20. DOPO ACCURATE RIFLESSIONI



 /Rafa/
“Ci ho voluto pensare un po’, dopo l’altra sera.
Non ho progettato nulla di queste settimane, ho semplicemente vissuto quello che mi si presentava, ho lasciato che Roger la gestisse come volesse e  non ho forzato nulla da nessun lato, ma vedendo che lui non voleva più riprovarci ho pensato che forse gli andasse bene così.
Al contrario quando ho visto Nole in piscina di sera ho capito che invece le cose dovevano andare così e non mi sono opposto.
Ho provato, ho sperimentato e non me ne sono pentito nemmeno dopo.
Mi è piaciuto, ho fatto bene.
Mi sono ripreso una pausa per capire e parlarne con Stan mi ha aiutato, è come gli ho detto.
Dovevo fare un passo indietro per capire bene… per Roger c’è un sentimento estremamente forte, era facile confondere. Non posso dire di essere indifferente al sesso con lui, è stato maledettamente bello, però il punto è che posso farlo anche con altri e con Nole è… semplicemente bello!
Tutto qua.
Perciò potrei stare con Roger, però finirei per avere altre tentazioni a cui cederei e non ha più senso.
D’altro canto sono ancora stuzzicato da Nole, mi trovo bene con lui e non è impegnativo, forse questo è determinante, mi rilassa, non devo pensare a cosa posso o non posso fare.
Perciò posso concludere che sì. Posso farlo, mi va e penso che lo farò.
E Roger… beh, lo amo, ma non nel modo che pensavo. Abbiamo fatto presto ad andare in crisi, se fosse quello che credevamo non sarebbe successo.
Forse… forse stonava qualcosa… era tutto bello e perfetto ma… stonava qualcosa… ecco perché Nole è riuscito ad avere presa… e Stan in Roger.
Perché qualcosa di quel che eravamo, stonava.
Ora è chiaro.

Guardo l’ora e mi faccio due conti.
Penso che sia in camera solo.
Mi metto le ciabatte, prendo il cellulare e la chiave magnetica, poi esco guardando che non ci sia nessuno.
Cammino piano come un ladro fino ad arrivare alla camera di Nole che, questa volta, mi ha comunicato così… ‘sai, se ti va di fare un salto una di queste sere….’
Sorrido alla sua faccia tosta.
Lui ha fiducia in sé stesso, per questo ottiene i risultati che vuole, prima o poi.
Busso e poco dopo lui mi apre sorpreso.
- Rafa?! Non pensavo saresti venuto davvero! Anche perché ormai è passato un po’ e… - Ma seccato delle sue mille parole lo spingo impaziente e mi chiudo la porta alle spalle brontolando in spagnolo:
- Ti sembra il momento dei convenevoli? E se passa qualcuno? - Ma quando mi fissa non capendo nulla di quel che dico, capisco che ho parlato in spagnolo così scuoto la testa e metto giù le cose che ho in mano.
- Avevo bisogno di pensare un po’, di assimilare, di vedere come mi sentivo dopo il ritorno di fiamma! - Nole fa un sorrisino divertito e si siede sul letto, dove era già in pigiama a leggere un libro per rilassarsi prima di dormire. Lo chiude e lo mette in parte mentre controlla la sveglia nel cellulare, cosa che pensandoci faccio pure io, poi mettiamo i telefoni silenziosi. Nelle operazioni, parliamo con noncuranza, come se non fossero cose che invece per noi contano.
- E cosa ti senti? - Metto giù il telefono e lo guardo inarcando le sopracciglia con aria sorniona, vorrei essere uno di quelli sadici in grado di scherzare, ma alla fine vado verso di lui e mi tolgo la maglietta sfilandomela con le braccia incrociate.
- Che mi è piaciuto da morire e vorrei rifarlo e, guarda caso, sono libero di farlo! - Nole a questo si mette a ridere gettando la testa all’indietro e non so se sa quanto mi turba questa sua risata maledettamente erotica, ma metto un ginocchio sul letto mentre lui risponde divertito:
- Quanto ti piace essere libero, eh? - Centra in pieno il punto.
Forse sono un completo idiota perché ho fatto tanto per stare con Roger e poi sono andato in crisi perché volevo stare solo.
Una mano sulla testiera del letto, dietro la sua schiena. Nole gira il volto verso il mio e aspetta con un sorrisino felice, io avvicino le labbra alle sue, aggiungendo piano e penetrante:
- Evidentemente finché non provi, non sai quel che vuoi davvero. Né se quella cosa che desideravi, la volevi sul serio ed in quel modo. Evidentemente bisogna buttarsi e vivere le cose… - Con questo ci guardiamo negli occhi da vicino, respirandoci, Nole rimane con la testa dritta mentre io la piego di lato.
- Non avrei saputo dire di meglio. - Così mentre le bocche si uniscono e si fondono iniziando subito a succhiarsi piano piano per poi aprirsi ed intrecciare anche le lingue, l’altra mia mano scende nel suo inguine che cerco sotto la stoffa dei vestiti e trovo facilmente.
Il bacio si scalda subito, così come lui che apre la gamba verso l’esterno per farmi fare quel che voglio, cosa che faccio subito, infatti salgo a cavalcioni su di lui e rimango sulle ginocchia per masturbarlo meglio, poi mi metto sopra e scivolo indietro, scendendo con la bocca sul suo collo.
Poco dopo sono piegato e mi occupo della sua erezione con la bocca.
Finora abbiamo avuto contatti particolari. Scopate veloci e volgari.
Questa credo che sia la prima volta che glielo prendo in bocca.
Mentre lo faccio Nole sospira di piacere e questo mi dà un’ulteriore spinta ad aumentare l’intensità.
È inebriante, è eccitante da morire e mi piace averlo in bocca, sentirlo crescere contro il palato mentre succhio e stringo ed aumento l’intensità. Ed è ancora meglio quando la sua mano scivola sulla mia nuca, mi prende i capelli mossi e mi accompagna i movimenti.
- Rafa… sto per… - Quando capisco che sta per venire mi separo subito e rotolo sul letto per togliermi il resto di quel che indosso. Nole scende giù e si spoglia del tutto, guardandomi mentre nudo mi sistemo con la schiena giù e le gambe larghe, a masturbarmi nella sua attesa. Nole sorride lussurioso ed io non gli stacco gli occhi di dosso, mentre si leva anche i boxer.
Il suo membro rimane dritto come l’ho lasciato e lo vedo solo ora quanto effettivamente sia grande. Mi lecco le labbra malizioso e lui fa altrettanto.
- Ti piace? - Chiede suadente. Alla domanda, parto in quarta e la mia mano passa da sopra a dentro. Mi stimolo da solo ed il medio entra subito con facilità.
Nole ride e sale sul letto, mi prende le gambe e me le allarga, poi mi toglie la mano e sostituisce la sua lingua al mio dito. Mi bagna, mi lecca e poi infila il suo dito mentre la bocca sale su a leccare e succhiare la mia erezione. Così lascio andare la testa all’indietro e chiudo gli occhi abbandonandomi a questo piacere doppio sempre più forte e folle.
Mi eccito da morire anche io e sento che sto per venire, con un angolino di me vorrei venire con lui dentro, ma con l’altro vorrei farlo subito. L’idea che si interrompa da questa doppia combinazione di piacere è impensabile. Ma è lui a condurre e a decidere, infatti quando mi sente particolarmente partecipe per non dire partito, si stacca, si tira su sulle ginocchia, raddrizza la schiena e mi dice un erotico:
- Girati… - Che mi fa rabbrividire. Non so perché, è solo una semplice parola. Ma a me… forse è il modo in cui lo dice.
Però lo faccio, mi metto a carponi davanti a lui e abbasso torace e volto sul letto, mentre gli do il mio accesso.
Toccami, toccami ora, ti prego…
Esita un po’ e giro la testa infastidito. Oltre la spalla vedo che si sta masturbando mentre mi guarda in questa posizione che penso sia del tutto pornografica.
- Avanti… - Nole si morde il labbro.
- Voglio che lo chiedi. - Viene fuori il suo lato dominatore che mi fa impazzire. Come fa a sapere che mi piace?
Forse è un’altra delle cose che fra me e Roger non hanno funzionato. Sessualmente parlando a me piace essere dominato, posseduto, non mi basta fare sesso. Mi piace essere trattato in un certo modo.
- Scopami… - E così lui penso che non resista oltre, infatti si avvicina e finalmente mi tocca. Mi mordo il bicipite a portata di bocca e mi metto a succhiarlo. Le sue mani addosso, mi carezza per poi allargarmi ed infilarsi brusco e deciso. Una sola spinta ed è dentro a metà. Con la seconda è tutto.
Io apro la bocca e soffoco un grido di piacere contro il letto. Mordo il lenzuolo questa volta. Quanto vorrei urlare, dannazione.
Nole inizia a muoversi e a prendermi sempre più sicuro e deciso, con forza, virilità e possente mi fa suo mentre io impazzisco nel sentirlo che va così in profondità, che arriva così facilmente là dentro. Quel punto che mi fa diventare matto. Quando tocca lì inarco la schiena, mi alzo sulle mani e tendo tutti i miei muscoli mentre imploro che continui lì in quel modo.
Nole mi accontenta e va più forte e veloce, fino a che mi alzo di scatto e mi appoggio a lui, venendo in modo sconvolgente. Nole mi circonda con le braccia, le mani dai fianchi ai pettorali e poi cerca la mia bocca, infila un dito dentro ed inizio a succhiare.
La mia lingua sul suo dito credo gli dia una strana sensazione, tanto che anche lui poco dopo viene tendendosi tutto, affondando le dita nella mia pelle.
Sparisce per un istante, rimane dritto, teso, tremante, non respira nemmeno. Poi si rilassa tutto in una volta e mi si appoggia addosso, scivola fuori, sento lo sperma colare fra le mie cosce, penso che dovrei farmi una doccia, ma lui mi prende intorno alla vita, mi cinge e mi tira giù, rimanendo dietro di me, a stringermi a sé.
Ci stendiamo uno avanti all’altro, i corpi aderiscono, sento il suo petto contro la mia schiena, ma anche il suo membro contro i miei glutei morbidi e intreccia le gambe alle mie.
Alzo la testa e trovo l’interruttore della luce che spengo, tiro su il lenzuolo e ricopro entrambi, mentre le sue labbra sul mio collo mi baciano leggere facendomi rabbrividire.
- Nole? - Chiamo poco dopo.
- Mmm? - Fa pigramente.
- Non c’è impegno, eh? Non sentirti legato od obbligato… - Lui sorride.
- Lo so. - Sorrido anche io.
- Non siamo niente, solo due che passano il tempo insieme come gli va… - Specifico.
- Anche perché se diventa impegnativo scommetto che mi scarichi… - Dice ironico, con voce roca. Sorrido, ma non nego.
Mi sa che non ha torto. Poco dopo ci addormentiamo e nel sonno mi rigiro fra le sue braccia, ci sciogliamo perché è impossibile dormire abbracciati tutta la notte, ma non smettiamo mai di toccarci in qualche modo pur dormendo, inconsciamente, così.


Sto per uscire dalla camera per andare in quella di Nole, ha perso anche lui oggi, come Roger, ma fra i due voglio consolare il serbo, credo che Roger voglia stare solo per pensare.
Quando apro la porta della camera nel solito orario che so non trovo nessuno in giro, mi fermo stupito e shockato.
Roger mi sta davanti con la mano a pugno che sta per bussare nella mia porta.
- Stavi uscendo? - Chiede interdetto, conscio che è impossibile che io esca prima delle semifinali!
Arrossisco. È il momento di dirgli che me la faccio con Nole?
- No, stavo andando al bar a prendere qualcosa per rilassarmi, sai che spesso ho problemi a dormire… - Roger sorride tirato.
- Sì, ma dopo i quarti di finale che hai fatto pensavo che non avessi quel problema… - Inarco le sopracciglia senza capire e lui spiega: - Rafa, avrai giocato tre ore, non lo so, ma… - Rido e scuoto la testa.
- Dai entra, ti serviva qualcosa? - Dico gentilmente.
Roger entra.
- Sì, ti cercavo… ho… ho bisogno di parlarti prima di andare via. -
E a questo cenno mi ricordo che oggi ha perso contro Soderling e che non giocherà nemmeno la finale.
- Mi dispiace, a proposito… - Roger sorride ed alza le spalle.
- Non importa, il mio Roland l’ho vinto, tanto avrei perso contro di te in finale! - La mette come se non gli importasse davvero, forse è così…
cerco di capirlo, ma è illeggibile come sempre. Non lascia trasparire nulla, forse è solo un po’ più cupo del solito.
Però lo conosco e so che in realtà ha qualcosa. Al di là del vincere o perdere in uno slam.
Libero una sedia e lo lascio sedersi lì mentre io mi sistemo sul letto.
- Cosa succede? - Io e lui non abbiamo mai parlato di noi da quando ci siamo lasciati, abbiamo detto di rivedere la situazione dopo un po’, dopo degli esperimenti, però abbiamo fatto finta di nulla su sua implicita volontà. Se ora non gli va bene è peggio per lui.
Roger si guarda le mani sospirando in difficoltà, sembra che debba estrarsi una spada dalla gola.
- Non abbiamo più parlato di noi… - Appena lo dice è come se il mondo diventasse una tomba. Intorno è come un cimitero, ora come ora. Con tanto di lumicini inquietanti.
Respiro piano e non gli stacco gli occhi di dosso, lui ancora non mi guarda e visto che non dice altro, azzardo leggero:
- È per tua volontà… -
sospira.
- Lo so, ma pensavo fosse più facile, che fosse meglio… sai, tornare come prima, quando andava tutto bene… - sorrido dolcemente in attesa che mi guardi.
- Non potrà mai essere come prima. Perché sono successe cose troppo importanti nel mezzo. - Roger si morde il labbro, sta impercettibilmente tremando e mi dispiace molto, ma non so cosa posso farci. Se non si fa aiutare, io non posso fare nulla. Deve capire che non può pensare di fare tutto da solo.
- Così importanti che sono finite alla prima difficoltà? - chiede smarrito, alzando gli occhi verso di me, finalmente. Sospiro e mi stringo nelle spalle. I suoi occhi sono lucidi.
- Evidentemente abbiamo frainteso, no? Era un sentimento così grande che abbiamo pensato che fosse altro… ma stare insieme come amici è diverso dallo starci come fidanzati. - Specifico il concetto perché per me è questo il punto. Lo adoro come amico, ma quando fa il fidanzato io non lo sopporto.
- Ma era bello anche fare l’amore insieme… - Mi colpisce il modo in cui lo dice, la voce gli trema così come le mani che stringe fra le ginocchia, gli occhi sono sempre più lucidi, si vede che non sa dove sbattere la testa.
- A volte non vedi una cosa finché non ti aprono gli occhi. - Mi riferisco a Stan che gli è sempre stato davanti e non si è mai accorto di nulla. Perché al momento di lasciarlo andare non ne è stato capace. - Mentre vedi male quel che hai davanti agli occhi… - E qua mi riferisco a noi due. Ci siamo visti male, percepiti male.
Scuote la testa.
- Non lo so, Rafa… era bello andare a letto con te ed io farei di tutto per te, sei… sei così importante… - La voce si spezza così mi alzo dal letto e lo raggiungo, mi piego sulle ginocchia e gli prendo le mani, lo guardo dal basso in attesa che incroci lo sguardo col mio, quando lo fa è pieno di lacrime.
- Anche io farei di tutto per te, adoro il tempo che passiamo insieme e certe cose le dico solo a te, sei importante, sei unico… e ti amo, ma non nel modo che credevamo. Non avevamo provato altro, capisci? Ci siamo trovati in mezzo a questo grande sentimento e l’abbiamo gestito istintivamente, ma non avevamo un metro di paragone… quando abbiamo provato altro abbiamo capito cos’era, l’abbiamo ridimensionato… c’è… c’è anche il modo in cui due stanno insieme. Si è compatibili per un rapporto, ma non per l’altro. Fare coppia è diverso dallo stare bene insieme… a volte in amicizia le cose vanno alla grande, ma quei due non potrebbero mai stare insieme sul serio perché non c’è quel tipo di compatibilità, capisci? Non potevamo capire senza provarlo… - Roger mi guarda disperato, sperando che io gli dia una soluzione facile ai suoi dubbi, ma non posso dirgli io che ama Stan e che deve trovare il coraggio di vivere quell’amore. Ha trovato il coraggio di vivere il mio perché non era così forte e poteva controllarlo e gestirlo, come ama fare con ogni aspetto della sua vita, con chiunque lo circondi. Ma Stan non lo controllerebbe perché lo coinvolge troppo.
E lui ha paura che gli sfugga di mano, che tutto questo gli sfugga di mano.
- Non so più cosa provo… - Sospiro e gli carezzo le mani fra le mie.
- Sì che lo sai, solo che non hai il coraggio di ammetterlo. - Aggrotta le sopracciglia.
- Non lo so, io… - Chiudo gli occhi e paziente li riapro cercando un po’ di quella calma che solitamente mi manca.
 - Hai baciato Stan… - Lo guardo. - Cosa hai provato? Era la stessa cosa di baciare me? - So che ha fatto altro con Stan perché me l’ha detto.
Ma non voglio fargli sapere che ho parlato con lui.
Roger scuote il capo nel panico e mi fissa come se avessi bestemmiato.
- Io non… -
- Roger. - Lo richiamo con durezza. - Provare è la sola cosa che ti fa capire come stanno le cose, finché ci pensi e basta non capisci nulla… andavamo a letto insieme, era la stessa cosa? So che un bacio contro il servizio completo è difficile come paragone, ma… - A questo punto Roger torna a baciarmi, mi prende il viso fra le mani e con sorpresa aderisce le labbra alle mie, le fonde e me le succhia fino a che non infila la lingua, incontra la mia ed io lo assecondo. Se si è già dimenticato com’era, significa che non era decisamente quello che credevamo che fosse… altrimenti non dovrebbe rifarlo per ricordarselo.
Scommetto che quello di Stan se lo ricorda eccome, che non riesce a scordarlo per nulla, gli sta in testa come un pensiero fisso, impossibile da scrollare…
Ma tant’è che glielo devo, sono entrato nella sua vita a forza fino a che non ho ottenuto quello che ero convinto di volere.
Il fatto è che Roger è capace di fare quello che nessuno lo vedrebbe a fare… però deve avere una spinta particolare. Una grande motivazione.
Mentre mi bacia, con la mano corre fra le sue gambe e si tira fuori l’erezione, questo mi distrae e mi ritraggo per un istante cercando di borbottare un roco ‘che fai?’.
Non dovrei stare qua a chiederlo, ma assecondarlo. Eppure l’istinto è fermarlo perché è come una stonatura, perché mi viene assurdamente in mente Nole.
Un momento, ma non era solo sesso con lui?
Il migliore della mia vita probabilmente…
- Prendimelo… ti prego…. - Mormora scivolando sul mio orecchio con le labbra. Lo succhia ed io trattengo il respiro. È fisicamente piacevole, ma non c’è quella spinta folle a continuare, a sbatterlo sul letto e ad andare fino in fondo.
Ma lui con la mano libera affonda le dita sulla nuca, fra i miei capelli e mi conduce deciso la testa frase sue gambe aperte e questo mi eccita, lo devo ammettere.
Roger così padrone è interessante, ma nella mia mente continua a sovrapporsi l’immagine di Nole e del suo cazzo e al diavolo, credo che devo anche questo a Roger.
Vuole confrontare le sensazioni provate quando Stan glielo ha fatto.
Così, semplicemente, gli concedo probabilmente l’ultimo pompino del nostro rapporto. Come un epilogo conclusivo. Ed un augurio. Che trovi il coraggio di vivere il vero grande amore, anche se forse non sarà in grado di gestirlo come vorrebbe. Che si lasci andare, che si lasci trasportare, che perda il controllo. perché perdere il controllo è la cosa più bella del mondo, quando si ama.
Te lo auguro davvero, Roger.
Ama sul serio. Per sempre!”