NOTE: la fic è ambientata subito dopo ‘Interruttori’, dove Lando spara a bruciapelo quel bel ‘ti amo’ ad Oscar che non riesce a rispondere, sempre nel GP del Canada. È tutta dal pov di Oscar che si ritrova completamente bloccato nel rispondere ad una cosa tanto semplice quanto potrebbe essere un ‘ti amo’. Ma Oscar non è come tutti gli altri che dicono quelle paroline senza nemmeno pensarci, lui pesa tutto quel che dice, anche troppo. E la sua bocca non si apre nemmeno sotto tortura. La visione che ho di Oscar è personale (e mi rendo conto d’averci messo un po’ di me in lui), non so se sia realmente così come lo immagino io, ma non riesco a pensarlo diversamente. Chiaramente i riferimenti alla gara sono reali, il weekend per Lando è davvero uno schifo e il contatto in gara c’è, così come il chiarimento davanti alle videocamere accompagnato da palpatina. Buona lettura. Baci Akane
INCIPT: 'Dio come sono fatto male. Qualcosa è andato proprio storto, con me, quando sono nato.’
Lando ha detto ad Oscar che lo ama, ma lui non è riuscito a rispondergli e ci impiega 2 giorni a farlo.
Il suo ‘ti amo’ mi rimbomba nelle orecchie e ci penso con ossessione.
A quello ed al mio ‘DIGLI CHE LO AMI ANCHE TU OSCAR, DIGLIELO SUBITO, DIGLIELO CAZZO!’ che invece non si è mai tradotto in voce.
Sono stato zitto, zitto come un coglione. O meglio gli ho fatto i complimenti per la sua capacità di esprimere ciò che pensa, ma stiamo scherzando, cazzo?
Quanto sono ritardato? Ad un ‘ti amo’ si risponde con un altro ‘ti amo anche io’, lo so benissimo che si fa così!
Io no, però. La mia bocca è rimasta cucita e non ha mai detto che lo amo anche io. Non ne sono stato capace. Patetico imbecille.
Adesso quello si starà sotterrando, proprio dopo che gli ho detto di non farlo per tutte le cose che non vanno come ritiene dovrebbero. Lui si espone in modo spontaneo e sicuramente per nulla progettato ed io che faccio?
Gli dico che è quella parte di lui che invidio tanto, quella in grado di esprimere ciò che prova senza problemi.
Ma si può?
Ed il ‘ti amo anche io, Lando’?
Sono uno stronzo!
Adesso quello starà malissimo come non mai, non me lo dice e fa finta che vada tutto bene, ma è capace di fingere come una suora di bestemmiare, cazzo.
So che ci sta pensando come un ossesso e che sta male.
È già pieno di complessi, ci mancavo io ad aggiungergliene.
Adesso devo trovare il modo giusto per rispondergli e dirglielo, solo che non è facile perché era quello il modo perfetto. Adesso sarà tutto innaturale.
Specie se glielo scrivo. No queste cose non si scrivono. I bambini si scrivono queste cose per messaggio, vorrei essere un po’ adulto almeno in questo. Mi sembra importante dirgli ‘ti amo anche io’.
Perché sì, non è che ne dubito. So di amarlo anche io. Lo amo da molto prima che lo realizzasse lui.
Però pensavo che sarebbe stato facile dirglielo, specie se in risposta a lui, invece la mia bocca si è totalmente serrata, la lingua si è annodata e non sono stato in grado di dire assolutamente nulla.
Che vergogna.
Ora so come sta e mi brucia esserne io la causa.
Ci parliamo come non fosse successo niente, come se lui non ci fosse rimasto male, come se non ci fosse questo enorme elefante. In parte gliel’ho detto.
Non riesco ad esprimermi come fa lui, lo sa, però ugualmente lo amo e voglio che lo sappia, specie ora che me l’ha sparato così a bruciapelo.
Invece i giorni passano ed io non riesco a trovare un modo per buttarmi e dirglielo.
Lando mi guarda con quei suoi occhi meravigliosi ed espressivi e sembra che si scusi continuamente di qualcosa. Cazzo, non ti devi scusare, amore mio.
Sono io quello difettato e lo sono da sempre.
Non sono mai riuscito ad esprimere bene ciò che provo, mai. A volte ho anche pensato di non provare nulla. Finché non è arrivato lui a farmi crollare ogni convinzione e a dimostrarmi che invece sono normale anche io. Che provo, eccome se provo, solo che non lo esprimo come gli altri.
È partita dall’eccitazione e dal desiderio e si è poi trasformata in sentimento ed emozione. Ora so che è amore, non ho dubbi, perché quando è triste gli darei tutto ciò che ho io, perché non mi frega proprio niente di titoli, gare e chissà cosa, se lui è triste e non sorride.
E so che questo è amore.
Ma è sempre stato così, per me.
Mentre dentro di me provavo una grande felicità per le belle cose che mi capitavano, da fuori io sorridevo appena composto e nemmeno saltavo di gioia. Sembrava tutto normale, come se appena mi sfiorasse. Invece no, invece ero sempre felice, ma è come se io abbia un blocco. Non riesco a tirare fuori le cose. Non ce la faccio proprio e anche se finora non mi è mai importato molto, adesso lo odio. Lo odio da matti, questo lato di me. Perché diavolo devo essere così? Quanto cazzo devo essere imbecille?
Forse è vero ciò che dicono di me in giro. Sono autistico. O almeno un po’.
Lo sono? Non ci ho mai dato molto peso, anche se lo ero non mi ha mai impedito di raggiungere gli obiettivi più importanti, ma adesso è diverso. Adesso per questo mio aspetto peculiare rischio di perdere Lando e anche se così non fosse, sicuramente l’ho reso infelice e l’idea che lo sia mi devasta. Non deve essere triste anche per colpa mia, ne ha abbastanza per conto suo, non voglio essere un peso, quello che abbiamo non deve essere motivo di tristezza.
La gara arriva inesorabile e non sono ancora riuscito a dirgli nulla. È che sto qua a pensare a come fare e non riesco.
Sembra una sciocchezza, me ne rendo conto. Non ha senso. È un cazzo di ‘ti amo’, la gente non dà più peso a queste cose. Mi sto facendo paranoie per nulla.
Ma appena ci vediamo al mattino, dopo una patetica scusa per non dormire insieme la notte prima della gara, del tipo che era meglio riposare bene questa volta, mi rendo subito conto che è come se quello che prima era un cucciolo di elefante, ora sia un esemplare adulto enorme e noi dobbiamo fare qualcosa o diventerà ancora più grande e ci devasterà.
Ci incontriamo, ci salutiamo col solito entusiasmo, un bacio e poi dei sorrisi e delle battute, ma non c’è autenticità, non c’è reale trasporto. È più un dovere.
Non abbiamo dormito insieme, stanotte. La prima notte pre-gara da quando ci siamo messi insieme.
Dio, è così ovvio che lo sto evitando perché non so come dirgli che lo ricambio!
Eppure io lo evito per questo e lui perché non riesce a sopportare che non gliel’ho ancora detto, ma siccome capisce il mio problema così come io capisco i suoi, non vuole farmelo pesare.
Sa che non è colpa sua, che non è che non lo amo, ma solo non so dirlo. Che quello che per tutti è una cazzata, per me non lo è. Così come non è facile per lui rimanere concentrato per tutta una gara.
Mi dispiace amore mio, non voglio vedere quel velo nei tuoi bellissimi occhi nocciola. Non voglio. Non ci deve essere. Perché sei così meraviglioso nella tua spontaneità che si vede lontano un miglio che mi sorridi per non piangere e che stai male per questa mia disabilità. Perché è questo che mi sembra sia, ora.
Ma lui cerca di non farmelo pesare perché sa, sa bene di cosa si tratta e non ce l’ha con me. È solo che non può farne a meno di starci male.
Dio come sono fatto male. Qualcosa è andato proprio storto, con me, quando sono nato.
Per tutto il giorno Lando è strano, ogni momento insieme è un divertimento forzato e quando lui è così si capisce subito, perché è uno splendido libro aperto.
Onestamente nemmeno mi stupisce che ieri non abbia fatto bene, né che oggi in gara succeda ciò che tutti erano curiosi di vedere fra noi.
Lando mi tocca e per poco non finiamo fuori pista, per fortuna resto dentro e non mi penalizza in alcun modo, la macchina non subisce danni e vado comunque sul podio come stavo già facendo, mentre lui perde subito delle posizioni beccandosi in aggiunta una penalizzazione in quanto la colpa della manovra è sua e non è un semplice contatto di gara.
La gente dice ‘il solito Lando’. Per me quella definizione è diversa, ha un’altra accezione.
Mentre succede mi rendo conto di tutte le implicazioni che ci possono essere, in un attimo, mentre passo il traguardo dopo aver sentito i miei al muretto che si complimentano e mi comunicano di Lando, realizzo meglio di chiunque altro cosa succederà con lui.
È come scavarsi una fossa dall’interno, non ne uscirai mai se la scavi da dentro, perché quando sarà profonda e tu sarai circondato da pareti di terra, tu non potrai uscirne e rimarrai intrappolato lì.
Lando sta male per il mio ‘ti amo’ mancato ed io non sono riuscito a farlo stare meglio, in aggiunta questo contatto con me che lo penalizza ulteriormente, lo demolisce di brutto.
Penso solo a lui e a come starà, ma gli impegni diversi ci portano a stare separati appena scendiamo dalle macchine. Non riusciamo proprio ad incrociarci, sebbene io vada avanti coi miei soliti doveri e riesca ben composto a fare tutto come niente fosse.
Mentre lo faccio e rispondo pacato alle domande dei giornalisti, mi rendo conto che ho davvero un enorme problema. Sono autistico davvero?
Sono fatto così? È come se questo contatto con Lando non mi abbia minimamente fatto nulla. Com’è possibile? Abbiamo avuto un incidente. Certo, per me non ci sono stati problemi, ma da come sto reagendo sembra che non sia successo nulla.
Mentre parlo rispondendo alle ennesime domande davanti ai media e alle telecamere che mi riprendono, percepisco una presenza familiare accanto e non faccio in tempo a mettere a fuoco che mi ritrovo una mano che mi tocca inconfondibile il culo, ma è lieve e timida, non è come al solito. Capisco che è lui perché al mondo nessun altro mi toccherebbe il culo davanti a tutti.
Appena mi giro e vedo che è Lando il cuore si ferma e per un istante l’emozione prende il sopravvento.
È lui e mi sta parlando. Cosa mi dice? Cosa prova? Cosa esprime il suo viso? Ce l’ha con me? Tutto questo in un istante che mi fa andare a fuoco, vado in tilt, non capisco un cazzo.
Ti amo, ti amo, ti amo.
Ma lui si scusa subito stringendomi la mano, ha gli occhi più preoccupati e mortificati di questo mondo e parla senza dover usare le parole.
Dio, è così bravo a farlo.
Si assume tutte le colpe dell’accaduto, non che abbia scelta, è vero che è stata colpa sua, ma non era tenuto a scusarsi. Non tutti lo fanno anche se hanno palesemente colpa.
Ero preoccupato che non l’ammettesse e che questo diventasse un enorme spartiacque nella nostra relazione.
Però appena riesce mi fa sapere con il suo sguardo che è un cucciolo spaventato all’idea di perdermi e che non vuole che ci succeda ciò che è già capitato a Lewis e Rosberg, come in tanti ripetono in questi giorni assaporando in anticipo lo scontro fra di noi.
Maledetti.
Ma io non vedevo l’ora di beccarlo così finalmente gli posso dire: - è tutto a posto, amico, la mia gara non si è rovinata, sono comunque finito a podio, perciò è tutto ok.
Appena lo dico, non potendo fare di più, lui trova subito immediato sollievo.
Ti amo, Lando. Ti amo anche io. TI AMO!
È questo che voglio dirti, lo senti? Lo capisci? Ma la mia bocca rimane cucita e torniamo alle nostre interviste, io ben composto e sereno come sempre, lui probabilmente ancora con la coda fra le gambe e il terrore che sia finita fra noi.
Devo dirglielo, devo assolutamente dirglielo.
Ti amo Lando.
Ti amo anche io.
Devo.
Dai Oscar, trovalo e diglielo. Non importa come e quando. Tu fallo. Non puoi proprio più aspettare.
Non importa il modo od il momento, non importa se è difficile. Ho avuto modo di assimilare la cosa, non sono più preso alla sprovvista, ho superato quella fase. Ho avuto modo di realizzare, comprendere e schiarirmi le idee.
So cosa devo fare. So cosa voglio fare. So cosa voglio dire ed è facile.
Ti amo.
Anche se alla fine è difficile per me perché non l’ho mai detto a nessuno ed ho sempre pensato che certe cose fossero più un’idea che una realtà, non importa.
Adesso non ho più dubbi, lo amo e glielo devo dire. Non importa come.
È importante che lui lo sappia, ne ha bisogno, ne ha un disperato bisogno.
Dove sei Lando? Dove?
Abbiamo impegni, adesso, interviste, briefing, un sacco di cose. Non scappare vergognandoti.
Mi hai mollato quelle tenere scuse timide e disperate davanti a tutti e sei scappato.
Vieni qua, vieni da me, fatti trovare che ti devo dire che ti amo.
Vieni, ti prego, vieni.
Mi muovo per il paddock facendo tutto ciò che va fatto sempre col pensiero fisso di lui e di questo ti amo sulla punta della lingua, la sola cosa che mi sta in testa.
Poi finalmente, sulla via verso il motorhome McLaren ed il briefing finale del dopo gara, una figura bassa e familiare si intravede poco davanti a me.
I ricci, le spalle ricurve, la camminata strascicata, pesante, quasi come se volesse essere ovunque tranne che qua.
È lui.
Il cuore inizia a battermi fortissimo nel petto, mentre la consapevolezza che è finalmente il mio momento, mi assale come un’onda altissima.
Non respiro, ma senza rifletterci un secondo e prima che il coraggio torni a scapparmi, corro per raggiungerlo, varchiamo insieme la soglia del nostro Motorhome dove gli altri ci aspettano per iniziare il briefing. Appena siamo dentro, gli metto una mano intorno alla vita lieve e veloce, mi chino verso di lui come una folata di vento e basso e leggero sussurro al suo orecchio: - Ti amo anche io, comunque.
Lando si tende subito saltando sul posto e bloccandosi, io lo supero e lo lascio, nel farlo gli lancio un’occhiata significativa, gli faccio un occhiolino, lui ha una faccia ebete e shoccata, come se gli avessi dato una violenta scarica elettrica. Vado oltre facendo finta di niente, come se gli avessi detto che dopo torniamo a casa insieme, qualcosa di normale e niente di che; entro nella sala riunioni prima di lui e dopo qualche istante mi raggiunge con ancora quella faccia maledettamente espressiva e splendida.
Gli occhioni spalancati, l’emozione negli occhi e non più l’aria mortificata e depressa che aveva fino a due secondi fa.
Ci lanciamo un’altra occhiata veloce, complice e consapevole. Non serve parlarne, anche se dopo lo faremo comunque. Ma la cosa importante gliel’ho detta e va tutto bene.
Adesso mi sento leggero come non sono mai stato, la consapevolezza d’aver fatto finalmente una cosa assolutamente giusta mi fa accomodare meglio nella sedia; lo osservo fare altrettanto ancora imbarazzato e teneramente impacciato come non ti aspetteresti mai di vederlo.
Non credo gli abbiano mai detto che lo amano, ma adesso questa cosa cambierà. Glielo ripeterò ogni secondo per fargli capire che è vero e spero che questo lo aiuterà a stare meglio, a credere di più in sé stesso e non vivere nell’ossessione di sbagliare o non essere all’altezza.
Andrà benissimo, ci penserò io alla tua felicità.
Il briefing inizia e noi non abbiamo realmente parlato come avremmo dovuto, ma non serve perché quel che conta ce lo siamo detti e quando gli altri ci chiedono se fra noi va tutto bene, riferendosi all’incidente di pista, entrambi annuiamo guardandoci con un gran sorriso.
- Sì, sì, ci siamo appena chiariti prima di entrare. - faccio io prontamente e calmo.
- Sì, tutto bene. - fa Lando a sua volta.
- Già, tutto benissimo.
E lo è davvero.
NOTE FINALI: questo perché hanno detto, il GP successivo, che si erano chiariti subito prima del briefing conclusivo e che fra loro andava tutto bene come sempre. Il chiarimento che hanno avuto me lo sono immaginata così (io ho capito che si erano parlati ulteriormente anche dopo quel breve scambio davanti alle telecamere).
Le foto inserite nel banner sono: la prima è un loro selfie della settimana del Canada, la seconda è un loro selfie della settimana successiva dell’Austria. Oltre alla differenza abissale dei loro sorrisi, c’è pure da considerare che fra i 2 selfie, c’è stato il famoso scontro, ma se guardi le foto dell’Austria (le 3 che poi ho messo in colonna) non sembrano minimamente aver appena avuto i primi problemi fra loro. Anzi! Le 2 in basso sono prese dal momento in cui Lando si scusa a fine gara del Canada.
L’idea che ho con Oscar (specie ora dopo Singapore) è che durante le gare abbia come tutti delle reazioni normali anche sul calore del momento, dove magari si scoccia verso la squadra o Lando, poi però appena quest’ultimo arriva a scusarsi (puntualmente) quell’altro dimentica tutto e si scioglie come un ghiacciolo al sole. In altre parole, può avercela con chiunque, ma se Lando gli sorride passa tutto.
Non ci sono altre fic scritte, attualmente, ma già una mi gironzola in testa dalla fine di Singapore e penso che la farò in questi giorni. È possibile che questa serie sarà aggiornata, ogni tanto. Per sapere quando scrivo e pubblico, seguite la mia pagina su FB. Grazie a chi mi ha seguito ed ha apprezzato le fic su di loro. Alla prossima. Baci Akane