15. IN CERCA DI EMOZIONI
/Charles/
“L’immagine della sua bocca carnosa che si avvicina alla mia è incisa nella mente. Per un momento sono rimasto imbambolato come un coglione, mi sono svegliato all’ultimo con un grido nel cervello che mi diceva ‘CHARLES CHE CAZZO FAI?’ e mi sono allontanato di riflesso. Era quasi arrivato a me.
Ma che diavolo gli era preso? Io sono così shoccato che non riesco nemmeno a pensare anche al mezzo litigio successivo.
Ho il cuore in gola come uno stupido adolescente. Gli ho pure fatto la radiografia delle labbra. Che sono piuttosto carnose per essere di un ragazzo. E rosse. Non sempre hanno quel colore, le sue sì.
Forse voleva solo prendermi per il culo, vendicarsi perché pensava l’avessi spiato. Vai tu a capire che cazzo gli passa per la testa, quello è pazzo, siamo troppo diversi, non potrò mai comprendere nemmeno una delle sue azioni. È un alieno, ecco cos’è.
Però sono fermo appoggiato alla porta della mia camera, in piedi, al buio. Il cuore va ancora esageratamente veloce e sto respirando volutamente a fondo per calmarmi, ma non ci riesco bene.
Che senso ha cercare di baciare qualcuno per punirlo di qualche presunta anche se non reale colpa?
Forse è il suo modo di reagire quando litiga con Daniel. Che cazzo ne posso sapere io di cosa fa normalmente? Appena l’ho nominato è diventato una bestia, ma è lecito pensarlo. Litiga con lui e prova a baciarmi. Se non è per quello doveva essere più chiaro ed esplicito. Se si metteva a ridere e fare battute magari capivo che scherzava. Avrei detto scherzo di merda, gli avrei fatto una battuta acidissima e l’avrei chiuso fuori dalla mia vita di nuovo, non che io l’abbia mai fatto entrare in realtà, ma oggi ero su di giri e così ho semplicemente agito istintivamente.
Oggi siamo stati bene perché non ero in me, era colpa mia. Evidentemente è solo uno stronzo psicopatico come ho sempre pensato, provare a capirlo è inutile.
‘Non sai un cazzo di me!’
La sua voce mi torna in mente, le sue parole mi rimbombano roche e dure mentre sto ancora qua fermo al buio sulla porta.
‘Sei tu che hai provato a baciare me. Io se sto con qualcuno non tento di baciare qualcun altro!’
Dovevo rispondergli così, ma poi perché? Discuti con qualcuno se ti interessa risolvere, chiarire e sistemare le cose. A me non interessa. Il mio essere su di giri è bruscamente stato spazzato via, adesso sono di nuovo in me. Normale, razionale, che non vuole niente da certa gente, specie averci a che fare.
Alzo la mano di lato e cerco l’interruttore ma prima di trovarlo strisciando sul muro mi rendo conto che tremo. Tremo per cosa?
Così mi fermo e resto al buio.
Non ero tornato in me?
Mi muovo verso il letto che intravedo nella penombra, le luci della città notturna entrano dalle finestre di cui solo i vetri sono chiusi. Mi siedo sul letto rivolto verso quelle luci e penso a poco fa come se alla fine fosse realmente successo qualcosa.
Qualcosa che non voglio capire perché non voglio che mi piaccia. O perché non è andata come volevo.
Se mi avesse baciato davvero? Forse giocava, ma se non mi spostavo cosa sarebbe successo? Mi avrebbe baciato veramente? E come sarebbe stato?
La mia mente trasmette una fantasia che non riesco a comandare, va per conto proprio. Ogni cosa va per conto proprio, mentre immagino di rimanere fermo lì e ricevere quelle labbra straordinariamente morbide per essere di un uomo. Le nostre che si intrecciano, le lingue che si incontrano e il suo sapore che si mescola al mio. E lui che mi prende per la nuca e mi tira dentro in camera sua aperta lì per me.
Lui che mi conduce sul suo letto e mi fa stendere sopra, mentre ci penso mi lascio cadere all’indietro sul mio. Nell’immaginare le sue mani che scorrono sul mio corpo lo faccio su di me senza controllarmi.
Le sue arrivano senza esitare sul mio inguine, mi apre i pantaloni, si infila dentro i boxer, mi afferra l’erezione e me la tira fuori. Mi masturba senza imbarazzo, non esita un istante mentre ancora ci baciamo ed io faccio altrettanto con lui, gli apro i jeans e glielo tiro fuori toccandolo alla stessa maniera e finisce che si strofina su di me, mi fa sentire il suo duro contro il mio fino a mandarmi fuori di testa e con la lingua scende sul collo a leccare e succhiare lì dove sono sensibile e non arrivo al resto perché vengo prima, qua e ora.
Il resto si dissolve prima di arrivarci, ma lui non si fermerebbe lì. Oh, no che non si fermerebbe. Mi spoglierebbe e mi prenderebbe completamente, o ci proverebbe, perché col cazzo che gli farei fare tutto quel che vuole.
Immaginando i nostri ruoli a letto un ghigno affiora sulle mie labbra che mi succhio avido come se avessi le sue fra le mie.
Non ti farei fare tutto quel cazzo che vuoi, caro Max, perché tu vai messo al tuo posto. Ti servono delle lezioni per smettere di gasarti troppo e non montarti la testa.
Alzo la mano dopo essermi liberato nel piacere, guardo nel buio della stanza a cui i miei occhi ormai sono abituati, intravedo lo sperma viscido e col cuore ancora che va a mille, io tutto sudato come se l’avessi fatto sul serio con lui, lascio cadere il braccio di lato avendo attenzione a non sporcare le coperte.
Dannazione, ti sei bevuto il cervello, Charles?
Forse hai bisogno di un ragazzo?
Insomma, ho fatto certe cose con Pierre perché i miei istinti ormai stanno venendo fuori e credo che a questo punto sia chiaro. Sono gay. O per lo meno mi piacciono anche i ragazzi ed in questo preciso momento della mia vita ne voglio. Sono in quella fase, magari un giorno passerà e tornerò a preferire le ragazze, ma per il momento è così.
Fasi, sì. È solo una fase, ma non rovinerò mai le cose con Pierre solo per questo, siamo troppo amici. Voglio dire, potrei farlo senza problemi con lui, è evidente, ma poi ho paura che si rovinerebbe qualcosa e non voglio. È prezioso così com’è.
Max è solo uno su cui ho avuto una fantasia erotica, forse me lo farei, ma il problema è che appena apre bocca mi irrita e litighiamo, magari non sempre, non al 100 % delle volte, ma prima o poi succede sempre. Abbastanza in fretta, per la verità.
E quindi?
Ho voglia di andare con un ragazzo per motivi a me ignoti, perché sì, perché non c’è sempre un motivo per volere qualcosa o qualcuno. A volte lo vuoi e basta e forse ci metti un po’ a capirlo, ma prima o poi ci arrivi. Ma alla fine conta ciò che fai nella realtà e la mia è che non ci penso minimamente ad andare col primo che capita.
Intanto perché anche se sono circondato da un sacco di ragazzi, Pierre e Max sono stati gli unici con cui io abbia provato o voluto, significa che non mi sta bene chiunque. E poi perché sono esigente. So di esserlo. Non credo di essere tipo da una botta e via squallida con uno scelto su una di quelle app del cazzo o chissà chi incontrato chissà dove.
Adesso torno in me.
Pensavo di esserlo già, ma mi sbagliavo.
Basterà comunque ignorare Max e stargli lontano. A prescindere da tutto sta con Daniel; anche se volessi provare per togliermi lo sfizio con quella che tanto alla seconda volta litigheremmo e ci scanneremmo, sta con Daniel, una persona meravigliosa di cui sono anche amico e non ci tengo a ferirlo.
E comunque penso che faremmo a pugni per chi sta sopra.
È stronzo e lo odio, non c’è proprio modo per fare questa cosa, perciò se mai incontrerò qualcun altro in grado di accendere i miei ritardati istinti sessuali omoerotici, spero che sia libero e nemmeno mio amico.
Ognuno ha i suoi ruoli, l’avevo già detto e lo ribadisco con estrema convinzione.
Pierre è il mio migliore amico, Max il mio rivale. Non possono essere altro.
Adesso fatti una doccia fredda e calmati. Anche se devo dire che ora dopo questo bel trattamento solitario sto straordinariamente meglio, sono molto più calmo.
Devo ricordarmi questo metodo. Se mi sembra di stare per impazzire con troppi istinti inappropriati, una mano è momentaneamente sufficiente.
Arrivo al bagno pensando a questo e accendo finalmente la luce che mi dà un po’ fastidio, apro il rubinetto della doccia che lascio volutamente tiepido tendente al freddo, poi mi giro verso lo specchio e prima di spogliarmi mi guardo.
Sì, ma quanto penso che mi basterà questa soluzione momentanea? E se torno in queste condizioni di arrapato allucinato che a momenti salto addosso a Pierre o peggio a Max?
Il fatto che io sia in queste condizioni nonostante Giada dimostra esattamente quel che è piuttosto ovvio. Non è una questione di sesso in generale, ho una voglia specifica che non posso soddisfare. La mia mano è un palliativo e un giorno non basterà.
Ma come diavolo si fa ad avere una voglia simile così improvvisamente? Da quando sono morti papà e Jules ho vissuto come in un sogno costante, ma non di quelli belli. Non era nemmeno un sogno. È solo che ero costantemente nella nebbia e non riuscivo né a stare bene, né male. Perciò quando mi capitavano emozioni potenti, belle o brutte che fossero, mi ritrovavo improvvisamente sveglio e a non saper gestire queste emozioni. E fin qua va bene. Magari devo solo trovare una valvola di sfogo normale o qualcosa che mi scuota.
Ma il punto sono le mie reazioni in quei momenti di brusco risveglio.
Perché il sesso? Perché specificamente con un ragazzo, fra l’altro nemmeno casuale?
Non riesco a trovare risposte e come al solito penso troppo senza riuscire a fermarmi.
Magari basta che mi distragga. Devo mettermi a fare altre cose, trovare hobby, passatempi, distrazioni. Finora è sempre stato tutto incentrato sulle corse per arrivare là dove volevo. Dovevo realizzare le promesse solenni che avevo fatto a papà e Jules, adesso che ho firmato con la Ferrari e che ci sono, forse mi posso calmare o impazzirò davvero. Un giorno finirò per fare qualcosa di cui mi pentirò da matti, come baciare sul serio Max.
Perciò devo trovare qualcos’altro che mi distragga da questi strani risvegli brutali e da queste voglie così maledettamente specifiche. Più che altro devo trovare qualcosa che non mi faccia arrivare a questi livelli.
È come se io non mi fossi mai concesso di vivere l’adolescenza come tutti perché pensavo ai doveri e ai sogni e alla carriera e alle promesse. Avevo altro a cui pensare e non potevo concedermi niente che mi distraesse, prendevo tutto super seriamente, come fosse questione di vita o di morte, specie le gare.
Ora invece ho bruscamente realizzato che le tappe che ho soffocato sono ancora lì e necessitano di essere vissute; oltretutto non servono a un cazzo le ragazze, in questo momento.
Abbasso ulteriormente il livello dell’acqua che mi ricopre e mi dà un immediato shock per poi darmi sollievo mentale e schiarirmi le idee improvvisamente.
Mi passo le mani a coppa sul viso lasciando stare i capelli che non bagno.
Ok, bella analisi giusta, completa e lucidissima, ma non serve comunque ad un cazzo sapere che avrei dovuto rendermi conto prima di essere gay e che volevo andare coi ragazzi e vivere la mia adolescenza in modo normale. Anche se adesso so che voglio fare una cosa o ne ho bisogno non è che la faccio perché sì.
Non sono un bambino e nemmeno un adolescente, quel tempo è andato, non l’ho vissuto ma io sono comunque cresciuto. Sono un ragazzo di ventun anni, ormai sono adulto. Le cose si fanno se si può, altrimenti si archivia e si passa oltre.
Chiudo il rubinetto e mi appoggio l’asciugamano sul viso e sul petto rimanendo per un momento così, con gli occhi chiusi.
Farò altro, semplicemente. Altre cose, proprio come dicevo prima. Mi distrarrò e cercherò di vivere senza rimanere in un costante sogno nebbioso. Cercherò di rimanere sempre sveglio e cercherò le emozioni per viverle normalmente, senza farmi sconvolgere quando ogni tanto mi investono quelle troppo forti che poi mi distruggono.
Ecco cosa farò.
Invece di scappare dalle emozioni o di soffocarle, le cercherò per viverle e abituarmici.
Lascio l’asciugamano in bagno ed esco tornando in camera, abbasso le serrande lasciando qualche spiraglio da cui domani mattina entrerà un po’ di luce e vado a letto così come sono, completamente nudo. Senza accendere la luce mi butto sul materasso aprendo le coperte, mi giro e mi lascio addormentare lentamente pensando al concetto finale che mi è venuto in mente.
Come si vive di emozioni? Mentre me lo chiedo, il viso allegro e piacevole di Pierre mi affiora ed un sorriso dolce con esso.
Se c’è qualcuno che lo sa, è sicuramente lui. Ma non gli dirò di Max. Il prossimo anno sarà suo compagno ed è un chiacchierone, non sa tenere la bocca chiusa. Finirebbe sicuramente per dirgli qualcosa che non deve.
No, questa cosa di stasera con lui e di tutte le mie paturnie assurde, non gliele dirò. Che ho voglia di soddisfare i miei istinti con i ragazzi magari sì, non c’è niente di male per quello.
Ma di Max no, decisamente no.
Pensandolo, mi addormento.
Sono ancora a rotolarmi fra le lenzuola con Max con cui ho rigorosamente fatto l’attivo, che un rumore si insinua nei miei sogni. Un rumore che stona perché non proviene da dentro la mia testa, ma da fuori.
La mia coscienza riemerge e le immagini ripetute del sesso più selvaggio con Max sfumano con dispiacere. Rimango ancora fermo immobile con gli occhi chiusi rifiutandomi di capire che mi sto svegliando e di accettarlo, spero di riprendere da dove ho interrotto, dalla sua lingua sulle mie natiche incurvate per lui, ma al rumore che mi fa capire la presenza di qualcuno in camera, si aggiunge un gridolino per nulla mascolino facilmente riconoscibile e nell’associarlo immediatamente a Pierre, apro un occhio per capire che diavolo ci faccia in camera mia.
La mia seconda chiave l’ho data a Joris e Andrea che stanno in camera insieme e mi gestiscono in tandem come una coppia di genitori alloggiando rigorosamente nello stesso hotel, anche se nelle camere meno VIP.
Senza nemmeno dovermi muovere per vederlo, lo metto a fuoco lì dov’è: immobile davanti alla porta, il vassoio della colazione e l’aria di chi ha appena beccato uno spettacolo porno dal vivo.
Pierre è la creatura più espressiva e spontanea di questo pianeta e si capisce immediatamente cosa prova e pensa, per me è ancora più facile perché lo conosco da quando era piccolo.
È rosso come un pomodoro, fermo rigido come se gli avessero appena infilato una scopa fra le natiche e rimane letteralmente impalato col vassoio in mano a fissarmi. Gli occhi spalancati, la bocca pure ed il dramma più plateale mai visto.
Volevo vedere che diavolo pensava di fare, ma penso che se non faccio io qualcosa lui ci resta lì secco per sempre, così apro anche l’atro occhio e mi giro supino strofinandomi la faccia per svegliarmi e togliere il sonno che era ancora un po’ su di me.
Sbadiglio pigramente e piego una gamba sinuosamente, non lo faccio apposta.
- Che hai? Che ci fai qua? - chiedo rauco.
Pierre non risponde così mi tiro su con la schiena appoggiandomi alla spalliera del letto e solo quando lo faccio mi accorgo di essere completamente nudo e con ancora il ricordo del sogno erotico su Max.
Da oggi lo ignorerò e mi allontanerò e tutto tornerà a posto, specie le mie condizioni intime.
Col secondo treno da appena svegliato realizzo che deve essere rimasto impressionato dalla mia erezione dura e con un: - Oh. - colpevole e consapevole, prendo il lenzuolo e me lo tiro sull’inguine coprendomi. Resta la montagnetta, ma almeno non è senza veli.
- Scusa. - aggiungo poi. Non credo mi abbia effettivamente mai visto nudo, anche se quando ho ricevuto la famosa chiamata di Arrivabene qualche settimana fa, ho fatto un certo lavoretto con entrambi i nostri peni, ma non credo lui mi abbia fatto qualcosa né abbia guardato.
È un po’ offuscato quel momento, specie perché adesso ho in mente solo Max ed il sogno. Un gran bel sogno devo dire, penso che se facessimo sesso sul serio sarebbe così. Una lotta a chi sta sopra. Con me ovviamente che lo addomestico per bene grazie a quel lato demoniaco che a quanto pare gli piace tanto.
Con un sorrisino malizioso che non so nemmeno io se è rivolto più a Max o più a Pierre, sventolo una mano mentre l’altra me la passo sui capelli corti spettinandoli ulteriormente.
- Ci sei? - lo richiamo. Lui è ancora fermo impalato a fissarmi shoccato, ma a questo richiamo lui annuisce e fa un saltino sul posto facendo quasi cadere quel che c’è sul vassoio.
- Non dormi mai tutto nudo! - esclama. Abbiamo dormito insieme altre volte, in effetti ha ragione, ma niente spogliarelli, i boxer li tengo sempre su. Non posso dirgli che ieri pensavo a Max e mi è venuto da dormire nudo, sarebbe un’associazione strana.
Alzo le spalle come a sminuire una cosa che non ha importanza.
- Avevo caldo. - ma è ovvio che non era possibile vista l’aria condizionata, Pierre comunque sembra prendere per buona la mia finta spiegazione e finalmente mi raggiunge posando il vassoio sul materasso, si guarda bene dal sedersi con me, passa alle finestre da cui entrano dei raggi solari che illuminano parzialmente la stanza e dandomi le spalle le apre. Probabilmente approfitta per respirare.
Faccio un altro sorrisino divertito.
Gli piaccio in quel senso? È difficile non capire Pierre anche se forse essendo gay magari mi trova un bel ragazzo e semplicemente non è insensibile alla bellezza. Magari rientro nei suoi gusti, ognuno ne ha. Anche lui penso rientri nei miei canoni, tutto sommato.
- Che ci fai qua?
- Ho intercettato casualmente Joris che ti portava la colazione in camera. Ti trattano come un principino, eh? - fa prendendomi in giro per stemperare la sua tensione.
Io invece mi aggrotto a questa informazione e solo ora realizzo che stavo ancora dormendo mentre lui è addirittura già pronto per uscire.
Guardo l’ora e vedo che è tardi, poi cerco il telefono e scopro che si è addirittura spento perché mi ero dimenticato di caricarlo. Alzo gli occhi al cielo imprecando.
- Ieri sera ho dimenticato di caricare il telefono e inserire la sveglia! Fortuna che ho loro due! Penso che sarei morto senza! Perderei il lavoro sicuramente! - Pierre ride.
Non parlo tanto per mio personale imbarazzo, per la verità sono perfettamente a mio agio nudo a provocargli certe reazioni. L’idea di piacergli fisicamente mi stuzzica sorprendentemente, ma penso sia colpa del discorso che facevo con me stesso stanotte.
Ho bisogno di vivere la mia adolescenza da ragazzo gay maniaco come tutti gli adolescenti che si scoprono gay, anche se non sono più adolescente. Ritengo di essere bisessuale visto che riesco ad andare anche con le ragazze senza dovermi sforzare, anche se finché non provo coi ragazzi non posso sapere se è la stessa cosa, però di fatto questo lato di me c’è e non l’ho mai vissuto ed ora che ho iniziato a rilassarmi avendo raggiunto lo step più importante della mia vita, uno dei miei grandi obiettivi, penso che scalpito per realizzarmi anche in altri sensi. È una fase, come dicevo stanotte.
Pierre ha vita breve se non sta attento. So che con Max non ci sono problemi, voglio dire... piuttosto che fare qualcosa con lui mi sparo, ma Pierre è troppo tenero e carino e queste sue reazioni spontanee mi nutrono troppo.
Si appoggia alla finestra che apre arbitrariamente, le spalle all’esterno e mi osserva con le mani nelle tasche che allargano i pantaloni in modo strategico, per impedire che si noti quanto gli stringono.
Wow, gli piaccio proprio!
Non l’avevo capito prima di ora, è sempre stato lo stesso con me. Molto amico e affettuoso. Non ha mai avuto cambiamenti nel comportarsi, niente che mi facesse capire qualcosa. O gli sono sempre piaciuto o si è appena reso conto che sono un bel ragazzo ben sviluppato. Può essere.
Ma ci sto pensando troppo e ricordo bene d’aver deciso di non rovinare la nostra amicizia, perciò torna a cuccia Charles.
- E quindi? - fa improvvisamente dopo un po’ che ho iniziato a fare colazione.
Inarco le sopracciglia mangiando il croissant. - Hai capito perché litigavano Max e Daniel?
Quando li nomina il boccone mi va di traverso e per poco non soffoco. Bevo il succo di arancia che c’era tutto in un colpo e mi sento il viso in fiamme.
- Come diavolo posso saperlo? - chiedo con una certa ansia evidente. Pierre mi fissa sorpreso come se fosse ovvio.
- Beh, la tua camera era vicino a loro, sicuramente hai sentito qualcosa prima di entrare! Cosa hai sentito?
La mia mente cerca di ripropormi quello che ho sentito fra loro, ma l’ho praticamente cancellato subito. Non sono nemmeno sicuro d’aver sentito qualcosa di fatto, ma ricordo benissimo quello che è successo dopo.
Sta zitto Charles. Non dirgli che ha tentato di baciarti! Non azzardarti!
- Non ho sentito niente, era solo incazzato con lui. Non hanno dormito insieme, sono andati ognuno nella propria camera.
Bravo. Sei bravissimo. Sei ancora eccezionale a controllarti se ti impegni. Torna in te o non sopravvivi. Lui è Pierre, ti capisce troppo bene.
Lui infatti mi fissa inquisitore, come se sapesse perfettamente che c’è qualcos’altro.
- Che mi nascondi? - chiede poi diretto e accusatore. Gli occhi sottili che cercano di leggermi il pensiero. Per fortuna non ne è capace.
Alzo le spalle riprendendo a mangiare distogliendo vigliaccamente lo sguardo.
- Niente.
Gli parlerò dei miei istinti ma se lo faccio adesso mangio la foglia. Ci sarà un momento migliore, gliene voglio parlare.
- Dai, ti conosco. - insiste Pierre. E cazzo, come lo distraggo ora? È estenuante, quando fissa la preda non molla l’osso.
Cerco di rimanere tranquillo e mangio la mia colazione in modo totalmente encomiabile, come non ci fosse assolutamente niente.
- Pierre, guardi troppi telefilm! Vedi misteri ovunque!
Insisto sulla mia linea e lui sulla sua fino a che non finisco e finalmente ho l’occasione giusta per farlo scappare.
Al suo ennesimo: - Guarda che non mollo finché non me lo dici! - io sposto il vassoio, mi apro il lenzuolo e mi alzo dal letto volutamente sinuoso e sempre nudo come prima.
Appena lo faccio Pierre si zittisce di colpo tornando bordeaux e con gli occhi fuori dalle orbite mi manda apertamente a cagare e dicendo: - Vaffanculo! Ci vediamo dopo, stronzo! - scappa letteralmente via lasciandomi solo.
Bene, se avevo bisogno di una conferma eccola qua.
Entro in bagno con un sorrisino divertito e assolutamente compiaciuto.
Gli piaccio, se non altro fisicamente. La cosa mi allieta parecchio ed ecco improvvisamente un’altra cosa di me stesso che non sapevo perché non sono mai stato un adolescente normale.
Mi piace piacere e sono vanitoso.
Quanto meno.”
Note: mi immaginavo molto un Charles pensatore, per me è uno che si fa un sacco di seghe mentali, che pensa e si analizza, programma, fa e distrugge. Magari poi mi sbaglio, di sicuro comunque quello impulsivo che non riflette mai è Max. Ho adorato psicoanalizzare Charles, è un personaggio particolare e complesso anche se ovviamente questa è solo la mia versione di lui e siamo appena all’inizio del suo lungo complicato viaggio. Alla prossima. Baci Akane