NOTE: questa fic landoscar sta nella serie che sto scrivendo da un po’, ‘Tu mi completi’. L’ho scritta subito dopo ‘Il mio Oscar’ e c’è un collaboratore speciale. Oscar e Mark Webber, il suo agente, stanno tornando indietro in aereo e lui gli fa un discorso che secondo me potrebbe benissimo avergli fatto in quel periodo. Nelle gare successive Oscar ha continuato a non essere ai suoi livelli, mentre Lando è tornato a guidare benissimo e si percepiva una strana aria fra loro, sembravano essersi un po’ allontanati. C’è un pezzetto di Austin e poi il Messico, dove Lando supera Oscar nel mondiale di un punto. Non ho ancora scritto altro, però credo che qualcosa ancora mi verrà fuori (specie dopo averli visti in Qatar). Buona lettura. Baci Akane
INCIPT: “- Ma che cazzo pensano, tutti? Che io sia un robot? Non sono insensibile, non sono incapace di sentimenti! Provo emozioni anche io! Il fatto che non li dimostro come tutti, non significa che non li provo, dannazione!”
Mark fa un discorso brutale ad Oscar per scuoterlo e metterlo in guardia su Lando che, a sua detta, sta approfittando di lui. Oscar non la prende bene, ma finisce per rifletterci su e allontanarsi dal suo ragazzo.

- Mi spieghi che significa? - la voce dura di Mark arriva come un fulmine a ciel sereno, mentre torniamo insieme a casa con lo stesso volo.
Sollevo gli occhi cadendo dalle nuvole, senza capire che diavolo intenda. Ho ancora lo splendido orgasmo addosso e quel po’ d’alcool che ho bevuto coi ragazzi prima di venire via, perciò sono nella pace dei sensi e non realizzo subito, però quando vedo lo schermo del suo telefono, non mi ci vuole molto.
C’è il video dei festeggiamenti della McLaren di qualche ora fa, in particolare del momento in cui Lando mi ha chiesto brevemente scusa per l’ennesima ‘cosa’ in pista fra noi che ha giovato a lui e mandato a puttane la mia gara.
- Era colpa sua, eh? - fa lui ancora duro. Io spalanco gli occhi e mi stringo nelle spalle.
- In quel momento non lo sapevo, comunque si è scusato, mica mi ha accusato! - so cosa intende veramente, non deve spiegarmelo, spero però di fingere bene. Una volta ero capace, ma adesso non ne sono sicuro.
- E serviva accettare subito così facilmente le sue scuse? Si capisce bene che dici ‘no è tutto ok!’ Tutto ok cosa, Oscar? Vogliamo svegliarci e bloccare questa inversione di marcia prima che ti faccia finire in un fosso?
Mark è arrabbiato ed è molto duro, non è minimamente amichevole ed io resto impietrito a fissarlo, consapevole che ha ragione. Non sta dicendo cosa oscene, sebbene il tono non sia tenero.
Prendo respiri profondi cercando di non farli notare, ma di nuovo sembra non ne sia più capace; lo capisco da come inarca le sopracciglia sorpreso.
- Ora stai pure perdendo il tuo sangue freddo? Quante altre cose ti stanno succedendo, Oscar?
Sembra che mi veda dopo un bel po’ di tempo di lontananza. Mark non è sempre venuto con me nelle gare, ogni tanto lo fa. Questa volta c’era.
Mi sento sotto esame e mi irrigidisco cercando disperatamente di mettermi su la mia solita maschera che fotte tutti, ma poi mi rendo conto del senso di queste sue ultime parole e sebbene di norma non mi tocchino considerazioni di questo tipo, questa volta è diverso. È molto diverso e non so perché.
- Il mio sangue freddo? - chiedo cercando di calmarmi mentre sento dentro di me un assurdo turbine fastidioso.
Mark annuisce rimanendo una statua di pietra dura e furiosa.
- Sì Oscar, il tuo sangue freddo. La tua caratteristica principale è sempre stato il tuo non provare nulla, è grazie a questo che hai gestito situazioni complicate in pista. Non perdi mai la testa. Che ti prende, ora? Sei nervoso e contrariato, non è un buon segno. Come prima con Lando o nelle altre volte che ti ha rotto i coglioni in pista per qualche cagata, per cui poi si è scusato, e tu pronto a calar le braghe e sorridere amabilmente. Cosa succede, me lo dici?
C’è qualcosa che parte, in me. Proprio ora, mentre lui prosegue come un treno che non fa fermate a nessuna stazione. Prosegue dritto ed investe tutti, me compreso, ma succede qualcosa questa volta.
Una scintilla mi fa scattare ed anche se so perfettamente che non devo reagire, che è il mio agente e che ha comunque ragione, io non riesco. Non ce la faccio. Non so perché. Non lo so davvero. Forse per quel che pensavo prima sempre per via di Lando.
Mi ha cambiato, così come io ho chiaramente cambiato lui.
Lui ha trovato sicurezza e calma, io invece sto perdendo qualcosa, anche se non so cosa. O forse qualcosa l’ho trovato.
- Ma che cazzo pensano, tutti? Che io sia un robot? Non sono insensibile, non sono incapace di sentimenti! Provo emozioni anche io! Il fatto che non li dimostro come tutti, non significa che non li provo, dannazione!
- Ma non li hai mai tirati fuori, li hai sempre stipati dentro di te riuscendo a fare esattamente ciò che andava fatto! - replica prontamente Mark, non più incazzato di prima nel sentire che gli rispondo.
Mi mordo il labbro irrigidendomi, stringo le mani sui pantaloncini dimostrando ulteriormente il mio stato d’animo in subbuglio.
- Beh posso farlo anche se li tiro fuori e li vivo in modo normale!
- Non credo! Comunque non ti serve essere normale! È questa tua anormalità il tuo punto di forza! Quel ragazzo ti sta cambiando in peggio, Oscar. Datti un freno o ti perderai.
Non si risparmia. Non si risparmia per un cazzo. Il suo carattere ostico e spigoloso è famoso, lo sapevo quando ho accettato questa collaborazione e gli devo tutto e gli starò sempre dietro qualsiasi cosa mi dica, ma in questo momento, in questo preciso momento, mi sento esplodere e so che se parlo ora è finita. Lo so perfettamente.
Però forse troppo pieno di Lando e della scopata con lui, non riesco a chiudere la bocca anche se è sempre stato il mio pregio migliore.
- In peggio? Mi sto umanizzando, finalmente. Non mi sono mai sentito così vivo e felice proprio perché sono normale per la prima volta nella mia vita. E tu mi dici che sto peggiorando e che mi sta rovinando? In che modo essere umani ed avere sentimenti è un male?
Vorrei alzarmi ed andarmene, chiudermi da qualche dannata parte ma non sono un fottuto bambino e comunque siamo in un dannatissimo aereo. Dove diavolo dovrei andare?
Perciò sto qua dove sono, appoggio la testa alla mano ed il gomito al bordo dell’oblò del finestrino, vago con lo sguardo corrucciato fuori, nel mondo che si separa da noi mentre l’aereo si alza decollando.
Il cuore batte come non ha mai battuto, tralasciando quando sono con Lando. Con lui mi è sempre battuto un sacco. Sono sempre stato così vivo, con lui.
Ho avuto un coraggio mai avuto con nessuno, ho detto cose mai dette, fatto cose mai fatte. Sono riuscito a provare emozioni che non ho mai provato e sono felice.
Perché dovrebbe essere un male?
- Se non sei capace di gestire le emozioni e le persone, è un male. Ascolta, Oscar. Non fraintendermi. So perfettamente che sei umano e normale, provi sentimenti come tutti, solo che non li dimostri. Questo è un punto di forza perché così puoi gestire le situazioni complicate. In F1 è tutto. È quello che può fare la differenza in gara. Non ti sto dicendo di disumanizzarti, ti sto dicendo che mentre lui acquista sicurezza grazie alla tua vicinanza, tu perdi il tuo sangue freddo e non va bene. Oltretutto se ne sta approfittando e non lo capisci.
Appena lo dice, spalanco gli occhi come se mi avessero trafitto con una lama in piena pancia. Non respiro e mi giro di scatto fissandolo sconvolto, convinto d’aver capito male. Ma lui resta serio, non più iracondo. Mi fissa convinto, senza voler ritirare ciò che ha detto. Senza pentirsene, senza voler correggere il tiro.
- Cos’è che fa Lando? - chiedo con un tono sottile e teso. Mi sento come una bomba a mano, lui ha fra le dita la sicura e la sta togliendo, ma se lo farà sul serio, se leverà quel pezzettino di ferro, non so cosa succederà.
- Approfitta di te. Ha capito che ti piace e grazie a questo gli perdoni qualsiasi cosa, perciò dopo che la prima volta che ti ha colpito per sbaglio e tu non te la sei presa, adesso lo fa apposta e ne approfitta. Tanto ti bastano delle patetiche scuse, un bel sorriso e tutto passa, per te. Tu lo perdoni ed intanto le gare a puttane sono le tue, mentre lui ti fotte lentamente in tutti i modi.
Non so cosa sappia, non credo sappia della nostra effettiva relazione, forse si riferisce ad un’amicizia che sono consapevole è risaputa.
Respiro a fondo e spalanco gli occhi apertamente sconvolto, adirato e contrariato, ma mi trattengo, cerco disperatamente di trattenermi perché so, so benissimo che è sbagliato. Non si risponde a Mark Webber, è il mio agente, gli devo tutto, anche la mia vita, se volesse.
Devo stare zitto ed accettare. Accetta, Oscar. Sii quello che sei sempre stato.
Quello che sa stare al suo posto, che dice esattamente tutto ciò che va detto, quando va detto e come va detto.
Mi mordo il labbro, il cuore ancora in gola, le vene pulsano, la testa mi batte esplodendomi, i nervi tesi mi fanno tremare e stringo i pugni più forti.
Vorrei parlare, ma non ci riesco e scuotendo il capo torno a fissare fuori.
Zitto. Ecco, almeno questo riesco ancora a farlo. Non riesco a dire ciò che va detto, ma almeno riesco a non rispondere come vorrei.
Perché se ora aprissi bocca, lo manderei a fanculo, perché non si deve permettere di insinuare cose simili su Lando, perché lo amo ed il rapporto che abbiamo è reale e sincero e lui non sa niente di noi.
Lando è la mia anima, è il mio lato umano, è solo grazie a lui che ho capito di essere normale e per uno che è cresciuto convinto di essere strano e diverso, questo fa tutta la differenza di questo mondo.
Non lo rinnegherò mai. Mai.
- Adesso non sei d’accordo, ma ci penserai, perché ti conosco bene e so che lo farai. E mentre cercherai di capire se è vero, capirai che ho ragione io. Lando ti sta cambiando in peggio, ti sta togliendo il tuo grande pregio, ma più di ogni cosa, e ti prego di considerarlo, ne sta approfittando.
Mi congelo, non batto ciglio, non respiro, non muovo mezzo muscolo, mentre fisso fuori senza vedere.
Il cielo è buio e rispecchia il mio animo, in questo momento mi sento come questa notte.
Un buio senza fine.
Non è vero, non mi sta usando per riprendersi la testa della gara e migliorare dove era debole.
Sta migliorando perché sta facendo un lavoro eccellente su sé stesso col suo psicologo. Non tutti hanno la forza di ammettere d’avere un problema e accettano di farsi aiutare.
L’umiltà che ha dimostrato Lando non ce l’hanno in molti ed è un’enorme forza che io non avrò mai, perché è da quando sono nato che penso di essere diverso e strano ed avere problemi, ma sono andato avanti adattandomi a questo modo di essere. Non ho mai provato a cambiare perché pensavo andasse bene così e di non poterlo fare. Invece lui sa di voler cambiare e cerca di farlo e ci sta riuscendo. Quel che sta ottenendo non è perché gioca sporco con me, ma perché lo merita.
Le parole di Mark, come da lui predetto, scavano dentro di me.
Scavano in questi giorni. Scavano come un cancro e tutte le volte che vedo Lando, lui non fa che chiedermi che ho ed io puntualmente scuoto la testa e sorrido, ma penso di sorridere male, molto male. Perché ormai non sono più capace di fingere e mostrare agli altri ciò che voglio vedano.
Perché anche io sono cambiato, grazie a lui. Ora ho dei sentimenti e riesco a mostrarli.
Vorrei riuscire a convincerlo, ma non ci riesco e così all’ennesimo suo: - Ma ce l’hai con me per Singapore? Mi avevi detto che era a posto! - ed al mio ennesimo: - No Lando, sto bene, non è quello! - lui sbotta male, com’è nel suo splendido modo di essere, e alzandosi dal divano mi manda apertamente a cagare andandosene.
Prima di sbattere teatralmente la porta, mi grida a pochi metri: - Non prendermi per idiota, Osc! Sai che ti conosco! Sai che so che hai qualcosa! Perciò almeno sii onesto e dimmi semplicemente che non vuoi parlarmene, ma non prendermi per il culo dicendo che non hai nulla, perché mi manda in bestia! Non sono un coglione, ok? Quando vorrai parlarne, io ci sarò! Comunque fanculo, eh?
Ed è meraviglioso il modo in cui prende fuoco, grida e mi manda a cagare.
È così meraviglioso che rivedo nella mia testa quel viaggio di una settimana fa con Mark e mi immagino a rispondere malamente come avrei voluto fare.
Ormai è tardi.
No, so che ho fatto bene a stare zitto. Mark è il mio agente, gli devo la mia carriera. Non mi rivolterò mai contro di lui.
Ma ho bisogno di qualcosa che non so e non posso chiedere sempre a Lando, solo che al mondo, in questo momento, è il solo a cui chiederei.
È che... è che effettivamente riguarda lui.
E se Mark ha ragione in qualche modo?
Non che Lando stia approfittando di me, è troppo spontaneo per nascondere dei sentimenti e mostrarne altri che non sono veri. Figurati. È che lui non lo conosce come lo conosco io.
Ma potrebbe avere ragione nel dire che questa relazione mi sta cambiando e mi sta togliendo la lucidità e la freddezza necessaria in gara.
Non so se è vero, ma qualcosa in me non va come prima.
Lo vedo in Texas.
Non faccio che pensarci e vivo tutta la settimana con questa orribile domanda.
Lando mi sta togliendo la mia capacità di pilota?
Per come vanno le cose fino alla fine della gara, mi viene da dire sì.
In qualcosa sono peggiorato, è evidente. Ma è colpa sua? Cambierebbe qualcosa allontanandomi?
Mentre lo chiedo, mi rendo conto che è già in atto questa sorta di esperimento. Non volevo, non era nei miei piani, ma Lando è ancora incazzato con me ed io non ho fatto proprio nulla per rimediare.
Non era per testare questa teoria, non pensavo, per lo meno. Ma a conti fatti lo sto facendo.
Lascio che si crei questa distanza fra noi e mi chiedo se mi gioverà.
Ad Austin no, non mi giova e non mi giova nemmeno in Messico.
Per quanto voglio proseguire questa patetica inutile tortura?
Lando continua a non parlarmi se non quando deve per le cose da fare insieme in pubblico e tutte le volte che mi guarda, i suoi occhi nascondono una speranza fin troppo evidente.
Perché i suo occhi sono pieni di colori meravigliosi e prova così tante cose insieme che è incredibile che riesca a gestirle, finalmente.
È concentrato, riesce a fare bene dall’inizio alla fine, ricorda tutto ci che deve fare e lo fa.
Le qualifiche di sabato parlano egregiamente, il giro che fa alla fine, che gli regala una pole non scontata, è spettacolare e lui lo è, mentre io resto oscenamente opaco.
Lando splende e splende con o senza di me.
Una dimostrazione se non altro per me per capire che no, Mark non ha ragione per un cazzo.
Durante la gara me ne rendo conto ancora meglio.
Mentre corro vengo colpito da questa rivelazione che ha la portata di un lampo che illumina a giorno una notte oscura. Quella in cui mi sono sentito qualche settimana fa, tornando a casa in aereo.
Non è vero che Lando sta migliorando perché approfitta di me mentre mi tira brutti scherzi.
Brilla a prescindere.
Brilla per le sue doti ritrovate, doti che ha sempre avuto ma che erano offuscate dall’esagerazione di emozioni che provava.
Ha semplicemente imparato a gestirle e questo da solo, al di là di me.
Lando ha lavorato duramente ed ha fatto un lavoro incredibile ed in questi due giorni di gara in Messico, è così evidente che nessuno ormai può avere dubbi.
Io o non io, lui è bravo, il talento è il suo ed il lavoro è personale.
Mentre corro ne ho conferma, sapendo che è in testa dall’inizio alla fine e che fa una gara a sé.
Mentre lui fa questo, io lentamente realizzo che era questo, in realtà, a bloccarmi.
Proprio questo.
Il terrore che Lando stesse veramente approfittando di me e dei miei sentimenti.
No, non è così. Non è proprio per un cazzo, così.
Adesso che lo so, adesso che ne ho avuto una stramaledetta prova senza ombra di alcun dubbio, mi sento lucido come non lo sono da settimane.
Non so da quante gare non sono così libero mentalmente, vedo tutto con chiarezza e non ho offuscamenti o nebbie ad ottenebrarmi.
Cura dopo curva, giro dopo giro, mentre penso solo a correre e a fare ciò che devo, ciò che so fare per migliorare almeno un po’ la mia ennesima gara di merda, mentre riesco in sorpassi incredibili per nulla scontati per me nelle condizioni in cui sono stato in queste settimane, mi sento leggero.
Leggero e libero.
Come se qualcosa avesse fatto click, in me.
Forse perché adesso vedo perfettamente, non è più notte. È di nuovo giorno ed il sole illumina benissimo la mia strada.
So cosa devo fare.
Così come Lando ha lavorato duramente per migliorare nei suoi punti deboli che gli impedivano di brillare come poteva, io allo stesso modo dovrò lavorare duramente per tornare ai miei livelli.
Adesso ho ciò che ho sempre voluto, qualcosa che non avevo e con cui non sono abituato a stare. Chiaramente non potevo pensare di essere uguale a prima, sono diverso, è vero. Lando mi ha cambiato, non ci sono dubbi, ma è quel che volevo. Devo solo imparare a gestirmi, così come ha imparato Lando. Perché se lui ha imparato a giostrarsi col suo ADHD, io posso farlo ora che sono passato dallo stato ‘autistico’ a quello ‘normale’.
Perché non voglio tornare come prima, voglio continuare così. Esattamente così come sono ora. Bisogna solo trovare la strada, ma visto che so guidare abbastanza bene, sono sicuro di potercela fare.
Oggi Lando mi supera nel mondiale di un punto e mancano ancora alcune gare e va benissimo. Va veramente benissimo.
Saprò riprendermi ciò che avevo e se non ci riuscirò sarà solo perché Lando alla fine l’ha meritato di più.