*Eccoci qua con un altro capitolo. Sascha è andato a cercare Nick colpito dalla sua reazione alla sconfitta alla Laver Cup, una volta lì solo con lui appena uscito dalla doccia, decide di dirgli che è andato con Domi, ma da lì in poi tutto può succedere. Dopo il magico torneo si torna alla normalità e mentre Domi cerca di capire cosa sia successo e cosa deve fare, Sascha e Nick si ritrovano nell'Open di Cina. Buona lettura. Baci Akane*

3. NESSUN SANTO




Nick si rivoltò verso di lui gettando rabbioso il telo che non gli serviva più e capì cosa intendeva.
- Te lo sei fatto alla fine! Avevo ragione! - Sascha sospirò insofferente fissandolo composto e gelido.
- Volevo chiudere e mandarti a cagare, ma poi ho visto come ti sei battuto oggi e quanto ci hai sperato, ho visto le tue lacrime ed ho pensato... -
- Che ho un cuore? Ma guarda un po’! Che strano! Ci sono persone che non ce l’hanno, come è possibile che io non sia fra questi? - Nick attaccava al novanta percento, Sascha non si stupiva e per continuare il suo discorso con coerenza distolse lo sguardo dal suo inguine. Era difficile parlare così e Nick notò che esitava perché distratto dal suo pene, a notarlo si eccitò anche di più e si maledì per questo, ma decise di vendicarsi e provocarlo, così rimase fermo nudo davanti a lui senza vestirsi, come se fosse normale parlare così con qualcuno.
Sascha capì che lo faceva apposta, si morse il labbro lanciando un’ultima esausta occhiata al suo membro davanti ai suoi occhi, poi tornando alla sua maschera di gelo e di pietra, lo guardò in viso dal basso della sua posizione seduta.
- Ho pensato... - Ripeté marcando le parole per non essere interrotto: - che mi dispiaceva per te, perché anche se fai di tutto per allontanare gli altri per non soffrire quando le cose vanno male, comunque questo non ti impedisce di soffrire. Oggi ci speravi nonostante so che non volevi. Questo dimostra che anche se mi hai allontanato, alla fine probabilmente speravi in noi due. Sbaglio? - Chiese infine calmo e provocatore. Nick indurì le labbra carnose fissandolo in piedi, le mani ai fianchi in quella sua tipica posa strafottente, poi scosse il capo e decise di vestirsi, si infilò i boxer arrabbiato per essersi scoperto. Non doveva mostrarsi nemmeno a lui ed invece ora quel tedesco ne sapeva fin troppo di lui.
Il suo silenzio fu una risposta e Sascha sospirò stanco strofinandosi gli angoli degli occhi con indice e pollice.
Cercò di calmarsi e cambiare strategia. Così non avrebbe ottenuto niente e non sapeva nemmeno cosa voleva ottenere, né se voleva davvero.
Prima non sapeva se voleva riprovarci, stando con Domi aveva visto quanto facile poteva essere una relazione e si era chiesto perché complicarsi l’esistenza.
Poi l’aveva visto piangere e ci era rimasto di sasso, ma ora stava innalzando il muro di Berlino.
Eppure?
Andarsene e chiudere? Davvero?
Ora che era vestito era meglio, Sascha si alzò piano e con una mano sul suo petto lo spinse a girarsi verso di lui, poi le dita sul mento e gli voltò il viso.
Quando i due finalmente si guardarono, vide un guizzo di limite raggiunto in Nick e capì che stava di nuovo per piangere e che non ce la faceva più ad allontanare ancora tutti, che non era quello ciò che voleva davvero. Voleva solo essere curato e coccolato, per una volta voleva un po’ d’affetto, amore e calore, come tutti. Per una volta, solo una.
- Smettila di combattere, non è sempre una lotta. Capisci quali solo le battaglie giuste e combattile, come prima sul campo. E capisci quali sono invece da vivere diversamente. Perché ti complichi la vita? A volte è facile, è molto facile! -
Nick voleva arrendersi, per una volta. Perché voleva che i suoi occhi sorridessero per lui, le sue labbra lo addolcissero e le sue braccia lo scaldassero, ma non poteva chiederlo, non l’avrebbe fatto.
Così semplicemente si incupì e scosse il capo.
- Se abbasso la guardia è finita, la volta che permetto a qualcuno di affondare il coltello non mi rialzo più. - Sascha chiuse gli occhi e chinò il capo arrendendosi. Ci aveva provato.
- Non ti stanchi mai a vivere così? Non vuoi semplicemente essere amato e basta? - A questo Nick si zittì ed invece di respingerlo rimase a guardarlo da vicino, la sua mano addosso, le dita sul mento, delicate. Sascha rialzò gli occhi e capì che forse ci era vicino.
- E tu piuttosto? Sei sicuro di volerti incasinare la vita con uno come me? Sei sicuro che ne valga la pena? Tu hai il tennis in testa, io sono un tipo pericoloso. - Sascha ne era consapevole e fece un sorrisino malizioso.
- Infatti sono qua per fare pace, ma non per proporti una relazione. Non so nemmeno io cosa voglio con te perché sei un autentico casino, ma mi dispiace chiudere con te, non parlarti e guardarti piangere da solo in un angolo, perché so cosa hai dentro e cosa cerchi davvero, solo che non hai il coraggio di chiederlo. - amore, affetto. Non lo dissero ma lo sapevano. Nick rimase colpito dalle sue parole e si allontanò capendo che non voleva riprovarci.
Sascha capì d’averlo quasi perso e gli prese la mano fermandolo, attirò la sua attenzione e parlò dolcemente cercando di essere delicato.
- Siamo giovani, Nick. Non possiamo decidere ora come vivere qualcosa di così importante, solo non precludiamoci niente. Mi hai preso alla sprovvista, non avresti dovuto nascondermi che te la facevi con Thanasi per non legarti a me. - Nick scosse il capo insofferente.
- Cosa vuoi esattamente da me, Sascha? Dici che io sono complicato, ma tu pensi di essere facile? - Sascha sorrise spontaneo capendo che aveva ragione, annuì e intrecciò le dita alle sue.
- Ok, hai ragione. Tabula rasa. Non abbiamo un passato insieme di nessun tipo, siamo amici attratti uno dall’altro, sappiamo che entrambi andiamo con altri e non siamo legati a nessuno e possiamo farlo finché ci va. Ora sappiamo tutto. Vediamo cosa succede la prossima volta. - Nick non capiva bene cosa aveva in testa e cosa gli proponeva.
- Cioè se ci va di scopare lo possiamo fare? -
- Fra di noi, con altri... nessuna relazione, nessun impegno. Vuoi farti Thanasi? Va bene! Voglio farmi Domi? È ok! Questo ti impedirà di vederla come una relazione impegnativa, come un legame. Torniamo a divertirci insieme, ma questa volta senza nasconderci niente. Solo se ci va, eh? Se non ci va, amici e basta. È tutto ok! - Sascha non sapeva cosa era venuto a fare lì, sapeva solo che voleva aiutarlo in qualche modo. Parlargli era venuto da sé.
Non sapeva nemmeno se era una cosa fattibile, se ne sarebbe stato capace, ma quel punto e a capo, quel nuovo capitolo poteva essere una buona soluzione.
Nessun muro, ma nessuna catena.
Poteva funzionare, forse.
Nick alla fine dopo un po’ si decise a sorridere e così il mondo si rischiarò per entrambi. Così come le loro labbra di nuovo riunite per un veloce e fugace bacio prima di sentire qualcuno bussare alla porta per richiamare Nick.

Il party di fine torneo fu meno drammatico di tutto il resto del torneo, riuscirono a parlare e scherzare di nuovo. Nick trovò appagante ironizzare su di lui per metterlo un po’ in difficoltà e trovò anche piacevole il fatto che lui si trovasse a suo agio con le sue battutacce cattive, perciò ritrovarono piuttosto facilmente la loro tipica alchimia, come quasi che non fosse successo nulla.
Quasi.
Se non che poi Domi ormai aveva iniziato a sperarci dopo averlo assaggiato anche da quel punto di vista.
Specie considerando che Sascha aveva deciso di consolidare la propria decisione nei confronti di Nick tornando ad allietarsi con la timida dolcezza di Domi, rafforzando in lui la speranza e l’illusione che ormai potessero considerarsi una coppia a tutti gli effetti.

Sarebbe stato certamente l’ideale parlarne, ma per uno che non si era mai affacciato a quel lato della vita, non di certo con i ragazzi, non era facile. Così nonostante sapesse che doveva chiarire due punti, non riuscì a trovare le parole giuste che preferivano invece fermarsi in gola.
Tutto quel che riuscì a fare fu baciarlo timidamente prima di tornare a casa in Austria dopo quei tre giorni incantati.
Sapeva che dovevano parlarne come si doveva, ma non era facile e gli serviva un po’ di tempo per capire cosa era successo.
Lui adorava Sascha e la sua allegria, trovava la sua spensieratezza sconvolgente vista la serietà con cui prendeva il tennis. Avevano lo stesso modo di concepire il loro sport preferito. Impegno ad ogni costo.
Il problema era che dalla loro notte di sesso seguita a baci e carezze varie, Domi iniziò a pensare insistentemente a lui tanto da perdere la bussola e non raggiungere più i risultati sperati a tennis.
Sascha riuscì a rimanere più concentrato, aveva una capacità di cancellare le emozioni che era invidiabile, guardandolo da casa si ritrovò a pensare come facesse e fu peggio vederlo giocare in Cina contro Nick e constatare che dopotutto le cose fra loro due non sembravano andare affatto male.
“Ma non si erano lasciati?”
Domi era confuso.

Non da meno Sascha che comunque pur non sapendo come comportarsi con Nick e con Domi a livello teorico, si buttava sul proprio istinto facendo semplicemente quello che gli andava in quel momento.
“Ci penso, eh? Non è che non ci penso. Ma non arrivo a nessun risultato, perciò non mi resta che interagire con entrambi per capire che voglio fare e cosa provo. Non avevo previsto di riallacciare con Nick, ma è successo e poi all’idea di scaricare Domi mi sono chiesto ‘ma perché? Non sono impegnato con Nick o torna a scappare... tanto vale tenermi questa porta aperta, magari poi preferisco la semplicità e la dolcezza di Domi al trauma shoccante di Nick!”
Questi pressapoco i suoi pensieri mentre si avviava a Pechino per il Cina Open dove sapeva non avrebbe visto Domi ma Nick.
- Camera 208! - Esclamò una voce allegra e familiare mentre gli dava giù con la coda del borsone che si teneva in spalla. Sascha per poco non cadde, ma rimase stoicamente in piedi ed impassibile lo guardò andare oltre facendogli un occhiolino sfacciato.
- Credevo non fossimo impegnati! - Rispose aumentando l’andatura per raggiungerlo agli ascensori dell’hotel che li avrebbe ospitati per il torneo.
Nick attendendo che arrivasse, fece un ghigno divertito ed alzò le spalle.
- Infatti ti ho detto la mia camera in caso tu voglia divertirti! Non parlavamo di divertirci? - Sascha si mise a ridere e scosse la testa contento di realizzare che la chiacchierata aveva avuto i suoi frutti.
Le porta si aprirono ed i due entrarono insieme sentendo entrambi i cuori accelerare considerevolmente. Una volta che le porta si richiusero davanti a loro, Nick si voltò verso di lui e lo scrutò studiandolo sfacciato e provocante, Sascha non fece una piega, non si spostò e non gli andò incontro cercando il bacio. Attese e basta fingendo che gli andasse bene tutto in ogni caso, così Nick decise che avrebbe giocato ancora un po’ con lui, infatti non lo toccò, anzi decise di cambiare totalmente aria:
- Come va con Domi? - A Sascha per poco gli venne un colpo.
- E a te con Thanasi? - Chiese acido. Nick rise mentre usciva dall’ascensore già arrivato al loro piano.
- Thanasi è solo un amico. -
- Con cui vai a letto quando vuoi allontanare gli altri! - Puntualizzò seccato Sascha.
- Certo, perché non provo niente per lui ed anche se ci scopo non mi lego. Siamo come fratelli! - Sascha voleva dimostrare menefreghismo e di solito riusciva a nascondere bene le proprie emozioni, ma con lui ormai diventava sempre più difficile.
- Allora fai incesto? - Nick scoppiò a ridere ancora e si fermò alla 208 mentre Sascha doveva proseguire, Nick aprì con la chiave magnetica e fermo in mezzo attese di proposito.
- Domi, insomma? - Sascha si fermò, mani in tasca, aria meno agitata di prima.
- Bene... non gli ho detto niente, vedo come va... è una persona molto dolce, ci sto bene... non ho fatto progetti, vedrò, insomma. - Era sincero e Nick lo capì, fece un cenno col capo come se fosse d’accordo con la scelta e poi gli indicò se voleva entrare, Sascha sussultò e si irrigidì mentre i brividi partivano dalle parti basse eccitandolo all’idea di cosa poteva succedere, ma decise di scuotere il capo e rifiutare.
- Ci vediamo in giro. - Nick rise di scherno, ma prima di entrare attese di vedere in quale camera entrava, così per potergli fare una sorpresa notturna se avesse voluto.
Così era meglio, si disse. Se Sascha aveva qualche mezzo qualcosa con Domi gli garantiva che la loro non era una vera relazione.
Stranamente non sentiva nemmeno la necessità di rovinare tutto andando con Thanasi, non ancora. Voleva vedere quanto sarebbe durata.