*Ecco un altro capitolo. Ormai siamo alla fine, c'è l'ultima partita, quella di Roger, che potrebbe consegnare la vittoria del torneo alla sua squadra e Rafa diventa il capo ultrà della sua tifoseria. Rafa è uno che ama le competizioni di squadra e diventa un gran tifoso quando sostiene i suoi compagni, ma quello che fa durante la partita per Roger è qualcosa di incredibile. Specie poi come lo festeggia. Che Rafa non beva mai durante l'anno è vero, ma è vero anche che dopo il torneo hanno festeggiato tutti con lo champagne sia bevendolo che spruzzandoselo. Ed è anche vero che quando Rafa festeggia perde completamente il controllo. Ci sono infatti alcuni video dove balla e fa il cascamorto con tutti i suoi amici ad una festa di Davis Cup della Spagna. Insomma. Rafa nasconde lati tutti da gustarsi. Qua ho voluto usare Nick a mio piacere, così come Domi. Il prossimo è l'ultimo capitolo. Buona lettura. Baci Akane*

6. NON LIBERARE LA BESTIA


 

Essere a bordo campo è come uscire da una bolla, oppure entrarne in un’altra.
Lo guardo giocare e tutto passa. È come se fosse una medicina.
Non mi importa più di niente, della mia sconfitta stupida, dei problemi con Nole, dei miei errori e di quel che sarà usciti da qua.
Non mi importa di nuovo, c’è solo Roger che gioca ed io che lo incito come un matto, nemmeno andasse del trofeo più importante di tutti i tempi!
È solo un torneo alla stregua di un’esibizione, in realtà. Si vince un trofeo e dei soldi, ma non è un torneo ufficiale.
Eppure sono qua a tenerci come un disgraziato. Sono il capo tifoso ultrà di Roger, salto, grido, lo incito e quando viene nella panchina nei cambi di game vari gli salto dietro e gli do la mano o lo istruisco e gli do consigli da allenatore, quando nemmeno Borg, che sarebbe l’allenatore, non dice più di tanto.
E Roger mi dà retta e mi risponde!
Non me ne rendo nemmeno conto di essere totalmente in un’altra modalità e di quanto il mondo stia guardando.
Cioè io che faccio la cheerleader di Roger, io che lo alleno e gli do consigli. Io che salto come un matto!
Io adoro le competizioni a squadre, mi faccio prendere, esce il mio lato spagnolo passionale, però con Roger qua vado decisamente oltre la passione per le squadre!
Eppure non riesco a fermarmi. È solo la cosa più bella della mia vita, oggi essere qua e tifare per lui come avrei sempre voluto.
Tifare liberamente per lui, consigliarlo, incitarlo.
È una sensazione liberatoria, anzi. Mi fa sentire libero, libero come non lo sono mai stato, libero di essere chi sono e chi voglio nel profondo.
Vorrei che questo momento andasse avanti per sempre. Poter essere chi sono sul serio davanti al mondo.
La partita contro Nick è molto accesa perché il ragazzo tira fuori il suo meglio, gioca come io spero giochi sempre e per un momento è concreto il pericolo che io e Rog giochiamo il doppio insieme. Non ci riuscirei mai, nemmeno Roger penso, però lo faremmo lo stesso.
Però sono qua a tifare e lui è là a dare il suo meglio con una serietà ed un entusiasmo che non penso nemmeno lui credesse possibili. Forse vedere me così preso e lanciato lo spinge a volerlo come un matto a sua volta, a crederci, a lottare.
E questo rende speciale quando vince.
È un istante che non dimenticherò. So cosa faccio, so che non è il caso, non riesco a fermarmi.
Appena la risposta di Nick si infrange contro la rete e Roger prende il punto della vittoria, la prima cosa che fa Roger è girarsi e cercarmi con gli occhi, io allo stesso identico momento salto in piedi e, sempre saltando, corro giù dalla nostra postazione mentre lui mi corre incontro.
E niente, continuo a saltare.
Addosso a lui che mi prende in braccio e ci stringiamo come se fossimo compagni di squadra da sempre e questa fosse altro che coppa del mondo... potrebbe essere la coppa del secolo, non so!
Cazzo gli sono saltato addosso! Un conto è un paio di abbracci dopo il doppio, un altro è questo!
Scivolo giù e lui mi fa scendere, ma gli tengo il braccio intorno al collo e subito arrivano gli altri che ci abbracciano, ben presto ci mettiamo tutti in gruppo stretti a saltare insieme e tutto è giusto come doveva essere.
Tutti insieme abbracciati, non io appeso a lui come se fossi il suo compagno di sempre e non il suo rivale.
Ricordarselo ora è un impresa impossibile e decido di godermi questo privilegio.
Oggi siamo compagni, chi se ne importa del resto?
Nemmeno le tre volte giocate in coppia con Nole, due per beneficenza e l’altra in un doppio ufficiale di prova, sono stato così. Facevamo azioni entusiasmanti molto belle e ci saltavamo petto contro petto, qualche abbraccio stile quello di ieri con Roger, abbracci normali voglio dire.
Però questa cosa di saltargli addosso a cavallo no.
Io ero fuori, completamente fuori.
Ho pensato ‘il mio amore ha vinto’.
Fortuna che non l’ho detto!
Ma lui cercava me, è venuto incontro a me, ha afferrato me.
È stato uno dei momenti più incoscienti della mia vita. E più belli.

Dopo è un turbinio incasinato dove io cerco disperatamente di tenere il controllo di me, ma senza grossi risultati.
Sento che potrei fare qualche follia da un momento all’altro perché distinguo benissimo il mio istinto, che è quello di baciare Roger davanti a tutti.
Vorrei inglobarlo, dire a tutti che lo amo e che è mio ma so che è colpa dell’adrenalina che scorre in me, non sono io, è come se fossi ubriaco.
Faccio una fatica micidiale a contenere il tutto e devo dire che non ci riesco bene con Roger che mi si spalma addosso ogni volta che può, come se lui invece pensasse solo a prendersi ogni centimetro di me. Che siamo soli od in compagnia non gliene frega niente!

I festeggiamenti sobri in campo hanno fine nella nostra sala dove ci portiamo la coppa e troviamo un sacco di bottiglie di champagne con cui festeggiare.
- Oh Dio non posso sopravvivere! - Esclamo spontaneo. Roger ride elettrico capendo che sto solo cercando di tenere una vaga parvenza, ma tale parvenza è molto labile e basta poco.
Si comincia coi soliti selfie, poi Roger prende letteralmente in mano la situazione e ordina lo stappo delle bottiglie, ne afferra una e mi si piazza vicino, io non faccio in tempo a dire ‘ma sei sicuro’ che la apre e felice come un bambino si mette a spruzzare.
La mia faccia è tutta un programma, non trattengo la smorfia schifata e scappo via poco virile. Fra stappi e cori finisco schifosamente bagnato al centro degli schizzi alcolici.
- Puzzo come una distilleria! - Brontolo poco felice di questo!
- Oh andiamo, so che quando c’è da far festa non ti risparmi! - Dice Tomas. Cazzo quello è peggio di un re di gossip!
- Beh, festeggio le Davis Cup o le vittorie importanti e difficili... - Cerco di tutelarmi, ma non è facile perché poi si mette Roger che inizia a versare le bottiglie nella coppa perché è ora di bere dal graal.
- Più importante di questa... - Dice Tomas. - Da come gli sei saltato addosso e da tutto il tifo che hai fatto direi che era più che importante e difficile! Era la vittoria della tua vita! - Mi prende in giro malizioso ed io alzo gli occhi al cielo.
- Amo festeggiare, specie quando non ho tornei in vista, il problema è che so che se comincio poi mi perdo e non mi ritrovo più! -
- Penso che quello che perdi sia la dignità a giudicare dai filmati che girano dei tuoi festeggiamenti... - Spalanco gli occhi e gli tiro un pizzicotto al fianco, lui ride, ma per fortuna prende l’attenzione Roger che afferra la Laver Cup ed inizia a bere da lì udeln po’ lo champagne versato davanti agli occhi increduli e shoccati di tutti che non hanno mai conosciuto il lato infantile di Roger. Beh ragazzi, ora conoscerete un Roger che non andrà mai nei libri di storia del tennis!
L’ovazione si leva, finisce anche per rovesciarsi addosso un po’ di alcool, smette di bere e tutti applaudono e ridono, poi a turno bevono tutti, persino i giovani.
Eddai, i giovani!
Sono piccoli! Sascha e Domi non sarebbe il caso!
- Ma forse dovreste darvi una regolata... - Azzardo vedendo quanto bevono volentieri.
- Oh come se non fossi il re delle feste! Avanti, libera la bestia! - Con questo Roger mi dà una pacca sul sedere.
- E questa cosa com’è che la sapete in tanti? -
- Che sei spagnolo? - Chiede facendo il finto tonto.
- No, che se mi ci metto non mi fermano più! - Le risate ed i fischi e poi Roger mi mette la coppa in mano.
- Basta prendere tempo! - E con questo finisco che bevo anche io.
Oh al diavolo... tanto ormai siamo in ballo!
Dopo che bevo faccio la smorfia, perché in realtà a me l’alcool non piace, piace fare festa. È diverso.
Non mi fa subito effetto. Per un attimo è ancora tutto normale.
 - Però se non mangio qualcosa... dov’è il cibo? - Mi giro e cerco da mangiare, ma purtroppo non c’è nulla e finisco con un braccio intorno al collo ed un’altra bottiglia in bocca. Non faccio in tempo a rifiutare che bevo. E che devo fare, soffocare?
Poi Roger mi dà tregua, ma in compenso mi dà un bacio sulla guancia.
- Tu pensi che ora saremo in grado di tenere una conferenza? -
- Ci vorranno un paio di minuti, poi c’è la festa di chiusura torneo come sempre e lì mangeremo. A quel punto puoi distruggerti! -
Lo guardo come se fosse scemo.
- Stai parlando di te, forse! - Lui ride e torna con il braccio intorno al mio collo e malizioso mi tocca il sedere così davanti a tutti, io sbianco e lo fisso come se fosse impazzito.
- Oh no caro, so bene quanto tu sai divertirti e non sai resistere... -
Non so se l’alcool comincia a fare effetto, oppure se sono gli schizzi di altre bottiglie aperte ma cazzo se non la smettono li affogo in quella coppa di champagne!
Coppa di torneo, non di champagne. Piena di champagne. Cazzo, sono andato, mi si incartano i pensieri.
- Beh, un po’ di musica? - Ed eccomi che parto!
- Tieniti per dopo, ci stanno chiamando per la conferenza! - Dice Roger lasciandomi con un’altra pacca al sedere.
- Che? Prima mi accendi e poi mi spegni? - E grazie al cielo che non ho detto ‘prima mi seduci e poi mi abbandoni!’
- Certo che puzziamo sul serio! - Fa notare qualcuno, Roger concorda.
- Sarà il caso di fare delle docce. - Poi mi guarda. - Tutti! - Mi mordo la bocca e malizioso come i suoi occhi ben mascherati dietro quella faccia da finto coscienzioso, gli ricambio lo schiaffo sul sedere di prima.
Se qua non perdo la dignità sarà un miracolo. Ma forse per quella ormai non c’è niente da fare.

A stento rimango in me e capisco che succede, l’euforia comincia a scavare, quella che mi fa perdere il controllo. Sono seduto per fortuna non vicino a Roger, lui è quello che parla più di tutti, parlano anche gli altri, anche io sento la mia voce uscire dalla mia bocca, spero di dire cose sensate.
Capisco solo che Roger ordina una doccia di gruppo ed io, in corridoio, esclamo:
- Sì, andiamo a fare questa orgia sotto la doccia che poi andiamo a mangiare, sto morendo di fame! - Con questo tutti ridono ed io non capisco che ho detto. Poi Roger mi illumina beatamente allegro:
- Hai detto che stiamo per fare un’orgia! - Ma io scuoto la testa.
- So bene cosa dico, ho detto solo di sbrigarci che ho fame! -
Lui è davvero divertito a questo punto.
- Rafa, hai detto orgia! -
- Eh sì hai detto così! - Arrivano gli altri, sono anche divertiti.
- Oh beh, cosa sarà mai un’orgia sotto la doccia dopo una vittoria? - Rincaro la dose convinto, l’ilarità scoppia e per fortuna non facciamo un’orgia, ma effettivamente qua puzziamo tutti di alcool e quindi approfittiamo per lavarci tutti quanti.
La mia idea era di riprendermi sotto l’acqua, magari infilarmi in un angolino con Roger e tirarla per le lunghe per rimanere un momento io e lui soli, ma finisce che sono tipo al centro del casino e non so come ma mi parte una chiamata dal cellulare dall’altra parte e si sente una delle canzoni di Enrique, per fortuna non quella di Nole. Ora non potrei.
Ma la smetti di ballare sotto la doccia, brutto cretino?
Tu senti Enrique e non capisci un cazzo, sei indecente!

Ed indecente sono io in sala.
Tutti ben vestiti da gala come da usanza, i miei capelli pettinati in ordine come sto un secolo a farli stare, apparentemente sani come pesci.
Inizia abbastanza bene, la doccia mi ha aiutato, sto ingurgitando cose sane e la costante vicinanza di Roger è rassicurante. Per il momento non ci vengono messi in mano altri bicchieri. Vedo distrattamente Sascha che parla con Nick, sembra consolarlo o fargli i complimenti, non saprei.
C’è molta gente fra invitati e partecipanti ed organizzatori ed amici vari, le luci non sono troppo forti ed in certi punti si può stare anche un po’ in penombra, un po’ tranquilli insomma.
Camerieri ben vestiti passano con vassoi di cibi e bevande.
Penso che Nick stia facendo la sua mossa con Sascha dopo che forse ha fatto il geloso per tre giorni, quando li vedo appartarsi e sparire un sorriso mi viene su e ho l’insana idea di accettare il bicchiere che quello spostato di Roger mi mette in mano.
Bevo alla salute di una coppia che si sta incasinando la vita, sono così giovani e carini. Ci daranno tante gioie!
Poi però mi ricordo di Domi e lo vedo serio e triste in disparte, così abbandono Roger che fa il solito re della situazione e metto uno strano braccio intorno alle spalle del ragazzino.
- Dai, non prendertela! - Domi salta sul posto e mi guarda sorpreso senza capire.
- Di cosa? - Ma ormai il mio bicchiere è quasi vuoto e l’effetto di prima dello champagne torna a riesumarsi per bene.
- Sascha è giovane, ha le idee confuse, ma non è detto che alla fine scelga Nick. Dovresti essere più deciso ed esplicito, forse Sascha non ha capito che ti piace! - Quando Domi capisce di cosa parlo, sbianca e poi diventa di mille colori, io rido forte e gli pizzico una guancia abbracciandolo manesco.
- Tieni, bevici su! Vedrai che poi sarà tutto chiaro! -
Domi prende il bicchiere che per fortuna sua io stavo già finendo, nel mentre ne prendo un altro per me.
- Non dovremmo bere, credo. -
- No, ma quando finiscono i tornei importanti e poi non hai nell’immediato altri impegni di tennis, puoi concederti una notte. E poi basta che mangi e non bevi venti bicchieri di fila... - Comincio a parlare e dire cose che non direi mai. Beh, per quello è tardi.
- No, ma vedi... è che io penso che quello che hai in mano sia il trentesimo, ad occhio e croce... - Lo dice gentile, cercando di non offendermi, sinceramente impressionato da quello che sto facendo e da questa mia versione.
- Devi capire che ci sono anche questi aspetti del tennis. Devi saperli gestire, ma se non ti godi una dura vittoria, perché devi darti da fare a vincere? Non esiste solo il vincere fine a sé stesso, bisogna godersi quella sensazione. Senti? - E poi qualcuno ha la malaugurata idea di iniziare con la musica, un DJ in un angolo parte con una canzone latina che è andata per tutta l’estate.
- La musica? - Chiede spaesato Domi che intanto mi regge.
- No. Intendevo l’euforia della vittoria. Ma anche la musica! Senti che bella questa, dai balliamo! Ti faccio compagnia io, non pensare a Sascha. Poi basta che ci provi con più insistenza! Oppure cerca qualcun altro con cui vendicarti! -
Ah la storia della vendetta mi divora!
Prima che me ne accorga sto ballando. Non sono proprio ubriaco, ma nemmeno sano. Sono in quella via di mezzo che potrei ancora trattenermi e recuperare la faccia, ma non posso evitare di lasciarmi andare con la musica e per fortuna Domi ad un certo punto viene sostituito da Roger.
- Ti do il cambio! - Dice ridendo.
Ridi ridi brutto scemo!
Mi ritrovo fra le sue braccia a ballare in mezzo alla folla.
- Spiega questo, ora! Io e te che balliamo insieme! -
Brontolo al suo orecchio.
- Ma non stiamo ballando! - Mi aggrotto.
- Come no? -
Mi separo ed effettivamente eravamo solo abbracciati.
- Ah beh, sarà più normale stare abbracciati così, allora! -
- Potrebbe esserlo, abbiamo vinto, ci facciamo di nuovo i complimenti... -
Scuoto la testa e gli faccio il dito medio polemico.
- Tu prima provochi e poi non sei pronto ad accogliere le conseguenze. Vuoi sapere una cosa? Io voglio fare festa, perché è questo che uno spagnolo fa quando vince qualcosa di importante e bello. Lo volevate tutti, eccomi qua! La cosa davvero divertente è che tu non puoi ballare con me perché altrimenti quello come lo spieghi a tutti? -
Con questo scivolo via dalle sue braccia e mi mescolo alla folla che mi inghiotte. In un attimo non so dove sono, sono con qualcuno in mezzo alla bolgia trasportato nei balli, penso di essere il primo ad aver cominciato e ad un certo punto mi ritrovo penso al bagno, sempre ballando.
Mi scontro con Nick che mi tiene su prima che cada.
Quando vede che sono io si stupisce e si illumina, sembrava avere un muso lungo tre metri, così gli do uno schiaffetto innocente sulla guancia e rido.
- Perché così serio? Pensavo che andasse tutto bene con Sascha! - La mia bocca si muove ma non so davvero che sto dicendo.
La musica da fuori arriva sufficientemente forte, ma penso che siamo attualmente soli in questo bagno e lui mi guarda capendo che non sono del tutto in me. Forse per niente.
- Che ne sai di Sascha? - Rido e lo spingo andando a fare la pipì, lui si piazza al lavandino e mi aspetta.
- Più di quel che pensi che io sappia e che probabilmente dovrei sapere. Colpa di Roger e Jack comunque. - Poi finisco coi bisogni e vado al lavandino, proprio dove sta lui. Non di proposito, mi è venuto così. Lui è appoggiato con il sedere ed io mi lavo le mani in quello vicino.
In questo parte Ricky Martin ed io chiudendo gli occhi mi abbandono ad un’aria estatica compiaciuta.
 - Bello lui! - Esclamo convinto muovendo il mio maledetto culo nel maledetto tipico modo in cui uno spagnolo muove solitamente il suo culo quando sente una certa musica latina.
Non me ne accorgo subito, dopo un po’ noto Nick che mi fissa sconvolto. Sconvolto è dire poco. È paralizzato e mi fissa qua vicino a me ed io ridendo alzo le braccia girando su me stesso davanti a lui.
Credo che sto flirtando con lui perché l’altro giorno ci ha provato con me e perché quando bevo divento fisico e manesco.
- Hai bevuto? Pensavo che non ti avrei mai visto sopra le righe! - E si forma un ghigno sulla sua bocca carnosa.
- È colpa della combinazione Ricky Martin, champagne e festa. Lo champagne non mi piace, ma mi fa questo effetto. E poi Ricky e le feste... eh, io sono spagnolo, li adoro! - ma non so davvero che diavolo sto facendo, altrimenti non lo farei.
In questo preciso momento sono letteralmente partito tanto che lui si stacca dal lavandino, mi prende i fianchi con le mani e aderisce il bacino al mio famoso culo che probabilmente viene solitamente notato per la sua forma accentuata e perfetta. Specie ora che lo muovo così. Mi fermo e giro la testa rimanendo appoggiato a lui, anzi è lui attaccato a me. Le sue mani ai fianchi, il suo bacino contro di me.
- Hai un’erezione. - Sottolineo senza peli sulla lingua. Lui ridacchia soddisfatto ed eccitato mentre penso che non potesse immaginare che alla fine di tutto questo weekend, qualcosa per lui potesse andare per il verso giusto.
- Merito tuo. - Con questo le sue labbra finiscono veloci sulle mie, prima che io riesca a pensare e capire.
Non ci riesco proprio, in effetti. Però in un secondo momento mi stacco, proprio quando ci sta per mettere la lingua. Scuoto la testa e muovo un passo in avanti.
- No no, non è il caso... - Nick inarca un sopracciglio sorpreso.
- Non è il caso? Perché? Per Nole? - ricordo che sa tutto e sospiro girandomi verso di lui, scuoto la testa e mi strofino il viso, ora la confusione mi cade addosso mentre la nebbia fa il suo.
- No, lui... beh anche... certo sono incasinato con Nole ora, però non so cosa siamo perché... beh, ma non è questo il punto, non è il caso perché... - cerco di dire qualcosa di convincente e di senso compiuto, ma lui si avvicina, mi prende il viso fra le mani sicuro e mormora piano.
- Ho chi mi piace, ho chi spero di avere al mio fianco un giorno. Ma nonostante tutto, ci sei tu. E tu avrai sempre la priorità su tutto e tutti. - Questa frase mi fa spalancare gli occhi, sia fisicamente che figurativamente. È come se mi buttasse una tegola in testa. Cazzo è così!
Ho Nole, amo lui, ho la storia con lui. E c’è Roger. Per me lui avrà sempre un posto privilegiato, un posto d’onore. Avrà comunque la priorità! È proprio così! Posso avere le mie storie, ma se Roger busserà, io gli aprirò sempre. Il mio punto debole, la mia eccezione, la mia parentesi.
Mentre ho l’epifania del secolo che mi illumina in mezzo a questo macello, lui torna a baciarmi e questa volta mi carezza con la lingua, mi manda a fuoco ed io rabbrividisco. È solo un bel bacio, ma con la persona sbagliata.
Scuoto di nuovo la testa, chiudo gli occhi aggrottato e appoggio la fronte alla sua mentre le mani sono sul suo petto.
- No, non posso, davvero. Sono in un casino da cui non so se mi tirerò mai fuori. Ma a parte tutto questo, quello che provi per me non è quello che provo io. Tu mi baci perché ti piace e sono... la tua ossessione? - Apro gli occhi chiedendo conferma, ci guardiamo da vicino separo la fronte dalla sua, mi tiene ancora per la vita a sé. Ha uno sguardo scuro ed intenso. Molto bello e penetrante. - Mentre io ti bacerei per un piacevole momento, in un istante di follia in cui non sono completamente in me. - Lui sorride sempre in quel suo modo strano che fa caldo, sembra una pantera in procinto di attaccare.
- Mi sta più che bene... - Sta per farlo ancora quando lo respingo più deciso. Non posso incasinarmi sul serio. Un conto è Roger, un conto è chiunque altro. Non avrei scusanti, ammesso che Roger sia una scusante.
Appena ci separiamo di qualche centimetro, la porta si apre e mi giro col cuore in gola spaventato. Quando metto a fuoco Roger mi sento anche peggio.
Il suo sguardo nel vedere Nick con le mani sui miei fianchi penso sia la cosa più indimenticabile di questo mio momento di follia micidiale.
La durezza e la gelosia sono assoluti, sono di quegli sguardi che appena li vedi ti pisci sotto. Ed io non gliel’ho mai visto addosso. Mai.
Rabbrividisco e mi eccito. È un momento, un momento che rimarrà inciso per sempre.
Nick si scosta, capisce che le cose fra noi sono davvero più incasinate di quel che sapeva, alza le mani in alto in segno di scuse e, come se avesse fatto un guaio stratosferico, se ne va in punta di piedi, in silenzio, consapevole.