NOTE: Nel GP di Spagna 2025, Max fa l’ennesimo evidente trattamento di favore nei confronti di Charles non prendendosela a morte con lui, cosa che normalmente fa con tutti per ogni stronzata. Dopo il comunicato in cui la FIA spiega che i piloti erano d’accordo sul non dare peso al lieve contatto in gara, mi è partita la scena nella testa e detto fatto: l’ho scritta. Mentre la facevo mi dicevo ‘ok, potrei anche fare una serie coi mille modi in cui i lestappen si sono messi insieme’ e alla fine ho capito che era un’idea geniale, perché qualunque cosa facciano sti due, la mia testa produce scenari dove si mettono insieme. Così questa è la prima (traduco anche in inglese) ma non sarà di certo l’ultima. Tuttavia non so quando aggiornerò la serie che radunerà fic autoconclusive, scollegate fra loro ed in ordine non cronologico, ma con due cose in comune: i protagonisti e il fatto che in tutte si metteranno insieme. L’idea comunque è questa. Grazie dell’attenzione. Buona lettura. Baci Akane
INCIPT: Charles è diverso per Max, rispetto a chiunque altro. È ormai chiaro a tutti, tranne che a Charles il quale tarda a realizzarlo. Per fortuna arriva il GP di Spagna 2025 ad illuminarlo.
- Mi hai stupito, là dentro... - faccio sorpreso mentre mi siedo fuori dagli uffici della FIA.
- In che senso? - risponde Max sedendosi accanto a me.
- Credevo che avresti fatto di tutto per togliermi il terzo posto! - replico proseguendo al suo fianco mentre gli altri due dei nostri rispettivi team che ci hanno accompagnato, capendo che è uno dei nostri confronti personali famosi, si fanno in parte parlando fra di loro e lasciandoci la nostra privacy per quanto possibile.
- E a che pro? Tanto non l’avrei comunque ottenuto io!
- No, ma per vendicarti. Della serie o tu o non io, no?
I commissari di gara ci hanno appena sentito in relazione al lieve contatto in gara che qualche genio della Red Bull ha segnalato a fine gara, dobbiamo aspettare che decidano e che ce lo comunichino, hanno detto che non pensavano di metterci molto, perciò attendiamo qua fuori invece di andare per i fatti nostri come in certi casi si fa.
Noi ne approfittiamo per uno dei nostri Leclarifying o Maxplaining che dir si voglia. Max ride ma non è una risata derisoria, è divertito. Crede che io abbia fatto una battuta, ma resto serio a guardarlo mentre accavallo la gamba e lo fisso perplesso per fargli capire che non scherzavo. Quando lo realizza, mi guarda stupito.
- Ma per chi mi hai preso? - sbotta poi.
- Per Max Verstappen guerrafondaio che ce l’ha sempre con tutto e tutti se le cose non gli vanno bene, ed oggi non è che ti sono andate molto bene!
Max resta un leggendario istante in silenzio a ripetersi mentalmente le mie parole ed alla fine torna alla carica incrociando le braccia al petto battagliero.
- Io che faccio lo stronzo con te? Quando mai l’ho fatto?
Spalla contro spalla, lo guardo seduto accanto a me ed anche lui ricambia il mio sguardo girando il capo. Siamo entrambi stupiti. Davvero me lo chiede? Davvero non ci arriva?
- Beh, Max, vediamo se posso essere esaustivo... - comincio allora guardando in alto e scartabellando nella mia mente le mille risposte che mi assalgono, una spicca e mi sembra perfetta, così torno a guardarlo dritto negli occhi e con ironia, dico: - 2019?
Appena cito quella data lui capisce subito, ma con la sua tipica espressività di chi dice mille cose insieme, mi spinge con la spalla facendomi dondolare.
- Ma dai! - fa lui schernendomi! - Ancora quello? È una vita fa! È da anni che non lo faccio più con te!
Il contatto sia pure breve mi elettrizza immediatamente, ma mi faccio distrarre dal fatto semplice seppure non trascurabile che Max osa darmi sottilmente del visionario. Non ho le visioni!
- Sì, ma in generale lo fai con tutti! È il tuo modo di essere! - puntualizzo infatti torcendo il busto verso di lui per fissarlo ancora meglio. Poco distanti da noi, ma sufficientemente per non sentirci, i due di Ferrari e Red Bull che ci hanno accompagnato ci lanciano un’occhiata apprensiva senza comunque intervenire. Sanno tutti come bisogna fare con noi.
Lasciarci in pace.
Max non si muove dalla posa comoda a gambe larghe di prima, le sue braccia ora sono sciolte, le mani affondate dentro la tuta Red Bull abbassata alla vita come la mia: una posizione totalmente rilassata così come l’espressione divertita del suo viso dannatamente affascinante che mi fa impazzire da anni.
- Ma non con te, non contano gli altri o che nel 2019 ti ho preso la vittoria giocando sporco e che poi ho fatto di tutto per mantenere le posizioni buttandoti merda addosso durante l’incontro coi commissari.
Riassume bene a cosa mi riferisco per farmi capire che ricorda, ma questo mi indispettisce ancora di più; probabilmente i miei occhi parlano mentre lo fisso torvo e proprio mentre sto per ribattere acido nel mio tipico stile, lui interviene togliendomi la parola.
- Ormai tu sei diverso per me, lo sai bene.
Con questo mi demolisce tagliandomi completamente le gambe, la lingua si annoda e qualunque cosa stessi per dire, non mi esce più. Riprenditi Charles. Smettila di fissarlo come non ci fosse nessun altro al mondo in questo momento o capirà subito che ti piace.
Beh, non è che lui abbia detto qualcosa di normale ed è vero che con me è diverso che con chiunque altro.
Sono diverso, ma vorrei anche sapere in che modo.
- Diverso? - ma prima che me ne renda conto, un filo di voce esce dalla mia bocca fuori dal mio stesso controllo, senza che il mio cervello si fosse connesso come fa di solito. Non parlo mai senza riflettere, per questo non dico la maggior parte delle cose che penso.
Cazzo hai fatto, Charles? E ora?
E ora aspetto la sua risposta!
Max mi osserva sorpreso della mia domanda diretta ed impertinente o forse sorpreso che io non ci arrivi da solo.
- Speciale. - fa lui piano in modo da farsi sentire solo da me, come se fosse un segreto che può essere noto solo ed esclusivamente a me.
Inghiotto a vuoto, il calore mi inonda improvviso e si raduna tutto nel mio inguine. Per fortuna la tuta è sufficiente per coprirmi, è pure abbassata ed in questo modo copro abbastanza.
Ma ti pare che è il momento per eccitarsi?
Mi sento il dannato fuoco in faccia, si capirà che sono emozionato e sopraffatto?
Che cazzo faccio ora?
Non ho mai pensato che lui mi ricambiasse, ma forse mi sbagliavo o forse è ora che mi sbaglio e vedo cose che vorrei ci fossero. Sono diverso per lui, sono speciale, è vero. Ma in che modo?
- Sì, beh, speciale è un po’ vago, non trovi?
- Charles, dopo tutto questo tempo non l’hai capito ancora?
Questa domanda mi spiazza completamente, spalanco gli occhi e sto per rispondere impulsivamente come non sono mai stato, ma prima di poterlo fare la porta degli uffici della FIA davanti cui siamo seduti come fossimo dal preside per una lavata di capo, si riapre ed uno di loro spunta per chiamarci dentro per il verdetto sorprendentemente veloce, proprio come da loro annunciato.
Appena succede, Max ne approfitta ben volentieri alzandosi di scatto ed entrando per primo, resto perplesso ad osservarlo in questa strana reazione, mentre la rivelazione del secolo fa capolino per la prima volta concretamente.
Vuoi vedere che gli piaccio anche io?
La commissione ci mette poco e per una volta siamo tutti d’accordo sul fatto che non servono sanzioni per il fatto segnalato, specie alla luce del fatto che entrambi i piloti sono d’accordo sul ritenerlo niente di grave.
Sono consapevole che se Max l’avesse messa sotto un’altra luce dichiarando chissà cosa, potevano rompermi le palle ed è una cosa che comunque mi colpisce ed apprezzo. È vero, non avrebbe fatto questo per nessun altro.
Usciamo poco dopo, Max con dei documenti che riguardano l’altra sanzione, li guarda sbuffando poco felice e capisco che non è di certo il momento per approfondire l’intuizione di poco fa, specie alla luce della gente che con videocamere in spalla si precipita a filmarci mentre camminiamo insieme per il paddock appena fuori gli uffici FIA. Dietro di noi i nostri accompagnatori delle rispettive squadre rimangono indietro e parlano insieme come facciamo anche io e Max. La prima cosa da dire è ovvia e doverosa.
- Beh, è andata bene per fortuna.
- Sì, è giusto così...
- Grazie per non avermi dato contro là dentro. - faccio poi sempre fissando per terra indeciso su come muovermi ora in merito a prima.
- Ma va... - sminuisce Max guardando i suoi documenti sempre pensieroso e distratto.
Sto per dire qualcosa su quel discorso interrotto anche se non so cosa potrebbe essere visto che non siamo soli, ma appena noto la donna con la videocamera in spalla che ci corre incontro, agisco assolutamente d’impulso girandomi verso di lui.
- Ci vediamo prima di andare via?
Max colto alla sprovvista solleva lo sguardo dalle carte ed annuisce rispondendo senza connettere veramente il cervello: - Sì, certo... - ma appena capisce a scoppio ritardato a cosa ha acconsentito, che non è un classico ‘ci vediamo’ generico, saluto e scappo di corsa schivando la videocamera e lui resta là dietro inebetito. Non so cosa faccia, sinceramente, ma devo solo fare in modo di intercettarlo in qualche modo prima di andarsene.
Devo solo chiarire.
Ho avuto l’intuizione del secolo, se è vero che gli piaccio non posso lasciar perdere. Dannazione, quanto tempo abbiamo perso? E poi perché uno così diretto non si è mai fatto avanti?
Mi infilo nel mio Motorhome e mi dirigo come una scheggia nella mia stanza a cambiarmi e sistemarmi, delegando chi mi ha accompagnato dalla commissione l’arduo compito di informare Fred com’è andata e di riferirgli che ho da fare e devo scappare.
Sostenuto indirettamente da Lewis che aveva già detto che non ci sarebbe stato al briefing di oggi, avevano deciso di rimandarlo anche in virtù dell’indagine della FIA che avrebbe potuto tirar via parecchio tempo.
Perciò libero di andarmene subito, accelero sorprendentemente la mia preparazione, cosa non facile per uno come me lentissimo a sistemarsi, ma infilo al volo qualcosa addosso e scappo subito senza farmi vedere alla volta di Max e del Motorhome Red Bull.
Sicuramente non pensa che io ora mi sia trasformato in un cane da caccia che punta la sua preda senza mollarla, perciò si penserà al sicuro là nella sua stanza a cambiarsi, convinto che il mio ‘ci vediamo prima di andarcene’ fosse solo un saluto stravagante.
Eh no caro mio, ero letterale ed infatti con grandissima faccia tosta entro nella loro stazione enorme che non ha nulla da invidiare alla nostra Ferrari, saluto qualcuno che sta sbaraccando ed impacchettando robe, faccio un cenno come se fosse normale che un pilota Ferrari entri nella base Red Bull e chiedo con estrema faccia tosta: - Dov’è la stanza di Max?
Nessuna spiegazione, solo il comportamento di uno che sembra abituato ad andare nelle stanze dei piloti rivali.
Non è così, o meglio con Pierre lo faccio spesso, ma è il solo. So però che per esempio Seb si infilava spesso e volentieri in quello Mercedes a salutare tutti quanti, gira perfino un buffo video di lui che entra nell’ufficio di Toto con lui in mutande e che lo saluta senza il minimo problema.
Sii Seb, Charles. Ti ha insegnato qualcosa, no? Oltre all’educazione e alla dedizione alla causa Ferrari.
Mi ha insegnato la faccia tosta.
Dopo che mi indicano la sua stanza, ci arrivo bussando senza annunciarmi e lui dopo poco apre di scatto già brontolando, probabilmente convinto che sia qualche ignobile essere che non ha capito che è di pessimo umore.
Appena mi vede, però, si blocca con la bocca aperta pronta a latrare l’insulto che gli si ferma lì. Io sorrido sempre con la faccia tosta di prima che prende ispirazione da quella di Seb, con un cenno entro nella sua camera chiudendomela dietro. Per farlo la tiro via dalla sua mano che resta lì aperta a mezz’aria.
- Charles? - chiede forse pensando di sognare.
Io annuisco come a dire ‘sì, sono io!’ per poi fare due passi dentro il casino che regna simile al mio, mi infilo le mani nelle tasche dei pantaloni cadenti e mi metto a fissarlo, anzi ammirarlo, in attesa.
Il signorino è a torso nudo e coi jeans appena messi e devo dire che ha sviluppato un fisico di tutto rispetto con la palestra degli ultimi anni, so che non era così ben modellato, ma l’avevo già notato in alcune occasioni che le sue braccia erano straordinariamente muscolose rispetto a come le ricordavo.
Adesso ne ho conferma ed un sorrisino ironico affiora sulle mie labbra apprezzando lo spettacolo. L’unica cosa è che è bianco come la neve e quasi accecante, ma fa nulla. È bellissimo lo stesso, specie spettinato com’è in questo momento.
Si deve essere sciacquato in fretta, i capelli sono ancora bagnati e lui profuma di bagnoschiuma.
- Cosa c’è? - chiede allucinato ed incerto. Sa bene cosa c’è. Non può fare finta di nulla.
Io resto in piedi e gironzolo intorno a lui continuando a fissarlo, come se fossimo in un ring e ci studiassimo prima di attaccarci. La sensazione d’eccitazione che mi assale dalle parti basse è simile.
- Lo sai. Dobbiamo finire quel discorso di prima.
- Il colloquio con gli Stewart è finito, era assurdo toglierti il terzo posto, non l’avrei guadagnato io e non sono interessato a vendicarmi di te, cosa c’è da dire ancora?
La scarica veloce come se non fosse niente di che, ma io scuoto la testa stringendo la bocca con disappunto.
- No, no, non è questo di cui dovevamo parlare. - faccio infatti. Max spalanca i suoi begli occhi blu e afferra la maglia che aveva preparato, ma prima che possa indossarla piego il capo e lo osservo precisando: - In che senso sono speciale per te, Max? Non è da te non attaccare qualcuno e rovinargli la gara se la tua è andata in vacca. A te piace rompere le palle agli altri, ti fa sentire meglio.
Max stava per mettersi la maglietta nera aderente, ma allarga le braccia infervorandosi. Com’è facile da manipolare.
- Ma ancora? Non con te, Charles! Pensavo di essere stato chiaro!
- Sì, ed hai detto che sono diverso perché sono speciale, per questo non vuoi più rovinarmi le gare come una volta. - faccio poi avvicinandomi sempre con le mani in tasca ed un atteggiamento languido. Mi lecco le labbra osservando il suo torace nudo e candido, mi soffermo sui suoi capezzoli. Me lo sto praticamente mangiando con gli occhi e lo faccio senza scrupoli.
Se è vero che anche lui prova lo stesso che provo io, non ho ragione per trattenermi come ho sempre fatto.
- Ed io ti ho chiesto in che senso sono speciale. - gli ricordo. Faccio un altro passo verso di lui, calmo e sinuoso, lui si fa indietro, ma finisce appoggiato alla scrivania piena di cianfrusaglie da radunare.
- E tu mi hai detto ‘dopo tutto questo tempo non ci sei arrivato?’ - sussurro piano, deliberatamente sensuale. Arrivo a sfiorargli il corpo e mi fermo un istante prima di toccarlo realmente. Lui è rigido e teso, vedo i muscoli del suo corpo che si tirano, le mani stringono il bordo del tavolo su cui è appoggiato, la maglietta accartocciata sotto il palmo.
Inghiotte a vuoto ripetutamente, contrae la mascella.
- A cosa non sono arrivato?
Max spalanca gli occhi meravigliosi che si ritrova.
- Charles, dopo tutto questo tempo ne vuoi parlare ora?
- Proprio perché è tutto questo tempo, credo sia ora, non trovi? - sussurro basso e suadente, ora annullo la distanza che rimaneva e lo tocco con le gambe ed il bacino, siamo entrambi caldi, le mie mani sono fuori dalle tasche, ma restano lungo i fianchi, non lo tocco ancora e lui è qua fermo rigido davanti a me, la schiena dritta, non respira nemmeno. Mi fissa e sono così vicini ora i nostri visi.
- Perché Charles? - chiede ancora. Sto per rispondergli come ho appena fatto, ma lui turbato aggiunge: - Perché hai fatto di tutto per nascondere ciò che provavi per me?
Questo è come uno schiaffo in faccia e mi irrigidisco, smetto di fare il sensuale e di flirtare con lui per guardarlo meravigliato cadendo dalle nuvole.
- Io?
Max annuisce.
- Hai aspettato che mettessi su famiglia, Charles! Non potevi muoverti prima e farti avanti?
- Beh, se mi avessi fatto capire che ti piacevo magari l’avrei fatto.
E niente, a quanto pare le vecchie abitudini sono dure a morire.
Ci guardiamo indispettiti, entrambi convinti come sempre d’avere ragione. Come abbiamo fatto per anni a non saltarci più al collo e a trovare sempre un punto d’incontro?
Siamo passati dall’odiarci e provare a buttarci fuori pista, al fare in modo di non rovinare mai più la gara uno dell’altro, non intenzionalmente e nel caso a scusarci sempre e spiegarci. Come fosse importantissimo, ad un certo punto, mantenere un bel rapporto. Ma perché? Ci eravamo sempre odiati e fregati uno dell’altro.
Ma ad un certo punto ha iniziato a piacermi ed ho smesso di fare lo stronzo e lui di conseguenza non l’ha più fatto a sua volta.
Forse gli è successo la stessa cosa, gli piacevo e non ha più fatto lo stronzo con me per questo, ma come abbiamo fatto a non capirci mai sul serio?
- Non è tardi. - dico poi deciso. Con le mani striscio sul suo petto e lo carezzo, il contatto lo fa scattare e trattenere il fiato, sento che muore sotto le mie dita e sto morendo anche io mentre lo tocco.
L’eccitazione corre, il desiderio, la felicità. Non uscirò da questa stanza senza averlo baciato.
- Sì che lo è.
- Dimmi cosa provi. - sussurro avvicinando la bocca alla sua, le mani salgono a carezzargli il collo, Max socchiude gli occhi e fatica a non chiuderli ma riesce a tenerli aperti, concentrato, corrucciato, scontroso.
- Non posso.
- Perché?
- Perché non ha senso dirti che ti amo e che sono pazzo di te e che ti desidero da morire se non posso baciarti e stringerti.
La gioia scorre incontrollabile, mi sembra di essere ubriaco, ma sono lucido e sano e non ricordo di essere mai stato così felice. Le mani salgono sul suo viso, lo prendo fra di esse e lo carezzo fermandolo davanti a me, le sue sono ancora inchiodate al tavolo su cui appoggia, rigido, immobile, mentre mi spalmo letteralmente su di lui.
- E perché no?
- Perché sto con Kelly, ho una figlia...
Le nostre labbra ora parlano respirandosi a vicenda, quasi si toccano, piego la testa di lato per avere già l’accesso perfetto per baciarlo.
- Ma ormai l’hai già tradita, perché anche se non mi baciassi e non mi stringessi, me l’hai detto.
Sono certo che non sia un errore di calcolo, che sapeva perfettamente che me lo stava dicendo. Max si morde il labbro mentre le mie si posano sulla sua guancia dove c’è un po’ di barba a renderlo più affascinante che mai. Lui non si ribella, lo bacio lieve e scivolo all’angolo della sua bocca.
- E comunque provi per lei quel che provi per me?
A questa domanda lui non ha dubbi, scuote la testa e così gli lecco l’angolo della bocca che resta chiusa ancora un po’. Con le mani scendo sulla sua schiena, lo carezzo, arrivo alla zona lombare, ora non lo tengo fermo, potrebbe girarsi, ma resta qua a farsi leccare da me, a farsi carezzare.
- Lo stai già facendo, perciò smettiamola di prenderci tutti per il culo, i sentimenti ed i desideri sono già tradimento. Tanto vale essere felice e soddisfarci, no?
Ma come sono abile a manipolare e sedurre. Penso che se ci fosse un premio per queste categorie lo vincerei io.
Appena lo dico, Max mi prende improvviso per i fianchi e mi tira ancor di più contro di sé, come se non fossi già abbastanza spalmato su di lui. La presa scivola sul mio culo che afferra per bene ed infine gira la testa verso la mia bocca, apre la sua e prende affamato la mia lingua succhiandomela. Io gliela concedo tutta ed il paradiso esplode in mille fuochi caldi e splendidi.
Continuiamo ad abbracciarci e carezzarci stringendoci e quando è soddisfatto del sapore della mia lingua che sa di qualche bevanda energetica come la sua, aderiamo le nostre bocche che si fondono e approfondiamo il bacio tanto agognato.
Un bacio atteso da anni. Un bacio che farò in modo non sia l’ultimo ma solo il primo di una lunga serie.
Che teste di cazzo che siamo stati.
Grandissime atroci teste di cazzo. Ma suppongo che quel che conta, alla fine, sia arrivare al traguardo.