NOTE: ho scoperto la hoshinaru perché Gen e Soshiro sono perfetti insieme e sono due personaggi straordinari. La fic è one shot e si ambienta prima della grande battaglia finale, quando si stanno ancora tutti allenando. Ho pensato che si allenassero nella stessa base ed ho immaginato che qualche sera prima del grande evento, quando sono tutti stufi d’aspettare e sotto pressione, potesse scappare un piccolo calo di tensione. Non so, ma la scena mi è arrivata in mente così ed ho dovuto scriverla. Seguito e traduzione in inglese in arrivo. Buona lettura. Baci Akane
INCIPT: ‘- Sto cercando di sincronizzarmi con una bestia selvaggia e forse mi sta riuscendo meglio di quel che pensavo... - insinuo ironico.’
Soshiro è turbato per il fatto di piacere a certe strane creature, ma in un momento di sconforto dovuto alla fatica nel sincronizzarsi con #10, si imbatte casualmente nell’altra strana creatura a cui lui piace, Gen.
*Soshiro*
La sensazione di duro e freddo sulla guancia mi riporta ad una realtà altrettanto dura e fredda.
Si può sapere come faccio a piacere a creature così strane? Non è normale, secondo me.
Che poi piacergli è un conto, ma il problema più grande è sincronizzarmi con lui.
Come si fa a diventare un tutt’uno con un mostro senziente? Le armi ricavate dai kaiju che non avevano una volontà propria sono decisamente più facili da sincronizzare con chi è compatibile, ma con questo che di fatto parla e ragiona è tutt’altra storia.
Sbuffo per l’ennesima volta restando qua piegato con la faccia su uno dei tavoloni della mensa della base centrale, qua dove sono in questo periodo per allenarmi sulla sincronizzazione con numero 10 e per allenare Kafka.
Sono pure arrivato tardi, sono tutti andati via e non c’è più niente da mangiare ed io sono così stanco, più mentalmente che fisicamente, che non riesco nemmeno a trascinarmi in camera. Speravo ci fosse qualcosa da mangiare o qualcuno con cui passare del tempo e scaricarmi, ma quando ho visto questa desolazione mi sono gettato di schianto, sfinito. La verità è che non ce la faccio.
Che poi sapessi almeno quanto tempo effettivo ho. Vivere non sapendo quando arriverà l’Apocalisse, ma sapendo solo che arriverà di sicuro, è insopportabile.
Pure adesso... sono qua ma quanto? Potrebbe finire tutto fra poco. Sarei pronto? No che non lo sarei. Nessuno lo sarebbe. Ma poi pronti per cosa? Nemmeno lo sappiamo con certezza.
Del rumore attira la mia attenzione e girando la testa, mi ritrovo Gen Narumi seduto sulla mia stessa panchina, vicino a me, al mio stesso tavolo. Alzo un sopracciglio scettico rimanendo piegato e appoggiato così come sono.
- Wow, testa a scodella. Ti avevo scambiato per uno straccio per pulire il tavolo! - la sua voce ha il solito tono odioso.
Davanti a sé ci sono due bottiglie di birra. Due?
- E tu sei uscito dalla tua caverna oscura per fare qualcosa di così ordinario come... - poi registro la cosa ed alzo shoccato la faccia dal tavolo. - bere qualcosa in compagnia?! Mia, poi?!
È così strano che sono veramente esterrefatto. Gen mi guarda subito spalancando gli occhi come se gli avessi pestato la coda, come quella che ha Numero 10.
Potrebbero avere qualcosa in comune, in effetti. Non la coda chiaramente, ma il modo da bestia.
A Gen ci vuole qualche secondo per capire cosa io stia dicendo, pensa sia impazzito e solo quando i miei occhi guardano la seconda bottiglia di birra, realizza e si affretta a prenderla con l’altra mano con fare possessivo.
- No caro, sono entrambe per me! Col cazzo che te ne offro una!
Ma tu guarda con che idiota mi tocca avere a che fare, prima 10, ora questo che ha lo stesso cervello microscopico!
Sono stufo di creature tutte muscoli ed istinto e niente cervello e ragione, dannazione!
Carico di fastidio e senza più alcun residuo di pazienza, finita tutta nell’addestramento di prima, gli rubo di mano stizzito la seconda bottiglia.
- Non dire sciocchezze! È ovvio che è per me!
- Ma se ti avevo scambiato per uno straccio! - replica senza rifletterci, col solo bisogno di dire qualcosa per non darmi la parola finale.
- E avresti bevuto con uno straccio? - gli rigiro contro la sua idiozia, ma tanto so che non ci arriva comunque.
- Ma se ho det- ma non gli lascio finire la cagata di turno, perché per zittirlo e vincere questo stupido battibecco insulso, me la scolo tutta in una volta. Mentre lo faccio Gen inizia a strillare battendo la mano sul tavolo, sciorinando insulti a caso come suo solito.
Dopo essermela scolata, gliela ritorno vuota con rutto annesso che mi esce spontaneo e di sicuro non per volontà reale. Appena lo sento, spalanco gli occhi sconvolto mettendomi la mano sulla bocca con l’istinto di scusarmi, anche se si tratta di un idiota come Gen che a prescindere si merita anche peggio di un rutto.
Gen si zittisce per un proverbiale lunghissimo istante non quantificabile e dopo avermi guardato shoccato, scoppia a ridere gettando la testa all’indietro, infine alza la sua bottiglia ancora piena e brinda alla mia.
- Ma guarda, allora sei interessante, tutto sommato! Non lo immaginavo! Non sarà perché ora frequenti brutte compagnie?
- Disse quello che mi sta tecnicamente frequentando per una birra! - replico acido senza rifletterci molto, completamente sconnesso dal cervello che al momento naviga nelle bollicine e nell’alcool a cui non sono per nulla abituato.
- Un cazzo, te la sei preso da solo! Non te l’ho offerta, era mia ti ho detto! - risponde accendendosi come un fiammifero. È così facile rigirarselo.
- Nessuno beve due birre da solo! - comunque non mollo.
- Ti avevo scambiato per qualcun altro!
- E chi?
- Cazzi miei, ti pare che ti offrirei una birra?
- No, ma visto che il mondo sta per finire, potresti aver cambiato idea, magari ti potresti decidere a smetterla con questa finta guerra contro di me. Tanto lo so!
- Che diavolo stai dicendo? Sai cosa? - grugnisce sulla difensiva, colorandosi di un delizioso rosso sulle guance sempre molto pallide perché non esce mai dalla sua caverna.
Non lo so, per la verità, cos’è che so. La mia bocca si muove da sola, credo di essere astemio. Non so che sto dicendo e facendo. Forse mi è rimasta addosso la traccia di Numero 10 che ragiona come una bestia.
- Lo so che attiro le creature più strane. - faccio quindi collegandomi a lui e alla scontentezza di piacergli.
Gen mi fissa senza capire.
- E sarebbe?
- Piaccio a Numero 10, piaccio a te... - elenco accomunandolo ad un kaiju.
Gen avvampa in un attimo e si irrigidisce qua vicino a me, fermo evidentemente al ‘piaccio a te’. Mi fissa shoccato coi suoi occhi rossi coperti dal frangione bicolore. Ridacchio malizioso.
Colpito ed affondato.
Lo sapevo di piacergli!
Poi, a scoppio ritardato, arriva al resto.
- Aspetta, mi hai paragonato ad un kaiju?
A questa sparata, che sembra peggio dell’insinuare che gli piaccio, rido più di quel che farei in qualsiasi situazione normale, specie se con lui, poi mi raddrizzo, gli prendo il viso fra le mani, lo tiro a me e lo bacio.
- Quanto la fai lunga, - dico poi sulle sue labbra e prendendo un respiro. - tanto so che lo vuoi fare da un sacco. - prendo le sue fra le mie e gliele succhio. - Non è un dramma. È solo un bacio.
Apro di più la bocca e mi infilo con la lingua, Gen dopo un primo momento di stordimento, risponde accogliendomi e venendomi incontro con la sua. Le nostre lingue si intrecciano, i sapori di birra si mescolano ed è inebriante, è bollente, è eccitante ed è bello.
Soprattutto è esattamente quel che volevo fare da una vita.
Come diavolo si fa a voler baciare questo scemo? Eppure... mi ci voleva un gomito alzato per una volta, per sbloccarmi.
Alla sua mancata reazione ‘alla Gen Narumi’, mi stacco soddisfatto d’aver vinto in qualche modo un battibecco con lui e senza dire nulla, più ubriaco di quel che vorrei essere, mi alzo dal tavolo con l’intenzione di piantarlo in asso ed andarmene a dormire.
Tuttavia non faccio in tempo, perché la sua mano mi afferra il polso e mi tira con una forza di cui non dubitavo.
Senza rendermene conto, mi ritrovo col sedere appoggiato al tavolo da cui mi ero allontanato, con lui in piedi premuto davanti che mi blocca.
- Pensi di cavartela così? - fa Gen avvicinando il viso al mio, il suo corpo si preme prepotentemente sul mio, è bollente come la sua bocca.
Sono confuso, maledettamente confuso, ma resto immobile come sono, inchiodato qui fra il tavolo e lui.
- Sto cercando di sincronizzarmi con una bestia selvaggia e forse mi sta riuscendo meglio di quel che pensavo... - insinuo ironico.
Gen sogghigna sexy e malefico ed io divento lava incandescente.
Voglio che mi scopi. È un pensiero che mi attraversa cristallino ed immediato, mentre gli fisso gli occhi rossi. Invece di dirglielo, mi allungo verso di lui, piego la testa di lato, riapro la bocca e tiro fuori la lingua in attesa che mi riceva.
Gen, di nuovo, mi riceve. Ma questa volta con più intenzione. Mi prende con impeto il viso fra le mani e mi aspira lingua e bocca, sembra mi voglia divorare ed in un attimo il fuoco esplode più intenso che mai.
Inizia dalle parti basse a contatto e si espande in ogni centimetro di me.
Percorro il suo corpo con le mani mentre approfondiamo il bacio; Gen mi prende poi la vita e mi tira a sé spingendomi giù allo stesso tempo. Per non cadere, mi appoggio e mentre mi adagio con la schiena, cercando di resistere ancora un po’, Gen scivola a baciarmi il viso, poi scende sul collo e sull’orecchio; le mie braccia intorno alla sua testa per tirarmelo giù con me.
Quando arriva in quelle zone sensibili, i brividi mi percorrono brutali mandandomi in estasi.
Il mondo sparisce lentamente e mi lascio portare giù dalla sua passione e dalla sua forza.
Mi stendo sul tavolo, alzo la gamba che lui afferra sotto il ginocchio per accompagnarmi meglio. Gamba che poi si avvinghia al suo corpo per impedirgli di andarsene sul più bello.
Mentre mi ritrovo steso sul tavolo, lui continua ad occuparsi del mio viso e del mio collo, leccando, succhiando e mordicchiando, ma sta andando dritto sulle mie zone basse e solo a questo punto lo prendo per i capelli e lo fermo, incapace di capire se lo voglio davvero o se era solo uno stupido bacio.
Gen smette di avventarsi verso il mio inguine e mi fissa stizzito.
- Che c’è? - grugnisce.
- Aspetta... - faccio io incerto mettendogli ora la mano davanti alla faccia, l’alcool per nulla smaltito mi confonde parecchio e improvvisamente non sono più sicuro di nulla.
- Che cosa cazzo devo aspettare? - Gen non è uno che parla, è uno che agisce. È strano che se voleva saltarmi addosso abbia aspettato ora.
Ma è ora che non sono in me, perciò credo sia più facile.
Chi lo sa. Comunque Gen si toglie sbrigativo la mia mano dalla bocca e riprende a baciarmi, questa volta con più calma, come per goderselo più di prima che è stato veloce e bruciante. Lentamente smetto di cercare di respingerlo e fermarlo e finisco a carezzarlo sulla nuca, come per incentivarlo.
Ovviamente Gen non si ferma qua e mentre mi distrae con la bocca, la mano si infila fra i nostri bacini schiacciati uno sull’altro, entra nei miei pantaloni di tuta post allenamento e raggiunge velocemente la mia erezione che ha già iniziato a pulsare ed eccitarsi.
Mi masturba baciandomi ed io mi perdo abbandonando la testa all’indietro. Gen esce dalla mia bocca, mi succhia il mento e torna sul collo che a quanto pare gli piace; poi, poco dopo, non so come, al posto della sua mano sul mio inguine, c’è la sua lingua.
Sollevo di scatto la testa per poi adagiarmi di nuovo ed inarcarmi verso il suo viso; accompagno la sua testa contro di me ed il piacere corre intenso sotto la mia pelle, striscia e arriva fino al mio cervello già piuttosto ottenebrato.
In poco non capisco più nulla, c’è solo Gen che mi fa un pompino mentre sto steso sul tavolo sotto di lui.
E cresce. Cresce tutto.
Il mio cazzo nella sua bocca, il piacere, il desiderio, i tremori e qualsiasi cosa.
Esplodo con un orgasmo incredibilmente liberatorio, al punto che appena mi invade, il mondo sparisce.
Sparisce tutto. Sparisce Gen. Sparisco io.
*Gen*
Non l’avevo di certo progettato, ma visto che si è presentata l’occasione, tanto valeva approfittarne.
Soshiro ubriaco penso che sia uno di quegli eventi più improbabili dell’apocalisse e visto che lo desidero da tempo, non penso che sarà mai più sopportabile di così, ora che è spento e perso nel poco alcool che evidentemente non regge.
È vero che l’avevo scambiato per qualcun altro e che avevo solo bisogno di bere qualcosa, ma quando ho visto che era lui non intendevo berci insieme e nemmeno saltargli addosso, ma visto che ha iniziato lui, perché non dovrei ricambiare?
Il suo corpo muscoloso è più sodo e tonico di quel che immaginavo, penso che gli ultimi allenamenti stiano dando frutto.
So che si allena con Numero 10, credo che sia stressante perché sono molto diversi. Paradossalmente sarebbe più facile sincronizzarsi con me, per quel kaiju.
Divoro Soshiro ed ogni centimetro che vinco inizialmente con facilità e poi con più difficoltà. Ci devo mettere più impegno, sembra si stia per riprendere, ma per niente intenzionato a sprecare quest’unica occasione, tanto faccio finché non riesco ad arrivare al suo cazzo e a farlo mio.
Lo succhio intensamente, mentre lo tengo fermo con le mani, le dita affondano sui suoi fianchi, mi infilo sotto nel culo che appoggia sul tavolo dove la gente normalmente mangia. La sua gamba mi avvolge ancora la schiena, la mano mi tiene la nuca per non farmi smettere.
È così contraddittorio.
Non è che lui è troppo diverso da me e da 10, semplicemente lui VUOLE esserlo, perché sa che siamo sbagliati e discutibili, ai suoi occhi.
Però la verità è che gli piacciamo noi bestie selvagge, noi creature strane. Gli piacciamo eccome. Quando smetterà di combattere contro questo sentimento discutibile e sbagliato, si sincronizzerà con 10 e... e improvvisamente, dopo che Soshiro mi spara la sua sbarra in bocca e che la ingoio come prima ha fatto lui con la mia birra, la sua mano scivola giù dalla mia nuca, così come la sua gamba cade senza vita.
Mi fermo rimanendo appoggiato con il viso sul suo inguine che ha appena goduto nella mia bocca.
- Hoshina? - chiamo non sentendo più cenni di vita.
Sollevo la testa e lo guardo.
- Soshiro? - faccio ancora usando questa volta il suo nome. Ancora niente.
Ma... ma dorme?
Mi appoggio con le mani al tavolo, accanto al suo corpo, e mi sollevo per guardare meglio.
Scruto il suo viso chinandomi su di lui come una coperta.
Soshiro ha le braccia abbandonate sulla superficie dura dove è steso, le gambe pendono molli e la sua testa è piegata di lato.
Gli scosto la frangia per guardare meglio.
Eh no cazzo.
Dorme.
Dorme sul serio.
- Ma che cazzo... davvero non reggi l’alcool fino a questo punto? Proprio ora ti addormenti? Ora che dovevi ricambiare? Ma scherzi?
Non è che sbraito, però mi lamento eccome se mi lamento.
Gli prendo anche la guancia con le dita e pizzico, ma il risultato non cambia.
Soshiro resta addormentato sul tavolo ed ha pure un’espressione beata e soddisfatta.
Ci credo, l’ho fatto godere per bene! E dire che non voleva, ad un certo punto.
- Beh, caro, me ne devi una! - brontolo sospirando sconfitto.
Questa volta me l’ha fatta, ma la prossima volta non la passerà liscia.
Mi sollevo e lo ricopro, poi mi stiracchio guardandolo perplesso, indeciso sul da fare.
Che faccio, lo lascio qua?
Se lo faccio col cazzo che mi ritorna il pompino. E poi fanculo il pompino, voglio scoparmelo!
Il mio orgasmo gli esploderà in quel bel culetto allenato.
E va bene!
Abbasso le braccia, mi piego su di lui, infilo un braccio sotto la nuca e metto l’altro sotto le ginocchia, infine usando forza che non mi manca, lo sollevo con una certa facilità.
Soshiro è alto come me e fisicamente è molto ben formato, non è magro visti gli allenamenti costanti. Però potrei portarmelo in braccio per tutta la notte, in giro per la base.
Dio, quando sono patetico.
Credo che ci volesse proprio la fine del mondo, per spingerci a fare questo dannato passo mancante fra noi.
Passo che di solito è sempre stato riempito da calci ed insulti. Miei per lo meno, lui si è sempre mostrato superiore.
Arrivo quasi subito in camera mia e dando calci a scatole ed oggetti vari sparsi in giro, arrivo al mio letto su cui l’adagio. Un letto dove c’è un solo buco, dove di solito dormo io. Per l’occasione lo libero del tutto gettando il resto a terra, senza far caso a cosa sia.
Infine lo guardo con un sorrisino soddisfatto, mentre Soshiro continua a dormire girandosi su un fianco.
Mi stendo accanto a lui e mi metto nella stessa posizione, solo rivolto verso di lui. Mi avvicino fino a lasciare pochi centimetri e con un dito gli percorro i lineamenti da gatto che mi han sempre fatto impazzire.
Lui e la sua faccia sorniona, di chi si sente superiore o di chi deve tenere per forza tutti a distanza.
Ti ho sempre odiato troppo per accettare che mi piacevi, ma sapevo che era così.
Sapevo perfettamente cosa provavo. Non ho mai perso tempo a raccontarmi palle, come probabilmente hai sempre fatto tu perché non potevi accettare che io, così sbagliato e strano, ti piacessi.
Però ormai che hai ceduto, mio caro Soshiro, non ti permetterò di tornare a scappare. Mi devi un orgasmo, bello mio.
E intendo prendermelo appena ti svegli.
Non avrai scelta.
E l’Apocalisse? Che venga, ma prima mi devo prendere il culo di questo qui.
Pensandolo, mi appiccico al suo corpo e infilo la mano intorno al suo fianco raggiungendo la sua natica, mi infilo dentro la sua tuta e lì resto a riscaldarmi.
Ormai sei mio.
NOTE: Dunque, il bannerino è composto da fan art trovate in rete che si associavano bene a ciò che ho scritto, anche se non riportano precisamente ciò che succede; non sono mie ma degli aventi diritti. Siccome poteva essere uno spoiler, l’ho messo alla fine invece che all’inizio. Comunque complimenti ai vari artisti, spero di non infastidire nessuno, mi piace associare immagini a ciò che scrivo, tutto qua.
I personaggi e la storia di base non è mia ma del suo autore.
Altra cosa, non so se berrebbero una birra a fine giornata prima di andare a letto. Soshiro ovviamente no, ma lo fa per provocare ed infastidire Gen, Gen essendo anticonformista forse potrebbe farlo ogni tanto, non so. In ogni caso mi serviva l’alcool di mezzo perché mi è nata così l’idea.
Grazie a chi ha letto, spero sia piaciuta, tradurrò in inglese e sto già scrivendo il seguito.
Alla prossima.
Baci Akane