NOTE: seguito di Aspettando l’Apocalisse. Sempre naruhoshi, nonostante potrebbe sembrare il contrario, è tecnicamente GenXSoshiro. La mattina successiva Gen e Soshiro si svegliano e devono fare i conti con quanto successo. Solitamente il problema è sempre cominciare, una volta che parti non ti fermi più. Questo per Gen. Soshiro è un altro discorso. Per lui lasciarsi andare non è così facile, ma Gen sa su quali punti premere per ottenere ciò che vuole. Le fan art sono prese dalla rete solo per presentare il banner della fic, non sono mie, così come i personaggi e la storia generale di base è del suo autore. Ci sarà un altro seguito che sto scrivendo. Anche questa la tradurrò in inglese. Per rimanere aggiornati su cosa scrivo e quando pubblico, seguite la mia pagina su FB. Grazie dell’attenzione. Buona lettura. Baci Akane
L’APOCALISSE PUÒ ASPETTARE
*Gen*
Apro di scatto gli occhi con l’ansia istintiva di essere solo, perché so che non dovrei. Soprattutto so che non voglio esserlo.
Appena i miei occhi si focalizzano sulla mia camera, sento il peso che mi schiaccia sul petto. Un bel peso, non fastidioso, per la verità.
Prima di abbassare lo sguardo, lo tasto con la mano raggiungendo immediatamente la sua testa dove i capelli lisci col taglio a scodella più ridicolo che si sia mai visto, mi rimandano l’informazione che volevo.
Soshiro è ancora qua e a giudicare dal fatto che non ha reagito scappando o gridando, credo dorma ancora. Molto meglio.
L’ansia si fa subito da parte e sollevo la testa per guardarlo, Soshiro mi dorme per metà addosso, con un braccio mi cinge il busto come se fossi il suo secondo cuscino, la testa è sulla mia spalla ed il viso dai lineamenti affilati che trovo fottutamente sexy, è rivolto verso il mio collo.
Con la mano che gli avevo toccato la testa, scivolo sul mento e gli sollevo delicatamente il volto per riuscire a raggiungere le sue labbra. Lo bacio lieve per non svegliarlo.
So che ogni istante potrebbe essere quello buono per la fottuta Apocalisse, ma quella dannata può aspettare ancora un po’.
Con sorriso soddisfatto, mi riadagio sul cuscino lasciandogli il capo che torna ad accoccolarsi sul mio collo e sulla mia spalla.
Potrei stare così per sempre, in questo momento non me ne fotte un cazzo di niente.
Apocalisse, guerra, kaiju e nemmeno la stupida rivalità che mi ha tenuto lontano da Soshiro per tanti anni. Cedere è stato così facile e così fottutamente giusto.
Perché mi opponevo? Sapevo che mi piaceva, ma lo odiavo comunque.
Forse avevo paura che mi respingesse, che fossi io a non piacergli, ma adesso che da ubriaco si è lasciato andare a ciò che voleva realmente, non gli lascerò più spazio.
Da qui in poi Soshiro Hoshina sarà mio e basta. Capisco bene quel Numero 10. Se incontri e combatti con Soshiro, come fai a non perdere la testa per lui? Eppure sa anche darti così tanto sui nervi.
È veramente intrigante.
Mentre rifletto su questo, le mie dita carezzano leggere i suoi capelli lisci e sottili, scivolo distrattamente sul collo e sulla nuca.
Sicuramente quando si sveglierà non vivrà bene quel che è successo fra noi, ma non intendo farlo scappare, non gli darò scampo. Tanto so ottenere ciò che voglio.
*Soshiro*
Ma che bella sensazione. Da quanto tempo non provavo un torpore così piacevole nel dormiveglia?
Qualcosa mi richiama in superficie indicandomi un dolce risveglio. Brividi di piacere mi percorrono la schiena, mentre due dita mi carezzano lievi la nuca ed i capelli.
Un momento, com’è possibile ricevere questo trattamento? Da chi?
Sarò andato a farmi fare un massaggio rilassante e mi sono addormentato?
No, ricordo che ieri sera ero sfinito ed ho bevuto una birra con... mentre lo realizzo, spalanco subito gli occhi di scatto, pentendomi subito dopo del gesto.
Un lamento sale dalla mia gola indicando al mio compagno di letto, perché sono consapevole di essere steso su un letto, che sono sveglio.
- Buongiorno principessa, era ora ti svegliassi! Pensavo che sarebbe arrivata la fottuta Apocalisse con te che dormivi ancora!
La sua voce arrogante mi schernisce indicandomi che è veramente lui, come temevo, e che, peggio del peggio, gli dormo sopra.
Ma che diavolo ci faccio qua?
Mi sollevo su un gomito sistemandomi a pancia in giù, mezzo busto è sopra di lui, così come l’altro braccio la cui mano appoggia sul suo petto caldo.
Stoffe a separarci, siamo ancora vestiti.
- Che diavolo... - brontolo guardandolo ad occhi spalancati e shock crescente. Il suo viso è estremamente soddisfatto e sereno, mi guarda con quei suoi occhi rossi, mezzi coperti dal suo frangione bicolore. Mentre stavo per chiedergli ‘che diavolo ci facciamo così’, la risposta sotto forma di ricordi in flash arriva ad illuminare il mio cervello non più oscurato.
- Abbiamo fatto sesso? - in realtà ricordo solo il suo lavoro di bocca sulle mie parti basse, non ricordo altro. L’orgasmo sì, l’ultima cosa che c’è e che, per un momento, mi sembra pure di riprovare come appena successo.
Gen sorride sornione e mi carezza la guancia con un dito, lo fa lascivo, ma mi sa di presa per il culo, non di dolcezza. Perché con lui è sempre così. Una continua presa per il culo.
- Ti sarebbe piaciuto, eh? - spalanco gli occhi avvampando, lui prosegue divertito: - Ti sei addormentato appena mi sei venuto in bocca e siccome volevo ricambiassi, ti ho portato nel mio letto. Ce ne hai messo di tempo a riprenderti!
Oltretutto, pure polemico.
- Aspetta, cos’è che dovrei fare io a te?
Gen non sembra minimamente turbato dal mio turbamento, non crede che mi rifiuterò.
- Ricambiare! - risponde con estrema ovvietà.
Io però faccio forza sul braccio a cui appoggio e scuotendo la testa, mi sposto da lui gettandomi accanto a lui sulla schiena.
- Tu sei sciroccato! - con questo mi copro la faccia che bolle di imbarazzo. - Ero ubriaco, non ero in me. Scusami per tutto, grazie per non avermi abbandonato lì, ma ora... - ma non finisco la frase, perché senza far volare le coperte che ci coprono, lo sento scivolare al di sotto di esse e strisciare su di me come un serpente.
In un istante Gen mi è addosso e mi blocca le gambe col suo corpo, mi solleva la maglietta e mi abbassa i pantaloni.
- GEN! - strillo più isterico di quel che volevo.
Adesso sulla mia pancia c’è una montagnetta coperta, da sotto spunta la sua faccia imbronciata, le sue mani ancora aggrappate ai miei vestiti, le mie che cercano di impedirglielo.
- Ti rinfresco la memoria, così saprai da solo che sei tu stesso a volerlo!
- Piantala di dire stronzate!
Non sembra intenzionato a mollare, mi tiro su sui gomiti cercando di bloccarlo, lascio stare le sue mani e gli metto una sulla fronte, ma in questo Gen riesce a liberarsi dei miei pantaloni e dei boxer e appena ci riesce si immerge con la bocca là dove era stato ieri sera.
Oh mio Dio.
OH MIO DIO!
- Gen, noooooohhh... - ma il no diventa un gemito strascicato e la mia bocca resta aperta mentre getto la testa all’indietro, lasciandomi andare al godimento.
Oh mio Dio, è incredibilmente bello!
Gen Narumi mi sta facendo del sesso orale e mi sta piacendo.
La sua bocca pompa con un ritmo crescente e mano a mano che succhia, la mia erezione cresce coi brividi che mi ricoprono dalla testa ai piedi. Ben presto va tutto ben oltre qualsiasi controllo e gemendo gli schizzo in bocca.
Appena realizzo, spalanco gli occhi e raddrizzo di nuovo la testa per vedere se ho avuto le allucinazioni, ma il signorino solleva il capo dal mio inguine, sorride malizioso, ammicca e si pulisce la bocca con il palmo facendomi chiaramente capire che ha pure ingoiato!
- Adesso, mio caro Soshiro... - fa malefico, iniziando a strisciare sul mio corpo come un serpente fino a raggiungere il mio viso; cerco di farmi indietro ma posso solo ributtarmi con la testa sul cuscino. Gen mi sale del tutto sopra con il corpo e, quando la sua faccia è vicino alla mia e si separa solo di pochi centimetri, sempre con quel suo sguardo assatanato ed il ghigno, conclude: - tu ricambierai eccome! Non puoi sottrarti!
Ma a questo la mia bocca si muove da sola, rispondo senza riflettere per puro riflesso incondizionato.
- Voglio proprio vedere come mi obbligherai!
Gli resto sotto, le braccia larghe ai lati per niente intenzionato a toccarlo.
Gen però si lecca le labbra senza demordere.
- Sei in debito con me ed io so che è una cosa che non accetterai mai!
Vorrei discutere sul concetto di debito, ma alla fine perderei perché è vero che lo sono. A parte per questi due orgasmi, uno ieri sera ed uno ora per i quali potrei anche dire che non ho chiesto nulla, considerando pure che ieri sera io l’avevo solo baciato e comunque ERO UBRIACO.
Tuttavia di fatto non mi ha abbandonato addormentato col pene fuori lì dov’ero, sul tavolo della mensa.
Poteva farlo, ma mi ha portato in camera.
Certo, voleva che ricambiassi, ma c’è una bassissima percentuale di gentilezza, dietro questo gesto, anche se trattandosi di lui credo fosse più un calcolo arrivista che altro. Ad ogni modo ne ho beneficiato in dignità e non lo posso negare. Qualsiasi motivo abbia avuto per togliermi da là, mi ha comunque fatto un favore.
Solo non riesco a pensare se mi succhia il labbro in questo modo.
Sembra molto deciso ad ottenere qualcosa da me, ma ho il vago sospetto che questo ‘ricambiare’ non c’entri molto con ciò che vuole veramente.
Oltretutto la sua bocca succhia la mia così bene, almeno quanto poco fa ha succhiato il mio pene.
Dio Santo, Gen ci sa proprio fare, non l’avrei mai immaginato. Ed io non mi sono mai lasciato andare così tanto, forse mai in effetti. Specie sessualmente.
Ho sempre dovuto pensare a doveri e... e al diavolo, se non ricambio non mi lascerà più in pace.
Ho un Apocalisse da affrontare, non posso farmi trovare a letto con lui quando scoppierà e visto che potrebbe anche essere ora, sarà meglio che mi muovo!
*Gen*
Con un colpo deciso, mi ribalta facendomi finire alla velocità della luce sotto di lui.
Soshiro inverte le posizioni ad una velocità impossibile, ma non mi stupisce realmente perché so quanto è veloce in battaglia.
Spero che non lo sia troppo anche nella sua vita privata.
Realizzando che si è deciso a ricambiare, un sorriso sornione si dipinge sul mio viso mentre appoggio la testa sul cuscino ed incrocio le dita sotto la nuca.
- Dopo di questo saremo pari e non voglio più sentirti nemmeno respirare!
Con questa ammonizione secca, annuisco già pronto a godere. Tanto non andrà così, ma se ribatto ora mi morde invece che succhiarmi, perciò gli lascio credere ciò che vuole e poi farò ciò che voglio io.
Una volta che ti ho assaggiato, caro Soshiro Hoshina, non intendo di certo rinunciare a te.
La testa di Soshiro sparisce sotto le coperte che ora lo ricoprono, le sue mani precedono la sua bocca; mi lecca lì dove mi solleva e mi abbassa i vestiti.
La sua lingua incandescente arriva sul mio inguine senza esitare, come se dovesse togliersi un dente cariato che gli fa male da mesi.
Se va veramente così veloce nemmeno mi accorgerò che succhia. Il dubbio mi percorre, ma dura un istante, il tempo che la sua bocca prende confidenza col mio cazzo. Quello che gli serve per capire che non è poi così male come pensava, che tutto sommato... sì, tutto sommato è dannatamente bello succhiarmelo.
Si capisce che è così perché dopo un primo momento di foga, si calma e va più piano. Prende confidenza, prende gusto, mi carezza l’inguine, mi fa una sega mentre succhia tutt’intorno, dove la mia pelle è sensibile, e quando si sposta sulle mie palle e le succhia, spalanco gli occhi.
Questo va ben oltre ciò che gli ho fatto io. Mi sarei accontentato di un pompino veloce, tanto gli avrei rotto i coglioni anche dopo per avere altro, ma Soshiro si impegna. Si impegna un sacco e quando arriva a prendermi in bocca il mio cazzo, capisco che gli sta fottutamente piacendo, che ci sta prendendo un sacco gusto e che non vuole che finisca presto.
Le mie mani si sganciano dalla mia nuca e scivolano sotto le coperte, raggiungo la sua testa ed accompagno i suoi movimenti mentre il suo pompino cresce d’intensità. I brividi mi percorrono e presto mi sconnetto.
- Cazzo... cazzo, sì... - gemo inarcandomi tutto, schiaccio il capo sul cuscino, gli occhi chiusi, i brividi ovunque sempre più insopportabili. La sua bocca succhia senza esitare e lo fa fottutamente bene, tanto che quando capisco che sto per schizzare, gli afferro i capelli e tiro per spostarlo. Se voglio averne altri, devo sicuramente evitare di venirgli in bocca. È il solo pensiero coerente che ho, poco dopo gli schizzo in faccia e la sua, in questo momento, proprio ora mentre lo guardo stravolto, è il peccato incarnato. Così meraviglioso, così erotico, così splendido.
Questa visione mi perseguiterà a lungo e la userò tutte le volte che dovrò spararmi seghe da solo.
Poco dopo, preda del piacere più intenso che mi fa tendere e tremare, coi sensi amplificati ed impazziti, il mondo sfuma e tutto perde d’importanza, specie la fottuta Apocalisse che sì, cazzo. Può decisamente aspettare per questo spettacolare pompino.
Mi adagio sul letto lasciandogli i capelli, gli occhi rovesciati all’indietro, i respiri affannati riempiono la stanza ed io non sto così bene da non so quanto. Perché combattere e vincere mostri fortissimi è fottutamente divertente, ma un orgasmo sparato sulla faccia di Soshiro Hoshina non ha eguali.
Soshiro risale e si pulisce schifato la faccia con un lembo di lenzuolo esterno, poi si sistema steso supino accanto a me, ignorandomi completamente, come se non fosse successo nulla.
- Se ti sento ancora dire che sono in debito con te, ti affetto. - dice tagliente senza degnarmi di uno sguardo.
A questo torno lentamente alla realtà e lo faccio con un sorrisino divertito e malizioso. Mi giro sul fianco verso di lui e mi metto a fissarlo intensamente senza dire assolutamente nulla.
Sentendosi osservato, Soshiro si volta verso di me e capendo che sto pensando qualcosa che non gli piace, replica piatto: - Che c’è?
Io con una risatina odiosa e provocante, rispondo orgoglioso: - Ma lo sai che io ti ho fatto due pompini, si? Due pompini sono due orgasmi. Ma io ne ho ricevuti solo uno. Questo, a casa mia, è comunque un debito!
Appena lo sente, Soshiro spalanca gli occhi come se gli avessi appena pestato la coda e mentre guardo la sua faccia spettacolare che perde la sua leggendaria compostezza, rido sguaiato e vittorioso.
Caro Soshiro. Figurati se ormai ti lascio andare!