CAPITOLO I:
GLI ATTORI IN SCENA

La voce raggiunse una acuto da primato mondiale, nemmeno la Callas avrebbe potuto fare di meglio.
Dani e Thiago lo fissarono come fosse impazzito mentre Leo saltò in piedi dal divano spaventato e terrorizzato, fissandolo come se gli si fosse rivoltato il cuore a trecentosessanta gradi.
- Che c'è, che è successo, cosa ti senti? Chiama l'ambulanza subito, Thiago! - Dani e Thiago lo fissarono stralunati mentre Alexis nemmeno li calcolava imprecando in spagnolo contro la televisione.
- Ha gridato, non l'avete sentito? - Fece Leo pensando che ci fosse qualcosa che non andava da qualche parte.
- L'abbiamo sentito, ha assordato tutti! - Brontolò Dani che si stava ancora tenendo l'orecchio.
- Ma perchè ha urlato? Non sta morendo! - Thiago sospirò mentre Dani si alzava andando in cucina a prendere da bere. La situazione stava peggiorando sempre più. Prima gli pareva fattibile stare appiccicato al culo di Alexis aspettando che si lasciasse di nuovo col suo fidanzato, ma ora lo vedeva sempre più come un miraggio.
- Non sta male, è solo che ha visto uno troppo attaccato al suo amore... - Spiegò Thiago paziente. Lui era più perseverante e davanti a quella scena effettivamente sospetta vista in televisione, e abbonarsi ad un canale italiano gli sembrava davvero assurdo, la speranza gli si era riaccesa immediata.
- Allora, tornate a spiegarmi bene... Alex sta con un suo ex compagno di squadra, uno dell'Udinese... - Fece Leo con aria corrucciata, cercava di capire davvero ciò che non era poi tanto difficile.
- Il capitano. Il numero dieci. Antonio Di Natale. - Fece Thiago paziente, convinto che presto sarebbero tornati a lasciarsi!
- Ok. E perchè ha urlato? Insomma, ha fatto una bell'azione con quel suo compagno di squadra, non mi sembra che sia successo niente di strano... - Leo cercava ancora di capire. Alexis questa volta si rivoltò come un assatanato verso quello che considerava un ottimo amico.
- Gli occhi ti servono solo per sbavare dietro a Cristiano o li usi anche per guardare qualcos'altro? Quel piccolo stronzo là che si chiama Muriel... come cazzo osa strusciarsi tanto addosso al mio Totò? Insomma, una volta passi, segnano! Ma adesso sta esagerando! Gli è troppo addosso, io ho voglia di ucciderlo! Guarda che capisco subito quando uno l'abbraccia con troppa intenzione ed è lì che lo fissa come un ebete! Guardalo! - La videocamera inquadrava ancora Luis Muriel che fissava adorante Antonio e c'era in effetti da dargli retta.
- Ma dai, non è niente... è piccolo, poi, cosa vuoi che sia... Antonio è un bravo capitano ed è normale che tutti i nuovi gli si incollino... - Thiago cercava di buttare acqua sul fuoco ma solo in apparenza, perchè in realtà stava esattamente facendo altro. Tutto l'opposto. Leo non lo capì ma Dani sì e sentendolo spuntò immediato fissandolo come se lo stesse insultando.
Alexis lo fulminò poco felice.
- Smettila, sai bene che si comincia così! Quello lo vede come il suo faro e lo segue in tutto e per tutto, all'inizio solo sul campo poi anche fuori. Quando perde la testa per lui si dichiara e Totò che è troppo buono e non vuole bloccargli la crescita, cerca di non traumatizzarlo, quindi non lo respinge con cattiveria e l'altro fraintende e gli si butta ai piedi. Poi Totò non saprà più come toglierselo dalle palle! TOTO' E' MIO! CHE SI FOTTA QUEL PICCOLO STRONZO! -
Che poi era anche piuttosto alto...
Leo impallidì a quei termini mentre Dani si mise a ridere. Thiago rimase encomiabilmente serio, riuscì anche a replicare, conscio della risposta.
- Ma è piccolo... ha... quanti? Venti anni? E' carino, sì, ma... insomma, dai. Il tuo ragazzo ha 35 anni... -
Alexis gli arrivò davanti come una scheggia e prendendolo per il colletto della maglia lo scosse furioso.
- Io ho dieci anni meno di lui! Non sono pochi! A lui piacciono giovani! E se cedesse? Magari ottengono una vittoria importante e Totò lo abbraccia felice e contento e poi quello lo bacia! - Non sapevano che lui aveva fatto così e non gli diedero peso.
- Ma dai, tu vedi troppi telefilm! - Thiago voleva rabbonirlo per la propria sopravvivenza ma Dani rideva ancora della grossa. Leo provò ad inserirsi.
- Pensi davvero che gli piacciano così tanto piccoli? Dieci anni è un conto ma lì sono quindici... o no? - Leo non ne era proprio sicuro. Alexis attaccò anche lui. Possibile che nessuno capiva?
- PORCO DIAVOLO! IO AVEVO POCHI ANNI PIU' DI QUEL PICCOLO STRONZO QUANDO HO BACIATO TOTO' LA PRIMA VOLTA! E L'HO FATTO DOPO UNA VITTORIA IMPORTANTE... ERAVAMO TUTTI CONTENTI E MEZZI UBRIACHI DI FELICITA' E L'HO BACIATO! QUELLO PUO' FARE LA STESSA COSA! - Leo però, sebbene avesse una gran paura di Alexis in quel momento, indietreggiando sul divano, disse piano azzardandosi a portare avanti la sua ipotesi.
- M..ma se... ma se sta con te magari ti ama, non penso che accetterebbe il bacio di chiunque, no? Credo che ti abbia accettato perchè eri tu... - Alexis era indeciso se tranquillizzarsi o meno, nel dubbio calò il tono ma spiegò lo stesso.
Sempre seduto a cavalcioni su Thiago che intanto se la godeva.
- Non mi ha né respinto né accettato. Era shockato, poi non abbiamo avuto modo di parlarne subito ed io pensando d'aver fatto un emerita cazzata, sono partito per la Coppa America e tanti saluti. Nel panico ho accettato di venire qua e quando l'ha saputo ci siamo visti ed abbiamo litigato. Io mi sono dichiarato quella volta. Però ormai me ne stavo andando e nemmeno in quell'occasione lui mi ha ricambiato. Mi ha baciato come addio, ma non ci siamo messi insieme lì. Ha passato un tempo infinito a ripensarci ed alla fine ha ceduto quando era distrutto per una partita importante persa. Io ero andato là sapendo che avrebbe avuto bisogno ed allora abbiamo scopato e ci siamo messi insieme. Poi ci siamo lasciati qualche mese dopo. Lui mi ha lasciato. Però è successo così. Ora stiamo insieme da quest'estate. Con lui non puoi mai sapere perchè non capisci un cazzo di cosa prova e cosa pensa. Mi ha detto che mi ama, io gli credo ma insomma... e se quel piccolo stronzo trova il modo di arrivare a lui come ho fatto io? - Quelle, poi, erano solo le sue paure e Leo capendolo si fiondò su di lui abbracciandolo dolcemente, capendo quanto spaventato fosse.
- No dai, vedrai che non è come dici tu! Sicuramente lui ama solo te e nessuno potrà rubargli di nuovo il cuore! Dopo tutto quello che avete passato sono sicuro che è impossibile! Però potresti parlargli di questa tua paura, così lui si regola e cerca di non accettare troppo gli abbracci di... di quel... di lui! - Non ricordava il nome ma non poteva chiamarlo 'piccolo stronzo'.
Alexis ci rimase di stucco a quell'abbraccio sentito e a quelle parole e sciolto lo ricambiò spostandosi da Thiago a Leo, finendogli steso sopra di proposito. Sapeva che gli altri due intanto si stavano rodendo il fegato invidiando il loro numero dieci... lo faceva apposta, ci giocava un po' senza cattiveria. Puro divertimento.
- Grazie piccolo angelo! - Lo chiamava così pur avessero in pratica la stessa età, solo un anno di differenza. 24 e 25 anni!
Thiago e Dani sbuffarono e li fissarono davvero male mentre Leo comunque rimase sotto Alexis a ridere. Gli piaceva quando i suoi amici l'abbracciavano tanto... forse avevano ragione quando diceva che gli piacevano i ragazzi diversamente dall'amicizia... con Cristiano l'aveva capito bene ma non era sicuro di essere proprio gay... magari era Cris l'eccezione... insomma, lui era davvero bello e sexy!
Ma da quando si era dichiarato coi suoi amici, aveva notato che gli piaceva molto quando se lo coccolavano, forse era il caso di avvertirli?
Rimase immerso nei dubbi senza venirne a capo, quelle coccole erano troppo belle per interromperle ed essendo che ormai era il calmante di Alexis, nessuno avrebbe osato staccarli.
Leo era sacro e Alexis pazzo era... beh, intrattabile!


Alexis poteva dormire sonni tranquilli.
Luis Muriel non era uno esplosivo esuberante ed effervescente come lui, anzi. Era l'esatto opposto.
Pensare che a Totò potesse ricordare il suo compagno era quasi una bestemmia.
Però non aveva torto nel dire che Luis un debole per Totò l'aveva. Era un debole da idolatria, Totò era il giocatore che, una volta che l'avevi come compagno e vedevi come giocava bene, desideravi diventare.
Lo seguivi e lo studiavi sperando di riuscire ad essere come lui.
Era lo stesso meccanismo scattato in Alexis, solo che poi lui si era anche innamorato.
Per il momento Luis, il timido Luis, era nella fase dell'adorazione.
Non considerava Totò sotto un punto di vista sessuale però arrossiva in sua presenza e ne era intimidito.
Essere intimiditi da lui ce ne voleva perchè era in assoluto quello meno intimidatorio.
Era molto alla mano e si prodigava più di tutti gli altri per fare gruppo e socializzare con tutti. Ci teneva ad essere un buon capitano ed era il vero collante di tutta la squadra. Ne cambiavano in molti, di giocatori, ma lui era il punto fisso ed accoglieva tutti, li cercava e si preoccupava per loro.
Così era facile, per un giovane timido disorientato sotto vari aspetti, prenderlo come punto di riferimento e cuocersi a fuoco lento.
Gli occhietti da triglia erano indicativi ed i più svegli della squadra avevano capito che Luis mirava al loro capitano. Era che non osava più di tanto.
Alcuni sapevano che Totò si era infine messo con la leggenda della squadra. Alexis. Leggenda in quanto fra gli ex era quello finito nella squadra più grande di tutte. La sua carriera era un po' in stallo, però.
Maurizio Domizzi era fra quelli che sapevano bene.
Il vice del capitano, aveva seguito la loro storia senza intromettersi, nessuno aveva potuto perchè Totò era molto riservato nella vita privata. Tutto l'opposto di Alexis. Di conseguenza avevano saputo le cose da lui, ma non si erano messi in mezzo lo stesso.
Maurizio ora osservava con lo stesso interesse il piccolo -solo d'età- Luis perchè lo vedeva diverso da Alexis ma con lo stesso identico tipo di interesse.
Presto quest'adorazione diventerà una bella cotta coi fiocchi...”
Pensando che potesse divertirsi un po' per vedere le reazioni dei due imputati, mentre stavano cambiandosi per tornare a casa, chiese come niente. Come se fosse una cosa normale da chiedere.
- Com'è Alexis? Quest'anno mi pare soffra parecchio dello scarso spazio in squadra... mi sa che torna in Italia, si vocifera... - Il sottinteso era bello chiaro ma Totò impallidì per un istante sentendo il suo nome e gli cadde il pettine. Qualcuno ridacchiò e Luis drizzò timidamente le orecchie guardandolo.
- Che c'entra ora? - Chiese senza rispondere. Tipico suo.
- Niente, ma mi era venuto in mente. Si pensa alla Juve... si avvicinerebbe un bel po', eh? Lo rivedremmo e ci giocheremmo anche contro... potrebbe essere divertente... - Qualcuno cominciò a parlare di lui a livello tecnico dicendo che era calato e che ormai non era quello di prima, altri rincararono la dose dicendo che si era montato la testa e che aveva sbagliato ad andarsene.
Maurizio contò i secondi.
Totò era un bonaccione ma aveva al tempo stesso polso fermo, quando voleva. Di solito era per disciplinare i ragazzi. A volte, però, non era per quello.
- Alex non ha abbastanza spazio in quella squadra! Quando lo fanno giocare con una formazione che non lo oscura, tira fuori il suo talento! Ha solo bisogno di una squadra con una rosa meno ingombrante di quella, allora vedi il suo valore! - Parlò secco e brusco fissando torvo i vari presenti che avevano parlato. Luis sbatté gli occhi intimorito di nuovo e Maurizio ridacchiò fra sé e sé. Era stato anche per mettere le cose in chiaro per il piccoletto.
Era bene che sapesse come stavano le cose.
Quando però vide Totò uscire, Luis gli corse dietro ed il difensore dell'Udinese scosse il capo pensando che se la sarebbe vista da solo!

Quando gli fu accanto, con una voce estremamente sottile, disse facendosi coraggio:
- Per me Sanchez è ancora un grande, è giovane ed esploderà di nuovo come ha fatto qua... deve solo trovare la squadra giusta. - Con questo si beccò un gran bel sorriso di gratitudine da parte del suo capitano e Maurizio, uscito in quel momento, pensò sbalordito:
Alla faccia del piccolo timido sprovveduto! Sa il fatto suo! Non usa quei sistemi da cinghiale in calore di Alex, però sa il fatto suo! Forse dovrei avvertire il suo pupillo!”
- Lo penso anche io e lo conosco bene! Tornerà com'era e se torna in Italia sono contento! -
Rispose poi rabbonito. Luis gongolò fra sé e sé, era bello parlare con lui quando era di buon umore ed era bello essere in accordo con lui.
Naturalmente non gli importava moltissimo di Sanchez, ma se a Totò piaceva, allora poteva piaceva anche a lui!
- Pensavo te la fossi presa con lui, quando se ne è andato. Ha scelto il Barcellona... ricordo una frase che hai detto... che bisogna anche saper scegliere col cuore, a volte. -
L'aveva detta nell'impeto del dolore, appena andato via.
Si rabbuiò un po' ed abbassò lo sguardo salendo nel pulmino.
- Sì lo ricordo. Ma era appena andato via, ero arrabbiato e deluso, poi abbiamo chiarito. - Luis non aveva chiaro in mente il loro rapporto, però aveva capito che Totò teneva molto a lui.
- Quindi vi sentite ancora? - Indagò discreto sedendosi accanto a lui. Totò annuì con quella sua aria ovvia.
- Certo. - A volte perdeva il conto di chi sapeva della loro relazione e chi non ne aveva idea. Pensò che Luis non lo sapesse e che era decisamente meglio così.
- Allora... io dico una cosa... - Cominciò tormentandosi le mani senza saper come dirlo. Voleva compiacerlo in qualche modo e non voleva sbagliare.
- Se mi trovassi nella sua situazione, se fossi importante per la squadra ed avessimo una grande occasione per salire in Champions ed una grande squadra mi richiedesse, io resterei qua per aiutare. - Totò sorrise grato del suo tentativo di tirarlo su e si chiese se fosse apparso triste o cosa.
- Grazie, ma dirlo è facile. Anche Alex lo diceva, sull'onda dell'entusiasmo. - Non voleva dire il resto ma Luis stava per farsi delle idee sbagliate e gli dava fastidio. Molto fastidio.
- Ma io non ho quel tipo di carattere, ci penso bene prima di... - Totò sospirò spazientito. Succedeva solo per Alexis.
- Non è una questione di scelte lucide o meno. Non è solo una cosa di calcio. Lui... lui se ne è andato per altri motivi. - Disse vago. Luis sgranò gli occhi mortificato convinto d'aver fatto la mossa sbagliata, e Totò si ammorbidì come succedeva spesso. - Aveva dei problemi qua a Udine che l'hanno spinto ad andarsene, voleva restare, ma era confuso e stava emotivamente molto male. Anche io ho sbagliato a giudicarlo, quella volta. Nessuno dovrebbe senza sapere. Sta pagando tutte le sue scelte sbagliate e precipitose. Ognuno ha le sue. -
Era stato diplomatico come quasi sempre era e Luis si rilassò di nuovo facendosi una specie di idea. Ancora non aveva capito cosa provasse per lui ed in che rapporti fossero.
- Mi dispiace... - Disse solo. Non sapeva bene cosa aggiungere ma al suo sorriso gentile capì d'aver detto la cosa giusta.
Totò dopo gli batté la mano sul ginocchio e cambiò tono ed argomento:
- Tu pensa a far bene e non distrarti con pensieri che ormai sono del passato! -
Passato? Non c'è più niente?”
Luis stava diventando matto perchè gli dava mille segnali contrastanti. Come si faceva a capire qualcosa?
Aveva quell'aria sempre uguale, gentile e disponibile. Ma non esprimeva niente effettivamente di sé!
E poi diceva prima una cosa che gli faceva pensare bene, poi male, poi di nuovo bene.
Sospirò demoralizzato e si appoggiò al sedile godendosi quel bel brevissimo contatto.
Gli piaceva compiacerlo e gli piaceva stare con lui.
E gli piaceva tirarlo su di morale.
Per non dire che ci teneva tanto a sapere quanto più poteva di lui.
Qualunque cosa significasse, voleva capire in che rapporti fosse con quel Sanchez.

Fu Maurizio ad illuminarlo, scesi dal pullman e diretti alle rispettive auto.
Lo prese per il braccio e lo girò verso di sé, poi guardando Totò sfrecciare via al telefono con Alexis, disse piano.
- Guarda che sta con lui! - Luis batté le palpebre e lo guardò disorientato, allora Maurizio fu più chiaro. - Totò ha una storia con Alexis Sanchez. Per davvero. Se ti stavi chiedendo in che rapporti fossero... beh, sono questi! - Non diede consigli né nulla, non era tipo da intromettersi più di così. Ma vedendo che non si stava orientando verso nessuna reazione precisa, precisò ancora.
- Alexis è molto possessivo e geloso. E molto innamorato. Solo lui sa cosa ci trova in Totò... voglio dire, è una persona fantastica ma al di là di una bella amicizia... però lui fa tutto, lo adora, stravede per lui e non è una cosa platonica. La loro vita sessuale è molto attiva, quando si vedono. Alexis è come appare. Esuberante. E ci sono solo due cose che non gli puoi toccare perchè altrimenti diventa tremendo. I suoi due cani e Totò. - Porre Totò al pari dei cani di Alexis fu una bella chicca ma era vero.
Maurizio se ne andò e lasciò al ragazzino il compito di tirare le linee.
Luis, rimasto solo, inghiottì a vuoto. Non aveva capito se dovesse averne paura o cosa, ma pensando che era comunque in Spagna e non lo stava di certo guardando, si tranquillizzò.
Non poteva precludersi ancora niente.
E poi cosa pensa che voglio da lui? Era solo per conoscerlo meglio. Mica voglio farci chissà cosa... mi piace sapere tutto quello che posso di Totò, e stare tanto con lui. Ed essere al centro dei suoi sorrisi. Ma non voglio altro. Anche se, beh... Maurizio non capisce Alexis ma io sì! Ci starei, al suo posto.” Arrossendo per questi pensieri che aveva per la prima volta, salì nella sua macchina e tornò a casa convinto di non avere un solo problema al mondo.
Se solo avesse saputo tutti i mille accidenti che a distanza Alexis era già riuscito a lanciargli...