NOTE: la fic si ambienta all'Australian Open appena finito con la vittoria di Nole su Andy. Roger e Rafa sono usciti ai quarti (o forse Roger prima... ma sicuramente si è fermato per coccolarsi Stan, non ho dubbi in merito) ed ecco il momento in cui Rafa affronta la realtà. Pensava di uscire presto ed invece è andato avanti molto più di quello che aveva previsto, per questo uscire ai quarti, dopo aver sfiorato l'impresa di arrivare almeno in semifinale, è scottante. Vediamo come lo supporta Nole che riesce a coinvolgere anche Roger e Stan, gli onnipresenti! Buona lettura. Baci Akane

TORNANDO



Non era una questione di forza. Era una questione di voglia.
Rafa non aveva voglia di muoversi ed andare via da lì, non ne aveva la minima intenzione.
Sentiva di non poter affrontare alcun giornalista, non voleva rispondere a nessuna domanda, non voleva fare nulla di quel che da tennista professionista doveva fare dopo una maledetta sconfitta come quella.
Seduto nella panchina dello spogliatoio ormai abbandonato da Tomas, Rafa rimaneva e ancora non si era cambiato e lavato.
Il sudore ormai si era asciugato, ma i capelli erano sporchi e scompigliati intorno al viso, le mani coi palmi rivolte verso l'alto, la sinistra piena di cerotti consumati per le vesciche.
Se le guardava da un po'.
Si sentiva stanco e massacrato, ma c'erano state volte in cui era stato peggio.
Si sentiva svuotato dentro, anche se aveva subito sconfitte più brucianti ed importanti.
Il silenzio intorno, mentre all'esterno della stanza il caos lo raggiungeva lontano.
Lontani furono gli squilli del suo telefono.
Suonò per un po' prima di rendersene conto, allora come un automa trovò il cellulare dalla borsa e guardò il nome.
Nole.
Non avrebbe risposto a nessun altro che a lui.
Lo sentì istintivo mentre scivolava il dito sul display portandosi l'i-phone all'orecchio.
- Rafa? - Chiamò la voce tesa di Nole.
Rafa annuì per poi rendersi conto che non serviva annuire.
- Sei ancora negli spogliatoi? - Chiese senza aspettare risposte.
- Sì. - Mormorò rauco.
- Dai, sbrigati che ti aspetto qua in camera. Ho preparato un favoloso bagno caldo pieno di sali ed essenze profumate! - Non serviva dire nulla, sapeva che in certi casi non c'era da dire nulla, non con lui.
Rafa sospirò passando subito a parlare prima ancora di pensare.
- Mi lavo veloce, faccio una breve conferenza e arrivo. - Disse lugubre senza quel solito fuoco ardente che lo caratterizzava.

Quando mise giù, Nole rimase preoccupato a guardare lo schermo del telefonino.
- Non ha mai fatto così. Quando perde fa un gran casino e spacca tutto, grida, insulta, ma così non lo fa mai. - a quel punto era lecito spaventarsi e cinque secondi dopo stava chiamando Roger.
- Cosa significa quando dopo una sconfitta non spacca tutto? - Nonostante lo conoscesse da molto e stessero ormai insieme da qualche mese, Nole non era ancora pratico di ogni suo lato.
Insomma, riusciva ancora a sorprenderlo!
Roger, preso in contropiede, fece dei rumori che indicarono a Nole che si stava spostando su un letto.
- Parli di Rafa? - Chiese cercando di capire.
- Chi è? - La voce seccata di Stan che parlava in francese arrivò a Nole nel sottofondo di Roger e si rese conto d'averli interrotti.
- Scusa, eravate in momenti topici? - Roger sorrise.
- Hai un radar! -
- E' Nole? - Chiese Stan ancora in francese, mentre Roger e Nole parlavano in inglese.
- Sì è Nole... - Gli rispose Roger nella lingua usata dal suo compagno. Pochi secondi dopo Nole stava parlando direttamente con lui al loro stesso modo.
- Roger è impegnato con me, lasciaci in pace e arrangiati! Tu ed il tuo Rafa! State insieme da mesi ed ancora non siete capaci di farcela da soli! - Stan di solito era dolce e carino, ma in certi momenti, tipo sotto pressione, istigato oppure interrotto quando non era il caso di farlo, sbottava senza filtrare nulla diventando anche piuttosto sgarbato.
Nole scoppiò a ridere rispondendogli sempre in francese. I due, infatti, usavano sempre quella lingua perchè Nole viveva a Montecarlo e Stan viveva nella Svizzera francese.
- La tua dolcezza è sconvolgente! - Rispose ironico. - Dai per favore, ho bisogno di Roger solo un istante, ti prego! - Stan sospirò, ma dopo poco gli passò il telefono al suo legittimo proprietario.
Roger tornò continuando in francese anche lui. La sua lingua madre era il tedesco, però parlava correntemente anche il francese ed infatti con Stan a volte andavano con una lingua, altre con l'altra.
- Rafa è giù per la sconfitta? - Chiese conscio di cosa poteva essere.
Nole sospirò amareggiato.
- Già... non gridava per telefono. Siccome non si muoveva l'ho chiamato ed era ancora negli spogliatoi da solo. Era davvero giù! Mai visto così dopo una sconfitta! Non era nemmeno una finale! Insomma, è dignitoso uscire ai quarti di un Grande Slam... -
- Lo so io, lo sai tu... ma Rafa penso sperasse di fare meglio, lo sai com'è competitivo! - Nole storse la bocca.
- Sì, però perchè non sbraita? - Roger si fermò a pensarci, ottima domanda.
- Non ha mai fatto così e non lo conosco fino a quel punto. Abbiamo fatto moltissime partite e siamo stati insieme negli spogliatoi dopo sconfitte e vittorie, però era sempre o felicissimo, o dispiaciuto per me. Mai arrabbiato. Non è mai stato abbattuto per sé stesso. -
- Ma quando lo battevi? -
Roger prese tempo, poi rispose:
- Non era mai furioso. Nemmeno depresso. Era piuttosto normale. Non so come dirti... - Nole arricciò la bocca geloso.
- Perchè sei tu. Con me è sempre stato furioso tutte le volte che l'ho battuto. Sfioravo le sue palline. E poi lo sappiamo bene che reagisce così viste tutte le volte che siamo accorsi a calmarlo... - Roger dovette convenire con lui.
- Dovrai chiedere a lui, non so cosa dirti. Forse ci teneva più di quel che avesse dato a vedere... anche se non era una finale... sai, lui è un po' diverso dagli altri! - Nole a questo si mise a ridere.
- Un po'? Lui è tutto diverso! Mai visto uno così e più lo conosco più mi sconvolge! - Roger rise a sua volta.
- In effetti non hai torto... -
- Ma voi due siete seri? - Stan tornò a farsi sentire, ma non era più arrabbiato, solo scandalizzato.
- Perchè? - Chiese Roger mettendo il vivavoce.
- Perchè io e Rafa siamo i perfetti opposti, però è chiaro cosa gli succede! Lui era partito convinto di uscire presto perchè è indietro rispetto agli altri ed ai suoi canoni, ma vedendo che vinceva ed andava avanti ha cominciato a crederci. Quando ci credi è peggio di quando non ti aspetti nulla, perchè nel momento in cui perdi non è che sei furioso come sempre. Sei devastato! Lui è sempre stato cosciente delle sue capacità, del suo potenziale! Per questo si è sempre arrabbiato alle sconfitte. Lui sa di poter vincere e quando perde non se ne capacita. Ma ora è diverso. Sapeva di non poter vincerle tutte, ma ad un certo punto ci ha creduto, ci ha sperato. Si è scontrato con quello che capita ai comuni mortali! A me è capitato spesso, voi forse non siete così, siete dei mostri... - Roger e Nole sorrisero a questa frase per poi tornare seri ad ascoltare la sua erre arrotolata che spiegava il concetto aprendo loro gli occhi. - Ma ai tennisti che lavorano tanto per raggiungere un obiettivo che poi sfuma dalle loro mani per un soffio, dopo che hanno sfiorato l'impresa... beh, questo ti fa affondare per un momento. Ora Rafa è così. - Nole non voleva accettare l'idea che Rafa fosse fra i tennisti normali. Lui non era un tennista normale. I tennisti normali sapevano vivere meglio le sconfitte.
Per lui erano o cataclismi o tragedie.
Ma dopotutto era solo una sua visione, non poteva sapere dove stesse la verità perchè per ognuno era diverso.
- E' così devastato? - Chiese preoccupato Nole.
- La supererà... - Disse poi Stan.
- Beh, ovvio, ma mi dispiace che stia così male... -
- A me dispiace che mi hai rotto l'orgasmo a metà! Adesso chiudiamo il telefono, arrangiati! - La risata di Roger fece da sottofondo mentre davvero Stan buttava giù.
Nole, rimasto solo anche telefonicamente, guardò le foto private che aveva scattato a Rafa in tutte le condizioni possibili, per lo più nudo.
Sospirò.
Quelle foto erano il suo sostentamento vitale quando non poteva stare con lui.
- Povero amore mio! - Mormorò mogio mogio.

Quando Rafa lo raggiunse, aveva rivisto tutte le foto per la seconda volta iniziando ad eccitarsi per bene. Il solito effetto che gli faceva lui.
Appena entrò, lo abbracciò subito. La sua espressione era tremendamente seria e lugubre, non l'aveva nemmeno salutato.
Rafa rimase rigido fra le sue braccia, suo malgrado a poco a poco ricambiò appoggiando la testa contro la sua. Questo piccolo gesto fece capire a Nole che non gli sarebbe servito altro.
Si sciolse prendendogli il viso fra le mani e guardandolo da vicino negli occhi, mormorò delicato e dolce:
- La vasca è pronta, vieni... - Rafa non riusciva ancora a sorridere nemmeno all'idea di un bel bagno insieme, ma annuì e si lasciò spogliare senza doppi sensi di mezzo. Nole non lo stava facendo con alcuna accezione erotica e Rafa, percependo solo un senso di cura e protezione, cominciò a sentirsi meglio.
Pochi istanti dopo erano silenziosamente scivolati nella calda vasca piena di sali ed essenze profumate.
Erano entrambi contro la schiuma perchè impediva di leccarsi a vicenda nel caso ne avessero voglia e di solito succedeva sistematicamente.
Rafa, abbandonato fra le braccia e le gambe aperte di Nole che l'avvolgevano dolcemente, si era fatto bagnare la testa dove i capelli erano ancora umidi da prima, poi si era appoggiato al suo petto con la schiena e lì aveva chiuso gli occhi sospirando.
Ascoltò il silenzio regalato da Nole per poi, dopo dei minuti interminabili durante i quali le sua mani avevano disegnato leggere sulla sua pelle, sul suo ventre, mettersi a parlare piano.
- Capisco Roger quando dopo ogni sconfitta si chiedeva se era la fine. - Nole spalancò gli occhi impallidendo preoccupato e lo guardò senza riuscirci bene per colpa della posizione.
Il suo profilo era imperturbabile.
- E' questo a cui pensi? Che sia finita? - Si stava sforzando di non partire in quarta, voleva prima capire quel che gli passava per la testa.
Rafa alzò le spalle.
- No, ma lo capisco. So che sono appena all'inizio della stagione di recupero e non mi aspettavo di arrivare ai quarti, però una volta che ci arrivi pensi che sia possibile. Ci ho... ci ho solo creduto troppo, ad un certo punto. Tutto lì. Se avessi perso al primo, al secondo o al terzo turno, non sarebbe stato così bruciante. Lo è perchè sono ai quarti e non pensavo di arrivarci. - Nole non capiva bene il suo pensiero, infatti si espresse liberamente continuando a coccolarlo con le mani e a tenerlo a sé.
- Io se penso di non arrivarci e ci arrivo, anche se esco subito dopo... beh, sono felice lo stesso. È tempo regalato che non pensavo di avere. Una cosa in più che non avrei dovuto avere! - Rafa capiva quel che diceva, ma era diverso. Il modo in cui si sentiva era quello e non ci poteva fare nulla.
- Per me è una grande delusione, invece. Sono arrivato così lontano quando non avrei dovuto. Perchè non ce l'ho fatta ad andare oltre? Ho perso male, capisci? Ho giocato da Rafa solo nel terzo set, ma non è stato sufficiente! Non dico che dovevo batterlo, Tomas è forte e più in forma di me ora come ora, ma dovevo essere più competitivo. Ha fatto un 6 a 2 ed un 6 a 0, capisci? Solo poi sono andato al tie break. - Nole cominciava a capire meglio, ora, anche se non sapeva se poteva tirarlo su in qualche modo.
Secondo Stan gli sarebbe passata e basta, ma lui era semplice e faceva tutto semplice. Rafa era complicato!
Gli baciò così la guancia e Rafa si rilassò ancora un po' di più mentre faceva cadere le proprie mani sulle cosce di Nole che l'avvolgevano sotto l'acqua.
- Non hai perso dando tutto te stesso. Non hai perso giocando da Rafa Nadal. - Disse quindi pacato. Rafa annuì.
- Rafa Nadal è calato ed ha molto da recuperare, ma la sua caratteristica è che combatte e dà fondo a tutto sé stesso. Ero pronto a perdere da un momento all'altro, ma giocando combattendo e provandoci. Non so cosa mi sia successo, lui non era così schiacciante. Cioè non è che è lui che ha vinto, sono io che ho perso, capisci? Questo... questo è sconvolgente! Io non so cosa mi sia successo! Mi sono ripreso al terzo set ma ormai era tardi, non son riuscito a rimediare! - Nole voleva avere il potere di cancellare tutto e farlo arrivare in finale, perchè se lo meritava e perchè lo amava, ma stava per limitarsi a baciarlo quando gli venne un lampo di genio e prendendolo per la vita, se lo spostò e se lo rigirò in modo da averlo seduto su di sé a cavalcioni. L'acqua schizzò fuori ma non se ne curarono, mentre Rafa nemmeno si lamentava.
Quando i loro occhi furono a tu per tu, Nole sicuro di sé e con una luce nello sguardo, disse:
- Però pensavi di non esserci, no? Invece ci sei! - Rafa aggrottò la fronte senza capire cosa intendesse.
- Sono dove? Fuori dagli Australian? - Nole strinse gli occhi stizzito.
- Ma no! Sei arrivato fin qua! Hai giocato da Rafa fino ad oggi, oggi non l'hai fatto e sei uscito, capitano le giornate storte e lo sai. Quando noi big perdiamo non è mai per merito degli altri, salvo che ci si scontri fra di noi. Quando noi big perdiamo contro altri è perchè non siamo in giornata... abbiamo la luna storta o problemi fisici! Però quando hai giocato da Rafa sei andato avanti! C'eri, capisci? Tu avevi paura di non esserci ancora, di dover fare molta più strada prima di essere competitivo, invece lo sei! Lo sei ancora! Lo sei già! Ormai sei tornato e hai ancora margine di miglioramento! Più giochi più torni tu! - Mano a mano che lo ascoltava, Rafa si rischiarava sempre più.
Era come se il suo viso si aprisse e uno sprazzico di sole spuntasse da dietro le nubi.
- Stai andando meglio di quel che ti eri immaginato, no? - Rafa annuì. Se si trattava di vedere le cose nel bicchiere mezzo pieno, Nole era il migliore e Rafa se ne rese conto mentre sentiva un peso al petto più leggero di prima.
Spostò le mani sulle sue spalle e si appoggiò su di lui mentre l'ombra di un piccolo sorriso faceva capolino.
- Sì, è vero... - Nole sorrise anche per lui, felice e sicuro, carezzandogli i fianchi e la schiena.
- Allora ci sei, Rafa! Ci sei! - Esclamò sicuro e convinto. Dopo un paio di volte che lo ripeteva entusiasta, Rafa sorrise più aperto e rilassato. Adesso lo vedeva anche lui.
Aveva fatto una piccola impresa rispetto alle aspettative, nessuno avrebbe scommesso nulla su di lui in quel momento, mentre pensavano che se gli andava bene prima di due mesi non avrebbe avuto speranza.
A quel punto poteva immaginare che gli ci sarebbe voluto la metà del tempo per tornare competitivo e giocare alla Rafa Nadal ad ogni partita.
Come diceva Nole, le partite no capitavano, ma quel che contava era essere sé stessi, avere il ritmo, non mollare, rendere la vita un inferno a tutti quelli che affrontava.
Essere di nuovo lui.
Adesso c'era vicino, Nole diceva che c'era già ma lui era obiettivo. Aveva ancora lavoro da fare, ma era ad un punto migliore di quel che avesse pensato.
Così dicendosi, nascose il proprio viso contro il suo collo, chiudendo gli occhi ed accoccolandosi su di lui come di rado faceva.
Nole per poco non svenne, sgranò gli occhi, ma lo avvolse subito con dolcezza, baciandogli la testa ed appoggiando la propria alla sua.
- Non vedo l'ora di giocare ancora contro di te! -
Rafa sorrise contro la sua pelle.
- Anche io! - E Nole si emozionò una volta di più nel sentire quanto Rafa si stesse lasciando andare con lui, ogni piccolo passo, ogni minuscola apertura, era una grande emozionante conquista.