NOTE: nulla di che, una breve fic di buon natale da parte della sottoscritta, con due dei miei personaggi su cui nell'ultimo anno ho scritto di più.
Rafa è ateo e non festeggia il natale, ma Nole è credente (non mi è chiaro nel dettaglio la sua religione, se è cattolico o ortodosso, forse ortodosso... la differenza non la conosco bene, so che le religioni sono molto simili ma differiscono un po', solo che ho visto Nole sotto un gigantesco albero di natale e quindi penso che festeggi in ogni caso...). Comunque... buon natale!
Baci Akane

NATALE



Chiudo la scatolina e sbuffo facendo una delle mie mille solite smorfie.

Sospiro e guardo l’ora al polso.
Direi che sono in perfetto orario, il che è strano per i miei canoni.
Scendo dall’auto che ho noleggiato pagando profumatamente per il silenzio del noleggiatore.
Se si sa che Rafa Nadal è a Monte Carlo sono guai!
Entro nel palazzo dal parcheggio interno, salgo i piani in ascensore e guardo il telefono per vedere se mi ha scritto dicendo che è già arrivato, ma non è così.
Mi mordicchio il labbro.
Mi secca, perché so come andrà.
Mi farà sentire uno stupido sentimentale.
Non avrei dovuto, ecco.
Le porte si aprono con un leggero ‘tin’, scendo e percorro il corridoio mentre traffico con le chiavi dell’appartamento che ha comprato, di cui mi ha lasciato la doppia chiave.
Apro ed è tutto buio in un primo momento, ma quando apro le luci noto che ha messo qualche segno natalizio ed è tutto pulitissimo ed ordinatissimo.
Sorrido, è passato in questi giorni sperando di poterci venire con me, anche se gli ho chiesto all’ultimo momento se potevamo vederci.
Non voleva, ma alla fine ne avevo una voglia matta, quasi da non respirare all’idea di non vederlo fino al prossimo mese.
Un mese intero senza vederlo… utopia!
Mi sento maledettamente stupido perché poi l’ho cercato io e gli ho chiesto di vederci qua con una scusa così stupida.
‘così ci facciamo gli auguri di natale’.
La sua logica risposta è stata
‘tu sei ateo, non festeggi il natale!’
Ed io
‘si certo, ma tu invece sì.’
Non ho detto ‘mi importa perché importa a te’, ma il sottinteso era quello chiaramente e lui non ha risposto se non con un semplice ‘va benissimo, posso esserci il 23’.
Che dolce, il 23… la vigilia, natale e santo stefano era ovvio che non potesse, però il 23 sì e ne sono proprio contento.
Cioè non mi interessa nulla del giorno, ma sono felice che me ne abbia ritagliato uno.
Metto giù la borsa spaziosa con cui sono venuto e le chiavi di casa, poi apro le finestre e il paesaggio mattutino mi accoglie.
Sorrido.
La città dove vive. Voleva prendessimo un appartamento a Maiorca, aveva paura che se non fosse stato vicino a casa mia, non l’avrei mai incontrato al di là del tennis, ma gli ho detto he vivo solo e non ha senso vederci in un’altra casa. Così l’abbiamo presa nella sua città perché lui invece vive con la famiglia e non mi può incontrare a casa sua.
Apro la televisione mentre mi tolgo le scarpe e tutto quello che indosso fino a mettermi comodo con i jeans ed un maglioncino caldo.
Mi accomodo sul divano mentre giro canale, poi mi fermo sul telegiornale sportivo, ma purtroppo parlano in francese ed arriccio il naso cercando di capire che dicono.
Sbuffo e ci rinuncio, per cui passo al solito MTV.
I video musicali si susseguono mentre appoggio la nuca all’indietro e mi rilasso un po’ chiudendo gli occhi.
Mi sono svegliato presto e sebbene io sia abituato, viaggiare in aereo mi fa sempre quest’effetto.
E’ così che mi addormento.
A svegliarmi non è la chiave nella toppa, ma le sue labbra che mi baciano dolcemente sulla fronte, poi la mano mi carezza altrettanto dolcemente, mi scosta i capelli ricci e me li sistema.
Io sorrido prima di aprire gli occhi e mi lascio beare da questa splendida sensazione. Sa che l’adoro.
Essere svegliato così.
Apro gli occhi e lui mi sta in piedi, dietro al divano che è posto di spalle, proprio davanti all’ingresso.
E’ chino e mi guarda con la sua dolcezza.
La barba trascurata sul viso, i capelli un po’ più lunghi rispetto al suo solito, niente di eccezionale, ma gli donano un’aria diversa dal solito, un po’ più trasandata.
E mi viene già duro!
Non lo vedevo da un paio di settimane e mi mancava un casino.
Alzo le braccia e lo prendo attirandolo giù su di me poco gentilmente. Al contrario come siamo, ci baciamo subito. Lui ricambia, le lingue si intrecciano come le labbra che si succhiano ed aderiscono pur in questa posizione alla Spiderman.
Poi scivola giù di lato, oltre lo schienale, si lascia cadere sul divano ed io l’accompagno staccandomi di pochi centimetri. Quando troviamo una posizione più comoda, lui seduto tutto di sbieco su di me che mi intrappola col busto e le braccia, riprendo a baciarlo tenendolo fermo con le mani.
Mi ubriaco mentre mi dà alla testa.
Amore, amore mio, quanto mi sei mancato.
Stringo gli occhi mentre l’emozione mi investe ora, mi sento gli occhi bruciare e la lingua trema contro la sua.
Lui lo sente e si separa guardandomi con la testa piegata di lato.
Un sorriso consapevole, stupito, ammaliato.
Io arrossisco vergognandomi di tutto, come sempre.
- Ti sei emozionato? - Io mi infiammo e rispondo sgarbato in segno di difesa. Da cosa, poi, non lo so bene. Dall’imbarazzo, forse.
- Lo devi chiedere? - Lui ride, la sua risata mi rilassa di nuovo e si tira più su circondandomi la testa con un braccio, mi fa nascondere il viso contro il suo collo ed io lo tengo lì, respirando il suo profumo che mi dà alla testa. Riprendo ad eccitarmi. Mi sono preso il suo stesso profumo, non me lo spruzzo addosso, solo su un fazzoletto con cui giro sempre. Quando mi manca, lo respiro. Mi ricorda lui, mi riporta ai momenti insieme e per un momento è come averlo qua.
Nole mi dà coraggio, me l’ha sempre dato. Non so perchè, ma è così.
Non sono forte e spavaldo come sembro, sono molto timido ed insicuro, specialmente paranoico e severo con me stesso, molto severo. Non sono mai contento di me, mi addosso ogni colpa per tutto. E’ un modo per migliorare ed ottenere i massimi livelli, però questo ha una controindicazione. Non sono mai sicuro di me.
Da quando sto con lui, ha fatto un lavoro unico con me. Lui è il mio coraggio, la mia fiducia in me stesso.
Se tornerò primo o secondo, sarà solo merito suo e di quel che mi sta dando.
- Mi sei mancato anche tu. - Dice come se glielo avessi detto.
Sto stretto a lui e non lo lascio.
- Volevo vederti. So che tu festeggi il natale e ci tenevo a fare le cose come piacciono a te. - Questo gli fa capire cosa intendo. Mi lascia andare e si separa un po’, rimanendo comunque seduto al contrario rispetto a me, dando la schiena all’esterno del divano, dove io invece ho le gambe che scendono giù per terra.
- Sei dolcissimo! - Dice senza remore. Il solito!
Io torno ad arrossire e borbottando un ‘sì sì’ infilo la mano nella borsa poco più in là. La mano trova subito il pacchetto che gli do senza aspettare.
Lui sorpreso lo guarda e lo prende, sorride e si infila la mano nel suo borsello, ne tira fuori uno anche lui.
- Questo è per te, allora. - Se l’aspettava, ovviamente.
Mi mordicchio la bocca storcendola in una specie di smorfia. Ci mettiamo seduti meglio, sempre però uno davanti all’altro.
Il suo pacchettino è di una gioielleria, come il mio del resto. Non è facile farsi regali quando si è amanti e la relazione deve rimanere così segreta che nessun’anima al mondo deve accorgersi che abbiamo un regalo appariscente da una non identificata persona.
Un orologio fa sfoggio, molto bello ed elegante, ma al tempo stesso maschile, una delle marche più belle e costose del momento, un design che si adatta alla perfezione ai miei gusti e che posso mettere nelle occasioni.
- Volevo regalarti qualcosa da indossare sempre, ma poi quando ho visto questo non ho resistito, è perfetto per te, quando sei di gala… e poi era davvero bellissimo, secondo me… - Sorrido con gli occhi che mi brillano mentre mi tolgo quello arancione che indosso sempre.
- E’ stupendo, davvero bellissimo. Conosci bene i miei gusti! - E’ vero che mi piace e so quanto gli deve essere costato, questo pazzo deve aver speso una fortuna per farmi un regalo di natale!
Me lo metto facilmente con un click e lo ammiro al polso, anche la grandezza delle maglie è perfetta. Spiega le caratteristiche… titanio, che si ricarica con l’energia solare, che ha un impianto GPS che lo sistema automaticamente… il top del top.
Annuisco e lo abbraccio baciandolo.
- Grazie, è davvero bellissimo! - Non mi sento più tanto scemo. E’ bellissimo scambiarsi i regali, non l’ho mai fatto, non è nostra tradizione, non me ne è mai importato, non ho mai capito il senso di farlo. Però ora lo trovo bello, speciale.
- Sono felice che ti sia piaciuto. - Dice felice.
- Dai apri il tuo! - Così lui toglie il nastrino che lo chiude e lo apre.
Trattiene il fiato guardandolo.
E’ un bracciale maschile di quelli che possono essere scambiati per quelli di moda da pochi euro, ci ho pensato bene quando l’ho scelto perché così lo può indossare sempre che anche se viene notato, sembra una cosa da poco e nessuno lo nota.
Ma invece è costoso, di quelli che paghi a peso d’oro!
Non che il costo conti qualcosa, però non è che gli ho preso una patacca! Ci tenevo a fargli un bel regalo che potesse tenere sempre.
La circonferenza è intrecciata con un filo leggermente spesso, nero, ed un altro in oro bianco, molto fine, ma che dona un tocco di lucentezza che non è eccessivo. Poi la parte centrale è legata da un nodo in oro bianco più grosso di quello che si intreccia in giro. Anche la rifinitura dove lo allaccia è dello stesso materiale.
Nole spalanca gli occhi e rimane senza parole. Così imbarazzato glielo prendo e gli mostro la parte migliore.
- Dietro ci sono incise, piccole ed impercettibili, R e N. - E qua gli occhi di Nole diventano belli lucidi!
Sta per piangere.
- L’hai fatto fare apposta? - Poi guarda meglio. - Ma Rafa, è oro bianco? - Sorrido ed annuisco.
- Son diventato matto a cercare qualcosa di adatto! Qualcosa che se lo guardi sembra un bracciale da nulla e che quindi nessuno si fermerebbe a guardare bene, ma che in realtà è una cosa seria. E poi che potesse coincidere coi tuoi gusti e che avesse un bel significato. Beh, spero si capisca… l’intreccio… - Cerco di spiegarlo ma lui finisce al posto mio.
- L’intreccio dei fili diversi e poi il nodo in oro, indica il nostro legame che, pur diversi, stiamo insieme e ci amiamo. - Avvampo e non riesco più a parlare.
Come l’ha detto bene!
Annuisco e glielo metto.
- Ti piace? - Chiedo pensando d’aver esagerato. Forse ho esagerato, in effetti. E’ una cosa molto romantica, dopotutto. Ma volevo farla.
- Sei matto? E’ fantastico! E poi così significativo… lo posso indossare sempre! Io l’adoro! - Sorrido soddisfatto e sollevato.
- Sono felice, avevo paura d’aver sbagliato qualcosa, non volevo sembrare troppo romantico, ma mi dispiace non poter condividere qualcosa come le coppia normali, che hanno i loro segni, così… - Cerco di dare spiegazioni che penso risultino solo stupide. Alla fine mi zittisce prendendomi il viso fra le mani e baciandomi. Le labbra tremano, capisco che è emozionatissimo, così lo stringo a me.
- Grazie. - Sussurra nascondendo il viso contro il mio collo come prima ho fatto io con lui. Uno il rifugio dell’altro.
- Ti amo, non sapevo come dirtelo lasciandoti un segno. - Lo sento sorridere contro la mia pelle delicata, rabbrividisco.
- E’ come se mi avessi investito con un treno in piena corsa. Non lo dimenticherò mai. Ti amo anche io. - Così non serve che ci diciamo altro.
Le promesse ce le eravamo fatte a suo tempo, ormai la nostra relazione va bene, molto bene, e lui è così importante per me che a volte mi manca da impazzire. Non so più come fargli sapere cosa provo, sono impacciato con le parole, non so usarle bene come lui e quindi i gesti sono più esplicativi.
Rimaniamo abbracciati stretti così, emozionati.
Poi, sempre emozionati, andiamo a letto e facciamo l’amore.
Ci riposiamo, ci coccoliamo, ci riprendiamo e lo rifacciamo.
Fino a che non sentiamo il bisogno di mangiare, allora scendiamo dal letto e, girovagando nudi coi soli nostri regali addosso, passiamo il resto della giornata insieme, come una coppia che non ha obblighi e doveri di nessun genere, una coppia normale a tutti gli effetti.
Per la giornata più bella da qui ad un po’ di tempo.
Lo amo, spero che lo sappia, perché se ne dubitasse impazzirei. Ma a giudicare da come si rimira il bracciale, direi che l’ha capito bene.
Sorrido.
Sono proprio felice.