*Ecco uno dei capitoli che preferisco. Siamo sempre con Rafa. Lui e Nole sono ancora alla partita allo stadio e improvvisamente le cose si fanno strane. L'anno precedente Rafa aveva girato un video musicale con Shakira, Gipsy. E lui è apparso in tutta la sua meravigliosità. Poco dopo Nole e Troicki hanno fatto un video parodia dello stesso dove si vestiva da Shakira e l'altro faceva Rafa. Sicuramente la qual cosa avrà lasciato un po' il segno in Rafa. Nole adora imitare gli altri giocatori, un paio di volte lo ha fatto con Rafa davanti a lui, però è diverso da quello che ha fatto in quel video. Se devo dire non uno dei suoi migliori momenti, però indica che ha da sempre la fissa e l'ossessione di Rafa e comunque interpretando Shakira voleva farsi Rafa, cosa significativa. Fra l'altro non è che apparisse molto etero, cioè lo faceva, però lo faceva bene, ecco! Dopo la vittoria del Roland di quest'anno, poi, Nole si è registrato mentre cantava Gypsy. Proprio quella. Andiamo. Una qualunque altra sarebbe stato normale, ma quell'unica dove ha recitato Rafa? E poi non pensa sempre a lui? Vediamo come glielo spiega e cosa succede dopo. Buona lettura. Baci Akane*

14. QUANDO NON PUOI FARE UNA COSA




- video Shakira Rafa Gypsy -
- Nole Troicki parodia Gypsy -

/Rafa/
- Quindi sei un grande fan del Real Madrid! - Stiamo parlando dei nostri gusti al di là del tennis e la conversazione è decollata nella pseudo normalità. Dopo che mi sono deciso a dirgli che mi sta bene il doppio, mi ha premiato dandomi tregua.
Adesso ho le difese abbassate perché a parte qualche tocco casuale, la situazione sembra normale ed io lo trovo una piacevolissima compagnia. Lo sto rivalutando nel complesso. Prima non lo conoscevo, ora invece sto scoprendo che si adatta ad ogni situazione, è simpatico e piacevole.
- Tu invece milanista! - Annuisce.
- Più il Milan dell’epoca Sacchi e poi Ancelotti, onestamente… adesso le cose sono un po’ strane… - Parliamo un po’ di calcio, mentre guardiamo le azioni della partita a cui stiamo assistendo.
- Mentre per i gusti musicali? - Lo guardo sorpreso del cambio argomento.
- Mah… prevalentemente musica spagnola… o comunque latina… - Annuisce sorridendo.
- Lo immaginavo… è un po’ un clichè… -
- A te piace la musica serba? - Chiedo per capire cosa intenda.
- No! A me piace la musica pop, movimentata, allegra… ma anche quelle belle serie… - Immagino intenda artisti pop ma che fanno canzoni serie.
- Artista preferito? - Chiedo curioso di quello che è lo strano mondo di Nole.
Lui sembra pensarci un attimo, poi con aria furba che mi preoccupa, dice malizioso:
- Shakira! - A questo punto quasi mi soffoco con la mia saliva!
- Che simpatico! - Lui ride, come sempre lui e la sua bella risata mi turbano.
- Scherzi a parte è brava, mi piace molto. Per questo quando ho visto il video che hai fatto con lei ho dovuto fare la parodia! - Scuoto la testa imbronciato ricordando il video che gira di lui con la parrucca bionda che fa Shakira. Ho fatto Gipsy con Shakira, mi sembrava una cosa carina e divertente e l’ho fatta. Mi piace la sua musica, sono suo fan. Lei mi ha fatto apparire come qualcuno che non sono, il video è bello, io sono bello, a quanto pare, e lei pure. Però rivedermi mi imbarazza un sacco!
E lui mi ha fatto la parodia!
- Dovevi per forza, eh? - Dico arrabbiato, cercando di sminuire quanto in realtà ci sia rimasto male.
Lui mi guarda sorpreso notando il mio tono.
- Ehi, te la sei presa? - Alzo le spalle e mi fingo interessato alla partita, cosa che non sono affatto. Lui si protende verso di me toccandomi il braccio e, visto che lo ignoro, me lo prende proprio. - Dai, te la sei presa davvero? Io faccio imitazioni, mi piace, lo sai! Mi sembrava ti divertisse… - L’ha fatto l’anno scorso con me davanti, nella premiazione di Roma. È stato divertente, ho riso, abbiamo parlato vicino davanti a tutti, è stata una sensazione strana.
- Quello è diverso… tu… con Gipsy… - Ma non riesco a dire nemmeno cosa e scuoto la testa. - Ah, lascia perdere… - Ma chiaramente se gli dici lascia perdere, lui non lascerà mai perdere!
- Avanti! - E Nole aggancia il mio braccio appoggiando il mento sulla mia spalla. - Dai, cosa? Dai… - Comincia a ripeterlo e visto che mi fissa in questo modo appoggiato a me, è meglio che gli risponda per scrollarmelo di dosso, a momenti diventa davvero sconveniente.
- Mi hai preso in giro, non mi hai imitato simpaticamente come l’anno scorso sempre qua a Roma! - Silenzio, l’ho detto secco, poi scuoto ancora la testa e gli piazzo la mano sulla faccia allontanandolo, spero che non ci stiano guardando, ma guarda cosa devo fare!
Lui si raddrizza e mi guarda ebete e sconvolto della rivelazione.
- Te la sei presa? Ci sei rimasto davvero male? Ma io non volevo, io l’ho fatto perché mi divertiva e… e mi era piaciuto molto e… - Sospiro e chiudo gli occhi.
- Senti, possiamo non parlarne più? Non importa, volevi farlo e l’hai fatto. Basta! - Ma quando lo guardo ha il broncio dispiaciuto e l’aria da cucciolo, non sembra convinto.
- Come posso farmi perdonare? - Alzo le spalle.
- Non importa, è passato! Smettila! -
- Ma io… - E così alzo un po’ la voce per farlo tacere.
- Basta. - Finalmente si zittisce. Per un po’ guardiamo la partita in silenzio e ci sono azioni molto coinvolgenti, così ci distraiamo e non si torna più sull’argomento.
Quando l’ho visto ho faticato a digerirlo e mi sono convinto d’aver fatto bene a scegliere Roger, se non altro lui con me è onesto. Nole… non so, è illeggibile in realtà!
Per questo l’ho sempre preso con le molle. Tutto. Anche il suo provarci con me, il suo fissarsi con me…
Il silenzio resta per almeno venti minuti e visto che non mi piace chiudere così con lui, anche se poi sarebbe l’ideale per garantirmi la serenità personale, specie con Roger, torno a parlargli chiedendogli qualcosa che non c’entra nulla e lui allora risponde riaccendendosi, ha sempre l’aria di avere la coda fra le gambe, ma è diverso… non… non osa nemmeno più toccarmi. È pieno di riguardi.
Beh, magari comincia ad essere più facile per me, ora, avere a che fare con lui. E forse cresce, anche!

Andiamo via qualche istante prima del fischio finale per evitare l’imbottigliamento, ci accompagnano all’uscita alla quale veniamo prelevati dall’autista che ci riporta in hotel. Anche in macchina ha ancora quell’atteggiamento ritirato, molto strano per i suoi canoni. Dovrei esserne felice, ma in realtà mi dispiace che non mi tocchi più e che sia così cortese e distaccato. È come se qualcosa si fosse rotto, come se qualcosa si fosse spezzato.
Io non volevo questo. Non lo volevo. Stava andando bene.
Sì, ma forse troppo.
Cosa devo fare? Ripristinare la cosa nonostante mi stava per portare ad un potenziale disastro, oppure è meglio lasciare tutto così?
In ascensore il cuore mi batte impazzito, perché dopo sarà finita. O faccio qualcosa ora o è finita.
- È stato poco dopo che mi hai scaricato. Stavo male. Stavo molto male, perché ci avevo sperato e volevo andare avanti la nostra cosa e… non so, ho reagito così. Di merda, lo riconosco. Non ho pensato che potesse ferirti, o meglio sì, ma in quel periodo era quello che volevo. Però poi mi è passata, tu non hai detto nulla ed io me ne sono dimenticato. E le altre volte che ci siamo visti l’anno scorso sono riuscito a gestirla, l’ho messa via, ho ricominciato, me ne sono fatto una ragione… in quel momento volevo ferirti, ti ho odiato. - quando lo dice, il silenzio diventa assordante nonostante già prima fosse pesante.
Così lo guardo col cuore impazzito, l’emozione è folle, così folle. Sono sia felice che dispiaciuto e… e non lo so, questo senso d’attesa.
- Non importa… - Però lui insiste e mi si mette davanti, così io appoggio le spalle allo specchio dell’abitacolo che sale.
- Invece importa. Perché io non voglio che tu stia male per questo. Mi dispiace che ci sia rimasto male. È solo che è il mio modo di reagire quando sto male. Ridicolizzo l’oggetto del desiderio o chiunque mi abbia ferito. Poi la supero. - Sospiro guardandolo negli occhi con una tale difficoltà.
- Ok, mi devo scusare anche io, non sapevo d’averti ferito tanto. Mi sembrava fosse andata bene, ma chiaramente tu hai nascosto bene quello che provavi. Sono stato egoista, ti ho usato per stare meglio e poi ti ho scaricato e… - Ma le porte si aprono in questo momento e ci raddrizziamo, non sarebbe il caso di farci vedere così.
Ci avviamo nel corridoio, verso le camere. Il cuore batte impazzito, non smetterà mai. Perché sono così emozionato, eccitato e dilaniato?
È Nole, non è Roger. Amo Roger, lo desidero da una vita, ora le cose fra alti e bassi normali vanno bene. Perché questa cosa con Nole? perché? Perché?
Non riesco quasi a controllarlo, tremo mentre metto la chiave magnetica nella fessura della mia camera e lui, notandolo, me la prende e la infila al mio posto, apre la mia porta e mi guarda serio, dicendomi di entrare con questi suoi occhi.
Entrerò e lo saluterò e la cosa finirà qua.
Nessuno saprà quanto sono confuso e turbato, nemmeno lui. Anche se forse se ne è accorto.
È in silenzio che varco la soglia con lui che mi tiene aperta la porta. Poi mi fermo, lo guardo. Inghiotto.
Andiamo Rafa, salutalo. Salutalo.
Non puoi volere che entri.
- Abbiamo sbagliato entrambi, siamo pari. Chiudiamo la cosa. - Concludo intendendo un po’ su tutto. Lui annuisce. Aspetta che lo inviti ad entrare.
Ed io aspetto che lui entri.
Poi le sue parole mi rimbombano nella testa.
‘Sarai tu a volerlo quando ti sentirai pronto’.
Lui lo sapeva che finivo così.
Con che faccia torno da Roger mentre desidero Nole?
Perché sono così imbecille? Perché?
Amo Roger e desidero Nole? Si può?
La mano sulla porta per chiuderla, la sua sulla maniglia. Mi strofino le labbra.
- Sono stato bene stasera… a parte quello… - Dice sorridendo. Ha un tono basso, penetrante.
- Sì… anche io… è stato molto bello… - Sorprendentemente bello.
Entra. Entra tu. No, non farlo Rafa.
La lotta è qualcosa di allucinante, ma alla fine, come sempre quando si tratta di me, agisco d’impulso senza usare il cervello.
Appena lascia la maniglia per andare, io gli prendo il polso con uno scatto che sorprende me per primo, poi lo tiro dentro e chiudo la porta.
Al diavolo, se lo voglio non ci posso fare nulla.
Manderei a puttane il rapporto con Roger a guardarlo senza averlo, lo vedo ogni santo torneo e lui è già geloso di Nole, cosa penso di fare, prendere in giro tutti e scamparla?
Chiudo la porta gli prendo il viso fra le mani e lo bacio.
Appena ho le labbra sulle sue mi sento subito meglio, quella sensazione di esplosione interiore si quieta e va ancora meglio quando mi prende la vita e apre la bocca contro la mia. Piego la testa di lato e miglioro l’accesso, premo di più su di lui e infilo la lingua nella sua. Mi viene incontro, ci intrecciamo, ci carezziamo, ci risucchiamo uno nell’altro e con un impeto, un fuoco pazzesco continuiamo questo bacio folle, sbagliato, che sarà la mia fine.
Ma non posso farne a meno, non posso. Potevo esplodere.
Non so perché. Non so cosa sia. So che ad un certo punto io dovevo farlo.
Faccio un passo indietro, smetto di baciarlo e mi tolgo la camicia velocemente, lui rimane spiazzato. Un conto è un bacio, ma qua si va oltre.
Oh, non posso fermarmi ora. Non posso. Morirei se mi fermassi.
Mi apro i jeans e me li tolgo insieme ai boxer, poi gli tolgo la giacca, gli sfilo la maglietta e gli apro i jeans veloce, senza respirare. Follia. Follia pura.
No, non posso fermarmi.
Non ce la faccio più.
Voglio solo una notte. Solo una volta.
Non ne posso più.
Devo.
quando è anche lui nudo, lo prendo per la mano e me lo tiro sul letto, salgo a carponi lasciandomelo dietro, mi infilo le dita in bocca e le ricopro di saliva poi fra le gambe, da sotto, e poi dentro di me. Appoggio il viso sul materasso e chiudo gli occhi sospirando nel sentire le mie dita dentro, ma lui non me lo lascia fare ancora per molto. Me le toglie deciso e si sostituisce a loro.
La sua bocca, la sua lingua, le sue dita fino a che non è più sufficiente, finché non gli chiedo di più.
- Scopami… scopami subito… - Non c’è tempo per altro, nessun gioco, nessun preliminare, nessuna bocca in altre zone.
Solo lui che mi prende, sale in ginocchio dietro di me e lo infila dentro ed io che getto la nuca all’indietro, inarco la schiena e gli do tutto me stesso nel migliore dei modi, allargando le gambe di più e schiacciando ancora il busto sul letto.
- Ah… ah ecco… ecco, così… - Non ce la facevo più!
A questo punto Nole inizia a muoversi senza complimenti, sentendomi fremere come un matto.
Entra ed esce e ad ogni spinta è più forte, affonda di più, è più perfetto dell’altra volta.
Volgare.
Solo una scopata, niente di più.
Un puntiglio, uno sfizio. Qualcosa che se non faccio mando tutto all’aria, ma che se faccio mi calma.
E mano a mano che mi scopa, mano a mano che mi prende io mi sento sempre meglio.
Fino a che non preme sul punto che mi fa impazzire, mi alzo con la schiena, mi inarco contro il suo petto e mi masturbo mentre lui continua a prendermi. Così i brividi mi ricoprono piano piano in ogni parte del corpo, dalla testa ai piedi, esplodono dentro di me e poi fuori. Gemo cercando di non gridare e Nole che mi tiene per i fianchi, spunta col viso sulla mia spalla, mi lecca il collo e ansimante sale sull’orecchio.
- Ci sei? - chiede vedendomi perso, appoggiato completamente a lui che ha dovuto rallentare per il mio orgasmo.
Mi ritrovo, annuisco e giro la testa verso la sua, tiro fuori la lingua e lui fa altrettanto, me la succhia, poi ci baciamo. Infine torno giù e lui riprende a muoversi meglio, più veloce.
Fino a che il mondo sparisce di nuovo con la sua esplosione dentro di me, un calore liquido mi invade e non capisco più nulla per un lunghissimo istante. Sono i nostri respiri all’unisono, i corpi che palpitano bollenti e sudati. E la sua bocca sul mio collo. Torno a girare la testa, si è piegato su di me dopo che è venuto.
Mi ricopre da dietro.
Cerco la sua bocca e lo bacio ancora.
Non va bene, sto rovinando tutto e non capisco perché, ma so solo che se non l’avessi fatto una volta per tutte, sarei impazzito, no sarei riuscito a fare più niente. Né a tennis né con Roger.
Spero solo che dopo di questo io torni sano, in me, normale. Spero davvero, dannazione!
Che la follia sia finita del tutto.
Ci separiamo, ci spostiamo nella direzione giusta del letto e ci infiliamo sotto le coperte ignorando lo sperma che si asciuga sul copriletto e quello che scivola giù dalle mie gambe, il suo.
Domani mattina cancellerò ogni traccia, ripulirò tutto e chiuderò questo istante meravigliosamente folle in un cassetto che non riaprirò più.
Ma intanto mi giro verso Nole che mi circonda con le braccia e mi tiene a sé. È caldo, è così caldo.
E mentre mi addormento, lui me lo dice.
- È solo che devi fare quello che vuoi quando vuoi e come vuoi tu. Perché è la tua bellezza. Se ti senti costretto od obbligato non lo farai mai, anzi, scapperai. E Roger è tutto l’opposto. È quello che controlla e che fa fare quello che vuole lui a chi gli sta vicino. La tua reazione è questa. Fare quel diavolo che ti va, per sentirti libero. Perché tu sei così e sei splendido come sei. Senza obblighi, doveri e legami veri. - Sentendolo è come se la pace si espandesse dentro di me, mentre trovo le risposte che cercavo ossessivo.
Dannazione, è come dice lui. È solo come dice lui. “