CAPITOLO XV:
SOLO TU PUOI


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Camminava piano senza fretta cercando di non imbattersi in ostacoli.
Una volta in camera Iker prese i lembi della maglia di David e l'alzò togliendogliela, scivolò dolcemente con le mani sul sul torace scendendo sui pettorali e sull'addome, percorse con le dita i suoi tatuaggi. Sembrava il classico inglese e poi vedevi la sua pelle ed i suoi capelli sempre alla moda, aveva un che di spagnolo, secondo lui... Era così caldo, in realtà!
David strisciò le mani dai fianchi alla schiena e scese sempre più giù infilandosi sotto alla tuta che indossava, l'elastico gli agevolava i movimenti e si impossessò facilmente dei suoi glutei, li strinse e li lasciò come giocasse con essi, poi, sempre con la bocca di Iker sulla propria, si fece strada nella sua apertura, gliela allargò e con abilità lo fece suo con le dita. Iker si distrasse per il pacere dimenticandosi di dover essere lui a gestire. Gli piaceva farsi fare e David non era capace di stare buono, amava farlo morire, bruciarlo.
Le labbra scesero sul collo e lo leccarono marchiandolo con la lingua, Iker sospirò alzando il piede sul letto dietro a David per aiutarlo a muoversi meglio con le dita in lui.
David ridacchiò soddisfatto e sentendolo Iker si ribellò. Tipico suo, pensò.
Fu così che lo spinse imprevedibile sul letto facendolo cadere, lo guardò in piedi e piccato lo rimproverò.
- Stai buono! -
Esclamò chinandosi a slacciargli i pantaloni. Aveva dei jeans all'ultimo grido che gli stavano divinamente. Per un momento pensò di lasciarglieli addosso ma poi preferì passare all'attacco a modo suo.
Prese le caviglie e li tirò dal basso, David venne quasi strappato giù dal letto, dovette tenersi al materasso e puntare le spalle alzando il bacino; il movimento specifico, la posa, Iker li trovò altamente erotici e si morse il labbro provando un fortissimo desiderio di possederlo subito.
Vennero via anche gli slip e David rimase sorpreso e nudo, steso a fissarlo. Iker ricambiava famelico, era perso di lui, poteva stare ore a fissarlo, lo trovava fantastico.
Mentre lo fissava si tolse i vestiti molto lentamente ma non per intenzione, solo perché in realtà era perso ad osservarlo. Il suo sguardo pieno di fuoco e promesse, la voglia di averlo sopra, il caldo che gli trasmetteva solo rimanendo fermo steso ad aspettarlo. Non si muoveva, nemmeno si accarezzava e riusciva a desiderarlo lo stesso come non mai.
- Pensi di soddisfarmi o resterai a fissarmi e basta come un ebete tutta la notte? -
Disse David ironico. 
- Ti dispiace se ti guardo? - Chiese divertito Iker per niente sotto ansia da prestazione.
- Mi dispiace se non mi scopi! -
Iker si leccò le labbra e ridacchiò decidendo che poteva cominciare.
Non intendeva fare cose straordinarie, non intendeva sorprenderlo, non intendeva imitare David, lui era perfetto a letto, non lo poteva imitare. David sapeva essere qualunque cosa occorresse al momento.
Così semplicemente si stese su di lui, fece leva sulle braccia che appoggiò ai suoi lati e cominciò a muoversi sopra, come se l'accarezzasse con tutto il suo corpo, con calma. Si faceva sentire senza fretta mentre la frenesia in David aumentava, se lo schiacciava addosso mentre Iker opponeva resistenza e continuava quella specie di tortura dolce-amara. Voleva che ogni molecola di sé l'avesse, in ogni modo.

Smise di baciarlo e percorse il suo viso con le labbra, lo riempì di tanti piccoli baci fino ad arrivare all'orecchio, baciargli anche quello e mormorargli sotto voce:
- Ti amo... - David rabbrividì ed Iker scese sul collo, lo baciò e tornò a ripeterlo e fece così su tutto il resto del suo corpo, poi tornò di nuovo a ripercorrerlo sostituendo i baci con degli assaggi, lo succhiava senza lasciargli segni, come se provasse il sapore della sua pelle.
David era in paradiso, non aveva mai provato una cosa simile, una tale dolcezza... Iker si stava prendendo amorevolmente cura di lui come mai nessuno l'aveva fatto, lo doveva ammettere.
Forse avevano fatto qualcosa più del sesso fino a quel momento, però ora lì c'era tutto l'amore del mondo.
Iker raggiunse il suo inguine e trattò la sua erezione come fosse anch'essa qualcosa di prezioso, non c'era malizia di nessun tipo. La lingua lo percorreva leggera solleticandolo, David gli mise le mani sulla nuca, fra i capelli, chiedendogli un maggior contatto. Iker sorrise e l'accontentò ma non usò quella passione bruciante senza fiato, David era sconvolto dalla dolcezza che usava anche per far quello.
Sospirò e alzò il bacino più volte contro la sua bocca, aveva bisogno di più.
Lo strofinò risalendo, lo lasciò insoddisfatto e David non fu capace di stare fermo e basta. Lo prese veloce e prima che l'altro potesse ragionare se l'era sistemato sul viso, a cavalcioni.
- Dovevi lasciarmi fare! - Esclamò Iker ridendo. Smise appena lo sentì parlare sulle sue parti intime.
- Fammi fare solo questo... - Non avrebbe di certo discusso.
Iker si alzò dritto con la schiena appena David cominciò ad alzarselo e abbassarselo sulla bocca, Poi si chinò e si inarcò come un gatto per essere più comodo visto ciò che gli faceva. Fu inevitabile concludere ricambiando ciò che prima aveva interrotto.
Il doppio piacere che si diedero fu sconvolgente, da un lato erano continuamente distratti dal piacere che ricevevano, dall'altro erano concentrati da ciò che facevano, a volte uno dei due si fermava e gemeva e quando Iker si sentì già vicino all'orgasmo si alzò e smise, David contrariato lo fissò sui gomiti mentre lo guardava muoversi.
- Dai, stavi per venire! - Iker si indispettì e lo spinse giù sedendosi di nuovo a cavalcioni su di lui, ma questa volta dritto.
- Lo voglio fare a modo mio! - David l'accontentò solo perchè era lui. Così Iker tornò a baciarlo e carezzarlo, era come se fosse incapace di non toccarlo, doveva farlo, doveva percepire costantemente tutto di lui, tornò a strusciarsi addosso e David ricambiò le carezze.
Erano mani, ora, che gareggiavano fondendosi ai loro corpi.
Erano le loro mani.
Erano le loro bocche, le loro lingue.
Erano le loro erezioni che si strofinavano.
Erano la loro pelle umida e sudata che si confondeva.
Erano loro che si desideravano.
Fu così che Iker decise di farlo, scese lentamente sempre lasciandogli dolci scie umide di baci. Arrivò fra le gambe e cominciò la preparazione.
David non aveva mai fatto il passivo, non ci aveva mai pensato però ora era emozionato. Sapeva che faceva male e probabilmente il suo piccolo amore non sapeva prepararlo molto bene, anche se lo sentiva inumidire bene ed allargare con le dita, però gli sarebbe andato bene.
Lo stava amando, lo stava amando così tanto che aveva gli occhi lucidi sentendo cosa provava per lui.
Era la stessa cosa.
Non gli era mai successo niente di simile.
Iker risalì mentre gli alzava le gambe e se le avvolgeva intorno alla vita, si adagiò nel miglior modo per entrare ed attese, una mano alla propria erezione, a guidarla dentro, l'altra alla base delle anche.
E lo sguardo a chiedere se fosse pronto.
David sorrise e fu dolce anche lui, contagiato dal suo compagno.
- Vai... - Così Iker entrò, eccitato, emozionato per ciò che stava facendo.
Lo sentì stretto e non riuscì ad entrare subito. David trattenne una smorfia, poi prese respiro e con sicurezza lo incitò.
- Non devi preoccuparti, entra deciso senza fermarti, vai e poi ti fermi dentro che io mi abituo... - Gli suggerì consapevole che gli serviva.
- Ma ti faccio male... -
David sorrise. Era così tenero tutto preoccupato per lui.
- Va bene. Sei tu. Solo tu puoi! - Era vero. Iker sorrise malizioso e si decise.
Lo fece sicuro senza frenarsi, per un momento si sconnesse col mondo, i brividi furono così intensi che le scariche gli disattivarono il cervello.
Aprì la bocca e gettò la testa all'indietro. Non capiva nemmeno se fosse piacevole o meno. Era... era fortissimo... intenso... pazzesco... shockante.
E' questo che prova lui?”
Aveva fatto sesso con le donna ma mai anale, a parte questo non era esattamente la stessa cosa, anzi, per niente.
E poi lui era il suo David.
Non ebbe cognizione di sé per un po', quindi riaprì gli occhi senza sapere quanto avesse aspettato dentro di lui, David aveva delle lacrime agli angoli degli occhi e lo spagnolo crollò in avanti, di scatto. Si appoggiò sulle mani ai lati del compagno steso sotto di sé e si premette su di lui per raggiungere il suo viso, mentre il busto di David era tutto curvo per permettergli di stendersi sopra e penetrarlo allo stesso tempo. Le gambe sempre alzate attorno a lui.
Gli sfiorò le labbra ma non lo baciò, lo sforzo era grande, la sensazione mai provata lo stava sconvolgendo, faticava a restare presente.
- Ora comincia a muoverti... - Disse David ad un soffio da lui, capendo che stava male così fermo dentro.
Iker eseguì automaticamente e sotto la guida ferma e sicura di David, si mosse inizialmente piano, andò meglio, il sangue tornò a fluire in modo più naturale, l'idea di scoppiare scemò ed i movimenti in lui si fecero sempre più veloci.
- Più in dentro, ogni volta che vieni... - Lo guidava ancora. Iker strinse il lenzuolo sotto il compagno e tirò per la violenza di ciò che provava, faticava ancora, non era molto agevole, David era davvero stretto e non preparato a dovere. Con un angolo di sé capì che doveva essere colpa sua e poi era eccessivamente eccitato.
Dall'altra capiva quanto male dovesse provare lui, eppure si preoccupava di indicargli il modo e cercava di rilassarlo. Le sue mani sul viso, sul petto, sul collo, sulle spalle, dietro sulla schiena.
Continuava a carezzarlo senza smettere, cercava un costante contatto con lui ed era quello che faceva rimanere presente Iker.
Andando avanti andava sempre meglio, quella sensazione strana di esplosione che sfiorava il dolore lasciò lo spazio al piacere. Ora David non era troppo stretto, ora si muoveva meglio, lo avvolgeva nel massimo piacere e lo faceva godere come non mai.
Era incredibile. Era diverso da quando David lo prendeva dopo averlo preparato.
Lo vide stringere gli occhi e abbandonarsi alle sensazioni, non immaginava come si sentiva, non lo capiva. Sembrava stesse bene e male allo stesso momento.
I sospiri si fusero e di qualunque tipo fossero, furono un tutt'uno.
Corpo e voci si mescolarono bilanciandosi in un equilibrio perfetto e solo dopo diversi colpi ed un ritmo trovato semplicemente perfetto, disse piano:
- Ti amo... ti amo al punto che potrei morirci, ora, in te... sei tutta la mia vita, David... - Iker lo disse con la sua semplicità senza sapere se ci fosse un modo migliore e David si emozionò al punto che un'altra lacrima scese.
Il calore era diverso, ora, era interiore e non solo fisico. Era un calore così forte che pensò di essere impazzito. Si spense e si rese conto che lo stava stringendo tanto forte che ora il volto di Iker era premuto sul suo petto e stringeva gli occhi mentre aumentava le spinte.
Andò tutto veloce, velocissimo, aumentò al punto di credere di stare precipitando.
Giunti all'alto caddero insieme e nel precipitare David riuscì a trovare le forze per rispondere. Era in confusione, era la prima volta che gli capitava a quei livelli.
Non capiva più niente, non aveva il minimo controllo, non capiva nemmeno se provasse piacere o meno. Però sapeva che doveva dirlo. Doveva.
- Ti amo. Ti amo e non ho mai amato prima, ma ti amo, Iker. In un modo o nell'altro starò con te per sempre. Ti amo... - E lo ripeté come una litania, piano, a fior di labbra, fino a tuffarsi insieme in quell'oceano di piacere.
Fino al non ritorno.
Fino a ritrovarsi lì, stesi, insieme, l'uno sull'altro, ansimanti. Morti e resuscitati. Uomini nuovi.
Entrambi erano molto cambiati da quando la loro storia era iniziata. Iker era cresciuto, si era responsabilizzato, calmato ed aveva travato il coraggio e la consapevolezza di sé. Restava una persona genuina e semplice, però capiva come mai David volesse avere una copertura solida, per avere la felicità ed essere più sereni con chi si amava.
David invece aveva imparato a lasciarsi più andare, ad essere sé stesso almeno con qualcuno, a rilassarsi... era diventato un po' più semplice, un po' più vero, meno ossessionato dall'immagine. Rischiava di più. Rimaneva sempre una persona sicura di sé con la sua scena perfetta, però non tentava più di mascherare ogni singolo dettaglio, a volte li poteva ammettere senza problemi, con un sorriso risoluto sulle labbra.
Le dita erano intrecciate, gli sguardi persi, ricordavano come avevano iniziato.
- Siamo cambiati molto... - Ammise Iker.
- Puoi dirlo forte... - Sorrise David.
- Sei pentito? -
David alzò la testa e lo guardò sorpreso.
- No! Sai, pensavo ne avrei avuto paura ma... sono riuscito ad ottenere qualcosa che non avrei mai potuto avere... mai... - David doveva averci pensato molto. Iker lo baciò.
- Ti amo e sono felice di tutto. Specie che sei venuto qua, stasera. Ero sicuro fosse finita... quanto male sono stato... -
L'altro lo baciò a sua volta in risposta.
- Ti amo anche io. Non avrei mai permesso finisse. Non potevo. Mi hai preso completamente, ragazzino. - Iker ne era orgoglioso ed amava quando lo chiamava così.
Sospirando rasserenato decise di non pensare al fatto che comunque se ne sarebbe andato fra sei mesi.
Decise di rilassarsi e basta. In qualche modo avrebbero fatto.
Si amavano.
Andava alla perfezione.