Note: Dopo una lunga assenza sono finalmente riuscita a ritornare con una shot su questo pairing ^^ In realtà mi ero fissata su una puntata del telefilm su cui volevo scrivere una fic, che, però, non sono ancora riuscita a buttare giù, così ho perso tempo. Poi la folgorazione. Io amo le scene ‘al risveglio’, chiamiamole così, quindi mi sono chiesta come sarebbe potuto essere un risveglio tra Martin e Danny. Immaginarli (*w*) e mettermi al computer è stato un tutt’uno. Ho scritto la shot di getto, quindi spero che il risultato sia accettabile, a me questo Martin dolce e coccolone piace molto, io lo immagino proprio così (che ti sei persa Samantha!!!!) spero quindi che non risulti troppo OOC ^^’’’
Dediche: Dedico questa fic ad Isult: Sono contenta che ti sia piaciuto ‘rehab’ ^O^ (inchino) spero che ti piaccia anche questa, ma soprattutto spero di poter leggere una tua fic su Martin e Danny ^O^ E grazie anche per il commento lasciato a ‘Desiderio’ ^O^ E dedico questa fic a tutti coloro che amano questa coppia
Ringraziamenti: Ringrazio Giulysan che ha inserito ‘rehab’ tra i preferiti e tutti coloro che hanno anche solo letto. Ringrazio tutti coloro che leggeranno a commenteranno questa shot ^O^ Ringrazio Ichigo che mi ha gentilmente fatto da beta, correggendo gli orrori di questa fic e dandole un veste migliore ^^.
Adesso vi lascio alla lettura, un bacio, alla prossima \^O^/

Sabato mattina

La coscienza di Martin si districò a fatica dalle maglie del sonno, emergendo lentamente, stuzzicata da qualcosa che aveva attratto irresistibilmente la sua attenzione. Attraverso le palpebre ancora chiuse poteva avvertire il biancore della luce che gli colpiva fastidiosamente il volto, quindi strofinò la guancia sulla federa del cuscino, spingendolo contro come a volersi nascondere. Mugugnando disturbato e sentendo i muscoli indolenziti per la lunga immobilità, si rigirò seccato tra le lenzuola, facendole scivolare e frusciare sulla pelle nuda, raggomitolandosi, poi, su se stesso.
Rimase a lungo immobile, godendosi il piacevole calore delle coperte che lo avvolgevano come in un bozzolo, con la mente ancora in bilico tra veglia e sonno. Martin odiava doversi svegliare di forza, soprattutto quando poteva dormire fino a tardi, come accadeva i sabato mattina come quello, giorno in cui era solamente reperibile.
Concentrò al massimo la sua mente ancora impastata dal sonno per capire cosa lo avesse disturbato, e, dopo un po’, lo avvertì. Era un odore sottile, appena percepibile, ma che sembrava impregnare del tutto l’aria all’interno della stanza. Un odore dolce ed acre al tempo stesso, così simile al limone che era impossibile non riconoscerlo, pensò mentre le sue labbra si stendevano in un piccolo sorriso.
Conosceva bene quel profumo, aveva guidato i suoi sensi in quegli ultimi mesi, diventando parte integrante della sua vita. Ormai non sarebbe più riuscito ad addormentarsi tranquillamente, o a stare semplicemente calmo, senza averne i polmoni impregnati.
Gli era diventato necessario per vivere.
Come ogni volta il suo corpo reagì prontamente a quella fragranza, il desiderio di vedere quel bel volto rilassato dal sonno mutare, montò prepotente dentro di lui e Martin aprì gli occhi di scatto, costretto a richiuderli immediatamente, ferito dalla luce. Imprecò violentemente contro di sé per non aver chiuso le tapparelle la sera prima, poi una smorfia divertita gli incurvò le labbra: la sera prima era stato così piacevolmente occupato che le persiane non erano nemmeno rientrate tra le sue immediate preoccupazioni!
Sollevando con cautela le palpebre, l’agente riprovò ad aprire gli occhi e, immediatamente, nel mare di luce candida che dalle tende bianche chiuse colava nella stanza, vide delinearsi il corpo perfetto di Danny. Stava disteso supino, con la testa girata verso la sua direzione, coperto fino ai fianchi, le membra snelle e muscolose erano abbandonate sulle lenzuola bianche e arruffate, in un’inconsapevole posizione di resa e la sua pelle scura si stendeva come un drappo di morbida stoffa ambrata. Martin fece scorrere lo sguardo sul torace nudo, che si abbassava e rialzava seguendo il respiro calmo e profondo, scivolò, poi, sulla linea decisa delle spalle e su quella morbida della gola, arrivando al volto dai lineamenti rilassati, fermandosi su quelle labbra appena schiuse contro il respiro.
In quel momento Danny era così bello da sembrare irreale!
Sorridendo, Martin si avvicinò al compagno, cercando di non svegliarlo, poggiando la testa sullo stesso cuscino, accanto alla sua fronte: risvegliarsi ogni mattina e ritrovare Danny al proprio fianco era un’emozione incredibile. Stavano insieme da tanto tempo ormai, ma ancora gli sembrava assurdo che avesse scelto proprio lui, che amasse lui. A volte temeva che fosse tutto uno splendido sogno, destinato a terminare nel momento esatto in cui avrebbe aperto gli occhi, lasciandolo nuovamente solo nel baratro in cui era piombato dopo la sparatoria. Per questo, ogni mattina, restava a lungo immobile, fingendo di dormire e attendendo di udire un movimento, anche minimo, che avrebbe svelato la presenza dell’altro accanto a sé. E quando accadeva tutti i suoi sensi si quietavano e solo allora apriva gli occhi, ritrovando il suo compagno addormentato accanto a sé, sentendosi stupidamente felice e sereno.
Martin sollevò una mano e iniziò ad accarezzare Danny, ridisegnando con lievi movimenti circolari dei polpastrelli la linea decisa della clavicola. Poi spinse la testa in avanti, poggiandosi completamente contro di lui, fino a far sfiorare le punte dei loro nasi, respirando profondamente quell’odore che tanto amava.
Era proprio quella serenità e quella felicità, che contraddistinguevano la sua vita ora che stava con Danny, a spaventare Martin. Chiuse gli occhi e riportò alla mente i lunghi anni passati in famiglia, quando, invano, si sfiniva mentalmente e fisicamente in innumerevoli attività intellettuali e sportive, solo per compiacere suo padre, per renderlo orgoglioso di lui, ricevendo in cambio solo sguardi di sufficienza che non lo facevano mai sentire all’altezza delle aspettative che il suo severo genitore aveva riposto in lui.
Martin doveva essere sempre perfetto, mai una macchia nella vita privata e pubblica, mai una parola fuori posto o uno sguardo di troppo, sempre sotto pressione per essere il migliore negli studi come nello sport, come si conviene a un rampollo dell’alta società. Senza mai ricevere una parola di sostegno in cambio. Il padre era un uomo troppo severo e impegnato per lasciarsi andare a simili smancerie con i propri figli. La madre, invece, si era stancata troppo presto di lui, come una bambina stufa del giocattolo nuovo, e lo aveva completamente affidato alla cura della balia, dedicandosi a più attraenti e divertenti attività mondane.
La cosa che Martin ricordava maggiormente della sua vita nella casa di famiglia era la sua camera da letto, troppo grande, troppo fredda, troppo austera per poter far sentire a proprio agio un bambino. La solitudine e falsi sorrisi erano stati i suoi compagni per quasi tutta una vita. L’unica consolazione erano stati i libri. Leggeva un libro dietro l’altro, mai sazio, immedesimandosi di volta in volta nei personaggi, staccando la spina con realtà che lo circondava, sentendosi veramente bene, rimanendo profondamente deluso ogni volta che chiudeva un libro e ritornava alla realtà, riprendendo la sua inutile quanto dolorosa battaglia contro i suoi genitori.
Riaprì gli occhi e sorrise sereno incrociando il volto del compagno. Scostò appena la testa, scivolando di poco verso il basso e baciò la punta della sua spalla, sentendone il calore contro le labbra e il profumo solleticargli il naso. Sorrise e baciò un altro lembo di quella morbida pelle ambrata, mentre lasciava scivolare le mani leggere sul torace dell’altro.
Conoscere Danny era stato come respirare per la prima volta nella vita aria pulita. Era stato sconvolgente incontrare una persona non corrotta dal denaro e dal potere, così schietta e diretta da parlargli francamente, sbattendogli in faccia anche le verità più dolorose senza mai nascondersi. Non aveva mai conosciuto una persona come lui, per questo, incuriosito, aveva iniziato a studiarlo, rimanendo completamente affascinato da lui e dai suoi modi di fare.
Le sue labbra e le sue mani scivolavano dolci e lievi, esplorando il corpo brunito di Danny, mentre riportava alla mente frammenti di quella loro strana amicizia che si era lentamente trasformata in un grande amore. Danny gli aveva fatto scoprire il piacere delle piccole cose, dei gesti semplici che apparentemente non avevano alcun significato, ma che, in realtà, racchiudevano un grande, inestimabile affetto. Era stato lui a insegnargli a prendere la vita con calma, il piacere di rilassarsi senza dover per forza rincorrere il tempo che impassibile scandiva le loro lotte per salvare una vita, di oziare senza far nulla, solo per stare insieme.
Danny aveva intessuto un mondo perfetto attorno a lui, avvolgendolo con un amore così profondo che mai avrebbe pensato di poter sperimentare, facendolo innamorare in un modo che non avrebbe mai creduto possibile di provare.
Martin sorrise sulla pelle del compagno, mentre le sue carezze diventavano sempre più insinuanti: voleva che Danny si svegliasse per dividere con lui quella mattina, in cui sembrava che tutto il resto del mondo si fosse dimenticato di loro, lasciandoli soli in quella camera, in quel letto…
Era arrivato a baciargli le labbra, quando Danny si mosse, socchiudendole con un sospiro compiaciuto. Martin si allontanò quel tanto che gli permettesse di osservare le palpebre del compagno schiudersi, svelando le sue iridi nere, perdendosi un istante nei riflessi caramellati che il sole vi stava accendendo.
- Buongiorno!- sussurrò sulle sue labbra, accarezzandogli il volto con il proprio.
- ‘Giorno…- sospirò Danny, socchiudendole in un sorriso mentre rispondeva alle carezze del compagno.
Adorava svegliarsi in quel modo, con le mani e la bocca di Martin su di sé. Era uno dei piaceri fondamentali della sua vita che nessuno sarebbe mai riuscito a strappargli. Sorridendo inclinò il volto, raggiungendo la bocca del compagno con la propria, mentre le sue mani gli carezzavano le braccia e la schiena, beandosi della morbida consistenza della sua pelle, facendolo sospirare appena.
Come ogni volta che aveva quella bocca sulla sua, Danny avvertì la propria lucidità defluire rapidamente, lasciando solo uno stato di frenesia e desiderio. Bastava un minimo contatto con l’altro per fargli perdere la testa, perché il suo corpo iniziasse a bruciare dalla frenesia di possederlo. Spostando le mani sui fianchi di Martin, con un movimento fluido lo portò su di sé, sospirando, poi, soddisfatto di sentire quel corpo forte e delicato sopra di sé.
Le mani di Danny scorrevano continuamente sulla sua pelle, accarezzandolo dai fianchi alle cosce e viceversa, strappandogli brividi su brividi, mentre i loro corpi scivolavano l’uno sull’altro, in lunghe, cocenti carezze pelle contro pelle. Martin si inarcò di scatto, gettando la testa indietro, gli occhi spalancati sul nulla, mentre un alto gemito si infranse sulle sue labbra, quando le dita di Danny scivolarono improvvisamente nel solco tra le sue natiche, tastando, cercando, trovando e premendo i polpastrelli sulla sua apertura, iniziando a prepararlo.
Danny si sistemò più comodamente sui cuscini per godere al meglio di quei suoni che rotolavano tra le labbra del suo compagno. Oh, sì! Poteva venire solo ascoltando i gemiti di Martin! Quella voce bassa e profonda si levava improvvisamente dalla sua gola, vibrando nell’aria dolce e musicale, così simile ad una melodia celestiale nella sua lascivia. Ognuno di quei lamenti colava su Danny come metallo arroventato, incendiandolo e aumentandone, così, l’eccitazione. La presa della sua mano sul fianco di Martin si fece così stretta da arrossargli la pelle quando questi, scosso da un brivido fin nella profondità delle sue viscere, si contorse su di lui con un movimento sinuoso, sfregando le loro pelli, flettendo il suo corpo longilineo e contraendo i muscoli delle braccia, del ventre e delle cosce. Deglutendo a vuoto, Danny sfilò le dita da quel corpo, riportando la mano sul fianco, aiutando Martin a sollevarsi sulle ginocchia prima di penetrarlo.
Danny avvertì un calore zuccherino sciogliergli il cervello e spezzare la sua ragione in infinite schegge arroventate, quando il compagno iniziò a dettare il ritmo di quell’amplesso. Le mani di Martin erano appoggiate sul suo addome, ne prese una tra le sue, portandola al volto, baciandone il palmo e le dita, prima di intrecciarle con le proprie, senza mai distogliere lo sguardo dal corpo perfetto che si muoveva sopra di lui.
Martin gli accarezzò il torace con l’altra mano, ricercando un contatto maggiore con il compagno, allora Danny sorrise, per poi mettersi seduto e abbracciare forte l’amante per la vita, il quale, a sua volta, intrecciò le braccia attorno al suo collo. Gli cercò la bocca con la propria, baciandolo, mentre lasca sciava scivolare le mani sulla pelle umida della sua schiena, sentendo sotto le dita i segni delle cicatrici. Martin continuava a muoversi, cercando di respirare e stringendosi di più al corpo del compagno che aveva nascosto il volto nell’incavo del suo collo.
Era semplicemente troppo.
Tutto quello era così coinvolgente e impetuoso da non lasciare spazio a nient’altro. Quel modo di amarsi così intenso e passionale, quasi disperato, come se ogni volta fosse l’ultima, era solo loro, non erano mai riusciti a condividere qualcosa di simile con altri; e quando raggiunsero il piacere, insieme, sembrò loro di perdersi in quell’attimo per ritrovarsi subito dopo, ancora uniti, per poi lasciarsi ricadere sul letto.
Stesi malamente l’uno sull’altro, con le gambe intrecciate tra loro e le braccia, stringendosi forte, rincorrevano il respiro e cercavano di placare il battito impazzito dei loro cuori.
Sempre ad occhi chiusi, Danny aumentò la presa delle braccia che stringevano il compagno, portando metà del suo peso su di sé. Sospirando soddisfatto Martin, gli abbracciò la vita, carezzandogli la pelle accaldata con la punta delle dita e spinse il volto nell’incavo del suo collo, baciandogli la gola.
Danny amava quei momenti di languore, quando aveva la mente e il corpo pieni di Martin. Era in momenti come quello che si rendeva conto di quanto il compagno fosse diventato importante per lui, di quanto fosse penetrato a fondo dentro di lui. Ormai Martin aveva saturato ogni più piccolo anfratto, non lasciando spazio per nient’altro che non fosse lui.
Ormai era diventato la cosa più importante: non avrebbe più saputo immaginarsi senza quell’uomo forte e fragile accanto, considerò baciandogli i capelli.
Martin si stiracchiò languidamente, con i suoi movimenti felini che tanto piacevano a Danny e sollevò la testa, guardando l’altro con una bella espressione felice e soddisfatta in volto.
Danny non aveva bisogno di chiedergli cosa stesse pensando in quel momento, perché poteva leggerlo nello sguardo caldo e dolce che Martin gli stava rivolgendo e perché anche lui provava lo stesso sentimento. Sollevò le mani, prendendogli il volto tra i palmi e abbassandolo su di sé, cercando le sue labbra per un bacio, lento e languido, così distante da quelli frenetici che si erano scambiati precedentemente.
- Adoro i sabato mattina!- esclamò, poi, divertito Danny, ribaltando le loro posizioni e portandosi sul compagno.
- Immagino…- ridacchiò divertito Martin, intrecciandogli le braccia dietro il collo.
- Sì – rispose l’altro sistemandosi meglio su di lui – Potrei restare a letto per tutto il giorno…- bisbigliò lascivo mentre gli leccava le labbra.
Martin rabbrividì, sentendo già l’eccitazione ricominciare a scorrergli nelle vene.
- Si può fare!- e lo guardò maliziosamente, mentre gli circondava i fianchi con le gambe.
Un sorriso osceno schiuse le labbra di Danny prima che baciasse il compagno: era solo un sabato mattina qualunque, quello…