NOTE: la serie è ‘Tu mi completi’ sui landoscar, è da un po’ che non aggiorno; questa fic l’avevo scritta subito dopo Singapore 2025, infatti è lì che è ambientata, e la pubblico solo ora. Dopo quello scambio di sguardi languido fra Oscar e George e quel ‘piccolo’ problema in pista fra Oscar e Lando, non ho potuto non scrivere questa cosa divertente ed erotica con un pizzico di sentimentalismo.
Secondo me è vero che dalla pausa in poi questi due hanno avuto qualche difficoltà a trovare equilibrio fra il loro rapporto personale e quello professionale, ma ritengo che fra un ostacolo e l’altro alla fine riescano a venirne fuori. Ho pure scritto un’altra fic dopo di questa, che metterò fra qualche giorno. Per rimanere aggiornati su cosa scrivo e quando pubblico, c’è la mia pagina su FB. Alla prossima. Buona lettura. Baci Akane
INCIPT: “‘Ma quei due sanno che non sono loro a scoparsi?’
‘Forse siamo noi che non sappiamo che invece sono loro due a scoparsi!’”
Dopo uno scambio languido di sguardi fra Oscar e George, Alex e Lando vanno leggermente fuori di testa e Lando, come sempre, esagera nelle sue reazioni.
/Lando/
No ma ti sembra normale guardare qualcuno che non ti scopi in quel modo? Specie se qualcuno che ti scopi poi c’è? No, perché secondo me non lo è!
Mando subito il video con tanto di screenshot ad Alex per capire se sono il solo a vedere certe cose o se è effettivamente giusto, da parte mia, sentirmi fottutamente infastidito!
Alex mi risponde mandandomi una foto di un altra pagina su Instagram che ha appena pubblicato la stessa scena, solo immortalata meglio. Qua si vede fottutamente bene il modo in cui quei due stronzi si guardano.
Eh no, non è fottutamente normale!
‘Ma quei due sanno che non sono loro a scoparsi?’
‘Forse siamo noi che non sappiamo che invece sono loro due a scoparsi!’
Non che Alex sappia come si calmano le ire funeste delle gelosie, visto che invece di placarmi mi istiga. Ma forse lui sta anche peggio di me. Dopotutto Oscar è molto tranquillo come persona e piuttosto asociale in generale, non ama tanto il contatto con gli altri ed è difficile che abbia a che fare con le persone in un certo modo. In altre parole, che mi faccia ingelosire è raro. Per la verità è la prima volta.
Non flirta mai con nessuno, per questo ora sono partito così sparato al massimo.
Cioè, ma scherziamo? Quando mai Oscar ha guardato qualcun altro che non sia io in quel modo? MAI!
ALLORA NON SONO UNICO E SPECIALE?
Ma per Alex è diverso, è più dura essere il ragazzo di George perché da quando ha visto di essersi sviluppato bene e che piace a molti, essendo infatti considerato da tutti uno dei più belli della griglia, ha acquistato sicurezza e gli è uscito un lato caratteriale che, se l’avesse Oscar, lo strozzerei 10 volte su 5.
Insomma. George è iper socievole e si connette benissimo con tutti, anche troppo.
Adesso sa di piacere a quasi tutti e ne approfitta, gli piace proprio ed è come se testasse di continuo ciò che scaturisce negli altri.
Di fatti è questo che penso abbia fatto con Oscar. IL MIO OSCAR.
Ha avuto una breve intuizione o forse si è solo chiesto se piacesse anche al mio australiano autistico, ed ecco che interagisce con lui togliendogli lo spazio vitale. Lui e la sua dannata altezza, i suoi dannati occhi chiari, le sue dannate ciglia lunghe e nere, il suo dannato sguardo sexy ed i suoi modi sicuri.
Maledetto bastardo.
La smetti di cercare di capire se e quanto piaci agli altri?
Un giorno o l’altro ti investo con la macchina, fanculo!
Lascia in pace il MIO OSCAR!
Poco dopo la press dove IL MIO OSCAR e quello stronzo di George partecipano insieme a Max per via delle loro prime tre posizioni in qualifica, Alex puntualmente mi manda un’altra foto. Non la cercavo, non mi interessava e non ci tenevo, ma sapevo, SAPEVO, che ci sarebbe stato qualcosa.
Anche Alex lo sapeva, ma lui al contrario di me che cercavo di non istigarmi ulteriormente, l’ha cercata apposta.
Razza di idiota.
‘Ma la smette il tuo ragazzo di guardare il mio come se volesse mangiarselo? No perché mi sono proprio rotto!’
In effetti la foto, che viene dalla press in corso, ritrae Oscar che fissa George mentre parla e lo fa mordendosi il labbro e desiderandolo in modo piuttosto indecente. Il fuoco mi parte dalle viscere e mi brucia le sinapsi.
‘Pure io mi sono rotto, credimi!’
‘E allora fa qualcosa!’
‘Vedi che se io faccio qualcosa quando sono in questo stato, faccio solo danni.’
‘Non vedo dove sia il problema!’
‘Il problema è che il mio psicologo sta cercando di farmi maturare per superare i miei problemi, non posso fare il coglione immaturo!’
‘Dipende da come reagisci...’
‘Male, molto male. E sicuramente non maturamente!’
Lo scambio di messaggi fra me ed Alex va avanti per un po’ e degenera, finché Zack non mi lancia la sua scarpa, che evito per un pelo; poco dopo Oscar torna per unirsi a noi nel briefing del sabato sera, quello post qualifica.
Gli lancio un’occhiata di fuoco ma non dico nulla, resto affondato nella sedia, seduto male come se dovessi cadere da un momento all’altro. Il gomito appoggiato sul tavolo, il mento sul palmo e lo sguardo più truce che mi sia mai uscito.
Perché lo so che ce l’ho e che sono espressivo, ma non me ne fotte un cazzo.
Sii maturo, Lando. Ricorda cosa ti dice il tuo psicologo. Non puoi sempre agire come vorresti, a volte devi agire come devi. E sai cosa devi fare.
Devi uccidere Oscar.
No, aspetta, non credo sia così.
Cazzo, è meglio se per stasera lo evito.
E lo evito.
Per lo meno ci provo.
Oscar non ha la minima idea di che cosa io abbia, chiaramente, e questo mi manda ancora di più in bestia.
Sei pure ingenuo, eh? Nemmeno lo fai apposta!
Il tuo desiderare sessualmente George non è intenzionale, ma totalmente istintivo.
Io ti strozzo, pezzo di stronzo!
Quando non gli rispondo a quel che mi dice, Oscar chiede sorpreso: - Ma Lando, cos’hai?
Cos’ho? COS’HO?
E ME LO CHIEDI ANCHE?
Gli lancio un’occhiata shoccata e truce, piena di lampi e saette, e procedo spedito per la mia strada che mi porterà via dal Paddock e successivamente a cena da qualche parte, SICURAMENTE NON CON LUI.
A questo punto, siccome continuo ad ignorarlo cercando di fare come lui, Oscar presumo si trasformi in me e mi afferra il braccio obbligandomi a fermarmi, mi gira con decisione e polemico chiede: - Che ho fatto ora? Perché ce l’hai con me?
Fanculo, non è da me stare veramente zitto quando ho qualcosa che mi divora le budella, perciò non resisto e tiro fuori il telefono qua in mezzo al parcheggio. Gli mostro le foto che ci siamo scambiati io ed Alex.
Oscar si irrigidisce e le guarda inizialmente perplesso e sorpreso; poi totalmente perso, osa chiedere: - Beh, che c’è?
Qua mi va il sangue al cervello tutto in una volta.
Teatrale come mio solito, prendo la foto di quando camminavano insieme, ripresi dalla camera dei social McLaren, ed evidentemente anche da altri fotografi, e ingrandisco per prima cosa il loro modo di guardarsi: - Ti sembra normale? - dopo sposto sulla mano di George sulla spalla di Oscar. - E questo?
Oscar allarga le braccia sempre assolutamente calmissimo, come non capisse che c’è. Io sono agitato ed isterico e lui è calmo e pacato. Dannazione, la smetti di essere come se nulla ti toccasse?
- È un millesimo di secondo, George si è appoggiato pochissimo a me per attirare la mia attenzione mentre facevo il solito discorso ai nostri social. Non è che siamo stati appoggiati per ore. Anche quello sguardo sarà durato un istante, nemmeno mi ricordo che ci siamo guardati così...
Io adesso lo distruggo. Il fastidio cresce a dismisura e faticando a controllarmi, perché in verità vorrei lanciargli il telefono, passo all’altra foto. Quella della press.
- E qua? - faccio mostrandogliela. Oscar la fissa sempre perplesso senza vederci nulla. Alza le spalle.
- Stava parlando e lo stavo ascoltando. Non posso nemmeno guardarlo se parla?
Così, sempre isterico e teatrale, ingrandisco la sua faccia dove i suoi occhi sono, per una volta, straordinariamente espressivi e si sposano alla perfezione con la bocca che si morde. È un gesto che viene fatto solo ed esclusivamente quando desideri qualcuno, quando penso che è bello, sexy e da scopata.
Non ci sono altri motivi al mondo per mordersi la bocca mentre guardi uno!
Oscar piega le labbra e si irrigidisce, mostrando per una volta qualcosa. Non so cosa, ma qualcosa la mostra.
Disagio? Ammissione?
Poi però torna subito in sé e scuote la testa tornando freddo e scostante, cosa che mi dà ancor di più alla testa.
- Non dire stronzate. - chiude secco.
- Non ho ancora detto niente, ti ho solo fatto vedere le prove! - sbotto furioso, tutto il suo opposto.
- Prove di cosa? - sempre più gelido.
- Che te lo stavi scopando con gli occhi e volevi fartelo sul serio!
Oscar alza gli occhi al cielo e sbuffa scuotendo la testa, così mi scaccia come se fossi un moscone e, andandosene, dice: - Quando rinsavisci scrivimi.
Non si giustifica, non prova nemmeno a dirmi di non dire cagate, che non lo guardava in quel modo e comunque non lo pensava.
Gli direi ‘per essere uno non espressivo, qua eri piuttosto espressivo!’ E non potrebbe ribattere, ma non me lo fa dire perché senza darmi nemmeno mezzo spiraglio, com’è poi nel suo stile, va dritto alla sua macchina e mi pianta in asso.
Lui a me!
Ma scherziamo? Cioè OSCAR pianta ME dopo aver ‘mangiato’ George tutto il pomeriggio?
Questa me la paga; oh, se me la paga!
/Oscar/
La verità è che lo stavo effettivamente guardando pensando che era piuttosto bello e che se non fossimo stati entrambi già impegnati, mi sarebbe piaciuto farmelo. Insomma, ci sarei stato nell’impossibile caso in cui anche lui si sarebbe voluto fare me.
È stato il tempismo più pessimo della storia dei tempismi!
Comunque George è un po’ uno che si diverte a stuzzicare gli altri, ci prova in giro, scherza tanto, ma non fa mai nulla, per quel che ne so. Che è nulla, per la verità, ma mi dà l’idea di essere fedele a chi ama. Gli piace provocare, moltissimo, e pure essere adorato e vedere come la gente gli muore dietro, ma se avesse l’occasione non farebbe nulla con nessuno.
Credo.
Comunque io no di certo, sto con Lando e non perché lo desidero da matti, perché sia incredibilmente bello e da scopata, ma bensì perché mi completa, mi rende una persona migliore, mi fa sentire meno difettoso e inumano.
Lando è la mia umanità, è con lui che ho scoperto di essere normale e insomma, LO AMO!
Mi farei George? Sì! Ma non lasciando o ferendo Lando.
Solo che non potrei mai spiegare così bene tutto questo a Lando e farglielo capire. O meglio, potrei spiegarglielo ed essere anche piuttosto esaustivo, però sicuramente lui non capirebbe un cazzo.
Perciò meglio negare e fingere che abbia le visioni. Che poi, in effetti... visioni un paio di palle. È piuttosto evidente cosa pensavo, specie in press.
Dannazione, Lando mi ha proprio cambiato. Prima non sarei mai stato in grado di essere così espressivo, ora stando con lui sono talmente sciolto che riesco ad esprimere più apertamente e facilmente ciò che provo e penso. È incredibile cosa mi ha fatto e quel coglione nemmeno se ne rende conto. Perde tempo ad essere geloso e a sentirsi inferiore ad un ragazzo alto, bello e sicuro di sé. Perché è questo che George ha in più di Lando, a parte l’altezza. La sicurezza in sé stesso. Non certo la bellezza. Lando è bello e sexy da morire.
Sospiro e preferisco lasciare perdere.
Si sbollirà e gli passerà, poi torneremo come prima.
Inutile litigare e perdere tempo a fargli capire qualcosa che non capirebbe mai, perché quando va in modalità automatica non gli fai capire un cazzo, al mio amore deficiente.
Oltretutto io che dovrei dire, col rapporto che ha lui con Carlos?
Può dirmi quanto vuole che con lui non è mai successo niente, perché era una cosa non corrisposta e platonica, ma il fatto che Lando gli morisse dietro mentre Carlos solo scherzava con lui, resta.
Non è successo perché Carlos lo vedeva solo come un amico e si divertiva con lui.
Ma non approfondirò mai, non siamo qua per scavarci la fossa. Ci tengo a lui, lascherò che si calmi e che passi, ecco cosa farò. Perché passa sempre. Devo solo aspettare.
Peccato che questa volta mi sbaglio, visto che non saprei in che altro modo giudicare quel che fa all’inizio della gara per superarmi, se non reazione di gelosia nei miei confronti.
Però cazzo!
Se per gelosia mi tocchi con le gomme per farti strada e superarmi, rischiando così di fare un incidente con me e buttarmi fuori, cosa farai se mai dovessimo litigare effettivamente, per cose anche più serie?
Mi uccidi? Ma ti sembra il modo di affrontare i problemi e vivere le emozioni negative?
Meno male che fa un percorso dallo psicologo che lo sta aiutando a calmarsi e crescere, cazzo! Pensa se fosse successo prima, cosa faceva? Mi si lanciava contro a tutta velocità?
Stizzito, per la prima volta in vita mia, esprimo chiaramente il mio dissenso via radio verso ciò che ha fatto, poi però mi passa dovendo rimanere concentrato sul resto della gara. Noiosa, per altro, e alla fine invece del podio mi porto a casa il quarto posto, con Lando che si fotte il mio premio, ma va bene. Io sono quello maturo fra i due, lo posso sopportare senza farmi distruggere da questo stupido atto infantile.
Perché è questo che è.
È stato infantile e vendicativo, non c’è altro. L’ha fatto apposta e volontariamente. Punto.
Però se dovessi abbassarmi al suo livello dovrei litigarci, ora. Dirgli che si fotta, che con me ha chiuso. Ma sono maturo e assennato e so perfettamente come gestirlo.
Lo ignorerò. Sarò indifferente e tranquillo, come niente fosse successo.
Lui farà finta di nulla, o forse si scuserà perché lo fa sempre, anche se questa volta non è detto perché è stato deliberato e di proposito. Comunque se dovesse, lo ignorerò. Non dirò nulla. Com’è il mio stile. Perché sono fatto così. Niente drammi, niente casini.
Andrò dritto per la mia strada e mi prenderò il mio dannato mondiale.
Le mie idee chiare, le applico appena lo incontro. Quando la squadra è riunita al completo per festeggiare il mondiale costruttori vinto proprio oggi, in attesa per la foto di rito, io e lui siamo dietro di loro in uno dei nostri due garage. Ci siamo ricomposti, specie lui che viene dalla festa sul podio.
Ci incontriamo, ci guardiamo. Siamo seri, lui è circospetto e si capisce che cerca di capire come io stia, ma non gli lascio mezzo spiraglio.
Non dico nulla, non mi complimento, non sono ipocrita. Non faccio mezza espressione.
Dopo essermi tirato su la tuta e allacciata, lo indico col mento.
- Non te la alzi? - gli faccio vedendo che la tiene giù, appesa alla vita.
Lui ed il suo dannato vitino sottile ed il suo torace snello, fanno bella mostra di sé e fatico infinitamente a non mangiarmelo come mi sarei mangiato ieri George, come mi mangio sempre questo coglione che ho davanti quando me lo scopo tutte le volte che lo desidero. Piuttosto spesso, ormai.
Anche ora lo vorrei, ma rimango impassibile mentre lui scuote la testa e si limita a sistemarsi il cappellino all’indietro. Dannato. Dannatissimo.
Ti sta così bene il cappellino così. È così il tuo stile, qualunque sia. Io non ne ho uno, sono semplice, comune, normale. Tu hai stile e mi piace da matti.
- Allora andiamo? - ed è come se aspettasse qualcosa, ma io senza trapelare nulla annuisco e gli faccio cenno di precedermi. Così esce per primo: sfila davanti a fotografi e social manager, si piazza al suo posto complimentandosi e riceve gli applausi. Stessa cosa faccio io seguendolo e mettendomi al mio posto.
È così dunque?
Lo posso gestire, chiaramente. Vedi che l’ho fatto? Proprio come volevo.
Ma è questo che voglio davvero? È questo che desidero seriamente?
Fingere che non sia mai successo nulla, che non siamo nulla?
È che pensavo lui non ci stesse, che reagisse, dicesse qualcosa. Ma non l’ha fatto, mi ha sorpreso.
Silenzio stampa completo.
La foto, i video, la doccia di champagne, i coriandoli color papaya, il caos, le risa, i complimenti e tutto quanto. Tutto come sempre. Tranne che io e lui siamo quasi due estranei uno vicino all’altro.
Il ricordo di quanto ci hanno accomunato in questi mesi a Lewis e Rosberg, convinti che saremmo finiti come loro, torna a schiaffeggiarmi.
Non è l’inizio della fine, vero? Vero?
Mentre intorno a noi la gente si muove, gira e si sposta continuando a parlare e farsi complimenti, bere e schizzarsi, io e lui torniamo al centro dello spazio che si è creato naturalmente davanti al tabellino con la scritta dei vincitori del mondiale costruttori 2025, richiamati per altre foto di rito dei due piloti e poi, suppongo, il solito discorso ai social che ci fanno sempre fare.
Che diavolo dirò?
Io e lui ci avviamo con scarsa voglia, l’incertezza grava sulle mie spalle, ma non certo sul mio viso. Resto impassibile, sono tornato quello di sempre? Così facile? Così veloce?
Mesi per sciogliermi ed un paio d’ore a tornare rigido e chiuso?
Ma poi appena ci approcciamo uno all’altro per foto e video, prima che io possa anche solo concepire un discorso, Lando mi porge la mano e prima di vedere se io accetto la stretta o meno, mi parla sciolto e veloce.
- Scusami per l’inizio, amico.
È facile, è così facile a guardarlo.
Ed io, come un coglione, rispondo altrettanto facilmente. Sorrido come un idiota, un ghiacciolo sciolto pateticamente al sole, e rispondo con il mio solito: - No, è tutto ok! - accompagnato da una stretta di mano che risponde alla sua, mentre con l’altra mi gratto il collo imbarazzato e piego la testa di lato, con questo patetico patetico sciocco sorriso in faccia.
Ti amo come sempre, non ce l’ho con te, non posso avercela. Specie se mi guardi con quella faccia da cucciolo in amore che sa d’aver fatto qualcosa di brutto al proprio padrone.
Non sono il tuo padrone e tu non sei il mio cucciolo, non mi appartieni, altrimenti ti avrei già punito per disciplinarti. Ma so che con te non posso farlo. Sei un adorabile selvaggio e ti amo come sei. Specie perché alla fine, al bivio del ‘è finita, siamo solo colleghi piloti’ tu non ce la fai proprio ad andare oltre e svoltare. Ti fermi sempre e torni sui tuoi passi e rimani sulla strada percorsa finora.
Leggero, facciamo la solita foto, poi presto si aggiunge a noi Andrea ed insieme, tutti e tre, parliamo col piccolo microfono dei social McLaren.
Parlo prima io dicendo le cose tipiche che si devono dire quando la tua squadra vince il mondiale costruttori con tante giornate di anticipo; mentre lo faccio vedo perfettamente Lando che mi fissa, in mezzo a noi Andrea. Lando è appoggiato al tabellino che abbiamo davanti e mi guarda con questa espressione di pura adorazione e sollievo. Perché è questo che leggo.
Ha capito che non ce l’ho con lui.
Deve aver agito impulsivamente e solo dopo, quando non ci siamo parlati, ha capito cosa poteva veramente significare e non ha potuto accettarlo. Così è subito corso ai ripari senza pensarci un solo istante, a costo di umiliarsi, perché quando ti scusi davanti a tutta questa gente che ti riprende, puoi finire per sentirti umiliato. Pochi lo farebbero. Lui non esita. Non importa se ritiene davvero d’aver sbagliato o se alla fine era comunque una valida manovra di gara, di fatto non è stato punito perciò può essere che ci stia, non ho ancora avuto tempo di vederla da fuori. Mentre la vivevo mi è sembrato non fosse sportivo, ma perché so qual era il retroscena. Io l’ho vissuto male, ma esternamente può essere che non sia grave.
Quel che è incredibile, però, è il reale significato di questo gesto.
Poteva farlo in privato facendosi sentire solo da me, perché solo io so per cosa sarebbero state realmente le sue scuse. Ma lui l’ha fatto davanti a tutto il mondo, consapevole che veniva ripreso. È come ricredersi e dire che un po’ di colpa per quella mossa ce l’ha, anche se l’ho sentito ai microfoni prima dire che non era colpa sua, poiché era una semplice manovra di gara contro un altro pilota.
Poi arrivi dal pilota in questione e ti scusi?
Seriamente?
Ed ora? Ti dispiacerebbe non guardarmi così mentre parlo? E anche mentre parla Andrea?
Cioè, Lando, contegno? Sai cos’è? No? Lo vedo.
Adesso sono io che fatico a tenere il mio.
Cazzo!
Per raffreddare i bollenti spiriti - bollenti sia per la calura di Singapore che ci sta uccidendo tutti e bollenti anche per colpa di Lando stesso e dei suoi sguardi, oltre che la sua tuta abbassata - mi bagno con dell’acqua, dopo che ho accettato più che volentieri la doccia di champagne fresco per festeggiare.
Più scomposto del solito, coi capelli bagnati e spettinati, il volto accaldato e il corpo che va a fuoco, sto cercando di raggiungere il nostro motorhome dove hanno allestito il bagno ghiacciato. Non vedo l’ora di arrivarci e buttarmici dentro, sono finito e morto. Devo solo passare in stanza e mettermi il costume, mi sto già spogliando non vedendo l’ora, ho bisogno di rinfrescare quei famosi bollenti spiriti.
Sto per riuscirci quando una mano mi spinge brutalmente dentro e mentre un tonfo indica la porta sbattuta, non faccio in tempo a girarmi per vedere chi è. Riesco solo a brontolare un distratto: - Che cazzo... - che la tuta che mi ero già abbassato, viene brutalmente tolta del tutto insieme ai pantaloni aderenti che indossiamo sotto. Vengono praticamente strappati, anche se non in modo reale, perché la sensazione che mi dà il suo gesto è esattamente questo. Sono così attaccati che sembravano fusi con la mia pelle.
Tuttavia riconsolerei questi modi fra mille, oltretutto c’è solo uno al mondo che agirebbe così con me, perciò sorrido malizioso cercando di guardarlo alle mie spalle. Mi sto per girare consapevole che di solito sono io a scoparlo, ma questa volta mi impedisce di farlo; mi spinge contro il tavolino a muro della mia stanza, mi piega sopra e mi alza malamente la maglia fin sotto le braccia. Con la lingua scende sulla colonna vertebrale appiccicosa, scivola nella fessura bevendo letteralmente il sale dalla mia pelle sudata e dopo avermi mordicchiato una natica, me l’allarga e si infila con due dita piene di saliva.
- Ohhh... - il gemito parte subito, ma cerco di trattenermi mordendomi il labbro. Sto per urlare, ma una piccola parte di me mi fa sapere che non devo perché le pareti non sono proprio spesse e potrebbero sentirci.
Questo gesto mi ricorda da cosa è partito tutto e mi lascio il labbro in tempo, poco dopo Lando si raddrizza dietro di me e guardandomi dallo specchio che abbiamo davanti, mi sorride eccitato in quel suo modo fottutamente caldo e sexy che mi manda fuori di testa. Infine mi prende per i fianchi, mi tira indietro costringendomi ad abbassarmi di più e mi penetra con una spinta decisa.
Questo mi sorprende, spalanco gli occhi e lo cerco attraverso il riflesso dello specchio, Lando che guardava intensamente il mio viso, mi sorride di nuovo. Quando lo fa in quel modo, coinvolto e spontaneo al tempo stesso, mi fa partire per un viaggio dove intendo immergermi.
È sicuro di sé. È finalmente sicuro di sé. Non so cosa sia stato, specie perché prima davanti ai nostri box era terribilmente tenero e mortificato e spaventato all’idea di avermi quasi perso. Ma ora è un altro.
È sicuro. Sicurissimo.
Forse merito della manovra con cui mi ha vinto in pista, prima. Non saprei da cosa è scaturito tutto, magari perché ultimamente io faccio schifo od ho sfiga e per lui si è riaperta la speranza di vincere il mondiale, si sta rendendo conto che non è così tanto senza speranza come ha sempre pensato.
Qualunque cosa sia, mi piace da matti e mentre esce ed affonda sempre più in me facendomi vedere le stelle, il mondo sfuma ed io non riesco più a trattenermi, torno a mordermi il labbro e giro gli occhi all’indietro inarcandomi. Gli vengo incontro a tutte le sue spinte e il trasporto è sempre più forte, tanto che finiamo tutti e due per gemere.
Da fuori penseranno che ci siamo chiusi dentro per discutere, che non usciamo più per il nostro bagno ghiacciato ristoratore perché stiamo parlando della famosa mossa, ma il mondo è sparito, in questo momento.
C’è solo lui, lui che continua a fissarmi il viso eccitato e coinvolto attraverso lo specchio e che aumenta le spinte. Lo guardo di sfuggita anche io e mi fa impazzire. Da matti. È così bello, così sexy, così incredibile ed io lo voglio così tanto, Dio... così tanto.
Quando con la mano scivola davanti ad afferrarmi il cazzo e masturbarmi, mi dà il colpo di grazia e mi libero nell’orgasmo più sentito ed intenso degli ultimi tempi. Mi piace scoparlo, ma essere scopato è un’altra cosa e spero che il mio piccolo pazzo isterico pieno di emozioni, continui su questa splendida via dove sta trovando un nuovo sé stesso e che mi scopi di nuovo.
Quando lo sento venire, sorrido di sfuggita alzandomi con la schiena; mi appoggio al suo petto ancora avvolto da quella maglietta aderente. Siamo bagnati e sudati e sicuramente gli odori che emettiamo non sono piacevoli, ma non vorrei essere in altri posti che fra le sue braccia.
Dopo che si svuota in me e che smette di tremare di piacere, così come io poco fa ho fatto, mi gira il viso con due dita e mi costringe a guardarlo. Mi lascio fare, ci guardiamo da vicino, ansimanti, ancora presi dalla violenza di ciò che abbiamo appena provato.
- Scopare dopo un litigio è il massimo, non trovi? - fa lui come se questo potesse essere la cosa più sensata da dire dopo quanto successo fra noi.
Rido e scuoto la testa.
- Sì, ma non litigherò ancora per riprovare tutto quest! Goditelo perché non intendo avere altri problemi con te!
- Ah no?
Gli tiro il labbro coi denti, mentre continua a stringermi a sé. Il suo corpo è piccolo e compatto, anche se io non sono tanto più alto di lui.
Tuttavia le sue mani grandi, il doppio delle mie che invece sono piccole, ricoprono quasi del tutto la mia guancia ed il mio mento, le dita mi carezzano il labbro e smette di ridere malizioso; gli lascio il labbro e tiro fuori la lingua abbandonandomi alla pace che finalmente provo. Lando me la prende e la succhia dando vita ad un bacio che mi mancava da matti, come l’aria.
Sto morendo di caldo e voglio ancora quel bagno gelido, ma più di tutto voglio la sua bocca e voglio che continui a stringermi così.
Non ne parleremo più e lo preferisco. Di certe cose non serve parlare.
Quel che conta è che adesso sia veramente tutto ok.