, una squadra con cui avevano da sempre ottimi rapporti.
Per cui sì, c'era una strana aria tutt'intorno, però non era aria di guerra. Era più un tenere a fargli vedere quanto felici fossero ora. Perchè i primi due anni di panchina mourinhana erano stati fantastici, lui era stato dalla loro parta, dalla parte di tutti... ma l'ultimo si era letteralmente schierato contro. Pochi erano rimasti neutri.
Quelli che poi l'avevano salutato. Qualcuno l'aveva fatto solo per proforma, per essere superiori.
Cristiano e Ricardo naturalmente lo ignorarono.
Al momento di dire la formazione titolare, Carlo e Zinedine erano negli spogliatoi coi ragazzi pronti per uscire, il solito discorso era d'obbligo. Quello era un torneo da nulla, non c'era una voglia matta di vincerlo. Era diverso.
Finito di dire i dieci giocatori, mancava solo il portiere, prima di annunciarlo Carlo si era fermato ed aveva guardato Riky.
- Non prendertela, so che per alcuni questa partita è troppo significativa... tu sei fra questi. Il tuo problema però è che sei emotivo e se giochi in un certo stato d'animo non vai bene. E poi due giorni fa hai fatto 60 minuti, per uno che non ha giocato molto durante l'anno passato significa tirare il fiato. Stai migliorando ma ti serve tempo. - Aveva dato un groviglio di spiegazioni solo perchè era lui e non voleva ci rimanesse male.
Riky sorrise tranquillo e per lui parlò Cris:
- Ehi, tuo figlio non se la prenderà, immaginava non giocasse! -
- E poi oggi eri un po' troppo nervoso direi! - Concluse Carlo. Riky annuì sapendo benissimo il motivo. Carlo pensava fosse per Mourinho, ma non era per quello.
Era meglio evitare di spiegargli altro.
- Ok, va benissimo, in effetti mi sta bene riposare. E poi è giusto che giochino tutti! - La rosa era folta e tutti avevano lo stesso bisogno di giocare.
In queste condizioni non gli seccava di stare un po' in parte, specie perchè non era un metterlo via e basta. Aveva una prospettiva. Migliorare come si doveva a far vedere il vero Riky. Mourinho l'aveva solo messo da parte e basta.
Niente prospettive.
- Bene... - Fece poi dopo aver raccolto per bene la tensione sul portiere. Tutti erano col fiato sospeso per sapere chi avrebbe scelto. Perchè era una cosa particolare. Era l'eterna lotta di qualche mese a quella parte. Diego Lopez contro Iker Casillas.
Iker era il capitano e titolare di sempre, era uno dei più bravi portieri del mondo. Meritava. Però per essere stato messo da parte per tutti quei mesi, la sua forma era inevitabilmente calata.
Ora Iker era tornato da pochi giorni, aveva giocato un po' ma non ancora una partita intera.
Era un azzardo.
Diego, invece, aveva giocato bene quel finale di campionato, era in formissima e si stava allenando sodo. Anche le amichevoli aveva dato buona prova di sé.
Logicamente la scelta più saggia e giusta in quel momento, per essere sicuri di una buona prestazione fra i pali, era Diego.
Iker aveva bisogno di un po' più di tempo, di rimettersi in gioco più gradualmente. E comunque fondamentalmente era tornato con loro da effettivamente non molto.
Carlo a quel punto guardò Diego e poi Iker, la storia la sapeva bene, sapeva anche che Mourinho aveva sempre preferito Deigo a Iker in quegli ultimi mesi, aveva messo da parte Iker in una lotta pari solo a quella fatta contro Riky.
A Carlo piaceva giocare e scherzare, smorzare la tensione o, talvolta, aumentarla per divertirsi di più.
- Allora, capitano... te la senti? -
Il sorriso di Iker nessuno l'avrebbe dimenticato.
Era come se tutti avessero sentito il suo cuore battere impazzito nel petto.
Carlo non era uno da lotte e nemmeno da stoccate di nessun tipo, quella poteva sembrare ad un primo sguardo una presa di posizione contro Mourinho, invece non era così.
Era una presa di posizione a favore dei suoi nuovi ragazzi, perchè aveva capito in cosa avevano sperato tutti, cosa volevano.
- Certo, mister! - Disse subito con la voce che tremava e gli occhi che brillavano. Non stava nella pelle ed in molti sorrisero come stelle scintillanti, alcuni volevano abbracciare Carlo, fra questi Sergio, Cris e Riky.
- Bene... allora l'ultimo titolare di stasera sei tu, Iker! - Poi guardò Diego il quale non ci era rimasto molto male, un po' se l'era aspettata. - Non prendertela, questo non è un rimetterti in parte. Giocherà sempre il più in forma. Non ho schieramenti. E non è nemmeno una questione personale. Non per me. Ma lo so che lo è per voi. - Poi si rivolse verso gli altri che ancora lo ascoltavano. - So che non giocherete agguerriti perchè non avete nulla contro quei ragazzi. - Che erano i suoi ex. - Però so anche quanto ci tenevate a dare un messaggio al vostro vecchio mister. Voglio farvelo dare, questo messaggio, ma voglio che il messaggio sia che state tutti bene e siete felici ed in perfetta forma. È questo il solo messaggio che deve uscire stasera! - Poi verso Cristiano. - Non ti sostituirò, stasera. Anche se dovessi avere la lingua fuori. Sappi che hai a disposizione 90 minuti per dare il tuo, di messaggio! - Per quel che riguardava Cristiano era giusto quanto per Iker.
Mourinho aveva passato tutto l'anno a litigare con Cristiano e a fare buon viso coi media dicendo un sacco di cose bellissime sul giocatore. Che veniva da Marte e quindi era il più bravo dell'universo e cose così. Poi appena era andato a Londra, la prima cosa che aveva detto era che Cristiano era presuntuoso e si credeva il migliore, pensava di sapere sempre tutto ma spesso non era così. Prima stoccata seguita da una serie di altre più o meno sottili, sempre contro di lui. Cristiano ci era rimasto male, ma non aveva mai commentato se non con un 'non mi importa di Mourinho, penso solo al Real Madrid.'.
Perchè una delle accusa di Cris era stato di pensare troppo solo a sé stesso e non alla squadra.
Nessuno poteva dimenticarsi che nelle ultime partite di Champions così difficili, Mourinho non era entrato negli spogliatoi se non per dire i cambi, non li aveva aiutati né incitati né dato il minimo consiglio. Era stato Iker, messo in panchina, a fare il capitano quale lui era e a sostenerli e tenerli intorno a sé. Però era mancata la vera guida, naturalmente. Era mancato il navigatore alla sua nave.
Pochi giorni prima, l'ultima era stata che Mourinho aveva allenato il vero Ronaldo, non quello lì, ma quello brasiliano.
Al che Cris aveva risposto ai media dicendo che certe cose non meritavano nemmeno di essere commentate e che lui non sputava nel piatto in cui aveva mangiato, che non avrebbe mai parlato male dei suoi allenatori passati e nemmeno di gente che parlava male di lui.
Era stata la cosa giusta.
Però ora c'era un altro messaggio che era giusto gli desse.
Cris capì e con un'emozione dentro che crebbe come una miccia accesa, annuì serio e concentrato. Riky gli prese il braccio e lo strinse senza guardarlo.
- Bene ragazzi! Fatevi onore! - Disse poi a voce alta Carlo mettendo la mano in mezzo, subito tutti si ammassarono intorno a lui e misero la loro per poi gridare in coro e darsi forza.
Era diverso da prima. Era molto diverso.
Cris lo stava assaggiando ora seriamente, Riky già sapeva che era così Carlo.
Stavano uscendo tutti insieme, chi per andare in panchina chi in campo. Riky stava andando verso la panchina quando Cris lo fermò.
- Ehi e il buona fortuna? - Glielo dava sempre quando uno giocava e l'altro no. Riky rise e lo abbracciò nel caos che li circondava, un gran via vai.
- Pensa al messaggio! - Cris annuì e prima di lasciarlo andare, mormorò sorpreso e colpito.
- Capisco perchè ti piace tanto! - il sorriso di Riky rischiarò tutto ciò che poteva essere rimasto.
Prima di allontanarsi e perdersi fra la folla, Cris aggiunse:
- E poi mi spiegherai qual è il motivo della tua tensione di oggi! - Cris aveva capito che non c'entrava la partita perchè sapeva che Carlo gliel'avrebbe risparmiata. Era giusta così.
Riky non era ancora tornato al suo massimo, stava migliorando ma c'erano volte in cui non dava il meglio e rischiava che fra i limiti fisici che ancora aveva e l'emozione per scontrarsi con Mourinho e fargli vedere di cosa era capace, poi non facesse esattamente ciò che sperava.
Riky finse di non sentire ed andò dritto. Prima che la partita cominciasse, riuscì a perdersi nei propri pensieri per capire cosa avrebbe dovuto rispondere dopo a Cris.
Certo che era stato teso. Era il minimo visto che aveva incontrato Andriy, un quasi praticamente suo ex. Lo aveva visto parlare e scherzare tantissimo con Cris.
“Andriy non è uno che ride e scherza molto, è chiuso e diffidente ed in generale freddino. Quando si lascia andare è un evento e lo fa con pochi eletti. Infatti anche le foto che ha fatto con tutti gli altri lui aveva un sorriso molto contenuto... ma quando ho visto quelle con Cris che qualcuno gli ha fatto rubandole dalla loro conversazione, mi ha lasciato di stucco. Rideva tantissimo! In tutto il pomeriggio ha riso così tanto solo con lui, perfino con me, per quanto felice fosse di rivedermi, era teso. A questo punto è lui che mi deve dire qualcosa! Che si siano già visti prima di oggi?”
Riky ci pensò e ci rimuginò come già aveva fatto per tutto il pomeriggio dimostrandosi strano e teso. Poi si concentrò sulla partita e con orgoglio ammirò un Iker in gran forma fare delle parate eccezionali ed un Cris in altrettanta forma.
Eccoli i loro messaggi.
Meglio di così non erano mai stati.
A quel punto Mourinho avrebbe solo potuto incassare. Ed incassò ancora meglio la sconfitta e quindi la perdita di quel piccolo trofeo in palio.
Insomma, un'inevitabile fine, un punto e a capo. Anzi, un nuovo libro.
L'epoca Mourinho era finalmente conclusa.


Riky abbracciò entusiasta tutti a partire da Iker a cui diede un tenero bacio sulla guancia, lo spagnolo era sfinito ma al settimo cielo.
Poi abbracciò anche gli altri per poi arrivare a Cris, non che fosse teso, però in effetti qualcosa di diverso c'era. Se ne rese conto da solo e si odiò. Era una serata splendida e lui doveva stare lì a pensare perchè Andriy aveva riso tanto solo con Cris!
Cris però era troppo contento per accorgersene o forse lo fece ma lo mise comunque da parte.

I festeggiamenti ci furono, ma non furono certo esagerati e quando alla fine di tutto staccarono la spina, fu perchè erano in albergo e nelle camere per dormire.
O per lo meno il tentativo era quello.
Riky era ancora molto indeciso su come affrontare il discorso quando si sarebbe presentato, uscito dal bagno trovò Cris steso di traverso sul letto a navigare su internet col telefono. Come al solito, la sera controllava le foto che li riguardavano della partita. Girava su tumblr, scriveva tag Kaka e Cristiano Ronaldo e affini e vedeva che usciva. Era così che aveva scoperto l'esistenza del criska.
Quando l'aveva detto a Riky era morto per dei lunghissimi minuti ed aveva passato giorni lontano da lui, come se fosse stato lui a darsi quel nome e a farlo notare a tutti!
Alla fine aveva deciso di darci un taglio... ma non di esagerare nello stare insieme a lui in pubblico!
- Bella serata, eh? Ci voleva proprio un finale così! Era giusto! - Disse mimando un entusiasmo esagerato.
- Mm... - Fece Cris impegnato a guardare le foto come ogni sera.
- Cris... - Lo chiamò accostandosi al letto per potersi stendere. Cris non si mosse.
- Senti... - Fece allora come fosse stranamente pensieroso. Non era più felice come prima.
- Sì? - Riky capì che ora gli avrebbe chiesto spiegazioni. Ora si sarebbe sentito idiota.
- Ma quando l'hai incontrato?! - A quel punto Cris si tirò su e gli mostrò una foto messa on line quella sera, era un po' sgranata ma erano lui e Andriy insieme uniti da un abbraccio parziale, ridevano divertiti. Sembravano in un ambiente un po' deserto.
Riky si fermò e fu come se gli staccassero la spina, per un momento pensò d'aver fatto qualcosa di male, si sentì così, in colpa. Poi ci rifletté. Non aveva fatto niente di male.
- Oggi... prima di andare negli spogliatoi... lui e Paolo giravano un po' ovunque e ci siamo ritrovati, abbiamo scambiato quattro chiacchiere da soli... sai, con gli altri non avevamo avuto tempo... - Riky però parlava come se si stesse scusando, esagerava nelle spiegazioni e Cris arricciò la bocca facendosi attento. Ormai lo conosceva come le sue tasche.
- E' per questo che eri nervoso? - Non voleva insinuare niente di preciso, voleva solo capire bene. Era ovvio che non pensasse male, ma se Riky era teso per aver parlato da solo con Andriy, doveva approfondire.
Riky si sentì con le spalle al muro ed anche se era una persona gentile e a modo, come chiunque reagì male. Certo lui non attaccava in modo aggressivo, però lo faceva.
Si sedette su una sedia scostando i vestiti e incrociò le braccia al petto risoluto.
- E tu? Me lo spieghi perchè parlavate come se vi conosceste da una vita? - Cris si sentì come uno che aveva perso un pezzo importante del film che guardava.
Da che erano al punto A a che erano al punto C. Ed il punto B?
- Cosa?! - Fece infatti con un filo di voce cadendo dalle nuvole e piegando la testa di lato.
- Hai capito bene! Voi due non vi conoscete però avete parlato e riso come se vi conosceste! Vi siete già visti prima? - Cris si ricordò di aver già visto Andriy un paio di volte ma non aveva mai approfondito molto se non l'ultima che era stata proprio quell'estate, in un evento di beneficenza dove avevano presenziato entrambi.
- Sì, certo... qualche settimana fa ad un evento di beneficenza, era presente anche lui ed abbiamo approfondito un po' la conoscenza, niente di che... parlavamo di questo... - Riky aggrottò la fronte senza capire.
- Andriy non si apre e non ride e soprattutto non parla, è chiuso salvo che con pochi eletti che però deve conoscere da un po'! È impossibile che solo con una volta in cui avete parlato un po', lui oggi abbia riso a quel modo con te! Se l'hai notato, non l'ha fatto con nessuno! -
Cris si mise a sedere meglio per concentrarsi per bene sulla conversazione, mentre il nervoso ora montava dentro di lui. Era cominciata come pura curiosità semplice ed ora stava diventando qualcosa di più. Di molto di più.
Ovviamente ora voleva capire bene anche lui.
- Cosa ne so io! Magari si è trovato istintivamente bene con me! Anche quell'altra volta ha riso molto con me! Forse non lo conosci bene come credi od è cambiato nell'ultimo periodo... sai che ha lasciato il calcio e sai quanti problemi ha avuto nel finale della sua carriera, magari lasciarlo l'ha rilassato e l'ha fatto rinascere per cui ora ride di più! Da quanto non lo vedevi? -
Riky era sempre più con le spalle al muro e sentendo quell'ultima domanda travisò completamente il senso, infatti si alzò di scatto come un gattino a cui avevano pestato la coda.
- Da molto e mi ha stupito vederlo così aperto verso di te! Non ha fatto l'amichevole con gli altri, proprio com'è nel suo stile! -
- Con te però l'ha fatto, da solo! - Puntualizzò Cris capendo che gli stava facendo una piazzata di gelosia. La cosa gli piaceva, non lo poteva negare, ma era assurdo che fosse proprio per Andriy... sarebbe dovuto essere lui a farla. Erano loro quelli stati insieme al Milan!
- Fra noi è normale, siamo sempre stati legati e ridevamo molto insieme! Ero uno dei pochi con cui parlava di più! Così è normale che quando ci rivediamo, ridiamo insieme! - Spiegò Riky facendo peggio di prima. Cris si alzò con il fastidio che montava dentro, ma non per il motivo che Riky poteva pensare.
- Siete stati praticamente insieme, vi siete rivisti da soli e sei stato nervoso tutto il tempo e poi tu mi vieni a chiedere perchè siamo diventati amici? Chiedilo a lui se ci tieni a saperlo! Magari sono più simpatico di quello che pensi, no? Ma tu chissà cosa vai a pensare! - Con quello uscì dalla camera. Riky rimase fermo a fissare la porta chiusa col cuore che batteva impazzito.
Alzò le mani che tremavano e si strofinò il viso cercando di calmarsi, ma era così agitato che stava per avere una crisi di nervi.
Quando era in quelle condizioni era meglio farsi aiutare da qualcuno, si conosceva.
Fu così che uscì anche lui e bussò alla porta di Iker e Sergio, questi impallidirono nel trovarselo sull'orlo di una crisi di nervi.
Iker lo fece subito entrare e sedere sul letto, in un attimo uno gli porgeva dell'acqua e l'altro sventolava le mutande per fare aria. Sergio sventolava le mutande... era la prima cosa che gli era venuta in mano.
Riky si calmò solo perchè aveva provato a capire cosa fossero e quando ci era riuscito aveva smesso di respirare.
- Sergio, per favore... così muore! - Sergio allora smise ed attese che Riky si riprendesse.
Quando sembrò riuscirci, Iker azzardò a chiedere:
- Ehi, cosa è successo? -
- E' ovvio cosa è successo! È così solo quando litiga con Cris! -
A quel nome Riky scoppiò a piangere e Iker lo abbracciò mentre Sergio faceva la sua espressione trionfante da 'ho vinto' e Iker lo ammoniva.
Gli carezzò la testa e lasciò che piangesse, ci vollero alcuni minuti durante i quali Sergio stava per addormentarsi, poi finalmente Riky tornò fra i vivi e spiegò.
- Ma io non volevo fare il geloso e lui ha pensato che lo facessi per nascondere chissà cosa che è successo fra me e Andriy ed ora lui penserà non so e... ma non è successo nulla! Io solo non mi spiegavo questo loro rapporto perchè non è da Andriy... -
Sergio sospirò ed alzò le spalle dando una spiegazione quanto mai semplice:
- Cris è una forza della natura, se è di buon umore fa ridere ET senza senso dell'umorismo! Cioè lo conosci meglio di me! Se lui è in vena non c'è uno che non rida con lui! Non c'era niente da capire! - Non aveva molto tatto, però aveva ragione. Riky tornò a fare segno di piangere ancora, aveva rovinato tutto.
- Non l'ho fatto apposta, mi sono sentito accusato di qualcosa ed ho reagito senza pensare! So che non c'è niente da essere gelosi ma... ma loro... Andriy è un po' come il mio ex. Sono suscettibile... e lui è il mio compagno! -
Iker capiva bene, dopotutto era umanamente accettabile una reazione simile in quelle condizioni.
- Dai... ora si calma e ne riparlate senza saltare su affrettati. Non è nulla, è solo un equivoco... tu volevi dire una cosa che hai detto male e lui un'altra che tu hai capito diversamente... insomma, succede! - Era vero. Però Riky era devastato all'idea di aver litigato per una cosa simile.
- Devo fare pace subito, devo scusarmi... e se non mi vuole ascoltare? Abbiamo capito male! Lui deve sapere! - Sergio gli spettinò i capelli sorridendo per tranquillizzarlo.
- Certo che ti ascolta! Appena ti vede così si scioglie! E se non funziona abbassi i pantaloni e tutto si risolve! - Iker lo fulminò con lo sguardo ma Riky sorrise un po' all'idea.
Dopo un paio di minuti, uscì alla ricerca di Cris.

Cris, uscito dalla camera, aveva viaggiato come una pallina del flipper che sbatte su tutte le superfici a casaccio, poi dopo aver inciampato ed essere finito contro una porta, si rese conto d'aver disturbato qualcuno.
Quel qualcuno uscì per vedere cosa succedeva e nel ritrovarsi davanti proprio lui, pensò che Dio aveva sempre qualche piano.
Ovviamente.
- Ecco, proprio suo padre mi mancava... - Esclamò a voce invece di limitarsi a pensarlo.
L'espressione di Carlo da stupita e interrogativa divenne comica e incredula. Tutto un programma.
- Come scusa? - Cris si rese conto d'averlo detto ed imprecò, così alzò le mani e si scusò per scappare via.
- Cristiano! - Chiamò deciso Carlo. Cris si fermò ed alzò gli occhi al cielo. Non lo poteva reggere. Sicuramente avrebbe parlato bene di Riky e gli avrebbe detto di non essere così duro. E poi parlare con Carlo dei problemi personali di coppia che aveva con quello che teoricamente era il suo figlio putativo, era davvero imbarazzante nonché pessima come idea.
Ma quando si girò e vide la sua faccia pacioccona guardarlo preoccupato, capì che più che altro era interessato a lui e a come stava.
- Si vede tanto che sono fuori di me? - Chiese spontaneo. Carlo piegò la testa con fare ovvio, poi prese degli spiccioli dalla camera, prese la chiave e chiuse la porta uscendo. Cris, stupito, lo guardò.
- Cosa fa? -
- Dammi del tu e seguimi... ci sono dei distributori nella sala relax... - Ovviamente lui conosceva ogni punto di ristoro di tutti i posti che visitava. Non gliene poteva sfuggire uno solo.
Fu così che decise di accettare la sua compagnia, magari il santo padre -che dio lo potesse perdonare per il paragone- l'avrebbe potuto illuminare!