*Ecco un altro capitolo. Piccolo stacco da Karim per Zizou, siamo nell'estate del 2010 e siccome ha bisogno di confidarsi con qualcuno che non lo giudichi ma magari gli dia una mano, alla fine la scelta ricade su un suo caro amico che a suo tempo ha passato un problema molto simile al suo. E' così che va a trovare David Beckham! Piccolo sguardo alla meravigliosa storia con il dolce Iker. Buona lettura. Baci Akane*

6. CONFIDENZIALMENTE




Non avrei mai dovuto, ma non sapevo come fare, dovevo parlarne con qualcuno ed alla fine c’era solo uno amorale che ha passato la mia stessa cosa, che è sposato, che a modo suo ama sua moglie e che ha un sacco di figli per cui stravede.
E così quando vado in vacanza con tutta la famiglia, organizziamo qualche giorno insieme con le nostre famiglie.
Ci ha invitati nella sua mega villa a Los Angeles, ovviamente di spazio per fermarci a dormire due giorni ce n’è e i nostri figli legano facilmente, così come Viktoria devo dire è molto ospitale. Lei e Veronique si erano già conosciute quando eravamo insieme al Real Madrid, io e lui siamo rimasti volentieri in contatto uno con l’altro e anche se non abbiamo fatto rimpatriate di famiglia come questa, ci siamo già visti.
David mi salta al collo con un gran sorriso, appare come la persona più felice ed equilibrata di questo mondo, ma io so cosa nasconde dietro questa sembianza di normalità.
È inglese, ha imparato a nascondere i suoi scheletri e li nasconde molto bene, oh, io lo so. Ed anche Iker.
Quando lo rivedo è da molto che non ci incontravamo ed in un momento, pensando ad Iker, mi vengono in mente le loro scorribande al Real, quando dopo tanto lavoro è riuscito a circuire il piccolo dolce innocente portiere spagnolo.
La loro storia mi fa venire in mente quella che pare abbiano Cris e Riky adesso, non so niente di certo, ma le voci corrono e Cris non fa molto per nascondere. Riky sì. Però a quanto pare è più un tira e molla, o forse un rincorrersi. Ma se David ha vinto su Iker, Cris vincerà su Riky!
- Allora? - Mi chiede dandomi una pacca sul braccio. - Quando hai detto che volevi fare le vacanze dalle mie parti mi hai fatto morire di gioia, davvero! -
La pausa del campionato americano di calcio, la MLS, è in inverno, da novembre a febbraio mi sembra, però dipende dai playoff e da non so cosa, ad ogni modo lui adesso è in prestito al Milan, mi pare intendano prolungare il prestito perciò diciamo che risulta un giocatore europeo tecnicamente. Sapevo che avrebbe trovato un modo per giocare più vicino a Madrid, così come in un campionato più interessante ed impegnativo di quello americano. David voleva vivere in America per un po’ e poi quando ha accettato era in rotta completa con l’allenatore di quel periodo, è stato più un colpo di testa che altro, poi se ne è pentito chiaramente.
David è così.
Per questo dico che la sua normalità è solo apparente.
- Sì beh, abbiamo deciso di fare un giro da queste parti e così visto che mi dici sempre di venire a trovarti, ne ho approfittato! - David annuisce felice.
- Hai fatto benissimo! Anche i nostri figli si troveranno bene insieme! - Ne abbiamo sette in tutto, tutti maschi. E tutti con la passione ovvia per il calcio.
- Ho accettato anche per questo, sapevo che non avrei creato scompiglio alle famiglie. - David ride gettando la testa all’indietro col suo solito stile da divo, è un gran bell’uomo.
- Lo sai che non creeresti mai scompiglio! Ma come sei fatto? Dopo ci facciamo una bella partita a calcetto, vedrai come ci divertiamo! - David parte in quarta accompagnandomi in giro per la sua reggia in cui figli e mogli sono già spariti, rido al suo entusiasmo.
- Famiglia Beckham contro famiglia Zidane? Mi piace! - David mi spinge divertendosi molto.
- O-ho immagino visto che voi avreste un uomo in più! -
mi stringo nelle spalle con aria innocente, mentre mi fa sciogliere in un attimo dalla mia immagine di uomo a posto e posato che non si scompone troppo. Non sono mai stato così espansivo, ma con lui mi veniva più facile.
- Sei tu che vuoi fare una partita, mica io! - David ride ed in breve è come tornare indietro nel tempo. Con lui tutto è più facile e capisco immediatamente perché ho scelto lui con cui confidarmi.
È una persona incredibile che mette a proprio agio chiunque, ti fa ridere, ti fa rilassare, ti fa stare bene, ma soprattutto non ti fa sentire sbagliato e fuori luogo, mai.
Persone così sono rare al mondo.

La sera è scivolata su di noi e dopo un giro per la città degli angeli con tutta la combriccola a seguito, mogli comprese ovviamente, il gelato più buono in assoluto ed un giro in spiaggia, si torna a casa.
I guerrieri, grandi e piccoli, crollano subito, e visto che l’indomani ha organizzato un party in stile americano, cosa che mi ha spaventato quando me lo ha detto, anche Veronique e Viktoria vanno a dormire perché devono ‘essere fresche’ per l’indomani, quando dovranno sorridere e stringere tante mani.
Fisse da signora Beckham, si sa.
Io e David rimaniamo su per berci qualcosa insieme e tranquilli, ci accomodiamo in giardino, ampio, spazioso e curato. Ci sediamo vicino alla piscina, sulle sdraie. Nel tavolino basso in mezzo a noi due appoggiamo due birre e ci stendiamo guardando in alto. Considerando che siamo in piena città è un cielo che si fa guardare, anche se chiaramente di stelle non se ne vedono molte. Bisognerebbe andare fuori città per vederle bene, ma non siamo qua per fare i romantici.
- Allora, riuscirai a tornare a Milano? - Chiedo poi provando ad introdurre il discorso più difficile della mia vita. Tenerlo per me è un conto, esternarlo è un altro.
David si stringe nelle spalle.
- Penso di sì, ci sono buone possibilità. -
- Sei felice di esserti riavvicinato ad Iker? - Miro bene la domanda e lui non sembra stupirsene, abbiamo sempre parlato della sua storia, mi ha fatto una testa quadrata con Iker.
- Molto, anche se ti invidio. Sei il consigliere del Real, se vuoi lo puoi vedere ogni giorno senza doverti nascondere ed organizzare la grande truffa del secolo! - David è pirotecnico quando racconta le cose, io rido e scuoto la testa.
- Potevi pensarci meglio prima di firmare per i Galaxy! - Lo rimprovero chiaramente. Sospira e annuisce per ammettere che ho ragione.
- All’epoca stavo impazzendo, dovevo andarmene a tutti i costi. Credo che a volte semplicemente non puoi avere tutto. L’ho avuto per qualche anno ed è stato incredibile, ma non puoi per sempre. Amore, famiglia, carriera… -
L’atmosfera si fa seria, in realtà non abbiamo mai parlato di questa sua scelta, nessuno ha mai osato, credo. Però ricordo la giornata in cui si è saputo che aveva firmato. Ero con Iker in spogliatoio quando è arrivato Sergio sconvolto a dirlo. David a fine stagione sarebbe andato via in America e avrebbe giocato col Real per qualche mese ancora. Iker ha fatto cadere l’acqua che aveva in mano, era aperta ed è schizzata ovunque. La sua faccia. Dio, non dimenticherò mai la sua faccia. Io e Sergio eravamo fra i pochi che sapevamo della loro storia. Sergio ha subito abbracciato Iker, il suo migliore amico, mentre mi guardava a chiedermi con una muta domanda se potevo fare qualcosa io. Ma io che potevo fare?
È stata una specie di tragedia quel giorno, tutto il periodo a dire il vero, ma ricordo quel giorno in modo molto nitido.
Quando David è arrivato al centro sportivo c’erano già quasi tutti, Iker con gli occhi gonfi di lacrime è corso da lui e lo ha spinto furioso, più e più volte. Riusciva solo a dire ‘come hai potuto, come hai potuto? Non me lo hai nemmeno detto prima!’
L’ho preso da dietro e l’ho fermato, ma David ha detto che andava tutto bene. Tutti guardavano immobili, ognuno ammutolito, shoccato dalla reazione di Iker.
David più calmo che mai lo ha abbracciato forte e mentre Iker cercava di dimenarsi per respingerlo e continuare a picchiarlo, David aumentava la presa.
Poi si sono sentite solo le lacrime di Iker, forti. I suoi singhiozzi sono vividi nella mia memoria ed ho giurato che non avrei mai permesso a nessuno di soffrire così per me.
Cosa disse David?
‘Ho dovuto, non avevo scelta.’
In quel momento i membri della squadra presenti capirono che avevano una storia e non solo, capirono quanto Iker amasse David.
Tutti fummo profondamente colpiti dalla sua reazione e dalle sue emozioni.
Fu straziante.
Sapere che ora sono ancora insieme, felici, e che in un modo o nell’altra la fanno funzionare, è sollevante.
- L’importante è che ora sei felice. - David si stringe nelle spalle e beve, deve aver ricordato anche lui quel giorno. Mi ha raccontato che quei mesi sono stati atroci per Iker e lui cercava solo di fargli dimenticare che poi a Giugno si sarebbero separati a distanza oceanica. Che non era una tragedia. Ma sono stati sei mesi di tragedia comunque.
- Lo sono. Lo siamo. Spero. - Sorride e mi guarda da steso. - Come ti sembra, tu che lo vedi più di me e senza di me? È felice come sembra o con me si sforza? Lo conosci bene, se è malinconico si nota… - Sorrido dolcemente a questa sua premura, pieno di ansia indaga su Iker e non serve nemmeno che dica il suo nome, sappiamo di chi parla.
- É nostalgico, a volte si perde, si isola, è pensieroso e il suo sguardo è diverso da quando eri a Madrid. Però è maturato, questo lo ha fatto crescere. Adesso lui diventerà il capitano, Raul lascia e la fascia passerà a lui, questo lo responsabilizzerà ulteriormente. Iker… - Si morde il labbro mentre lo nomino e il mio sguardo si addolcisce. - Iker è diverso, ora. Quella volta era incosciente, innocente, spensierato. Adesso è coscienzioso, consapevole, pensieroso… però resta quel dolce Iker da cui tutti vanno per un po’ di dolcezza gratuita. - Gli occhi di David si illuminano, brillano proprio mentre parlo di Iker.
- A volte è difficile, perché poi io ho moglie e figli e tengo a loro e Viky mi controlla tantissimo, è gelosa ed ossessiva e per poter sentirlo e vederlo faccio i salti mortali e vorrei solo poter tornare indietro a quando lo vedevo ogni giorno. Però l’importante è stare ancora insieme, non importa quanta fatica facciamo, ne vale sempre la pena quando lo vedo a distanza o anche solo per un giorno. In questo periodo scapperà qua da me, ci vedremo con un espediente assurdo. Non vedo l’ora. - Sorrido immaginandolo e lo vedo preso ed entusiasta, mentre prima era in pensiero e preoccupato. Lo ama in un modo incredibile ed io che li conosco entrambi lo posso dire. Dopo tutto questo tempo, tutto quel che hanno passato e che passano, si amano ancora e si vede. Come si fa?
- Ti sei mai pentito d’averla cominciata? O magari di averla portata avanti anche dopo… non so, non è facile, ne soffrite anche se poi ne vale la pena quando vi vedete, però… - David è stupito dalla mia domanda, di solito fa lui le domande.
Ci pensa, beve un po’, alza le spalle e poi mi guarda con un sorriso disarmante.
- Non ho mai avuto scelta. Quando capisci che quella è la tua persona, non puoi farne a meno. I ragionamenti logici non ti entrano proprio in testa e prima che tu te ne accorga sei lì a vivertela in tutti i modi e a fare i salti mortali e non rinuncerai mai a qualunque costo. - Rimango colpito da quel che dice, un po’ lo rivedo in me. Questo mio non poterne fare a meno. Per ora la gestisco, ma già solo il mio bisogno di parlarne è indicativo.
- Come lo hai capito? Come hai capito che Iker non era una semplice scappatella, un capriccio, qualcosa così di passaggio? - Il discorso si fa personale, David forse capisce qualcosa ma non fa domande e si limita a rispondere calmo guardando il cielo notturno con le poche stelle che possiamo notare. La canottiera larga da casa, i tatuaggi in mostra, shorts comodi, scalzo.
- Perché dopo la scappatella c’è stata la seconda, la terza, la quarta ed in breve non riuscivo più a staccarmi da lui. Non sono mai, mai più riuscito a farne a meno. E se ripenso a quando sono partito, quanto ho pensato a quanto fosse meglio per tutti lasciarci e ricominciare… e come invece è stato impossibile non chiamarlo ogni giorno, scrivergli mail lunghissime, nascondere tutte le foto nostre, ma vederle ogni istante. - Questi particolare rendono la loro una storia meravigliosa. Lo invidio. Non ha mai avuto paura di viverla.
- Perché l’hai fatto? Perché hai tradito tua moglie, i figli, per lui? Cosa c’è stato in lui che ti ha fatto fare una cosa simile? Quante tentazioni avrai avuto, con le donne, per esempio… e poi arriva Iker e vai con lui. - So che non ha avuto altre avventure, David ha avuto ed ha tutt’ora solo Iker. È una cosa che mi lascia perplesso. A modo suo David ama Viktoria anche se è una donna complicata. La ama perché è complicata. E poi adora i loro figli, li adora tantissimo. E gli piace il sesso con lei, anche questo lo so.
Io e lui abbiamo le stesse vite, in pratica. E lui è andato con Iker.
David continua a rispondermi calmo, come se tutte queste mie domande fossero normali.
- Non ho potuto evitarlo, non so spiegarlo bene. Solo se lo vivi lo capisci, capisci cosa significa ‘non ho potuto evitarlo’. Mi ha attratto ed attirato da subito fino a che non è diventata un’ossessione, pensavo solo a lui, mi eccitavo con lui, lo volevo a tutti i costi, sono diventato possessivo, geloso, folle addirittura. Stavo impazzendo letteralmente perché anche se capivo cosa era e non mi ero mai perso per un ragazzo, io dovevo. Capisci? Ad un certo punto non ho più resistito e l’ho fatto. Mi sono detto ‘una volta, lo sfizio, poi starò bene’. Nella mia mente era per salvare il mio matrimonio. Poi però non è stata una sola. Sono finito per amarlo perdutamente. -
- E come l’hai mandata avanti insieme alla famiglia? Come concili tutto? - Si stringe nelle spalle e fa un sorrisino vago.
- Niente di che, non è che ci pensi. Lo fai funzionare. Trovi il sistema. Ti fai i piani, stai attento e poi semplicemente ti abituai a nascondere le cose, a misurare le parole, a non farla insospettire. Amare Iker non toglie nulla ai miei figli. E in quanto a Viktoria… - Si sospende, si stringe ancora nelle spalle e scuote la testa. - Dopo un po’ forse è più l’abitudine che altro. Dopo un po’ diventa affetto. Lei è gelosa ma molto fredda come donna, piena di fisse e nevrosi. Non è che fatichi a staccarti. - Ridacchia divertito ed io faccio altrettanto. - Iker è stata una boccata, in realtà. Però penso che fosse lui, se non era lui non so se l’avrei mai tradita. -
Ascolto rapito, provando ad immaginarmi io con Veronique e Karim in questa strana situazione.
- Quando mi raccontavi di Iker mi dicevi che non eri gay, eri solo preso da Iker. Non capivo, ma ora penso di capire. È pazzesco, ma succedono queste cose. Uno è etero ed ama la sua famiglia, sua moglie, non c’è una vera e propria crisi matrimoniale. Ma trovi una persona. Una. E non importa di che sesso sia. Quella persona diventa la tua ossessione. Dunque quando succede è una questione di anime gemelle, non di sfizio, sfogo, puntiglio o non lo so? - David è stupito delle mie domande, non sono da me, mi conosce da molto tempo e non me ne sono mai uscito così, però non fa una piega e annuisce sorridendo fraterno.
- Secondo me è così, nella mia esperienza almeno. Non è che c’è qualcosa che non va in tua moglie, semplicemente quest’altra persona è più giusta per te. Più tua. - Quando lo dice è come se mi si aprisse un mondo, come se avessi un’epifania. Capisco. Capisco perfettamente cosa dice in modo insindacabile. Non pensavo ci sarei mai riuscito, ma il suo è un discorso chiarissimo.
- Con chi ti sta succedendo, Zizou? - Usa il soprannome perché questa è una di quelle domande che vuole sapere. Sussulto, mi giro e mi sta guardando, è sempre steso comodo, ma mi fissa e non accetterà un ‘nessuno’ come risposta.
- Karim. - Dirlo ad alta voce è più facile di quel che pensavo e molto liberatorio. Mi mordo le labbra e mi emoziono, mi sento gli occhi bruciare e non dico altro.
I suoi addosso, in attesa del resto, ma io non riesco a parlare.
- Senti… - Comincia. - Non farti programmi. Non decidere in anticipo nulla. Se una cosa deve succedere, succederà comunque. Non rovinarti la vita a contrastarla a tutti i costi o a farla accadere per forza. Lascia che le cose vadano da sé. Nella mia esperienza, è l’unica. E poi un’altra cosa. - Aggiunge senza farmi domande ed aspettare che racconti tutto. Io non penso di riuscirci. Credevo di doverlo fare, ma in realtà sono bloccato. Si alza a sedere e mi guarda, i piedi nell’erba, rivolto verso di me. Io rimango steso e ricambio lo sguardo.
- Prendersi ed eventualmente amare un’altra persona non ti rende una pessima persona, ti rende umano. I sentimenti esistono, si innescano contro la nostra volontà. Non è come ammazzare che tu decidi di farlo a meno che non sei pazzo e non puoi controllarlo. Un sentimento parte da sé, è l’unica cosa totalmente fuori dal nostro controllo. - È uno dei discorsi che mi faceva quando giocavamo insieme.
- Però cedere al sentimento è una tua scelta. - E questa è sempre stata la mia risposta, lo è anche ora. David scuote la testa e mi mette la mano sul braccio per rafforzare la sua risposta:
- No, è qua che ti sbagli. Se una cosa deve succedere, succederà comunque. Punto e basta. - Lui su questo è inamovibile ed io non ribatto, troppo confuso per pensarci e capire bene ora.
So solo che quel ragazzo mi manca e anche se mi ripeto i molti motivi per cui non devo cedere… beh, lui continua a mancarmi e mi manda fuori di testa che non mi chiami. Io però non posso farlo al suo posto, sarebbe troppo. Non posso, non credo.