*Ecco un altro capitolo. Siamo con Roger, Stan gli ha detto che andava a letto con qualcun altro e Roger ha reagito male, così Stan si è trovato a dichiararsi e gettare la maschera. Vediamo come la vive lui, come reagisce e poi cosa intende fare con Rafa, il quale ha a sua volta qualche segretuccio da confessare. Buona lettura. Baci Akane*

17. UN PASSO INDIETRO PER GUARDARE MEGLIO




/Roger/
“È come uno sparo, come se mi dilaniasse, mi facesse a pezzi. E poi la cosa peggiore e assurda è che quando ritira la mano, mi manca. Mi manca subito da impazzire e vedo la sua schiena, lui rivolto alla finestra, teso, silenzioso. Ed io sto qua e penso no, non posso andarmene ora, se me ne vado ora finisce tutto ed io non voglio.
Ma poi mi fermo.
Ma di cosa parliamo? Io e Stan siamo solo amici, molto amici. Però gli ho preso la mano, gliel’ho baciata per farmi dire tutto quello che mi stava nascondendo e quando l’ha fatto sono esploso dentro di me.
Il gelo mi impedisce di muovermi. Non so cosa fare, so cosa ho provato quando mi ha detto di questo qua che si porta a letto, cosa ho provato quando ha detto di amare un altro e cosa provo ora che so che sono io. Io.
Dio mio, Stan ama me e chissà da quanto ed io invece gli parlavo di Rafa.
Oh Cristo Santo!
Improvvisamente il caos mi invade, non so cosa fare e cosa provo, solo mi bruciava, mi faceva impazzire sapere che stava con un altro e forse lo amava e poi ora sono felice che ami me. Felice, felice!
Non posso esserlo, non ha senso. Come non ha senso il mio fastidio verso questa persona che se lo porta a letto.
- Dì qualcosa, ora! Non dovevo dirti nulla, non volevo! Però alla fine è uscita ed ora tu mi devi dire qualcosa! - Comincia duro, ma non si gira ed io mi muovo verso di lui.
- Guardami. - Mormoro piano.
- No, non riesco. - La sua fragilità esplode e mi sconvolge.
- Guardami o non dirò nulla. - Così lui finalmente si gira e col cuore in gola mi sembra di essere un ragazzino.
Lui ha gli occhi pieni di lacrime, è convinto che sia finito tutto. Non posso sopportare che soffra.
- Non immaginavo una cosa simile. Non so come prenderla. Ma so una cosa… - E lui trattiene il fiato e le lacrime guardandomi, in attesa. Mi avvicino cauto. - Non potrò mai per nessuna ragione chiudere con te. Mai. Perciò spero che tu possa sopportare di starmi vicino in questa strana situazione finché non assimilo e non capisco come devo prenderla. Perché non posso staccarmi da te. - E così le sue lacrime scendono, sorride con sollievo e se le asciuga veloce cercando di apparire più forte. Ma mi piace così tanto, fragile in questo modo.
- Va benissimo! Non volevo nulla, so che non sono più che un amico, non succederà mai nulla, per questo cercavo di accontentarmi di… - Ma lo abbraccio fermando il suo pianto che non riesce a gestire, la sua fragilità mi sta uccidendo come non pensavo.
Il mio piccolo dolce Stanley. Ma cosa ti portavi dentro?
Cosa?
E fra le mie braccia, lui si rilassa e piange ancora, gira la testa verso il mio collo e piange, piange ancora e si nasconde e sta lì aggrappato a me, mentre lo carezzo e lo tengo stretto. Mentre la mano va sulla sua nuca e poi striscio il volto sul suo, come indicandogli di alzarlo dalla sua postazione sicura. E lo fa.
Non respira, come non respiro io, mentre ci guardiamo.
Ed ecco qua, eccoci qua.
Questo aggancio, questo istante. Tutto si cancella e non so perché lo faccio, ma odio questa piccola distanza che c’è fra noi. Così, semplicemente, l’annullo.
Le labbra sulle sue, ci intrecciamo, ci apriamo e ci veniamo incontro con le lingue.
Oh, questo… oh questo… questo è morire…
Il calore, la delicatezza, la dolcezza che provo nel baciarlo.
Il mio piccolo Stanley… il mio… oh Dio, ma cosa sto facendo?
Cosa?
Quando lo penso, mi separo a fatica, il viso fra le mani, lo guardo shoccato mentre lui è confuso.
- Non… non so cosa mi è preso… scusa io… devo pensare… - E così sfilo via prima che mi trattenga o che io vada di nuovo oltre.
Cosa mi è successo? Cosa ho fatto?
Dio mio, cosa ho fatto?


Credo di avere una faccia terribile, quando mi presento da lui.
Rafa ha cercato di evitarmi un po’, poi gli ho scritto un sms.
‘Ti prego, devo parlarti.’
Niente altro.
E lui è arrivato in camera mia.
Perciò appena mi vede si ferma e mi guarda sorpreso, sconvolto. Sono piuttosto bravo a fingere, a mettermi su un’espressione felice anche se dentro di me sono pieno di problemi.
Roger Federer è quello che sta sempre bene, non si lamenta mai e risolve tutto.
Ma ora Roger Federer è a pezzi e non ce la fa più.
Appena mi vede si ferma sulla porta e non si muove, è come gelido e per essere Rafa è davvero un evento.
Per cui siamo qua a guardarci consapevoli che entrambi abbiamo qualcosa ed è ora di buttare giù la maschera per entrambi.
Sospiro, mi siedo piano nel letto, rimango in punta e poi fissando il pavimento, stringo il bordo del materasso. Comincio a far tremare le gambe.
- Cosa ci sta succedendo? -
Non ci giro intorno, non tasto il terreno. Vado dritto al sodo, semplice, calmo, con un tono che non ammette repliche.
E, al suo silenzio, lo guardo.
Rafa è fermo sempre lì, immobile, non solleva nemmeno un muscolo. È mortalmente serio, livido, lo sguardo pesto di chi ha dormito poco.
C’è un lungo silenzio che intercorre fra noi, lui sta soppesando cosa dirmi, la strategia, credo. Potrebbe raccontarmi una palla, potrebbe raccontarmi la verità o una mezza verità.
Leggo tutte le sue opzioni nei suoi occhi colpiti, un po’ nel panico. I suoi capelli lunghi, mossi, disordinati intorno al viso che ormai è nel pieno della sua bellezza. Se li è accorciati un po’, sta bene, Dio è splendido.
Sono gay o mi piace Rafa?
Forse come dice Stan il confine fra gay, bisessualità ed etero è una linea molto sottile.
A volte sei etero ma perdi la testa per uno del tuo stesso sesso. Uno. Non è che sei proprio gay o bi. Ti piace quella persona.
Altre ti innamori della persona, indipendentemente da chi hai davanti, cioè sistematicamente. Sei attratto da qualcuno, che sia maschio o femmina non conta. Non è proprio bisessualità, però si può anche generalizzare così.
Ma io?
Fino ad oggi pensavo che Rafa fosse la mia eccezione e poi è arrivato Stan, mi ha parlato delle sue storie con altri e poi mi ha detto che amava me ed io sono andato in tilt, come se… come se non avessi più avuto il codice di sicurezza a controllarmi.
Ho tolto tutto e forse sono stato così spontaneo, Dio, così spontaneo come non lo sono mai stato.
Ma amo Rafa?
Amo Stanly?
Il caos mi invade.
Non credo di essere gay, credo di perdere la testa per le persone che mi entrano dentro e mi sono entrate dentro Rafa e Stan. Finché lui c’era non me ne accorgevo, quando ho annusato l’idea che si potesse allontanare, che potesse essere di un altro, lì ho visto. Ho visto così bene.
Dunque provo qualcosa per entrambi, di molto forte, talmente forte da non controllarlo sotto pressione, quando vedo che li sto per perdere, quando siamo al capolinea.
Ma devo decidere, devo farlo. Come posso amarne due?
- Rog, so che sono stato distante ultimamente, ma sto riflettendo molto… - L’inizio è dei peggiori, so come finiscono questi discorsi, ma forse siamo a questo punto proprio perché ci sta succedendo la stessa cosa. Realizziamo qualcosa di noi stessi che avevamo messo da parte fino ad ora per vivere qualcosa che ci riempiva di euforia, che era bello e basta.
Ma ora eccoci qua a pensare.
- Su cosa? - Chiedo piano, senza ammorbidirmi ma nemmeno essere duro. Rafa si appoggia alla porta, le mani dietro la schiena.
- Su di me. - Inghiotto, abbasso lo sguardo.
- E cosa stai pensando? - Sospira, non gli piace fare questo discorso, ma lo fa e finalmente tira fuori questo enorme rospo che gli sentivo dentro tutte le volte che stava con me.
- Che ho un problema con le relazioni ed i legami. Io… io forse non sono quel tipo di persona in grado di avere rapporti normali, veri, giusti… forse non sono capace di darti quello che meriti, quello che ti spetta, che vorrei darti con tutto il cuore… - È un discorso che a volte si fa perché vuoi lasciare, ma non sai con quale ragione. Però spesso è anche vero, è vero che non si è tagliati per i rapporti normali.
Lo fisso assottigliando lo sguardo.
- Ma cosa ti è successo che te l’ha fatto pensare? - perché andiamo, non esiste che uno tiri fuori questa giustificazione così senza motivo. Siamo seri.
Il cuore inizia a battermi forte, sento bene, percepisco bene.
Sta andando così.
Proprio come non avrei mai pensato potesse andare.
Ho scommesso tutto su questa nostra storia, ho deciso che potevo andare contro i principi di una vita, tradire mia moglie nonostante le figlie… che potessi farlo perché era amore, era una cosa importante ed alla fine la gente parla di principi quando non si trova davanti a situazioni così devastanti da distruggerli.
Perché poi Mirka era il dovere, ma lui era il piacere ed ho detto al diavolo, per lui ne vale la pena.
E poi invece… e poi, invece…
Non respiriamo, ci guardiamo consapevoli.
- Non lo so, io… mi sento come se… - Sospira, si strofina il viso e si spettina i capelli selvaggi, è così bello, come posso farlo scappare?
- Intrappolato? È perché ti controllo troppo, sono ossessivo? Ho cercato di allentare, non è abbastanza? Ti ho lasciato due giorni dopotutto… tre contando oggi… - Mi agito. Sono qua per chiedergli tempo e sto cercando di non farlo scappare, perché comunque provo qualcosa, provo qualcosa di forte o non avrei mai preso la mia vita in questa maniera, buttandola in questo casino.
Però devo stare un po’ per conto mio, devo.
Certo con entrambi Rafa e Stan non posso stare, poco ma sicuro.
Dovrei eventualmente sceglierne uno. O ricordare a me stesso che, anche se per dovere, sono sposato ed ho famiglia. Anche se non provo nulla e l’ho sposata per la gravidanza.
- Lo so, ma tu ti sforzi di essere così e so che in realtà sei lì a pensare a cosa mi prende, cosa ho, se quando parlo con uno c’è qualcosa o… insomma, anche se non me lo dici, io so cosa hai in testa! - Mi alzo in piedi. Non devo convincerlo del contrario, devo lasciare che chieda spazio e glielo devo dare, è giusto così. Ma è più forte di me. Mi avvicino allargando le braccia e gesticolando col cuore in gola.
Non mi controllo.
- Ma è perché provo cose importanti per te… - Sospira.
- Lo so, ma io… io non ti sto dando quello che meriti, quello che volevo darti… o forse non sono pronto ora… io non lo so! - Gli prendo le mani mentre le lacrime mi salgono agli occhi, non devo fare così, ma non posso evitarlo perché mi sento dilaniato all’idea che mi lasci. Anche se volevo farlo anche io.
Le mani nelle mie, strette, lo sguardo disperato, basso, che evita il mio.
- Ma tu mi stai dando quello che io mi aspettavo, il fatto che sono geloso ed ossessivo non significa che non mi fidi o cosa, tu mi dai quello che volevo, che mi aspettavo… non stai davvero… -
- Ti ho tradito con Nole, Roger. Ecco perché non ti do quello che meriti. Ecco cosa intendo quando dico che non sono fatto per le relazioni normali! Perché appena le ho, trovo una scappatoia a quanto pare! Un modo per rovinare tutto, per assicurarmi di non avere mai nulla per la vita, nulla che mi stringa troppo, che mi tenga lì! - E a questo mi toglie le mani e scivola di lato camminando per la stanza allontanandosi da me.
Dio mio.
Allora avevo ragione ad essere geloso di loro!
È il primo pensiero che mi viene, ma mi rendo conto che non è il più utile, ora.
Mille cose in un solo istante mi esplodono dentro e si traducono in lacrime.
Ed io ho baciato Stanly. E perché? Perché lo sentivo poco mio e poi d’improvviso mi ha detto che mi amava e sono passato dall’angoscia alla gioia. Era mio, era sempre mio.
È questo che sono.
Egoista.
E lo sono così tanto che vorrei stare con entrambi. È questa la verità. Perché non voglio che Rafa mi lasci, ma non posso non vedere più Stan.
È questo Roger Federer.
Meschino, egoista. Un autentico bastardo.
Perché la verità è che tutti vorremmo essere perfetti, onesti, corretti e giusti, ma in realtà siamo solo un branco di egoisti, capricciosi, meschini.
Rimango di spalle, non so cosa faccia, non ne ho idea, è che non so cosa fare io.
- Sono un bastardo. Insultami, dimmi qualcosa! Avanti! Perché io non ce la faccio più! Nole mi turba, mi turba da secoli, ed ora è successo. Ma non posso fare finta di nulla! E tu meriti di più, meriti uno consacrato a te, uno che ami te, uno che non ti tradisca mai, che viva per te, che voglia sempre e solo te. Meriti qualcuno che non abbia l’idiosincrasia delle relazioni e dei legami, che invece gli piaccia stringere rapporti. Io non posso, non ci riesco. Ci ho provato, credevo di volerlo, di esserne capace, ma non lo sono. Appena le cose sono andate in un certo modo ho dovuto rovinare tutto perché era troppo stretto, troppo… proibitivo… non posso stare con qualcuno, non posso! - E con questo secondo attacco, mi giro e non ce la faccio di nuovo più, esplodo perché se me lo tengo dentro finisce male, per me.
- Ho baciato Stanley. - Silenzio. Quel silenzio irreale, quasi. Come un sogno interrotto bruscamente. Rafa batte le palpebre e mi guarda smarrito.
- Cosa? - Chiede con un filo di voce. Perché il suo sguardo è chiaro, ora.
Lo sguardo di chi pensa ‘io ho l’aria di uno che tradisce, ma tu no.’ E poi si ricorda. Si ricorda che io, in realtà, sto tradendo mia moglie con lui, perciò lo posso fare e rifare. Sono uno che lo fa se si crea una certa circostanza. Sono questo.
Vivo a compartimenti stagni.
Mirka, Stan, Rafa… ma se con Mirka posso farlo perché con lei è un accordo matrimoniale in relazione ai nostri figli, con Stan e Rafa non posso, non ci sono accordi, sono piaceri.
- Stan… - Mi schiarisco la voce. - mi ha detto d’avere una storia con qualcuno e mentre me ne parlava io ero gelosissimo come non lo sono mai stato, dilaniato. Appena mi ha detto che era una cosa per respingere l’amore che provava per me io… non lo so, sono stato così felice, così innegabilmente felice d’averlo ancora per me che… l’ho baciato. - Silenzio, ancora.
Oggi parliamo a stento, ma forse lo facciamo davvero per la prima volta.
Quante cose non dette, eh?
Rafa è shoccato e si siede, occhi sgranati, aria persa verso il basso ed io mi avvicino cauto, mi inginocchio davanti a lui e gli prendo le gambe nelle mani, il contatto con la sua pelle sotto gli shorts.
Sussultiamo entrambi, elettricità.
Eppure c’è qualcosa, c’è sempre qualcosa con lui.
Quell’adorazione, quella voglia di proteggerlo, quella felicità nel farlo ridere… quella capacità di parlare con lui di tutto… tranne che, evidentemente, di queste ombre.
Cerco il suo sguardo perso, shoccato. Non sa come deve sentirsi. Figurati io!
- Cosa ci è successo? Non ci amavamo sul serio? Abbiamo capito male? - Gli sollevo il mento per farmi guardare, dolcemente. Lui è davvero smarrito, come onestamente lo sono io. Mi stringo nelle spalle e sorrido incoraggiante.
- Onestamente non ne ho idea. Forse. Magari abbiamo confuso un rapporto, un sentimento fortissimo con qualcosa di molto simile… o forse… o forse ci sono diverse sfumature di relazioni, sentimenti, desideri… forse si ama in tanti modi tante persone diverse e contemporaneamente, ma sono tutti sentimenti autentici. Il mio modo di amare te e Stanley è diverso, ma entrambi autentico. È solo che… - Lo finisce lui per me.
- Solo che si deve fare una scelta, immagino… - Non sa nemmeno lui cosa dire, come comportarsi e forse come sentirsi. È un fulmine a ciel sereno.
Ne è completamente distrutto, come lo sono io e questo penso dipenda dal fatto che comunque proviamo qualcosa uno per l’altro… ma se era quella cosa forte, unica, assoluta… non saremmo mai andati con altri, no?
- Dobbiamo riflettere, pensare, capire cosa proviamo, cosa vogliamo… forse ci siamo buttati troppo a capofitto in una cosa bella senza capirla bene fino in fondo… forse tu come dici sei allergico ai legami, ma forse invece provi qualcosa per Nole… - Sospira e scuote la testa stringendosi nelle spalle.
- Niente di più forte di quello che provo per te… se parliamo di sentimenti, Rog, non ho dubbi. È solo che… - Alza gli occhi in alto in cerca di parole e spiegazioni che non trova. Poi rimane così, spalle strette, aria persa e confusa. - Non lo so, Rog… non voglio andare a letto con qualunque bel tipo. Però amo te. Sono due cose diverse, siete due cose diverse. - Gli carezzo il viso, è sinceramente confuso e dispiaciuto… e lo capisco perché lo sono pure io.
- Forse non è quell’amore che pensavamo, quello che lega due persone per la vita e che fa escludere tutti gli altri. Non abbiamo escluso Nole e Stan, dopotutto… - E forse è proprio così e basta.
Ci sono amori e amori. E ci sono le attrazioni.
Rafa fa un broncio dolcissimo e delizioso, poi appoggia la fronte sulla mia e chiude gli occhi.
- Prendiamoci tempo per capire, senza precluderci nulla. - Poi apre gli occhi.
- Nemmeno noi stessi. - Conclude deciso. Sorrido dolcemente e lui sembra stare meglio.
- Nemmeno noi stessi. Sarebbe impossibile non vederti più, non parlarti, tagliarti fuori… prendiamoci tempo per vivere le cose come vengono, senza stabilire regole e confini. Andiamo dove e come ci va e vediamo che succede. - A quest’idea lo vedo rivitalizzarsi, come se prendesse colore. Un fiore che da appassito si rianima.
Rafa è così, Stan ha ragione.
Non lo posso legare e confinare dentro qualcosa che ha delle mura, delle regole, dei divieti. Lui deve poter fare quel diavolo che gli pare, come e quando gli pare. È questo il suo fascino, è così che è vivo, vivo davvero, animato, spettacolare, che attira chiunque sulla faccia della terra.
È questo che è Rafa e va solo capito e lasciato libero di essere così. Altrimenti, se lo snaturo, non sarà più lui.
Così mi allungo un po’ e sfioro le sue labbra, lui ricambia e le apre tirando fuori la lingua con cui tocca la mia.
Il bacio è strano, dolce amaro e con una punta di speranza.
Non è il bacio delle altre volte. Però è un bacio comunque spontaneo.
forse è vero che abbiamo interpretato male il nostro sentimento…
Forse è proprio così, ma in questo caso ce lo dirà il tempo. Ora come ora essere onesti e liberarci l’un l’altro è la cosa migliore da fare. Per quanto strana sia e, non lo nego, dolorosa. Ma a volte il coraggio di fare la cosa più giusta è più difficile di vincere un torneo dello slam!”