CAPITOLO XVII:
LA RIVOLUZIONE IN ATTO

Zinedine sapeva che Riky sarebbe stato inavvicinabile una volta entrato negli spogliatoi, tutti volevano salutarlo, bene o male non c'era nessuno che non gli fosse affezionato almeno un po'. Era uno che riusciva a piacere sempre.
Così lo chiamò prima di vederlo sparire all'interno, gli chiese una breve consulenza finale e Riky rise sentendo quelle parole, capì subito di cosa si trattava.
Due brevi passi poco distanti.
- So che non posso trattenerti molto perchè ti aspettano tutti per gli abbracci finali, per cui sarò sorprendentemente diretto. - Riky sorrise ed annuì guardando l'erba che calpestava per l'ultima volta.
- Karim? -
Zinedine si grattò la nuca per la prima volta imbarazzato. Riky lo guardò sorpreso ma non commentò.
- Sì... mi chiedo se alla fine il mio metodo fosse sbagliato. Ero sicuro che funzionasse, che con uno come lui, che mi somiglia molto, quella fosse la cosa giusta ma... vedo che continua a non tornare. Gli ho lasciato tempo e spazio, dovrebbe essersi sbollito però... -
Riky si fermò sorpreso e con lui Zinedine che lo guardò non capendo cosa avesse, l'espressione di chi non credeva a ciò che sentiva.
- Che c'è? - Chiese infatti.
- Davvero non te ne sei reso conto? - Chiese infatti pensando lo prendesse in giro. Era così evidente.
- Cosa?! - Chiese infastidito Zinedine. Riky alzò le mani e lo fermò con una strana espressione.
- Vediamo se riesco a fartelo capire... Karim quando si è lasciato con José gli ha fatto una guerra spietata che non auguro a nessuno, è andato anche con Gonzalo per dimostrargli che non contava più niente. Poi si è preso per Gonzalo, si è trovato bene con lui e nei momenti di crisi con lui, faceva il matto. Si è fatto fermare dalla polizia perchè correva a non so nemmeno quanto in macchina... è tornato a letto con José, ne ha fatte di cotte e di crude. E giocava malissimo, in tutti quei periodi era assentissimo in campo. - Zinedine inarcò le sopracciglia non capendo dove volesse arrivare.
- Non ne avevo idea... è stato l'anno in cui non c'ero. -
- Ora che si è lasciato con te, lui tutto quello che ha fatto è stato isolarsi un po', tirarti una birra in faccia e... e basta! Capisci? A calcio va meglio che mai, non è particolarmente scontroso, non è arrabbiato, non fa danni in giro di alcun tipo... non sta dando di matto! -
Zinedine si seccò molto, non capiva proprio come questo dovesse essere una cosa bella!
- Significa che non ero importante, che non sono nemmeno all'altezza degli altri! -
Riky sospirò coprendosi la faccia, come faceva a non capire? Era evidente!
- Zinedine! Karim con José e Gonzalo è partito subito col sesso e poi si è preso da loro. Con te prima si è preso e poi... -
- Non abbiamo ancora fatto sesso. A parte quella volta da ubriaco, due anni fa, alla festa della Liga. Ma non lo ricorda e non lo posso considerare. - Riky tornò a fermarlo, lo sentiva sul piede di guerra perchè era convinto che tutto quello non andasse a suo favore.
- Sei diverso! Tutto questo dimostra che tu sei diverso dagli altri e che ci tiene a fare le cose per bene. Fidati che lui che si mette un freno sessuale è un evento unico e raro. Il fatto che ci sia rimasto tanto male lo conferma. - Zinedine non riusciva a vedere tutto questo 'male'.
- Hai detto che quando si è lasciato con gli altri ha fatto cazzate, con me nulla! -
Riky sospirò e decise per la chiarezza nuda e cruda.
- Il tuo metodo funziona! Volevi che cambiasse registro, che si calmasse, che non facesse il matto tutte le volte che qualcosa non andava, che non agisse in modo precipitoso... volevi delle cose precise da lui, volevi rivoluzionarlo... bene, Zinedine. Ci stai riuscendo! Ora separa vita privata da calcio, ma ancora più importante non fa il matto schizzato fuori di testa, non è più un gatto costantemente arrabbiato pronto a diventare una tigre in qualsiasi momento e fare una strage. -
Zinedine aprì la bocca sorpreso di quel che stava sentendo.
- Sei sicuro?! - Come aveva fatto a non notarlo da solo? Era quello che aveva cercato di raggiungere...
Riky sorrise sicuro.
- Sì! Lo conosco, è un cambiamento che salta subito all'occhio a chi è stato con lui per quattro anni di fila! È in atto la rivoluzione! - Lo disse con una tale sicurezza che Zinedine non dubitò più ed anzi si sentì estremamente euforico.
- Quindi devo avere pazienza, tenere duro ed insistere? -
Riky gli mise la mano sulla spalla.
- Non devi assolutamente mollare con lui. Con lui tutti prima o poi hanno mollato, per questo non ha fatto quel salto in avanti che tutti volevano facesse. Non devi mollare. Qualunque cosa tu abbia in mente falla, andrai alla grande con lui! - Zinedine sorrise contento e sicuro di sé come appariva in pubblico, quindi lo abbracciò e lo ringraziò salutandolo.
- Anche tu andrai alla grande col Milan. È quello che ti ci vuole, ne sono sicuro. -
Riky ne era certo.
- Ti affido i ragazzi! - Nel corso di quei quattro anni si era un po' sentito il loro fratello maggiore ed ora sicuramente sarebbe stato così anche per Zinedine, era una cosa naturale.
Erano diversi, metodi diversi, però i risultati pareva fossero buoni comunque.
- Buona fortuna, Riky. Sei una persona squisita, ma lo sapevo. - Con questi auguri e questi sorrisi, i due si salutarono e andarono per la propria strada.


Zinedine, come deciso, affrontò Karim di nuovo, non lo avvertì perchè era abbastanza sicuro che non l'avrebbe accettato.
Decise di andare direttamente a casa sua.
La cosa positiva per Karim era che viveva da solo e non aveva nemmeno relazioni di copertura, ragazze immagine da spiattellare nei profili dei social network per farsi vedere con una bella donna e far sapere che non combinava niente altro che non andasse.
Era sempre comodo una relazione da copertina. O copertura.
Persino Mesut si era arreso ad averne una, spinto da Sami il quale l'aveva da un bel po'.
Karim no.
“Ma di lui non diresti mai che ha rapporti. A momenti sembra che non abbia nemmeno amici. Dico, visto da fuori. Poi sì, lo vedi tanto con Mesut, Sami e Raphael. Con Raphael di meno, quest'estate. Lui aveva la riabilitazione ma non li ho visti comunque tanto insieme, credo abbia combinato qualcosa anche con lui, Karim.
Però in realtà così, se lo vedi e basta senza andare dietro le quinte, non sembra abbia rapporti. Non gli servono le relazioni di copertura, a quello!”
Non era nemmeno tipo da averne, probabilmente.
Era capace di dire senza problemi un 'sì sto con un ragazzo' oppure un semplice e ringhiante 'sono cazzi miei con chi sto'.
Quando gli aprì la porta, per poco non gliela richiuse in faccia di riflesso.
Zinedine ci mise il piede ed il braccio e riuscì a non farsi tranciare nessun arto usando la forza.
- Siamo ancora a questo punto?! - Chiese sorpreso e provocatorio.
- Solo perchè ti ho fatto una domanda, non significa che ora le cose fra noi siano a posto! Scordatelo! Ed ora vattene! -
Era ancora arrabbiato, dedusse. Ma era strano.
- E allora perchè non hai chiesto a Carlo, a Riky, a Cris, a Iker... potevi chiedere a mezzo mondo. Sei venuto a me a chiedere! - Karim sospirò spazientito e alzando gli occhi al cielo entrò in casa sapendo che tanto non si sarebbe mosso.
Zinedine entrò e si chiuse la porta alle spalle, dopo di che rimase fermo all'ingresso aspettando l'ospitalità di Karim, capendo che avrebbe aspettato una vita, si mise comodo da solo e si tolse il telefono di tasca chiudendolo, lo mise nell'ingresso insieme alle chiavi della macchina. Dopo di che avanzò nel soggiorno cercando Karim sparito da qualche parte.
- Karim? -
- Non voglio parlarti, ho il diritto di non farlo! - Ringhiò dalla cucina. Zinedine si affacciò ma rimase a debita distanza ricordandosi l'ultima volta che gli aveva tirato la birra. Karim capì che non entrava per quello e rimase di proposito dentro sperando che quella distanza impedisse che le cose degenerassero.
Lui voleva ancora Zinedine con tutto sé stesso ed in modo imbarazzante ed umiliante, ma non poteva semplicemente mettere tutto da parte e farlo.
L'aveva trattato male, non meritava che facesse pace e basta.
Oltretutto non capiva ancora cosa diavolo volesse da lui.
- Senti, perchè non molli? Credevo non te ne fottesse un cazzo! Hai passato giorni senza cagarmi, pensavo l'avessi messa via, che non ti importasse, che fosse solo una sfida andata male! Perchè diavolo sei qua?! Per sapere perchè ti ho fatto quella domanda? Sei così egocentrico?! - Sperava si offendesse e se ne andasse, ma Zinedine rimase impassibile con le braccia conserte e le spalle allo stipite della porta a fissarlo, quel mezzo sorrisino indecifrabile. Perchè diavolo doveva guardarlo sempre in quel modo?
Perchè?
Non guardava tutti così.
- Non mi puoi semplicemente dire perchè l'hai chiesto a me? Sono stupito! Hai giurato odio eterno, di non volermi parlare più e poi che fai? Mi cerchi tu per una cosa che potevi sapere da chiunque altro. -
- Sei tu il direttore sportivo o sbaglio? -
- Resta Florentino il presidente, io mi occupo dei dettagli, faccio proposte, sto attento ai talenti, pongo delle liste, ma le scelte finali spettano a lui. Non sono io che decido seriamente. - Spiegò calmo Zinedine.
- Era logico chiederlo a te! - Chiuse secco Karim, lo fissava torvo e col suo famoso broncio che a Zinedine piaceva tanto.
- No, noi due abbiamo un trascorso. -
Karim a quel punto, spalle al muro, fece quello che di natura gli veniva meglio.
- Allora parliamo del trascorso! Perchè ti interessa tanto saperlo? Non ti sei fatto vivo per settimane, dopo quella volta! Non ti interessava niente di me o avresti insistito! Ora cosa ti importa? - Karim però rimaneva a debita distanza anche se era infervorato e Zinedine da questo capì che non era finita per niente, ora ne aveva la certezza.
Riky aveva ragione, aveva reagito in modo diverso dal solito, ma non perchè non contasse. Contava. Però qualcosa era cambiato in lui.
Il suo metodo in qualche modo aveva funzionato.
Non se ne capacitava nemmeno lui, però i risultati erano davanti ai suoi occhi.
- Cosa mi importa dici? - Chiese paziente. - Karim, sei stato tu a dirmi che non volevi più parlarne, io ti ho accontentato. Non sono un sadico, contrariamente a quello che pensi. E tu? Perchè sei rimasto così saldo e non hai dato di matto? Anche a calcio sei andato benissimo... ho creduto che non fosse niente di speciale, quello che avevi per me. - Ora lo stava provocando. Non che ci volesse molto per farlo scattare. Karim partì in quarta, gli andò davanti e col sangue alla testa, irragionevole, incontrollato di nuovo come la tigre di un tempo, si liberò da quel grigiore oppressivo di quei giorni gridandogli in faccia, gesticolando furioso.
- Niente di speciale?! Zinedine, mi hai demolito! Ho creduto fossi quello giusto, ero disposto a fare le cose come andavano fatte, a cambiare i miei metodi e fidati che era piuttosto difficile! Mi sono detto di fidarmi, di provarci, di tenere duro e poi vengo a sapere che per te ero una sfida, che l'avevamo già fatto e non lo ricordavo e che per te sono solo una bestia da domare e non... una cazzo di persona da amare, magari. Uno con cui stare, con cui passare dei bei momenti! Sai perchè non ho reazioni e non do di matto? Perchè sono completamente annullato! Tu mi hai annullato! Non provo niente! Niente rabbia, frustrazione, odio, fastidio! Per questo gioco bene! Sono fermo in un grigio costante, come che tutto avesse perso di importanza! Mi hai ferito fino a questo punto, cazzo! E tu ancora mi chiedi perchè non ho dato di matto? Grazie a Dio! Perchè se l'avessi fatto questa volta non mi sarei limitato a correre a 260 all'ora! Mi sarei schiantato! Mi hai demolito, mi hai ferito così in dentro che sono diventato apatico, cazzo! E mi vieni ancora a dire niente di speciale?! Non hai capito un cazzo di me! - Zinedine pensò che in effetti non aveva torto, ma invece di spegnersi spaesato e annullato da quell'esplosione atomica, gli prese i polsi che viaggiavano come fulmini impazziti davanti al suo viso, lo fermò e dovette usare forza perchè non voleva saperne. Karim strattonò e Zinedine aumentò la presa, quindi lo tirò e lo spinse contro il muro.
- Lasciami! - Karim aveva abbastanza forza da picchiarlo e non c'era niente che volesse fare di più, ma Zinedine non era un atleta qualunque, era uno che in risse era piuttosto esperto, cresciuto nel peggiore dei modi in un quartiere davvero pericoloso della sua città.
La sua vita non era stata quella dei calciatori comuni.
Sapeva annullare qualcuno, anche se era forte.
Per cui lo immobilizzò col suo corpo, spinse le braccia contro il muro, strinse i polsi fino a fargli male e quando finalmente l'ebbe fermato lo guardò.
I suoi occhi affilati come quelli di un felino, quel colore chiaro, nocciola. Lo sguardo intenso.
Zinedine per la prima volta non sapeva cosa dire, non ne aveva idea perchè le sue parole erano stati tanti pugni, non aveva immaginato cose simili ed ora era lì a doverla risolvere in qualche modo, preso in contropiede.
Mai nessuno era riuscito a stupirlo a quel modo e forse la rivoluzione era reciproca, si disse.
Così semplicemente, istintivamente, seguì quello che voleva fare dal profondo.
E lo baciò.
Premette le labbra sulle sue cercando di aprirgliele e avere la supremazia, ma Karim non gli andò dietro, le serrò forte e cercò di girare la testa, allora Zinedine gli lasciò un polso e gli prese il collo ed il mento girandogli il viso con forza, lo tenne fermo mentre Karim con la mano libera lo spingeva via senza successo. Era una roccia piantata contro di lui.
La bocca di nuovo sulla sua che però non si voleva concedere.
Voleva anche lui quel bacio ma era principio.
Non era giusto.
Non poteva avere quello che voleva quando voleva.
Settimane di nulla e poi cosa?
Perchè?
Zinedine capì che questa volta doveva sottostare al metodo di Karim e separò la bocca andando sul suo orecchio per rispondergli.
- Volevo lasciarti perdere e rispettarti, volevo fossi tu a tornare da me... -
- E allora perchè sei qua? - Chiese Karim sperando la smettesse e lo lasciasse, ma ancora la mano gli bloccava la testa e non riusciva a toglierselo di dosso.
- Perchè tu vuoi che io sia qua. Oggi mi hai cercato sperando che facessi qualcosa. Ed ora ti accontento. - Rispose sicuro e determinato. Dopo di che gli leccò l'orecchio e Karim chiuse gli occhi, voleva ribellarsi e rifiutarlo ma l'aveva voluto con una tale disperazione che non sapeva dire cosa gli fosse preso.
Non era giusto ma lo voleva.
Voleva girarsi, abbassarsi e farsi prendere. Era l'istinto più forte che aveva.
Alla fine invece di spingerlo, la mano libera gli prese la maglia e gliel'alzò in un chiaro messaggio che a Zinedine piacque. Finalmente si separò e l'aiutò a togliersela. Rimase a torso nudo e si guardarono come braci incandescenti.
Karim la tigre, acceso più che mai.
E Zinedine una promessa di piacere assoluto.
A quel punto tornò ad avventarsi su di lui e ancora prima che si congiungesse alle sue labbra, quelle di Karim erano aperte e con la lingua sulla soglia pronto ad accoglierlo.
Gli venne incontro e nel ritrovarlo, lui, il suo sapore, la sua bocca, per un momento gli girò la testa.
Si poteva desiderare qualcuno con una tale intensità?
Il grigio era diventato rosso, il vuoto e la sospensione era un tuffo in una lava infuocata. Provava di tutto e non sapeva nemmeno gestirlo.
Ma era di nuovo vivo.
Era lui il punto di tutto, il sole attorno a cui girava ogni cosa.
E forse era così da molto più tempo di quel che pensava.
Nel bacio pieno di passione, gli tornarono alla mente i flash della famosa notte dimenticata.
Era ubriaco, ma appunto per quello l'aveva voluto con maggior chiarezza.
Non c'erano altre interpretazioni. Non era andato contro sé stesso. Zinedine non aveva approfittato di lui. Era andata esattamente come doveva.
Karim aveva cominciato a farsi domande sull'essere gay per lui, per quel che gli stimolava Zinedine.
Lo strinse per la vita, affondò le unghie e tirò verso di sé graffiandolo, dopo di che gli prese il viso fra le mani e lo spinse per scivolare giù, gli abbassò i pantaloni ed i boxer e si avventò senza fiato sulla sua erezione.
Zinedine rimase appoggiato con le mani al muro e gli lasciò lo spazio per muoversi liberamente.
Sapeva d'aver detto a Riky che la cosa migliore per dimostrare ciò che si provava a qualcuno era dargli ciò che voleva di più, Karim voleva la libertà e gliel'aveva data. Ma c'era stato qualcosa, c'era sempre stato qualcosa a fermarlo dal lasciargliela davvero.
Quella sua mancanza di reazioni.
Non era una cosa da Karim.
Riky aveva ragione.
Karim non se l'era tolto dalla testa. Il suo metodo aveva funzionato. Per cui ora doveva usare di nuovo la forza per proseguire con la sua presa di posizione.
Spinse nella sua bocca sentendolo mentre stringeva e succhiava, il rumore che faceva la sua bocca nel fargli quel lavoro, gli dava alla testa.
Aumentò i movimenti col bacino e le mani di Karim l'aiutavano in quello, sui suoi glutei a stringere e premerselo contro.
Non si controllò, arrivò all'orgasmo e Karim si prese il suo sapore senza fare una piega.
Decisamente l'aveva voluto da molto.
Si rialzò e lo baciò, il suo sapore acre nella bocca gli fece fare una smorfia ma lo eccitò ulteriormente. Voleva entrare, se non avesse appena avuto un orgasmo sarebbe entrato. L'avrebbe preso. L'avrebbe fatto.
Karim era diverso dagli altri, volta dopo volta faticava a mantenere un controllo, non ce la faceva proprio.
Forse era anche a lui che serviva tempo per ritrovarsi e capire cosa volesse, perchè.
Ci teneva a lui ma fino a che punto, per quale motivo?
La mano di Karim gli prese la sua e se la portò fra le gambe, sotto i pantaloni. Zinedine continuò da solo e sentendolo eccitarsi in breve, decise di ricambiare e si inginocchiò. Poteva essere un colpo di testa isolato ed essere una specie di addio, Karim era imprevedibile.
Non poteva avere la presunzione di controllarlo e gestire il tutto.
Per cui colse tutto quello che poté.
Con quel gesto che sorprese enormemente il più piccolo dei due, gli fece capire che in realtà ci teneva molto più di quello che aveva sempre dato a vedere fino a quel momento.
Dopo la prima sorpresa tornò l'intenso calore che crebbe ad ogni movimento della sua testa, l'accompagnò e tutto svanì fino a che non raggiunse l'apice allo stesso modo di Zinedine.
Quando lo baciò, ansimava dal piacere intenso, i sapori simili nelle bocche e poi di nuovo un perdersi uno nell'altro, nelle loro lingue, in quell'assoluta emozione che non avevano il coraggio di chiamare per nome.
Erano duri, erano caparbi e testardi. Erano della stessa pasta e finchè non avrebbero capito che non ci sarebbe stato un vincitore ed uno sconfitto, ma che ogni volta avrebbero sempre ottenuto entrambi la stessa cosa, non avrebbero trovato un punto.
Karim l'avvolse con le braccia e nascose il viso contro il suo collo, affannato.
- Devo pensare. Ho bisogno di pensare. Su due piedi non capisco mai un cazzo, poi rielaboro e capisco... - Zinedine non capiva a cosa si riferisse.
- Cosa capisci? -
- Quello che devo capire... quello che è successo... quello che voglio... quello che mi stai dicendo... non... non sono veloce di comprendonio... - Zinedine rise a quell'uscita e abbracciandolo a sua volta evitò qualunque gesto tenero nei suoi confronti. Sarebbe stato fuori luogo, pensò.
Ma non vedeva che il gesto tenero era quell'abbraccio a quella risata.
- Avrai tempo in nazionale... - Disse allora senza aggiungere altro.
Era giusto così, si disse.
Anzi.
Era meglio.
Le parole a dopo quella pausa.