36. LASCIARSI ANDARE

sorriso

/Max/

“La musica è forte e rimbomba fra le antiche pareti sconsacrate di questa che una volta era una chiesa, questo crea un contrasto che mi ricorda Charles e quella sua doppia essenza di demone nel corpo di un angelo, il genere che viene suonato è dance e riporta successi più o meno recenti, un perfetto mix che unito ai Gin Tonic presto fanno il loro dovere, così come la gente sempre più e sempre più in perdizione grazie all’alcool e a chissà cos’altro scorre con facilità, le luci basse ed intermittenti e questo utilissimo fumo che viene spesso spruzzato per annebbiare ulteriormente la massa già annebbiata di suo. 
La nostra base è un divano al piano di sopra, che solitamente è la zona vip; ci si arriva tramite le scale che sono sorvegliate da dei gentili signori che fanno passare solo quelli col timbrino, in questo modo siamo praticamente in quello che penso possa considerarsi privé, anche se poi il bello è giù, in mezzo alla massa che balla e fa casino. In questa zona esclusiva prenotata dal signor Leclerc solo noi possiamo andare e venire a piacimento. 
Tuttavia per quanto strano sia, per cancellarsi davvero bisogna andare giù, nella ressa, in mezzo agli altri. Lì ben presto svaniamo tutti uno ad uno, diventiamo trasparenti agli occhi delle molte persone che ballano, bevono, si fanno di chissà cosa e si divertono. Ben presto diventiamo come tutti gli altri e, proprio come tutti gli altri, balliamo e ci dimentichiamo chi siamo, ci lasciamo andare perdendo di vista tutto. Chi siamo, con chi, i ruoli che avevamo, le relazioni, ogni cosa. Non c’è nient’altro che il puro divertimento e l’eccitazione. 
Quella più di qualunque altra cosa. E la sensazione che possa succedere qualcosa da un momento all’altro. A breve sarà così. Me lo sento. 
Sono con gli altri in pista che ballano, io fondamentalmente fermo mentre loro ci danno dentro più o meno attivamente. Mi limito a muovere la testa, ma sono qui con loro, in mezzo al casino perché mi piace starci. 
Ben presto ci si perde di vista, qualcuno è sempre qua con noi in zona, ma balla per conto proprio con il partner che gli interessa; con la scusa del gran casino che non ti fa respirare e dei coriandoli che vengono sparati alternativamente al fumo, contribuendo a cancellarci tutti a intermittenza, se sei furbo puoi avere la fottuta privacy e flirtare in santa pace. 
È qua che scopro che Lando e Carlos si corteggiano e forse sono già alla fase successiva, o forse ci arriveranno stanotte; scopro anche che Alex e George si guardano mentre si muovono appiccicati come se non ci fosse nessun altro. 
Li intravedo tutti a stento perché non si capisce bene fra le luci, i coriandoli prima e il fumo poi, perciò li vedo e li individuo perché so chi sono e dove sono, ma ad un certo punto George ed Alex spariscono. Si insomma, da che ci sono a che non ci sono più! 
Appena li noto, la mia faccia fa un’espressione probabilmente buffa e per caso mi incrocio con Charles che mi guarda e scoppia a ridere, così capisco che mi ha visto e che devo essere stato esplicito. 
Charles si avvicina a fatica arrivando a me e per un momento i brividi mi partono mentre mi blocco paralizzandomi. 
- La tua faccia parla da sola! - dice quindi avvicinando la bocca al mio orecchio per farsi sentire. Tecnicamente nessuna parte di lui mi tocca, ma la mia mente mi anticipa un contatto che non si arriva e mi eccito ancora di più. 
- Davvero? - chiedo io girando un po’ la testa verso di lui per rispondergli, cerco i suoi occhi ed il suo viso che non evade, me lo regala in tutta la sua bellezza, da vicino e tutto per me. Per prolungare l’istante il più possibile, aggiungo sempre a questa vicinanza soffocante: - E cosa dice?  
- WOW! - la sua risposta è spontanea ed effettivamente rispecchia esattamente ciò che pensavo mentre notavo quei 4 andare oltre senza esitare, infatti scoppio a ridere e lo faccio più che altro perché devo scaricarmi un po’. 
Sono eccitato. Sto per prenderlo per i fianchi e spingerlo in mezzo alla massa, nascondermi lì con gli altri e infilargli la lingua in bocca, ma proprio in questo Pierre afferra la spalla di Charles e ci separa. 
- Finalmente è andata in bagno dove per le donne c’è una gloriosissima lunga fila. Ti prego, Max, lasciamelo un attimo! 
Merda! 
Pierre si rivolge a me con aria supplichevole e visto che non ho realmente niente contro di lui, perciò rido perché capisco cosa sta dietro tutto questo e annuisco sparendo verso la nostra zona sicura, più appartata e tranquilla. 
Devo respirare e soprattutto non devo vederli. 
Mi verso un altro gin tonic dalla caraffa nel nostro tavolino e me lo sorseggio seduto svogliato sul divano, qualcuno dei suoi invitati che era qua con noi è riverso e dorme sfinito, ma fondamentalmente sono solo e posso starmene qua in pace a rimuginare sul tempismo di merda di Pierre. 
Da un lato penso che comunque è una follia fare certe cose in mezzo a tanta gente, anche se sono tutti strafatti di qualunque cosa e non si vede realmente nulla, comunque il rischio c’é. Non so se sia il caso, non so se lo faranno realmente, c’è anche la ragazza di Pierre che potrebbe tornare da un momento all’altro e... e niente, basta beccare il momento giusto e saper come fare.
Guardo giù facendomi del male e vedo Pierre, che è più basso di Charles di pochi centimetri, che mette le braccia intorno al suo collo e in questo modo nasconde in parte il loro viso, poi si appiccica a lui ridendo, come se fossero due amici di vecchia data che si divertono insieme, quali poi sono effettivamente. A questo punto dall’alto sparano altri miliardi di coriandoli del cazzo e si vede ancora meno, ma io so che si baciano. Non li vedo effettivamente perché si coprono in qualche modo con le braccia ed in questo momento sembrano due qualunque, non si capisce che sono loro; la gente ed il caos li inghiotte, ma so che si stanno baciando. 
Dannazione. Fanculo. Fanculo cazzo!  
Ma in questo preciso istante, mentre sono appoggiato alla ringhiera, affacciato sulla pista da ballo a fissarli torvo, gli occhi di Charles finiscono verso l’alto alla ricerca di qualcosa, qualcosa che sembra trovare appena mi becca visto che smette di girovagare alla rinfusa. 
I suoi occhi restano dritti sui miei nonostante le luci basse e la distanza, ma sono sicuro che mi stia guardando e lo fa mentre si baciano e ballano strofinandosi. Ovviamente vengo attraversato da una scarica elettrica così potente che mi scuote dal profondo stordendomi e so solo che mi sembra di scoppiare. 
Per non andare là sotto e strappare via Charles dalle braccia e la bocca di Pierre, secco tutto il Gin Tonic e mi ributto sul divano come un burattino senza fili, mi appoggio con la schiena all’indietro sperando di addormentarmi come la gente qui che saranno in coma etilico. 
Fanculo a tutti. Che idea di merda venire qua. 
L’alcool e la posizione mi stordiscono e mentre tutto gira, chiudo gli occhi e spero di venire trasportato via. Spero di riaprire gli occhi e ritrovarmi da qualche altra parte. Una qualunque, non importa dove. 

Ma quando apro gli occhi, lo faccio perché qualcosa di indefinito attira la mia attenzione. 
Qualcuno si è avvicinato al nostro angolo protetto e si versa da bere, sono ancora confuso e stordito e metto a fuoco solo una cosa, ma basta. Il suo culo lo distinguerei fra mille e mentre lo realizzo, un sorrisino si dipinge malefico sulle mie labbra. 
È tornata Caterina, eh? Sia benedetta la ragazza di Pierre. Ti devo un favore, bella. 
Sollevo solo la testa rimanendo stravaccato sul divano, le braccia larghe sullo schienale, le gambe divaricate. Charles si gira e mi guarda, sicuramente l’aveva fatto anche prima quando avevo gli occhi chiusi. 
Gli sorrido malizioso senza dire nulla. Sei spettinato, sudato e disfatto: la camicia adesso è fuori dai pantaloni e stai fottutamente bene. 
Mi mordo il labbro, beve il Gin Tonic che non penso sia la sua bevanda preferita, ma improvvisamente sembra esserlo diventato e mentre succhia dalla cannuccia come se succhiasse qualcos’altro, senza staccare gli occhi carichi della stessa malizia dai miei, si avvicina ballando. Qua in quest’area in questo momento non c’è nessuno di sobrio e c’è sempre una specie di buttafuori/guardiano che controlla chi va e viene in questa sezione privata della discoteca, perciò so che da giù, dove c’è la massa, non si vede ciò che succede qua sopra. 
Basta che non venga nessuno dei nostri proprio ora. Non ora, vi prego.  
State giù a limonare fingendovi persone normali, storditevi fra di voi. 
Charles adesso è qua e balla per me. Perché mentre si avvicina alle mie gambe aperte che sembra aspettino lui, fa proprio questo.
Balla. 
E lo fa fottutamente bene, senza staccare gli occhi dai miei. 
È anche bravo a ballare, lo stronzo, non fa niente di eccessivo, ondeggia col suo corpo, in particolare ancheggia, un braccio alto sopra la testa, l’altro regge il bicchiere da cui continua a succhiare. 
Sei fottutamente sexy, Charles. 
Le nostre gambe si sfiorano ed io chiudo le mie contro le sue; non lo imprigiono, ma lo tocco e su questo contatto mi raddrizzo con la schiena in attesa. Charles non si muove ed è come se aspettasse una mia mossa, una di quelle imprevedibili che potrei fare solo io, il fuori di testa senza freni. Mi provochi? Guarda che è pericoloso.
Beh, se balli in questo modo così fottutamente sexy solo per me trasudando sesso, caro mio, non posso non accontentarti e fregandomene altamente di tutto e tutti mi alzo in piedi; Charles non si scosta, mi lascia appena lo spazio di alzarmi. I nostri corpi si sfiorano e mi ricopro di brividi e di eccitazione, ma invece di prendergli i fianchi come probabilmente vuole, metto le dita sulla sua cannuccia e bevo quel che resta del suo gin tonic. 
Sì, mi girava la testa, prima, ma adesso sono meravigliosamente in me. O forse no. Forse sono nello stordimento perfetto, quello che mi fa fare quel cazzo che voglio fregandomene, quello che non farei in condizioni normali. 
Ma proprio in questo momento, coi nostri occhi incatenati ad una vicinanza praticamente di un bicchiere, mangiandoci evidentemente con lo sguardo carico di voglie, la discoteca ci viene in aiuto e giù, in mezzo alla pista e alla gente, spruzzano il famoso fumo da scena che dal basso lento si espande ed inizia a salire. Sta un po’ ad arrivare a noi e a cancellarci, ma prendendo ispirazione prima da Pierre, appena sento che ci avvolge, lascio stare la cannuccia e prendo i suoi fianchi attirandolo a me. I nostri bacini finiscono bruscamente a contatto e Charles solleva le braccia per non rovesciarci il bicchiere addosso; me le appoggia sulle spalle, sempre come prima ha fatto l’esperto numero uno a coprire i peccati. 
Mille scariche elettriche ci attraversano, sento precisamente il suo inguine gonfio contro il mio nelle stesse condizioni, ma non si oppone, mi tiene a sé con le braccia, in attesa, senza paura, carico di voglia come lo sono io.
Adesso non esistiamo più grazie al fumo che sta un po’ prima di svanire del tutto e le sue braccia ci coprono bene. Ci muoviamo a ritmo di musica insieme: io che sono di solito un legno, non faccio gran ché, ma il signorino sexy si strofina su di me come se fossi il suo palo e le mie mani dai fianchi scivolano sul suo culo alto e sodo. Sto per arrivare alla sua bocca e farla mia, ma il fumo si dilegua definitivamente e qualcuno lo chiama dalle scale mentre sale, così Charles con un sorrisino che vedo perfettamente, malizioso, furbo, pieno di promesse e aspettative, si sfila da me e per quando siamo visibili, lui prende la caraffa vuota di Gin Tonic che aveva e va giù per riempirla, nel mentre si prende gli amici che stavano salendo e li riporta giù. 
Maledetto bastardo. Sedotto e abbandonato per l’ennesima volta.
Guarda che non ti andrà sempre bene, sai.
Arriverà il momento in cui reagirò e ti pentirai di aver giocato tanto con me. 
Ridendo divertito e stordito insieme, senza nemmeno pensarci due volte, lo seguo giù intenzionato a non mollare l’osso.”

/Charles/

“Quando sono salito e l’ho visto stravaccato sul divano, le braccia larghe ai lati, la testa all’indietro e gli occhi chiusi, mi sono eccitato al punto che mi sono trattenuto a stento dal sedermi sopra di lui a cavalcioni e infilargli la lingua in bocca. 
Ho bevuto proprio per trovare il coraggio di farlo, però ha aperto gli occhi e mi ha impedito ogni cosa. 
Non che non potessi, ma a quel punto è partito quel gioco di sguardi fra noi e mi sono perso.
Sono ubriaco e dopo questo bicchiere lo sono ancora di più, figurati dopo quello che sto per bere. Ma è esattamente questo che voglio fare. Ubriacarmi al punto da non capire più niente e fare qualsiasi cosa che tanto non me ne frega. 
Sto bene, sto veramente bene per la prima volta dopo tantissimo, vincere questo GP mi ha rimesso al mondo ed io in questo mondo, adesso, ci voglio stare. 
Non speravo di trovarmi qua Max, da un lato mi incasina parecchio la vita perché più bevo e meno controllo ho, ma sono comunque con Pierre e finché non risolvo con lui non posso esattamente fare quel cazzo che mi pare. Però più la serata va avanti e meno cose capisco, e meno cose capisco, più continuo a stordirmi per fare in modo di capire ancora di meno.
Non voglio controllarmi.
Voglio fare come ha suggerito il saggio Seb.
Voglio lasciarmi andare. 
Poi sia quello che sia, tanto sono ubriaco, no? Niente di quel che farò stasera ha peso. 
Per questo continuo a stuzzicare e provocare Max. 
Tanto domani dirò ‘scusa, ero ubriaco’ e lo dirò anche a Pierre quando mi dirà qualcosa, perché me lo dirà di sicuro. 
Recuperata un’altra caraffa di Gin Tonic, la riporto su e ne bevo ancora insieme a chi ho incontrato sulle scale e che mi sono portato dietro: Alex e George; Lando e Carlos suppongo siano spariti a consumare come si deve da qualche parte, buon per loro. 
Altri che erano con noi salgono e ci raggiungono, fra cui Pierre e Caterina, così beviamo ancora un po’ prendendo fiato, ma proprio mentre distribuisco il bere pregando di non cadere come un idiota, mi rendo conto che all’appello manca la mia preda. 
- Dov’è Max? - chiedo sorpreso. Era qua prima quando stavamo per limonare! 
- E Lando e Carlos? - chiede Alex cadendo dalle nuvole. 
- Buongiorno! - fa George ironico e derisorio! 
Il suo compagno lo guarda stizzito. 
- Buonanotte, magari! - replica anche se non ha senso come risposta in questo contesto.
- Chissà dove sono, eh? - fa allusivo George ridendo, Alex finalmente e col secondo treno  capisce a cosa allude e ride anche lui. 
- E comunque penso che anche Max avrà trovato compagnia, buon per lui! - fa George senza pensarci molto. 
A questa deduzione lo fisso torvo cambiando drasticamente umore e quando Alex lo nota, mi dà una gomitata lanciando uno sguardo veloce a Pierre che si è appena unito a noi e cerca di capire di cosa parliamo. Capisco stranamente subito il motivo della gomitata e torno a sorridere porgendogli la caraffa per riempire i loro bicchieri. 
Solo mentre glieli riempio mi rendo conto del resto, col tipico ritardo mentale di un ubriaco quasi fradicio: Alex sa tutto di me e Max. 
Anche se in realtà non c’è niente da sapere perché non è successo tecnicamente nulla.
Credo. 
Insomma, forse qualcosa, ma più nella mia fantasia. Forse anche nella sua, da come mi guardava prima e da come mi ha agguantato il culo. 
Con un sorrisino malizioso mi rianimo e con la scusa di riempire ancora la caraffa che sta poco a finire, dico che torno subito e di aspettarmi che poi facciamo un altro round. Alcuni bicchieri non sono stati riempiti, è mio dovere in quanto responsabile della festa provvedere all’idratazione di tutti. 
Con questa scusa scendo e quando sento qualcuno degli altri dire che mi accompagna, Alex prontamente lo intercetta con non so quale scusa. 
Non so cosa diavolo sappia o pensi di sapere e crede che stia succedendo o ci deve aiutare a realizzare, ma penso di doverlo comunque ringraziare. 
Appena giù mollo la caraffa su un bancone e invece di farmela riempire, mi metto a cercare Max. Non che sia facile, c’è troppa gente e le luci sono sempre troppo basse anche senza coriandoli o fumo, per cui aggrotto le sopracciglia senza successo, mi muovo un po’ a casaccio e proprio quando sto per rinunciare estremamente seccato, lo individuo. 
Lo stronzo sta ballando con una ragazza che punta chiaramente alle sue belle labbra carnose, le tette della tipa sono fin troppo prosperose e decisamente poco coperte; premono benissimo contro il suo petto e solo quando stanno per baciarsi, lei maliziosa si gira e si piega in avanti ballando e strofinando il suo culo tondo e perfetto contro le sue parti basse strette nei suoi tipici jeans ultra aderenti. Se non cambia modello gliene regalo io un armadio pieno di una taglia più grande! Questi jeans gli delineano persino la forma del suo cazzo, oltre che gli fanno un culo pazzesco. 
Ma lo stronzo coi jeans stretti afferra i fianchi si sta stronza tutta culo e tette che fa quel dannato ballo pornografico, proprio a questo punto i nostri sguardi si trovano, ci guardiamo, ci riconosciamo e lui mi fa un cenno leccandosi le labbra malizioso. 
Mi provochi tu, ora? 
Cos’è, una vendetta? 
Ehi, è un gioco che non ti conviene fare, sai? 
Sto cercando alla svelta una ragazza a portata di mano con cui fare altrettanto e ricambiarlo con la stessa moneta, ma proprio in questo momento Pierre mi afferra da dietro, avvolge le braccia intorno al mio torace e mi bacia l’orecchio con trasporto ed allegria tipica sua. 
- È su e sta parlando con la ragazza di qualcun altro di qualcosa di super interessante! Dice che è stanca e che fra un po’ vuole andare, allora le ho chiesto... 
Parlerebbe all’infinito se non mi girassi fregandomene totalmente di cosa sta dicendo. Ha un tempismo perfetto. 
Se Max vuole giocarsela così, io non sarò da meno. 
Non si ricorda che sono vendicativo e competitivo? 
Adesso glielo ricordo io. 
Quando le mie mani afferrano le natiche di Pierre e l’attiro a me senza esitare, Pierre spalanca gli occhi e mi guarda sorpreso. 
- Sei sicuro? - annuisco con un’espressione carica di bisogno alla ricerca della sua bocca qua in mezzo a tutti. Tutti ubriachi e fatti più di noi, ovviamente. 
- Sei fradicio! - esclama poi guardandomi meglio negli occhi. Se lo dice lui gli credo, non penso ci sia uno sulla faccia della Terra che mi conosca meglio. 
Annuisco ed alzo le spalle. 
- Come tutti qua intorno! 
In effetti è anche tardi e quelli rimasti sono con due piedi nella fossa, nessuno capisce nemmeno più come si chiama e nemmeno io, visto che tiro Pierre sempre tenendolo per il culo verso Max e questa puttana che non osa staccarsi da lui. 
Pierre mi fissa e dopo un po’ di confusione, ride e si immerge in me. Credo di piacergli ancora di più così su di giri e senza controllo. 
- Sei un maniaco se perdi il controllo e bevi troppo, eh? 
Ridacchio avvicinando la bocca alla sua, provocandolo ad annullare la breve distanza rimasta. 
- E tu perché sei così noiosamente sobrio, invece? È la serata perfetta... stanotte succederà di tutto. 
Non so perché lo dico e cosa intendo fare, penso che il mio cervello sia a dormire da ore, ormai, ed è vero, sono ubriaco, ma quell’ubriaco che non si ferma nemmeno un secondo, non crollerò finché non avrò ottenuto qualcosa di ciò che voglio e stasare voglio almeno un orgasmo. 
Pierre sorride estasiato, sta per rispondermi ma quando vedo che Max alla fine limona la puttana guardandomi provocante e maledetto, io non ci penso due volte e faccio altrettanto. 
Le luci si abbassano ulteriormente ed è quasi buio, il fumo torna ad essere spruzzato e mentre striscia dai piedi salendo sempre più; prima di cancellarci, con le nostre lingue intrecciate nelle bocche unite, i miei occhi guizzano su Max che mi fissa ancora. 
Non è un gioco a cui perderò. Non importa cosa farai, non resterò indietro. 
Avevo in mente qualcos’altro, ovviamente, ma in effetti è meglio così, forse. Con Max avrei fatto un casino, ma con Pierre il casino ormai è già in atto e tanto vale approfittare visto che non lo risolverò di sicuro stasera. 
Il fumo sale e ci cancella e solo a questo punto, quando per un po’ è impossibile vedere e siamo avvinghiati uno all’altro, sento una mano di troppo che non è di Pierre perché le sue sono intorno alle mie spalle. 
È bastato girarci leggermente di più ed ecco la posizione perfetta per fare altro. La mano si infila sotto i miei pantaloni che non sono troppo stretti come i suoi; lo fa con una tale prepotenza che mi fa sussultare e Pierre forse penserà che mi sto eccitando per lui. Perché in effetti mi sto eccitando. Mi muovo ancora, mi faccio indietro e mi ritrovo schiena contro schiena a Max. So che è lui, non mi serve di vederlo. 
Il suo profumo lo riconoscerei fra mille, non ha quasi nemmeno sudato visto che ha ballato poco. Anzi, lui non balla, lui lascia che gli altri si strofinino su di lui. 
La mano non si stacca dalla mia natica e mi afferra ancora meglio; quando sta per trovare con le dita la mia fessura, scatto realizzando che il fumo si sta alzando e si vede, così senza rifletterci prendo Pierre e mi allontano da qui. Non voglio scappare, non voglio dargli l’idea che abbia vinto, ma non potevo rimanere lì e soprattutto... 
- Charles, ce l’hai durissimo... 
Soprattutto se non vengo adesso, penso che scoppio letteralmente. 
- Non vuoi darmi il mio premio? - sussurro miagolando mentre gli lecco l’orecchio fermo davanti ai bagni. Esito un istante, Pierre ride e mi abbraccia. 
- E chi ha detto che non voglio? Se ci sbrighiamo ce la facciamo prima che qualcuno venga a reclamarmi! 
Con questo il mio sorriso si allarga sempre contro la sua pelle e mentre le porte del bagno si aprono lasciandoci il via libero, vedo Max che arriva con la sua puttana di turno e con uno sguardo sottile e furibondo, totalmente vendicativo, intreccio le dita di Pierre e me lo tiro dentro chiudendomi a chiave. 
Non perdo tempo, gli abbasso subito i pantaloni per dietro per quanto mi serve, mi tiro fuori l’erezione già dura che non ha bisogno di preparazione. Mi lecco la mano e mi strofino brevemente, poi lo piego in avanti contro il piccolo lavandino di questo sporco bagno usato da chiunque, probabilmente proprio per fare ciò che facciamo noi. Dopo di questi lo penetro da dietro: veloce, sbrigativo e volgare come non lo sono mai stato con lui, come lo farei con Max, come probabilmente dopo di noi farà proprio lui ma con uno che non sono io. 
Ci metto poco a venire mentre mi immagino a scopare con lui. 
È durato poco, ma ero già molto al limite. Il modo in cui Max mi ha preso il culo prima, nemmeno fuori dai pantaloni, ma addirittura dentro. Ha infilato la mano con una tale prepotenza e precisione e stava per trovare il mio buco. 
È un orgasmo parzialmente liberatorio, ma ho l’impressione di non essermi realmente soddisfatto; mentre lo realizzo, da fuori bussano e so che è lui e so che lo fa apposta. 
Pierre ride divertito, eccitato, spero soddisfatto. 
- Sai... - fa poi mentre apre il rubinetto e si getta l’acqua in faccia. - Abbiamo scopato in una chiesa sconsacrata... 
A questo rido anche io ed è la prima volta che ci riesco da quando è cominciata sta piccola lotta con Max in questi minuti. 
- Più sconsacrata di così! 
Mi sciacquo la faccia anche io e me la lascio bagnata, poi esco consapevole di chi mi troverò davanti. 
Quando Max mi guarda ha l’aria furiosa ed indispettita, ma io alzo il sopracciglio interrogativo, fintamente innocente. 
- Oh ciao! - faccio come se non l’avessi visto arrivare. 
- Max! Eri tu? Scusa! - Pierre, candido e beato, non sa nulla ed è meglio così.
Quando mi tornerà una coscienza, domani mattina, quando avrò smaltito la sbronza, mi pentirò di tutto e non guarderò più in faccia nessuno, ma per il momento voglio continuare così per tutta la fottuta notte. 
- Levatevi! - grugnisce lui. 
So cosa farai, fallo pure, tanto l’ho appena fatto anche io. 
Max entra con lei tenendosela per mano e posso solo immaginare quanto sarà brutale con lei, come immaginerà d’avere il mio culo fra le mani. 
È il segreto non detto fra noi, il segreto che non diremo mai chissà per quanto, perché siamo due idiota patentati. Giocheremo così provocandoci e torturandoci a vicenda in una specie di gara eterna. Perché sarà sempre così, fra noi.
Una gara per qualunque cosa, senza esclusione di colpi, dove uno scende al livello dell’altro, qualunque esso sia, non importa cosa. 
Non c’è niente che lui faccia che non posso fare anche io. E viceversa.”


NOTE: Chiaramente non so se sia minimamente possibile quel che scrivo in questi capitoli, ma immaginando lo sia, godiamoci questa (per me) splendida fantasia. Preciso subito che anche se sono italiana non sono di Milano e non sono mai stata al Gattopardo, non ho la più pallida idea di dove vadano le persone per divertirsi in quelle zone, né se vada bene per il genere di persone che ho scritto nella fic, mi sono solo informata su internet ed è venuto fuori quel locale, che era una chiesa sconsacrata. Non so nemmeno se sia abbastanza grande ed IN. Abbiate pietà e fate finta che sia tutto plausibile, vi prego. So che in generale in certi posti l'atmosfera si fa parecchio confusa specie dopo ore ed ore di musica forte, luci basse ed intermittenti, fumi, alcool e sostanze e soprattutto folla. Ricordo bene com'era ai tempi in cui andavo in posti simili, mi sono ispirata alle mie vecchie esperienze. Per cui sarebbe possibile, CREDO, passare inosservati o confondersi con altri. Grazie dell'attenzione. Baci Akane