NOTE: questa fic si colloca direttamente dopo Rivalità (il cui titolo doveva essere game, termine tennistico per indicare una frazione di gioco del match intero. Le partite di tennis sono divise in set, possono essere dai 3 ai 5. Ogni set è diviso in game). Siamo sempre con Rafael Nadal e Novak Djokovic. Questa volta non c'è Roger. L'evento raccontato verso tre quarti è vero, cioè Novak sul serio si è messo ad imitare Rafael davanti a lui, durante una premiazione a Roma (deduco visto che parlavano italiano). La scenetta raccontata è vera anche se non so cosa poi si son detti in quelle belle foto che girano, che vedete sotto. La reazione di Rafael è stata del tutto positiva.
Avevamo lasciato i due a saltarsi addosso (eroticamente parlando)... adesso vediamo che combinano il torneo dopo, quando si rivedono.
Ovviamente ci saranno altri seguiti, ho deciso di fare una serie di one shot perchè se non sono fic lunghe sono più continuativa.
Buona lettura.
Baci Akane

PRIMO SET




Sentendo la porta bussare, Rafael non aveva la minima idea di chi potesse essere. Pensò a qualcuno dell'organizzazione del torneo che gli dava ulteriori indicazioni, aprì avvolto nell'accappatoio.
Si era appena fatto la doccia dopo la prima partita, ovviamente vinta.
Quando si ritrovò davanti Novak, le sue aspettative vennero del tutto sbaragliate. Di certo non pensava di ritrovarsi lui!
- Ehilà! - Lo salutò allegro Novak. Rafael, in risposta, fece per chiudergli la porta sulla faccia.
Per lo meno ci provò, in realtà venne fermato dalla pronta mano di Novak che aveva previsto il suo gesto. Lo conosceva bene. Ridendo, rimase sulla porta aperta.
- Dai, non mi fai nemmeno entrare? - Rafael sbuffò arricciando il naso.
- Non vedo perchè! - Novak rispose con la sua solita faccia tosta, sporgendosi verso l'interno e quindi verso di lui.
- Beh, potrei fare la doccia da te... - La malizia era molto marcata. Rafael arrossì e si girò per impedirgli di mostrarsi imbarazzato, però ovviamente Novak lo vide bene lo stesso e rise sadico.
- Hai la tua doccia e la tua camera! - Sbottò molto gentilmente.
L'altro non si aspettava niente di diverso, quindi entrando si chiuse da solo la porta e rimase a camminare un po' a caso per la camera, mentre Rafael cercava un modo per vestirsi senza spogliarsi davanti a lui. Dovette arrendersi e limitarsi a stringersi il laccio intorno alla vita nella speranza che non si aprisse.
Intanto non riusciva a stare fermo e tanto meno a guardarlo.
- Allora due chiacchiere? -
Dopo quella volta, non si erano rivisti né riparlati. Non l'avevano rifatto.
Quanto meno dovevano dire qualcosa sull'argomento.
Evidentemente per Novak si poteva rifare, per Rafael no.
Tanto lo vuole, si capisce!”
Pensò sicuro di sé Novak.
- Dopo la finale! - Grugnì l'altro beccandosi uno sguardo scettico.
- E se voglio parlarti prima devo aspettare la finale? - Rafael annuì incrociando le braccia al petto, rimanendo fermo in mezzo alla stanza in attesa che se ne andasse. Novak camminava ancora un po' a caso.
- Certo! - Rafael pareva convinto e Novak si fermò a poca distanza da lui, mani ai fianchi e aria scanzonata.
- E se non arriviamo in finale? - Rafael si mise a ridere. Finalmente. A Novak prese quasi un colpo, ma poi si sentì orgoglioso di sé!
- Sarebbe strano, ma in quel caso ci parleremo dopo che esci! - Novak si mise a ridere ancora più forte capendo cosa intendeva con quell'uscita arrogante e così da lui!
- Per cui dai per scontato che in caso sono io quello che esce prima? - Rafael non ebbe bisogno di annuire, la sua espressione era da 'mi pare ragionevole!'
Continuò a ridere per un po' mentre riprendeva a camminare a caso battendo le mani per il divertimento, poi alla fine si fermò davanti a lui, più vicino di prima. Rafael voleva indietreggiare e mettere le distanze, ma sapeva che a quel punto avrebbe fatto una figuraccia.
Che sia solo timido? Ho sempre pensato fosse arrogante, ma magari l'arroganza è una difesa per combattere la timidezza. Per molti è così!”
Novak stava cercando di analizzare Rafael da un po' ed ora era alla fase 'cosa nasconde la sua stronzaggine!'
A volte pensava che fosse così e basta, altre, mentre lo vedeva arrossire per cose simili, lo trovava timido e carino.
A parte che in accappatoio bianco e capelli bagnati gli accendeva voglie poco nascoste...
- Per cui... se davvero mi metto comodo qua con te... tu mi manderesti via sul serio? - Chiese a pochi centimetri da lui. Rafael trattenne il fiato, sorpreso dal fatto che si fosse fermato lì così di colpo. Poco dopo stava fissando le sue dita che tiravano il laccio dell'accappatoio. Rafael aveva sciolto le braccia dal petto quando se l'era ritrovato così vicino, ma si era pentito del gesto.
Ora cosa poteva fare?
Ci fu un breve momento di panico, principalmente perchè voleva lasciarlo fare, ma sapeva che non era il caso.
Per un momento pensò che non avesse scelta, ovviamente era un pensiero di comodo. Ma i ricordi di quel che avevano fatto quel giorno erano così piacevoli... perchè no?
Se lo chiese mentre, sempre trattenendo il fiato, sentiva l'accappatoio aprirsi lentamente. Era nudo, sotto. Novak passò dai suoi occhi al suo corpo con molta insolenza. Era malizioso e se lo stava già divorando.
Si sentì andare a fuoco, morire d'eccitazione, ma in un estremo momento di auto conservazione, riuscì a ricordarsi del tennis e si richiuse bruscamente i lembi ormai aperti, indietreggiò di corsa e lo fissò torvo, in netta difficoltà.
- Non prima del nostro ultimo scontro in questo torneo! -
- E se non dovessimo incontrarci? -
- Quando uno di noi uscirà, ne riparleremo... in caso! - Sottolineò 'in caso' nella speranza che magari potesse anche saltargli su di lasciarlo in pace.
Che illuso!
Novak fece un sorrisino soddisfatto e divertito. Ci aveva giurato su quella reazione, anche se per poco non era riuscito a toccare la sua pelle liscia. Quel corpo perfetto e muscoloso lo tormentava da quando l'aveva visto nudo.
Ricacciò l'acquolina in bocca e prima di andarsene si avvicinò e gli sfiorò le labbra in saluto, Rafael per un momento lo lasciò fare, ma poi lo spinse senza troppa convinzione.
- Dai! - Lo riprese sbrigativo. Novak e la sua risata se ne andarono poco dopo lasciandolo respirare.
Se prima di rivederlo si era illuso di poter ignorare tutto, ora aveva solo la conferma che in qualche modo la doveva affrontare.
Già, ma come?
La verità era che non aveva idea di che cosa aveva fatto, né del perchè.
Peccato che comunque voleva rifarlo!

Rimasto solo, Rafael passò il tempo a cercare di capire cosa di lui l'eccitasse al punto da perdere fisicamente il controllo.
E con fisicamente si intendeva proprio fisicamente!
Non trovò risposte precise, ma quel famoso controllo tornò a scemare ed il risultato fu un orgasmo auto realizzato.
Quanto riusciva ad odiarlo!
Perchè non lo lasciava in pace?

Novak certamente non avrebbe mai aspettato la fine del torneo, non se ne parlava. Doveva solo spingerlo a cedere a lui prima.
Avevano un sacco di tempo a disposizione e non accettarlo era un peccato.

Ovviamente dopo che gli ormoni furono stimolati, tenerli a bada fu impossibile e dopo un paio di partite una peggio dell'altra dove aveva rischiato sempre più di uscire ignobilmente, Rafael capì che il problema erano i propri sensi insoddisfatti.
E Novak.
Novak che osava occupare troppo la sua testa!
Se non ci parlo sul serio, mi rovino da solo! Ci parlo, lo scarico e me lo tolgo dalla testa! Semplice!”
Rafael era certamente la creatura più testarda che avesse calpestato la Terra, non si poteva convincere d'essere preso da Novak, era proprio impensabile.

Novak guardandolo giocare se ne era subito accorto. Era troppo nervoso. Per i suoi canoni era strano, Rafael aveva il dono di poter gestire qualsiasi situazione, reggeva molto bene la pressione, salvo poi esplodere alla fine, quando vinceva.
Per cui quando se lo ritrovò a bussare in camera, non si stupì davvero.
Sorrise con l'aria di chi sapeva, di chi l'aspettava, e lo fece entrare.
- Non fare quella faccia! - Esordì come sempre gentile Rafael. Novak ridacchiò.
- Sono in camera mia, mi piombi qua come una pera che cade dall'albero e non posso nemmeno fare le facce che voglio? - Rafael scosse il capo sospirando spazientito.
Lui e i suoi paragoni assurdi!
Una pera!
Decise di non commentare, entrò, si girò in mezzo alla stanza, allargò le braccia e con le mani simili ad un arbitro che comunicava coi giocatori, partì col suo bel discorso che si era preparato.
- Senti, quello che è successo è stato molto spontaneo e per nulla cercato. È successo. Non succederà più. Non c'è niente fra noi se non una sana rivalità e questo non cambierà mai. Adesso smettila di assillarmi e lasciami giocare in santa pace! Voglio solo pensare al tennis! - Aveva parlato brusco e deciso, com'era nel suo stile. Novak ovviamente si aspettava anche questo, non si scompose e rimanendo divertito, sempre guardando ironico e malizioso, chiese senza avvicinarsi, rimanendo alla distanza scelta dallo spagnolo.
- Quello che è successo? Non lo chiami nemmeno col suo nome? - Provocazione. Rafael in effetti in certi casi era una pera.
- Sesso! Sai che è quello! Perchè godi nel farmi dire certe cose? Anche l'altra volta con la storia del perchè ti guardavo la bocca e non gli occhi, l'hai tirata a lungo come uno stronzo! - Rafael pensava che fare l'arrabbiato potesse aiutarlo, parlava a macchinetta per dimostrargli che non era imbarazzato, anche se ovviamente lo era un sacco.
Novak accentuò il suo sorrisino ironico fastidioso convinto di sapere meglio di lui quello che pensava ed intendeva, quindi senza rispondergli perchè chiaramente ogni cosa che diceva lo irritava, si limitò ad un semplice gesto.
Si tolse la maglietta.
Rafael da che brontolava a che si ritrovò a boccheggiare paonazzo fissandogli il torace, sembrava un pesce tolto dall'acqua!
- Cos... cosa fai ora? Che ti salta in mente? - Novak alzò le spalle divertito.
- Mi tolgo la maglietta! -
- Lo vedo! Ma perchè?! - Rafael non riusciva a mettere insieme troppe parole, era imbarazzato e pieno di voglie ed anche molto arrabbiato con sé stesso perchè quelle voglie osavano venire con lui!
- Perchè sono in camera mia e faccio quello che voglio. Mi stavo per fare una doccia ed intendo farla! -
- Ma sono qua e ti sto parlando! -
- Lo vedo! - Rafael era scandalizzato e quasi urlava, Novak perfettamente calmo. In ciabatte, si aprì il laccio dei pantaloni corti, come l'altra volta. Stava per sfilarseli quando Rafael sventolò le mani, la testa e ormai rosso come un pomodoro maturo, si girò per andarsene. La risata di scherno di Novak lo fermò.
- Sei proprio un bambino! - Le fatidiche famose parole.
Rafael, come previsto dall'altro, si fermò e si girò di nuovo di scatto fissandolo sottile e furioso come un felino in procinto di attaccare.
- Cosa? -
Novak si tolse anche i pantaloncini rimanendo in slip senza il minimo pudore. Rafael questa volta riusciva a fissargli gli occhi perchè era offeso e furioso.
- Sei un bambino, Rafa! - Disse allora sempre con tono di scherno andando al bagno. Rafael ora voleva sviscerare la questione ed eventualmente mandarlo a quel paese, per cui non se ne andò, lo vide aprire l'acqua della doccia mentre lui gli latrava dietro.
- E' come non dire niente! Perchè sarei un bambino? Perchè non voglio vederti nudo? Perchè voglio chiarire che cosa è successo? Perchè voglio chiuderla una volta per tutte? Cos'è di preciso che fa di me un bambino? - Novak non era uno che si arrabbiava facilmente e nemmeno che si seccava, infatti era ancora molto tranquillo, aveva previsto tutto. Si tolse anche gli slip in attesa che l'acqua diventasse calda. Ora Rafael vacillava con lo sguardo dal suo corpo al suo viso, disperato cercava di rimanere su quest'ultimo.
- Perchè sei spaventato da una cosa che ti sembra troppo grande per te! Sei adulto? Comportati da adulto! Ti piace scopare con me? Fallo! Chi diavolo te lo impedisce? Perchè siamo rivali a tennis? E non sei capace di separare le due cose? Sei pur amico di Roger anche se eri suo grande rivale, andiamo! -
Ovviamente aveva perfettamente centrato il punto e Rafael si sentì con le spalle al muro, sotto pressione e nudo. Anche se era lui quello vestito.
Non sapeva cosa dire perchè aveva ragione, così Novak entrò nel box della doccia. Il vetro era trasparente e si vedeva attraverso nonostante il vapore e le goccioline. Si chiuse davvero dentro lasciandogli intravedere le forme del suo corpo snello e sottile che si lavava.
Come osava lavarsi con lui lì che gli parlava?
Stavano discutendo di una cosa seria, perchè si comportava sempre come se non fosse così? Come se tutto fosse leggero?
A Rafael andò il sangue al cervello. Osava dirgli che era un bambino quando era il primo a non prendere nulla sul serio!
Con questo aprì le ante per guardarlo in viso e continuare ad insultarlo.
Non era mai stato più arrabbiato di così, era la classica goccia che usciva e con lui funzionava così. Poteva tenere cose da inumani, ma poi la bomba scoppiava sempre.
Novak se lo ritrovò faccia a faccia con sorpresa e la sua voce concitata che gli ringhiava contro.
- Io ti sto parlando e tu ti fai una doccia e poi sono io il bambino? Prendi qualcosa sul serio, prima di darmi del bambino! - Ma Novak sapeva d'aver ragione, ne era fermamente convinto e fu forse la prima volta che lo prese davvero sul serio senza schernirlo. Infatti, senza toccarlo ma rimanendo sotto la doccia, rispose duramente.
- E tu comincia a fare quello che vuoi sul serio, allora! Perchè questi atteggiamenti stoici da non è giusto, non possiamo o che cazzo ne so, sono bambinate! Come dovrei prendere un'uscita simile? 'Non lo faremo più!' E perchè no? Lo vuoi come un matto! - Rafael, ancora spalle al muro, ancora furioso all'idea di essere scoperto.
- Non è così! -
- Sì che è così! - Novak ora cominciava ad arrabbiarsi, alzò il tono, si prese alle ante, proprio sopra le mani di Rafael, e si sporse. Questi indietreggiò col busto ma rimase piantato lì, non poteva scappare, avrebbe fatto una figuraccia. Proprio da bambino.
- No! Non lo voglio invece! Chi ti credi di essere? -
Novak voleva picchiarlo!
- Mi vuoi! Vuoi scopare ancora con me! Ti è piaciuto e vuoi rifarlo! Stai morendo, ora! -
- No! Tu... tu... - Rafael era in tilt, non aveva più parole e si rendeva conto di cosa stava sembrando.
La testa pulsava, il sangue correva furiosamente nelle vene, sentiva la pressione salire e la voglia di gridare e saltargli addosso.
Novak si mise a ridere, gli lasciò le mani e tornò sotto la doccia, gli diede le spalle riprendendo ad insaponarsi.
- Lo vedi che sei un bambino? Sei ridicolo! - Questo ovviamente sortì l'effetto voluto e Rafael, già oltre i limiti del normale, non ragionò più.
Prese ed entrò nella doccia così com'era. Vestito. Con le scarpe.
Lo girò verso di sé, gli prese il viso fra le mani e con forza lo baciò.
Solo quando ebbe la bocca sulla propria tornò a respirare e a capire. Dopotutto era quello che aveva voluto fare da quando l'aveva rivisto.
Non poteva negarlo.
Quello stronzo aveva ragione.
Novak, soddisfatto, aprì le labbra e lasciò che si infilasse con la lingua, gli andò incontro e si intrecciarono in un bacio subito incandescente come quello dell'altra volta.
Rafael usciva davvero di testa e lui ne era totalmente ammaliato. Come le falene con il fuoco. Incapace di starne lontane.
Le mani di Rafael andarono subito giù sui glutei di Novak, la pelle scivolosa giocò a suo favore mentre l'acqua gli attaccava al corpo i vestiti, anche i capelli lunghi erano incorniciati al viso. Novak lo prese per i fianchi, voleva vedere che altro avrebbe fatto.
Rafael, mentre lo baciava con foga, si tolse febbrile le scarpe, poi passò ad alzarsi la maglia, visto che era troppo attaccata al corpo la lasciò a metà, tutta arrotolata sul torace, quindi si abbassò gli shorts insieme agli slip e prese la mano di Novak mettendosela sul proprio inguine.
- Tocca! - Ordinò ansimante mentre lui faceva altrettanto.
Novak voleva godersi la sua mano che lo masturbava, ma decise di non contraddirlo e continuò ad assecondarlo.
Ricambiò il favore allo stesso momento e Rafael gli tirò il labbro coi denti, succhiandolo. Novak sostituì questo con la lingua e l'altro continuò a succhiare anche quella, frenetico, febbrile, ansimante, completamente fuori di sé.
L'eccitazione salì ancora, ma fu peggio perchè a quel punto ne voleva di più, voleva tutto, voleva sentirselo dentro, voleva esserne risucchiato.
Quindi staccò le mani e con brutalità si appoggiò alla parete liscia, sotto l'acqua che scendeva, gli si mise di schiena, si inarcò verso di lui in un messaggio erotico davvero molto chiaro e fu la volta di Novak di uscire di testa nel vederlo così partito, così eccitato e così voglioso.
Fuoco puro, tornò a pensare mentre si prendeva il membro fra le mani indirizzandolo fra i suoi glutei.
Esitò un istante incuriosito sadicamente da cosa avrebbe potuto fare se avesse aspettato.
- Sbrigati! - Ruggì infatti insofferente, roco. - Mettimelo! - Non sarebbe mai riuscito ad aspettare oltre.
Novak scivolò in lui subito, l'acqua lubrificava bene. Lo prese per i fianchi e se lo tirò ancora verso di sé separando il bacino dalla parete. Rafael vi era appoggiato con le mani e col volto, spinse verso il suo bacino, ormai era dentro e chiuse gli occhi completamente preso da quella sensazione elettrizzante unica.
La testa era del tutto riempita da scariche violente che scendevano poi lungo la schiena e via via in tutto il corpo. La consistenza di sé svanì, gelatina.
E cominciò a gemere forte, sempre più forte. Novak si eccitò più della prima volta, ora sapeva come faceva. Gli piaceva essere preso con decisione, con forza. Forse gli piaceva anche sentire un po' male all'inizio e lasciare che questo lentamente diventasse piacere. Perchè dopo un primo momento, nell'abituarsi, diventava anche piacere.
Specie se lo si rifaceva e lo si ripeteva.
Gli dava alla testa il modo in cui gli veniva incontro con le sue spinte, come la voce si alzava, come gridava, come lo chiamava. Come gli si muoveva contro.
Rafael non era capace di stare fermo e zitto. Allungò le braccia, spinse contro la parete per sbattersi ancora di più verso di lui, era come se lo volesse di più, senza riserve, senza fine.
Quando Novak venne non poté proprio aspettare, voleva fare in modo di farlo venire prima, ma era impossibile.
Rafael partiva a quel modo e lo faceva partire a sua volta. Era impossibile fermarsi.
Gli si appoggiò completamente addosso, ritornando al muro. Tornarono a sentire l'acqua scendere su di loro, Rafael ed i suoi vestiti mezzi tolti e mezzi attaccati al corpo, il suo corpo da favola.
Il fiatone, il calore eccessivo, uno sfinimento psicofisico, i sensi confusi.
Poco a poco capì che la mano di Rafael si stava muovendo e realizzò che stava finendo l'orgasmo da solo, visto che ormai era fermo dentro di lui.
Così febbrile aggiunse la propria mano alla sua, Rafael l'accolse volentieri e grazie a questo anche lui ebbe il suo culmine.
Quando lo sentì da come si tendeva e tratteneva il fiato, Novak il cui viso era contro la sua spalla, risalì sul suo orecchio e mordicchiandolo, disse:
- Devi scoparmi anche tu... così vieni come si deve... - Non che l'idea fosse malvagia.
Rafael arrossì.
- Mi piace averlo dentro... è solo che devi darmi più tempo... vieni troppo presto... se aspetti io poi vengo mentre tu mi scopi... - A quel punto dirlo fu liberatore. Usare i termini come stavano, dire le cose com'erano.
Rafael si sentì meglio, realizzato, completo.
Forse aveva aspettato di potersi denudare sul serio, ora lo era e sentiva d'aver fatto bene...
- Cazzo, capisco perchè dicevi di aspettare la fine del torneo... - Disse allora Novak dopo un po', uscito da lui ma ancora appoggiato totalmente addosso, le braccia che lo cingevano da dietro, le labbra sempre sull'orecchio, loro contro la parete, sotto la doccia.
- Perchè? -
- Perchè finisce che non ho più forze! Mi sfianchi! - Rafael riuscì a ridere, anche se era imbarazzato.
- Nei miei piani non dovevamo proprio rifarlo... - Novak si separò e chiuse l'acqua uscendo per primo, Rafael, sentendosi nudo e senza forze, per poco non cadde ma si tenne su e appoggiato alle ante aperte lo guardò infilarsi l'accappatoio. Porse un asciugamano a Rafael in condizioni pietose.
Scalzo ma comunque con la maglietta tutta attorcigliata sul torace e i pantaloncini alle cosce.
Cercando di sistemarsi, ascoltò la sua risposta.
- Non capisco perchè! - Questo davvero gli era poco chiaro e lo seccava.
Rafael, senza smettere di tirarsi via i vestiti ormai andati, rispose.
- Perchè mi togli concentrazione! Sai che io sono fissato con un tennis a trecentosessanta gradi! - Novak ridacchiò accettando anche questo lato di Rafael. Del resto era lui quello che voleva conoscerlo meglio.
Lo vide avvolgersi nell'asciugamano ed asciugarsi.
- E perchè invece hai ceduto? -
Rafael scrollò contrariato le spalle guardando altrove.
- Non è che lo programmo! Succede! Tu... - Lasciò in sospeso la frase stringendo le labbra senza saper come finire.
- Io? - Chiese infatti.
Rafael sospirò e rilassò i muscoli arrendendosi, l'asciugamano alla vita.
- Tu mi togli la capacità di azione ragionata! -
Dal momento che i due parlavano in inglese perchè non erano della stessa nazione, ogni tanto quando Rafael pretendeva di dire cose troppo elaborate, Novak si perdeva e non si faceva problemi a farglielo notare.
- Eh? - l'altro seccato provò a dirlo con altre parole.
- Mi mandi fuori di testa! - Questo era semplice e chiaro e la risata di Novak questa volta non lo infastidì, si girò e scuotendo la testa l'accompagnò in camera dove lo vide cercare dei vestiti di ricambio da dargli per non farlo girare in quelle condizioni che fin troppi avrebbero gradito.
- In qualcosa ti batto, lo vedi? - Novak amava anche scherzare sul fatto che Rafael era pressochè imbattibile.
- Credo che farò prima ad accettarlo... - Del resto rifiutarlo non l'aveva portato lontano. A Novak piacque molto quella risposta ed una volta che lo vide rivestito, fra le sue sparate e le rispostacce dell'altro, attese un gesto nei suoi confronti. Qualcosa che gli facesse capire meglio come potevano considerarsi, a che punto erano.
L'altro giorno l'aveva baciato di sfuggita lui, voleva capire cosa pensava Rafael, ma era sempre un'impresa.
- Vado, ci si rivede... - Novak voleva invitarlo a rimanere, a stendersi, a stare insieme, ma non poteva osare troppo con lui, quello era chiaro. Rimase in strano silenzio a guardarlo comunque in attesa di un gesto più dolce di quel nulla e quando lo sentì zitto, Rafael si voltò a guardarlo. La mano sulla porta, stava per aprirla quando lo guardò e capì. Con un sorrisino e le guance che si coloravano di rosso per l'imbarazzo, andò da lui rivelandosi finalmente timido, proprio come aveva assurdamente sospettato Novak, lo baciò fugace e veloce per poi andarsene in fretta.
Con quest'espressione ebete, rimase a fissare la porta chiusa, incredulo.
Allora era davvero timido! La stronzaggine e l'arroganza nascondeva la sua timidezza! Oddio, non ci posso credere! Ora come faccio a non innamorarmene? Prima mi salvava pensare che fosse un pezzo di merda, adesso che so che è umano e così carino che mi tira più via?”
Con questo pensiero si buttò sul letto sospirando profondamente immerso nei propri pensieri.
Ormai era segnato e se ne rendeva conto.


Non lo rifecero ogni sera, non si rividero così assiduamente, ma tornarono a vedersi e tutte le volte Rafael provò a contrastare la cosa, convinto che fosse meglio di no. Ovviamente cambiava idea quando si ritrovava ad impazzire in camera da solo, con gli ormoni alle stelle che gli rimandavano di continuo la sua immagine a letto o sotto la doccia.
Novak aspettava sempre il suo ingresso trionfale, ormai sapeva che lo stava rendendo dipendente, ma cominciava a pensare che fosse effettivamente solo una questione di sesso per Rafael.
Tutto il contrario di sé che invece si stava prendendo seriamente.
Si sentiva coinvolgere mano a mano che passava il tempo con lui, che lo conosceva meglio, si rendeva conto che si stava mettendo in una brutta situazione, ma come evitarlo?

Quando si ritrovò ad imitarlo davanti a tutti su insistente richiesta di una presentatrice del torneo, Novak si rese conto dal modo in cui Rafael, accanto a lui, reagì che comunque la confidenza c'era. L'aveva conquistata quella faticosissima confidenza.
Rafael non fece espressioni severe, nessuno sguardo da 'dopo me la paghi'.
Si divertì prendendogli il trofeo di secondo che aveva vinto per l'ennesima volta e lo incitò a farlo, ridacchiando.
Novak aveva questo passatempo di imitare gli altri tennisti, Rafael era il suo preferito, ma ovviamente a volte era imbarazzante. Specie se davanti a lui, oltre che ad un gran pubblico.
Però lo fece e quando lo vide ridere di gusto ed applaudire, si gasò molto. Non aveva vinto, ma si sentì al settimo cielo lo stesso.
Riprese il proprio trofeo dalle mani di Rafael e scherzò dicendo che se non lo vinceva sul campo, almeno nelle imitazioni ci riusciva.
Poi, durante i soliti discorsi di chi presentava il torneo, si avvicinò a lui per scherzare ancora con lui.
Aveva voluto provare a farlo davanti a tutti, avrebbe potuto aspettare di essere fuori dallo stadio, ma l'aveva fatto lì.
Avvicinatosi a lui in modo spropositato e senza mai staccargli gli occhi dal viso, disse mentre Rafael a sguardo perso davanti a sé l'ascoltava attento, senza rifiutare per nulla l'eccessiva vicinanza.
- Avevo paura che mi tirassi il trofeo in testa, con tutto quello che pesa! - Lui ridendo lo guardò facendo quasi per spingerlo.
- Ma dai, non sono così violento! - Così approfittò e rimase vicino a lui e continuando a rispondergli.
- Beh, dolce non lo sei proprio! Sai, non tutti la prendono bene quando li imito! Una volta a scuola stavo imitando il bullo e sono tornato a casa con il naso rotto! Il giorno dopo erano gli altri che imitavano me, andavano in giro coi fazzoletti nel naso. Ma loro erano tutti miei amici e lo facevano per prendermi in giro! - Gli raccontò tutto sempre a quella vicinanza, sempre senza staccargli gli occhi dal viso, pochi centimetri a separarli ed un'aria confidenziale nuova, mai vista, quasi.
Rafael per tutto il tempo ascoltò proteso verso di lui, tenendosi un dito nella mano in un gesto quasi di timidezza, ma sempre col un largo sorriso sulle labbra, senza mai allontanarsi da lui nonostante gli occhi di un sacco di gente puntati addosso.
Novak tornò di nuovo al settimo cielo, l'aveva conquistato sul serio?
Per lo meno poteva credere che era sulla buona strada... sapeva di non essere bello ed affascinante come lui, ma aveva la simpatia dalla propria, doveva puntare su quella, ora, in quella fase del loro rapporto.
Adesso provocarlo e mettergli pressione non funzionava più. Non serviva, poteva solo farlo scappare. Ora doveva lavorarselo facendo leva su quello spiraglio di timidezza, ormai era convinto che un po' da qualche parte ce ne fosse.

Rafael in effetti si stava lentamente conquistando, lo trovava davvero divertente e non era una cosa da poco visto che la prima cosa che gli aveva fatto capire del debole per Roger era stato proprio il trovarlo divertente.
Non ci voleva nemmeno pensare molto, era sempre convinto che con lui non potesse nascere niente di serio, per qualche ragione.
Per questo pensava non servisse scambiarsi il numero di telefono.
Novak non la pensava allo stesso modo e dopo essersi rivestiti e quasi pronti per andare ognuno a casa propria, visto che il torneo era finito, allacciandosi le scarpe disse come se si ricordasse solo in quel momento di una cosa del tutto trascurabile e di poco conto.
- Ah, aspetta, lasciami il tuo numero che ancora non ce l'ho! - Rafael, che si stava infilando la maglietta, rimase incastrato dentro perdendo il buco della testa che aveva usato per il braccio. Imprecando si mise a posto mentre Novak, da questa semplice e spontanea reazione, capì che non glielo voleva dare.
Finse come sempre buon viso a cattivo gioco.
- Come? - Chiese boccheggiando, cercando disperatamente di non arrossire con risultati pessimi.
Novak si alzò in piedi ormai a posto e lo guardò con la sua aria semplice ed un sorriso spontaneo.
- Il tuo numero di telefono. Potremmo rivederci al di là dei tornei, magari... o sentirci per sms, o se abbiamo voglia anche solo di parlare... insomma, è utile! - Per Novak non c'era niente di male, era come dire che stavano insieme senza dirlo davvero.
Pensava fosse l'ideale per Rafael.
Questi sembrava presissimo dal sistemare un sacco di cose del tutto inutili e ampiamente a posto, risultato: non lo guardava.
- Rafa, non vuoi? - Chiese cercando di mantenersi paziente.
- No non è questo, è che... -
Ma al suo sguardo agganciato al proprio, si ritrovò con le spalle al muro senza saper proprio cosa dire. Non voleva essere brusco e farlo rimanere male, ma non poteva nemmeno andare contro sé stesso, non sarebbe stato il suo stile.
- Rafa, sii sincero! - Disse Novak spegnendo il sorriso. Rafael si sentì un verme e si odiò per questo. Non perchè lo stava facendo rimanere male, perchè si sentiva un verme per questo!
- Senti, non voglio correre! Abbiamo fatto sesso un paio di volte, mi sembra presto vederci al di là del tennis e cose così... - Più esplicito di così si moriva.
Novak sospirò sapendo che probabilmente avrebbe reagito così, ma aveva dovuto provarci!
Infatti alzò le spalle e fece un'aria di circostanza piuttosto vaga, cercò di non mostrarsi deluso, ma Rafael vide in fondo ai suoi occhi quello stato d'animo preciso.
Storse la bocca e rimase in silenzio mentre Novak si girava e riprendeva a mettere via le proprie cose.
- Va bene, non fa nulla... quando hai voglia di andare oltre fammi un fischio... tanto ci ritroveremo al prossimo torneo... - Rafael annuì con aria un po' dispiaciuta, si vergognava anche di mostrarsi così se era per quello, ma non riusciva a rimanere del tutto indifferente davanti alla sua delusione.
- Non prendetela ma io... - Tentò debolmente. Novak alzò le spalle e sorrise forzatamente continuando a mettere via i propri effetti nel borsone.
- Non importa, sul serio... sapevo che avresti detto così! Non ti butti mai se non quando sei spalle al muro e sotto pressione, ma voglio che questo piccolo passo sia ben voluto e non un istinto del momento! - Rafael non aggiunse altro, aveva ragione, doveva esserne convinto e non dargli il numero tanto per fare. Sarebbe stato sciocco.
- Io ho preso tutto, a te manca qualcosa? - Chiese Novak dopo aver raccolto nervosamente ogni cosa. Rafael si rese conto d'avere le proprie cose ancora in camera, per cui scuotendosi fece per uscire.
- Sì, io ho tutto di là... - Fece infatti
Novak non voleva muovere un dito verso di lui, anche se moriva dalla voglia di fare qualcosa, qualunque cosa. Anche solo costringerlo a baciarlo. Però voleva fosse lui.
Così andò alla porta dietro a Rafael, portando in spalla il proprio borsone e nell'altra mano le racchette.
Stavano per varcare la soglia e quindi separarsi, quando Rafael si fermò di colpo facendolo quasi andare a sbattere.
- Che diav... - Non finì la parola, le sue labbra si posarono dolcemente sulle proprie zittendolo e togliendogli il fiato.
Non gli dava il numero di telefono, ma lo baciava con dolcezza sorprendente.
E' una contraddizione vivente! Specie perchè è brusco perchè è timido ed impacciato! Non è normale, questo!”
Concluse Novak mentre tornava a sentirsi al settimo cielo.
- Ci si rivede... - Salutò velocemente Rafael, rosso in viso, prima di scappare letteralmente via.
Novak rimase inebetito davanti alla porta con le mani ancora tutte occupate, ma il sorriso che fece illuminò a giorno ogni cosa.
Di sicuro quello era un passo avanti grande come una casa, prima o poi il suo maledetto numero l'avrebbe avuto!
Un set poteva dire d'averlo decisamente conquistato!