CAPITOLO VII:
ESORCISMO


Non so come ne esco, forse non ne esco.
Mi limito a chiudermi come prima, come prima che lui riuscisse a far sì che mi lasciassi andare.
Torno a non dire tutto quello che vorrei, che dovrei, che provo, penso e sento.
Ingoio, implodo.
E la serata va avanti, il mio silenzio ed il mio sorriso forzato appare come un interessamento naturale e lui parla un po' di lei, ma non si inoltra troppo.
Dopo un po' cambia argomento, ci mettiamo a mangiare e butto dentro qualcosa a forza, non ho proprio fame ma se non mangio lui si accorge che ho qualcosa che non va e non posso rispondere.
Sto regredendo, me ne rendo conto e per un momento penso di chiamare Nole e chiedergli aiuto. Che senso ha? Nessuno!
Ma la sua immagine mi dà forza in qualche modo e riesco a mettere tutto dentro. Ho voglia di vomitare ma per fortuna si parla d'altro e non del suo matrimonio.
Fino a che non arriva l'altro argomento che, evidentemente, è in qualche modo scottante.
Non so perchè ma lo percepisco così.
Siamo a tavola, abbiamo finito di mangiare e beviamo qualcosa per digerire.
Roger pasticcia un po' con il cucchiaino nella ciotola della macedonia e lo guarda pensieroso, poi sempre ad occhi bassi dice piano.
- Sai, mi è capitata una cosa molto imbarazzante. Di quelle cose in cui non vorresti mai trovarti in mezzo... - E' una premessa strana che mi fa drizzare subito le antenne.
- Cosa? - Chiedo circospetto.
Allora finalmente alza lo sguardo su di me e lo dice serio, imbarazzato ma serio.
- Rafa si è dichiarato, dopo la finale a Melbourne. - spalanco gli occhi ed impallidisco incredulo.
- Rafa Nadal? - Chiedo per assicurarmi che sia lui. Quanti Rafa ci sono che han fatto con lui la finale di Melbourne?
In un primo istante sono shockato, non ci credo. Poi subentra altro. Le sue parole con cui ha esordito.
- Sai, ho avuto un crollo ed ho pianto molto, lui mi ha consolato dicendomi delle cose molto carine... che io sono il più grande e lo sarò sempre... un rivale non è tenuto a dirlo, ma me lo ha ripetuto più volte, ci teneva che capissi che era sincero, che lo pensava davvero. - Spiega sempre con un tono cauto e tirato. Ne vuole parlare, ma forse più che altro pensa di doverlo fare. La cosa non mi è ben chiara, ma mi sento male perchè ha detto che non voleva. Non voleva perchè un ragazzo si è dichiarato a lui.
Se l'avessi fatto io sul serio sarei finito molto male.
Ho fatto bene ad essere quello introverso una volta di più!
Per un momento, prima, glielo stavo per dire.
- E... e poi? - Chiedo non volendo saperlo davvero. Sono anche geloso fra l'altro.
Rafa è un bellissimo ragazzo, in campo è focoso e passionale e con chi stima od è in rapporti, pochi eletti in effetti, è anche molto fisico. Lo vedo sempre molto dolce con Roger, sorridente, cerca il contatto... in effetti li ho visti nella premiazione, erano davvero uniti. Mi sono sentito gelosissimo, ma mi sono costretto a non pensarci troppo. Dunque c'è stato un seguito...
- E poi nello spogliatoio, quando ci cambiavamo mi ha baciato. È stato impulsivo, sembrava uno in procinto di esplodere. - continua a spiegarmi molto bene la scena, ci tiene che io visualizzi e capisca. O forse  ha bisogno di dirlo.
- E tu? - Chiedo sapendo che si è già trovato in una situazione simile. Peccato che io non la ricordo. Un po' mi odio per essere stato ciocco, ma non l'avrei fatto da sobrio.
Roger si imbarazza di nuovo e distoglie lo sguardo alzandosi ed iniziando a liberare il tavolo. Io credo che se mi alzo e lo aiuto, le ginocchia mi cedono.
Mi sento male emotivamente e questo somatizza fisicamente. Sono senza forze.
- Lui è stato breve e non è andato oltre, io non ho dovuto fare nulla. Ci siamo separati subito, più o meno come hai fatto tu... - Lo dice guardando di là, le spalle verso di me, mette giù le ciotole nel lavello.
Io mi mordo il labbro e arrossisco, non so cosa faccia lui, non me lo mostra.
Io sto rigorosamente zitto.
- Poi mi ha detto che è innamorato di me. Che me lo ha dovuto dire per paura che io lo odiassi per la questione della classifica e della sconfitta e che non vuole che succeda. Voleva solo farmi sapere che è innamorato di me, che ci tiene al nostro rapporto e che non vuole che cambi nulla. -
torna a girarsi, mi studia per vedere le mie reazioni che non ci sono, sono rigido come un pezzo di legno.
- Tu cosa hai risposto? - Chiedo piano, serio.
Lui torna al tavolo e prende i bicchieri, torna a girarsi e a darmi le spalle e a parlare così. Così è più facile, forse.
- Che non sono gay, non ho tendenze e che provo amicizia per lui. - Si gira con aria di scusa, è strano. Roger è ufficialmente strano. Non riesco a capire perchè me lo dica e soprattutto perchè me lo dica così. Come se fosse colpevole di qualcosa. - Non sapevo cosa dire, mi ha preso alla sprovvista, ma sono stato molto diplomatico e calmo anche se dentro di me ero sconvolto. Non mi è mai capitato che mi si dichiarassero ufficialmente e che fossero ragazzi. -
chissà cosa intende per ufficialmente?
Me lo tengo per me. Credo si riferisca a quel volo insieme dopo le olimpiadi, dopo la mia scenata. Quando ho detto a mezza voce che forse ero serio.
Non sapevo cosa dicevo, non ho approfondito, non sono stato chiaro e lui non ha chiesto spiegazioni. Questo potrebbe essere il momento perfetto, ma forse mi racconta questa cosa per  evitare di parlarne ancora. Per impedirmi di dichiararmi sul serio qualora volessi farlo e toglierci dall'imbarazzo di affrontare una situazione spiacevole dove io mi apro e lui mi respinge.
- Te la sei cavata bene, mi pare... - Dico senza saperlo perchè non ero lì.
Lui fa un sorrisino imbarazzato e si appoggia al ripiano della cucina dietro di sé.
- Credo di sì. Lui ha detto che non vuole che cambi nei suoi confronti e che voleva solo che lo sapessi. Credo che ne soffrirà, che ci starà male. Lui... sai, è diverso da come sembra in pubblico. Sembra una persona agguerrita perchè è competitivo, però è una cosa che si limita al tennis. Ha molto carattere, ma con le persone non ci sa fare, è timido, riservato... - Mi stupisce il modo in cui ne parla e di nuovo l'ondata di gelosia mi invade.
- Ma come, se con te è sempre che ride e si lascia un sacco andare! Vedo che parlate moltissimo quando siete insieme in pubblico... - Piega la testa pensandoci e annuisce.
- Sì, è vero. È così con me. Credo che con gli amici, la famiglia e alcune persone speciali, forse chi gli piace, diventa un cioccolatino. Però con gli estranei, con qualunque tipo di estraneo, mette moltissimo le distanze e si chiude. In certe cose ti somiglia. - Lo dice ed ovviamente non la prendo bene, ma dall'esterno non batto ciglio.
Dentro di me piango e urlo e voglio scappare da questa tortura.
Perchè deve dirmi queste cose?
Sta parlando di Rafa in un modo che... che vorrei parlasse così di me. E forse lo fa. Forse lo ha fatto con Rafa nei loro interminabili dialoghi!
Ma cosa significo per lui?
Se mi considera come Rafa e Rafa lo ha respinto, respingerebbe anche me.
Del resto si sposa.
È tutto così chiaro e lineare.
Io e Rafa stiamo mettendo in discussione la sua sessualità e prima che lo forziamo a guardarsi sotto altri occhi, ci blocca dicendo che lui è etero e si sposa.
Con Rafa è stato chiaro perchè lui lo è stato nel dichiararsi. Diretto. Proprio come sembra in campo.
Con me è indiretto, perchè io sono stato molto indiretto.
Capisco molto bene cosa sta facendo, capisco tutto e sto peggio di prima, quando non sapevo cosa fare.
Voglio andare a buttarmi in fondo ad un lago, voglio annegare, farla finita.
Sto così di merda che non so come uscirò di qua e come tornerò a casa.
E non so come faccio a reggere, a guardarlo e a non scappare. A non vomitare.
Capire che ne sono innamorato, che è lui che mi piace, ed essere scaricato tutto nella stessa sera.
Indimenticabile serata di merda.
- Cosa farai quando lo rivedi? - Chiedo come se me ne importasse. Dovrebbe, quindi gli faccio la domanda in modo sereno.
Lui si stringe nelle spalle e scuote la testa.
- Non lo so, vedrò come si comporta lui. Credo cercherà di evitarmi per un po'. Mi dispiace perchè ci tengo alla sua amicizia. Sai, siamo diventati amici in modo strano, non è normale esserlo del tuo più grande rivale, però non riesco ad odiarlo e ci tengo all'amicizia, per quanto assurda sia. - ancora strette interiori che mi fanno star male, rodo di gelosia, ma mi aggrappo al pensiero che ci sta scaricando entrambi. Si sposa per scaricarci entrambi.
Tiene alla nostra amicizia, ma ci scarica. Non vuole altro.
- Noi persone diverse da come appariamo... - Dico poi con un sorriso tirato, malinconico. Sospiro e facendomi forza mi alzo per andarmene. Lui sorride ma è a disagio.
- Siete le più intriganti! - Nel sentirglielo dire per poco non cado, mi appoggio al tavolo e sorrido sempre forzato, chissà se se ne accorge.
- Beh, per me ti sei comportato bene, sei stato chiaro. È importante la chiarezza. Per il resto... se è vero che io e lui ci somigliamo in qualche modo posso dire che gli servirà un po' di tempo, cercherà qualcuno con cui distrarsi e quando questa distrazione avrà fatto il suo dovere, tornerà da te pronto a riprendere la vostra amicizia. All'inizio sarà strano fra voi e non saprete come approcciarvi, ma poi piano piano andrà meglio ed un giorno tutto sarà a posto. - La previsione è in base a quello che penso sarebbe se io mi dichiarassi.
È uno specchio. Quello che è successo fra loro è uno specchio di quello che succederebbe fra noi se giocassi a carte scoperte e quello che succederà a loro è quello che succederebbe a noi se mi dichiarassi e mi respingerebbe.
Lui annuisce e sorride grato del consiglio e della dritta.
Sono apparso semplice e sereno, credo di essere bravo in questo e credo che gli sia piaciuta la nostra serata.
Ed ora credo che mi cercherò la mia distrazione per non avere un esaurimento.
Ho capito l'importanza del buttare fuori il male da dentro, posso mangiarmelo per un paio di ore, ma non per giorni. Non posso tenermelo più dentro.
- Grazie della chiacchierata... - Fa accompagnandomi alla porta, dopo che dico che devo proprio andare o non torno più a casa.
Mi propone di dormire da lui e tornare l'indomani ma non è il caso di farlo e dico che domani mattina ho un'impegno inderogabile.
- E' stato un piacere. Non ho fatto molto. Se ti serve di nuovo, per qualunque cosa, così come tu ci sei stato per me a Pechino... beh, ci sono. - Sempre. E sempre ci sarò. Anche se so che è masochismo puro.
Lui sorride e mi sento meglio vedendolo. L'ho aiutato ed è la sola cosa che conta.
Sull'ingresso, pronto per andare, con la porta aperta ed il freddo esterno che entra, mi abbraccia per salutarmi e ringraziarmi ancora.
Non dice altro. Mi abbraccia e basta.
E chiudo gli occhi lasciandomi andare a questo abbraccio.
Amore.
Questo è amore. E lo devo soffocare.


Una volta fuori, chiamo Nole e lo prego di raggiungermi a casa mia, che sarò lì fra un po' di tempo.
Nole preoccupato prende il suo jet e si precipita da me in poche ore.
La mia distrazione arriva e mi salva dall'abisso.


Lo accolgo con le lacrime e quando mi abbraccia sento la connessione che già c'è fra noi, che si rafforza.
È vero che con Roger c'è un legame interiore, emotivo, intimo. Insomma, ha capito che nascondevo una cosa importante, una cosa seppellita così in profondità che non mi ero mai reso conto che mi aveva condizionato nello sviluppo.
Però è anche vero che nonostante quel che provo per lui e nonostante il legame che c'è, certe cose non gliele posso dire, non riesco e non voglio.
Sebbene riconosca che mi fa bene tirarle fuori, anche se è stato Roger il primo a scoperchiare il vaso, non riesco a mostrare a lui il contenuto ma al contrario ci riesco con Nole.
Me ne sto rendendo conto ultimamente.
Con Nole ci riesco.
Mi viene spontaneo, adesso ne avevo bisogno e l'ho chiamato e gli piango addosso senza remore.
Credo che ognuno instaura molti rapporti fra i più diversi. E credo che nessuno sia uguale ad un altro e spesso non si può nemmeno cercare di capirli, ci si può solo lasciare andare.
Nole si è precipitato qua a quest'ora della notte come se fosse normale, come se stessimo insieme. E mi ha abbracciato subito, senza chiedermi nulla.
Le sue braccia sono calde e confortevoli, mi sento al sicuro a piangerci dentro, un rifugio che mi piace.
Non so quando siamo diventati così, forse quando ha insistito per sapere i fatti miei. È il solo a sapere certe cose, nemmeno Roger ne sa alcune.
Tutti abbiamo bisogno di una persona a cui dire tutto, a cui mostrare tutto, con cui, eventualmente, fare tutto.
Nole è la mia.
Gli piango abbracciato in piedi davanti alla porta di casa per un bel po', non so quanto stiamo e lui non molla un secondo, la stessa forza per tutto il tempo e le sue labbra mi baciano dolcemente la tempia.
Conciliante, lentamente mi calmo e smetto di singhiozzare. Prendo un profondissimo respiro e scivolo via senza farmi vedere in viso. Lui mi lascia andare, vado al bagno e mi lavo il viso.
Gli occhi sono piccoli, rossi e gonfi e mi bruciano da matti, il viso mi tira per le lacrime versate. Prendo un altro respiro ed esco. Nole è in cucina a fare una tisana, quando mi vede mi fa un sorriso dolce.
- Va un po' meglio? - chiede senza altri gesti che non vuole impormi.
Io annuisco timidamente sedendomi su una sedia, lui versa l'acqua bollente in due tazze con delle bustine dentro e le posa sul tavolo. Poi prende una sedia e la mette davanti a me, mi chiude le gambe e mi infila fra le sue che allarga, mi incastra in questo modo a lui ed io non mi ribello.
Le mani sulle mie, le stringe e se le porta alle labbra, le bacia senza distogliere mai lo sguardo preoccupato dal mio, Nole è uno che vive molto coi contatti sia fisici che visivi.  È molto presente in chi ha davanti, è come se si prendesse cura delle persone.
Mi fa sentire piano piano meglio e mi aggrappo emotivamente a lui perchè non so che altro fare, mi sento perso e solo e non voglio tornare com'ero prima, quando non osavo tirare fuori niente con nessuno ed ingoiavo tutto allontanando ogni essere umano per paura di chissà cosa.
- Roger? - Chiede finalmente. Io annuisco sentendomi uno straccio. - Ti sei dichiarato e ti ha respinto? - Scuoto la testa.
- Non ne ho avuto bisogno, mi ha scaricato prima di farmi dichiarare. Mi ha invitato a cena e pensavo fosse la volta buona per parlargli del mio casino. Cioè che sono gay ma  che non so cosa provo di preciso per lui, se ne sono innamorato oppure no. - Nole fa un sorrisino sornione.
- Mi sa che lo sei... - Mi scappa un sorriso anche a me.
- Mi sa anche a me... - Nole mi tiene le mani con una sola mentre l'altra va sulla mia coscia e carezza incoraggiandomi a continuare.
- Ma cosa è successo? - è chiaro che non gli ho detto nulla alla fine.
- Mi ha detto che si sposa. E come se non bastasse ha detto che Rafa si è dichiarato e lui lo ha respinto. - Nole si irrigidisce e aggrotta la fronte, ne ho la certezza ma sono troppo fuori per rendermene bene conto.
- Rafa Nadal?! - Chiede stupito. Io annuisco.
- Ha detto che è una di quelle situazioni in cui non vorrebbe mai trovarsi! Gli ha risposto che non è gay e che si sposa e che prova solo amicizia per lui! Capisci? Perchè organizzare una serata a due per dirmi queste cose? Per mettere in chiaro che se pensavo di innamorarmi e dichiararmi, sarei finito così. Me lo ha detto per evitare di metterlo in una situazione imbarazzante dove poi finiamo per non parlarci più! Mi vuole solo come amico, forse anche ci tiene o non faceva una cosa simile, però è così! - sono preso dallo sfogo, una volta che parto non finisco più e non mi rendo conto, non mi rendo minimamente conto, che Nole stringe troppo la presa delle mani ed è rigido, duro e freddo.
Non me ne accorgo, continuo a ruota libera e mi sento via via meglio, perchè va bene buttare tutto fuori. E mentre ne parlo mi sento meno addolorato e più arrabbiato perchè il destino è una merda ed io non posso rendermi conto di cosa provo, di cosa sono per poi dover comunque soffocare tutto!
Perchè faticare tanto per imparare ad esprimermi se poi comunque non posso farlo?
La rabbia mi rianima e lui, zitto, ascolta tutto.
Fino a che io scuoto la testa e sospiro seccato:
- Che vada al diavolo! Sopravviverò! Non gli dirò mai nulla, non saprà mai nulla! Pensare di poter essere chiaro con lui è stato uno sbaglio! Troverò qualcun altro, troverò un modo per vivere bene lo stesso! Sopravviverò, dannazione! Non saprà mai nulla, mai! Che si sposi! Io ce la farò anche da solo! - E a questa conclusione, Nole finalmente interviene con una certa convinzione. 
- Che vadano a cagare! Non abbiamo bisogno di loro per essere felici, fare le nostre vite, per scopare e provare cose belle! - Con questo cado dalle nuvole e lo guardo senza capire, ma non mi lascia tempo nemmeno di fargli una domanda, perchè mi prende subito il viso fra le mani e mi bacia con impeto.
Io così mi ritrovo la sua bocca premuta sulla mia e non chiudo nemmeno gli occhi.
Poco dopo apre la sua ed usa la lingua per spingermi a farlo entrare. Lo sento che stuzzica le mie labbra e non ci sto molto ad aprirle e a farlo entrare. Sono sorpreso ma rispondo al bacio.
Voglio capire cosa ha detto, però non è facile ragionare mentre le lingue giocano insieme e si intrecciano, specie perchè quello che mi dà è un bacio molto erotico e non riesco ad attivare i miei neuroni.
Ci provo in extremis provando a spingerlo un attimo e appena ho la possibilità di muovere la lingua indipendentemente dalla sua, parlo:
- N-Nole... c-cosa intendevi prima? - Nole però non intende parlarne ora, si stacca, si toglie la maglia e poi toglie la mia, poi si alza e fa un passo indietro aprendosi i jeans. Io alzo un sopracciglio e appena si toglie scarpe e pantaloni rimanendo in boxer, vado in casino.
- Intendo che ora voglio scopare e visto che anche tu ne hai bisogno, è questo che faremo! -
Io sto per ribattere qualcosa che forse era sensato, ma non lo saprò mai perchè dopo essersi girato si china e si toglie anche l'intimo. Infine va via.
Io ci rimango di sasso.
- N-Nole? - Al suo silenzio mi alzo e vado a vedere dov'è.
Lo trovo in camera seduto sul letto che pre il cassetto del comodino e tira fuori preservativi e vaselina ed io arrossisco violentemente.
Un conto è se succede, un conto è dirlo e deciderlo.
Insomma, non che l'avessi messo proprio in conto, non ci pensavo mica, però ora è questo che vuole fare, è questo che mi chiede con quegli occhi famelici e maliziosi.
Non lo riconosco.
Nole è sempre ironico, ha sempre certi modi, però adesso mi sembra un pazzo. Insomma, più del solito.
Solo che non mi spaventa affatto, anzi.
Mi eccita.
Così mi lecco le labbra mentre lui sale in ginocchio in mezzo al letto e si tocca fra le gambe mentre si succhia un dito con aria erotica.
È maledettamente sensuale.
Roger mi fa impazzire, ma Nole è seducente.
Fra i due è obiettivamente più bello Roger, Nole non è niente di speciale esteticamente, bisogna ammetterlo. Non è brutto, ma nemmeno bello.
Però ci sa fare.
Oh, cazzo, se ci sa fare!
- Vieni o fai da spettatore? -
Un istante, un bivio.
Tirarmi indietro oppure andare oltre?
Si tratta di fare sesso, di farlo sul serio.
Con un uomo.
Cancellare ogni vago, minimo ricordo legato all'omosessualità sbagliata e renderla giusta e piacevole, appropriata.
Da piccolo ho vissuto una cosa brutta che ho stipato in un angolino del cervello ma che per fortuna, per autodifesa, la mia mente non mi fa ricordare. Ma inconsciamente mi ha condizionato.
Non so se sono gay per questo oppure se lo sono a prescindere ed ho avuto paura dei contatti fisici di ogni genere per colpa di quella cosa.
Non sono uno psicologo, ma su due piedi ho una scelta da fare molto specifica.
Spazzare via quella specie di ricordo e sostituirlo con qualcosa che sarà sicuramente piacevole, creare una nuova bellissima associazione di idee -gay uguale sesso fantastico e non più gay uguale pedofili- oppure precludermi questa esperienza e scappare via come ho sempre fatto?
Non ci sto molto, Nole si masturba e si succhia le dita come se fosse una porno star autentica e per un momento mi viene il dubbio che lo sia, infatti poi si piega in avanti premendo il viso e la parte superiore del corpo sul letto, le gambe piegate e aperte, il suo piacevolissimo fondoschiena proteso verso di me e la mano nel mezzo, quel dito che succhiava proprio lì nel suo buco che entra ed esce e lui che geme.
- Oh, fanculo! - Dico togliendomi i pantaloni ed i boxer.
Si vive una volta, vediamo di renderla piacevole almeno ogni tanto!
Così una volta nudo, salgo in ginocchio sul letto e lo raggiungo, gli tolgo la mano e sostituisco la lingua al suo dito, lo lecco e scendo in basso all'attaccatura del suo membro, stuzzico quel tratto di pelle iper sensibile per poi risalire al suo ingresso che torno a leccare e riprendo a penetrarlo con le dita, come faceva lui stesso poco fa.
Nole continua a gemere e la sua voce è molto erotica e mi dà una notevole spinta.
Secondi, istanti di follia dove scivolo via senza più sapere cosa faccio.
Esplosione.
Ho trattenuto troppo, adesso non posso più resistere.
Le posizioni vengono cambiate, Nole prende il controllo della situazione e mi fa capire tutte le bellissime cose che vale la pena provare fra uomini e soprattutto mi mostra quanto è snodato ed elastico.
Comincio a sentire la sua bocca e la sua lingua ovunque, mentre la sua erezione dura mi carezza la pelle eccitandosi da solo.
Mi sento delirante e delirante ricambio quello che mi fa, ma lui è decisamente più bravo e a me piace decisamente di più ricevere.
Dopo avermi assaggiato ogni centimetro ed avermi fatto avere l'orgasmo più incredibile della mia vita, mi alza le gambe sulle spalle ed entra dentro di me togliendomi il fiato.
È un istante in cui mi sento lacerare, mi ha preparato bene e con cura e forse questo mi permette di riprendermi prima e sopportare meglio.
All'inizio non è bello, ma lui si muove piano e delicatamente e si avvicina al mio corpo permettendomi di aggrapparmi alle sue spalle ed al suo corpo sudato.
I suoi muscoli sulla schiena guizzano sotto le mie dita mentre esce e rientra e ad ogni spinta è diverso quel che provo.
Ad ogni spinta è sempre meglio. Provo sempre più cose, i brividi sono tanti e si confondono, si mescolano, alcuni sono di dolore, altri di piacere e poi semplicemente tocca quel punto magico dentro di me, mentre affonda sempre di più, dove non capisco più nulla, grido incapace di trattenermi e l'orgasmo di Nole mi inonda scaldandomi come se mi buttasse dentro lava incandescente.
È una sensazione molto strana il suo orgasmo dentro di me, mi stordisce, mi confonde, mi fa scivolare via e piano piano i sensi si mescolano mentre mi crolla un istante addosso ed io lo cingo con le braccia baciandogli il collo.
Ansimanti, sudati e accaldati.
Si alza, mi bacia leggero e poi si stende supino tirandomi su di sé, circondandomi protettivo, carezzandomi. È un momento di pura beatitudine, dove capisco che non importa il motivo, ma io ho fatto bene a farlo. Adesso avrò il ricordo giusto per una cosa positiva.
Un esorcismo.