*Ecco un altro capitolo, questo è il penultimo, poi la fic avrà la sua conclusione! Siamo ormai agli sgoccioli, a Maggio/Giugno 2016. Abbiamo lasciato Zizou che troncava con Karim nel disperato estremo tentativo di scuoterlo e vedere se così sarebbe riuscito a far pace coi sentimenti da cui scappa da sempre, per cui le cose non sono rosee ed è peggio quando i propri problemi legali si intromettono nella sua carriera calcistica in nazionale. Dopo aver fatto importanti progressi col giudice che toglie le restrizioni, la Federazione di calcio francese e l'allenatore, Deschamps, decidono di estromettere comunque Karim anche se è ammissibile. Ufficialmente dicono che è perchè finchè le cose non si sono chiarite, non vogliono schierarsi da nessuna parte, ma è vero che in molti altri giocatori parlano dicendo e rivelando molti dettagli utili a capire l'innocenza di Karim, nonostante questo ormai i media hanno manovrato l'opinione pubblica che è totalmente contro Karim ed è per questo che presidente ed allenatore non se la sentono di schierarsi con Karim, specie contando che vanno incontro agli Europei in Francia e che hanno bisogno del pubblico a favore al 100 %. Così Karim viene estromesso ed è davvero un durissimo colpo per lui, lo ha detto lui e lo ha detto Zizou il quale si schiera (le dichiarazioni del ministro dello sport francese sono vere fra l'altro) più apertamente che mai e difende Karim in tutti i modi. Le citazioni sotto le foto sono proprio di quel periodo di cui srivo, però nel capitolo cito una che lui ha detto davvero che mi ha colpito (ed infatti l'ho inserita), ma non la trovo perciò non posso riportarla precisa a come l'ha detta. Detto questo, buona lettura. Baci Akane*

37. NEL VERO MOMENTO DEL BISOGNO





"Ho parlato con Karim di questo e hanno preso la decisione. Non voglio entrare in queste cose. Il giocatore sta male, è molto triste, molto deluso, dato che voleva giocare nel torneo in Francia. E' un giocatore che può portare un sacco alla squadra francese. Con Karim ora devo dargli piena fiducia, così può continuare a giocare così come ha giocato fin qua. Non voglio dire se la decisione era giusto o no." - Zizou -

"Sono stanco di questa storia. E lui più di me. Vuole solo parlare di calcio, concentrarsi su quello, il suo lavoro giornaliero che è quello che fa con noi. Non ci vorrà molto che tutto questo venga dimenticato." - Zizou -

"E' speciale averlo qua. Prima di diventare allenatore era un giocatore ed io lo seguivo, era un giocatore pazzesco, una leggenda del gioco. Ho molta ammirazione, quindi è stato un piacere assoluto quando l'ho incontrato. Parlo con lui molto. Sono felice di averlo come nostro allenatore ed è una grande persona." - Karim su Zizou -

"Zidane è un esempio per me. E' come un fratello ma è il mio allenatore e sono molto felice di poter lavorare con lui." - Karim su Zizou -

È facile finché non lo vedo in campo, è più complicato quando torna ad allenarsi.
Ci guardiamo lontani, tesi. Non ci salutiamo. C’è un’atmosfera molto strana e James gli si appiccica ogni istante delle sessioni. Chissà se gli ha detto di noi.
Forse lo ha visto male ed ha pensato che per aiutarlo dovesse stargli più attaccato.
A volte è come se mi sfidasse, il piccolo. Lo abbraccia e lo tocca per ogni sciocchezza e spesso, anzi, quasi sempre, mi guarda. A volte da lontano, altre in modo diretto. Ed io tutte le volte ho voglia di dargli un pugno.
Altro che farlo giocare e dargli dei minuti. Voglio solo sotterrarlo.
È una cosa più forte di me, vorrei trovare una soluzione per farlo giocare, ma anche se ci sono delle occasioni, non gliele do mai.
Mi rendo conto che sto facendo qualcosa di sbagliato, ma lui in qualche modo mi sta portando via il mio Karim, l’unico che abbia amato in quel modo, che mi abbia fatto impazzire ed andare contro i miei solidi principi ed ideali, quello che mi ha fatto capire la differenza fra affetto e amore.
Perciò sì, sbaglio, sono meschino, ma non posso farci niente.
Lo sto odiando. Stop.
Perciò lo tengo lontano.
Voglio che se ne vada, voglio che odi questo posto e che se ne vada, voglio che desideri di giocare di più e che accetti le proposte, voglio che decida di andarsene perché non intendo guardarlo con Karim per un’altra stagione intera e siccome non darò mai il mio consenso a far andare via Karim, c’è solo questa soluzione.
Se prima lo facevo inconsciamente, ora lo faccio del tutto consciamente.
James deve andarsene, il resto non conta.

L’accanimento va avanti fino a che non vedo Karim insofferente e poi, un giorno, la svolta.
In effetti avviene per la peggiore delle notizie, quella che però avevo previsto, purtroppo.
La FFF annuncia la sua decisione di escludere Karim dall’europeo fino a che il processo e le indagini non saranno concluse o quanto meno le cose non saranno più chiare, perché ora dopo aver visionato i documenti vari, hanno stabilito che è ancora tutto troppo confuso e che non vogliono prendere posizioni fino a che non si chiarirà meglio.
Tradotto, finché l’opinione pubblica su Karim non migliora in modo esponenziale, loro non lo aiuteranno perché per loro conta più cosa pensa il mondo, piuttosto che la verità.
Tutti sanno come stanno le cose, molti altri giocatori hanno parlato sapendo di quel video, tanti erano stati contattati da questo individuo perché è uno che ha a che fare con le vendite di articoli di lusso per gli sportivi. In tanti hanno visto e riso di quel video, ma nessuno ha cercato di fermarlo. Karim si è ingenuamente messo in mezzo ed ora risulta conoscente in qualche modo dei ricattatori. Certo. Come tre quarti di nazionale francese!
Ma questo si guardano tutti bene dal dirlo, perché altrimenti sai che colpo per l’immagine della nazionale?
Una nazionale che coprirebbe qualunque cosa per i francesi purosangue, ma per gli stranieri naturalizzati guai, bisogna essere chiari ed onesti. Loro non sono dei nostri, perciò che si arrangino a difendersi da soli.
La cosa mi monta una rabbia incredibile e mi basta sentire le dichiarazioni di un ministro francese che spara a zero sull’esemplarità di Karim, come se lo conoscesse, come se sapesse qualcosa.
A questo punto mi metto in mezzo io e lo faccio con la mia furia gelida.
Non sono mai stato arrabbiato, ho sempre gestito le cose con diplomazia ed un sorriso calmo, ma qua non riesco a trattenermi e dico in conferenza che tutti possono avere le loro opinioni, ma quando si è dei pezzi pubblici così grossi, non si può esprimerle alla leggera, soprattutto senza averle accertate.
La questione poi prende connotazioni folli.
Karim esonerato per qualcosa per cui non ci sono prove inconfutabili altrimenti sarebbe già dentro. Dopo che il giudice ha tolto il provvedimento disciplinare che lo obbligava a stare lontano da Valbuena. Karim giudicato colpevole da tutto il mondo nonostante la presunzione di innocenza che hanno diritto tutti prima della conclusione del processo.
Ma come si pensa che potesse vincere se sono i pezzi grossi ad averlo preso di mira?
Ed ora si capisce chi c’era dietro alla manovra di tutto questo caso montato sulla base di nulla, in pratica.
Che da collaborante che ha cercato di aiutare un amico è passato a complice dei ricattatori e non solo, ogni cosa è stata resa pubblica.
Si capisce chi aveva contro.
Se trovo questa persona, questo ministro, lo investo e ci passo sopra tre volte.
Che diavolo gli avrà fatto Karim?
Non ho tempo di fare di più di quello che ho fatto, perché la reazione è quasi immediata.
Lui semplicemente mi scrive, non mi chiama, non mi capita in ufficio o a casa.
Mi scrive.
‘Sono a casa, ho bisogno di te, ti prego.’
Cose che fra ex succedono spesso, ma a quel punto dipende da ciò che vuole uno. Riallacciare? Ricaderci?
Quanto è giusto per lui che si ritorni  come prima?
Avrà capito cosa vuole?
Non so nemmeno io cosa sia obiettivamente meglio per lui, però nel momento in cui lo immagino a spaccare tutto o peggio a piangere per quello che so è il peggior colpo della sua vita, realizzo che non ha la minima importanza. Se farò peggio andando da lui pazienza.
Lui ha bisogno di me, ora più che mai.
Così, ci vado.

Karim mi apre dopo il primo suono di campanello. Appena dentro mi getta le braccia al collo, stringe forte e piange.
Forse con James si sente più forte e gli piace fare l’uomo ogni tanto, ma quello di cui lui ha bisogno, quello che gli serve davvero è una persona che sappia farlo sentire sia forte che debole, una persona che lo aiuti a stare meglio, che accolga le sue lacrime e si prenda cura di lui, che gli faccia capire che anche essere deboli, ogni tanto, va bene. Che ci penserà lui.
Una persona, poi, che gli dia spazio e che gli permetta di essere chi vuole quando ha bisogno.
- Non ce la faccio, questa volta. - Mormora contro il mio collo. Io lo carezzo sulla nuca stringendolo forte.
Quando ha avuto bisogno davvero, è corso da me.
Questa forse è la risposta che mi serviva.
- Sì che ce la fai. - Scuote la testa.
- No. No! - Esclama senza staccarsi da me, così con lui appeso al collo cammino dentro in casa dirigendomi al soggiorno, attraverso la casa e lo infilo in camera, lo faccio stendere sul letto ma non ho quello in testa. Assolutamente.
Ho avuto un momento per vederlo, prima, ed aveva la faccia rossa, gli occhi gonfi e pieni di lacrime. Piangeva da molto. Anche le nocche sono rosse, ha colpito a mani nude qualcosa.
Quando lo lascio si preme gli occhi coi palmi e continua a piangere con una smorfia di dolore.
Lo lascio, vado in cucina e torno con tre mattonelle di ghiaccio avvolte in canovacci.
Gli stendo le braccia e gli metto una per mano sulle nocche. Poi l’altra gliela metto sugli occhi. Infine mi siedo sul letto con lui e gli carezzo dolcemente il viso, il collo, il mento. Così, solo così. Alla penombra della camera. Solo io e lui. Lui docile che si fa fare di tutto. Io che faccio quello che ho sempre fatto e che, in ogni caso, non smetterò mai di fare.
Mi prenderò per sempre cura di lui. Per sempre.
Il silenzio ci culla, non dico nulla, non c’è davvero nulla da dire. Lo sapevo, certo che lo sapevo. Però questo non fa meno rabbia o male.
Così sto zitto e lo carezzo, infine quando vedo che il respiro è più calmo e che sta meglio, mi chino e lo bacio sulle labbra, anche se non avrei dovuto, dovevo aspettare che eventualmente fosse lui a volerlo, a decidere.
Lo faccio solo sfiorandolo, leggero. Poi mi stendo accanto a lui e lo circondo col braccio accoccolandolo su di me.
Si toglie le mattonelle e si aggrappa al mio petto dove sprofonda il viso, non piange più.
Lo carezzo sulla schiena, piano, calmo.
Dopo un tempo infinito mi limito a dire solo una cosa:
- Passerà anche questo, te lo prometto. -
E forse un giorno smetterà di fare così maledettamente male. Forse. Però ora come ora è l’unica cosa che può accettare è che passerà. Così non dico niente altro.

Non che gliel’ho tirata, ma io sapevo che sarebbe successo e onestamente non so se è una conseguenza di questo momento delicato o cosa, ma un giorno me lo vedo arrivare di corsa, mi afferra mentre sto infilandomi nello spogliatoio per cambiarmi ed andarmene e prima che me ne accorga, mi dice sbrigativo con aria d’emergenza:
- Fingi di parlare con me! - Esclama. Io, preso contropiede, rispondo subito:
- Ma stiamo parlando. Anche se non so di cosa! -
- Dammi ordini! - Così spalanco gli occhi per capire se sia impazzito perché chiaramente alludo a qualcosa di erotico che fra l’altro non facciamo da un bel po’.
Il rapporto è strano, siamo tornati a parlare e a stare insieme come se fossimo un’unica cosa, mi chiede consiglio, parliamo moltissimo, ridiamo come una volta. L’unica cosa è che evitiamo di stare da soli in posti troppo privati che possano farci scattare cose. E non ci avviciniamo molto, limitiamo molto i contatti fisici anche se poi in realtà in certe occasioni è difficile perché prima delle partite io li saluto tutti con una stretta di mano, una pacca… e con Karim ho sempre abbracciato e baciato sul collo, è un riflesso incondizionato e lo faccio lo stesso, l’unica cosa che ci concediamo perché è come un portafortuna e lui è molto rituale e fissato su ste cose. Si fa anche toccare le scarpe dal preparatore perché è una cosa che fa sempre e gli dà il buona fortuna, ma non solo prima di entrare in partita, anche prima degli allenamenti, ogni volta che le indossa. Questo è solo per far capire com’è.
Perciò diciamo che la situazione è molto strana e lui ora arriva e mi fa sta sparata. In un attimo capisce cosa ho capito e corregge sempre con urgenza:
- Dammi degli esercizi da fare in più! - Così capisco che non è come sembrava e prima che possa realizzarlo meglio, arriva James poco dopo.
- Perciò vorrei rivedere quei movimenti sotto porta. Hai un po’ perso gli inserimenti. - Dico con grande prontezza. Vedere James mi fa capire al volo che è appena accaduto quello che immaginavo da tempo.
La cosa mi riempie di gioia e mi rilassa parecchio, vorrei saltare ma non è nel mio stile, se non mentre esulto od impreco in campo, perciò mi limito a guardare James che fa la faccia da cucciolo abbandonato a cui è difficile resistere, ma Karim si gira a guardarlo con aria da finto dispiaciuto.
- Mi cercavi? - Chiede sapendo benissimo che lo cercava.
- Sì io… beh, a quanto pare sei occupato. Avete bisogno di una mano? - Chiede speranzoso. Io lo quieto con una mano ed un sorriso pacato.
- Non serve, vai pure a riposarti. Ci vediamo domani. -
A volte mi chiedo se i ragazzi hanno mai sospettato di niente.
In realtà si ferma sempre anche Cristiano e non è raro che anche altri, come Gareth, si fermino a perfezionare qualcosa dopo gli allenamenti.
Per cui non è che noi siamo mai stati qua da soli, tecnicamente. Però il fatto è che Karim si allena con me. Non è una cosa che facciamo molto quest’anno, perché sono arrivato di punto in bianco, ho avuto molte cose da fare ed anche molti alti e bassi con lui, per cui non lo facevamo sempre. A volte lui si fermava da solo ed io dovevo scappare a fare altre cose.
Però quando mi fermavo, era sempre con lui.
Non so se hanno mai mangiato la foglia, ma non credo che gli importi molto. Non saprei onestamente.
James abbassa la testa, prende Karim per il braccio, stringe la presa e con un sorriso da cucciolo se ne va. Mi sembrava di vedere le orecchie basse e la coda che da scodinzolante si ferma e cala giù.
Rimasti soli a poca distanza dallo spogliatoio dentro cui si è rassegnato ad infilarsi, Karim sospira ed alza gli occhi al cielo.
Mi metto a sorridere divertito e scuoto la testa, in questo passa Cristiano che gli fa l’occhiolino e gli tira uno schiaffo nel sedere perché deve aver visto e capito la scena.
Non serve dica nulla.
- Beh, si va? - Chiede poi Karim senza dire mezza parola. Così io, ridendo, guardo l’ora e alzo le spalle.
- Ok, ho un po’ di tempo. Poi in caso puoi continuare con Cristiano in caso. -
Negli allenamenti extra se non hai una spalla è difficile, a volte obblighiamo qualche portiere a fermarsi, di solito il secondo od il terzo.
Così mentre seguiamo la scia di Cristiano che si dirige al campo per continuare ancora un’oretta di rifiniture, Karim bisbiglia quello che era già piuttosto chiaro.
- Non so proprio come fare con lui. - sussurra. Io rido.
- Perché? - chiedo fingendo di non sapere nulla.
- Avanti, lo sai! - Parliamo piano ed in francese, ma Cristiano non è molto distante e lo capisce abbastanza perché ha parenti in Francia.
- Te l’avevo detto. - Mormoro pacato. Karim fa il broncio e sospira.
- Non fa per me. Ho bisogno di spazio. Mi piace e tutto, però non… non so, mi sento soffocare. Ho bisogno di stare per conto mio e lui non lo capisce e mi dispiace dirglielo e farlo rimanere male, ma se non gli rispondo o sono irraggiungibile al telefono, c’è un motivo. Lasciami perdere! Io… io non so come fargli capire che ho bisogno di respirare! Lui mi toglie l’ossigeno! So che è un ragazzo d’oro, lo fa in buona fede, è fatto così, ma io… io no! Io sono una bestia! - Si definisce così anche se non è vero.
- Sei semplicemente fatto così, come lui è fatto in quel modo. - Chiudo senza fare un problema del suo modo di essere che io ho capito al volo ed ho subito accettato.
A me stava bene perché anche io sono un po’ così, i nostri caratteri sono più compatibili. Non uguali, ma simili in certe cose. Nessuno dei due è affettuoso e tenero, però quando serve sappiamo esserlo.
Cristiano si gira e scuote la testa.
- Non so proprio come ci siete riusciti. - Dice poi in spagnolo. Così Karim trattiene il fiato come se fosse un gatto e l’avessero appena colto in flagrante.
- A fare? - Cristiano lo fissa con l’aria di chi la sa lunga, come a dire ‘non provarci’.
- A stare insieme fino ad ora! Quando vi ho visto mi è venuto un colpo, non credevo proprio che poteste finire insieme… poi però devo dire che mi avete convinto, anche se contavo mentalmente quando saresti scoppiato. - Inizialmente mi viene un colpo e mi pare di collassare, anche Karim rallenta ed impallidisce e sento che sta per dire qualcosa di compromettente che metterebbe Cristiano sulla giusta strada riguardo me e lui.
Sembra indeciso sulla minaccia del tipo ‘se lo dici a qualcuno ti uccido’ oppure ‘sono affari miei e di Zizou perciò non intrometterti’.
Però per qualche grazia divina chiede cauto:
- Te ne sei accorto? - Reazione strana, ero convinto davvero che minacciasse. Ma a questi punto Cris ci toglie un bel peso dallo stomaco.
- Beh, è difficile non accorgersi quando a James piace qualcuno. Ancor più difficile è non notare quando tu accetti la corte di qualcuno! Insomma… hai rifiutato tutti, per cui è davvero facile capirlo! - E così entrambi respiriamo, Cris se ne rende conto, più di lui che di me perché io so fingere bene. - Cosa avevi capito? - Chiede capendo che aveva capito altro.
Karim alza le spalle e arrossendo accelera il passo ed entra in campo prendendo una palla a bordo campo.
- Niente. - Borbotta poi andando a tirare. Cristiano mi guarda senza capire ed io scuoto la testa come a dire ‘lascia perdere’. Cristiano sa che io sono il suo confidente numero uno, non è strano per nessuno realizzare che io so ogni suo segreto ed anche di più.