EPILOGO:
IO TORNERO' SEMPRE



Era il 30 ottobre 2008 che il Milan ufficializzò il prestito di David Beckham. Il giocatore avrebbe militato fra le loro fila almeno un anno con la possibilità di prolungare.
Il giorno prima David aveva scritto ad Iker che ci sarebbe stata una sorpresa, Iker era diventato matto per scoprire di cosa si trattava, ma solo il 30 poté saperlo tramite tutti i giornali ed i notiziari esistenti.
Quando David, facendosi due calcoli sugli orari, capì che Iker aveva letto e saputo lo chiamò.
Iker era silenzioso, dall'altra parte. Sotto shock.
- Iker? - Lo chiamò sorridendo divertito.
- E' uno dei tuoi stupidi giochi? No perchè se è uno dei tuoi stupidi giochi sappi che hai 33 anni, non è ora di crescere? - Iker era partito scegliendo l'eventualità meno sconvolgente, ma alla sua risata capì che doveva essere vero.
- Perchè dovrebbe essere un gioco? Ti ho detto che c'era una sorpresa! -
Allora cambiò registro e urlò.
- E mi dici così come niente che vieni a giocare in Europa, fra l'altro così vicino a me? Mezz'ora d'aereo e ci vediamo? Ma che cazzo, David! Anche l'altra volta! Hai firmato e non mi hai detto niente! Lo capisci che queste sorprese mi uccidono? - Iker non aveva effettivamente capito bene cosa stava per succedere.
- Sono due ore ma sempre meglio delle 15 che dobbiamo farci per vederci ora! -
Iker era finito.
Finito definitivamente senza possibilità di scelta.
Gli cadde anche il cellulare e finì sulle ginocchia incapace di pensare lucidamente.
La voce di David dal telefono a terra lo chiamò fino a che non lo sentì e non lo prese.
- Sì sì... ci sono... Dio David ma davvero? - Ancora glielo chiedeva. David rise.
- Grazie che mi hai promosse a Dio ma sono ancora solo David. Sto lavorando sodo, però! - Iker capì col secondo treno la battuta e lo insultò.
- Sei un idiota, io sono sotto shock, tu vieni a giocare in Italia, saremo vicinissimi! Come cavolo hai fatto? - Ormai all'altro veniva una paresi facciale.
- Se lo vuoi sapere potresti aprirmi la porta così te lo spiego meglio di persona. -
Dire che David non aveva perso tempo era un eufemismo. Dire che sapeva uccidere Iker come nessuno mai era altrettanto appropriato.
Iker non si mosse per un paio di secondi, solo dopo realizzò cosa significava.
- Sei... sei qua? -
- Cazzo Iker, ma ti sei rammollito?! Ho detto apri la porta! -
Iker si alzò in piedi di scatto con l'orgoglio calpestato e come se tutto ciò avesse senso, mentre andava ad aprire discusse piccato.
- Ma senti, non è che è normale sentire 'apri la porta che sono qua'! Dannazione, ci sta lo shock! Piantala di trattarmi come un idiota, sei venuto qua, è una cosa...- Ma finalmente si zittì, smise di gridargli contro e di nuovo il telefono cadde a terra.
Il cervello si azzerò.
Lui ed il suo sorriso da schiaffi erano lì davanti alla sua porta, cosa poteva contare dopo?
Cos'altro c'era?
Che non glielo aveva detto prima?
Che gli capitava addirittura lì?
Cosa c'era?
- E sappi che Victoria non c'è per ora. Non so se viene, dice che per pochi mesi non sta a trasferirsi, poi sta cercando di rilanciare la sua carriera. - Sorrideva orgoglioso come un presidente che vinceva le elezioni a pieni voti.
- Ma tu le notizie non le sai proprio dare, eh? - Ma ormai la voce di Iker era incrinata e David entrò chiudendosi la porta dietro, solo lì lo abbracciò di slancio, stretto, nascondendogli il viso contro il collo.
Tutto così semplicemente perfetto. Per una maledetta volta poteva dirlo davvero anche se con anni che stava con lui aveva capito che la perfezione non esisteva. A volte sì.
Non poteva negarlo.
A volte c'era.
Dopo sofferenze e lacrime, si poteva tornare a sorridere felici come poche volte dimenticandosi di tutto.
Ogni cosa poteva venir spazzata via.
Tutto poteva succedere un istante dopo che il mondo ti crollava addosso.
Bisognava avere la forza di credere che poteva andare ancora bene nonostante tutto.
Nonostante tutto.
Il bacio sapeva di lacrime ma non era amaro come quello che si erano dati tempo fa.
Era pieno e vero.
Vivo.
Sentito.
- Non posso prometterti che ci vedremo sempre e che ci sentiremo di continuo, ti ho detto questo, ricordi? Quando saremo separati, tu a Madrid ed io a Los Angeles, sarà dura, Vic ha la mania del controllo ossessivo compulsivo anche se abbiamo quel patto non detto di non fare le nostre vite. Ed io per quieto vivere non posso fare proprio come voglio. Ti ho detto che avremmo passato del tempo senza vederci e sentirci, ma che non sarebbe mai cambiato nulla, che sarei sempre tornato. Ti ho detto che sarebbe stata una relazione difficile ma di insistere e non arrenderti. Ora abbiamo una piccola ricompensa. Farò di tutto per tornare in Europa sempre e sempre, in qualche modo, a costo di usare il calcio come mezzo. Non mi importa. Mi avvicinerò a te sempre ed anche se quando sarò laggiù non potrà essere come vorremmo e ti sembrerà che ci siamo lasciati pazienza. Io tornerò sempre, ricordalo. - Iker non l'avrebbe dimenticato anche se nel periodo separati dall'oceano aveva avuto molte volte l'angosciante sensazione che effettivamente si fossero lasciati. L'aveva avuta, non lo poteva nascondere.
Però ora l'aveva lì e poteva crederci se gli diceva che sarebbe tornato sempre.
Anche se poi, una volta di nuovo in America, si sarebbe amareggiato ancora fino a credere che potesse finire.
Però ce l'avrebbe messa tutta.
- So che tornerai. Ed io ti aspetterò. Anche se magari a volte ti manderò a cagare! - Perchè le relazioni perfette non esistevano e pensare fosse facile era da illusi. Ormai erano cresciuti e sapevano bene come andava la vita. Però erano pronti ad affrontare tutto.
- Ti amo, scemo! - Disse poi David sorridendo perchè con lui riusciva sempre a rilassarsi, ridere e dimenticare tutto ciò che non andava.
- Ti amo, dio della mia vita! - Era ironico ma alla fine commosse David che deviò con un dolce bacio. Dolce. Perchè lui sapeva essere ciò che serviva al momento, ma con Iker era semplicemente sé stesso e basta.
E fra alti e bassi, in un modo o nell'altro, cambiando squadra, separandosi per lunghi tempi, tenendo duro e rivedendosi in modi inaspettati, sarebbe sempre tornato.
Fra Milano, Londra e Parigi, David comunque la tappa fissa l'avrebbe continuata a fare nei pressi di Madrid.
Sarebbe sempre tornato.

FINE

David ha fatto un anno e mezzo circa al Milan in prestito, in estate giocava coi Galaxy e la sua squadra ha fatto sempre amichevoli col Real Madrid. Dopo i cinque anni di contratto scaduti, David non ha rinnovato ed è andato a cercare una squadra in Europa per concludere la carriera, mentre la cercava è andato ad allenarsi con l'Arsenal. Nello stesso periodo Iker ha mostrato le foto del suo viaggio solitario a Londra. Dopo di questo, nel 2013, ha firmato per cinque mesi col PSG. L'amichevole Francia - Spagna giocata in Francia, Iker non ha potuto giocarla per un infortunio alla mano. La Spagna ha fatto 2 partite ma Iker è stato visto solo in quella contro la Francia. Ed era solo, non aveva compagnia di amici o ragazza. I collegamenti sono lampanti. In un modo o nell'altro si sono sempre rivisti, specie grazie alla capacità ingegnosa di David di avvicinarsi a Madrid. E qualcosa mi dice che anche quando appenderà del tutto le scarpe al chiodo, si stabilirà in Europa, magari in una città non troppo distante da Madrid....