NOTE: la fic fa parte della serie della Next Generation, i protagonisti sono Nick Kyrgios e Sascha Zverev in particolare con la gentile collaborazione di Thanasi Kokkinakis, Dominic Thiem, Grigor Dimitrov e Jack Sock, qualcuno di più, qualcuno di meno. La fic è di 5 capitoli + epilogo, è ambientata una parte durante la Laver Cup. La fic segue ‘Testa e talento’ e ‘Sei adorabile’. Ho un paio di altre idee su questi giovani che mi hanno tirato fuori un po’ di ispirazione che spero sfrutterò.
Sono molto convinta che sia Nick che Sascha abbiano uno splendido rapporto fra di loro, ma è evidente che ne hanno uno altrettanto bello anche con Thanasi e Domi... e poi nell’Australian Open di quest’anno si è intromesso pure Grigor, così ho deciso di manovrare a modo mio le loro vicende.
Spero che la fic vi piaccia e la seguirete. Metterò un capitolo a settimana perché è già completa.
Nella mia pagina sullo slash nel tennis ci sono alcuni album utili:Kyerev, Kynasi, Thierev e Kyritrov.
Buona lettura. Baci Akane

PER NIENTE FACILE

1. SE NICK È COMPLICATO...



Facile non era nel DNA di Nick, tanto meno in quello di un tedesco, in realtà.
Nick guardò male Sascha e Domi mentre si abbracciavano in quel loro tipico modo personale da chi era davvero molto amico, i loro gesti con cui si battevano le mani erano nauseanti.
Poi scosse la testa amaro e decise di mandarlo a quel paese, si prese Thanasi come se fosse una giacca da indossare e se lo trascinò via dal campo, lungo i corridoi del palazzetto adibito a base per il primo torneo di Laver Cup, non entrò nei loro spogliatoi perché c’era un gran via vai di compagni di squadra che facevano baccano, divertendosi troppo per i suoi gusti.
Cosa che fino a poco fa faceva anche lui.
Si infilò invece in un magazzino pieno di attrezzature e mentre Thanasi si lamentava per il brusco trascinamento, si ritrovò spinto contro la porta chiusa a chiave, girato con la faccia contro la dura superficie, i pantaloni della tuta abbassati insieme agli slip solo il necessario e poi, poco dopo, appena appena lubrificato per miracolo, il suo duro pene dentro.
Duro non molto, in realtà, ma sufficiente per entrare.
Thanasi inarcò le sopracciglia girandosi verso di lui che lo penetrava quasi a crudo.
- Se non sei eccitato perché diavolo vuoi trombare? - Chiese senza capire, mentre spingeva con le mani contro la porta e si inarcava contro di lui per facilitargli il compito di entrare ed uscire da lui.
Nick lo strinse per i fianchi e si mise a spingere con ancor più furia e Thanasi capì.
Lo faceva con lui solo per due motivi: o era arrapato e non aveva nessuno per le mani, o era infuriato con qualcuno ed entrambe le cose capitavano spesso.
Di recente non poi così tanto, da quando aveva intrapreso una sorta di relazione con Sascha, più sessuale che altro.
A quanto pareva, almeno.
L’australiano, collega ed amico di Nick, capì che quel modo di farlo con lui proprio quando nella squadra avversaria c’erano Sascha e Domi che flirtavano come sempre, parlava molto di quel che provava Nick.
Questi non rispose e continuò a prenderlo da dietro fino a che non riuscì ad eccitarsi a sufficienza e a svuotarsi dentro di lui. A sfogo completato uscì illudendosi di sentirsi meglio, la sensazione durò pochi istanti, il tempo di ricomporsi e guardare in viso un Thanasi saccente e malizioso che sembrava sapere già tutto. Come sempre.
I due si guardarono comunicativi e mentre uno attendeva, l’altro grugnì brutalmente scuotendo la testa, diede poi un calcio ad un cestino di palline gialle da tennis che fece un breve tonfo metallico, poi lo spostò brutalmente uscendo per primo.
Thanasi sospirò ridacchiando, ma corse e lo raggiunse spintonandolo con la spalla.
- Lo sai che non serve a niente, vero? - Disse saccente. Nick scosse il capo con il broncio duro.
- No, non so un cazzo. Tu invece sai tutto, no? - Thanasi era il suo parafulmine e ne era consapevole, ma non gli importava. Non gli faceva male sul serio. Per Nick era sempre peggio per cui non si lamentava.
- C’è solo una cosa da fare. Parlarci. -
Non serviva usare il soggetto, i due si capivano e Nick si rivoltò malamente entrando nello spogliatoio dei rossi mentre gli altri si cambiavano scherzando e divertendosi come se fossero al Luna Park.
- Per dirgli cosa? Non siamo niente, può fare quel cazzo che vuole! -
- Chi? - Chiese Jack intromettendosi al volo curioso come una scimmia di quel personaggio estremamente interessante che aveva ormai nella lista delle sue amicizie speciali.
Thanasi guardò il compagno che si rivestiva e Nick sbuffò non avendo la minima voglia di parlarne, così lo fece il suo ‘segretario personale’.
- Sascha... - Jack inarcò le sopracciglia senza sapere i retroscena a riguardo e Thanasi lo illuminò. - Beh, fra alti e bassi hanno una relazione di letto... - Lo disse con sorprendente tatto, Jack rimase sorpreso dell’informazione, non l’aveva minimamente capito e guardò subito Nick che se ne andava a passare la pausa fra la prima parte e la seconda della giornata per conto proprio.
I due amici rimasero a parlare insieme e mentre Thanasi spifferava sotto voce ogni dettaglio della complicata sex story, Jack ascoltava interessato e curioso facendosi un’idea precisa.
- E tu questa la chiami relazione di letto? - Thanasi alzò le spalle.
- È così che la chiama lui. Io la chiamo un bel casino! - Jack ridendo concordò.
- Dobbiamo aiutarlo! - Thanasi scoppiò a ridere di gusto.
- Auguri per quello! - E intendendo chiaramente che nessuno era in grado di aiutare Nick, uscì a sua volta dagli spogliatoi inseguito da Jack che interessato gli chiese perché glielo dicesse, Thanasi senza far caso a chi aveva nei paraggi, spiegò schietto e senza peli sulla lingua:
- Sai cosa fa ogni volta che ha problemi con qualcuno? Mi scopa! - Jack si fermò per non cadere e lo guardò sconvolto, Thanasi si fermò a sua volta e si voltò verso di lui guardandolo come se non ci fossero grossi problemi: - Sono serio! Lui litiga con Sascha o è geloso di lui, o ha problemi perché è innamorato ma non vuole scoprirsi nemmeno morto e vede che Sascha è preso da Domi? Mi prende, mi sbatte contro un muro e mi scopa. E come pensi lo fa sentire questo? - Jack non aveva dubbi e si riprese subito raggiungendolo.
- Peggio? - Thanasi alzò le spalle.
- Ovvio, ma pensi che smetta? No! Non serve a niente scopare con altri per dimostrare a sé stesso che non gli importa niente, capisci? E sai perché lo fa con me? Perché io sono come un fratello per lui, non prova niente, non si innamorerà mai, non corre quel rischio. Per questo lo fa solo con me, capisci? -
- E a te sta bene? - Chiese shoccato Jack che per lui era un mondo totalmente opposto al suo. Thanasi alzò le spalle di nuovo menefreghista.
- Ognuno è responsabile per sé stesso e se lui non lo è, peggio per lui. A me non importa, io gli sono amico e mi dispiace che si flagelli per rifiutare i legami ed i sentimenti, ma è ridicolo perché è comunque preso da Sascha, forse innamorato, eppure odia esserlo perché pensa che i sentimenti lo indeboliscano! Hai capito quanto è contorto? - Jack annuì chiarendo ad alta voce il pensiero:
- Boicotta la sua relazione con Sascha per paura di innamorarsi davvero. -
- Ma reagendo come fa dimostra che lui è già innamorato, solo che non lo vuole ammettere! -
Jack sospirò sconvolto dalla complessità di Nick e seguendo Thanasi verso l’albergo a loro disposizione, lì vicino, uscirono dal palazzetto dello sport dove erano stati per tutta la mattina a guardare le due partite di tennis nel diverso assetto stabilito per la Laver Cup.
Non notarono la presenza di Sascha e Domi poco distanti da loro che gli camminavano dietro, con un netto distacco per non essere presi in considerazione, ma non eccessivo per non sentire.
Domi guardò così Sascha con aria dispiaciuta, ormai il loro inglese era sufficientemente buono per capire tutto anche se loro erano inglesi madrelingua e parlavano piuttosto velocemente.
- Mi dispiace. È quello che ho capito? - Chiese piano Domi il quale non sapeva nulla della sua relazione con Nick, ma non voleva dimostrare quanto male ci era rimasto nel saperlo così.
Domi si concentrò su di lui e sulla sua reazione, obbligandosi ad ignorare cos’era quel che provava ed il motivo per cui bruciava e stava per andare in confusione.
I due, invece, parlavano in tedesco, entrambi madrelingua anche loro.
- Sì... scusa se l’hai scoperto così... - Disse piano Sascha trovando difficile fare finta di niente così su due piedi.
Scoprire in quel modo che ad ogni problema Nick correva a fare sesso con Thanasi non era facile e non sapeva bene come doveva reagire, per un lunghissimo istante si ritrovò a camminare senza rendersene conto, così come non si rendeva conto di cosa stava provando. Era tutto ovattato e non sentiva nulla, solo freddo. Nemmeno le sensazioni fisiche, nulla di nulla.
Domi lo condusse verso il loro albergo, sempre dietro a Jack e Thanasi, ma ora ben più distanziati.
- Immagino che non dovessi per forza dirmelo... ti vergognavi? - Chiese Domi cercando di distrarlo dall’informazione scomoda sentita poichè non aveva la minima idea di come gestire una cosa simile.
Sascha per rispondere a quella domanda improvvisa, si riscosse e negò subito guardandolo.
- No no, non mi vergognavo è solo che... - Poi si fermò rendendosi conto di non avere la minima idea di che cosa l’aveva spinto a tenere tutto nascosto. Domi sorrise incoraggiante accorgendosi che non sapeva come giustificarsi e alzò le mani fingendosi sicuro:
- Davvero, non devi preoccuparti, ok? Non mi dovevi dire nulla, non sono cose facili da raccontare... la mia era curiosità, ma... - Ma non sapeva più cosa dire e si sentiva sempre peggio all’idea che Sascha se la facesse con Nick.
Il silenzio più imbarazzante mai creato si installò fra i due e nessuno riuscì a parlare.
Sascha innalzò uno di quei muri che per lui era facile fare, mentre Domi trovò comodo il suo chiudersi.
Cosa stava succedendo? Perché improvvisamente sapere quella cosa lo feriva e lo destabilizzava tanto?
Gli veniva quasi da piangere!
Come era possibile, come? Perché, soprattutto?
Solo in camera, giunti a posare le rispettive cose, la voce piatta di Sascha interruppe quel pesante silenzio:
- Non te l’ho detto perché non sapevo cosa fosse e cosa raccontare. Non volevo nemmeno questa cosa, all’inizio l’ho contrastata. -
Domi sussultò sentendolo, improvvisamente non voleva sapere ed improvvisamente Sascha aveva bisogno di esporlo.
- Non devi, davvero. Avevi diritto alla tua privacy, io e te siamo solo amici, non devi... -
- Appunto perché siamo amici e non come lo sono con chiunque altro, avrei dovuto dirtelo. Ma non volevo che fosse vero, così non l’ho detto a nessuno, provando a fare finta che non esistesse nemmeno. Non volevo distrazioni dal tennis e lui era una grande distrazione, ma era peggio provare a stargli lontano. Era diventato un’ossessione e non so nemmeno come! - Domi si sentiva sempre peggio, come strappare da dentro. Voleva gridare, ma non era nella sua indole e così rimase zitto ad ascoltare qualcosa che non voleva, non voleva proprio.
Per mesi si era illuso di stare costruendo con Sascha qualcosa di speciale ed invece era stato solo ridicolo.
“Rimani impassibile, sei un amico, ricordalo Domi. Non umiliarti ora. Stai zitto e ascolta tutto, poi dagli qualche consiglio e vattene da qualche parte a sfogarti!”
- Così non riuscivo più a non pensare a lui e a non volerlo da matti ed alla fine ho ceduto dicendo che non doveva essere impegnativo, solo un divertirsi insieme e basta. E così è stato per un bel po’. Siamo entrambi migliorati a tennis, lui ha i suoi alti e bassi perché è una persona lunatica e complicata però in generale insieme stavamo molto bene. Ma non era una vera relazione, non siamo una coppia. Lui può fare quel che vuole con chi vuole... solo che... - E qua Sascha si ricordò il punto della questione, si raddrizzò e si indurì mentre il tono pacato si raggelava. - È solo che mi ha rotto il cazzo perché era geloso di noi due ed ora viene fuori che si scopa il suo migliore amico per non legarsi a me sul serio? È da ricovero! Se pensa di fare quel cazzo che gli pare con me si sbaglia! -
Domi lo fissò sgranando gli occhi come se stesse fuori di testa per il brusco e repentino cambio di modalità.
- Che... che intendi? - Sascha scattò in piedi dal proprio letto e recuperando il telefono andò verso la porta deciso.
- Non vuole legarsi a me? Mi sta bene! Non sono quel tipo di ragazzo che condivide il posto con qualcuno! Se vuole stare con me deve stare solo con me! Altrimenti che si fotta chi vuole, ma non di sicuro me! - Così dicendo aprì la porta e vi sparì sbattendosela alle spalle. Domi rimase inebetito, fermo e zitto a fissare la camera ora vuota mentre si ripeteva le parole appena sentite, cercando di capire cosa era successo.
- Ma che diavolo... -
Ed ora? Ora sperare o sotterrarsi?