NOTE: la fic fa parte della serie ’Mille modi di mettersi insieme’, sono fic autoconclusive e scollegate fra loro sui lestappen. Questa si colloca in Monaco e Austria 2025 ed ha un collaboratore speciale, Gabriel Bortoleto. Avendo notato che a Monaco Max sembra flirtare con Gabriel e vedendo la scia che gli dà poi in Austria volontariamente, ho pensato ‘e bravo, così fai ingelosire Charles’ e così detto fatto. Breve e senza pretese. Buona lettura. Baci Akane
INCIPT: Max le pensa tutte per far ingelosire Charles e mettersi con lui, arriva anche ad usare il povero Gabriel che ha una cotta per lui. Ma in guerra ed in amore tutto è lecito. 

NON DIRE CAGATE

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Che Gabriel è gay è assodato, così come che ha una cotta colossale per Hulk, il suo compagno di squadra. Ma è altrettanto evidente che si farebbe dare una botta pure da me, se ci fosse l’occasione. 
Il problema è che io la botta la voglio dare solo a Charles, se solo lo scemo se ne accorgesse. Sono sicuro che anche lui lo vuole e ci starebbe, ma è ancora troppo rigido su certe cose, insomma gli ci vuole una spinta; ormai siamo pronti tutti e due, lo vogliamo, ne siamo consapevoli ma io fra i due sono sempre stato quello che si buttava senza problemi sulle cose, mentre lui assolutamente no, sai quanto deve pensare lui prima di fare qualcosa? 
Ebbene adesso siamo sul punto di, ma c’è sempre qualcosa che lo frena ed ora mi sono rotto le palle. 
Quella fottuta spinta gliela darò io. Anzi, due gliene darò. 
Uno per spingerlo a saltarmi addosso e l’altra per fottermelo. 
E Gabriel sarà quella spinta. Vedi mai che poi finisco pure per aiutarlo con Hulk. 
No, non intendo farmelo, so che mi scaverei la fossa, mi basterà flirtare un po’ alla prima occasione utile davanti a Charles o alle telecamere. 

La press di Monaco è stata perfetta, se l’avessi progettata non mi sarebbe riuscita così bene. Non ho fatto niente di speciale, ma eravamo insieme ad Alex e seduti vicino ed è risaputo che sono molto bravo a scherzare con chiunque mi capiti a tiro, sono una persona allegra se non mi fanno incazzare.
Ero particolarmente concentrato su Gabriel che non si è fatto sfuggire, davanti ai media, l’occasione per ricambiare sia le battute che i contatti, proprio come mi immaginavo e speravo. 
Queste immagini devono per forza essere arrivate a Charles, deve averle viste dannazione. Ci sarà qualcuno che le proporrà a ripetizione, no?
Gabriel è perfetto per questo ruolo, ci starebbe subito e non aspetta altro. È un libro aperto e oltretutto non ha paura di buttarsi, perciò è facile usarlo per certe cose, anche se non intendo andare oltre, naturalmente. 

Per tutto Monaco aspetto impaziente la reazione di Charles cercandolo con lo sguardo ed appiccicandomi a lui appena posso, lui mi accoglie con un gran sorriso e accetta la mia compagnia per tutto il tempo, sia prima della parata, sia durante, che dopo. Siamo sempre insieme e parliamo ridendo e scherzando come al solito e da qui capisco che non ha visto un cazzo di quello che ho fatto con Gabriel. Porca troia, devo essere più esplicito e sfacciato, ma ho paura che se lo sono poi ottengo l’effetto opposto. Charles è particolare, è permaloso, è una principessa, non posso stuzzicarlo troppo, c’è una misura giusta e quella misura è una gran rottura di coglioni. 
Potrei anche semplicemente baciarlo in un angolo, però il rischio che mi respinga c’è. Deve essere anche lui ben lanciato nei miei confronti. 
Maledetto Charles! Perché non sei geloso di me? È impossibile che tu non lo sia, cazzo! 
Ma non mollo, sai? 
Oggi non è andata, la farò andare un’altra volta, troverò il momento e ne approfitterò finché non otterrò ciò che  voglio. 

Un altro momento si presenta durante le qualifiche dell’Austria, quando il mio giro cronometrato va a puttane ma vedendo dietro di me Gabriel che sopraggiunge, mi viene giusto un’idea al volo. Non esito ad applicarla e gli do palesemente la scia tramite cui poi lui fa un’ottimo piazzamento. 
Già prevedo i complimenti davanti ai microfoni, le domande, i sorrisi, gli sguardi sognanti di Gabriel e la gelosia fottuta di Charles. Deve, deve esserci questa volta. Cazzo. 

Ho sottolineato come uno stronzo in tutti i modi che ho dato la scia a Gabriel di proposito, non è una cosa da me e lo sanno tutti, per questo sono tutti sorpresi. Charles sembra non farci caso o se lo fa, lo maschera come sempre molto bene, ma quando mi si presenta un’altra occasione, non la perdo e cogliendola al volo cingo con un braccio Gabriel quando viene a ringraziarmi come si deve per il piccolo importante aiuto. 
Lui non aspettava che una scusa per spalmarsi su di me e va bene così perché questa volta Charles ci vede. Il mio adorabile futuro fidanzato cammina dietro di noi mentre passa dall’area media, dove eravamo tutti, alla sala delle conferenze dove sta andando insieme a Lando ed Oscar in quanto primi tre piazzati per la gara di domani,
Non so che faccia abbia, ma so per certo che questa volta mi vede e così ridendo più forte di quel che servirebbe, sparo un acuto: - I ringraziamenti li apprezzo, ma apprezzo di più una cena pagata!
Gabriel probabilmente non poteva sperare in meglio e quando gli dico questo, coglie subito senza farsi pregare. 
- Ovviamente! Anche stasera se sei libero! 
Piego la testa di lato fingendo di avere impegni, sarebbe plausibile, ma non è vero. O meglio, spero di averlo. 
- Stasera purtroppo sono impegnato, domani dopo la gara però ci conto! 
Il mio impegno si chiama Charles e mi sta dietro, attualmente. 
Spero pure che mi stia distruggendo con lo sguardo a lama affilata. 
Lancio un’occhiata veloce alle nostre spalle e lo vedo giusto ora svoltare e staccarsi da noi. 
Mi ha sentito, eccome se mi ha sentito. 
- Dai scherzo Gabriel, non importa, l’ho fatto volentieri. Non serve che mi ripaghi. 
Quando so che Charles non mi sente, riporto tutto a posto onde evitare casini. Non vorrei che poi Gabriel si illudesse davvero, potrebbe effettivamente farsi avanti se andassimo a cena soli. 
Lui cerca di rimanere aggrappato a questa serata, ma io declino con sorprendente gentilezza. Charles non deve saperlo, deve pensare che io e lui saremo a cena e tutto sarà perfetto. 

- Ed il tuo impegno? - la sua voce mi raggiunge acida come uno yogurt andato a male. 
Prima di girarmi faccio un ghigno fottutamente soddisfatto che maschero con una finta innocenza mentre mi volto verso di lui, rallentando e facendomi affiancare. 
- Eh? - Charles mi raggiunge camminando da solo per il corridoio; non è una cosa casuale, ho fatto in modo che succedesse, ovviamente. 
Mi bastava un momento, anche solo brevissimo, per costatare che finalmente il mio malefico piano geniale ha avuto l’effetto che volevo. 
Da come Charles mi fissa sottile e omicida, direi che ho avuto successo. 
- Non eri impegnato stasera? Per questo hai rimandato a domani la cena di pagamento con Gabriel! 
Lo specifica con una cura maniacale, dentro di me salto di gioia.
Cazzo, ce l’ho fatta! Allora è vero che gli piaccio! Lo sapevo, cazzo!
Gli sorrido fingendo ancora di non capire a che si riferisce per poi ricordarlo come se non fosse niente di che. 
- Oh, quello! Sì avevo un impegno ma è saltato... 
Arriviamo insieme all’ascensore che si apre ed entriamo insieme. Le camere dei piloti di solito sono nello stesso piano, l’ultimo, dove ci sono le suite o comunque le stanze migliori. 
Può capitare che i piloti prendano hotel diversi, ma solitamente quelli gettonati sono sempre gli stessi. Nel mio caso è l’ennesima cosa che faccio accadere. So dove va Charles. Va dove è andato l’anno scorso e tutti gli anni precedenti. Non ci vuole un genio. 
L’ascensore sale lentamente mentre io mi sento al settimo cielo.
Charles è chiaramente geloso. 
- Tu che dai una scia ad uno qualunque, eh? Stai proprio invecchiando! 
Non la tira piano, la stoccata, anzi. È piuttosto feroce. Scoppio a ridere gettando la testa all’indietro e lui mi fissa ancora con quell’aria acida e velenosa che amo particolarmente. 
- Perché, ti ha dato fastidio? - ma io so precisamente dove voglio portarlo e non perderò di certo l’occasione, perciò dopo la risata mi giro verso di lui e malizioso punto dritto al centro. 
Charles impreparato a questa provocazione, mi guarda sorpreso. 
- Eh? No, perché? - ma è totalmente a disagio, in altre parole l’ho scoperto in pieno e così il sorrisino si accentua malefico sulla mia faccia. 
Alzo le spalle. 
- Mi sembravi geloso! 
Non le mando a dire, devo sbrigarmi. L’ascensore arriva a destinazione, le porte si aprono e lui schizza fuori con aria spiritata, rosso in viso. 
- Non dire cagate, perché dovrei? 
Scappa a gambe levate, il piccolo stronzo, ma io gli vado subito dietro senza mollare l’osso. Figurati se posso arrendermi, non è mai successo in vita mia! 
Non credo proprio che te la farò passare liscia, non pensarci minimamente. 
Charles accelera verso la sua camera, che è totalmente lontana dalla mia, ma lo seguo come se fossimo vicini. Il mio quasi ragazzo si accorge subito che lo seguo, così arrivato alla sua porta si ferma e mi guarda spalancando gli occhi carico di imbarazzo. 
- Che hai ora? 
Io alzo le spalle, le mani nelle tasche come niente fosse. 
- Niente, non mi hai risposto! 
Charles gioca con la sua chiave magnetica. 
- Certo che l’ho fatto! Ho detto non dire cagate! 
- Quella non era una risposta! 
Mentre parliamo lui è agitato e nervoso ed io invece assolutamente a mio agio e mi avvicino di volta in volta impercettibilmente, quando lo sfioro col mio corpo se ne accorge e mentre sta per ribattere, si morde la bocca col cervello finalmente che si spegne. 
- E cos’era? - fa dopo un attimo ad annaspare e cercare il filo del discorso perso. 
- Una fuga. - rispondo sicuro. 
- Una fuga? E da cosa scapperei, sentiamo? - cerca di fare lo spaccone e fingersi rilassato e divertito, ma il suo corpo intero è totalmente in tensione e per una volta non nasconde per niente il suo stato d’animo in subbuglio. I suoi occhi splendidi e verdi parlano anche qua alla luce tenue di questo corridoio di sera. 
La sua porta ancora chiusa, la chiave ancora fra le dita, il mio corpo lo sta per toccare, mentre le mie mani restano nelle tasche e la mia posa è rilassata. 
- Da me. 
Charles fa una risatina patetica che gli riesce male, non è per niente derisoria come sperava che fosse. 
- Da te? - è grottesco. Lo adoro! 
- Sì, da me e da questa gelosia che ti si legge in faccia a carattere cubitali. 
E qua, proprio qua, con questo mio attacco diretto e senza scampo, Charles trattiene il fiato rigido, per un istante si chiede come gestire la situazione, negare nonostante le evidenze oppure cedere? Ma non gli faccio trovare la risposta, perché lo conosco e so che sceglierebbe la prima opzione, così mentre lui si limita a ripetere un testardo: - non dire cagate! - come prima, che è come un tappeto rosso steso davanti a me, faccio il mezzo passo che rimaneva, gli prendo il viso con una mano e tenendolo fermo, premo la bocca sulla sua. 
Charles poteva rimanere duro e respingermi, girare la testa, spingermi, scappare, fare tante cose. Ma rimane qua a farsi baciare da me e dopo un primo momento dove mi limito a succhiargli il labbro, mi infilo con la lingua nella sua bocca morbida e non ci metto molto a trovare la sua che mi viene incontro. 
Una specie di risposta di riflesso. 
Eppure so che se io fossi stato chiunque altro non avrebbe di sicuro reagito così. 
Mentre lo penso, lo spingo con sicurezza sulla porta alle sue spalle, Charles si lascia fare, la chiave gli cade e mi prende per i fianchi, piega la testa di lato e risponde attivamente al bacio, più di prima. 
La mia mano scivola sulla sua nuca tenendolo ancor più fermo, l’altra scende prepotentemente sul suo culo che finalmente posso toccare. Charles non si oppone, fa un mugolio contro la mia bocca a cui rispondo febbrile staccandomi di poco: - Non mi fai entrare? 
Charles appoggia la fronte alla mia e apre a stento gli occhi, quando mi mette a fuoco e realizza il senso della mia domanda, è come se tornasse in sé ed il dovere prende il posto della voglia. 
- Stasera direi che non è proprio il caso. 
- E perché no? - chiedo senza capire, il mio di dovere è solo verso il mio uccello che ora preme contro il suo nelle mie stesse condizioni pietose. 
- Perché domani abbiamo una gara! 
Con questo Charles torna realmente in sé e mi spinge poco dolcemente per poter recuperare la chiave che gli era caduta, per un istante contemplo l’idea di approfittare e aprirmi la zip, ma quando si alza troppo in fretta per poterlo fare, i suoi occhi fiammeggiano ricordando un dettaglio che avevo dimenticato. 
- E comunque tu hai un certo impegno, domani, dopo la gara! 
L’acidità è tornata a pieno regime e a momenti scioglie l’albergo intero, ma non riesco a trattenere la risata. 
- Allora sei davvero geloso! Meno male, ero preoccupato che non ti fottesse niente di me, non sapevo più come fare per... 
Ma Charles apre la porta e mentre lo seguo a ruota mi ferma con una mano sul petto, bloccandomi dove sono. 
Lo sguardo perforante ed agghiacciante. 
- E visto che hai usato il povero Gabriel per farmi ingelosire, penserai al motivo per cui questo non va bene anche domani dopo la gara! 
Realizzando il reale significato di questa risposta di merda, impallidisco e lui mi spinge e mi chiude la porta in faccia sul mio: - Ehi aspetta un momento! - che non finisco. 
Busso e lo chiamo, ma lui non dà cenni di impietosirsi, anzi, mi scrive un messaggio. 
‘Vattene e piantala, se vuoi baciarmi di nuovo!’
Con questo la mia mano smette immediatamente di battere sul legno e fisso il cellulare e poi la porta come se fossi in un incubo. Poi col mio tipico secondo treno, realizzo ciò che conta. 
‘Significa che ci baceremo di nuovo?’ 
‘Se non userai più nessuno per farmi ingelosire’ 
‘Te lo giuro’
Ma so che non mi crede. 
‘Vedremo’. 
Io rido e sollevato mollo la presa. Per stanotte. 
Tanto ho comunque già vinto, in pratica! 
Finalmente ha ceduto, il resto sono solo dettagli. Quel che conta è che adesso stiamo insieme, perché è questo che è successo. 
Ci siamo messi insieme. Era ora. 

Non potevo certo prevedere che Gabriel sarebbe arrivato in zona punti facendo una splendida gara per cui è così su di giri da abbracciami appena mi incontra nell’area media. Ci riprendono tutti e non contento il dolce Gabriel spiega in lungo ed in largo il nostro rapporto, ovvero che ci conosciamo da qualche anno perché gli ho dato un paio di consigli utili quando era nelle categorie inferiori e che ci conosciamo bene perché giochiamo entrambi negli stessi videogame.
Ok, volevo far ingelosire Charles per spingerlo fra le mie braccia, ma così rischio di farlo pure scappare infuriato. 
Ora che ho attivato il caro brasiliano, come diavolo lo spengo? 
‘Torniamo insieme? Guarda che ti aspetto’
Gli scrivo per assicurarmi che siamo ancora d’accordo, potrebbe anche non aver visto quel che è successo, sarà stato impegnato, no? Mica avrà visto e sentito, vero? Vero? 
‘Fottiti Gabriel!’
Ed eccolo lì. È appena iniziata e già me la fa sudare, la scopata. Proprio come mi aspettavo. Quel famoso confine che sapevo essere sottile, è dannatamente trasparente, ma va bene così, mi piacciono le sfide e sicuramente non ce ne sono di migliori di lui. 
‘So che sei cotto di me.’
‘Non dire cagate.’
‘Ti aspetto.’
‘Crepa.’